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    Lorenzo Musetti: sfide e cambiamenti nel percorso verso il 2024

    Lorenzo Musetti nella foto – Foto Getty Images

    La stagione tennistica del 2023 si è conclusa con Lorenzo Musetti classificato al 27° posto nel ranking mondiale. Il giovane talento italiano ha affrontato un anno di alti e bassi, trovando particolari difficoltà sulle superfici veloci e indoor. La sua prestazione contro il serbo Miomir Kecmanovic in semifinale di Coppa Davis è stata emblematica delle sfide affrontate dal carrarino nel corso dell’anno.
    Nonostante le indiscutibili qualità tennistiche, Musetti ha mostrato una mancanza di continuità nel suo gioco. Una posizione di gioco troppo arretrata rispetto alla riga di fondo lo ha esposto frequentemente agli attacchi avversari, limitando l’efficacia delle sue giocate. Questo aspetto, che sembrava essere stato parzialmente risolto alla fine del 2022, si è ripresentato quest’anno, incidendo sulle sue performance.
    Il 2023 ha visto Musetti esprimersi al meglio sulla terra rossa europea, con risultati promettenti anche sull’erba, come evidenziato dal coach Simone Tartarini in un’intervista a SuperTennis. “Abbiamo ottenuto buoni risultati su terra battuta a Montecarlo, Roma e Parigi, e su erba con i quarti a Stoccarda e al Queen’s, oltre al terzo turno a Wimbledon”, ha dichiarato Tartarini. Tuttavia, variazioni nella vita privata di Musetti, compresa l’attesa della paternità, hanno influenzato la sua concentrazione e i risultati.
    L’anno prossimo, Musetti avrà nuove sfide da affrontare e cambiamenti nella sua squadra. Sarà papà, un evento che secondo Tartarini richiederà adattamenti e potrebbe influenzare la sua concentrazione sul tennis. Inoltre, il 2024 vedrà l’introduzione di Corrado Barazzutti nel ruolo di super coach nel team di Musetti. Barazzutti, noto per aver allenato giocatori come Fabio Fognini e Francesca Schiavone e per essere stato capitano della squadra di Coppa Davis italiana, porterà una vasta esperienza che potrebbe essere decisiva nello sviluppo di Musetti.La prossima stagione vedrà Musetti prepararsi a Montecarlo, con la possibilità di partecipare ai tornei di Brisbane o Hong Kong. Questo potrebbe includere un confronto con giocatori del calibro di Rafa Nadal. Con l’aggiunta di Barazzutti, il team di Musetti si rafforza nella speranza di superare le sfide dell’ultimo anno e di portare il giovane talento italiano a nuovi successi.
    Le parole di Tartarini a SuperTennus riflettono ottimismo e fiducia per il futuro: “Musetti è molto intelligente e quanto sta accadendo è una bella notizia. Non ci saranno problemi il prossimo anno e sarà concentrato solo sul tennis”.Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Tartarini all’ATP: “Musetti non si deve complicare la vita con la tattica”

    Lorenzo Musetti a Milano

    Simone Tartarini è molto più di un coach per Lorenzo Musetti. È stato come un padre, uno zio, un confidente, un amico. Lo segue da 11 anni, fin da quando il piccolo Lorenzo si innamorò di questo sport con la racchetta. Tartarini l’ha guidato passo dopo passo, seguendo la sua crescita umana e sportiva, che l’ha portato a vincere l’Australian Open junior e poi fare l’ingresso, fragoroso, nel mondo del tennis Pro. Fragoroso sì, perché il suo tennis non lascia indifferenti. Nel 2021 il toscano ha entusiasmato molte volte: Acapulco, Lione, a Roland Garros, dove ha messo alle corde il n.1 del mondo Djokovic portandosi in vantaggio di due set a zero negli ottavi, prima di subire la rimonta del futuro campione del torneo. Poi un’estate più complicata, tra lo stop per la maturità, la preparazione per Wimbledon improvvisata su di un campo di calcio adattato al tennis, e il viaggio last minute alle Olimpiadi che ha un po’ complicato le cose. Ha passato un periodo non facile Lorenzo, sul piano personale, con una crisi di fiducia che in campo si è riflessa mortalmente. Sì, perché il tennis scorre per davvero nelle vene di Musetti, proprio come quel tatuaggio che ha sul braccio, un battito cardiaco con racchetta, segnale inequivocabile del suo amore totale per questo sport che gli sta dando tanto ma anche costando molto.
    Negli ultimi tornei autunnali si è rivisto un discreto Musetti, che soffre e sta in campo cercando di dare del suo meglio, anche se i fasti di inizio stagione sono lontani. Ieri all’Allianz Cloud di Milano ha messo in campo le ultime energie dopo una stagione lunga e faticosa, arrivando ad una vittoria contro Gaston che gli era quasi scappata via dopo averla sfiorata. Oggi con Korda si gioca l’accesso alle semifinali delle NextGen Finals, ma in palio c’è molto di più dall’anno prossimo. Per Tartarini, Musetti può essere un tennista da top10, uno di quelli più forti. Ma serve lavoro, applicazione, e meno confusione tattica. L’aver talento e tanti possibili schemi per vincere, a suo dire sta complicando le cose, perché oggi per salire in vetta serve un piano tattico più limpido, semplice, diretto.
    Il coach ne ha parlato nel Coach Corner dell’ATP, riportiamo alcuni passaggi del pensiero di Tartarini, che spazia anche su proprio rapporto con il talento 19enne.

    Quando Lorenzo era un ragazzo, lo portavi a guardare il tennis professionistico. Com’è adesso avere persone che vengono a guardarlo?Attualmente c’è grande interesse per i giovani perché in questo periodo ce ne sono davvero di molto bravi nell’ATP Tour. Carlos Alcaraz è il migliore. Rune è un altro giocatore molto, molto bravo. Korda lo stesso, come Brooksby. Credo che in ogni torneo in cui giocano Alcaraz, Korda o Lorenzo, molte persone siano interessate a seguire le partite perché possono scoprire nuovi giocatori. Ora la gente pensa che Auger-Aliassime e Shapovalov siano già vecchi anche se hanno solo 21, 22 anni! A Lorenzo tutto questo piace. Per lui è importante essere in fiducia quando gioca. Nella seconda parte della stagione qualche volta invece non lo era quando è sceso in campo.
    Perché è così importante la fiducia nel suo tennis?Lorenzo è un grande talento. Quando era più giovane, ogni volta che giocava a tennis faceva fin troppe palle corte e pallonetti. Quando aveva 12 anni, moltissimi colpi erano tagliati, palle corte, variazioni. Per me andava bene, ma ora è tutto completamente diverso. Per Lorenzo non è facile, in ogni partita deve cambiare la sua tattica. In una singola partita, ha quattro o cinque soluzioni, ma io voglio più stabilità invece di quattro o cinque alternative possibili. Non è facile quando Lorenzo cambia tutto ogni volta ad ogni punto. Lui ama giocare con varietà, ma ho detto a Lorenzo che deve seguire me al 70% e tenersi un 30% di creatività, non ci serve confusione sul piano tattico.
    Negli ultimi due mesi abbiamo lavorato solo su servizio e risposta. Ci stiamo focalizzando sulla seconda di servizio perché abbiamo bisogno di costruire una strategia più stabile. Stiamo lavorando sulla stessa situazione tattica, giocatore diverso, stessa situazione. Per me questo è importante.

    Lavori con Lorenzo da quando era un bambino, come è cambiato il vostro rapporto?
    La relazione tra di noi è sempre la stessa. Quando aveva 10 anni, io ero come un padre o uno zio, oggi siamo i migliori amici. Ha iniziato con me quando aveva solo 8 anni e ora ne ha 19. È un’enorme soddisfazione vedere cosa è diventato Lorenzo e spero che staremo insieme per tutta la sua carriera da pro, ma non so cosa accadrà in futuro. Lorenzo è un bravo ragazzo. Io credo che possa diventare un Top 10, c’è la possibilità, ma deve lavorare ogni giorno. Vedremo cosa accadrà nei prossimi due o tre anni, mi auguro che possa diventare uno dei migliori tennisti.
    È stato un anno emozionante, come stare sull’ottovolante?È stata una bellissima annata per Lorenzo. Nella prima parte, da gennaio a giugno fino a Roland Garros, abbiamo ottenuto i migliori risultati. Dopo gli ottimi tornei ad Acapulco e Miami, nel mese seguente sulla terra battuta Lorenzo ha giocato molto bene. Credo dia il suo meglio sulla terra rossa perché la sua tecnica lo fa esprimere al massimo. Ricordo la semifinale raggiunta a Lione contro Tsitsipas. Aveva vinto contro Korda, Auger-Aliassime e Bedene giocando in modo eccellente. Dopo Roland Garros, abbiamo avuto alcuni problemi perché Lorenzo si è dovuto fermare per quattro settimane per l’esame di maturità, era importante per lui terminare gli studi. Non ha giocato alcun torneo su erba, ci siamo potuti allenare solo su di un campo da calcio arrangiato a casa. Era tutto troppo diverso. Ha perso al primo turno a Wimbledon contro Hurkacz. L’altro problema è stato l’aver dovuto cambiare tutta la programmazione. Ora però va meglio. Ha giocato bene indoor ad Anversa. Con Gianluca Mager ha fatto un bel match e contro Jannik Sinner ha disputato un buon primo set. Anche contro Monfils a Vienna e poi a Parigi ha giocato un buon tennis. Ha perso quindi l’ultimo match contro Duckworth, ma ha avuto un problema quella mattina prima di scendere in campo. Si è svegliato e non riusciva a muovere la spalla. I mesi scorsi è andata meglio. Ora alle Intesa Sanpaolo NextGen Atp Finals terminiamo questa stagione. È stata lunga, ma è andata bene. LEGGI TUTTO

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    Lorenzo Musetti: “Ho più consapevolezza. La continuità in allenamento è la chiave”

    Lorenzo Musetti, n.123 del ranking ATP

    Lorenzo Musetti ha rilasciato una bella intervista ad Alessandro Mastroluca, pubblicata oggi sul Corriere dello sport. Il nostro talento ha raccontato come sta vivendo questo momento magico, dopo l’esplosione agli Internazionali BNL d’Italia, e qualche curiosità sulla sua vita. Ne riportiamo le parti più significative.

    “E’ stato un mese incredibile, non ce l’aspettavamo. Abbiamo lavorato tanto, il livello di tennis c’era. Mancava un po’ di continuità a livello delle partite. L’anno scorso e all’inizio di questa stagione, ho avuto tanti alti e bassi e questo condizionava anche il mio ranking, le mie vittorie. Siamo riusciti ad aggiustare la parte mentale, della fiducia, prendendo convinzione soprattutto dopo il Challenger di Trieste. Lì ho giocato un ottimo torneo, e da quel momento è stata una scalata. La cosa che mi rende più fiero è vedere che viene ripagato il tanto lavoro che c’è dietro”.
    “A casa sono molto contenti. Il taglio dei capelli? Sono stati proprio i miei che mi hanno spinto a farlo, iniziavano ad essere un po’ troppo lunghi…”.
    Giocare tanti Challenger in Italia è stato importante: “Più della possibilità di non spostarsi, è stato significativo ricevere tante wild card in tornei che si sono rivelati importanti per la mia crescita, e devo sicuramente ringraziare la Federazione per questo. (…) Sono stato bravo e fortunato a sfruttare quelle wild card. Ora speriamo di non doverne fare più uso”.

    “Programmazione 2021 più ambiziosa? Non ne abbiamo parlato con Simone (Tartarini, il suo coach, ndr), ma penso di sì. L’obiettivo è entrare in tabellone all’Australian Open, vorrebbe dire essere tra i primi 100 o molto vicino. Da lì in poi, quando finirà questa stagione, decideremo come affrontare la prossima. Ma visto che il livello c’è, posso cercare di giocare più tornei ATP invece dei Challenger”
    Il focus si sposta sull’allenamento, la chiave dello scatto in avanti di Musetti: “Non sono cambiate le routine, c’è solo un po’ più di consapevolezza da parte mia sul fatto che la continuità si trovi soprattutto in allenamento. Prima c’erano giornate in cui ero nervoso, non mi allenavo al meglio. Anche in allenamento sentivo di avere alti e bassi. Sto cercando di cambiare su questo aspetto e i miglioramenti durante le partite, i tornei, si sono visti. Ma bisogna lavorarci ancora”.
    Una nota sulla preparazione dei match e il dopo partita: “Provo qualche schema prima del match, lo trovo utile e funzionale alla mia personalità e al mio tipo di gioco. Mi è capitato di rivedermi in tv proprio con Simone in camera. L’analisi della partita la facciamo sempre e alla fine combacia. Anche se in campo magari non sono riuscito a fare qualcosa, me ne accorgo. E le mia analisi coincide con quella di Simone. E penso che sia importante, credo che questa consapevolezza sia la svolta del mio miglioramento“.
    “Il mio colpo preferito? Forse è il rovescio lungo linea, quando  è vincente e la palla va dove vorrei”.
    “Ascolto molta musica, nella mia playlist c’è un po’ di tutto, moderna ma anche tanta musica anni 80 e 90, rock e non solo. Guardo anche le serie su Netflix in camera”.
    “I social? è normale usarli per la mia generazione, quello che uso di più è Instagram. Ho solo quello e Facebook”.
    “Un pregio e un difetto? Forse bisognerebbe chiederlo a qualcun altro. Il pregio è sicuramente che so ascoltare, e credo che sia una bella cosa. Un difetto è che a volte sono un po’ pigro“. LEGGI TUTTO