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    Vincenzo Santopadre sull’infortunio di Matteo Berrettini: “I tempi di recupero non sono semplici da chiarire adesso, dipenderà da come reagirà Matteo”

    Vincenzo Santopadre nella foto

    Vincenzo Santopadre, coach di Matteo Berrettini, ha parlato ad AGI delle condizioni del suo allievo: “I tempi di recupero non sono semplici da chiarire adesso, dipenderà da come reagirà Matteo. Sta lavorando con dedizione ma bruciare le tappe sarebbe pericoloso.Un bel filotto di tornei che salta , Matteo è molto dispiaciuto ma purtroppo non si poteva fare diversamente adesso è a Barcellona, farà la fisioterapia adeguata, dipende da come reagisce. Non è facile avere chiari i tempi di recupero ma lui è uno molto dedito e volenteroso e desideroso di bruciare le tappe poi bisogna stare attenti a non bruciarle troppo, e ci staremo attenti.Matteo è molto dispiaciuto della decisione presa, ma non avevamo alternative dopo l’operazione alla bandelletta del mignolo.” LEGGI TUTTO

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    Berrettini: “Vogliamo vincere l’ATP Cup”. Italia in esclusiva su Supertennis

    Il team azzurro in campo a Sydney

    Quale miglior capodanno per l’appassionato di tennis dello stappare lo spumante e accendere la tv, per l’inizio della stagione 2022? Sarà possibile, grazie all’ATP Cup, che scatta proprio domani. Le prime sfide saranno Serbia vs Norvegia e Grecia vs Polonia. Gli azzurri, finalisti nel 2021, scendono in campo il 2 gennaio contro i padroni di casa dell’Australia. C’è molta attenzione sul team italiano, che forte di 2 top 10 come Matteo Berrettini e Jannik Sinner, oltre a Lorenzo Sonego e Simone Bolelli, è considerato tra i favoriti per il primo torneo della nuova stagione. Non ci nascondiamo, sappiamo di essere una squadra molto forte, come ha confermato Matteo Berrettini al sito ufficiale dell’evento.
    “Siamo felici di essere qui”, ha detto Berrettini nella conferenza stampa pre-torneo. “Penso che sia possibile vincere il titolo, la squadra è ancora più forte quest’anno, quindi sicuramente il nostro obiettivo è vincere. Sappiamo che sarà un lavoro duro. Ogni partita sarà difficile, ma crediamo di potercela fare”.
    Alex De Minaur sarà il primo avversario del nostro miglior giocatore dopo domani. “Alex è un giocatore davvero difficile da affrontare, soprattutto qui a Sydney, nel suo paese d’origine”, afferma Berrettini. “Ha giocato il suo miglior tennis qui. Penso che questa atmosfera lo porti a giocare al massimo, quindi sarà una partita molto dura. Ma mi piace quando l’atmosfera è così. Mi piace quando gli stadi sono pieni e la gente fa il tifo per te o contro di te. Non vedo l’ora che arrivi quella partita”.
    Anche Jannik Sinner è fiducioso: “È un grande onore giocare in questo gruppo speciale. Abbiamo una squadra incredibile. Ognuno di noi cerca di fare del proprio meglio. Non vedo l’ora di cercare di portare la squadra 1-0 ogni volta che giochiamo. E poi vediamo. Abbiamo un secondo giocatore incredibile e abbiamo anche grandi, grandi doppi”.
    Il capitano dell’Italia in Australia, Vincenzo Santopadre, che ha guidato anche lo scorso anno gli azzurri, non si nasconde: “Il nostro obiettivo è fare sempre meglio dell’esperienza precedente. Quindi, ovviamente, non dobbiamo essere timidi per dire che siamo qui per cercare di vincere”.

    Gli incontri dell’Italia sono trasmessi in esclusiva su SuperTennis, mentre Sky trasmetterà in simulcast con SuperTennis le altre sfide
    Questa la programmazione dell’ATP Cup su SuperTennis
    Sabato 1 gennaiodalle ore 07:30 Serbia vs Norvegia e Grecia vs Polonia
    Domenica 2 gennaiodalle ore 00:00 Canada vs USA Livedalle ore 07:30 Italia vs Australia Livedalle 13:30 circa Germania vs Gran Bretagna (differita)dalle 19:00 circa Italia vs Australia (replica)
    Lunedì 3 gennaiodalle ore 00:00 Norvegia vs Spagna Livedalle ore 07:30 Grecia vs Argentina Live
    Martedì 4 gennaiodalle ore 00:00 – Italia vs Francia Livedalle ore 07:30 – Canada vs Gran Bretagna Livedalle ore 13:30 circa Italia Francia (replica)
    Mercoledì 5 gennaiodalle ore 00:00 – Polonia vs Argentina Livedalle ore 07:30 – Serbia vs Spagna Live
    Giovedì 6 gennaiodalle ore 00:00 – Italia vs Russia Livedalle ore 07:30 – Canada Germania Livedalle ore 13:30 – Russia vs Italia
    Venerdì 7 gennaiodalle ore 07:30 – Semifinale 1
    Sabato 8 gennaiodalle ore 03:00 – Semifinale 2
    Domenica 9 gennaiodalle ore 07:30 Finale

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Vincenzo Santopadre: “Berrettini è pronto, ci sono tutti i presupposti per fare un grande torneo. Sinner ha tempo per raggiungere questo traguardo. Il tennis italiano è in evidente crescita.”

    Vincenzo Santopadre nella foto

    Vincenzo Santopadre, coach di Matteo Berrettini, è stato intervistato ai microfoni de “il Diabolico e il Divino”, di Giuseppe Falcao, Simone Elleppi e Gabriele Ziantoni. Ecco di seguito le sue dichiarazioni:
    Che sensazioni avete per queste Atp Finals?Le sensazioni sono buone, c’è una pressione ma a Matteo (Berrettini ndr) piace tanto giocare col pubblico e giocare in Italia. Siamo arrivati già ieri per testare i campi e le condizioni, gli allenamenti procedono bene, Matteo è carico e pronto in salute e non vediamo l’ora di scendere in campo. Stasera c’è il sorteggio dei gironi e scopriremo quali avversari Matteo dovrà affrontare. Non è scontato essere qui, Matteo c’era già riuscito nel 2019 ma ripetersi è difficile, ha giocato alla grande tutta la stagione e si è confermato su altissimi livelli, come si dice a Roma insomma “tanta roba”. Credo sia doveroso rimarcare il percorso di Matteo, anche perché ha patito un paio di infortuni che lo hanno anche un po’ frenato, ha dovuto rinunciare anche alle Olimpiadi a cui teneva in particolar modo, ma ha avuto l’energia e la convinzione giusta per recuperare.
    Pensi che l’esperienza del 2019, che non andò benissimo, possa esser d’aiuto a Matteo?Quella fu una prima volta indimenticabile ma Matteo non era quello di adesso, era meno consapevole della sua forza, era meno competente e aveva molta meno esperienza, sono sicuro che farà meglio. L’impianto è notevole, gli organizzatori si sono prodigati e hanno messo su un grande evento con standard qualitativi molto alti. Ci sono tutti i presupposti perché sia un torneo di alto livello e perché Matteo faccia bene.
    Ti piace la nuova coppa Davis?Io sono un tradizionalista e mi piaceva di più la vecchia coppa Davis, questa mi sembra un po’ sfuggente, non è la stessa cosa di prima. Comunque è da segnalare che Torino ospiterà anche la quest’altra manifestazione la subito dopo le Atp Finals.
    C’è stata la possibilità di avere due Italiani presenti, c’è un po’ di amarezza per Sinner?Si, quando arrivi a così poca distanza dal traguardo c’è sempre un po’ d’amarezza ma Sinner è giovanissimo e avrà tempo e modo di arrivare a questo traguardo. C’è da dire anche che quando l’Italia si aggiudicò Torino come sede dell’Atp Finals nel 2021 nessun italiano pensava di avere un italiano presente qui mentre ora c’è stato il rischio di averne due e questo è notevole. Purtroppo quest’anno mancano due ragazzi, Nadal e Federer, che hanno segnato la storia del tennis e la presenza di Matteo può dare grande visibilità al torneo e avvicinare il pubblico italiano.
    Conosci Fabio Fognini? Cosa puoi dirci di lui?Si, lo conosco bene anche se non l’ho mai allenato. In campo delle volte la tensione ti porta a perdere un po’ il controllo e scivolare nel nervosismo ma Fabio è un bravo ragazzo e un grandissimo tennista e anche grazie a lui il movimento italiano si è rilanciato. LEGGI TUTTO

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    Da Ercolano: Vincenzo Santopadre, allenatore di Berrettini, per assistere al derby italiano “Grande momento, ora sono gli altri che vengono in Italia per ‘copiarci”

    Vincenzo Santopadre con Gian Marco Moroni

    Vesuvio Cup: Vincenzo Santopadre allenatore di Berrettini, per vedere Cobolli-GiustinoSul tennis italiano: “Grande momento, ora sono gli altri che vengono in Italia per ‘copiarci’”Sul numero 7 al mondo: “Fine stagione intenso, Atp Finals di Torino un sogno per Matteo”
    È arrivato allo Sporting Poseidon, dove è in corso di svolgimento il challenger Atp 80 di tennis, poco prima di mezzogiorno. Una visita a sorpresa per sedersi sugli spalti del centrale di Ercolano e godersi il derby tutto italiano dei quarti tra Flavio Cobolli e Lorenzo Giustino. A spingerlo a ridosso dei campi della Vesuvio Cup l’amicizia con Cobolli e col fratello e allenatore Stefano: “Non a caso ho portato anche mio figlio” sorride.
    Un’occasione ovviamente per parlare di tennis e del fantastico momento che vive l’Italia. Partendo da una considerazione fatta nei giorni scorsi da Claudio Pistolesi sull’importanza per tale crescita dei coach: “Come non essere d’accordo con Claudio, che ha molta più esperienza di me. Il nostro più che un lavoro è una missione, missione che si deve portare avanti con grande dedizione. Se c’è un allenatore che ha passione, questi riesce a trasmetterla anche al suo allievo. In Italia c’è una nutrita schiera di allenatori, ex giocatori, che si dedica anima e cuore ai ragazzi e i risultati si vedono, visto i tanti giovani che stanno salendo in classifica e nel rendimento. L’esempio di Flavio Cobolli è lampante, dato il lavoro di Stefano. L’operato di chi crede in questi ragazzi, ne segue il percorso sapendo che i risultati non sono affatto garantiti, è fondamentale”.
    Saluta tante persone allo Sporting Poseidon, trova un altro protagonista del torneo, Gian Marco Moroni (ieri vincitore contro Marco Cecchinato) e scatta una foto: “Foto tra romani” scherza. Poi la chiacchierata scivola su Berrettini: “Matteo giocherà a Vienna e Parigi Bercy prima delle Atp Finals di Torino e della Coppa Davis. Un finale di stagione intenso, incandescente, pregno di appuntamento importanti. Le Finals in casa? Sarebbero il coronamento di una stagione magistrale, perché in tutta onestà va detto che non c’è ancora la certezza matematica, pur essendoci buone opportunità. Giocare le Atp Finals in Italia penso sia il sogno di qualsiasi giocatore. Matteo è contento e per il movimento italiano è una cosa grandiosa”.
    Sul futuro del tennis italiano, infine, Vincenzo Santopadre esprime l’auspicio che “possa essere ancora più roseo, visto che è giusto che ogni tennista deve sempre ambire a qualcosina in più. Viviamo un momento esaltante, dobbiamo essere bravi a godercelo, essendo consapevoli di quanto i ragazzi hanno faticato. Fino a qualche anno fa eravamo noi italiani ad andare in giro per il mondo a cercare di copiare, ‘rubare’ qualche spunto, utile a catturare informazioni importanti. Oggi l’Italia è presa ad esempio e questa ritengo sia il risultato più importante”. LEGGI TUTTO

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    La Rome Tennis Academy chiude. Santopadre: “Questo bel percorso non va perso”

    Dopo solo tre anni, il progetto Rome Tennis Academy chiude. L’annuncio ufficiale è stato comunicato tramite i social dalla stessa pagina dell’Accademia. Vincenzo Santopadre e Stefano Cobolli, i coach dell’Academy, non nascondono il proprio rammarico per la fine del progetto. Riportiamo il comunicato ufficiale, con l’annuncio su Instagram.   La Rome Tennis Academy chiude. Dopo […] LEGGI TUTTO

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    Vincenzo Santopadre risponde a Fabio Fognini “E così, la telefonata non c’è stata. Un errore. Ma rimediabile”

    Vincenzo Santopadre nella foto

    Dal sito ArenaNapoli apprendiamo che il coach di Berrettini, Vincenzo Santopadre, ha risposto così a Fabio Fognini: “A Fognini gli girano perché si è sentito dimenticato, e sperava in una Olimpiade da medaglia anche in doppio. L’altro, Berrettini, sono giorni che è intrattabile, affranto per questa rinuncia più di quanto non avessi previsto. E così, la telefonata non c’è stata. Un errore. Ma rimediabile”.
    “A Fabio gli ho telefonato io, per spiegare la situazione. Purtroppo il telefono era staccato, forse l’ho chiamato mentre era in volo verso il Giappone. Spero veda la mia chiamata fra quelle in arrivo. Fabio è uno spirito passionale e la maglia azzurra l’ha sempre amata in modo particolare. In fondo, la sua uscita è prima di tutto quella di uno che ci teneva a far bene in questi Giochi. Matteo è un altro che stravede per l’azzurro e non va dimenticato che tra i due è lui quello che ci è rimasto peggio. Hanno caratteri diversi, ma qualcosa che li avvicina e accomuna c’è, sono due ragazzi buoni, molto sensibili. Anche per questo hanno sempre avuto un rapporto di amicizia”. LEGGI TUTTO

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    Intervista esclusiva a Filippo Volandri: “La finale a Wimbledon di Berrettini viene da lontano”

    Filippo Volandri

    Difficile togliersi dagli occhi il torneo straordinario di Matteo Berrettini a Wimbledon. Ci ha divertito, ci ha regalato un sogno che consideravamo quasi proibito, irrealizzabile. Invece abbiamo avuto la conferma che l’azzurro è a tutti gli effetti un Top Player, pronto a giocarsela alla pari contro i big nei grandi tornei, Slam inclusi. Abbiamo avuto la conferma che il sistema Italia è forte e che “l’ondata” è appena all’inizio.
    Ne abbiamo parlato con Filippo Volandri, Direttore tecnico del settore maschile della Federtennis e Capitano di Davis azzurro. Il risultato di Matteo, e anche quello di Lorenzo Sonego (ottimo il piazzamento agli ottavi dei Championships), non viene per caso, è il frutto di un lavoro partito da lontano, perseguito con determinazione, capacità e programmazione. È il frutto di una sinergia e unione di forze che rende i giocatori parte di un sistema che funziona, che sostiene il tennista a 360° e gli permette di tirar fuori il meglio.

    Filippo, il bilancio degli italiani a Wimbledon 2021 è straordinario. Due azzurri negli ottavi (non dimentichiamoci di Lorenzo Sonego) e l’impresa pazzesca di Matteo Berrettini. Prima del torneo avevamo buone aspettative, il campo ci ha fatto letteralmente sognare. Un risultato complessivo impensabile qualche anno fa, ma analizzando bene la situazione attuale, non ci siamo arrivati per caso.
    “Assolutamente, nessun caso. Abbiamo ottenuto questo splendido risultato grazie ad una “valanga” di lavoro dietro e grazie alla forza ed agli sforzi di tutti. In primis la forza di Vincenzo Santopadre, di Stefano Massari, di Roberto Squadrone nel suo ruolo importante di preparatore atletico, era presente a Wimbledon, e non dimentico Francesco Bientinesi che lavora con Matteo nelle altre settimane. Torno al punto iniziale, è merito di Matteo e di tutto il gruppo di lavoro, che include anche il supporto di consulenti come Umberto Rianna, che segue Matteo in molti tornei in stagione, e Craig O’Shannessy che dopo ogni partita di Berrettini invia dei dati super interessanti, che ci permettono di riflettere e lavorare. La vera forza di Matteo è il suo talento e il saper gestire tutte queste risorse, che vengono ovviamente filtrate, ma non è da tutti riuscire a sfruttare così tanti input e trarne il meglio per il suo gioco, lui ci riesce alla grande”.

    Sinceramente, ti aspettavi di vederlo in finale?
    “No, sinceramente non pensavamo alla finale, e nemmeno lui, ma l’obiettivo del lavoro di tutti era esattamente quello, arrivare fino in fondo. Ripensando al torneo, va detto che lui di fatto è sceso in campo da favorito nei primi dieci giorni. Questo è un elemento che è stato poco sottolineato, è una gestione totalmente diversa in un torneo così importante. Ha vissuto una esperienza “a la Djokovic”, “a la Nadal”, quelli che ogni volta che scendono in campo “devono” vincere. Berrettini c’è riuscito alla grande. Ha perso da Djokovic perché quando il punto è davvero importante, in qualche modo lo vince sempre Novak. L’ha dimostrato mille volte in carriera e nel torneo contro Shapovalov… gli ha concesso tante palle break, ma alla fine… tre set a zero per lui. In finale contro Matteo, Djokovic ha sofferto una piccola flessione a metà del primo set, l’ha pagata con Berrettini bravissimo ad approfittarne, ma dall’avvio del secondo set c’è stata un’altra partita, Novak non ha sbagliato più nulla. Berrettini è stato bravissimo, ha giocato alla pari sino alla fine e ha costretto Djokovic ad alzare il livello. Matteo ha confermato come gli basti “una sola prima volta”: dopo aver vissuto un’esperienza nuova e importante, impara subito e all’occasione successiva la gestisce benissimo. Infatti in tutto il torneo ed in finale è stato in campo alla grande”.

    Con questo splendido risultato Berrettini è n.3 della Race 2021, ma soprattutto possiamo considerarlo a tutti gli effetti un Top Player. Impressiona come riesce a gestirsi dando una sensazione di controllo, esprime una consapevolezza notevole.
    “Ha consolidato dentro di sé una consapevolezza altissima. Il successo al Queen’s gli ha dato un’enorme fiducia, gli ha dimostrato che se esprime al massimo il suo gioco gli altri non gli stanno dietro… Sono in pochissimi quelli che ci riescono, Djokovic, Nadal, Medvedev, Zverev, Tsistipas, di fatto i migliori, una manciata di rivali e non 20 o 30. Berrettini è consapevole che dipende da lui, da come va in campo, da come si allena. Ha la testa giusta ed il team giusto per fare benissimo. Matteo è un ragazzo riflessivo, attento, molto autocritico, invece Vincenzo Santopadre ha un altro carattere e approccio, riesce a smorzare questa parte critica rendendo il tutto più leggero. Umberto Rianna invece è più “quadrato” e lo supporta con la sua concretezza nelle occasioni in cui è in torneo con lui. Nella squadra ci sono gli incastri giusti e si compensano a vicenda. Questo è uno dei segreti dei grandi risultati”.

    Valutando l’ascesa di Matteo, personalmente tra le tantissime cose in cui è cresciuto mi impressiona quanto sia migliorato nella velocità e reattività, considerando la sua stazza, ma anche nell’aspetto mentale.
    “Sì, perché ci lavora! Sono aspetti fondamentali sui quali è necessario lavorare quasi quanto su diritto e rovescio. Concentra molti sforzi ogni settimana parlando con Stefano Massari, e con Lorenzo Beltrame sempre a disposizione. L’attitudine è quella giusta, ma è necessario dedicarci tempo e sforzi. Lui lo fa e i risultati si vedono, con la giusta attitudine e atteggiamento. Le due cose vanno di pari passo, l’attitudine ce l’ha innata, l’atteggiamento lo costruisci col lavoro”.

    Tornando al tennis azzurro su erba, abbiamo vissuto una crescita impressionante. Nel 2019 abbiamo vinto con Sonego e Berrettini, quest’anno abbiamo riscritto la storia, con Matteo dietro solo a Djokovic e Federer come punti guadagnati…
    “È un passo in avanti clamoroso. Se chiedevi prima a Matteo quale fosse la sua superficie preferita, ti avrebbe detto terra o cemento, sarebbe stato indeciso tra queste due. Oggi inserisce anche l’erba. Riflettendo oltre Berrettini, in poco tempo è cambiato tutto. Fino alla mia generazione di fatto non avevamo giocatori da erba, sui prati si cercava di adattarsi. Adesso non è più così, non si può dire che il tennista italiano non è buono per giocare su erba, l’italiano può giocare bene, anzi molto bene, su ogni superficie. Sonego è un altro esempio: vince su erba, vince su terra, gioca benissimo e vince partite importanti sul cemento e indoor. Cosa è cambiato? Mentalità, partendo dal modo in cui vengono allenati i ragazzi. Li portiamo prima possibile a fare esperienze su tutti i campi, soprattutto quelli rapidi dove vengono assegnati il 70% dei punti nell’annata tennistica, mentre prima tendevano a restare molto più sulla terra battuta, visto che anche a livello Challenger la stragrande maggioranza dei tornei si giocano sul rosso. Ora li spingiamo a fare esperienze nuove, a provare, a rischiare, e loro sono ben disposti, così si alimenta il tutto e c’è una crescita dell’intero sistema. Quando i ragazzi si fidano, si fanno consigliare nel modo giusto, arrivano anche cose inaspettate, che in realtà sono il frutto di una visione e di una volontà di far crescere tutto il sistema ed il movimento”.

    Berrettini nella premiazione di Wimbledon ha forse detto la cosa più bella, “Questo è inizio della mia carriera”, non un punto d’arrivo nonostante abbia giocato la partita più importante che ci sia.
    “Matteo nel periodo del Covid, con la quarantena in atto, ha lavorato sul sentirsi “uno di loro”, uno dei big. Quando andò alle ATP Finals a fine 2019 si sentiva come uno che… sì, ce l’aveva fatta, era lì con i migliori, ma li guardava ancora da lontano. Nel 2020 ho parlato spesso con Matteo, e mi diceva che era cambiato qualcosa, che non li guardava più dal basso verso l’alto, ma sentiva di essere al loro livello, di poterli guardare negli occhi con convinzione. Il torneo di Wimbledon e la finale da lui disputata ne è l’esatta dimostrazione. Sul Centre Court con Federer nel 2019 aveva giocato in un certo modo, due anni dopo contro Hurkacz in semifinale ha dato una dimostrazione di forza incredibile, anzi ha pagato pure troppo in quel match, e domenica in finale contro il n.1 del mondo ha fatto partita pari. Rispetto al 2019 è totalmente un altro giocatore, ha fatto un salto di qualità personale enorme”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO