More stories

  • in

    Chris Froome ufficialmente al Tour de France. Le dichiarazioni

    Chris Froome ufficialmente al Tour de France in partenza alla fine di giugno. L’ufficialità della sua presenza è arrivata nella giornata di oggi direttamente dalla sua squadra che ha dato comunicazione tramite i canali ufficiali social.

    Froome ha così commentato: “Dopo due anni senza Tour de France non vedo l’ora di tornare,  è stato un percorso arduo dalla mia caduta al Giro del Delfinato nel 2019, ma questa è stata una delle mie più grandi motivazioni. Ho lavorato instancabilmente per essere dove sono, e anche se quest’anno non ho ambizione di fare il leader per la classifica generale, spero di aggiungere la mia esperienza e il supporto al team come capitano sulla strada. Abbiamo un contender forte come Michael Woods e non vedo l’ora di dare tutto per lui e per il team nella battaglia verso Parigi”.

    Chris Froome ufficialmente al Tour. Le dichiarazioni di Verbrugghe
    Verbrugghe ha confermato al riguardo: “Chris sarà il nostro capitano sulla strada in questo Tour de France. Come quattro volte vincitore della corsa, il valore della sua esperienza non può essere sottovalutato. Sarà molto utile per il team durante la corsa. A livello sportivo, credo che vedremo un altro miglioramento dal Delfinato al Tour dopo il nostro training camp sulle Alpi. Speriamo di veder migliorare Chris tappa dopo tappa, durante la corsa”. LEGGI TUTTO

  • in

    Froome al Tour? Cresce l’ottimismo, ma non sarà il leader. Le dichiarazioni

    Froome al Tour? Le possibilità che il corridore britannico sia al via della Grande Boucle aumentano giorno dopo giorno. A darne conferma è il dirigente della Israel Start Up Nation Rik Verbrugghe che in un’ intervista a La Dernière Heure ha sottolineato: “Lo spirito combattivo di Chris è particolarmente ammirevole. Ci rendiamo conto che il suo livello attuale è insufficiente per essere competitivo nella classifica generale o per conseguire una vittoria di tappa, ma il Tour potrebbe essere il passo successivo nel processo di recupero di Chris, soprattutto in vista della Vuelta. Pensiamo che possa dargli anche una grande spinta mentale”.

    Froome al Tour? Le dichiarazioni
    Verbrugghe ha poi aggiunto che Froome  se sarà presente al Tour de France, non sarà comunque il leader della squadra. Al riguardo ha sottolineato: “Froome non sarà comunque il leader della squadra, se andrà al Tour. La squadra sarà costruita attorno a Michael Woods che correrà per la classifica generale, ma ci sarà anche Dan Martin che lotterà per le vittorie di tappa. Purtroppo abbiamo alcuni corridori infortunati, come Daryl Impey, Alessandro De Marchi e Krists Neilands, anche se speriamo di recuperarne qualcuno. Anche Sep Vanmarcke purtroppo non è al massimo”.Non resta che attendere ancora pochi giorni per scoprire la decisione definitiva. LEGGI TUTTO

  • in

    Fabio Aru soffre alla fine del Delfinato. I prossimi obiettivi

    Fabio Aru soffre nelle ultime tappe del Giro del Delfinato, proprio in quelle salite che dovevano consacrare definitivamente il ritorno del sorrido nel volto del corridore. Perchè effettivamente nelle prime frazioni, il Cavaliere dei Quattro Mori ha dimostrato che la condizione stava tornando riuscendo a tenere il passo dei migliori e a chiudere quasi sempre col gruppo. Poi sono arrivate le salite e le montagne e qui sono iniziati i problemi. I distacchi importanti infatti sono arrivati nelle ultime due frazioni, dove ha accumulato un ritardo di 9 minuti dal vincitore e successivamente oltre 10.L’aspetto positivo però deve essere colto. Il corridore infatti avrà a disposizione altre corse per tornare al meglio e provare a giocarsi un’opportunità che lui stesso non considera tramontata: le Olimpiadi di Tokyo.

    Fabio Aru soffre nelle ultime tappe del Delfinato. I prossimi obiettivi
    La stagione di Fabio Aru non è certamente terminata. I prossimi obiettivi sono i Campionati Italia di Imola in programma il 21 giugno e il Tour de France che partirà alla fine di giugno. Certo, il Delfinato era un’ottima occasione per provare ad avere un posto a Tokyo, ma non resta che attendere le prossime corse per scoprire i risultati di un corridore che piano piano sta cercando di ritrovare definitivamente la luce. LEGGI TUTTO

  • in

    Tom Dumoulin, il retroscena sul ritiro momentaneo e le dichiarazioni sui prossimi obiettivi

    Tom Dumoulin torna ufficialmente a correre dopo lo stop che si era preso a gennaio per decidere il suo futuro personale e professionale.In un’intervista a Het Nieuwsblad ha rivelato un retroscena sul suo ritiro: “Il problema degli ultimi tre anni è stato che avevo perso il piacere di lavorare e di correret. Avevo dimenticato cosa mi piaceva e cosa non mi piaceva. Ora lo so di nuovo. Quel periodo senza gare è stato molto istruttivo per me. So di nuovo che tipo di corridore è Tom Dumoulin. Cosa succederà dopo Tokyo, non lo so ancora. Forse tornerò a fare classifica nei Grandi Giri. Forse voglio pormi altri obiettivi, o forse non voglio più essere un corridore”.

    Tom Dumoulin e la partecipazione al Giro di Svizzera
    Tom Dumoulin riprende la corsa al Giro di Svizzera e pensa alle Olimpiadi di Tokyo. Su queste ultime ha chiosato: “Il mio piano è di essere bravo a Tokyo come lo ero prima. Credo che sia possibile, altrimenti non avrei iniziato questo piano. Ovviamente tutto dovrà andare al posto giusto e ci si può chiedere se avrò abbastanza tempo per arrivare al mio livello migliore, ma sono fiducioso che funzionerà. Devo dire che sono rimasto scioccato quando sono tornato in sella per la prima volta dopo alcuni mesi senza allenamento. Dopo due settimane, ho fatto un test e sono rimasto sorpreso dal risultato. Il talento non è certo scomparso. Questo è anche il motivo per cui ho fatto delle Olimpiadi di Tokyo un obiettivo”. LEGGI TUTTO

  • in

    Fabio Aru e il sogno Olimpico: “Se dimostrerò….penso che Cassani non avrà problemi a portarmi”

    Fabio Aru e il sogno Olimpico alle porte per il quale nutre ancora qualche speranza. Il suo racconto è affidato ad un’intervista rilasciata ai microfoni di Cyclingpro. Il corridore ora si trova impegnato al Giro del Delfinato e su Tokyo ha affermato: “Verso i Giochi anche questa è una preparazione molto buona, con Delfinato e Tour. Se dimostrerò di andare forte in salita penso che Cassani non avrà problemi a portarmi”.

    Fabio Aru e il sogno Olimpico passando per il Giro del Delfinato
    Nel Giro del Delfinato il corridore sardo della Qhubeka Assos Fabio Aru sta tenendo il passo dei migliori e in queste ultime tappe dovrà confrontarsi con le tanto attese montagne. Queste ultime saranno un vero e proprio banco di prova verso il Tour de France. Sulla sua condizione fisica il corridore ha invece precisato: Ho avuto bisogno di molto tempo. Però piano piano inizio a stare sempre meglio. Avevo bisogno di un po’ di gare quest’anno e anche il Delfinato è una di queste”.Non resta quindi che attendere la fine del Delfinato e il Tour per comprendere quali saranno le scelte del ct Davide Cassani in vista delle Olimpiadi di Tokyo in programma nel mese di luglio. LEGGI TUTTO

  • in

    Il Delfinato, attesa per Fabio Aru. Iniziano le montagne

    Il Giro del Delfinato entra nel vivo con le tappe di montagna. Questa mini corsa a tappe sta dando risposte molto positive al Cavaliere dei Quattro Mori Fabio Aru. Fino ad oggi infatti, il corridore è stato sempre con i migliori anche se le frazioni non hanno presentato difficoltà altimetriche particolarmente importanti. La sua prestazione è stata negativa invece nella cronometro individuale dove ha maturato un ritardo di 1’34” dal kazako Alexey Lutsenko vincitore della crono. Attualmente il villacidrese occupa il 32mo posto in classifica generale e ha un ritardo di 1’35” dall’austriaco Lukas Poestlberger, 1’34” dal kazako Alexey Lutsenko, 1’29” da Kasper Asgreen, e 1’21” da Geraint Thomas.

    Il Giro del Delfinato, attesa per Fabio Aru
    Il vero Fabio Aru inizieremo a vederlo nella giornata di oggi, quando inizieranno le vere e proprie montagne del Giro del Delfinato. Oggi, infatti, si correrà la sesta tappa: un percorso di  167 km da Loriol-sur-Drome a Le Sappey-en-Chartreuse. Per i corridori ci sarà da scalare  il Col de Porte. Sabato e Domenica saranno altri due giorni importanti di montagne che daranno una risposta al Cavaliere dei Quattro Mori. Dopo queste prove, ci sarà la decisione finale se prender parte al prossimo Tour de France in partenza alla fine del mese di giugno. LEGGI TUTTO

  • in

    Froome potrebbe non correre il Tour de France. Le parole di Rik Verbrugghe

    Froome potrebbe non correre il Tour de France 2021.  Il kenniano bianco è impegnato in questi giorni nel Giro del Delfinato, ma la forma fisica sembra ancora lontana dall’essere al top. Il direttore sportivo Rik Verbrugghe, già dalla settimana scorsa, aveva dichiarato a La Derniere Heure che “la presenza di Froome al Tour non è scontata”.

    Froome potrebbe non correre il Tour. Le dichiarazioni
    Verbrugghe ha aggiunto su Froome: “È un grande campione per il quale ho molto rispetto, ma la sua partecipazione al Tour de France non è in alcun modo assicurata. Mi aspetto che durante il Delfinato arrivi qualche risposta.  Ha avuto una progressione costante sin dall’inizio della stagione, ma mi piacerebbe che i suoi miglioramenti siano più evidenti”. Si prospettano tempi duri per il corridore dell’Israel? Per scoprirlo non resta che attendere la fine del Delfinato per capire se arriverà qualche risposta in positivo. Ricordiamo che il britannico già ad inizio stagione, aveva più volte apertamente dichiarato che tra i suoi obiettivi stagionali c’era la vittoria del quinto Tour de France. La Grande Boucle prenderà il via intorno alla fine del mese di giugno per una tre settimane di corse che si preannuncia entusiasmante e ricca di colpi di scena. LEGGI TUTTO

  • in

    Egan Bernal e i racconti della bicicletta

    La fortuna migliore che possa toccare a un grande campione è quella di essere pedinato da un grande cronista. Dal punto di vista di Egan Bernal, una sterminata orda di giornalisti brulicanti fornisce versioni diverse della sua ascesa. Le storie più affascinanti, quelle che fanno la fortuna del campione, le tramandano quelli che non si limitano a raccontare l’evento, ma il modo in cui lo hanno vissuto. In questo, Gianni Mura si è ritagliato un ruolo da maestro. A un anno dalla sua scomparsa, si coglie l’occasione di ricordare uno dei più grandi autori di racconti della bicicletta.
    Egan Bernal, il futuro è arrivato
    Il 27 luglio 2019, Gianni Mura corrispondeva da Tignes gli aggiornamenti sul Tour 2019: «Succede di tutto, anche troppo». Il maltempo a 37 km dal traguardo, le cronache di chi ha mollato per i dolori alle cosce, gli imprevedibili e spaventevoli scherzi del «Dio del ciclismo» che «sotto una canicola senza precedenti dal 1873, ha spedito sulla corsa una tempesta di grandine, più due frane sulla strada».
    Mura ci racconta di quando il direttore del Tour Christian Prudhomme e il direttore di corsa Thierry Gouvenou, decisero di interrompere la tappa a causa della grandine che aveva coperto le strade di Val d’Isère, trasformando il paesaggio in una «cartolina di Natale». Quando i corridori furono informati della decisione, Egan Bernal non capì, perché lui l’inglese non lo parlava.

    «mi parlavano in inglese, non capivo perché dovessimo fermarci. Me l’hanno spiegato in spagnolo e allora ho tirato i freni»

    Non essendoci stato alcun ordine di arrivo, il vincitore venne stabilito sui tempi registrati in cima a Col de l’Iseran. Quel giorno, il Dio del ciclismo non si era risparmiato di eleggere la nuova maglia gialla. Il suo nome era Egan Bernal, che in quella edizione sarebbe riuscito a proclamarsi il primo colombiano nella storia a vincere il Tour de France e il più giovane vincitore dal Dopoguerra.

    «sapevo che se avessi fallito avrei compromesso il podio, ma se fosse andata bene potevo vincere il Tour»

    La gioia invisibile
    Le gioie più grandi sono le più difficili da esprimere. Non perché sia difficile – oltreché inutile – trovare le parole, ma perché il più delle volte sei arrivato stremato al traguardo, qualunque esso sia nella vita. Dopo la vittoria del Giro d’Italia, Egan Bernal si è presentato stravolto ai microfoni.

    «scrivere il mio nome su questo trofeo, alla fine è come rimanere nella storia. Il mio nome resterà per sempre»

    Sono le parole di un campione che ci ha abituati alla mitezza del suo temperamento. A 24 anni, Bernal ricorda di quando da liceale aveva pensato a un futuro come giornalista, salvo poi diventare il protagonista delle loro cronache.
    È uno di quei campioni che al trono del vincitore preferisce la trattoria dove festeggiare la vittoria, è uno di quei campioni che sono chiamati a far pesare sulla giovane età l’esperienza di chi ha vinto tutto. Non stupisce che abbia già accennato al sogno di ritirarsi un giorno a far vita di campagna. Egan Bernal è uno di quei campioni che trae la forza dalla fede, dagli affetti e dalle gambe.

    «la mia forza arriva da Dio»

    Per Bernal, il Giro d’Italia non è solamente il Giro. Ha vinto dove ha vissuto per due anni. Nel 2019, Gianni Mura ci ricordava come il ciclista colombiano avesse abitato ai piedi dell’Etna. Lì si era formato il legame con l’Italia, dove ha imparato la lingua e ricevuto l’affetto degli italiani. Ci ricordava inoltre che alla trattoria Buasca di Cuorgnè ha la sua sede il Bernal Fan Club Italia.
    Egan Bernal non ha intenzione di ritirarsi adesso, la campagna può attendere. Alla trattoria Buasca resta viva la speranza di tornare a brindare. LEGGI TUTTO