De Minaur sulla partecipazione all’UTS Grand Final di Londra: “È divertente e quel grosso assegno fa gola a tutti”
Alex de Minaur nell’infografica di UTS
Educato, sincero e sempre onesto, questi sono alcuni degli aspetti che rendono Alex de Minaur uno dei giocatori più stimati nell’ambiente. Anche quando è pronto ad ammettere, senza ipocrisia, che un gran bell’assegno sia una grossa motivazione a giocare l’ennesima esibizione. Il miglior tennista australiano, reduce dalla prima apparizione in carriera alle ATP Finals di Torino, parteciperà al gran finale del tour UTS, una serie di esibizioni ideata dal coach Patrick Mouratoglou nel quale si gioca un tennis un po’ diverso, governato dal tempo e da un ritmo assai “televisivo”. Grazie a buoni sponsor e trainato dall’interesse delle tv, l’Ultimate Tennis Showdown ha destato un certo interesse e dal 6 all’8 dicembre a Londra (presso la Copper Box Arena) si disputerà una sorta di “Masters”, con un prize money davvero importante: ben 2.165.000 dollari, con il vincitore che potenzialmente potrà portarsi a casa un assegno di 921.800 dollari. In pratica duemila dollari in meno del premio ricevuto dal vincitore dell’ultimo Masters 1000 di Parigi Bercy (Zverev). Oltre all’australiano, il lotto dei partecipanti alle finali UTS sarà composto da Andrey Rublev, Holger Rune, Ugo Humbert, Alexander Bublik, Gael Monfils, Denis Shapovalov e Thanasi Kokkinakis.
“È emozionante e diverso, ti dà una visione nuova di come giocare i punti”, afferma De Minaur al media britannico Tennis365 appena sbarcato a Londra per la manifestazione. “Ho giocato un paio di eventi UTS e mi sono davvero divertito. Iniziare il punto con un solo servizio è un interessante cambiamento di mentalità e mi piace cercare di adattarmi. Trovo che il rumore e il caos degli eventi UTS siano un po’ più facili da gestire quando penso al contesto dell’evento. Quando intorno tutto è in silenzio, senti ogni rumore, ma visto che durante le partite UTS non c’è mai tranquillità ti ci abitui, è la dimostrazione che posso giocare anche così. Ti abitui al fatto che la folla è partecipe, urla e la musica suona. Significa che devi trovare un modo diverso per concentrarti sul gioco“.
“Anche i compensi sono ottimi agli eventi UTS e questo li rende super competitivi. Siamo tutti là fuori a cercare di vincere e quel grande assegno alla fine della settimana fa gola a tutti, tira fuori il meglio dai giocatori“.
Non si spegne mai il tema del giocare troppo, calendario affollato, stagione esageratamente lunga ma… alla fine i giocatori prendono parte più che volentieri a varie esibizioni nel periodo che dovrebbe esser dedicato a riposo e preparazione. L’UTS Tour rientra pienamente in queste critiche, ma De Minaur insiste sul fatto che ai giocatori debba essere garantita la libertà di scegliere quando giocare.
“Giocare un evento come questo è un buon modo per spezzare la stagione e divertirsi molto allo stesso tempo”, afferma De Minaur. “Quando sei là fuori, senti la pressione del momento e ti metti alla prova. È importante provare a migliorare alcuni aspetti del proprio gioco, e affrontare una competizione diversa come questa può aiutarti capire molte cose, per poterle poi applicare quando giochi altre partite nel tour regolare”.
Mouratoglu continua a sostenere la bontà della sua creatura, un tennis diverso, un po’ più rock and roll, e per questo a suo dire più avvincente ed in grado di avvicinare i giovani. “Con il format UTS hai sia la parte competitiva, con i migliori in campo, che un’incredibile quantità di momenti di vera pressione in cui senti molta adrenalina come spettatore e naturalmente anche come giocatore. Allo stesso tempo, c’è vero intrattenimento. Quindi hai entrambe le cose, agonismo e intrattenimento, il che è fantastico perché è lo scopo del tour fin dal primo giorno. L’obiettivo di UTS è principalmente quello di portare nuovi fan al tennis e fan più giovani. Ma, ovviamente, qualsiasi appassionato è più che benvenuto e non mi sorprende che coloro che sono venuti e hanno vissuto l’esperienza di persona l’abbiano amata. Anche i giocatori continuano a tornare, ovviamente si divertono. Amano il DJ, la musica, l’atmosfera. Ciò che gli sportivi amano di più è sentire la folla con loro o contro di loro, e provare quell’emozione e condividerla”.
Marco Mazzoni LEGGI TUTTO