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    Rohan Dennis, nuovi dettagli sulla morte della moglie. Le ultime news sulle indagini

    Sono ancora in corso le indagini sulla morte di Melissa Hoskins, ciclista australiana (oro mondiale nel 2015 nell’inseguimento a squadre) e moglie di Rohan Dennis. Il corridore è indagato per aver investito volontariamente con il suo pick up la donna, morta poi in ospedale in seguito alle ferite riportate nell’impatto e nel trascinamento. Alla vigilia di capodanno il dramma: Rohan Dennis, ex campione di ciclismo, è finito in carcere (rilasciato su cauzione) con l’accusa di omicidio stradale. A perdere la vita, falciata dal pick-up del corridore australiano, sua moglie, la 32enne Melissa Hoskins, anche lei un passato glorioso in bici: nessuna tragica fatalità però, Dennis l’avrebbe investita volontariamente proprio nei pressi della loro abitazione. Emergono infatti elementi choc dalle indagini che ora inchioderebbero Dennis. Come riporta l’Ansa, le autorità australiane stanno facendo luce sulla dinamica dell’incidente avvenuto la sera del 30 dicembre ad Adelaide: secondo quanto emerge dalle indagini, e anche grazie alle immagini riprese dalle telecamere presenti nella zona, l’ex corridore al volante dell’auto avrebbe travolto di proposito la donna, accelerando davanti a lei. I media australiani riferiscono della drammatica dinamica, riportando particolari che accusano Dennis, due titoli mondiali nella cronometro individuale e altrettanti in quella a squadre, ma anche una vittoria di tappa al Giro d’Italia, una al Tour de France e due alla Vuelta. La moglie, madre di due bambini, si sarebbe resa conto che l’auto era diretta contro di lei e sarebbe salita sul cofano nel tentativo estremo di mettersi al riparo. Ma Dennis avrebbe proseguito la sua corsa e la Hoskins si sarebbe aggrappata alla maniglia di una portiera (come evidenziano le impronte digitali ritrovate). Trascinata per diversi metri, è poi morta in ospedale per le gravi ferite riportate. La polizia sta cercando anche testimoni oculari per avere ulteriori riscontri: una coppia di vicini è stata tra le prime a soccorrere la Hoskins, che nel 2017 si era ritirata dall’attività agonistica e nel 2018 aveva sposato Dennis, da cui aveva avuto due figli. Dennis, 33 anni, ha invece chiuso la sua carriera solo poche settimane fa. LEGGI TUTTO

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    Rohan Dennis fermato con l’accusa di aver ucciso la moglie Melissa Hoskins

    Rohan Dennis, campione australiano di ciclismo ritiratosi quest’anno, è stato fermato ad Adelaide con l’accusa di aver ucciso la moglie Melissa Hoskins, 32 anni. Secondo una prima ricostruzione dei media australiani, l’ex corridore 33enne avrebbe investito la donna con un furgone. Per gli inquirenti il gesto sarebbe volontario, avendo accelerato prima di travolgere la moglie. L’incidente è avvenuto in un quartiere a nord di Adelaide, dove la coppia viveva. La Hoskins è morta in ospedale a causa delle gravi ferite riportate nell’impatto. Dopo essere stato fermato, Dennis è stato rilasciato su cauzione: dovrà comparire davanti alla Magistrates Court di Adelaide il prossimo 13 marzo.

    Chi è Rohan Dennis: la carriera
    Rohan Dennis ha corso con Bmc, Ineos, Bahrain e Jumbo-Visma. Due volte campione del mondo a cronometro, è stato un grande specialista delle prove contro il tempo: in carriera ha vinto anche due medaglie olimpiche (argento a Londra 2012 e bronzo a Tokyo 2020). Lo scorso febbraio aveva annunciato il ritiro al termine della stagione 2023 dopo 33 vittorie complessive. Anche la moglie uccisa, Melissa Hoskins, era stata una ciclista di successo: aveva vinto l’oro nel quartetto dell’inseguimento su pista ai Mondiali del 2015.

    L’ultimo post sui social a Natale
    Sulla pagina Instagram di Rohan Dennis l’ultimo post risale al giorno di Natale: nella foto è ritratto l’ex ciclista insieme alla moglie Melissa Hoskins e ai due figli. LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, il calendario UCI 2024: gare e date

    Ancora poche settimane e i fenomeni del pedale tornano in strada per una nuova stagione. Le Classiche monumento si aprono, come di consueto, a marzo con la Milano-Sanremo. Poi il Giro d’Italia, il Tour de France con la partenza da Firenze e infine il clou con le prove olimpiche di Parigi. Ecco il calendario completo delle gare UCI del 2024 LEGGI TUTTO

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    Ciclismo, il 2024 sarà una lotta tra fenomeni: divertimento assicurato

    Il 2024 promette grandi sfide e tanto divertimento per gli appassionati di ciclismo: con una “generazione di fenomeni” lo spettacolo è assicutato. Pogacar tenterà l’impresa di conquistare la doppietta Giro-Tour (l’ultimo a riuscirci Pantani nel 1998), Vingegaard permettendo. Van der Poel e Van Aert sono pronti a gareggiare uno contro l’altro su ogni tipo di percorso. E gli italiani? Ecco l’anno che ci attende.

    E’ un ciclismo divertente, con grandi interpreti e vere rivalità, con poca Italia, purtroppo, e con l’Olimpiade di Parigi che condizionerà qualche scelta. Mathieu van der Poel, il più forte lo scorso anno, Sanremo-Roubaix-Mondiale nel palmares personale del 2023, partirà dal ciclocross, col mondiale di Tabor, primi di febbraio, in Repubblica Ceca per rimettersi addosso la prima maglia iridata. Poi classiche, pietrose soprattutto, tour e Parigi…strada o mountain-bike? Entrambe, ça va sans dire. Anche perché nel fuoristrada olimpico ci sono Pidcock e il brutto ricordo di un ostacolo a Tokyo non segnalato che lo aveva messo ko. Il suo avversario Van Aert seguirà la stessa strada, senza mountain bike e col Giro al posto del Tour. Una bella scommessa, con libertà di agire e di vedere in un percorso montagnoso solo nell’ultima settimana, dove potrà arrivare. Basta vederlo tirare e tirare per chilometri e chilometri, con la stoffa del super campione, il lavoro da gregario e una faccia un po’ così, mai proprio contenta. 

    ©Getty

    Pogacar per la storia, ma Vingegaard…
    Già la super-squadra, Visma, con Vingegaard dedicato, da doppio campione in carica, alla maglia gialla e alle salite francesi, oltre che alle corse a tappe brevi, con Kuss che tornerà a fare il coequipier, e senza Roglic, imprigionato alla Vuelta nel gioco di squadra, andato alla Bora. Per lui Giro di Francia dopo aver vinto quello d’Italia. E naturalmente Olimpiade: oro a Tokyo nella cronometro da difendere. Vingegaard è fortissimo, scalatore super, meno capace, per quanto conti, di comunicare, di essere il protagonista che ti trascina, ti entusiasma. Quello si chiama Pogacar, anche quando si fa battere dal danese. Tadej può prendersi tutto,  da inizio a fine stagione, sarà al via del Giro d’Italia prima del Tour. Accontentando così l’anima italiana (e ticinese…Gianetti) della sua squadra, i tifosi, la sensazione che l’accoppiata si possa fare, 25 anni dopo Pantani, farebbe la felicità di statistiche ed albi d’oro. Forse un Pogacar, con tutto il rispetto dell’aura “rosa” e degli avversari, all’80% in Italia potrebbe bastare per portare a casa la prima delle due corse. Certo a Parigi, al di là del giallo, ci sono 2 medaglie d’oro, strada e crono che possono essere sue. La certezza è la sua “leggerezza”, il piacere di pedalare, l’amore per la bici e le corse, l’idea che trasmette di divertirsi. In un’epoca di forzati dello sport, in generale, non solo ciclismo, è un messaggio straordinario. 

    ©Getty

    Attenti a Remco
    Tra i grandi del momento c’è sicuramente Remco Evenepoel che, pur avendo vinto una Vuelta, non sembra al livello di Vingegaard e Pogacar nelle corse a tappe. Il Tour è un’incognita per lui, la sua testardaggine nel voler essere il più forte, il numero uno, di migliorarsi sempre può portarlo dappertutto, anche se Ardenne, crono e classiche senza pietre sembrano essere il suo terreno. Quando sta bene vuole stravincere, quasi umiliare gli avversari, ma deve imparare a usare di più la tattica, a non farsi troppi nemici in gruppo. Due ori lo aspettano, Parigi e Zurigo, cronometro olimpica e mondiale…Anzi speriamo di no, visto che Filippo Ganna ha gli stessi obiettivi. 

    Le speranze italiane, a partire da “Top” Ganna
    A proposito Pippo ha dimostrato di essere uomo forte a Sanremo e Roubaix, più consapevole delle sue possibilità nelle corse in linea e alla Ineos possono puntare su di lui. Resta un tranquillone da divano, con un nome che sa di storia e un carattere riservato lontano dalle corse. In casa Ineos ha un altro avversario olimpico e mondiale, tanto per ripeterci, in Joshua Tarling, 20 anni il prossimo febbraio. Fra i nostri dobbiamo seguire con attenzione la crescita di Andrea Bagioli, che lascerà la Soudal-Quick Step per andare, con un bel triennale, alla Lidl Trek, autore di un bel finale di stagione. Gianni Moscon si gioca l’ultimissima chance: proprio alla Soudal Quick Step il trattore di Cles ha la possibilità di prendersi una corsa “vera”, di quelle che pesano. Filippo Zana è molto considerato alla australiana Jayco, va bene su ogni tipo di terreno, e Simone Velasco col tricolore addosso può cercare di essere protagonista, del resto  la sua maglia la individui subito, ti fa riconoscere…Giulio Ciccone si è rilanciato, anche cromaticamente, per il discorso appena fatto, con i pois del Tour, adesso deve concentrarsi sulle tappe e dimenticare la classifica generale. Tiberi, inseguito dall’incubo del gatto a cui ha sparato, ha bisogno che ci si dimentichi del “fattaccio” di San Marino, cosa fattibile quando vinci e vai forte. Velocisti? Troppo facile, Philipsen, che potrebbe però anche essere uno da classiche. Mondiali di Zurigo? Si torna al programma di fine settembre, con gente che uscirà bene dalla Vuelta. Una sorpresa? L’ottavo della Vuelta: Cian Uijtdebroeks. Che per il momento resta il ventenne belga della Bora…Inutile spiegare perché. Se volete pronunciarvi su di lui fate voi.

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    Giro d’Italia 2024, ufficiale la presenza di Wout Van Aert

    Dopo le voci delle scorse settimane, è arrivata anche la tanto attesa ufficialità da parte della Visma-Lease a Bike: Wout Van Aert sarà al via del Giro d’Italia 2024. Il fenomeno belga sarà il ‘cacciatore di tappe’ del dream team olandese, come annunciato sui social. WVA prenderà parte anche alle Classiche Monumento come Fiandre e Roubaix (“Sono il mio obiettivo principale”, ha detto durante la presentazione della squadra ad Amsterdam), alla Vuelta e punterà dritto sui Mondiali di Zurigo, senza ovviamente tralasciare l’appuntamento olimpico di Parigi. Sulle strade del Giro, al via il prossimo 4 maggio da Torino, sfiderà a viso aperto un altro campionissimo come Tadej Pogacar che viene in Italia per puntare alla maglia rosa, con l’obiettivo di realizzare la storica doppietta Giro-Tour che manca dal 1998, quando a realizzarla fu Marco Pantani.  LEGGI TUTTO

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    Giro d’Italia 2024, Pogacar ci sarà: l’annuncio ufficiale

    I segnali erano stati decisamente incoraggianti nei giorni scorsi. Il desiderio di Pogacar di correre il Giro non era un segreto e lo aveva rivelato anche a Sky Sport in un’intervista realizzata da Luigi Vaccariello lo scorso 19 novembre, in occasione della festa annuale della A&J. Ora è arrivata l’ufficialità: il campione sloveno, una delle punte di diamante di questa “generazione di fenomeni” del ciclismo, sarà al via al prossimo Giro d’Italia, che si disputerà dal 4 al 26 maggio 2024. Una notizia che entusiasma gli appassionati anche per quel sogno di rivedere un corridore tentare la doppietta Giro-Tour de France nella stessa stagione: l’ultimo a riuscirci era stato Marco Pantani nel 1998. La presenza di Pogacar al Giro arricchisce di un campione assoluto la corsa rosa: a soli 25 anni lo sloveno ha già conquistato (tra i tanti successi) due Tour de France, una Liegi-Bastogne-Lievi, un Giro delle Fiandre, tre Giri di Lombardia (consecutivi), oltre a un bronzo olimpico a Tokyo e uno mondiale a Glasgow. Ora la curiosità sarà capire come si avvicinerà Pogacar all’appuntamento con la maglia rosa, e capire anche le scelte degli altri protagonisti per la prossima stagione. Di sicuro, ci divertiremo LEGGI TUTTO

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    “Il grande libro dei quiz sul ciclismo”, una corsa a tappe per tutti gli appassionati

    Chi era soprannominato “il Diavolo Rosso”? Chi ha vinto il giro delle Fiandre tagliando il traguardo… a piedi? E dove fu scattata la celebre foto dello scambio di borraccia tra Coppi e Bartali? E ancora, chi detiene il record dell’ora Over 105? Il ciclismo è fatto di storie, di campioni, di leggende. Dagli eroici ai giorni nostri, passando per i più grandi di sempre come Merckx, Coppi, Bartali, Hinault, Pantani, ma anche ai loro fidi gregari e a improvvise meteore. Con ‘Il grande libro dei quiz sul ciclismo’ (Newton Compton Editori, 2023) di Alberto Pontara e Claudio Barbieri, potrete interrogarvi sulle tappe, le storie, i miti e i record che fanno battere il cuore a tutti, fini intenditori e semplici appassionati della bicicletta. Un gioco per conoscere e approfondire la storia, passata e recente, del ciclismo. Oltre cinquecento domande per ripercorrere la vita dei grandi campioni e le loro imprese memorabili, scandite al ritmo delle più importanti gare italiane e internazionali, dal Giro d’Italia al Tour de France, dai Mondiali alle classiche monumento. Ma anche per scoprire aneddoti ancora sconosciuti, per scovare record assurdi in giro per il mondo, per riaprire il cassetto dei ricordi con “quel gregario di cui non ricordavo più il nome” e per rivivere le più importanti citazioni di giornalisti, scrittori e campioni. Pedalando e sognando, tra una domanda e l’altra, il fango della Roubaix, il profumo del mare in via Roma, il sole cocente del Ventoux, la bandana di Pantani e il ticchettio della Olivetti di Gianni Mura. Fino ad arrivare a tagliare il traguardo, esausti ma felici. Come in bicicletta. LEGGI TUTTO

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    Tour de France 2025, presentate le prime tre tappe. Si parte da Lille

    Il grande inizio del Tour de France 2025, a Lille e nell’Hauts-de-France, sarà terreno per i velocisti, che dovrebbero contendersi la prima maglia gialla. E’ quanto emerge dalla presentazione del percorso delle prime tappe svelato a Lille. La prima tappa, un circuito di 185 km attorno a Lille il 5 luglio 2025, e la terza, di 172 km tra Valenciennes e Dunkerque, dovrebbero sorridere agli specialisti dello sprint, dopo che negli ultimi anni la tendenza è stata di far partire la corsa con tappe collinari. “Sarà la prima volta in una mezza dozzina di anni che un velocista potrà conquistare la prima maglia gialla”, ha sottolineato Christian Prudhomme, direttore del Tour de France, durante la presentazione della ‘grande partenza’.

    Gli scalatori potranno misurarsi nella seconda tappa, tra Lauwin-Planque e Boulogne-sur-Mer (209 km), con due salite negli ultimi dieci chilometri, la costa di Saint-Etienne-au-Mont (900 m all’11%) e poi quella dell’Outreau (800 m all’8,8%). I favoriti della classifica generale dovranno stare in guardia già nel finale, “assolutamente formidabile” secondo Christian Prudhomme. Questa grande partenza, la prima in Francia dal 2021, sarà la quinta nell’Hauts-de-France dopo Lille, già due volte (1960, 1994), Roubaix nel 1969 e Dunkerque nel 2001. “Non potevamo tornare in Francia nel luoghi che non amavano in modo viscerale il ciclismo e il Tour de France – ha sottolineato Christian Prudhomme – Dovevamo tornare in una terra che respira, che prova emozioni, una terra di convivialità. È una terra che respira ciclismo”. LEGGI TUTTO