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    Gasquet svela i tennisti “sgradevoli” del circuito. Rybakina rafforza il suo team. Arthur Fils rivela il suo momento più difficile. Lotta per la Top-10 nel ranking ATP

    Lorenzo Musetti (foto Brigitte Grassotti)

    Il mondo del tennis continua a offrire interessanti spunti di discussione, dalle confessioni di veterani prossimi al ritiro alle aspirazioni delle giovani promesse, passando per i cambiamenti negli staff tecnici dei top player.
    Gasquet svela i tennisti “sgradevoli” del circuitoRichard Gasquet, che sta ponendo fine a oltre vent’anni di carriera professionale, ha rilasciato alcune dichiarazioni destinate a far discutere durante il podcast “Pause”. Il tennista francese, che ha condiviso campo e spogliatoio con numerosi colleghi, è stato interrogato sul carattere del “Big 3” rispetto ad altri giocatori, in particolare su chi fosse stato più sgradevole nei rapporti con i compagni.“Roger, Novak e Rafa sono persone molto educate, rispettose e piacevoli con tutti”, ha affermato Gasquet, prima di aggiungere: “C’erano due giocatori che hanno avuto una grande carriera, ma che non possono essere paragonati al Big 3, che avevano un atteggiamento più sgradevole nel circuito: Robin Soderling e Tomas Berdych”.
    Rybakina rafforza il suo teamElena Rybakina, da mesi al centro di voci e episodi poco chiari riguardanti il suo (ex?) allenatore Stefano Vukov, ha annunciato un nuovo ingresso nel suo staff tecnico. Dopo l’uscita di Ivanisevic, dovuta all’influenza di Vukov sulla tennista kazaka, e la successiva rinuncia del preparatore fisico Azuz Simcich, il team di Rybakina si trovava privo di figure chiave.La tennista ha comunicato l’ingaggio del preparatore fisico Aldo Chiari, che in passato ha collaborato occasionalmente con Jannik Sinner, per rafforzare il suo entourage in vista dei prossimi impegni.
    Arthur Fils rivela il suo momento più difficileArthur Fils potrebbe diventare uno dei principali rivali di Carlos Alcaraz nei prossimi anni sulla terra battuta, candidandosi come seria minaccia nei tornei importanti. A soli 21 anni, il francese che ha iniziato a giocare a tennis all’età di 5 anni, ha già dimostrato grandi potenzialità.In un’intervista rilasciata ad atptour.com, Fils ha rivelato quale sia stata la maggiore difficoltà che ha dovuto affrontare nel suo percorso. “Gli infortuni sono sempre la cosa peggiore per qualsiasi atleta e qualche anno fa ho avuto problemi a diverse vertebre. Quello è stato il momento peggiore della mia vita, ho dovuto fare molta riabilitazione e avere pazienza”, ha spiegato il giovane francese, il cui grande sogno è diventare numero 1 del mondo.
    Lotta per la Top-10 nel ranking ATPUn appassionante fine settimana si presenta con la disputa delle fasi finali del Conde de Godó 2025. Tre tennisti sono coinvolti nella corsa per entrare nella top-10 del ranking ATP il prossimo lunedì 21 aprile, dopo la conferma dell’uscita di Casper Ruud da questo gruppo d’élite, con il norvegese che perderà 400 punti scendendo alla 15ª posizione.Lorenzo Musetti potrebbe entrare tra i dieci migliori se sia Holger Rune che Arthur Fils venissero eliminati in semifinale a Barcellona. Nel caso in cui il danese raggiungesse la finale, sarebbe lui ad occupare la decima posizione, a meno che il francese non riesca a vincere il torneo e Rune perdesse in semifinale.La lotta per un posto nella top-10 aggiunge ulteriore interesse alle semifinali del prestigioso torneo catalano.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Nuova controversa regola antidoping vieta docce non supervisionate

    Nuova controversa regola antidoping vieta docce non supervisionate

    L’Agenzia Internazionale Antidoping del Tennis ha annunciato un controverso aggiornamento della sua normativa che ha scatenato un acceso dibattito sui social media. Secondo quanto comunicato attraverso una nota ufficiale, i tennisti e le tenniste non potranno più fare la doccia senza essere osservati quando vengono chiamati a sottoporsi a un test antidoping.
    Questa nuova disposizione è stata introdotta con l’obiettivo di evitare che durante la doccia possano verificarsi alterazioni in grado di influenzare i risultati dei test. La misura, che si applica indistintamente a tutti gli atleti, sia uomini che donne, rappresenta un ulteriore irrigidimento dei protocolli antidoping nel tennis professionistico.

    La notizia ha immediatamente sollevato numerose polemiche, in particolare sui social network, dove molti hanno espresso preoccupazioni riguardo alla privacy degli atleti. Il dibattito si concentra sul difficile equilibrio tra la necessità di garantire l’integrità delle competizioni sportive attraverso controlli antidoping rigorosi e il diritto alla riservatezza dei giocatori.L’agenzia non ha al momento fornito ulteriori dettagli su come verranno implementate concretamente queste nuove procedure e su quali saranno le modalità di osservazione durante le docce degli atleti chiamati ai controlli. Resta da vedere quale sarà la reazione ufficiale delle associazioni dei giocatori e delle giocatrici di tennis a questa controversa novità regolamentare.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Tsitsipas è stato costretto al ritiro per problemi alla schiena

    Tsitsipas è stato costretto al ritiro per problemi alla schiena

    Quando il match tra Arthur Fils e Stefanos Tsitsipas aveva appena preso il via, la preoccupazione ha rapidamente preso il sopravvento tra gli appassionati presenti sugli spalti e quelli davanti agli schermi. Il greco, quattro volte finalista in questo torneo, è apparso subito con un’espressione seria e poco dopo si è allontanato dal campo per ricevere un trattamento dal fisioterapista negli spogliatoi.
    Purtroppo, i timori iniziali sono stati confermati quando Tsitsipas ha deciso di ritirarsi dall’incontro. Poco dopo è emersa la natura del problema: un fastidio localizzato nella parte inferiore della schiena, precisamente nella zona lombare.
    Al momento non sembrano esserci ragioni per un eccessivo allarmismo, dato che potrebbe trattarsi di una semplice contrattura o di un fastidio temporaneo. Tuttavia, considerando il periodo cruciale della stagione sulla terra battuta, un infortunio anche lieve potrebbe rappresentare un ostacolo significativo per Tsitsipas. La speranza di tutti è che il campione greco possa recuperare rapidamente e tornare presto a competere al massimo livello.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Tre azzurri ai quarti di finale al 48° ITF Under 18 Città di Firenze Raffaele Ciurnelli nel maschile e Ilary Pistola e Carla Giambelli nel femminile

    Carla Giambelli – Foto Piero Camel

    E’ l’azzurro Raffaele Ciurnelli a qualificarsi per i quarti di finale, in programma sabato 19 aprile dalle 10, del 48° Torneo Internazionale Under 18 Città di Firenze. Il giocatore toscano che gioca per il Ct Giotto Arezzo ha sconfitto il terzo favorito del seeding l’americano Nischal Spurling [3] per 61 61 e si conferma prospetto molto interessante. Ciurnelli lo scorso anno ha conquistato il Torneo Internazionale Under 16 al Foro Italico durante gli Internazionali Bnl d’Italia e dopo aver esordito in serie A con il club aretino è pronto per il grande salto nel tennis internazionale. Allenato dal maestro Alessandro Caneschi fa del servizio e del diritto i suoi colpi migliori. La giornata degli ottavi di finale si è giocata tutta al coperto sui campi del Club Sportivo Firenze e di San Giusto e nella parte bassa lo sloveno Ziga Sesko [7] ha superato lo svizzero Adam Knis (LL) in una partita molto combattuta terminata 57 76 63 per lo sloveno che affronterà il ceco Jakub Smejcky che ha facilmente avuto la meglio sul numero 4 del seeding lo svedese Victor Ryden per 60 62.
    Buone notizie per i colori azzurri al femminile con ben due atlete italiane che conquistano i quarti. Nella parte bassa del tabellone Ilary Pistola e Carla Giambelli entrano tra le prime otto. La marchigiana che lo scorso anno ha conquistato un poker di successi partendo dal J100 di Dubrovnik, i J60 di Pescara e L’Aia, e il Tennis Europe U.16 agli Internazionali di Roma ha sconfitto per 64 63 la tedesca Emily Victoria Eigelsbach e dopo la bella affermazione al primo turno con la svedese Lea Nillson favorita numero 3 l’atleta allenata da Andrea Ramundo grazie al suo gioco vario può essere considerata una vera e propria outsider. Mentre la lombarda Carla Giambelli già vincitrice del Torneo Avvenire e dei Campionati Europei Under 16 di Parma nel 2024 e qui grazie a una wild card e testa di serie numero 5 ha prevalso sull’ucraina Polina Skliar per 64 76 in un match molto bello e giocato a viso aperto dalle due contendenti. Ora per la campionessa europea under 16 la sfida con la seconda favorita del seeding la tedesca Victoria Pohle che ha superato non senza affanni la svizzera Noelia Manta 46 61 64. Una sfida da seguire con attenzione.
    Il torneo di doppio giocherà sabato 19 aprile le sfide di semifinale con lo svizzero Thomas Gunzinger in coppia con il tedesco Tom Sickenberger primi favoriti mentre la testa di serie numero due vede lo sloveno Ziga Sesko insieme allo svedese Victor RydenNel femminile da battere il duo tedesco Eva Bennemann e Victoria Pohle [1] con seconde favorite la coppia composta dall’Ucraina Mariia Drobysheva e dalla Ceca Denisa Zoldakova [2]
    L’accesso al torneo è libero e sarà una grande occasione per i tanti appassionati di poter vedere dal vivo i futuri campioni del tennis mondiale. Il Circolo del Tennis Firenze 1898 si trova nel polmone verde della città, all’interno del Parco delle Cascine, con la sua tradizione centenaria (quest’anno festeggia i 127 anni e nell’occasione del 125° anno è stato insignito del Fiorino d’Oro massima onorificenza fiorentina) e soprattutto un luogo dove è bello poter seguire incontri divertenti e appassionanti. Sabato 19 aprile gli incontri inizieranno alle 10 con i quarti di finale. Le semifinali verranno giocate il giorno di Pasqua (domenica 20 aprile) e le finali a Pasquetta (lunedi 21 aprile). LEGGI TUTTO

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    Simone Vagnozzi rivela: “Con Sinner il vero clic è avvenuto a Pechino 2023”

    Simone Vagnozzi nella foto

    Il coach marchigiano Simone Vagnozzi, a tre anni dall’inizio della collaborazione con Jannik Sinner, rivela i segreti della scalata che ha portato il tennista altoatesino al vertice del ranking mondiale. In un’intervista rilasciata a Giorgia Mecca per Il Venerdì di Repubblica, Vagnozzi racconta come sia nato e si sia sviluppato il rapporto professionale e umano con il campione italiano.
    “Il nostro è un vero lavoro di squadra, e nel tennis non è così scontato”, spiega Vagnozzi. “Quando ci siamo conosciuti Jannik era numero 10 al mondo. Oggi è il numero uno, ma il modo in cui lavoriamo non è cambiato di una virgola”. Una costanza che ha permesso a Sinner di crescere continuamente, mantenendo sempre gli stessi valori e la stessa etica del lavoro.L’incontro tra i due risale al 2022, con un obiettivo chiaro fin dall’inizio: “Abbiamo messo tutto sul tavolo. L’obiettivo era chiaro: vincere gli Slam e arrivare in cima”. Un proposito ambizioso che si è concretizzato con la vittoria agli Australian Open 2024 e la conquista del numero uno mondiale.Vagnozzi descrive il circuito come “una giostra che non si ferma mai” e rivela come il recente stop per la sospensione di Sinner, durato quasi tre mesi, sia stato gestito con intelligenza: “Ci ha fatto bene staccare. Ogni tanto è necessario scendere dalla giostra”. Una pausa che ha rafforzato ulteriormente il loro rapporto.
    Sul tema del rapporto tra coach e giocatore, Vagnozzi ha idee chiare: “Viviamo insieme 24 ore su 24 per molte settimane all’anno. È inevitabile creare un rapporto che va oltre il professionale, ma è fondamentale non diventare troppo amici”. Una distinzione sottile ma cruciale, perché “l’amicizia può ostacolare certe decisioni, serve equilibrio. Empatia, sì. Ma anche lucidità. Bisogna poter dire le cose giuste anche quando fanno male”.Sul nuovo coach al posto di Cahill: “Il nuovo coach dovrà essere una persona che sappia cosa significa stare accanto al numero uno del mondo, ma soprattutto, dovrà avere la stima di Jannik”.
    A colpire è anche la calma che contraddistingue il box di Sinner durante i match. “Il nostro compito è trasmettere serenità. Il giocatore in campo ha già abbastanza caos dentro di sé”, spiega Vagnozzi, che ricorda con emozione la finale degli Australian Open contro Medvedev, rimontata da 0-2 a 3-2: “Gli ho dato un consiglio sulla posizione in risposta. All’inizio non lo ha seguito. Poi, da lì, la partita è girata. Ma quel dritto lungolinea con cui ha chiuso? Lì c’è solo Jannik. Nessun merito nostro”.
    Il coach identifica in Pechino 2023 il momento della svolta: “Il vero clic è avvenuto nell’autunno del 2023. Contro Alcaraz e poi con Medvedev ha fatto cose che non gli avevo mai visto fare. Soprattutto la scelta di scendere a rete. Era uno dei nostri obiettivi”. E sui margini di miglioramento: “Quando l’ho conosciuto era un ottimo giocatore con poca visione tattica. Oggi ce l’ha, ha migliorato il servizio e la discesa verso rete. Può lavorare ancora su alcune variazioni sulla terra e diventare più sicuro quando scende a rete”.Inevitabile il paragone con i grandi campioni: “Si difende come Djokovic, ma riesce a essere più aggressivo. E ha qualcosa di raro: non si prende troppo sul serio. Non si sente speciale”. E sulla rivalità con Alcaraz: “Lo vedremo solo alla fine, quando conteremo i titoli. Sono entrambi straordinari, ma ogni partita è un mondo a sé”.
    Sulla vicenda sospensione che ha coinvolto Sinner, Vagnozzi è categorico: “È stato uno shock. Ma non abbiamo fatto nulla di sbagliato, chi ha letto i documenti lo sa. Ho detto a Jannik: dobbiamo andare in giro a testa alta”.L’intervista si chiude con un aneddoto significativo sull’incontro con Roberto Baggio: “Mi piace parlare con i fuoriclasse, capire come ragionano. Baggio, guardandomi, mi ha detto una sola cosa: Fallo stare bene”. Un consiglio che sembra riassumere perfettamente la filosofia di Vagnozzi: creare le condizioni ideali perché il talento possa esprimersi al massimo.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    L’effetto Sinner fa punto anche nello Zambia, grazie a Saggioro e ai Carota Boys: ora a Ndola il sogno è un’academy

    Il campo da tennis realizzato a Ndola (Zambia), ora dotato di impianto di illuminazione grazie alla raccolta fondi promossa dai Carota Boys

    Alcune persone vogliono che accada, altre desiderano che accada e altre ancora lo fanno accadere”. È una nota frase della leggenda del basket Michael Jordan, riportata sul murales che a Ndola, città dello Zambia situata a 300 chilometri a nord della capitale Lusaka, celebra il successo e l’ambizione del bresciano Damiano Saggioro. È stato lui, quando era presidente del Tennis Desenzano, a favorire attraverso una raccolta fondi la realizzazione di un campo da tennis all’interno di una casa d’accoglienza, costruito nel 2023 grazie alla solidarietà di tanti. E oggi quella struttura, dall’enorme impatto sociale per il territorio, si è impreziosita anche di un impianto di illuminazione finanziato da una nuova campagna di fundraising promossa dai celebri Carota Boys: sei amici d’infanzia cuneesi diventati la pittoresca tifoseria del numero uno del mondo Jannik Sinner, seguito nei tornei più importanti del mondo. Il loro intervento, sempre appoggiato al progetto di cooperazione internazionale Cicetekelo Youth Project che ogni giorno ospita decine di bambini e giovani provenienti da situazioni di forte vulnerabilità, ha permesso di raccogliere la cifra di 5.295 euro attraverso la quale non solo il campo è stato dotato dell’illuminazione artificiale, ma è stato anche finanziato l’acquisto di attrezzature sportive: racchette, palline, abbigliamento e altro. Così, grazie alla possibilità di giocare anche senza la luce del sole, gli orari di attività sono raddoppiati e la pratica del tennis come strumento di riscatto sociale è stata estesa a sempre più ragazzi, con effetti tangibili a 360 gradi.
    Secondo quanto stimato da Cicetekelo Youth Project, il campo di matrice italiana ha avuto un impatto senza precedenti sul territorio. Grazie al tennis, c’è stato un incremento del 45% nel totale di bambini e ragazzi che praticano regolarmente attività sportiva. Addirittura l’87% dei partecipanti al progetto ha mostrato un miglioramento nei risultati scolastici dopo sei mesi di allenamento, mentre il 65% dei ragazzi ha dichiarato di aver sviluppato nuove competenze relazionali e una maggiore autostima. Dall’arrivo del campo, 21 ragazzini sono entrati nel progetto Cicetekelo grazie all’attività sportiva, abbandonando situazioni di strada o rischio, mentre 29 bambine hanno iniziato a giocare a tennis, in un contesto nel quale le ragazze hanno spesso minori opportunità di accesso allo sport. Prove di una vera trasformazione sociale e anche culturale, che si traduce in una lunga serie di benefici per il futuro dei ragazzi e dunque dell’intero territorio.
    Tanto che, sull’onda di questi risultati e dei traguardi già raggiunti, ora c’è la volontà di alzare ancora l’asticella, verso qualcosa di mai fatto prima. Il sogno condiviso da Cicetekelo Youth Project, Damiano Saggioro e Carota Boys è di lanciare la prima Tennis Academy for Development in Zambia: un centro sportivo e formativo permanente per bambini e giovani svantaggiati, con un programma completo di allenamenti quotidiani di tennis, attività educative e supporto scolastico. Ma anche un progetto di formazione professionale per una decina di giovani allenatori locali, che riceveranno un training tecnico e pedagogico; un’occasione di crescita anche competitiva (con clinic e tornei locali) e un’iniziativa di inclusione, con attenzione specifica alla partecipazione di ragazze e minori con disabilità. Un obiettivo estremamente ambizioso che punta a realizzare un modello unico nel paese, con lo sport come reale veicolo di rivalsa sociale. Il tutto partito dall’Italia, dalla rete di solidarietà che prima ha favorito la realizzazione del campo e poi dell’impianto di illuminazione che l’ha reso ancora più funzionale. Con le vittorie di Sinner sullo sfondo. LEGGI TUTTO

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    Piatti sul ritorno di Sinner: “Questi mesi di stop gli daranno un vantaggio decisivo”

    Riccardo Piatti nella foto

    Ricardo Piatti analizza il ritorno di Jannik Sinner nel circuito, prevedendo grandi successi per il numero uno italiano.Jannik Sinner sta ultimando i preparativi per il suo atteso ritorno alle competizioni. Dopo diverse settimane lontano dai riflettori, il tennista italiano sta progressivamente riapparendo in pubblico, allenandosi nelle strutture che hanno recentemente ospitato il Masters 1000 di Montecarlo e condividendo sessioni di allenamento con colleghi del circuito.
    Il tennista altoatesino, che ha rilasciato poche interviste durante questo difficile periodo, ha ammesso di aver accettato i mesi di sospensione per evitare conseguenze peggiori. A pochi giorni dal suo rientro al torneo di Roma, cresce l’attesa per Sinner, che tornerà con lo stesso status con cui si era allontanato: quello di grande favorito in ogni competizione.
    “Tutta questa situazione è stata molto spiacevole per Sinner, ma sono sicuro che la trasformerà in qualcosa di positivo. Credo che in questi mesi Jannik abbia una carta molto importante in mano per vincere Roland Garros, Wimbledon e US Open”, ha dichiarato Ricardo Piatti ai microfoni di SuperTennis TV. L’anno scorso Sinner è arrivato lontano in diversi tornei del Grande Slam, come nel caso del Roland Garros, ma è evidente che il tennista di San Candido ha margine per aumentare ulteriormente il divario con i suoi inseguitori. Conquistare immediatamente un titolo al suo ritorno sarebbe inoltre una chiara dichiarazione d’intenti verso i suoi rivali.
    Piatti, ex coach di Sinner che conosce profondamente le capacità del tennista italiano, è convinto che questo periodo di pausa forzata non abbia interrotto la crescita dell’atleta. “Sono certo che in questi mesi di pausa, Jannik non si sia fermato. Durante la pandemia, per esempio, fu uno dei momenti di costruzione più importanti per lui. Si allenava fisicamente tre volte a settimana e giocava a tennis tutti i giorni”, ha spiegato.
    Il coach ha inoltre sottolineato la crescita complessiva del movimento tennistico italiano: “Dieci o quindici anni fa tutti vincevano la Coppa Davis e la BJK Cup tranne l’Italia, che era un passo indietro. Ora, invece, con tutto il tennis che c’è in Italia, siamo nella posizione giusta: è chiaro che è un vantaggio avere il numero 1 del mondo, ma se non c’è il numero uno, ci sono altri giocatori che possono entrare nella top 10 e vincere tornei”.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Alcaraz: ‘Preferisco i Masters 1000 di una settimana, meglio per il tennis”

    Carlos Alcaraz (foto Brigitte Grassotti)

    Carlos Alcaraz ha brillato sul campo del Conde de Godó 2025, avanzando ai quarti di finale dopo una convincente vittoria contro Laslo Djere. Il tennista murciano, visibilmente soddisfatto, ha affrontato diversi temi interessanti nella conferenza stampa post-partita, spaziando dalle sue sensazioni in campo alle riflessioni più profonde sulla salute mentale nello sport professionistico.
    “Molto contento. Credo di aver espresso un livello migliore rispetto al primo incontro,” ha dichiarato Alcaraz analizzando la sua vittoria. “È vero che lui nel primo set mi ha concesso molto, ha commesso molti errori, così ho potuto giocare più tranquillo e con un livello migliore. Nel secondo set è stato un po’ più complicato, ma sono molto felice di averlo chiuso in due set e di aver trovato un buon livello alla fine della partita.”
    Il giovane campione spagnolo ha sottolineato quanto sia stato cruciale il giorno di pausa prima dell’incontro: “Era molto necessario,” ha commentato sorridendo. “Non pensare al tennis, perché ieri mi sono completamente dimenticato che ci fosse il tennis e il torneo. Ho voluto staccare, riposare, non venire al club e vedere le stesse facce… mi ha aiutato a ricaricare le batterie e l’energia in vista della giornata di oggi, per essere più fresco. La giornata di ieri è stata molto buona e necessaria.”
    Interrogato sul fatto che tutti i principali favoriti siano avanzati ai quarti di finale, Alcaraz ha osservato: “Credo che tutti gli anni siano stati difficili. Il Godó è uno dei tornei 500 più complicati: viene sempre gente molto, molto brava, diversi top-10, ed è incredibile. Noi favoriti siamo tutti ai quarti, e questo è molto positivo per il torneo e per il pubblico, permette loro di godere di un buon tennis. Bisognerà lottare, tutte le partite sono complicate. Non dirò se è più o meno complicato degli anni precedenti, so solo che sarà una battaglia da qui in avanti.”
    Uno dei momenti più intensi della conferenza stampa è arrivato quando ad Alcaraz è stato chiesto di commentare, alla luce delle recenti dichiarazioni di Sara Sorribes sui suoi problemi di salute mentale, il periodo difficile vissuto tra Miami e Montecarlo.“Oggi, purtroppo, noi e tutta la gente diamo molta importanza ai social network. Leggiamo ogni tipo di commento e, sfortunatamente, prestiamo più attenzione a quelli negativi che a quelli positivi, e questo ci colpisce,” ha spiegato Alcaraz. “Il tennis è uno sport molto esigente, sei lì settimana dopo settimana e torneo dopo torneo: serve un livello di resistenza mentale molto alto, e molte volte non ti rendi conto che devi fermarti finché non arrivi a un limite in cui fermarti alcuni giorni non è sufficiente, hai bisogno di fermarti molto di più.”“Io, grazie a Dio, non sono arrivato al punto di dover fermarmi per diversi mesi; mi sono semplicemente fermato alcuni giorni e questo mi ha aiutato,” ha continuato. “A volte bisogna sapere cosa hanno bisogno il corpo e la mente: dopo Miami sapevo che avevo bisogno di alcuni giorni di disconnessione, di non pensare al tennis, di stare con la famiglia, circondato dalla mia gente e di chiarirmi le idee. Mi sono stati molto utili quei cinque giorni per rendermi conto di cosa fosse importante per me. Questo mi ha aiutato molto per iniziare il tour sulla terra battuta, Montecarlo, nel modo giusto.”Alcaraz ha poi espresso solidarietà alla collega Sorribes: “È un peccato vedere Sara, una persona così allegra, dire queste parole e lasciare il tennis per alcuni mesi, ma le auguro di trovare presto le risposte di cui ha bisogno e spero che la vedremo presto divertirsi e lottare come sempre, perché è una grande guerriera.”
    Quando gli è stato chiesto se preferisse i Masters 1000 di due settimane, con giorni di riposo, o quelli di una settimana, con la possibilità di giocare da mercoledì a domenica ininterrottamente, Alcaraz ha risposto in modo chiaro: “Io preferisco i Masters 1000 di una settimana. È molto meglio per il tennis. Fin dal primo o secondo turno vediamo partite di altissimo livello: per il pubblico, fin dal primo turno può godersi il torneo e viverlo con entusiasmo. Per noi, il fatto che sia di una settimana riduce i giorni fuori casa, i giorni di alta esigenza mentale. Ci dicono che abbiamo giorni di riposo tra una partita e l’altra, ma alla fine non riposi, perché devi andare ad allenarti, prepararti mentalmente… quando sei in torneo, mentalmente non riposi, e quello è il complicato, essere due settimane sempre sul pezzo e al 100%. Preferisco molto di più, anche se è più impegnativo, i Masters 1000 di una settimana.”
    L’intervista si è conclusa con una nota leggera sulla partita di calcio tra Real Madrid e Arsenal: “È stata una serata dura per i tifosi del Madrid,” ha sorriso Alcaraz. “Mi ha persino un po’ abbattuto. Ma insomma, sapevamo che era difficile, era un’eliminatoria complicata e meno male che è rimasto solo nella giornata di ieri. Oggi l’ho già dimenticato, concentrato sulle mie cose, ma è stato un peccato.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO