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    Ljubicic: “Sinner aveva bisogno di crescere a piccoli passi. Ha fatto un lavoro impressionante”

    Ivan Ljubicic

    Ivan Ljubicic sarà protagonista di un docufilm Sky chiamato “Ljubo, l’uomo salvato dal tennis” (in uscita il prossimo 16 dicembre) che presenterà la vita del croato, scappato dalla guerra nei Balcani e approdato alle Pleiadi di Moncalieri, dove sotto l’ala protettiva e sapiente della famiglia Bucciero è cresciuto come uomo e come tennista, arrivando con Riccardo Piatti al n.3 del ranking mondiale. Al quotidiano Tuttosport ha parlato di vari temi, incluso il momento magico di Jannik Sinner. Secondo Ljubicic l’azzurro ha fatto un percorso coerente e funzionale alla sua crescita, molto diverso da quello di Alcaraz. Riportiamo alcuni passaggi del pensiero di Ivan.
    “Se Jannik vincerà uno Slam? Sono fiducioso che possa vincere prima le ATP Finals, ma aver vinto la Coppa Davis gli permette di arrivare in Australia come un candidato solido” afferma Ljubicic. “Ha già battuto l’intera top-10: ora bisogna vedere come gestirà i momenti in uno Slam. Quando hai una brutta giornata in cui senti la pressione, se pensi troppo, e lui è un giocatore molto cerebrale, puoi finire nei guai. Ha ancora bisogno di vivere una finale in un Major, ma è circondato da persone molto competenti. Il carattere è la sua forza, non si perde mai d’animo e non è mai soddisfatto di ciò che ha fatto. Quando io ho raggiunto il numero 3 del mondo pensavo di aver raggiunto il mio massimo, ed è proprio lì che ho iniziato la mia discesa”.
    “Jannik non è come Alcaraz. Non ha fatto un salto repentino dal numero 40 al numero 1 del mondo, ha dovuto fare piccoli passi. Ciò che ha fatto negli ultimi due mesi, la conferma di un lavoro impressionante che non si è mai fermato, lo ha portato molto vicino al suo grande obiettivo. Aveva bisogno di vivere certe esperienze per sentirsi sempre più a suo agio lungo il percorso. A fine 2022 avevo detto che mi dispiaceva molto che Jannik non avesse ancora giocato partite importanti contro le migliori racchette del mondo. Ora lo scenario è cambiato, non ha più niente da imparare sotto questo punto di vista. Ha iniziato vincendo il suo primo Masters 1000, poi ha battuto tutti i numeri uno. È arrivato in finale a Torino e l’ha persa perché era molto stanco dopo una semifinale davvero impegnativa contro Medvedev, ma quando è uscito dal campo aveva già la testa proiettata in Coppa Davis e nella sua squadra. Jannik ha un atteggiamento perfetto sia dentro che fuori dal campo, non ha paura di parlare dei suoi limiti e delle sue esperienze“.
    Per Ljubicic i vari Alcaraz, Sinner Rune dovranno comunque guardarsi alle spalle perché nuovi talenti sono destinati ad arrivare in alto: “Sono emersi Alcaraz e Rune, talenti che sono già in vetta. Penso che l’anno prossimo Arthur Fils darà loro molto fastidio. Shelton è il classico giocatore che può battere chiunque, ma non lo vedo ancora come un giocatore costante. Vinceranno Sinner e tutti questi, ma poi ne arriveranno altri da dietro”.
    Un plauso anche al modello Italia, che sta producendo continuamente nuovi giovani interessanti. Ecco chi sono, secondo Ljubo, gli italiani destinati ad emergere verso l’altissimo livello: “Il tennis italiano è cresciuto molto, grazie a lavoro e decisioni giuste. L’Italia sta vivendo un processo molto importante, un grande momento: nei prossimi 10 o 15 anni credo ci saranno problemi per l’abbondanza di giocatori ad esempio in Coppa Davis. Il bello è che, ad esempio, tennisti come Cobolli o Nardi possono crescere senza che tutti i riflettori siano puntati su di loro e questo li aiuterà“.
    Un’investitura importante quella del croato, attualmente occupato con la FFT per migliorare la transizione dei migliori giovani verso l’alto livello e quindi il mondo Pro.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Dalila Spiteri: “In Italia tantissimi tornei Challenger ma zero eventi femminili. Si sono scordati di noi”

    Dalila Spiteri nella foto

    La ventitreenne Dalila Spiteri, attuale numero 585 del ranking WTA in singolare (nell’ottobre di due anni fa si è spinta sino alla posizione numero 456), ha rilasciato una lunga intervista al portale TennisSicilia. La giocatrice originaria di Licata, classe 1997, ha trattato diversi argomenti: dai protocolli attuati nei tornei ITF alle problematiche derivate dai pochissimi eventi femminili sul suolo italiano, passando per gli obiettivi futuri e le principali differenze da chi disputa costantemente i tornei WTA.
    I protocolli ITF e le differenze con la WTA: “Gli organizzatori hanno sempre cercato di far rispettare le regole in tutti i modi, ma era paragonabile a quando vai al bar e ti danno l’igienizzante per le mani. La miglior organizzazione c’è stata a Trieste, Tarvisio e Grado mentre negli altri tornei eravamo lasciate un po’ allo sbaraglio: tra di noi c’era paura, ma per risparmiare era necessario prendere una camera tripla. Tutta la giornata si stava separate per paura di contagiarsi, ma con sole tre docce nello spogliatoio non c’era altra scelta: ci si doveva lavare per forza, no? Nei tornei WTA le giocatrici sono tutte super controllate com’è giusto che sia visto che in quel caso parliamo di giocatrici professioniste, ma parlando di vite umane siamo tutte uguali“.

    Il problema del ranking e i tornei ITF da $15.000: “Stando fuori dalla Top-200 WTA i tornei sono sempre gli stessi e i guadagni non ci sono. Che tu sia numero 800 o numero 300 non cambia nulla perché non sei nessuno. Il ranking mi era pesato un po’ ad inizio anno perché sono scesa molto in classifica e quindi facevo fatica ad entrare dei tornei: a me importa più la categoria dei tornei rispetto al ranking, spero di poter fare un salto oltre gli ITF da $15.000. Quest’anno ne ho vinto uno, ho fatto semifinali e quarti: in un anno, un anno e mezzo spero di lasciar perdere queste manifestazioni per uscire dal limbo“.
    Differenza uomini-donne nell’organizzazione dei tornei in Italia: “Nell’organizzazione di tornei in Italia c’è molta differenza tra uomini e donne. Si giocano tantissimi tornei Challenger ma al femminile c’è zero. Si sono scordati di noi, sembrava che il virus colpisse solo le donne. Noi italiane, quest’anno, non sapevamo come andare avanti: a parte Martina Trevisan al Roland Garros, anche altre tenniste forti non entravano da nessuna parte perché non c’erano tornei“. LEGGI TUTTO

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    Circuito Junior: confermato il torneo G5 di Tremosine. Si giocherà dal 3 ottobre

    Dopo gli ottimi risultati fatti registrare nel 2019 e nonostante le difficoltà organizzative dovute all’emergenza Coronavirus, anche quest’anno si disputerà il torneo ITF Junior di Grado 5 di Tremosine. Nella splendida cornice del Lago di Garda, dove nella prima edizione dello scorso anno trionfarono il belga Noah Merre e la giovanissima azzurra Anna Paridisi, si giocherà dal 3 (data in […] LEGGI TUTTO

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    Intervista a Filippo Volandri, il lavoro come Direttore tecnico al centro di Tirrenia, la sua esperienza, l’organizzazione degli stage (2a parte – di Marco Mazzoni)

    La prima parte dell’intervista a Filippo Volandri, Direttore tecnico del settore maschile della Federazione Italiana Tennis, si era chiusa con uno spunto molto interessante sul tennis di oggi. Il gioco è studiato nei minimi dettagli con l’ausilio della tecnologia e delle statistiche per fornire i migliori strumenti possibili all’atleta. “Il tennis è cambiato molto negli […] LEGGI TUTTO

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    Open Court: La Top10 azzurra di un 2019 da incorniciare (di Marco Mazzoni)

    Se il 1976 resta nella memoria di tutti come l’anno d’oro del tennis maschile azzurro, grazie alla vittoria in Coppa Davis e quella di Adriano Panatta a Roland Garros, il 2019 potremo definirlo come “l’anno dei Record”. A livello quantitativo, sommando i moltissimi risultati ottenuti, i miglioramenti in classifica ed altri fattori extra campo di […] LEGGI TUTTO