More stories

  • in

    Simone Vagnozzi parla di Jannik Sinner: “Il sogno è vincere uno Slam nel 2024”

    Simone Vagnozzi nella foto

    Simone Vagnozzi, coach di Jannik Sinner, ha condiviso interessanti riflessioni durante un’intervista con Sky Sport nell’ambito dello speciale “Io e Jannik – Storia di un coach”. Il tecnico ha fornito un’analisi approfondita sulla crescita di Sinner, enfatizzando sia gli aspetti tecnici che quelli personali del giovane tennista altoatesino.
    Vagnozzi ha iniziato evidenziando un tratto distintivo della personalità di Sinner: la sua testardaggine e tendenza ad arrabbiarsi durante gli allenamenti. Tuttavia, ha sottolineato la capacità di Sinner di riconoscere e correggere gli errori post allenamento, un aspetto che si è manifestato chiaramente nei tornei di Roma e Parigi quest’anno.
    Il coach ha poi parlato della stagione 2023 di Sinner, descrivendola come il frutto del lavoro svolto nell’anno precedente. Nonostante alcune difficoltà fisiche, il duro lavoro ha portato a risultati positivi. Ha messo in evidenza tre momenti chiave: la semifinale a Wimbledon, la prima in un Grande Slam, che ha dato tranquillità a Sinner; la vittoria del Masters 1000 di Toronto, che ha fornito sicurezza; e il trionfo a Pechino, dove ha sconfitto Dimitrov, Alcaraz e Medvedev, rivelando a Sinner la sua capacità di competere al massimo livello.
    Vagnozzi ha poi discusso le variazioni nel gioco di Sinner, sottolineando come queste siano state cruciali per affrontare avversari complessi come Medvedev, Djokovic e Alcaraz. Ha evidenziato che l’obiettivo non è stato rendere Sinner un giocatore di serve&volley o di back, ma piuttosto ridurre la sua vulnerabilità ai colpi migliori degli avversari.
    Sul fronte dei miglioramenti, l’allenatore ha evidenziato la crescente capacità di Sinner di leggere gli scambi e variare i colpi, oltre a un miglioramento nel servizio, particolarmente evidente dopo il torneo di Pechino. Vagnozzi ha rivelato che attualmente stanno lavorando su piccoli dettagli per migliorare ulteriormente, notando un incremento significativo nella percentuale di prime di servizio di Sinner negli ultimi tre mesi.
    Guardando al futuro, Vagnozzi ha espresso l’ambizione di Sinner per il 2024: vincere uno Slam e stabilizzarsi tra i primi quattro giocatori al mondo, con l’obiettivo di competere fino in fondo nei tornei più importanti. Questa visione, unita al costante lavoro e miglioramento, lascia presagire grandi cose per Sinner nel prossimo anno.Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    La Fine dell’Anno Tennistico porta con sé i Premi ATP: Le Nomination del 2023. Grande presenza italiana. Jannik Sinner vanta più nomination di tutti. Arnaldi, Cobolli e Vagnozzi-Cahill anche loro nominati

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16 – Foto Getty Images

    Con la conclusione della stagione tennistica, arriva il momento più atteso: la consegna dei Premi ATP ai migliori della stagione. Nei prossimi giorni scopriremo il giocatore preferito dai fan, il giocatore maggiormente migliorato dell’anno e il miglior allenatore, tra le altre categorie. Jannik Sinner è in testa con il maggior numero di nomination, mentre Carlos Alcaraz è in lizza per il premio sportività come il nostro Sinner.
    Come già annunciato dalla WTA alcuni giorni fa, l’ATP ha svelato le categorie e i nominati ai Premi ATP del 2023. Come ogni anno, il circuito maschile chiude la stagione premiando i giocatori per il lavoro svolto durante l’anno. Le categorie riconoscono non solo i meriti dei tennisti, ma anche il lavoro degli allenatori che hanno portato i loro allievi ai vertici del successo. Inoltre, questi riconoscimenti puntano anche sul fair play e sulla sportività, aspetti cruciali in ogni sport, con una categoria dedicata. La settimana del 11 dicembre verranno annunciati i vincitori, così come il giocatore preferito dai fan, sia in singolare che in doppio.
    Jannik Sinner accumula il maggior numero di nomination, due in totale. Da una parte, grazie ai suoi risultati che lo hanno portato a vincere il suo primo Masters 1000 e la Coppa Davis, il nome dell’italiano compare tra i giocatori più migliorati dell’anno, insieme a Ben Shelton, Christopher Eubanks e Matteo Arnaldi. Inoltre, è tra i nominati per il premio alla sportività, categoria in cui figura anche Carlos Alcaraz. Dall’altra, i suoi allenatori, Simone Vagnozzi e Darren Cahill, concorrono per il premio di miglior allenatore dell’anno, categoria in cui troviamo anche Juan Carlos Ferrero (Carlos Alcaraz), vincitore nel 2022, Goran Ivanisevic (Novak Djokovic), Bryan Shelton (Ben Shelton) e Craig Boynton (Hubert Hurkacz).
    Per quanto riguarda i giovani, Arthur Fils, Flavio Cobolli, Alex Michelsen, Dominic Stricker e Luca Van Assche si contenderanno il premio per la rivelazione dell’anno, avendo raggiunto per la prima volta la top 100 nel 2023 e attualmente impegnati nella Next Gen ATP Finals. Inoltre, la categoria del ritorno dell’anno, che premia lo sforzo dei nominati nel ritornare ai massimi livelli dopo gravi infortuni, vede in lizza Dominik Koepfer, Gael Monfils, Jan-Lennard Struff e Alexander Zverev.
    Ci resta quindi solo da scoprire, nei prossimi giorni, chi sarà riconosciuto come il migliore in ciascuna categoria. Quali sono le vostre scommesse? Ecco l’elenco completo delle nomination.
    RITORNO DELL’ANNO– Dominik Koepfer 🇩🇪– Gael Monfils 🇫🇷– Jan-Lennard Struff 🇩🇪– Alexander Zverev 🇩🇪
    GIOCATORE MAGGIORMENTE MIGLIORATO DELL’ANNO– Matteo Arnaldi 🇮🇹– Christopher Eubanks 🇺🇸– Ben Shelton 🇺🇸– Jannik Sinner 🇮🇹
    RIVELAZIONE DELL’ANNO– Flavio Cobolli 🇮🇹– Arthur Fils 🇫🇷– Alex Michelsen 🇺🇸– Dominic Stricker 🇨🇭– Luca Van Assche 🇫🇷
    PREMIO SPORTIVITÀ– Carlos Alcaraz 🇪🇸– Grigor Dimitrov 🇧🇬– Hubert Hurkacz 🇵🇱– Jannik Sinner 🇮🇹
    ALLENATORE DELL’ANNO– Craig Boynton (Hubert Hurkacz) 🇺🇸– Darren Cahill e Simone Vagnozzi (Jannik Sinner) 🇦🇺/🇮🇹– Juan Carlos Ferrero (Carlos Alcaraz) 🇪🇸– Goran Ivanisevic (Novak Djokovic) 🇭🇷– Bryan Shelton (Ben Shelton) 🇺🇸Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Vagnozzi: “Il successo a Pechino concretizza il lavoro con Sinner”

    Simone Vagnozzi (foto FITP, Adelchi Fioriti)

    Simone Vagnozzi, coach di Jannik Sinner, ha rilasciato un’interessante intervista a SuperTennis dalla Cina all’indomani del bellissimo successo all’ATP 500 di Pechino del suo assistito. Una vittoria storica che porta Jannik al n.4 ATP e infrange il tabù Medvedev, superato per la prima volta dopo sei sconfitte in altrettanti precedenti. L’allenatore del miglior tennista italiano parla della soddisfazione per i risultati raggiunti nei quasi due anni di collaborazione, di come sta cambiando il gioco di Jannik e anche delle prossime finals di Davis, alle quali il suo assistito pensa di partecipare concludendo così il 2023. Ecco il pensiero di Vagnozzi espresso nell’intervista.
    “Siamo molto contenti di come è andata tutta la settimana. È dallo scorso febbraio, quando abbiamo iniziato insieme, che abbiamo in mente questo tipo di Jannik, questo tipo di gioco, migliorare certe cose in funzione di battere giocatori come Medvedev, che erano la sua “bestia nera”. Quindi con la vittoria di ieri si è concretizzato il lavoro di questi 17 mesi assieme”.
    “Nelle partite con Alcaraz e Medvedev sono contento di come ha gestito i momenti, ha capito quando rischiare di più e quando invece sfidarlo sullo scambio restando più solido. Questa è sempre stata la parte in cui ha fatto più fatica, invece in queste due partite è stato molto bravo”.
    “Penso che da quando sono entrato a lavorare con lui lo scorso febbraio ho sempre avuto le idee piuttosto chiare di quello di cui ha bisogno per fare un ulteriore salto di qualità. Stiamo lavorando bene con tutto il team, si sta evolvendo sulla parte tecnica, sulla gestione tattica della partita. Ora bisogna continuare a lavorare, il percorso non è terminato”.
    “In Darren ho trovato una persona fantastica, un grande professionista, ci sentiamo tutti i giorni e condividiamo il lavoro da fare. La pensiamo allo stesso modo sulle cose più importanti da migliorare. Abbiamo un ottimo rapporto che spero continui per tanto tempo”.
    “Dopo New York abbiamo parlato con Volandri, ha finito il torneo non in ottime condizioni fisiche, aveva bisogno di staccare, di prendersi del tempo per poi poter concludere bene tutta la fase finale della stagione che terminerà con le Finali di Davis a Malaga. Sapevamo di avere un’ottima squadra e quindi che le possibilità di arrivare in finale erano alte”.
    “Rigiocare due giorni dopo aver vinto un torneo non è facile, dobbiamo cercare di adattarci nel più breve tempo possibile alle nuove condizioni. Oggi si è preso un giorno di riposo, domani ci si allena all’impianto. L’importante è che scenda in campo con la migliore attitudine possibile”. LEGGI TUTTO

  • in

    Cahill e Vagnozzi: Gli architetti dietro l’ascesa di Jannik Sinner

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16 – Foto Getty Images

    È possibile raggiungere la vetta solo con un ambiente solido e un’etica del lavoro impeccabile. Questo sembra essere il mantra che guida Jannik Sinner, il giovane tennista italiano. Le riflessioni dei suoi due allenatori, Simone Vagnozzi e Darren Cahill, offrono una visione approfondita di come sia allenare questo promettente atleta, con particolare attenzione alle parole dell’esperto tecnico australiano.
    Nonostante durante l’adolescenza non sembrasse destinato alle vette che ha raggiunto oggi, con molti coetanei apparentemente più dotati e promettenti, la crescita di Sinner è stata esponenziale. Questo sviluppo, frutto del suo impegno quotidiano, ha permesso al nativo di San Candido di stabilirsi tra i migliori giovani tennisti al mondo. Con già un Masters 1000 nel suo palmarès, sembra solo questione di tempo prima che vinca un Grand Slam e si posizioni come una delle principali rivali di Carlos Alcaraz per gli anni a venire.
    Riferendosi a Sinner, Vagnozzi ha dichiarato ad atptour.com: “La prima volta che ho visto Jannik aveva 14 anni e stava giocando contro alcuni ragazzi che allenavo. È molto facile lavorare con lui grazie al suo carattere. È sempre desideroso di migliorare e, quando è in campo, lo fa spesso con un sorriso, mostrando un impegno serio. Abbiamo posto molta enfasi sulla sua forma fisica, ma nel pomeriggio dedicavamo sempre un’ora agli aspetti tecnici, come la volée, il rovescio tagliato e il servizio”. Vagnozzi ha poi raccontato, ridendo, di come una volta abbiano scommesso 20 euro con Jannik che non avrebbe centrato alcuni obiettivi sul campo con il suo servizio al primo tentativo, facendo perdere loro la somma.
    D’altro canto, Cahill, con la sua vasta esperienza e conoscenza profonda del gioco, svolge un ruolo cruciale nella squadra di Sinner, focalizzandosi principalmente sull’aspetto mentale. “È incredibile vedere quanto duramente lavori ogni giorno. È un privilegio far parte del suo entorno. È rispettoso, intelligente e la sua famiglia è meravigliosa. Sinner è sempre pronto ad alzare l’asticella perché crede nel suo potenziale, ma sa che può realizzare i suoi sogni solo con un’etica del lavoro impeccabile”, afferma Cahill.
    E conclude: “Sono i dettagli a fare la differenza tra i buoni giocatori e i migliori. Il mio ruolo è aiutarlo a padroneggiare questi dettagli. Mi focalizzo molto sul dargli fiducia, specialmente quando affronta momenti critici in campo. È davvero un piacere lavorare con lui”.Con questa solida squadra alle spalle e mantenendo l’attuale etica del lavoro, sembra inevitabile che per Jannik Sinner le ricompense arriveranno molto presto.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Jannik Sinner in esclusiva su Eurosport Players Voice – “Vorrei essere Federer per un giorno. Sul rosso cambia tutto: tirare sempre forte non serve”. Vagnozzi “Sinner potrebbe diventare anche più forte di Alcaraz”

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16

    A soli vent’anni, Jannik Sinner ha già conquistato 5 titoli ATP, giocato due quarti di finale Slam e un epilogo Masters 1000, raggiungendo lo scorso autunno le Finals di Torino. Intervistato in esclusiva da Simone Eterno di Eurosport Italia, il giovane Jannik si racconta a Players Voice, dai suoi prossimi obiettivi sul rosso a un sogno chiamato Federer:
    «Non penso al ranking (oggi è numero 13 della classifica ATP, ndr), non l’ho mai fatto e credo che non lo farò mai. Mi piace invece pormi degli obiettivi in senso più ampio: vedermi per esempio cresciuto fisicamente, dove so di avere tanto margine. E poi mentalmente, perché a vent’anni non puoi essere completo. Se poi penso al gioco, ecco, vorrei svegliarmi ed essere un altro tennista per un giorno: vorrei essere Roger Federer. Un’utopia, ma credo che ci si possa lavorare con l’obiettivo più realistico di diventare un giocatore un po’ diverso, più completo. Non vuol dire che mi vedrete fare il serve&volley o giocare solo slice, però forse un giorno, in partita, se ce ne fosse bisogno, vorrei sentirmi pronto, affidandomi anche a soluzioni del genere. Insomma, il vero obiettivo è diventare un giocatore migliore, più completo, nella mia ottica di crescita».
    Com’è cambiata la vita di Sinner da quando, nel 2019, ha fatto il suo ingresso nel circuito ATP? «Oggi è tutto diverso e ho maturato il pensiero di potermela giocare con tutti. So anche che questo comporta delle pressioni, soprattutto in Italia, dove c’è grande attesa su di me. La pressione però è un privilegio. Sono io il primo a voler vincere e a “voler arrivare”, quindi per quanto tutti parlino e tutti scrivano, non lo vivo come un problema, ma come parte del gioco. Lo accetto, mi sta bene.
    Come persona invece non mi sento cambiato. Sono lo stesso ragazzo di sempre, rimasto me stesso. Guardo la vita con la stessa prospettiva, ovvero aver la fortuna di poter fare ciò che mi piace, “selezionando” le persone che davvero contano per me e limitando l’uso dei social, che eppure sono parte integrante della vita di uno sportivo, per risparmiare ogni energia mentale necessaria per il tennis».
    Sinner parla delle esigenze che richiede il gioco sul rosso, impegnato in questi giorni agli Internazionali di Roma verso il grande appuntamento con il Roland Garros, che Eurosport e discovery+ trasmetteranno in diretta integrale ed esclusiva: da domenica 22 maggio alla finale maschile del 5 giugno, su Eurosport 1 le partite di cartello, su Eurosport 2 i match italiani, con Roberta Vinci volto nostrano di una grande squadra di ex-campioni e oggi analisti di Warner Bros. Discovery come John McEnroe, Mats Wilander, Barbara Schett e Justine Henin.
    «Sulla terra cambiano molte cose. Anzi, cambia un po’ tutto: devi giocare in modo diverso, cercare più rotazioni, più angoli, e anche servire diversamente, perché tirare sempre forte non serve. Sento che su questa superficie posso ancora imparare tante cose. Monte Carlo è stato subito un bel banco di prova e spero di ritrovare a Roma quell’atmosfera che avevo trovato anche a Torino, perché quel tifo lì è davvero speciale. Il pubblico un’arma e se hai la possibilità, la devi usare. Mi aspettano grandi giornate di tennis e non vedo l’ora!».
    Parla anche Simone Vagnozzi dal sito degli Internazionali D’Italia: “Ho un ‘materiale’ tra i migliori del mondo. Ha un tennis molto efficiente, deve completarsi in diverse aree del suo gioco, come a rete, deve aggiungere variazioni. Sono contento della sua disponibilità e del suo approccio al lavoro.Siamo contentissimi di essere qui, c’è grande euforia su Jannik. Il clima è ottimo, il pubblico lo aiuterà. Riccardo Piatti è il miglior coach in Italia a livello di risultati. Non mi posso confrontare con lui: io ho iniziato la mia carriera da sei anniSe avessi paura di tutti i commenti e le reazioni non avrei preso questo incarico. Sicuramente per me è un’occasione importantissima, spero di poterlo aiutare.Jannik però gioca sempre per vincere, e questo rende il lavoro più facile. Per un allenatore, sapere che il giocatore dà sempre e comunque il 100% è speciale.I coach bravi sono importanti, devo difendere anche la categoria. Anche perché tra i giocatori si sta riscoprendo un po’ di varietà. Basta vedere un giocatore come Alcaraz, che si è lanciato, è ancora più precoce di Jannik. Ma questo non significa che Jannik non possa diventare ancora più forte”. LEGGI TUTTO

  • in

    Lunga intervista a Simone Vagnozzi che parta di tanti argomenti: “”Jannik non deve essere la brutta copia di Nadal, di Medvedev, di Djokovic o di nessun altro. deve essere la versione migliore di se stesso. Per ora non entrerà nessun altro nel team”

    Simone Vagnozzi è il coach di Jannik Sinner

    Su Supertennis è andata in onda quest’oggi una lunga intervista a Simone Vagnozzi.
    Dichiara il coach di Sinner: “Se non mi sentissi pronto non sarei qua. So che è un ruolo di responsabilità, perché parliamo di un ragazzo che a vent’anni è tra i primi dieci del mondo e ci sono tante aspettative. Mi sento pronto, altrimenti non avrei accettato”.“Ho ricevuto la chiamata del suo entourage il mercoledì. Mi chiedevano se potessi andare a dargli una mano a Montecarlo. Poi la storia la sapete tutti come è andata, ma è stato tutto molto veloce”.Ho sempre avuto massimo rispetto di Riccardo Piatti, è l’allenatore con più esperienza e con i maggiori risultati in Italia. Ha fatto un grandissimo lavoro con Jannik e prima con altri giocatori. E’ un motivo di orgoglio per me subentrare a un grande come Riccardo”.
    SINNER? IL GIOCO CHE VORREI“L’obiettivo è cercare di migliorare aspetti del suo gioco e cercare di battere i top player nei tornei importanti. Lui è già pronto per vincere partite importanti, ma non dobbiamo dimenticare che ci vuole tempo per costruire qualcosa. Ci siamo detti di non stare attenti troppo al ranking ma a migliorarsi tennisticamentePuò migliorare il servizio, la sicurezza nella discesa a rete, la tecnica nell’esecuzione della volée. Può migliorare lo slice di rovescio, che lo potrà aiutare anche se non sarà un colpo che giocherà tantissimo. Tatticamente può migliorare tanto, penso che aggiungere un piano B e un piano C possa essere importante perché quando affronti volpi del circuito come Djokovic o Nadal devi essere pronto a cambiare le carte in tavolaSono molto contento di come sia andato il torneo di Dubai. Dopo l’Australia non si era allenato per due settimane. Abbiamo iniziato a lavorare il giovedì, quindi prima di Dubai abbiamo fatto dieci giorni di allenamento in una situazione evidentemente non facilissima. La risposta mentale che lui ha dato il primo giorno per me è stata incredibile: battere Davidovich Fokina dopo essersi trovato un set e un break sotto, e aver salvato tre match point al tiebreak, fa capire quanto sia forte mentalmente. Ha interpretato molto bene la partita con Murray, con Hurkacz certo non è stato il suo miglior match. Magari mancavano un po’ di energie, perché l’ultimo mese è stato particolare per lui. L’abbiamo preso come un periodo di rodaggio, dobbiamo conoscerci meglio. Fra due-tre mesi si vedrà la strada che stiamo prendendo”.
    LE PRIME IMPRESSIONI SU JANNIK“Jannik è un ragazzo solare, che si diverte. Ci siamo trovati molto bene per il momento. Ci dobbiamo conoscere, dire qualcosa ora è affrettato.L’ho visto la prima volta quando allenavo Gianluca Quinzi, il fratello di Gianluigi. Era il primo giocatore che seguivo dopo aver smesso. Giocarono contro, e vinse Jannik 7-6 al terzo, quindi mi ha già battuto. Era un ragazzo molto serio, che capiva bene il gioco con un ottimo timing. Non mi ha fatto la stessa impressione di un Alcaraz che a 14 anni passava turni nei Futures. Ma ha fatto un percorso velocissimo dai 14 ai 20 anni, e in questi dieci giorni ho iniziato a capire perché. E’ totalmente immerso nel suo lavoro, vuole fare sempre qualcosa in più e non qualcosa in meno ed è sempre pronto a confrontarsi”.
    IL SUPER-COACH“Jannik non deve essere la brutta copia di Nadal, di Medvedev, di Djokovic o di nessun altro. deve essere la versione migliore di se stesso”.Per ora non entrerà nessun altro nel team. In America andremo io, il preparatore atletico Davide Cassinello e il fisioterapista Paolo Cadamuro. Ma siamo qui per fare il bene di Jannik, e se ci troveremo ad aver bisogno di altre persone che ci diano qualcosa in più restiamo aperti a questa eventualità”. LEGGI TUTTO

  • in

    La svolta di Sinner, una scommessa su se stesso (di Marco Mazzoni)

    Jannik Sinner

    Il dado è tratto. Come largamente anticipato, Jannik Sinner ha voltato pagina. Addio a Riccardo Piatti, coach che l’ha preso ragazzo e trasformato in tennista e giovane uomo, Addio a tutto il suo team, che ha lavorato assai bene negli anni, dando forza e tecnica ad un talento naturale, tanto da portarlo a vincere tornei, approdare alle ATP Finals ed entrare nella top 10 a 20 anni. Benvenuto a Simone Vagnozzi, suo nuovo coach, assai vicino al manager (e amico) Vittur, pronto a mettere del suo con l’obiettivo di migliorare il gioco e rendimento di Sinner.
    Una rottura netta, che ha stupito il mondo della racchetta in Italia e soprattutto all’estero, dove il talento di Jannik è molto apprezzato e poco hanno capito delle dinamiche che hanno portato alla frazione, al ripensamento, al divorzio.
    Adesso non ha senso continuare a scrivere sui motivi che hanno portato Sinner a questa drastica decisione. I comunicati scritti da lui e Piatti sono stati dei telex. Corti, senza dettagli specifici. Cordiali ma glaciali. La sensazione è che i due non si siano lascitati così “bene” come le scarne parole cercano di rassicurare. Solo Jan e Riccardo sanno come sono andate davvero le cose, insistere su voci e spifferi non confermati è inutile. Meglio guardare avanti, al gioco e carriera del nostro grande talento. Se vorrà al prossimo torneo (Dubai) o più avanti, starà a lui vuotare il sacco. Quel che a noi deve interessare adesso è il campo, il suo tennis, che è già una meraviglia ma che necessita di un salto in molti aspetti per arrivare al livello dei primissimi. Questo è il vero nocciolo della questione.
    Cosa potrà dare Vagnozzi a Sinner? Criticare a prescindere il lavoro di Simone sarebbe ingiusto e senza senso. Dobbiamo aspettare qualche settimana o mese, vedere il gioco di Jannik, capire come i due stanno intervenendo e progettando il futuro prossimo. Se davvero Sinner non era più convinto della direzione tecnica portata avanti da Piatti, a breve dovremmo vedere un gioco diverso. Forse più libero, meno schematico? Meno ancorato a quella progressione di ritmo che è stata finora il suo marchio di fabbrica? Vedremo. Non resta che aspettare.
    Sarà necessario avere pazienza. Un divorzio così profondo, che ti priva dei punti di riferimento avuti per anni e anni, sui quali hai costruito gioco e mentalità, difficilmente sarà indolore. Possibile che possano arrivare sconfitte, alla ricerca di nuovi schemi. Sconfitte eventuali che, spiace dirlo, metteranno ancor più pressione a Jannik che, inutile negarlo, adesso avrà tutti gli occhi puntati contro. È evidente che il divorzio da Riccardo sia quasi esclusivamente farina del suo sacco. Una svolta che probabilmente lui sentiva come necessaria, ma che lo espone a grandi rischi e feroci critiche, visto che il nostro italtennis ha ormai sdoganato da un ristretto cerchio di aficionados, diventando argomento sulla bocca di tutti.
    Sarà davvero un bel test per Sinner, come riuscirà a gestire il nuovo corso. Mentalmente finora in campo ha dato segnali spesso confortanti (non molla sino alla fine), ma non privi dubbi (difficoltà nel girare match in cui si trova sotto, trovare una chiave diversa al suo solito tennis). Questo sarà uno degli aspetti più delicati. Vedremo se sarà in grado di fare un salto di qualità, come Vagnozzi potrà accompagnarlo in questo complicato passaggio tecnico e umano. Il team Piatti era esperto, forte, ben nutrito. Difficile ipotizzare che Vagnozzi faccia tutto da solo…. anche la costruzione di nuovo team è argomento delicatissimo, direi cruciale.
    Vedremo se arriverà il “famoso” super coach. Vagnozzi non ha mai lavorato con un talento così importante, è tutto da scoprire se e come riuscirà a valorizzarlo, a cancellare i difetti e far esplodere le qualità. Forse un Magnus Norman sarebbe la persona giusta a fianco, uno che il talento lo conosce in prima persona e che è stato in grado far vincere a Wawrinka e Dimitrov grandissimi trofei, elevando in modo esponenziale le loro prestazioni.
    Il principale punto di domanda di questa svolta di Sinner è proprio relativo ai tempi e costruzione del gioco. Jannik è già fortissimo, ma tutt’altro che completo, sia dal punto di vista fisico (e con Piatti i preparatori erano al top), che tecnico. Nelle sconfitte patite contro big nell’ultimo periodo, Jannik ha mostrato che il suo tennis ha ancora bisogno di svariati miglioramenti tecnici. La seconda di servizio, la sicurezza nella spinta col diritto su palle complesse, la transizione verso la rete e la posizione, i tempi di gioco, una risposta più stabile e continua. Ripeto, parlo di lavori necessari a raggiungere il vertice, cose che si affinano dopo averle ben costruite. La sensazione dal campo è che Jannik sia ancora in fase di costruzione e consolidamento, non in fase di “cesello”, per questo interrompere un percorso di crescita continua che lo ha portato nella top 10 pare un grande azzardo. Probablemente lui sentiva di non crescere abbastanza, o che qualcosa non andava come sperato. Forse era meglio aspettare un’altra stagione intera per lo strappo, per andare avanti sul progetto di costruzione e così completare vari aspetti?
    Ha avuto coraggio nel cercare una nuova via verso la vetta. Esplorare nuovi territori è affascinante, può portare a grandi scoperte, ma ci si espone a nuovi problemi e situazioni da gestire. Il tennis è sport complesso per eccellenza, saper ottimizzare e semplificare la complessità è la virtù dei grandi. Ha scommesso su se stesso, sulla propria voglia di autodeterminazione, di mettersi in gioco totalmente senza il parafulmine di un coach con diverse rughe. Una scelta non banale, ma rischiosa.
    Quanta carne al fuoco… Non resta che aspettare, vedere come si presenterà di nuovo in campo. Abbiamo bisogno di un grande Jannik Sinner per continuare a divertirci e sognare. Noi appassionati non possiamo che augurargli di aver scelto bene, ed avere pazienza in questa fase. La crescita umana e professionale è la principale sfida della vita, ancor più quando vivi di corsa, rincorrendo una pallina velocissima e sogni di gloria.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Sinner conferma: “Felice di annunciare che lavorerò con Simone Vagnozzi”

    Jannik Sinner, inizia il nuovo corso

    Jannik Sinner ha confermato che il suo nuovo coach è Simone Vagnozzi. I due (come abbiamo pubblicato nei giorni scorsi) stanno già lavorando insieme in Costa Azzurra. Al momento non è in arrivo il “super coach” di cui tanto si è parlato nelle scorse settimane, ma la porta resta aperta a future valutazioni.
    “Sono felice di annunciare che lavorerò con Simone Vagnozzi come mio coach d’ora in poi e che lui guiderà il mio team. Al momento non abbiamo piani per aggiungere altri membri nel nostro team, ma esamineremo la situazione cammin facendo. Siamo entusiasti di iniziare questo nuovo capitolo, Forza!”
    Vedremo da chi sarà composto il resto del suo team (preparatore fisico, fisioterapista, ecc), visto che la separazione da Riccardo Piatti ha portato anche all’addio dei professionisti che formavano il gruppo di lavoro (Zimaglia, Sirola, ecc).

    Happy to announce I’ll be working with Simone Vagnozzi as my coach moving forward and he will be heading up my team. Currently we have no plans to add any more team members at this time but we will review the situation as we go. Excited to get started on this new chapter, Forza.
    — Jannik Sinner (@janniksin) February 17, 2022 LEGGI TUTTO