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    MotoGp, Miller: “Non mettete il mio nome vicino a quello di Stoner”

    ROMA – Casey Stoner e Jack Miller hanno alcune cose in comune, tra la nazionalità e il fatto di aver corso entrambi in sella alla Ducati. All’attuale pilota della scuderia di Borgo Panigale, però, non piace il paragone con il connazionale, come affermato in un’intervista ai microfoni di “motorsport-total.com”: “Non voglio che il mio nome sia menzionato insieme al suo. Lui è una leggenda, ha fatto qualcosa di fantastico per questo sport” – ha detto Miller, che nell’ultima stagione ha chiuso al quarto posto in classifica piloti, il miglior risultato della sua carriera in MotoGp.
    Su Stoner
    “Spero che un giorno potrò condividere il suo stesso trofeo – ha aggiunto Miller -. E’ stato bello incontrarlo, non lo vedevo da un po’. Ci ha dato dei consigli dopo averci guardato in pista. Dobbiamo parlare con la Ducati in modo che possano investire un budget così che possa venire a qualche gara”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner su Marquez: “Impossibile immaginare cosa stia passando”

    ROMA – Casey Stoner è uno che di infortuni, purtroppo, ne ha avuti. L’ex pilota australiano ha parlato di Marc Marquez, che dopo il lungo stop per la caduta di Jerez nel 2020 si è dovuto fermare nuovamente, finendo poi per annunciare il ritorno della diplopia, un disturbo visivo che non gli ha permesso di tornare per il finale di stagione in MotoGp: “Gli infortuni fanno parte delle corse, ma penso che sia stato facile per me e Marc toglierci il pensiero. Tutti facciamo degli errori, tutti attacchiamo troppo e cadiamo. Questo fa parte delle corse – le parole di Stoner riportate da “Motorsport.com” -. Cerchi di ottenere il massimo da te stesso e dalla moto. Bisogna imparare da questo e non ripetere sempre questi errori. Questa è la cosa più importante. Quando ho fatto degli incidenti in prova, nulla mi ha impedito di tornare in pista sulla seconda moto. Se l’assetto era simile, di solito potevo essere più veloce, perché sapevo dove avevo commesso l’errore. Non mi sono mai preoccupato. Naturalmente, non volevo schiantarmi, ma i miei errori non mi preoccupavano”.
    Le parole di Stoner
    “La situazione di Marc è diversa – ha aggiunto Stoner -. Ha un lungo recupero alle spalle, con molte complicazioni. Ovviamente, questo ha un effetto. Gli ci vorrà del tempo per tornare in forma fisicamente e mentalmente. La gente sottovaluta sempre il tempo che ci vuole per tornare in forma. I muscoli si indeboliscono molto rapidamente se non li usi. Non c’è niente che emuli la guida di una MotoGP, non importa quanto ti alleni. Persino una Superbike non si avvicina a quello che si prova su una MotoGp. Se non si guida, i muscoli specifici non si sviluppano. Ci vuole tempo. Poi c’è la paura di farsi di nuovo male in quel modo. E’ impossibile immaginare cosa stia passando Marc” LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner senza filtri: “Rossi un combattente, Pedrosa ti ipnotizzava”

    ROMA – Ai microfoni ufficiali della MotoGp Casey Stoner si confessa. Il due volte campione del mondo (2007 in Ducati e 2011 con Honda) si volta a guardare la propria carriera e ne svela aneddoti e ricordi, anche quelli poco felici: “La mia forza è quella di non essere orgoglioso. E penso che tanti piloti abbiano troppo orgoglio. Vogliono che sia la moto ad adattarsi a loro, mentre devono aggirare l’ostacolo”. Poi una parola su Dani Pedrosa, suo compagno di squadra nel biennio 2011-2012: “Ti ipnotizzava in pista. Mi distruggeva vedere cosa riusciva a fare in pista con la mia stessa moto e ho imparato molto da lui. Rossi? Leggeva bene i momenti della corsa sotto pressione e ha grande spirito combattivo”.
    I segni del paddock
    Cosa significhi essere un pilota ai massimi livelli lo sa bene Casey Stoner che confessa la sua esperienza non certamente positiva con il paddock della MotoGp: “Purtroppo nei box ho imparato più cose negative che positive. In quegli anni ho imparato cosa sono disposte a fare le persone quando desiderano fortemente una cosa. Avevo gli occhi anche dietro perché le persone pensavano solo ai propri interessi. Ci vuole però anche rispetto per gli avversari”. L’australiano poi svela la sua moto preferita: “È la Honda del 2012 ma con gli pneumatici del 2011: da quando è cambiata la mescola abbiamo fatto molta fatica”. Un ricordo piacevole però Stoner lo conserva gelosamente e racconta il suo giorno più bello in MotoGp: “Sicuramente il Gran Premio di Phillip Island del 2011. Era il mio compleanno, sono arrivato primo e ho portato a casa il mio secondo mondiale”, ricorda. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner a tutto tondo: “Ho imparato molto da Pedrosa, Rossi aveva grande spirito combattivo”

    ROMA – È Casey Stoner a tutto tondo quello che si racconta ai microfoni ufficiali della MotoGp. Il due volte campione del mondo (2007 in Ducati e 2011 in Honda) ripercorre la propria carriera e ne svela aneddoti e ricordi, anche quelli poco felici: “La mia forza è quella di non essere orgoglioso. E penso che tanti piloti abbiano troppo orgoglio. Vogliono che sia la moto ad adattarsi a loro, mentre devono aggirare l’ostacolo”. Poi una parola su Dani Pedrosa, suo compagno di squadra nel biennio 2011-2012: “Ti ipnotizzava in pista. Ho imparato molto da lui e mi distruggeva vedere cosa riusciva a fare in pista con la mia stessa moto. Rossi? Ha grande spirito combattivo e leggeva bene le gare sotto pressione”.
    Stoner e il paddock
    Casey Stoner confessa poi la sua esperienza non certamente positiva con il paddock della MotoGp: “Purtroppo nei box ho imparato più cose negative che positive. In quegli anni ho imparato cosa sono disposte a fare le persone quando desiderano fortemente una cosa. Avevo gli occhi anche dietro perché le persone pensavano solo ai propri interessi. Ci vuole però anche rispetto per gli avversari”. Il classe 1985 poi svela la sua moto preferita: “È la Honda del 2012 ma con li pneumatici del 2011: da quando è cambiata la mescola abbiamo fatto molta fatica”. Infine Stoner racconta il suo giorno preferito: “Sicuramente il Gran Premio di Phillip Island del 2011. Era il mio compleanno, ho vinto e ho conquistato il mondiale”, conclude l’australiano. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner: “Track limits? I piloti ora non hanno paura”

    ROMA – Casey Stoner fa un paragone tra i suoi tempi e quelli attuali in MotoGp. L’australiano, che nelle ultime tappe si è intravisto nel box della Ducati assieme a Francesco Bagnaia e Jack Miller, ha voluto fare il punto sulla situazione delicata dei track limits: “Non esiste più un limite della pista, si continua ad andare e c’è solo il limite della vernice verde. Questo fatto non aiuta, perchéla gente non ha più paura. Prima, quando c’era l’erba, tutti dovevano controllarsi”, ha dichiarato. 
    Le parole di Casey
    Stoner critica aspramente le vie di fuga in asfalto: “Ora i piloti loro pensano ‘ehi, anche se ci finisco sopra non importa. Andrò largo, ma è pieno di spazio‘. Per me la cosa peggiore che è successa alle corse motociclistiche è avere tutta quella via di fuga in più, non c’è proprio nessun bordo della pista, nessun limite. Questo rende molto difficile contenere tutti”, ha concluso come riportato dal sito The Race. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner: “Ora nessuno ha paura, prima ci si doveva controllare”

    ROMA – Casey Stoner torna a parlare della MotoGp, facendo un paragone tra i suoi tempi e quelli attuali. L’australiano, che nelle ultime tappe si è intravisto nel box della Ducati assieme a Francesco Bagnaia e Jack Miller, ha voluto fare il punto sulla situazione delicata dei track limits: “Non esiste più un limite della pista, si continua ad andare e c’è solo il limite della vernice verde. Questo fatto non aiuta, perchéla gente non ha più paura. Prima, quando c’era l’erba, tutti dovevano controllarsi”, ha dichiarato. 
    “La cosa peggiore”
    Stoner critica aspramente le vie di fuga in asfalto: “Ora i piloti loro pensano ‘ehi, anche se ci finisco sopra non importa. Andrò largo, ma è pieno di spazio‘. Per me la cosa peggiore che è successa alle corse motociclistiche è avere tutta quella via di fuga in più, non c’è proprio nessun bordo della pista, nessun limite. Questo rende molto difficile contenere tutti”, ha concluso come riportato dal sito The Race. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner: “La pressione non mi ha permesso di godermi il titolo 2007”

    ROMA – Una stagione positiva quella 2021 per la Ducati dove però non è arrivato l’acuto nel mondiale piloti. L’unico successo per la scuderia di Borgo Panigale nella classe regina resta quello di Casey Stoner nella stagione 2007, la sua seconda in top-class. Tuttavia il ricordo dell’australiano di quell’anno non è dei più positivi. “Specialmente nel 2007, non mi sono divertito – ha rivelato Stoner a Last on the Brakes – a causa delle tante pressioni.  Anche nelle mie gare migliori, non mi sono mai goduto più di tanto le vittorie. Sentivo più che altro un senso di sollievo, era fatta, il weekend era andato”
    “Non volevo fare errori”
    Un’analisi lucida, quasi cinica quella del pilota australiano dalla quale si comprende il perchè di una carriere del genere. “Mi mettevo molta pressione addosso, non mi piaceva fare degli errori più di quanto non mi piacesse vincere. Quella era una cosa più importante – conclude Stoner – rispetto a quanto non lo fosse vincere. Non ero proprio un perfezionista, ma ci andavo molto vicino. Se anche vincevo una gara con degli errori, non ero contento, per fortuna ho imparato a godermi queste emozioni nel corso della mia carriera”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Stoner: “Nel 2007 troppa pressione”

    ROMA – La Ducati nella stagione 2021 ha trionfato nel mondiale costruttori, ma ha dovuto cedere il passo a Quartararo per il titolo piloti. L’unico per la scuderia di Borgo Panigale a trionfare in classe regina è stato Casey Stoner nella stagione 2007, la sua seconda in top-class. Tuttavia il ricordo dell’australiano di quell’anno non è dei più positivi. “Specialmente nel 2007, non mi sono divertito – ha rivelato Stoner a Last on the Brakes – a causa delle tante pressioni.  Anche nelle mie gare migliori, non mi sono mai goduto più di tanto le vittorie. Sentivo più che altro un senso di sollievo, era fatta, il weekend era andato”
    “Mi mettevo pressione”
    “Mi mettevo molta pressione addosso, non mi piaceva fare degli errori più di quanto non mi piacesse vincere. Quella era una cosa più importante rispetto a quanto non lo fosse vincere. Non ero proprio un perfezionista, ma ci andavo molto vicino. Se anche vincevo una gara con degli errori, non ero contento, per fortuna ho imparato a godermi queste emozioni nel corso della mia carriera”. Queste l’analisi di un Casey Stoner, duro con se stesso ma forse arrivati a grandi livelli proprio per queste caratteristiche. LEGGI TUTTO