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    B1 femminile, vittoria obbligata per Ostiano contro l’Arena Volley Verona

    Penultima giornata di campionato e ultimo match casalingo per la Fantini Folcieri che, davanti al proprio pubblico, affronta la Arena Volley Verona. Una partita delicata e cruciale nella corsa play off. Vittoria obbligatoria per le ragazze di Ostiano possibilmente da tre punti visto che, classifica alla mano, le biancoblu sono in terza posizione a pari punti con Vicenza, ma dietro per numero di vittorie. 

    L’intera posta in palio e magari la sconfitta di Volano, che è quarta ad una sola lunghezza, significherebbe play off certi. Ma, calcoli e pronostici a parte, la Fantini Folcieri deve ritrovare grinta e determinazione, mostrare quanto sa di poter fare e giocare con grande concentrazione davanti al proprio pubblico che dovrà sostenerla in questa ultima gara della stagione regolare.

    Per quel che riguarda le dirette avversarie di Ostiano per i play off Vicenza giocherà in trasferta contro la Ipag Volley Noventa, mentre Volano se la vedrà contro il fanalino di coda Volley Academy.

    “Sicuramente c’è un po’ di stanchezza mentale – aveva commentato il presidente Patrizio Ginelli al termine della gara di sette giorni fa con Vicenza – in questo ultimo scorcio di stagione, ma dobbiamo rimanere sereni e affrontare le ultime due gare della stagione con determinazione. Dopo il 18 maggio vedremo cosa accade. Intanto pensiamo a stasera e a fare bene davanti al nostro pubblico”. 

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    B1 femminile, per Vicenza Volley un derby dal sapore play off

    Un derby, ma anche e soprattutto uno snodo cruciale nel rush finale. In B1 femminile è tempo di sfida provinciale per Vicenza Volley, di scena sabato sera alle 20,30 a Noventa Vicentina contro l’Ipag nella penultima giornata del girone B.

    Le beriche cittadine sono fresche di approdo al secondo posto a quota 44 punti con Ostiano (ma con una vittoria in più), mentre le trentine del Volano inseguono a 33 (stesso numero di successi). Per Spinello e compagne, l’obiettivo è ottenere almeno il terzo posto tra due sabati per approdare ai play off, obiettivo stagionale.

    “Noventa – commenta Pierantonio Cappellari, vice allenatore biancorosso – è una squadra che ha attraversato una stagione estremamente complicata, segnata da molti gravi infortuni, in particolare alle giocatrici più rappresentative, che ne hanno significativamente ridotto il loro potenziale. Nonostante questo, hanno sempre lottato in ogni partita, dimostrando grande carattere di squadra. Malgrado la classifica ne abbia già determinato la retrocessione, sarà molto importante da parte nostra affrontare il match con la massima concentrazione e determinazione,  per cercare di esprimere al meglio il nostro gioco e per continuare il percorso verso i play off. La loro formazione è guidata dalla palleggiatrice Scaccia, nel ruolo di opposto gioca Zarpellon, rinforzo giunto con il mercato di metà stagione, le attaccanti laterali sono Gasparini e Canazza, al centro Bazzoli e Marcuzzi, mentre il libero è Destro. Ramingo e Gambalonga si alternano spesso con le compagne, la prima come schiacciatrice/opposto e la seconda al centro. Si tratta di un derby vicentino e quindi l’auspicio è che molti dei nostri tifosi vengano a sostenerci in questa vicina trasferta”.

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    B1 femminile: ultima trasferta dell’anno per la GesanCom Marsala

    Ultima trasferta stagionale per la GesanCom Marsala Volley, che sabato 4 maggio in terra pugliese, per la venticinquesima e penultima giornata del campionato di Serie B1 femminile girone E, affronterà la Zero5 Castellana Grotte di Massimiliano Ciliberti. Un team, quello pugliese, che vorrà sicuramente rifarsi dalla sconfitta subita nel match di andata a Marsala per 3-0 e che nel proprio PalaGrotte proverà a battere le lilibetane senza l’assillo del risultato, che nulla cambierà loro in classifica in caso di vittoria o di sconfitta.

    Una sfida che invece per capitan Varaldo e compagne, dopo le cocenti delusioni, in trasferta a Teramo ed in casa con Fasano, che sono valse l’abbandono dell’obiettivo play off, avrà un alto valore emotivo soprattutto riguardo alla capacità di concentrazione, elemento smarrito soprattutto nelle trasferte di questa seconda parte di campionato. Un confronto la cui posta in palio sarà importante per le ragazze dirette da Ciccio Campisi, che rischiano anche il quinto posto in classifica, visto che ad un solo punto di distanza l’Amando Volley di Santa Teresa Riva attende un passo falso delle marsalesi per poterle sopravanzare.

    “Sarà sicuramente una gara dura – dichiara coach Campisi – loro, al contrario di noi, sono in un buon momento, visto che hanno vinto le ultime partite. Abbiamo lavorato duramente in settimana ed a Castellana Grotte cercheremo di finire la stagione con il sorriso“.

    “Anche se non parteciperemo ai Play Off promozione – aggiunge il vicepresidente Maurizio Falco – sono convinto che questa è stata una stagione positiva. Comprendo anche che i nostri tifosi attendono con ansia la promozione in A2, la società ripartirà da questa esperienza stagionale per puntellare il roster affinché si punti al salto di categoria“.

    Il match di sabato 4 maggio alle 15.30 sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook “Grotte Volley Castellana”. Gli arbitri della sfida saranno Ruben Cioffi e Guido Ventre.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    B1 femminile, grande rimonta Focol ma al quinto la spunta Palau

    Partita vera e spettacolare quella di sabato sera fra la Fo.Co.L Legnano e le ospiti sarde della Capo d’Orso Palau, giocata praticamente punto a punto dall’inizio alla fine.

    Ospiti avanti 2-0, dopo due primi set avvincenti e giocati a viso apertissimo da entrambe le compagini che non si sono lasciate pregare e hanno offerto uno show degno di nota ai presenti.

    Poi il rientro in carreggiata di Legnano che reagisce e la spunta nella terza frazione di gioco nonostante ben sei set point annullati (e un match point lasciato sfuggire da Palau), poi il capolavoro di un quarto set vinto di grinta e carattere.

    Al tie-break un allungo sardo è costato la vittoria alle Coccinelle che comunque si tengono stretto il punto conquistato, a due giornate dal termine: mancano soltanto 3 punti per festeggiare aritmeticamente l’approdo ai playoff.

    La cronacaLegnano scende in campo nel primo set con Roncato al palleggio, in diagonale con Moroni opposto, in banda Mazzaro-Zingaro, al centro Carcano-Aliberti, Brogliato libero. Che sarà una partita combattuta lo si capisce dai primi scambi, con Legnano che spinge ma Palau resta a ruota (6-4). La fase punto a punto parte praticamente subito, le due squadre si studiano e giocano ad armi pari, senza esclusione di colpi. L’allungo decisivo delle sarde arriva sul 19-22: la Fo.Co.L accorcia sul 23-24ma con Malinov la Capo d’Orso chiude le danze.

    Avvio fotocopia nel secondo set con la Fo.Co.L propositiva a spingere in fase offensiva (6-3), poi Palau recupera energie e si riporta in parità. Strappo legnanese con Moroni e Mazzaro (15-11) ma Palau recupera e si porta in avanti (17-19). L’equilibrio ripristinato dalle padrone di casa (20-20) dura poco perché Sintoni e compagne aggrediscono e fanno loro il set, portandosi sul 2-0.

    Il terzo set mette a dura prova le coronarie dei presenti: Palau parte fortissimo (2-6, 5-9) ma un gran break biancorosso riporta la Fo.Co.L sulla parità, con punti di Moroni, Carcano e ancora Moroni a muro, mentre Mazzaro e Zingaro, insieme all’ace di Roncato (pregevole in regia) stampano il 16-11. Sempre Moroni (top scorer con 28 punti) per il +6 legnanese (19-13) ma le sarde ci credono e riescono nell’impresa di recuperare lo svantaggio e annullando ben sei set point a Legnano che, dalla sua, ha il vanto di evitare il 3-0 sul 27-28, per poi fare proprio il set sul 31-29, grazie ad un grande spirito di sacrificio ed esplosività difensiva, con Brogliato sugli scudi.

    Il quarto set si apre nuovamente con la spinta offensiva delle ospiti (1-3) ma nuovamente recuperiamo terreno: Carcano, Moroni, Mazzaro, poi Aliberti in fast, e ancora le due attaccanti fanno 12-7, prima di subire un nuovo rientro ospite (13-12). Pronta arriva la risposta al break sardo (16-12): la fase centrale è concitata, con Palau che cerca in tutti i modi di fare proprio il match ma Legnano non vuole chiudere la giornata a bocca asciutta e risponde colpo su colpo, fino al brillante 25-23 che manda tutti al V set.

    Nel tie break Legnano va sul 2-0 con ace di Zingaro e fallo di posizione da parte ospite, ma Palau si ricompatta e trova il cambio campo in vantaggio (7-8). La parità resta con Aliberti, Moroni e Mazzaro (11-11) prima che la Capo d’Orso metta la freccia (11-14): sterzata decisiva, nonostante due match match point annullati, perché il 2-3 arriva sul 13-15 in favore neroverde.

    Fo.Co.L Legnano-Capo d’Orso Palau 2-3 (23-25, 21-25, 31-29, 25-23, 13-15)Fo.Co.L Legnano: Lenna (L), Carcano 12, Monni, Angelinetta, Moroni 28, Dall’Orso, Aliberti 13, Brogliato (L), Banfi, Cavaleri (C), Mazzaro 24, Roncato 2, Zingaro 10. Allenatore: Turino. Assistente: Catalfamo.Capo d’Orso Palau: Menardo 7, Granieri, Malinov 15, Rossi, Mezzi 18, Sintoni (C), Zingoni 17, Riva 21, Leone (L), Schirò 3, Amatori 5. Allenatore: Guidarini. Assistente: Placido.Note: Legnano: 5 ace (9 errori in battuta), 64% in ricezione (44% perfetta), 30% in attacco, 8 muri. Palau: 1 ace (4 errori in battuta), 50% in ricezione (26% perfetta), 30% in attacco, 17 muri.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    B1 femminile: una rimaneggiata Giorgione cade in casa dell’Imoco

    Match senza storia a San Donà dove l’Azimut Giorgione non entra in partita e dopo quindici successi consecutivi in campionato torna ad assaporare l’amaro della sconfitta (Cortina Express Imoco – Azimut Giorgione 3-0: 25-18, 25-21, 25-17).

    In realtà, il gusto è mitigato da una precisa strategia che, a primo posto matematico, vede coach Carotta offrire ampio spazio alle seconde linee. A San Donà si vedono pertanto fin dal primo minuto nel ruolo di libero la sedicenne Bardaro, in opposto e al centro le diciannovenni Alessi e Marchetto e più tardi, lungo il corso del match, in posto due anche la coetanea Mason e al palleggio la ventenne Marta. Insomma, vige il turn over in casa Giorgione con la testa tutta ai play off che inizieranno il 18 maggio. E così San Donà ringrazia, trascinato da una super Adigwe.

    Coach Carotta: “Tutte in campo stasera, stiamo facendo fare esperienza alle giovani. A onor del vero si sono espresse sottotono, è necessario lavorare sull’approccio alla partita. Ma nessun dramma, attendiamo i play off”.

    (fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    B1 femminile: Fo.Co.L a caccia di punti Play Off contro Palau

    Il campionato di B1 si avvia verso la conclusione della regular season ma i giochi restano aperti per una Fo.Co.L stabilmente terza a tre giornate dal termine: manca davvero poco per aggiudicarsi aritmeticamente la qualificazione ai Playoff per la Serie A, e quel poco passa anche dalla sfida di sabato 27 aprile, ore 16.00, contro Palau.

    Il pomeriggiolegnanese infatti si infuoca e si tinge di biancorosso: il PalaVolley è pronto a ospitare le sarde della Capo d’Orso Palau, all’andata vincenti per 3-1 sulle Coccinelle ma oggi comunque indietro in classifica, al quarto posto, con 4 lunghezze di distanza da Legnano ma una partita in più giocata, motivo per cui vincere escluderebbe matematicamente dalla lotta le biancoverdi, lasciando in corsa soltanto Bra, impegnata sabato sera nel derby piemontese contro Moncalieri.

    Il prepartita di Coach Turino: “La squadra è concentrata per il finale importante del campionato, il bello della stagione è questo: giocare partite di questo livello ci fa drizzare le orecchie e alzare il nostro livello di partita in partita”.

    “Sabato sarà importante approcciare mentalmente la partita con cattiveria e tecnica, fare di tutto per essere concentrati su tutti i fondamentali, sarà bello e appassionante!”

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    B1 femminile, Giorgione: il punto della giovane Caterina Alessi

    Terzultima gara di stagione regolare per la primatista Azimut Giorgione, impegnata a San Donà (sabato alle 20.30). Ai fini della classifica, il risultato interessa maggiormente le avversarie in chiave salvezza, essendo Castelfranco matematicamente prima.

    Potrebbe essere importante proseguire la striscia vincente che vede Ceron & c. imbattute da quindici gare di campionato, competizione dove hanno perso soltanto una volta in ventuno incontri. Ma quel che veramente conta, è perseguire il miglior assetto possibile in vista dei play off promozione che inizieranno il 18 maggio. In questo senso, gli allenamenti diretti da Paolo Carotta proseguono a ritmo serrato e in campo si sta verificando un proficuo turn over che ha messo in luce le doti delle ex under 18 finaliste nazionali, inglobate da quest’anno in B1. Una di esse, ex San Donà, è Caterina Alessi, autrice contro Volano di 6 attacchi vincenti e 3 muri.

    “Giocare domenica fin dal primo minuto è stata davvero una grande emozione, aspettavo di avere questa opportunità da inizio anno – spiega l’opposto di 194 cm -. Il passaggio dalle giovanili al campionato di B si è fatto sentire, ma sono contentissima dei risultati che stiamo ottenendo e, anche se ho dovuto rinunciare al campo, ho trovato delle compagne fantastiche da cui sto imparando tantissimo. Inoltre, è molto bello avere altre ragazze della mia età in squadra, con cui ho avuto la fortuna di partecipare alle finali nazionali under 18 l’anno scorso”.

    Alessi, all’ultimo anno del “Brocchi” di Bassano, vede così una probabile sfida fra giovani a San Donà: «Sabato mi aspetto una partita molto combattuta e per niente da sottovalutare. San Donà è stata la mia casa per tre anni e giocare contro di loro mi dà sempre delle emozioni particolari. Inoltre hanno una squadra molto giovane e confrontarmi con ragazze della mia età diventa ancor più stimolante».

    (fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Chiara Scarabelli saluta la pallavolo: “La rinuncia alla Serie A? Sofferta ma necessaria”

    In un ambiente abituato fin troppo spesso a raccontare ed elevare le storie di successo, trionfi e record, appare quasi strano – e sicuramente insolito – empatizzare con chi, quel successo, l’ha solo assaggiato. Per chi era sul trampolino di lancio ed è tornato indietro. In un mondo di “invincibili”, c’è chi si è dovuto arrendere di fronte a un ostacolo troppo alto e consapevolmente ha deciso di cambiare strada. È il caso di Chiara Scarabelli, che è stata una delle promesse più interessanti della pallavolo italiana, vincendo da capitano i Campionati Europei Under 20 del 2010 e i Mondiali Under 20 dell’anno successivo.

    In quella squadra c’erano anche Caterina Bosetti, Letizia Camera, Valentina Diouf e Giulia Pisani, tutte giocatrici divenute poi protagoniste ai massimi livelli. Tuttavia, la storia della schiacciatrice piacentina classe 1993, attualmente in B1 all’Everest MioVolley Gossolengo, è andata diversamente, come ha raccontato ai microfoni di Volley NEWS.

    Foto Facebook Chiara Scarabelli

    Per cominciare, ci racconti chi è Chiara Scarabelli e cosa rappresenta per lei la pallavolo.

    “Oggi Chiara è prima di tutto una psicologa, da poco iscritta all’albo dell’Emilia-Romagna. Lo dico con grande orgoglio perché è un risultato che ho ottenuto dopo tanti anni di studio. Proprio venerdì scorso ho concluso un master all’Università Cattolica di Milano riguardante la Psicologia dello Sport. Inoltre, lavoro a scuola come insegnante di sostegno e gioco nel MioVolley da ormai 10 anni. La pallavolo è sempre stata un elemento importante nella mia vita. Quando ero piccolina, rappresentava un puro divertimento ed era un’occasione di socialità: venivo sempre descritta come una bambina molto vivace e quindi il volley mi permetteva di incanalare la mia agitazione motoria. Al tempo stesso, però, sono sempre stata una bambina rispettosa delle regole, anche grazie allo sport.

    Durante l’adolescenza, quando ho iniziato a muovere i primi passi sui campi di Serie A, la pallavolo rappresentava un’ipotesi di realizzazione della mia vita a cui ho creduto fortemente. È chiaro che, quando non si è potuta realizzare, la delusione è stata grande. In quei momenti c’era anche un po’ di rabbia nei confronti di questo sport. In realtà, poi ho capito che odiarlo non sarebbe servito a niente e così il volley è diventato una valvola di sfogo e un’occasione di ritornare a una vita sana, all’insegna dell’esercizio fisico e della socialità. Alla fine, raggiungendo diverse promozioni e arrivando a giocare in Serie B, l’impegno è cresciuto: così, ho avuto l’opportunità di tornare a vivere quelle emozioni avvincenti che avevo assaporato qualche anno prima“.

    Quali sono state le prime tappe della sua carriera pallavolistica?

    “All’inizio ero una bambina molto talentuosa. Ho iniziato a giocare nella squadra di San Nicolò, paese in provincia di Piacenza dove sono cresciuta. A un certo punto sono stata visionata da due allenatori, che mi hanno proposto di passare al Vigolzone. Si trattava di una società piccola che però vantava una squadra in Serie B2. L’anno dopo è stata addirittura promossa in B1; quindi – seppur giovanissima – ho avuto la fortuna di allenarmi con ragazze molto più grandi di me e ogni tanto essere convocata in prima squadra per completare la panchina. Successivamente ho cambiato squadra e ho scelto la Rebecchi Lupa Piacenza; l’allenatore era Enrico Mazzola, che poi ho ritrovato più tardi al MioVolley. Infine, sono andata a Rivergaro: un momento chiave del mio percorso perché ero chiamata a fare la differenza nelle categorie giovanili in cui militavo. Nel frattempo, arrivavano anche le convocazioni per le varie selezioni provinciali e regionali, con cui ho avuto il piacere di vincere un Trofeo delle Regioni. Tra le mie compagne di squadra c’erano Alessia Gennari, Elisa Lancellotti, Martina Balboni, Giulia Saguatti, giocatrici che hanno fatto parecchia strada“.

    Poi le parentesi con Club Italia e Asystel Volley Novara. Cosa si porta dietro di queste esperienze?

    “Dopo le scuole medie sono andata a giocare al Club Italia. Una decisione importante perché si trattava di lasciare casa a 13 anni, mollare la propria famiglia e gli amici, per aderire a un progetto che mi avrebbe messo a dura prova sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista psicologico. Lì ho iniziato a vedere la pallavolo come qualcosa che potesse farmi sentire realizzata nella mia vita. Successivamente è arrivata la chiamata di Novara, dove ho vissuto un’esperienza tosta ma allo stesso tempo formativa, grazie agli insegnamenti di Luciano Pedullà che mi ha aiutato a crescere in tutti i fondamentali. Complici alcuni infortuni di Paola Cardullo, ho fatto anche le mie prime presenze in Serie A e ho avuto la possibilità di giocare con grandi campionesse. In quella stessa annata ho vinto la medaglia di bronzo ai Campionati Europei Under 18. Poco dopo avrei dovuto prendere parte anche ai Mondiali, ma nel mese di aprile – proprio al rientro dalla rassegna continentale – ho subito un infortunio al ginocchio. Il primo dei tanti…“.

    Quando la sua carriera sembrava tingersi dei colori giusti, è iniziato un terribile calvario. Le va di parlarcene?

    “Dopo il primo infortunio, avevo deciso di restare a Novara con l’obiettivo di riprendermi dal punto di vista fisico. Solo che nel frattempo ci sono stati un po’ di stravolgimenti e difficoltà: erano cambiati allenatore e alcuni elementi della squadra, e soprattutto facevo fatica a recuperare. Quindi, il secondo anno all’Asystel è stato più negativo rispetto al primo. Tuttavia, sono riuscita a togliermi grandi soddisfazioni con la nazionale perché al termine della stagione ho partecipato agli Europei Under 20 grazie a un recupero lampo. In quell’occasione la fiducia di Marco Mencarelli e del suo staff nei miei confronti è stata decisiva: mi hanno aspettata e così ho potuto disputare gli Europei in Serbia da capitana e vincerli.

    Dopo l’estate del riscatto, mi sono ritrovata a Piacenza in una squadra che puntava alla salvezza. Timidamente ero riuscita a guadagnarmi un ‘mezzo’ posto da titolare, nel senso che non partivo sempre nel sestetto, ma l’allenatore Mauro Chiappafreddo aveva grande fiducia in me. Peccato che poi non sono riuscita a concludere la stagione per un nuovo infortunio. Però, ancora una volta, è arrivata la nazionale a salvarmi. Mencarelli mi ha ripreso sotto la sua ala e mi ha permesso di prepararmi al meglio per i Mondiali Under 20. È stata l’ennesima corsa contro il tempo: avevo tantissima voglia di tornare in campo e vestire la maglia azzurra. Così, sono andata in Perù per la rassegna iridata, ma proprio sul più bello ho avuto l’ennesima ricaduta. Da qui è iniziato il calvario… Sono tornata a casa e mi è stato prospettato di fare due interventi al ginocchio a distanza di pochi mesi. Di conseguenza, nella stagione successiva – che coincideva con l’anno della maturità – sono rimasta completamente ferma“.

    Cosa le hanno lasciato le esperienze e i successi con le nazionali giovanili di cui ha parlato?

    “Al di là delle vittorie, che sono sempre piacevoli da ricordare e che resteranno per sempre, mi porto dietro ricordi molto belli. In primis, il colloquio con coach Mencarelli e il suo vice Bertini prima degli Europei Under 20. Era un momento difficile in cui stavo portando avanti il mio percorso riabilitativo e iniziando a fare qualcosa di più impegnativo dal punto di vista fisico, anche se non stavo ancora lavorando con la palla. Tuttavia, loro mi hanno detto apertamente che ero un punto di riferimento per la squadra sia tecnicamente sia all’interno dello spogliatoio, e proprio per questo motivo mi avrebbero aspettato fino alla fine del ritiro e nominato capitano del gruppo. Queste parole mi hanno dato tanta forza e ho capito di essere un esempio di impegno e dedizione per la squadra.

    Un altro momento che porto nel cuore, anche se con un po’ di amaro in bocca, è legato alla prima partita del Mondiale Under 20, a cui non avevo potuto prendere parte: infatti, ero febbricitante nella stanza di un albergo di Lima in seguito a un’infezione al ginocchio. Però, dal letto avevo visto che le mie compagne si erano scritte sul braccio quello che all’epoca era il mio soprannome: ‘Diablo’. Insomma, volevano esprimere tutta la loro vicinanza e farmi capire che in quel momento stavano giocando anche per me, visto che avevo lavorato molto per arrivare fino a lì. Infine, ricordo sempre con piacere l’emozione di cantare l’inno con lo sguardo rivolto alla bandiera italiana“.

    Riprendiamo la narrazione della sua storia. Quando ha deciso di riprendere a giocare nelle categorie inferiori?

    “Dopo la stagione a Piacenza in cui sono rimasta ai box, sono passata all’Universal Volley Modena. Tuttavia, la società è fallita nel giro di pochi mesi: una situazione poco piacevole che mi ha fatto mettere da parte definitivamente il volley di Serie A. Così, sono tornata a casa, anche se la decisione non è stata compresa e condivisa fin da subito dalle persone che mi stavano vicino. Per me, invece, era la scelta migliore per il mio benessere non solo fisico ma anche psicologico. Nel frattempo, ho ripreso a studiare e ho iniziato ad allenare dando una mano alla ragazza che qualche anno prima mi aveva portato a Vigolzone: era un po’ come chiudere il cerchio.

    Dopo i primi due anni da allenatrice, piano piano mi era tornata voglia di giocare perché avevo capito che nel bene o nel male la pallavolo era parte della mia vita. Così, ho deciso di ripartire proprio da lì, in una società dove mi sentivo a mio agio e in una categoria che non imponeva carichi eccessivi. In quel momento avevo vent’anni e il gruppo con cui lavoravo era un’Under 18, che disputava anche il campionato di Prima Divisione e lottava per la promozione in Serie D. Alla fine, è stato tutto molto naturale. Da lì in poi è stata una vera e propria cavalcata perché nel giro di tre anni siamo arrivati in Serie B2. È stato bello perché vedevo che salendo di categoria aumentava l’agonismo e così piano piano ho ritrovato un po’ di fiducia“.

    Quali soddisfazioni ha raggiunto durante il suo percorso decennale con l’Everest MioVolley?

    “Questi dieci anni all’Everest sono stati un’altalena di emozioni. Dal 2014 al 2017 siamo passati dalla Prima Divisione alla B2 con una straordinaria serie di promozioni. Dopo aver confermato la categoria, quando sembrava essere giunto il momento buono per il salto in B1, è arrivato il Covid. Alla fine, siamo riuscite a centrare la promozione per il numero di punti conquistati fino allo stop del campionato, ma sicuramente non aveva il valore di una promozione conquistata sul campo. Nelle due stagioni successive abbiamo giocato in B1, anche se poi abbiamo dovuto affrontare diverse difficoltà. Infatti, la società aveva cambiato proprietà e in quel momento non era in grado di sostenere una categoria di quel tipo. Così, alla fine, siamo retrocesse in B2.

    Invece, la scorsa stagione è stata magica, visto che ci siamo riprese la B1 dominando il campionato e abbiamo vinto la Coppa Italia al Pala Dozza di Bologna. Dunque, è stato un percorso lungo e intenso. Le soddisfazioni più grandi dal punto di vista personale sono legate alla ritrovata fiducia e alla rinnovata passione per uno sport che mi aveva dato filo da torcere. Per quanto riguarda la società, c’è la soddisfazione di essere arrivate in Serie B1 partendo dalla Prima Divisione“.

    Come sta andando la stagione 2023-2024? A distanza di diversi anni, il ginocchio le dà ancora noia?

    “Quest’anno stiamo disputando un campionato di tutto rispetto perché attualmente siamo quarte nel nostro girone di B1. Dobbiamo ancora affrontare scontri diretti complicati, anche se partiamo dalla consapevolezza di aver ottenuto con ampio anticipo la salvezza aritmetica. Peccato solo per gli infortuni che hanno colpito alcune giocatrici del sestetto titolare, perché altrimenti avremmo potuto dire la nostra in ottica playoff. Fisicamente sono stata bene, ma devo dire che anche nelle scorse stagioni il ginocchio non mi ha mai dato grossi problemi. Ho solo avuto la necessità di fare un piccolo ‘intervento di restauro’ nel 2018, ma comunque era una cosa programmata al fine di gestire meglio i carichi di lavoro. Quest’anno ho avuto un piccolo problema al collo che mi ha fatto saltare qualche partita, ma si tratta di un normalissimo infortunio che può capitare nella carriera di un’atleta“.

    Ripercorrendo il suo percorso pallavolistico non viene assalita da un certo senso di amarezza? Non ha qualche rimpianto per quello che poteva essere e non è stato?

    “Anche se me lo chiedono in tanti, è una domanda che mi sono mai posta perché probabilmente mi avrebbe portato all’autodistruzione. Quando ho capito che non proseguire il percorso in Serie A era la cosa migliore per me, ho preso in mano la mia vita, le mie consapevolezze e i miei bisogni. L’ho fatto con tanta fatica perché inizialmente non era una decisione troppo condivisa dalle persone che mi stavano intorno. Però, penso che fosse la decisione giusta per il mio bene. Infatti, se avessi continuato – ammesso di riuscirci, perché reggere i ritmi della Serie A con la mia situazione fisica sarebbe stato complicato – non so se avrei guadagnato qualcosa in termini di salute.

    Quindi, è stata una decisione sofferta ma necessaria, di cui ancora oggi vado molto fiera perché, a dispetto di una società che ci impone sempre di essere invincibili e indistruttibili, sapersi fermare e pensare a quello che ognuno di noi ha bisogno davvero è una risorsa importante. Insomma, non ce ne facciamo nulla delle vittorie in bacheca, se poi stiamo male e non ci sentiamo a nostro agio. Certo, ora sto conducendo una vita molto diversa da quella che mi sarei aspettata 15 anni fa, quando ero una ragazzina che si allenava tante ore al giorno facendo rinunce e sacrifici. Però, è una vita che ho desiderato e che mi ha portato comunque a togliermi grandi soddisfazioni e ad acquisire le mie consapevolezze“.

    Quali sono i suoi sogni, obiettivi e progetti per il futuro, dentro e fuori dal campo?

    “È un periodo di grandi riflessioni per me e il tempismo della domanda è perfetto. Per quanto riguarda la pallavolo, credo di aver già detto la mia a sufficienza. Perciò, dopo questa stagione penso di poter serenamente dire ‘basta’ con il volley giocato e lasciare spazio a chi è più giovane e più sana fisicamente di me. Sono convinta della mia scelta. Ovviamente poi vorrei iniziare a esercitare da psicologa, magari rimanendo in ambito sportivo.

    Come sogno, mi piacerebbe entrare stabilmente in uno staff come Psicologa dello Sport con l’obiettivo di favorire il benessere psicologico di ragazzi che si trovano a competere ad alti livelli e che a volte non hanno gli strumenti necessari per superare certi ostacoli. Da un lato sarebbe la dimostrazione che il mio percorso formativo mi ha permesso di rientrare nel mondo dello sport sotto altre vesti; dall’altro vorrebbe dire che c’è una nuova sensibilità rispetto a una figura professionale come la mia. Per esempio, ai tempi dei miei infortuni non c’era o comunque non era parte integrante dello staff. Forse è stato anche questo il motivo per cui ho deciso di intraprendere un percorso del genere“.

    di Alessandro Garotta LEGGI TUTTO