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    Biaggi e la rivalità con Valentino Rossi: “Ci siamo odiati, ora rimangono solo cose belle”

    ROMA – Il 18 aprile è una data iconica della storia della MotoGP, visto che nel 2004 si svolse il GP di Welkom, in Sudafrica, in cui Valentino Rossi si impose nella sua prima gara con Yamaha, diventando il primo (e finora unico) pilota a chiudere una stagione vincendo con una moto (in questo caso Honda) e iniziare quella successiva con un successo su un’altra marca (appunto, Yamaha). Nel 19esimo anniversario di quella gara, la MotoGP ha postato un ricordo, subito condiviso da Max Biaggi, acerrimo rivale del Dottore, che ha ricordato proprio la grande rivalità con il connazionale.  LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Marini: “Volevo raggiungere Rins per vendicare Valentino Rossi”

    ROMA – Sul circuito di Austin, teatro della terza tappa del mondiale di MotoGP, Alex Rins ha centrato la sua seconda vittoria in Texas, ancora una volta battendo un membro della famiglia di Valentino Rossi. Infatti, lo spagnolo, nel 2019, riuscì a battere proprio il Dottore, mentre nel recente Gran Premio ha preceduto Luca Marini, che a sua volta ha conquistato il primo podio della classe regina. Un duello tutto in famiglia, in cui il classe ’95 è riuscito a portare la Honda davanti a tutti.  LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Checa su Valentino Rossi: “Nel 2004 svegliò la Yamaha”

    ROMA – “Sinceramente non credevamo che Valentino fosse capace di vincere con la Yamaha, e lo ha fatto, e per me è stata una lezione. Non lo so, forse ci siamo addormentati un po’, sui limiti della moto. Valentino è arrivato con energia, credo sia stato il suo momento migliore. Inoltre, l’ha vissuta come una specie di rivincita, ha pensato: ‘Pensate che io vinca solo perché sono in sella a una Honda, ora vi faccio vedere’”. Così Carlos Checa, intervistato nell’ambito del programma “La Caja de Dazn”, ha ricordato il 2004, stagione in cui Valentino Rossi ha stupito tutta la MotoGP, passando da una scuderia dominante, la Honda, a una in difficoltà, la Yamaha, riportandola sul tetto del mondo dopo oltre un decennio. Una stagione che fa parte dei momenti chiave che hanno consegnato il Dottore alla leggenda del motorsport.  LEGGI TUTTO

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    Valentino Rossi sbatte, com'è dura la vita a quattro ruote

    TORINO – Dura la vita a quattro ruote. Valentino Rossi continua a sbattere contro le difficoltà (per altro previste, da lui per primo) della nuova carriera tra le auto. Stavolta anche fisicamente e per ben due volte nella prima giornata di prove a Zandvoort, in Olanda, costringendo il team WRT agli straordinari per cambiare il telaio sull’Audi R8 GT3 con la quale corre il GP World Challenge Europe.
    Difficoltà acuite proprio dalla competitività del campionato scelto per il dopo moto, dove sono presenti le migliori case e i migliori piloti che bazzicano il mondo Endurance, alcuni anche con un’esperienza in Formula 1. Come Raffaele Marciello, uno dei puledri della FDA, la cantera Ferrari, che non trovando spazio a Maranello s’è svicolato e ha scelto la strada delle macchine coperte e l’egida Mercedes. Comandando il campionato, dominandolo letteralmente nella Sprint Cup, con il miglior tempo realizzato in ogni sessione disputata (comprese le due di ieri) sulla sua AMG GT3 del team Akkodis-ASP insieme al compagno di volante Timur Boguslavskiy, russo ma non appiedato dagli organizzatori a differenza di Mazepin in F1.
    Valentino invece ha iniziato nel peggiore dei modi il sesto round stagionale, uscendo di pista alla curva 2 del 3° giro delle prime libere mattutine e finendo contro un muro. Nessun danno per il Dottore, ma c’è voluta la gru per estrarre la R8 e una corsa contro il tempo dei meccanici per cambiare il telaio e pure la carrozzeria (non c’era una intera di riserva con la sua livrea nero-gialle numero 46). Alla fine Rossi e il compagno di squadra, il belga Frédéric Vervisch, sono riusciti ad inanellare 30 tornare nelle pre-qualifiche pomeridiane e strappare il 14° tempo. Non il miglior modo per arrivare alle qualifiche e alla prima gara Sprint (1 ora) del weekend olandese, in programma domani rispettivamente alle 9,50 e 14, con bis domenica agli stessi orari e sempre con diretta Sky e NOW.
    Peccato, perché nell’ultima uscita (la 1000 km del Paul Richard), il fenomeno di Tavullia era riuscito a collezionare la prima Top5 di un’avventura iniziata con l’errore clamoroso di Imola, con la piazzola mancata per il pit-stop nel caos del regime di safety car. Tutte lezioni da imparare. Anche per il Dottore. Che non s’è mai tirato indietro. E che è sempre (o quasi) arrivato dove voleva. LEGGI TUTTO

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    Valentino Rossi sbarca nel Metaverso con il suo 46

    Valentino Rossi, pilota 9 volte campione del mondo, icona del motomondiale, nonché uno degli sportivi più famosi e amati di tutti i tempi, fa il suo ingresso nel web3 costituendo una società dedicata a progettare e sviluppare contenuti unici dedicati al brand VR46 nel metaverso, nel gaming e nel mondo degli NFT (non-fungible token).
    VR46 Metaverse nasce dalla joint venture con The Hundred, media holding italiana che metterà a disposizione il suo know-how nel settore per sviluppare esperienze virtuali dedicate ai numerosissimi fans di Valentino Rossi nel mondo, agli appassionati di sport motoristici e ai videogiocatori in generale. La joint venture che ha portato alla nascita di VR46 Metaverse è stata promossa da Nicola Volpi, lead investor di The Hundred.
    MotoGP, il numero 46 di Valentino Rossi sarà ritirato al Mugello LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Rossi: “Andai via dalla Honda perché non mi trattavano da campione”

    ROMA – Tra le numerose sliding doors della carriera più che ventennale di Valentino Rossi, forse la più importante è quella che lo ha portato alla Yamaha nel 2004 dopo aver voltato le spalle alla Honda. La casa dell’Ala Dorata, a cavallo tra gli anni Novanta e i primi Duemila, non aveva rivali in quella che allora era la Classe 500. L’ex pilota di Tavullia fu tuttavia capace di ribaltare le gerarchie, riportando la scuderia di Iwata al trionfo dopo un digiuno lungo dodici anni. Rossi, in uno speciale realizzato dalla MotoGp, ha detto: “La Honda era la moto da battere. Ma pensavano che se me ne fossi andato, avrebbero vinto con altri piloti, come Gibernau e Biaggi. Non mi hanno trattato da campione e dovevo ringraziarli se vincevo. Per questo ho deciso di andarmene”.
    Le parole di Doohan
    L’analisi di Valentino Rossi raccoglie il plauso di Mick Doohan, che con la Honda di mondiali ne ha vinti cinque consecutivi, dal 1994 al 1998 . “C’era un po’ di arroganza in casa Honda, erano troppo fiduciosi. Non hanno avuto rispetto per quello che Valentino Rossi ha fatto per loro”, ha detto l’australiano. La risposta di Rossi a coloro che allora criticarono la sua scelta fu immediata: vinse il titolo mondiale con lo stesso numero di vittorie raccolte con la Honda nell’anno precedente. Una rivoluzione nel mondo del motomondiale di allora, che ebbe come conseguenza quello di spostare l’attenzione più sul pilota che sulle scuderie. Nonostante il nove volte iridato abbia detto addio alla MotoGp, il suo iconico numero 46 sarà ancora presente in pista. Saranno infatti Marco Bezzecchi e Luca Marini, piloti del VR46 Racing Team, a difendere il buon nome del Dottore in classe regina. LEGGI TUTTO

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    Valentino Rossi: “La Ferrari era a un passo, presi una scelta difficile”

    ROMA – Valentino Rossi in Ferrari. Un matrimonio mai celebrato, ma le cui voci per anni si sono rincorse a più riprese. Ma è lo stesso campione di Tavullia, in un’intervista concessa a Graham Bensinger, a rendere l’idea di quanto era concreta l’ipotesi che il numero 46 comparisse davvero nel paddock del Circus. “Fui a un passo dal correre in Formula 1. Mi chiamò Stefano Domenicali (allora direttore sportivo a Maranello, ndr) e mi chiese se volessi provare la macchina. Io risposi di sì e quindi ci recammo di nascosto a Fiorano. Cercammo di tenere riservata la cosa ma non ci riuscimmo. Così io e Uccio (Alessio Salucci, ndr) rimanemmo da soli nell’ufficio di Enzo Ferrari, fu un momento indimenticabile”.
    Dilemma da sciogliere
    Valentino Rossi contestualizza l’episodio che avrebbe potuto cambiare in maniera decisiva la sua carriera: “Feci anche un test ufficiale con la Ferrari e gli altri piloti a Valencia. Era la fine del 2006 e venne fuori che ero anche abbastanza veloce. C’era anche un piano: avrei iniziato con un team più piccolo, per poi approdare in Ferrari se mi fossi rivelato idoneo. Tutti mi volevano a Maranello, da mia madre ai miei amici”. Il Dottore quindi venne posto davanti a un bivio: abbiacciare la nuova avventura in Formula 1 oppure continuare a scrivere la storia in MotoGp? “Avevo molti dubbi – ha confessato il nove volte iridato – e alla fine rimasi nel motomondiale. Ma la scelta non fu facile, anche se nel mio cuore sentivo che dovevo continuare sulle moto”. Presentimento che ha dato ragione a Rossi, capace di vincere altri due mondiali in MotoGp dopo il 2006.  LEGGI TUTTO

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    Valentino Rossi: “Fui vicino alla Ferrari, non fu facile scegliere le moto”

    ROMA – C’è stato un momento in cui i destini di Valentino Rossi e della Ferrari erano davvero sul punto di intrecciarsi. È lo stesso campione di Tavullia, in un’intervista concessa a Graham Bensinger, a raccontare i retroscena di quei giorni concitati, quando la possibilità che il numero 46 comparisse nel paddock del Circus era più che concreta. “Fui a un passo dal correre in Formula 1. Mi chiamò Stefano Domenicali (allora direttore sportivo a Maranello, ndr) e mi chiese se volessi provare la macchina. Io risposi di sì e quindi ci recammo di nascosto a Fiorano. Cercammo di tenere riservata la cosa ma non ci riuscimmo. Così io e Uccio (Alessio Salucci, ndr) rimanemmo da soli nell’ufficio di Enzo Ferrari, fu un momento indimenticabile”.
    Le parole di Rossi
    Valentino Rossi contestualizza l’episodio che avrebbe potuto cambiare in maniera decisiva la sua carriera: “Feci anche un test ufficiale con la Ferrari e gli altri piloti a Valencia. Era la fine del 2006 e venne fuori che ero anche abbastanza veloce. C’era anche un piano: avrei iniziato con un team più piccolo, per poi approdare in Ferrari se mi fossi rivelato idoneo. Tutti mi volevano a Maranello, da mia madre ai miei amici”. Il Dottore quindi venne posto davanti a una scelta: abbiacciare la nuova avventura in Formula 1 oppure continuare a scrivere la storia in MotoGp? “Avevo molti dubbi – ha confessato il nove volte iridato – e alla fine rimasi nel motomondiale. Ma la scelta non fu facile, anche se nel mio cuore sentivo che dovevo continuare sulle moto”. Una storia d’amore, questa fra Valentino Rossi e la Ferrari, mai sbocciata, ma che avrebbe potuto cambiare radicalmente gli albi d’oro del motorsport. LEGGI TUTTO