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    Federer riflette sul futuro: “Commentare in TV? Non ancora, ora i miei figli vengono prima”. Becker punta forte su Bublik: “Sarà top 10 nel 2026”

    Alexander Bublik nella foto – Foto Getty Images

    Dal suo ritiro ufficioso nell’estate del 2022, Roger Federer ha iniziato una nuova fase della vita, fatta di impegni familiari, progetti personali e un ritmo più tranquillo rispetto ai frenetici anni sul circuito. Eppure, come spesso accade agli ex campioni, arriva prima o poi il momento in cui il tempo libero inizia a far nascere nuove idee e curiosità. Tra queste, anche la possibilità di un ritorno nel mondo del tennis… ma in un ruolo diverso.In una recente intervista, il campione svizzero ha affrontato l’ipotesi di diventare commentatore televisivo, un ruolo che tanti fan gli augurano e che sarebbe accolto con entusiasmo. Tuttavia, Federer frena:“Per il momento no, mi sto concentrando sui miei figli. È il momento di dedicarmi a ciò che conta davvero, prima che lascino casa.”
    Il 20 volte campione Slam ha spiegato che oggi non avrebbe il tempo necessario per un impegno così costante.“A qualsiasi media che me lo chieda ora risponderei di no, non ho tempo. Ma mai dire mai.”
    Federer ha poi rivelato un aspetto più personale, ricordando come persino Stefan Edberg — inizialmente restio — finì per seguirlo nel tour come coach per due anni. E proprio questo lo spinge a lasciare una porta aperta a futuri ruoli di mentorship:“Sono disposto a fare da mentore a chiunque abbia domande. Sarò felice di dare consigli.”
    Becker punta forte su Bublik: “Sarà top 10 nel 2026”Non solo Federer guarda avanti: anche Boris Becker, da sempre grande appassionato e conoscitore del circuito, continua a osservare da vicino la crescita dei giocatori emergenti. Uno dei suoi protetti è Alexander Bublik, protagonista di una stagione solida culminata con il miglior ranking della sua carriera.Secondo il tre volte campione di Wimbledon, il kazako è pronto al definitivo salto di qualità:“Sarà top 10 nel 2026, a mio parere”, ha scritto Becker sui social.
    Una previsione che riflette non solo il talento di Bublik, ma anche la sensazione — sempre più condivisa — che il giocatore stia finalmente affrontando il circuito con la serietà e la continuità necessarie per competere ad altissimo livello durante tutti gli undici mesi della stagione.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Greg Rusedski riapre il dibattito: “Marcelo Ríos è il miglior giocatore della storia senza un titolo Slam”

    Marcelo Rios ex n.1 del mondo

    È uno dei dibattiti più ricorrenti e affascinanti dell’era moderna del tennis, un tema che appassionati e addetti ai lavori non smettono mai di discutere: chi è il miglior giocatore della storia a non aver mai vinto un titolo del Grand Slam? Le candidature non mancano e ognuna ha il suo peso, ma Greg Rusedski, ex numero 4 del mondo, sembra non avere alcun dubbio.
    Interrogato sull’argomento, il britannico ha espresso una posizione netta e ben argomentata: “Il talento che aveva Marcelo Ríos era fuori da qualsiasi scala. Era incredibile.”
    Rusedski ha sottolineato come il mancato successo negli Slam non renda giustizia alla qualità del cileno, primo e unico n.1 della storia a non aver conquistato un Major. “Non c’è stato un giocatore senza Slam che avesse le sue mani. Aveva tutto per dominare il gioco.”
    Secondo l’ex tennista, le numerose e ricorrenti lesioni sono state il vero ostacolo che ha impedito a Ríos di raggiungere il massimo del suo potenziale.“Senza infortuni avrebbe vinto non solo uno, ma più di un Grand Slam”, afferma con convinzione. “Me lo immagino trionfare a Roland Garros, anche se perse la finale degli Australian Open. Sul cemento di New York non c’è motivo per cui non avrebbe potuto avere successo, quindi il compito più difficile sarebbe stato Wimbledon. Negli altri tre Major, senza dubbio, avrebbe potuto vincere.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Aryna Sabalenka batte il record di montepremi WTA in una singola stagione, vecchio di 12 anni

    Aryna Sabalenka nella foto – Foto Getty Images

    Aryna Sabalenka ha riscritto la storia economica del tennis femminile. Con oltre 15 milioni di dollari guadagnati nel 2025, la numero 1 al mondo ha stabilito un nuovo record assoluto di premi in denaro in una singola stagione WTA, superando il precedente primato di Serena Williams (12,4 milioni nel 2013). Quel record è rimasto imbattuto per 12 anni, a testimonianza della sua eccezionalità. Per superarlo, Sabalenka ha dovuto vivere una stagione praticamente perfetta – e ci è riuscita.Il suo successo non è soltanto frutto dell’aumento moderno dei montepremi, ma dell’aver vinto le partite più importanti nei momenti cruciali. Dagli Slam ai WTA 1000 fino alle Finals di fine anno, Sabalenka è stata costante, dominante e decisiva. La stagione 2025 sarà ricordata non solo per i trofei sollevati, ma per come ha ridefinito i limiti di ciò che una giocatrice può ottenere in un anno.
    Come Sabalenka ha raggiunto la cifra record di 15 milioniIl fulcro della stagione da record di Sabalenka è stata la vittoria agli US Open 2025, che le ha garantito un montepremi senza precedenti di 5 milioni di dollari. È stato il maggior assegno della sua carriera ed elemento decisivo per superare la quota dei 15 milioni.Ma il resto della stagione non è stato meno redditizio. La bielorussa ha raggiunto la finale sia agli Australian Open che al Roland Garros, incassando oltre 2,5 milioni di dollari complessivi. La finale alle WTA Finals di Riad le ha aggiunto altri 2,7 milioni, grazie al montepremi più alto nella storia del torneo.Sabalenka ha poi conquistato due WTA 1000 – Miami e Madrid – entrambi con premi a sette cifre. A questo si aggiunge la semifinale raggiunta a Wimbledon, anch’essa oltre il milione di dollari.Alla fine della stagione, Sabalenka ha totalizzato 63 vittorie, ha chiuso l’anno nuovamente da numero 1 del mondo e ha aggiunto un altro Slam al suo palmarès. In almeno cinque tornei ha incassato più di un milione ciascuno. Una combinazione di costanza, longevità e prestazioni ai massimi livelli che le ha permesso di superare il record di Serena Williams.
    Un record che durava da dodici anniPer comprendere appieno l’importanza del risultato di Sabalenka, bisogna considerare il primato che ha superato. La stagione 2013 di Serena Williams è stata una delle più dominanti di sempre: 11 titoli, due Slam e un dominio assoluto. I suoi 12,4 milioni di dollari di allora rappresentavano un traguardo rivoluzionario.Nessuna giocatrice, negli anni successivi, si era avvicinata davvero. Neppure Ashleigh Barty nel 2019, che pure vinse uno Slam e le Finals, riuscì ad andare oltre gli 11 milioni. Iga Światek, Simona Halep e altre numero 1 degli ultimi dieci anni hanno sempre totalizzato fra i 5 e gli 8 milioni.Il primato di Serena sembrava un muro invalicabile – finché Sabalenka non l’ha abbattuto. Per farlo ha dovuto replicare (e per certi versi superare) il livello delle prestazioni di Serena e approfittare del nuovo assetto economico del tennis femminile. Il risultato sottolinea due verità: la grandezza della stagione 2013 di Serena e la crescita del tennis WTA negli ultimi anni.
    L’aumento dei montepremi nel circuito WTANegli ultimi dieci anni, i montepremi del tennis femminile sono cresciuti rapidamente. La stagione 2025 lo ha dimostrato in modo evidente: il WTA Tour ha distribuito complessivamente 249 milioni di dollari, un record assoluto.Le WTA Finals di Riad ne sono un esempio eclatante. La campionessa Elena Rybakina ha vinto 5,23 milioni, il più grande premio mai assegnato in un torneo di tennis. Sabalenka, con il suo assegno da 2,7 milioni, ha beneficiato di un montepremi che dieci anni fa sarebbe stato impensabile.Anche gli Slam hanno aumentato progressivamente i premi. I 5 milioni degli US Open 2025 sono nettamente superiori ai compensi del passato. I WTA 1000 come Miami e Madrid offrono ora premi milionari ai vincitori, mentre nel 2015 le cifre erano molto più basse.La stagione da record di Sabalenka è quindi figlia sia delle sue prestazioni eccellenti sia della crescita finanziaria del tennis femminile globale.
    Successo fuori dal campo: sponsorizzazioni e immagineI guadagni di Sabalenka non si limitano ai premi in denaro. La sua fama, lo stile di gioco aggressivo e il ranking mondiale hanno reso la bielorussa molto appetibile per gli sponsor.Tra i suoi partner principali figurano Nike, Wilson e Audemars Piguet, oltre a brand emergenti come Whoop, Dobel e Oakberry. Queste collaborazioni stanno diventando sempre più rilevanti nella sua carriera economica.Tuttavia, il suo percorso commerciale non è stato semplice. Per via della sua nazionalità, alcuni marchi occidentali hanno esitato negli anni recenti. Per questo motivo Sabalenka ha lasciato IMG ed è passata alla scuderia Evolve, l’agenzia fondata da Naomi Osaka. Il cambiamento ha già prodotto frutti: Sabalenka ha girato il suo primo spot Nike da protagonista.Nel 2024, Forbes stimava i suoi guadagni fuori dal campo intorno ai 9 milioni di dollari. Pur essendo inferiori ai 15 milioni di Świątek o ai 25 milioni di Coco Gauff, il trend di crescita è evidente. La forza del suo brand è destinata a espandersi ulteriormente.
    Ascesa nella classifica dei guadagni totali in carrieraGrazie alla stagione 2025, Sabalenka ha superato i 45 milioni di dollari in premi carriera, diventando la numero 2 nella classifica WTA all-time. Ha superato Iga Światek e Venus Williams, un risultato sorprendente considerando che pochi anni fa non figurava nemmeno tra le prime dieci.L’unica giocatrice ancora davanti a lei è Serena Williams, con quasi 95 milioni. Un traguardo difficilissimo da raggiungere, che richiederebbe molte stagioni ai massimi livelli. Ma il solo fatto di inseguire Serena in una classifica così selettiva conferma lo status raggiunto da Sabalenka nel tennis mondiale.
    Cosa aspettarsi dal futuroDopo una stagione perfetta, l’obiettivo di Sabalenka sarà difendere il numero 1, vincere altri Slam e, magari, superare il proprio stesso record. Con l’aumento dei montepremi, una stagione da 20 milioni di dollari potrebbe arrivare presto, per lei o per un’altra star emergente.Fuori dal campo, il suo marchio sta crescendo rapidamente e probabilmente seguiranno altre sponsorizzazioni, soprattutto se le aziende continueranno a espandersi nello sport femminile. Ha anche un pubblico crescente di appassionati di tennis occasionali e di coloro che seguono lo sport attraverso piattaforme di intrattenimento e scommesse, compresi coloro che tengono d’occhio i bookmaker di tennis nel Regno Unito.Nonostante tutto, Sabalenka rimane concentrata sulla competizione. Ha dichiarato più volte che “non pensa ai soldi”, anche se ovviamente non dispiacciono. Ciò che conta per lei è continuare a migliorare e “spingersi oltre i propri limiti”.
    Una stagione che cambia i parametri del tennis femminileLa stagione 2025 di Aryna Sabalenka rappresenta un punto di svolta per il tennis WTA. Ci è voluta una giocatrice al massimo della forma, costante e dominante ma non per tutti gli 11 mesi, per superare un record che sembrava imbattibile. Così facendo, Sabalenka ha lasciato un segno e ha mostrato quanto siano cresciute le opportunità economiche per le migliori giocatrici del mondo.Il suo anno resterà un riferimento anche di un successo finanziario. Resta da vedere se il suo record resisterà a lungo o se verrà superato dalla nuova generazione. Ma una cosa è certa: il 2025 di Sabalenka sarà ricordato come il nuovo standard da raggiungere. LEGGI TUTTO

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    Serena Williams torna in campo… con un motivo speciale

    Serena Williams nella foto – Foto getty images

    Serena Williams è tornata a impugnare la racchetta, ma questa volta per un’occasione davvero speciale. L’ex fuoriclasse americana ha condiviso sui propri social un momento tenero e significativo: una sessione di tennis insieme alla sua figlia più piccola.
    Nelle immagini pubblicate, Serena appare sorridente mentre gioca con la bambina, trasmettendole la passione che ha segnato tutta la sua vita. Un gesto semplice ma carico di emozione, accompagnato da un messaggio che ha conquistato i fan: “Questa sono io che condivido la mia passione per il tennis con mia figlia minore.”Una scena che non solo mostra il legame tra madre e figlia, ma che ricorda quanto il tennis resti parte integrante della vita di Serena, anche dopo il ritiro dal circuito. Un ritorno alle origini, questa volta con una nuova compagna di gioco.

    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Kooyong Classic: Un parterre di stelle per l’evento, da Musetti a Cobolli, passando per Kyrgios e Khachanov. Resi noti tutti i partecipanti

    Lorenzo Musetti (foto Brigitte Grassotti)

    Il torneo si prepara ad accogliere una delle entry list più ricche e spettacolari degli ultimi anni, con una combinazione di top player attuali e protagonisti affermati del circuito mondiale. Il torneo esibizione Kooyong Classic si svolgerà dal 13 al 15 gennaio 2026.
    Musetti guida la pattuglia, Cobolli tra i protagonistiNel tabellone maschile spicca la presenza di Lorenzo Musetti (ITA), attuale numero 8 del mondo, chiamato a fare da leader tecnico in un gruppo che unisce talento, esperienza e storie sportive di rilievo.Subito dietro figura Alexander Bublik (KAZ), n. 11 ATP, uno dei giocatori più imprevedibili e brillanti del circuito. Il pubblico potrà rivedere in campo anche Nick Kyrgios (AUS), ex numero 13 del mondo, noto per il suo carisma e per il talento cristallino.Tra i protagonisti del presente spicca Karen Khachanov (RUS), attuale numero 18, e soprattutto Flavio Cobolli (ITA), n. 22, ormai stabilmente tra i big dopo una stagione in costante ascesa. Completa la nuova generazione emergente Learner Tien (USA), numero 28 ATP.Grande attenzione anche per Matteo Berrettini (ITA), oggi numero 56 ma già numero 6 del mondo, sempre capace di grandi exploit quando in condizioni fisiche ottimali. Insieme a lui un’altra ex top 10: Hubert Hurkacz, oggi n. 73 ma con un passato da n. 6 ATP.Il quadro dei giocatori esperti si arricchisce con Marin Čilić (CRO), già numero 3 del mondo, attualmente n. 75, e con Zhang Zhizhen (CHN), ex n. 31 e numero 1 della Cina.
    Vekić e Hantuchová illuminano il tabellone femminileIl torneo femminile avrà come principale protagonista Donna Vekić (CRO), oggi numero 72 del mondo ma già top 20 con diverse grandi partite alle spalle. Il suo tennis potente e la sua solidità la rendono una delle giocatrici più attese.Accanto a lei una presenza speciale: Daniela Hantuchová (SVK), ex numero 5 del mondo, che prenderà parte all’evento come guest appearance. Una leggenda capace di portare prestigio e affetto del pubblico, grazie a una carriera di altissimo livello e una classe che ancora oggi affascina.
    UominiLorenzo Musetti 🇮🇹 – World No. 8Alexander Bublik 🇰🇿 – World No. 11Nick Kyrgios 🇦🇺 – Former World No. 13Karen Khachanov 🇷🇺 – World No. 18Flavio Cobolli 🇮🇹 – World No. 22Learner Tien 🇺🇸 – World No. 28Matteo Berrettini 🇮🇹 – World No. 56 (Former World No. 6)Hubert Hurkacz 🇵🇱 – World No. 73 (Former World No. 6)Marin Čilić 🇭🇷 – World No. 75 (Former World No. 3)Zhang Zhizhen 🇨🇳 – China’s No. 1 Player (Former World No. 31)
    DonneDonna Vekić 🇭🇷 – World No. 72 (Former World No. 17)Daniela Hantuchová 🇸🇰 – Former World No. 5 (Guest Appearance)
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Rafael Nadal, un anno dopo l’addio: “Ho finito senza più nulla nel serbatoio. La magia del tennis non si sostituisce”

    Rafael Nadal nella foto – Foto Getty Images

    È passato ufficialmente un anno da quando Rafa Nadal ha appeso la racchetta al chiodo dopo l’ultima apparizione alla Coppa Davis di Malaga. Dodici mesi che hanno reso reale una transizione epocale: l’uscita di scena del maiorchino ha segnato il distacco definitivo da un’era irripetibile, quella del Big 3, mentre Novak Djokovic continua a resistere nel tour.Ospite del programma di Movistar+ Universo Valdano, Nadal ha ripercorso con lucidità e serenità il suo rapporto attuale con il tennis, i motivi del ritiro e il senso del suo lascito sportivo.
    “Gioco solo quando non devo correre. Il tennis oggi lo guardo a modo mio”Nadal ha spiegato come viva oggi il tennis da spettatore e da uomo d’accademia:“Ho giocato 45 minuti con Eala, mi hanno chiesto di scendere in campo e l’ho fatto volentieri. Se non devo correre, va bene. Con l’accademia sono ancora coinvolto, ma non seguo il tennis giorno per giorno come prima. Oggi guardo solo ciò che mi va di guardare.”
    L’adrenalina del circuito: “Non è rimpiazzabile”Uno dei passaggi più intensi riguarda la fine della pressione quotidiana e, allo stesso tempo, la perdita di un’emozione unica:“Ho guadagnato tranquillità, perché non senti più la responsabilità di dover rendere ogni singolo giorno, anche in condizioni non adatte. A livello umano questo logora. Ma è finita una tappa eccezionale della mia vita.Quella adrenalina… sono cose che non ritrovi altrove.”Secondo Nadal, la vita offre molte alternative alla competizione, ma nessuna replica la sensazione di “giocare per qualcosa di grande”.
    “Il serbatoio era vuoto. Mi sono ritirato perché il corpo non rispondeva più”Sul ritiro, Nadal è chiaro:“Bisogna rispettare il cambiamento. Ho tirato fino all’ultimo, fino alle possibilità reali che avevo di competere al livello che volevo. Questo mi ha dato la tranquillità di chiudere in pace, convinto che non c’era più niente da fare. Il serbatoio era vuoto.”Non si è ritirato per mancanza di motivazione:“Mi piaceva ciò che facevo. Non mi sono ritirato perché ero stanco o senza stimoli, ma perché il corpo non ce la faceva più. Potevo competere, sì, ma non al livello che serviva.”
    “Nessun rimpianto. Ho portato la mia carriera al limite”Nadal non prova alcuna amarezza per la fase finale, a tratti tormentata:“C’è chi pensava dovessi lasciare prima. Per me non aveva senso. Ho agito secondo ciò che ero. Ho apurato ogni possibilità, perché mi piaceva quello che facevo. Non conservo alcun ricordo negativo.”Il maiorchino sottolinea che, dopo un intervento, gli era stato detto che forse avrebbe recuperato completamente: “Dovevo darmi un tempo per capirlo. Poi ho capito che non potevo tornare al livello necessario.”
    Lavoro o talento? “Il talento da solo non basta”Nadal approfondisce uno dei temi che gli stanno più a cuore:“Puoi avere il maggiore talento del mondo, ma servono lavoro, disciplina e concentrazione. Il talento è ciò che ti dà l’extra, ma senza lavoro è impossibile superare le difficoltà.”E rifiuta il mito dei “grandi sacrifici”:“I sacrifici sono fare cose che non vuoi fare. Io ho fatto molti sforzi, ma sacrifici pochi. Ho sempre goduto del mio percorso. Non ho perso la mia infanzia, non ho rinunciato alla mia vita.”
    Successo e maturità: “Ero pronto quando è arrivato”Sull’esplosione mediatica dopo la Davis 2004, Nadal racconta:“Tutto era nuovo, ma non ho mai perso il focus su chi ero. Il successo è arrivato in fasi diverse della mia vita, e quando è arrivato quello grande ero pronto.”
    Un ruolo chiave lo riconosce allo zio Toni:“Mi ha insegnato l’intensità, la disciplina, l’attenzione. Sono sempre stato il più autcritico. Potevi avere grande fisico e grande lavoro, ma se il diritto non va dove deve, non basta.”
    Mentalità da campione: “Non credevo sempre di poter vincere, ma non smettevo mai di provarci”Nadal chiarisce uno dei miti più diffusi:“La gente pensa che io credessi sempre di poter vincere. Non è così. Sapevo che stavo perdendo e che probabilmente avrei perso. Ma non smettevo di provarci. Cercavo soluzioni permanenti.”Per lui, il vero punto nodale era uscire dal campo senza rimpianti: “La cosa che avrei tollerato meno era tornare a casa sapendo di non aver dato tutto.”
    Le rivalità: i Big 3 e i nuovi Sinner–AlcarazNadal offre una riflessione unica su 20 anni di duelli con Federer e Djokovic:“Il positivo della nostra epoca è che abbiamo chiuso le carriere potendo andare a cena insieme. La rivalità è rimasta in campo. È un lascito importante: dimostrare che si può essere rivali feroci senza odiare l’altro.”Un’eredità che, secondo Nadal, si riflette sugli attuali protagonisti:“Sinner e Alcaraz vogliono fare le cose bene, ma credo che noi abbiamo contribuito a mostrare che si può competere al massimo mantenendo rapporti di rispetto.”
    Roland Garros, il suo regno: “Una storia irripetibile”Parlando di Parigi, Nadal resta consapevole dell’unicità di quel capitolo:“Dal 2005 alla mia uscita, si è costruita una storia che è il mio record più importante. Si devono allineare tante cose, e con me si sono allineate.”
    Superstizioni, routine e concentrazioneNadal smentisce definitivamente la sua fama di superstizioso:“Fuori dal tennis non ho nessun rituale. In campo sì, perché ne avevo bisogno. Mi aiutavano a non perdere il focus.”
    I Big 3 e l’evoluzione del tennis: “La nostra grandezza è stata non avere margine per rilassarci”Nadal analizza l’ascesa della sua generazione:“Venivamo dopo Sampras e i suoi 14 Slam. Era umano pensare che quello fosse un limite. Ma eravamo in tre, non in due. Non c’era margine per rilassarsi. La richiesta era massima.”Sul tennis moderno:“Si gioca più forte e si serve più forte. Ma continuo a credere nell’intuizione. Non voglio giocare come un robot guidato dalle statistiche. Anche Federer la pensava così.”
    Un anno dopo: Nadal guarda avanti, ma resta parte della sua storiaA dodici mesi dal ritiro, Nadal mostra equilibrio, serenità e consapevolezza. Non nostalgia, ma gratitudine.Il corpo ha detto basta, ma l’eredità — sportiva, mentale e umana — resta intatta.E l’ex campione sa ancora trovare, nelle sue parole, lo spirito che lo ha reso una leggenda.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Un progetto per i giovani, nasce PL Management Panichi: “Vogliamo restituire ciò che il tennis ci ha dato” Importante collaborazione con il Forum Sport Center

    Petr Losev e Marco Panichi

    Identificare, seguire e sostenere le giovani promesse del tennis: da questa idea, condivisa dall’imprenditore Petr Losev e Marco Panichi, nasce PL Management. Un progetto che propone un nuovo modo di intendere l’agenzia sportiva, basato su un principio chiaro: accompagnare i talenti nel loro percorso di crescita, fino all’ingresso nel mondo del professionismo, offrendo supporto non solo gestionale ma anche tecnico e formativo. In questa direzione si inserisce anche la collaborazione con il Forum Sport Center di Roma, dove è stato creato un ambiente ideale per costruire un team capace di seguire da vicino la crescita tennistica dei ragazzi. A guidare la parte tecnica ci sarà Fabrizio Fanucci, uno dei coach più stimati in Italia, che nel corso della sua carriera ha lavorato con giocatori del calibro di Filippo Volandri, Potito Starace e Adrian Ungur. Socio di PL Management e figura chiave per l’avvio di questa nuova avventura è Alessandro Papa, Amministratore Delegato e titolare dello Studio Capital Advisory, oltre che membro del Consiglio di Amministrazione della LUISS Sport.
    Panichi: “Vogliamo restituire ciò che il tennis ci ha dato” – Storico preparatore atletico di Novak Djokovic, con il quale ha condiviso una lunga serie di successi, ed ex preparatore di Jannik Sinner, oggi al fianco di Holger Rune, Marco Panichi è ormai una figura di riferimento assoluto nel mondo del tennis. Eppure, spinto dalla passione, continua a cercare nuove sfide. L’ultima è arrivata da un amico di lunga data, Petr Losev, e lo ha conquistato subito: “Siamo un gruppo di amici e la nostra idea è quella di restituire al tennis ciò che il tennis ci ha dato. Vogliamo dedicarci completamente a questi giovani ragazzi, accompagnarli nella loro crescita e sognare con loro. Con Petr Losev e la PL Management abbiamo iniziato a costruire le basi di un progetto solido. Insieme al Forum Sport Center vogliamo creare uno staff capace di offrire ai ragazzi tutto ciò di cui hanno bisogno per migliorare”.
    Le parole di Petr Losev – Un entusiasmo condiviso anche da Petr Losev, che spiega così la filosofia del progetto: “Il nostro obiettivo è chiaro: aiutare i giovani talenti del tennis e, più in generale, contribuire a far crescere il movimento tennistico italiano. Attraverso la società di management possiamo offrire un sostegno concreto: permettere ai ragazzi di allenarsi gratuitamente, aiutarli nella ricerca di sponsor e nella stipula dei contratti. Vogliamo creare per loro un percorso di crescita sereno, professionale e sostenibile. Senza dimenticare ciò che lo sport può dare sul piano sociale, per questo ci tengo a rimarcare anche quanto sport e politica possano cooperare”. Tra i giovani in contatto con PL Management si può fare il nome di Petr Minakhin, classe 2010, considerato uno dei talenti più promettenti della sua età. Recentemente naturalizzato italiano, a fine maggio ha conquistato il suo primo titolo in doppio tra gli Under 18, confermando il suo rapido percorso di crescita. Accanto a lui c’è la sedicenne russa Felitsata Dorofeeva-Rybas, già numero 65 del ranking mondiale Under 18 e vincitrice, nel corso di quest’anno, degli Internazionali d’Italia Under 16. E sempre restando in tema di prospetti interessanti, al Forum Sport Center, sotto la guida di Fabrizio Fanucci, è arrivata anche Altea Cieno, classe 2011, che già lavorava con il rinomato tecnico. Da attenzionare anche il piccolo under 10, Sebastian Losev. LEGGI TUTTO

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    Umberto Ferrara: “Lo sport è dolore, rinascita e fiducia: grazie Jannik per questo viaggio”

    Umberto Ferrara nella foto

    Umberto Ferrara, preparatore atletico di Jannik Sinner, ha condiviso un messaggio profondo e intenso per raccontare la sua stagione, un percorso fatto di fatica, emozioni e crescita. Le sue parole offrono uno sguardo sincero su cosa significhi vivere lo sport ogni giorno, dall’interno, con totale dedizione.Ferrara sottolinea come, anche dopo tanti anni di esperienza, lo sport continui a sorprenderlo. Non solo per i risultati, ma per tutto ciò che si porta dietro: impegno quotidiano, sacrificio, capacità di resistere nei momenti più difficili, ma anche gioia, condivisione e crescita personale.
    «Lo sport è impegno, dedizione, sacrificio; è emozione, sorrisi, lacrime; è vittoria e sconfitta, gioia e delusione», scrive. Parole che racchiudono l’essenza di chi vive questo mondo non solo come professione, ma come vera e propria filosofia di vita. Ferrara parla anche della sofferenza che arriva nei momenti bui, di quel dolore che spesso resta dentro e fatica a svanire, ma che può trasformarsi in nuova energia per ripartire.Ripercorrendo la stagione, Ferrara ricorda con gratitudine la collaborazione iniziale con Matteo — un percorso che definisce importante e che ringrazia apertamente — e celebra poi il lavoro svolto dentro un gruppo di professionisti che considera un team fantastico.
    Il passaggio più sentito è dedicato a Jannik Sinner, con cui ha condiviso un cammino di crescita non solo atletica ma anche umana: «Grazie a Jannik per la fiducia e per la bellezza di questo percorso comune». Una frase che lascia trasparire il profondo rispetto e il forte legame professionale che si è consolidato nel tempo.
    Il messaggio di Ferrara è una testimonianza preziosa di cosa significhi essere parte di un élite sportiva: non solo prestazioni e risultati, ma un viaggio fatto di umanità, disciplina e passione autentica. Una stagione intensa, che lascia il segno e che prepara a nuove sfide con consapevolezza e rinnovato entusiasmo.

    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO