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    Toni Nadal difende Sinner: “Sono contrario a questa sanzione. Lo conosco e so che non c’era alcuna volontà di commettere un illecito, non si può trattare una persona così per un errore avvenuto casualmente”

    Toni Nadal nella foto

    Toni Nadal, direttore del Mallorca Championships di Calvià, ha annunciato lunedì sul quotidiano Marca la partecipazione di Casper Ruud, tennista tra i primi cinque al mondo, come grande attrazione per la prossima edizione dell’Open 250 su erba, in programma dal 22 al 28 giugno. Il torneo precede immediatamente Wimbledon.
    Durante la presentazione, Toni Nadal ha dichiarato: “Abbiamo già la conferma di Kyrgios, Ruud e Monfils e questo rende il torneo molto attraente. A breve comunicheremo la presenza di un altro grande giocatore e stiamo anche parlando con Jaume Munar. Sarà un grande evento.”
    Toni, zio e mentore di Rafa Nadal, si è poi soffermato sull’omaggio che Roland Garros sta preparando per celebrare la carriera del campione spagnolo, ritiratosi dopo la fase finale dell’ultima Coppa Davis: “A livello familiare siamo molto contenti di questo riconoscimento. Rafael è molto felice del tributo che gli verrà reso. So che ci stanno lavorando da tempo e credo che risulterà un omaggio importante. Per Rafael, riceverlo in Francia e nel luogo dove ha ottenuto i maggiori successi sportivi è motivo di grande soddisfazione. Non so se ce ne saranno altri, ma questo è molto significativo per lui.”
    Nell’occasione, Toni Nadal ha anche espresso il proprio parere sulla squalifica di tre mesi inflitta a Jannik Sinner, a causa della positività al clostebol rilevata a Indian Wells 2024: “L’ho già detto più volte e l’ho spiegato: sono contrario a questa sanzione. Conosco personalmente Sinner e so che non c’era alcuna volontà di commettere un illecito, non si può trattare una persona in questo modo per un errore avvenuto casualmente. Non si può avere la pretesa di punire e basta. Bisogna sanzionare chi fa le cose in modo intenzionale per trarne un vantaggio. E so che non è il caso di Sinner, che non ha ottenuto alcun beneficio da ciò che gli è stato riscontrato. Dunque, perché punire. È vero che dicono che ad altri giocatori, che non erano numeri uno, è stata applicata una sanzione, ma in passato si è agito in modo sbagliato. Mi sorprende anche che diversi tennisti si siano schierati contro di lui, compresi alcuni di altissimo livello e qualcuno non proprio irreprensibile.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal sulla controversa uscita di Djokovic: “Una leggenda merita rispetto”

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    L’Australian Open 2025, conclusosi con il secondo trionfo consecutivo di Jannik Sinner, lascia dietro di sé una scia di polemiche per il ritiro di Novak Djokovic nella semifinale contro Alexander Zverev. Il campione serbo, vincitore di dieci edizioni del torneo, ha abbandonato il campo dopo un solo set tra i fischi del pubblico della Rod Laver Arena, scatenando un acceso dibattito nel mondo del tennis.
    La questione è particolarmente delicata considerando che Djokovic, apparentemente in difficoltà fisica, era riuscito a sconfiggere Carlos Alcaraz nei quarti di finale nonostante sembrasse sul punto di ritirarsi. Un comportamento che ha alimentato i dubbi sulla veridicità dei suoi problemi fisici.Toni Nadal, storico coach e zio di Rafa, ha analizzato la situazione sulle colonne de El País, identificando due ragioni principali dietro la reazione negativa del pubblico. “In primo luogo, comprendo la delusione e la rabbia degli spettatori che hanno pagato un biglietto costoso per assistere all’incontro”, ha scritto. “Ma la seconda ragione, probabilmente la più importante, è che nel corso degli anni si è alimentata una certa diffidenza intorno a Novak, a causa delle sue smorfie ed espressioni teatrali, che hanno seminato dubbi sulla veridicità dei suoi infortuni.”
    L’ex coach spagnolo ha poi evidenziato come il comportamento di Djokovic si sia discostato dalla prassi comune in questi casi: “Quando un giocatore affronta problemi fisici in un incontro di questo livello, solitamente rimanda la decisione del ritiro fino all’ultimo. Chiama il fisioterapista, continua a giocare nonostante le difficoltà e solo quando constata l’irreparabilità della situazione, opta per il ritiro. Abbiamo visto Novak in più occasioni con atteggiamenti simili, con espressioni facciali e linguaggio corporeo che contraddicono quanto vediamo in campo, seminando dubbi sull’autenticità dei suoi problemi.”
    Nonostante queste considerazioni, Toni Nadal ha preso una posizione netta in difesa del campione serbo: “Credo che un grande campione come il serbo, qualcuno che ha contribuito a scrivere le pagine più eccelse della storia del tennis, non dovrebbe lasciare così nessun campo da tennis, e ancor meno la Rod Laver Arena, dove detiene il record di vittorie e titoli. Il rispetto, questo è il mio personale sentire, se lo è meritato nel momento difficile di dover abbandonare il campo che lo ha visto vincere così tante volte.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal: “Il gioco va rallentato per spremere meno il fisico. Come? Ci sono soluzioni, una può essere racchette più corte”

    Toni Nadal

    Toni Nadal torna a parlare dei problemi del tennis attuale, come l’estrema velocità del gioco e dei servizi, e degli infortuni, sempre più numerosi. Per l’ex coach e mentore del nipote Rafael, se si volesse davvero trovare una soluzione a questi problemi, si potrebbe intervenire su più fronti. Curiosa una delle soluzioni da lui proposte: accorciare i telai… Ne ha parlato a margine di un evento di promozione della salute a Madrid, come riporta AS. Ecco alcuni passaggi del pensiero di Toni.
    “Lo sport, e lo si diceva fin dai tempi dell’antica Grecia, era un complemento, era inteso come complemento necessario per lo sviluppo dell’essere umano” racconta Toni Nadal. “Quando si limita lo sport al solo aspetto fisico, si prende le distanze da quel complemento ritenuto necessario. Se hai un gioco sempre più veloce, probabilmente sarà complicato arrivare a questo. Se porti lo sport più verso la strategia, anche se so che non è facile, forse non spingerai il corpo al limite. Come ottenerlo? Nel mondo del tennis credo in diverse soluzioni. Una potrebbe essere quella di intervenire sui telai. Le racchette possono essere accorciate, il che ti impedirebbe di giocare a questa velocità estrema. Quando giochi in questo modo, un aspetto del tuo corpo cederà, non si sincronizzerà o farai un movimento improvviso che ti porterà a qualche problema. La stessa cosa accade nel calcio, sempre più veloce. E l’altro giorno ascoltavo i problemi che i calciatori hanno avuto con gli infortuni, e riflettevo se erano dovuti all’eccessivo numero di partite. Non so se è così, perché è vero che ci sono tante partite, ma ci sono anche rose ampie. Forse potrebbero modificare qualche regola che renderebbe lo sport meno dannoso per gli atleti”.
    Toni insiste sul servizio, a suo dire troppo veloce: “Ovviamente quando giochi con le velocità attuali del servizio è complicato. L’altro giorno i miei figli mi hanno informato che Giovanni Mpetshi Perricard ha tenuto il secondo servizio a una media di 213 km/h. È scandaloso. A questo livello, quando una palla ti arriva a questa velocità devi avere una reazione del corpo improvvisa, perché non sai come andare costantemente a questa velocità. Quindi in ciascun gioco qualcosa può rompersi. Penso che quello che dovrebbero fare è provare ad andare dall’altra parte, cercare di spostare il gioco verso la strategia, che non sian solo il fisico a comandare. Ci sono soluzioni in tutto. Se sai che cosa fa male, cercare di evitarlo è la soluzione” conclude Nadal.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal torna al 2005: “I dottori ci dissero che la lesione al piede avrebbe terminato subito la carriera di Rafa”

    Toni e Rafael Nadal a Roland Garros

    Uno degli aspetti più iconici nella carriera di Rafael Nadal è certamente il suo strapotere fisico, quell’energia incredibile che gli ha permesso di spingere la palla con vigore, effettuare difese estreme e lottare su ogni palla per ore ed ore, diventando quasi impossibile da superare sul piano della lotta e resistenza. Un tennis così estremo sul piano atletico che, come si dice in gergo, “gli ha presentato il conto” più volte, con tanti infortuni più o meno gravi. Il suo mentore e zio, Toni Nadal, afferma sempre che “Djokovic è il tennista che ha vinto di più, Federer quello che ha giocato meglio a tennis, mentre mio nipote se non avesse sofferto il grave problema al piede sarebbe stato il più forte di tutti”. Ipotesi che ha un fondamento, ma del resto giocare per oltre 20 anni un tennis così estremo per il proprio corpo ha costretto Rafa a dover affrontare molti infortuni e lesioni. Spingere al massimo per vincere, ma andare oltre la possibilità stessa del corpo, impossibile resistere senza problemi. Anzi, se guardiamo la faccenda girando la frittata, è irreale come sia riuscito a giocare a questo livello per 20 anni, la storia del tennis ci insegna che con una richiesta del genere al proprio corpo nessuno ha retto più di un lustro…. “Per varie stagioni Rafa non ha potuto giocare l’annata completa, ha perso molti Slam per infortuni”, continua Toni Nadal, “tuttavia se mia nonna avesse avuto le ruote, sarebbe stata una bicicletta!”, battuta a chiudere un discorso che, essendo ipotetico, non porta da nessuna parte.
    Interessante invece il ricordo di Toni sulla grave situazione vissuta da Rafa nel 2005, quando esplose al massimo livello vincendo il suo primo Roland Garros ed imponendosi di prepotenza come grande rivale del dominatore del tour, Roger Federer. Mentre la carriera del giovane spagnolo era in rampa di lancio, arrivò un terribile responso dai medici sul problema al piede che già iniziava a tormentarlo: la carriera era a rischio, anzi, poteva chiudersi da un momento all’altro. Così Toni ne ha parlato a “El Partidazo de COPE”, programma radio molto seguito in Spagna.
    “Rafael si è abituato a convivere con il dolore” racconta lo zio e primo allenatore del giovane talento. “Per molti anni ha avuto problemi e quasi sempre ne è uscito più forte. Aveva problemi che sembravano farlo sprofondare ma lui è riuscito a uscirne sempre. Questo gli è rimasto in testa e ultimamente pensava di poter tornare a competere ancora, ma vedendo giorno dopo giorno che le cose non si risolvevano, ha dovuto prendere la decisione di smettere di giocare. Ma se non avesse superato tutte quelle difficoltà non sarebbe diventato così forte”.
    Nella lunga lista di infortuni che lo hanno privato di più di una dozzina di presenze negli Slam, ce n’è uno che ha cambiato tutto. “Nel 2005 è stata scoperta una lesione all’osso del piede” racconta Toni. “Il medico ci ha detto che la sua carriera era finita, i suoi pazienti affetti da tale problema riuscivano a praticare solo sport leggeri. Non ci siamo arresi. In quel periodo ha iniziato ad usare delle solette che hanno cambiato i suoi appoggi al terreno. Quelle solette hanno salvato la sua carriera, ma nel cambiare l’appoggio Rafael è stato costretto a cambiare il suo modo di correre, l’equilibrio e lo stress sul corpo. Sono sorti problemi al ginocchio e alla schiena. È vero che è sempre stato al limite, ma penso che sia qualcosa dovuto all’infortunio al piede del 2005″.
    Ripercorrendo la lunga carriera del nipote, Toni afferma che il capolavoro resta la vittoria a Wimbledon 2008: “Sono sicuro che la partita più importante nella carriera di Rafael è la finale di Wimbledon del 2008. Era il numero uno contro il numero due, nel luogo più emblematico del tennis mondiale, perché il numero due stava per spodestare il numero uno. È una partita che ha tutto quello che doveva avere per restare nella storia. La partita fu un’altalena, Rafa vince i primi due set, Federer recupera, abbiamo il matchball, ma Rafa non lo sfrutta… E tutto finisce nel quinto set. Alla fine vince, batte il migliore di tutti dove nessuno riusciva a batterlo, quella resta la sua partita più bella”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal sul successo di Sinner a US Open: “Da fondo campo è quasi ingiocabile per la stragrande maggioranza dei suoi avversari. Sapere di aver la coscienza pulita lo ha aiutato”

    Toni Nadal

    Toni Nadal continua a difendere Jannik Sinner ed esalta le sue qualità di colpitore da fondo campo che, a suo dire, lo rendono ingiocabile per la maggioranza dei suoi avversari. Attraverso il suo consueto editoriale sul quotidiano iberico “El Pais”, lo zio più famoso del tennis è tornato sullo splendido successo del n.1 altoatesino a US Open, affermando di non essere affatto sorpreso del livello di gioco toccato da Sinner e nemmeno dell’ottima gestione delle emozioni e pressione derivata dalla sfortunata faccenda della positività. Già prima del torneo Toni aveva affermato di esser certo della buona fede e correttezza di Jannik, in quest’ultimo editoriale conferma pienamente il suo pensiero Pro-Sinner, temendo che per Alcaraz sarà dura batterlo.
    “Jannik è diventato un giocatore praticamente ingiocabile per la stragrande maggioranza dei suoi rivali” scrive Nadal. “I suoi colpi sono precisi, viaggiano a una velocità molto elevata ed è in grado di produrli commettendo pochissimi errori gratuiti. Batterlo da fondo campo è un’impresa quasi impossibile, per questo non mi è sembrata una grande strategia quella tenuta da Fritz in finale a New York. Nei primi due set ha scelto di affrontarlo giocando scambi molto veloci da fondo campo, cercare di sorprenderlo o di fare un vincente, Ma far sbagliare l’italiano è stato, come abbiamo potuto vedere, praticamente impossibile”.
    “Nella settimana precedente al torneo di New York ci chiedevamo se le polemiche generate dal suo caso avrebbero potuto influenzare Sinner, ma l’italiano ha dimostrato nuovamente non solo di essere uno dei migliori sul circuito a livello tecnico ma anche di essere in grado di gestire al meglio le situazioni più complicate. La certezza di avere la coscienza pulita lo ha aiutato”.
    “Devo dire che mi piace ancora di più il gioco di Alcaraz, lo preferisco quando lo guardo, ma devo anche ammettere e temo che il notevole miglioramento dell’attuale leader, soprattutto a livello mentale, gli renderà le cose davvero difficili. Una cosa è certa: la loro rivalità è decisamente la nuova realtà del tour” conclude Toni.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal: “Djokovic contro Alcaraz ha sbagliato tattica. Solo Sinner può battere Carlos sulla velocità”

    Toni Nadal

    Secondo lo “zio” più famoso del tennis, Toni Nadal, nella recente finale di Wimbledon Djokovic si è “suicidato” con una tattica errata che ha finito per esaltare le qualità di Alcaraz. A suo dire l’unico giocatore che può sfidare lo spagnolo sulla rapidità e velocità e sperare di vincere è Jannik Sinner. Questo il sunto del pensiero di Toni, tratto dal suo editoriale settimanale sul quotidiano iberico El Pais. Riportiamo il passaggio più saliente.
    “Posso immaginare i dubbi che Novak e tutta la sua squadra avranno avuto nell’avvicinarsi alla finale di Wimbledon” scrive Nadal. “La decisione non è stata facile. È la stessa che si presenta a molti giocatori e coach quando affrontano un avversario superiore. Come affrontiamo l’incontro? Lo affrontiamo con le nostre solite armi e il nostro stile o, al contrario, proviamo a neutralizzare il nostro rivale cercando altre soluzioni, allontanandoci dal nostro gioco e punti di forza abituali? Personalmente ho sempre scelto il primo. Djokovic ha optato per la seconda via. Sapendo che né le sue gambe né la precisione dei suoi colpi sono più quelli di una volta, e che nemmeno una partita lunga e fisica non gli sarebbe stata favorevole, ha provato una tattica che alla fine si è rivelata suicida. Voleva imporre ritmi alti, giocare aggressivo, accorciare gli scambi da fondo campo e alla minima occasione chiudere i punti in rete”.
    “Secondo me, l’unica opzione che aveva il serbo era provare a rallentare il gioco. Sperare che non sbagliare mai niente a quella velocità e confidare che Carlos non stesse vivendo la sua giornata migliore…”
    “Cercare di battere il giocatore di Murcia in velocità è praticamente impossibile oggigiorno. Solo Jannik Sinner può affrontare lo spagnolo ad armi pari con la massima velocità. E infatti la finale della scorsa domenica conferma che la vera rivalità nei prossimi tornei e, probabilmente, nei prossimi anni sarà tra questi due: l’italiano e il nostro grande campione spagnolo” conclude Nadal.
    Parole importanti, che sottendono un’ altra affermazione: Djokovic a suo dire, a meno di giornate storte di Alcaraz, non ha più gambe e rapidità per imporsi sul giovane rivale. Vedremo cosa accadrà alle Olimpiadi e ancora più sul cemento negli Stati Uniti, dove il duello tra i due, e Sinner, potrebbe vivere nuovi importanti episodi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Felix Auger Aliassime conferma la separazione da Toni Nadal: “Non fa più parte attiva del mio team”

    Felix Auger-Aliassime CAN, 08-08-2000 – Foto Getty Images

    Sono passati molti mesi dall’ultima volta che Toni Nadal è stato visto nel box di Felix Auger Aliassime e ora si conosce il motivo: i due hanno smesso di lavorare insieme.
    La conferma è arrivata dallo stesso canadese in dichiarazioni all’Express. “Toni è a casa. Per ora, sto viaggiando solo con questo team. Il mio allenatore, Frederic, è stato con me per tutto il torneo, insieme al mio fisioterapista, ai miei amici e al mio sparring partner. Anche mio padre mi ha accompagnato di più quest’anno, nei tornei al coperto, a Monte Carlo e a Monaco. Mio padre mi aiuta e sarà con me al Roland Garros”, ha spiegato Aliassime, che ha parlato nuovamente di Toni.
    “Fino a nuovo avviso, Toni e io restiamo in contatto, ma non fa più parte attiva del mio team e non viaggia con me. È sempre stato una grande voce e un grande supporto dall’esterno con molta esperienza, ma non è più attivamente con noi”, ha concluso.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Zio Toni parla del problema di Rafael: “Ha dolore quando esegue il servizio”

    Toni con Rafa in una foto d’archivio

    Il forfait di Rafael Nadal al Masters 1000 di Monte Carlo seppur ampiamente atteso ha suscitato un certo clamore nel mondo della racchetta. Ci si interroga se mai il campione di Manacor riuscirà a rientrare. Nel messaggio social di ieri con il quale ha annunciato che “il suo corpo non gli permette di giocare” lo vediamo impegnato in un allenamento, come a dire per ‘ora non posso, ma continuo a provarci’. Nell’annuncio Rafa non è andato molto nel dettaglio. C’ha pensato zio Toni a fornire una spiegazione più approfondita, con alcune dichiarazioni raccolte dall’agenzia EFE che riportiamo.
    “Non si è ancora ripreso. Ha dolore quando esegue il servizio, per il resto nessun problema in allenamento” afferma Toni. “E questa prima tappa del tour su terra battuta era fondamentale per iniziare a giocare sulla superficie preferita. Tuttavia, Rafa ha ben chiaro che deve ascoltare il proprio corpo e sapere quando è il momento giusto o meno per competere. Con il Roland Garros così vicino, o sei al 100% oppure è meglio non partecipare”.
    Toni tuttavia è abbastanza ottimista sul prossimo rientro del nipote e rivela che in passato temeva che la carriera di Rafa potesse essere assai breve per colpa degli infortuni: “Non so cosa farà per Barcellona e Madrid. Quando ci vediamo gli chiedo come va, ma non gli chiedo quali siano i suoi programmi nello specifico, anche perché lui stesso aspetta di vedere come sta. Spero che possa giocare perché credo sia necessario per poi disputare un buon Roland Garros. Qualche giorno fa l’ho visto e gliel’ho chiesto. Mi ha detto che le cose non andavano bene e io gli ho detto la stessa cosa di sempre: ‘non lamentiamoci, a noi è andata molto bene’ perché pensavamo che la sua carriera sarebbe finita nel 2011 o 2012. Se riuscirà a recuperare e starà bene, penso che potrebbe vincere una medaglia a Parigi. È difficile, ma non si può escludere che sia uno dei favoriti. Roland Garros? Prima, quando Rafael partecipava a Parigi, era il chiaro favorito. Adesso ce ne sono diversi e confido che Rafael sia in quel gruppo se potrà giocare” conclude Toni.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO