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    Ciclismo paralimpico, cinque medaglie per l’Italia ai Mondiali

    A Glasgow è scattato anche per il paraciclismo il Mondiale su strada e, dopo le quattro medaglie su pista degli azzurri del Ct Silvano Perusini, sono già arrivati cinque podi anche dal gruppo guidato da Pierpaolo Addesi. Nella categoria WH2, due le azzurre a medaglia: Roberta Amadeo ha vinto l’oro, mentre Angela Procida il bronzo. Ancora una maglia iridata tra le WH1, assegnata a Luisa Pasini, mentre Fabrizio Cornegliani sale sul terzo gradino del podio MH1. Il primo bronzo era arrivato grazie a Luca Mazzone, nella cronometro MH2, a +1’00.99 dal titolo iridato conquistato dallo spagnolo Sergio Garrote Munoz.  LEGGI TUTTO

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    Mondiali ciclismo su pista, argento Italia nel Team Sprint B

    Arriva una quarta medaglia dalla spedizione paralimpica dell’Italia ai Mondiali di ciclismo su pista, in corso a Glasgow. Al Sir Chris Hoy, gli azzurri hanno conquistato la medaglia d’argento nella Team Sprint categoria B, con il tandem formato dalle due coppie Meroni-Ceci e Colombo-Bissolati che si sono arresi soltanto ai beniamini di casa della Gran Bretagna. Bronzo, invece, alla Malesia. Un risultato straordinario per il paraciclismo italiano, dato che le coppie hanno iniziato ad allenarsi insieme solo pochi mesi fa. L’argento ottenuto va ad aggiungersi alle altre tre medaglie conquistate da Claudia Cretti (due argenti e un bronzo): questo il bottino complessivo del paraciclismo azzurro su pista in questi Mondiali.

    Viviani-Scartezzini solo noni nella Madison
    Dopo il bronzo nell’Eliminazione, Elia Viviani non è riuscito a centrare il bis nella Madison. In coppia con Michele Scartezzini, gli azzurri hanno chiuso solo al nono posto nella gara vinta dall’Olanda davanti a Gran Bretagna e Nuova Zelanda. L’Italia è stata protagonista nella prima metà, ma nella fase clou Viviani e Scartezzini sono rimasti spesso attardati. Settima, invece, Silvia Zanardi nella corsa a punti femminile. All’esordio nell’evento iridato, la 23enne emiliana non è riuscita a tenere il ritmo per salire sul podio. La gara è stata dominata dalla belga Lotte Kopecky, medaglia d’oro davanti alla australiana Georgia Baker e alla giapponese Tsuyaka Uchino, che ha conquistato il bronzo all’ultimo sprint.  LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, muore a 95 anni Federico Bahamontes: vinse il Tour de France nel 1959

    Il primo corridore spagnolo a vincere il Tour de France (1959) è morto all’età di 95 anni. Ad annunciarlo, il sindaco di Toledo, sua città di nascita

    Federico Bahamontes è morto all’età di 95 anni. Lo ha annunciato il sindaco di Toledo, città natale del corridore. Bahamontes è stato il primo spagnolo a vincere il Tour de France nel 1959. Si ricordano altri due podi nella massima competizione ciclistica: nel 1963, infatti, si è piazzato sul secondo gradino dietro a Jacques Anquetil, mentre l’anno successivo è arrivato terzo alle spalle di Anquetil e Raymond Poulidor. “È con profonda tristezza che piangiamo la perdita di Federico Martín Bahamontes, l’Aquila di Toledo, un riferimento sportivo che ha portato il nome della nostra città ai massimi livelli”, le parole del sindaco Carlos Velázquez su Twitter.

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    “El Águila”
    Soprannominato “El Águila” da un giornalista francese per come affrontava le tappe di montagna e dopo aver vinto il Gran Premio della Montagna del Tour de France del 1954, Bahamontes ha conquistato per sei volte in carriera la prestigiosa maglia a pois. Inoltre, figura nella classifica dei migliori cento ciclisti all time nella posizione numero 42. 

    Vittoria del Tour de France nel 1959
    Per comprendere l’importanza di Federico Bahamontes per il ciclismo spagnolo, bisogna tornare al 1959, periodo non particolarmente fiorente per i corridori spagnoli. Con la sua vittoria del Tour de France nello stesso anno, il toledano era diventato il primo spagnolo a vincere la Grande Boucle, segnando un prima e un dopo nella storia del ciclismo iberico. 

    Il palmarés
    Dopo la storica vittoria nel Tour de France del 1959, Bahamontes aveva collezionato un secondo posto nel 1963, un terzo nel 1964 e vinto un totale di sette tappe. Nella competizione di casa, La Vuelta a España, ha conquistato tre tappe e due classifiche scalatori, mentre al Giro d’Italia ha fatto sua una tappa. Nel 1958 aveva vinto anche i Campionati di Spagna. 

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    Mondiali ciclismo su pista, Viviani bronzo nell’eliminazione

    Dopo la delusione per il sesto posto nell’Omnium (in una gara condizionata dal caos punteggi per il malfunzionamento del livescoring durante l’ultima prova della disciplina), Elia Viviani si riscatta ai Mondiali di ciclismo su pista, conquistando la medaglia di bronzo nell’Eliminazione. Il veronese, bicampione in carica nella specialità (aveva conquistato l’oro sia a Roubaix nel 2021 che a Saint-Quentin-en-Yvelines nel 2022), ha chiuso al 3° posto al Sir Chris Hoy Velodrome di Glasgow, nella gara vinta dal britannico Ethan Vernon davanti al canadese Bibic. Viviani ha condotto sempre una gara di testa, pagando però lo sforzo nel penultimo sprint in cui si è arreso ai due avversari. Il 34enne di Isola della Scala conquista così la sua settima medaglia iridata in carriera, la ventunesima considerando anche Olimpiadi ed Europei. 

    Madison femminile: 5° posto per Consonni-Fidanza
    Amaro quinto posto, invece, per l’Italia nella Madison femminile con la coppia inedita composta da Chiara Consonni e Martina Fidanza. Quarte a sei giri dalla fine, le azzurre sono state tagliate fuori dalla lotta per le medaglie a causa di una caduta che ha coinvolto Fidanza e l’olandese Van Der Duin. Oro alla Gran Bretagna con Barker ed Evans, davanti ad Australia (Baker-Manly) e Francia (Berteau-Copponi) LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, Van der Poel e un Mondiale di fenomeni di un’altra epoca

    Ci hanno riempito la testa coi watt, le tabelle, i corridori comandati attraverso gli auricolari, come automi del pedale dall’alimentazione che gli astronauti nemmeno si sognano, con materassi e cuscini portati da casa per evitare quelli degli alberghi. Già, i “marginal gains”, i piccoli guadagni da ottenere con body, caschi e tutto quello che si può. Poi ti accorgi che in un mondiale senza radioline, con la pioggia che saponifica la strada, senza grandi altimetrie, si vince con gambe e coraggio, con la capacità di guidare la bicicletta in curva, con il fondo e la scelta del momento giusto. Ti accorgi che c’è una generazione di corridori, gli ormai soliti noti (Pogacar, Van Aert, Van der Poel), che sta davanti quando le cose diventano difficili. Ti accorgi che sono quelli che corrono come una volta, dall’inizio alla fine della stagione, per qualcuno ciclocross e mountain bike compresi. Le stesse facce, quasi una garanzia, non per la sceneggiatura ma perché, spesso, i successi occasionali, gli exploit misteriosi, sono figli una controcultura. Insomma, ci siamo capiti: il doping. Mai mettere la mano sul fuoco, però questa continuità è un buon indizio. E poi c’è Mathieu, col nome francese e il cognome olandese, Van der Poel. Quasi a ricordarci che il suo DNA fa già parte della storia del ciclismo, col padre Adrie, vincitore di un Fiandre e di una Liegi, campione del mondo di ciclocross, e il nonno materno, Raymond Poulidor, il corridore più amato dai francesi, 8 podi al Tour, senza un successo e senza nemmeno una maglia gialla. Mathieu l’ha messa nel nome del nonno, sapendo che a Parigi non potrà mai indossarla, questione di fisico, di attitudine. 

    Nemmeno Merckx come Van der Poel
    Col Mondiale di Glasgow Van der Poel ha vinto tutto quello che avrebbe potuto vincere, nel senso delle gare adatte a lui, e nel 2023 ha messo assieme Sanremo, Roubaix e maglia iridata, roba che nemmeno Merckx nello stesso anno è riuscito a fare. E c’è pure il mondiale di ciclocross, come il padre, o come, per tornare al passato, Roger De Vlaeminck, che, tuttavia, il mondiale su strada non l’ha mai fatto suo. Mathieu ha una bella faccia, ti ricorda “Poupou”, il nonno, ha la faccia tosta di chi attacca senza pensare troppo, di chi si rialza da una caduta come se non fosse successo nulla, con la fortuna di una bici che resta integra e di un fisico fuori dalla norma, “illegale”. Una caduta in curva per chi guida la bicicletta meglio di tutti, per il ciclocrossista che smussa le pietre di Roubaix, che sembra creata apposta da qualche media company americana per rendere ancora più epica la giornata. È un ciclismo di fenomeni e la tecnologia, per una volta, non fa la differenza. Un body squarciato, un po’ di sangue che cola, non ci sono nemmeno tatuaggi e orecchini addosso ai primi tre. Sembra veramente un’altra epoca. Invece la stiamo vivendo ed è bellissimo! LEGGI TUTTO

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    Mondiali ciclismo, Ganna vince l’oro nell’inseguimento: bronzo per Milan

    Un’altra impresa di Filippo Ganna porta all’Italia la prima medaglia d’oro ai Mondiali di ciclismo in corso a Glasgow: il fuoriclasse di Verbania ha vinto in rimonta la gara dell’inseguimento individuale al Sir Chris Hoy Velodrome di Glasgow, superando in una gara mozzafiato l’idolo di casa Daniel Bigham. A completare il podio è Jonathan Milan, che nella finale per il bronzo ha battuto il portoghese Oliveira. Una prestazione favolosa per Ganna, che fino all’ultimo chilometro era dietro il britannico di oltre un secondo, ma negli ultimi 500 metri è riuscito a recuperare lo svantaggio ottenendo il suo sesto titolo iridato (il secondo consecutivo) per appena 54 millesimi di distacco. 

    Ganna: “Che orgoglio, tutti si sono emozionati”
    “Sono veramente soddisfatto -ha detto il neo campione del mondo Filippo Ganna al termine della gara- sono davvero orgoglioso. Non volevo fare l’inseguimento individuale perché volevo concentrarmi sulla cronometro su strada, ma ho pensato: ‘ormai siamo in ballo, balliamo’. Tutti si sono emozionati per questa lotta, abbiamo fatto degli ottimi tempi”.  “Abbiamo lavorato tanto per questo risultato -ha aggiuntoGanna a caldo- Voglio fare i complimenti al mio avversario, è stata una battaglia meravigliosa. Il cammino di avvicinamento a questo appuntamento non è stato facile, fino alla fine non sapevo se partecipare o meno. Ho parlato con il ct, Marco Villa, fino a notte fonda e alla fine abbiamo preso la decisione migliore”. Nelle qualificazioni della mattina, Ganna si era avvicinato al suo limite personale (che è anche record del mondo) e aveva fatto registrare il miglior tempo con 4’01″344 nel duello contro Bigham, stesso avversario affrontato nella finale per l’oro. Tra l’altro un suo caro amico e compagno alla Ineos, che lo ha molto aiutato anche nel conquistare il record dell’ora. Per il 27enne di Verbania si tratta dell’ottavo podio consecutivo ottenuto in questa categoria nelle rassegne iridate. Il classe 1996 ha ottenuto sei medaglie d’oro (2016, 2018, 2019, 2020, 2022 e 2023), un argento (2017) e un bronzo (2021). Una prestazione sensazionale per l’azzurro, che ha lasciato tutta Italia con il fiato sospeso per l’intera gara. Ad ogni intermedio il cronometro ha sempre dato ragione a Bigham, ma sul traguardo il tempo migliore è stato quello di “Top Ganna”. 

    Mondiali ciclismo, bronzo per Milan
    Terzo podio consecutivo anche per Jonathan Milan, dopo i due argenti conquistati nel 2021 e nel 2022. Il 22enne di Tolmezzo ha dominato la sfida con il portoghese Oliveira sin dall’inizio, chiudendo con 4’05″868 rifilando 2’601 al suo avversario. Buone anche le prestazioni di Manlio Moro e di Niccolò Galli, che hanno migliorato i rispettivi record personali con 4’10″460 e 4’14″830. Sempre in pista, ma nel femminile, Rachele Barbieri si è piazzata al quarto posto nella gara ad eliminazione. A vincere è stata la belga Lotte Kopecky davanti alla francese Fortin e alla statunitense Valente. LEGGI TUTTO

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    Mondiali di ciclismo, si corre oggi a Glasgow: l’albo d’oro dei campioni del mondo

    Si corre oggi a Glasgow, in Scozia, la 96^ edizione dei Campionati del mondo di ciclismo su strada. I migliori ciclisti del pianeta a caccia della tanto agognata maglia arcobaleno. L’Italia vanta ben 19 titoli, alle spalle solo del Belgio del campione in carica Evenepoel, ma non sale sul gradino più alto del podio dal lontano 2008. Ecco l’albo d’oro completo e tutti i vincitori del titolo iridato LEGGI TUTTO