More stories

  • in

    Tour de France, Vingegaard: “Vittoria ancora possibile. Pogacar può avere giornata no”

    Jonas Vingegaard non perde le speranze per il successo finale al Tour, nonostante i 3’09” di ritardo dalla maglia gialla Pogacar “Penso che la vittoria sia ancora possibile. Non mi arrenderò senza combattere, ho vinto il Tour de France due volte e non mi accontenterò del secondo posto. Darò il massimo”. Parlando con i media nel giorno di riposo a Gruissan, Vingegaard assicura di non aver “perso la fiducia, assolutamente, non crollo mai mentalmente. Pogacar sembra molto forte ma negli ultimi due anni abbiamo visto che può anche avere una giornata storta. Può succedere di nuovo nella terza settimana”. “Non è nemmeno che sia molto davanti a me – sottolinea il due volte vincitore della Grande Boucle -. Se riesco a migliorare un po’, saremo pari. Sono davvero orgoglioso di quello che sto facendo in questo Tour, soprattutto dopo i tre mesi che ho vissuto, con infortuni così gravi e 12 giorni di ricovero. Tadej è solo più forte, per ora”. LEGGI TUTTO

  • in

    Tour de France, la 16^ tappa da Gruissan a Nimes: percorso e altimetria

    Da Firenze a Nizza, passando per Bologna, Torino, il Galibier, il Massiccio Centrale, i Pirenei, Monte-Carlo e Cime de la Bonnette. È il percorso del Tour de France 2024, giunto alla 111esima edizione, che partirà sabato dall’Italia. Di seguito tutte le tappe e le altimetrie fino alla crono decisiva da Monte-Carlo e Nizza. Il Tour in diretta su Eurosport, canali 210 e 211 della piattaforma Sky
    TOUR DE FRANCE, LA 13^ TAPPA IN DIRETTA

    1^ TAPPA – SABATO 29 GIUGNO

    FIRENZE >RIMINI (206 km)

    2^TAPPA – DOMENICA 30 GIUGNO

    CESENATICO >BOLOGNA (200 km)

    3^TAPPA – LUNEDI’ 1 LUGLIO

    PIACENZA >TORINO (229 km) LEGGI TUTTO

  • in

    Tour de France 2024: oggi riposo, domani si riparte. Pogacar sempre più vicino al trionfo

    Si è conclusa la seconda settimana del Tour de France 2024: lunedì giorno di riposo prima delle ultime sei tappe. Le due frazioni sui Pirenei hanno sancito lo strapotere di Tadej Pogacar che è sempre più vicino a coronare il sogno di una storica doppietta Giro-Tour che manca dal 1998, quando a realizzarla fu Marco Pantani. E intanto lo sloveno batte proprio un record del Pirata sulla salita di Plateau de Beille
    LE CLASSIFICHE DEL TOUR 2024

    “Le Tour, c’est moi!”: non lo ha detto ma lo ha dimostrato con i fatti, Tadej Pogacar. L’uno-due sui Pirenei, tappe che dopo il colpo di Vingegaard sul Massiccio Centrale potevano dare l’idea di rappresentare un grattacapo per lo sloveno, si sono invece rivelate un inesorabile colpo da ko nei confronti degli avversari, uno destro-sinistro da cui è difficile rialzarsi. Nel giorno della festa nazionale francese, quel 14 luglio in cui si celebra la presa della Bastiglia, la fine della monarchia e dell’Ancien Régime, Pogacar compie a Plateau de Beille la sua personale rivoluzione, battendo Vingegaard sul suo terreno e sconfiggendo anche quel caldo che gli ha sempre dato fastidio, avversario pericoloso quanto quelli sui pedali. Al tempo stesso la sua azione quasi irreale, spettacolare, sbalorditiva (ha polverizzato il record di Marco Pantani di ascesa sulla salita pirenaica – va detto che il percorso era diverso, diverse sono bici, alimentazione e preparazione nel ciclismo contemporaneo – , e si avvicina a compiere la doppietta Giro-Tour che manca proprio dal 1998, quando a realizzarla fu il Pirata) è stata una dichiarazione di presa del potere sulla Grande Boucle. Il giallo della sua maglia rifletteva la luce accecante delle montagne, e di fatto si auto incoronava, chilometro dopo chilometro, “Re Sole” di questo Tour de France e forse anche qualcosa di più, stiamo parlando di un posto nella storia del ciclismo, e dello sport in generale, di cui si parlerà nel futuro. I Pirenei, ci ha insegnato Gianni Mura, sono noti anche per la particolare velenosità delle vipere che li abitano. Sono inesorabili e cattivi, disegnano le gerarchie senza appello

    Non visualizzi questo contenuto?
    Siamo spiacenti! Per poter visualizzare questo contenuto Twitter, clicca su Gestisci cookie e Accetta tutto
    Gestisci cookie

    Il giorno di riposo, poi sei tappe fino a Nizza
    Dopo i giorni del giudizio, ora l’ultimo lunedì di riposo dopo tante fatiche. Momento per ricaricare le batterie, polmoni e muscoli, in attesa delle ultime sei tappe. Le ultime tre in particolare separano Pogacar dall’ufficialità del trionfo. Due tappe di salite e la crono finale. Le prime due, con arrivo venerdì a Isola 2000 e sabato sul Col de la Couillole, possono essere l’ultima, e un po’ disperata, occasione di attaccare la maglia gialla. La cronometro di Nizza, se i distacchi resteranno questi, sarà a quel punto poco più di una passerella. I margini (decisamente notevoli) in classifica generale sono più che tranquillizzanti per gli uomini della UAE, ancor di più lo è lo stato di forma dello sloveno che demoralizza qualsiasi ipotesi di “ribellione” all’inevitabile. Ma nessuna corsa presenta insidie come il Tour de France. Lo sloveno lo sa e siamo sicuri che non ha alcuna intenzione di cedere lo scettro. Il suo strapotere è rinchiuso in una scena ripresa sulla salita di Plateau de Beille: mentre Vingegaard è al massimo dello sforzo, Pogacar si alza e pedala senza mani aprendo una bottiglietta d’acqua. Sì, per quanto visto finora… “Le Tour, c’est moi!”.

    Non visualizzi questo contenuto?
    Siamo spiacenti! Per poter visualizzare questo contenuto Instagram, clicca su Gestisci cookie e Accetta tutto
    Gestisci cookie

    Il “Re pescatore” abdica ma con tanto onore
    Il bilancio di queste prime due settimane ribadisce i valori in campo e anzi li rafforza nelle differenze. Dopo Pogacar, in versione marziano a pedali, c’è Vingegaard. Lo avevano accusato di essere troppo attendista, di non attaccare, e in particolare Evenepoel di non avere le “palle” (parole testuali del belga). Il danese sabato ha dovuto subire ancora una volta il lavoro e la strategia perfetta della UAE di Pogacar, ma nella tappa di Plateau de Beille ha fatto tutto quello che doveva, non gli si può rimproverare niente. Ritmo forsennato della sua Visma, Jorgenson eroico a segnare un ritmo infernale nella prima parte di salita. Poi il “Re pescatore” ha attaccato, con coraggio, ma si è dovuto arrendere allo strapotere della maglia gialla. Ha abdicato al trono, ma con onore, meritandosi gli applausi che si merita chi comunque ci ha provato. Al terzo posto si conferma Remco Evenepoel. Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: dietro i fenomeni dei grandi giri è quello che continua ad avere la gamba migliore, questo suo primo Tour è più che positivo e in chiave futura il belga passato dal calcio alle due ruote potrà firmare pagine non secondarie alla Grande Boucle. Ha già vinto la cronometro in questa edizione e si candida a fare il bis a Nizza. Menzione speciale per Giulio Ciccone. L’italiano dopo il terribile weekend conferma l’ottava posizione in classifica generale. Il suo Tour costante, senza squilli ma solido e intelligente, prosegue in attesa che i fuoriclasse concedano una striminzita occasione di vittoria di tappa agli scalatori primi tra gli umani. La settimana appena passata ci lascia invece il ritiro, amaro, l’ennesimo alla Grande Boucle, di Primoz Roglic. Serve scomodare un mito del Tour, Jacques Goddet, che nel 1947 disse a René Vietto: “Ce l’hai nel sangue questa gara, eppure anche stavolta la carogna si rifiuta”. Sì, il Tour può essere crudele.

    Non visualizzi questo contenuto?
    Siamo spiacenti! Per poter visualizzare questo contenuto Twitter, clicca su Gestisci cookie e Accetta tutto
    Gestisci cookie

    Girmay verso la storia e un doveroso ricordo
    Non c’è solo Pogacar a scrivere la storia in questo Tour de France. C’è anche l’epopea di Girmay: tre vittorie di tappa per l’eritreo e una maglia verde della classifica a punti sempre più vicina. Ad Asmara, capitale del suo paese, festeggiano i suoi trionfi con i caroselli che di solito vengono riservati a imprese calcistiche. Il corridore della Intermarché è già un simbolo del suo popolo e lo sta diventando anche di un continente che nel ciclismo comincia ad affacciarsi. Abbiamo già vissuto ingressi di nazioni e luoghi nel mondo delle due ruote: americani, inglesi, australiani, poi l’ascesa del ciclismo latinoamericano-andino. Ora potrebbe essere il turno anche dell’Africa, benvenuta. La Grande Boucle saluta questo weekend pazzesco, epico e spettacolare, da martedì si torna a fare sul serio. Ultime sei tappe e chilometri per tentare imprese, per conquistare vittorie e lasciare un segno. Ma prima di salutare i Pirenei, il tempo di un ricordo. Domenica la carovana ha percorso il il Col du Portet-d’Aspet. Era il 18 luglio 1995 e nella discesa del Colle Fabio Casartelli cadde perdendo la vita su quelle strade di Francia. Era stato medaglia d’oro all’Olimpiade di Barcellona nel 1992. C’è una stele che lo ricorda e noi abbiamo il dovere di conservarne la memoria. Di un ragazzo di talento dal sorriso gentile.

    %s Foto rimanenti

    Ciclismo
    Tour de France 2024, il percorso e le tappe. FOTO

    Da Firenze a Nizza, passando per Bologna, Torino, il Galibier, il Massiccio Centrale, i Pirenei, Monte-Carlo e Cime de la Bonnette. È il percorso del Tour de France 2024, giunto alla 111esima edizione, che partirà sabato dall’Italia. Di seguito tutte le tappe e le altimetrie fino alla crono decisiva da Monte-Carlo e Nizza. Il Tour in diretta su Eurosport, canali 210 e 211 della piattaforma Sky
    TOUR DE FRANCE, LA 13^ TAPPA IN DIRETTA

    1^ TAPPA – SABATO 29 GIUGNO

    FIRENZE >RIMINI (206 km)

    2^TAPPA – DOMENICA 30 GIUGNO

    CESENATICO >BOLOGNA (200 km)

    3^TAPPA – LUNEDI’ 1 LUGLIO

    PIACENZA >TORINO (229 km)

    TAG: LEGGI TUTTO

  • in

    Tour de France, Pogacar è il Signore dei Pirenei: un dominio sul Plateau de Beille

    Tadej Pogacar ha inflitto un uno-due devastante, e probabilmente decisivo, a tutti i rivali nella coppia di tappe pirenaiche che ha concluso la seconda settimana del Tour de France. Nella 15^ frazione, che in 200 chilometri proponeva cinque salite e quasi cinquemila metri di dislivello fino al Plateau de Beille, il campione della Uae Emirates ha bissato anche nelle modalità il successo ottenuto ieri, staccando Vingegaard e tutti gli altri nell’ultima salita e dando una nuova dimostrazione della sua attuale assoluta superiorità. Nel giorno della festa nazionale in Francia, è così la bandiera slovena a sventolare sul pennone più alto e in vista dell’ultima settimana di corsa che porterà la Grande Boucle fino al finale di Nizza ci vorrà davvero qualcosa di straordinario per ammainarla. 

    In classifica generale, lo sloveno ha ora 3’09” di vantaggio su Vingegaard e 5’19” su Evenepoel, distacchi che stupiscono la stessa maglia gialla. “Ho un buon vantaggio, non avrei mai immaginato di trovarmi in una posizione simile alla fine della seconda settimana”, ha detto lo sloveno. “Soffro spesso il caldo, ma ho pensato a stare fresco, idratandomi e mangiando. Ero un po’ al limite quando Jonas ha attaccato, mi sono accodato a lui e quando ho visto che non aveva le gambe per continuare fino in cima e ci ho provato anch’io. Amo i Pirenei, è vero, ma anche i Pirenei amano me”. LEGGI TUTTO

  • in

    Tour de France, Pogacar trionfa anche oggi a Plateau de Beille e riscrive la storia

    Caldo, freddo, pioggia, vento. Non fa differenza. Al Tour comanda sempre lui: Tadej Pogacar. Nel giorno della presa della Bastiglia, nella tappa più calda di questa edizione, lo sloveno mette una bella ipoteca sulla corsa gialla. Conquistando nel giorno della festa Nazionale francese, il 14 luglio, la sua 14^ vittoria alla Grande Boucle. Una prova di forza, di dominio assoluto da parte del vincitore dell’ultimo Giro d’Italia. Onore e merito a Jonas Vingegaard. Ci ha provato in tutti i modi, facendo tirare i suoi fino all’ultima delle 5 salite: quella di Plateau de Beille. Con Jorgenson a fare il lavoro duro fino ai-10 dall’arrivo, quando il danese in maglia a pois ha provato ad attaccare la maglia gialla. Che lo ha marcato stretto fino a 5.4 km dall’arrivo. Quando ha deciso di far partire il suo ennesimo show. Una cavalcata da brividi fino al traguardo. Polverizzato il tempo di ascesa di Marco Pantani. Con distacchi da ciclismo d’altri tempi. Con Vingegaard secondo a 1.08 ed Evenepoel a quasi 3 minuti. Lo stesso vantaggio che ora ha Pogacar in classifica generale sul danese. Il principe Tadej si conferma il re dei Pirenei. Tra lui e il trono del Tour manca ora solo una settimana. LEGGI TUTTO

  • in

    Giro d’Italia Women, vince Elisa Longo Borghini. Trionfo italiano dopo 16 anni

    Elisa Longo Borghini ha vinto il Giro d’Italia Women. La 32enne di Verbania riporta il trofeo in Italia dopo 16 anni. L’ultimo successo era stato firmato infatti da Fabiana Luperini nel 2008. Nella tappa finale a L’Aquila l’azzurra doveva difendere un solo secondo di vantaggio su Kopecky. Resiste alla ruota della belga per tutta la frazione conclusiva, per poi staccarla incrementando il distacco finale. Longo Borghini ha indossato la maglia rosa dalla prima (con la vittoria nella cronometro di Brescia) all’ultima tappa.
    Classifica finale
    1) Elisa LONGO BORGHINI in 24:02:162) Lotte Kopecky (Bel) +0’21″3) Neve Bradbury (Aus) +1’16″4) Pauliena Rooijakkers (Ola) +2’05″5) Juliette Labous (Fra) +2’15” LEGGI TUTTO

  • in

    Tour de France, Pogacar vince la tappa di Pla d’Adet: è sempre più maglia gialla

    1) POGACAR Tadej (UAE Team Emirates) 4h01:51
    2) VINGEGAARD Jonas (Team Visma | Lease a Bike) +39″
    3) EVENEPOEL Remco (Soudal Quick-Step) +1’10”
    4) RODRÍGUEZ Carlos (INEOS Grenadiers) +1’19”
    5) CICCONE Giulio (Lidl – Trek) +1’23”
    6) BUITRAGO Santiago (Bahrain – Victorious) +1’23”
    7) YATES Adam (UAE Team Emirates) s.t.
    8) GALL Felix (Decathlon AG2R La Mondiale Team) +1’26”
    9) JORGENSON Matteo (Team Visma | Lease a Bike) +1’29”
    10) GEE Derek (Israel – Premier Tech) s.t. LEGGI TUTTO

  • in

    Ciclismo, caso Pantani: Procura Trento riapre indagini su Giro d’Italia 1999

    La Procura di Trento ha riaperto le indagini sul caso di Marco Pantani riguardo al Giro di Italia del 1999. Secondo quanto apprende l’ANSA il nuovo fascicolo, affidato alla pm della Dda Patrizia Foiera, riguarda l’ipotesi, come è emerso anche dalle audizioni in Commissione Antimafia, di un presunto giro di scommesse clandestine legate alla camorra che puntava a evitare la vittoria di Pantani nella classifica finale. Il primo a parlare della vicenda fu Renato Vallanzasca, sentito nella giornata di venerdì come persona informata sui fatti, nel carcere di Bollate, dalla stessa pm trentina.  LEGGI TUTTO