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    Gaggini racconta il suo anno d’oro tra Monza e Nazionale: “Ho ancora i brividi”

    L’anno perfetto esiste. Quello in cui accendi la televisione e lo vedi giocare una pallavolo sublime. Quello in cui di fronte a te hai il passato di Max Colaci che si antepone al futuro di Marco Gaggini, stilisticamente il suo erede e caratterialmente due profili affini. Anche Gaggini è figlio del sacrificio, della gavetta, degli anni in cui da Malnate passa a Monza e poi il resto è storia nota. È l’anno infine in cui dopo essersi giocato lo scudetto con grande sorpresa di molti, arriva la prima maglia azzurra, e allora la VNL si tinge del colore del suo sguardo, quello che pensa non ad arrivare, ma a vivere tutto con il massimo dell’emozione.

    foto Lega Volley

    “È davvero l’anno più bello e importante della mia carriera. Lo è stato anche grazie alla realtà, quella del Vero Volley, in cui oltre ad essere cresciuto pallavolisticamente, perché a quindici anni arrivai qui da Malnate, facendo tutta la trafila delle giovanili, ho avuto la possibilità di giocare con una squadra incredibile”.

    Una squadra in cui lei ha giocato un playoff semplicemente spettacolare.

    “A me vengono i brividi quando sento dire queste cose. Abbiamo giocato la finale di Coppa Italia, la finale scudetto contro Perugia. Se ripenso al film della stagione le giuro, posso solo dire che mi si accappona la pelle a rivivere ognuno di quei momenti”.

    foto Lega Volley

    Quale è stato il valore aggiunto?

    “L’unione del gruppo, la coesione che si è creata dentro e fuori dal campo. Si è creata un’atmosfera per cui prima delle gare importanti ci guardavamo negli occhi e ci dicevamo di giocare per noi. Con Trento ai playoff, che è stata secondo me la più grande soddisfazione ottenuta, volevamo vincere tutti e ci abbiamo messo l’anima”.

    Quella sera ricordo un Gaggini particolarmente emozionato.

    “Mi tremava la voce durante le interviste, perché ricordo il silenzio del palazzetto trentino e l’esplosione di gioia del nostro seguito monzese. È il momento in cui abbiamo realizzato di esserci conquistati qualunque fosse stato l’esito, la finalissima dei playoff scudetto e la possibilità di giocarci almeno tre gare contro Perugia. La cosa che più mi ha colpito è che alcuni di noi sapevano di dover andare via a fine stagione e nonostante ciò volevano la finale e volevano vincere per il proprio compagno di squadra, e per la squadra in generale. È stata una stagione giocata per un gruppo, non per le soddisfazioni individuali di ognuno di noi”.

    foto Lega Volley

    Una squadra che ricorderà. I legami più importanti con chi sono nati?

    “Con tutti, ma se mi chiede una persona le dico Petar Visic. Un amico che spero di ritrovare anche tra qualche settimana in vacanza in Croazia. Con lui e anche con Ran Takahashi è nato un legame molto speciale. L’ho incrociato qualche giorno fa alla fine della mia avventura in VNL e mi è sembrato che non fosse passato oltre un mese e mezzo dalla fine di tutto, ma pochi giorni. Mi mancherà un sacco. Posso anche citarle Galassi, con cui ho diviso la parte più caciarona dello spogliatoio o Maar, compagno che mi ha spinto a fare qualcosa in più durante la stagione perché è uno in grado di stimolarti col suo atteggiamento. Come vede, potrei continuare a dire bene di tutti. Mi creda, un gruppo così andrebbe menzionato tutto”.

    Del nuovo gruppo invece chi è curioso di incontrare?

    “Sono curioso di lavorare con Juantorena. È un giocatore che arriva a Monza in un momento di carriera nel quale ha davvero vinto molto e in cui sono più gli anni che ha fatto rispetto a quelli che gli restano da giocare e penso abbia molto da insegnare a tutti con il suo bel bagaglio di esperienza”.

    foto Lega Volley

    È un anno in cui gli occhi puntati su Monza saranno tanti. Soffre questa pressione del doversi replicare?

    “No, mi stimola a fare ancora meglio. È un anno sicuramente difficile nel quale tutti si aspettano molto da noi, e soprattutto un anno in cui gli avversari arriveranno a Monza con la voglia di fare risultato. Ricominciamo da un gruppo nuovo, da un anno molto importante appena passato e dalla consapevolezza di voler dimostrare molto, in Italia e anche in Europa”.

    A livello internazionale si è appena affacciato con la nazionale. C’è qualcosa che le ha lasciato il primo contatto con De Giorgi?

    “La nazionale è stata un’esperienza molto preziosa. Mi è arrivata la comunicazione mentre ero dal fisioterapista e la gioia è stata incontenibile. Penso di essere cresciuto molto tecnicamente e personalmente grazie ai ragazzi che ho avuto modo di conoscere e grazie al lavoro fatto con De Giorgi. Lui è un allenatore pacato con il quale quando ho avuto i miei momenti di alti e bassi ha saputo darmi quella scossa che è tipica dei leader. Mi piace il suo approccio, molto preciso, puntiglioso. È uno che ti spiega ogni singola scelta, ogni singola mossa. Spero che sia solo una prima volta e che ne seguano altre. Ma questo è il sogno di chi come me vorrebbe vestire quella maglia sempre”.

    Gaggini, lei è consapevole dell’essere uno su cui la pallavolo italiana vorrà costruire un futuro campione?

    “Io sono felice di tutto ciò che ho avuto. Ancora per certe cose non mi sembra vero di essere arrivato fino a qui. Penso che continuerò a viverla così, lavorando e andando in palestra ogni giorno senza l’illusione di avere niente di più di ciò che ho. Ciò che arriverà in più sarà un’immensa gioia”.

    Intervista di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Luca Martinelli pronto per un altro salto: “Voglio scoprire i limiti del mio gioco”

    Ha saputo entrare in punta di piedi nel mondo della A3. Giornata dopo giornata Luca Martinelli scalava la classifica silenziosamente con la neopromossa e sorpresa del torneo Mantova, fino a diventare una certezza granitica della stagione. Tutto ciò che Luca non lo ha avuto con la fisicità prorompente, lo ha conquistato prepotentemente con l’impegno e dimostrando ogni domenica di valere ben oltre la serie B che fino all’anno prima giocava con Scanzorosciate. Ha ottenuto i playoff, il titolo di scommessa vinta da parte della società lombarda e da qualche giorno, la notizia è che ad attenderlo il prossimo anno c’è un nuovo salto di categoria, stavolta con la maglia di Cantù.

    “Volevo investire su me stesso. Ho ventisei anni, non sono certo il più giovane della categoria. Ma la curiosità di capire fin dove si possono spingere i limiti del mio gioco è tanta. Non lo so se la A3 è il mio limite, se lo sarà la A2 il prossimo anno, se potrò e come potrò dare di più. Ho fatto una bellissima chiacchierata con il tecnico Mattioli e poi ho deciso di aderire al progetto perché mi interessava lavorare tanto. Non vedo l’ora di cominciare”

    foto Lega Volley

    A seguirla da Mantova anche Novello.

    “Mi sono trovato molto bene con Marco. Sono felice che ci ritroveremo assieme nella stessa squadra il prossimo anno”

    Dove può arrivare Cantù?

    “Devo essere onesto con lei e dire che anche per me sarà una scoperta perché in questo campionato ci arrivo da esordiente. È presto per capirlo”

    Perché ce l’ha fatta Martinelli?

    “Per il carattere. Ho imparato una cosa, ossia che per ovviare alla mancanza di qualità fisiche, avrei dovuto lavorare e puntare su altro. Penso alla qualità dell’alzata o alla gestione delle partite. Se ci pensa non era per niente scontato aggirare l’ostacolo fisico. Credo di aver capito certe situazioni di gioco e di aver saputo sfruttare le occasioni che mi sono state offerte, facendomi trovare pronto”

    Con lei Mantova ha scalato la classifica.

    “Ho trovato un bellissimo affiatamento. Abbiamo lottato spesso con gli infortuni, diventando bravi a presentarci con una formazione diversa e giocandoci varie possibilità. Parlo anche del mio ruolo. Ad esempio, siamo rimasti un mese e mezzo senza Marco, e uno come lui a livello di individualità e di punti macinati è una mancanza a cui si deve dare seguito con tanta grinta. Su questo aspetto, abbiamo lavorato tutti, con una panchina lunga e una società che non ci ha mai messo pressioni e ci ha fatto giocare in maniera molto serena. Tra campionato e coppe reggere gli urti per quaranta partite non è stato semplicissimo. Personalmente mi ritengo molto soddisfatto, nonostante non siamo riusciti a centrare l’obiettivo promozione”

    foto Lega Volley

    L’immagine di Martinelli è quella del ragazzo di provincia che per anni fa gavetta nelle serie minori e poi sboccia. Si riconosce?

    “Sono arrivato in A a 25 anni senza saltare le tappe. Mi sono preparato e anno dopo anno è maturato in me il sentimento di investire nella pallavolo. Studio Scienze Motorie, mi piacerebbe diventare un giorno personal trainer magari e fino a qualche anno non credevo pienamente che la pallavolo potesse diventare un’attività così preponderante. La chiamata di Scanzorosciate qualche anno fa è stata casuale e ci siamo giocati delle finali, così come la scommessa di Mantova è arrivata in un momento in cui non pensavo potesse esserci l’ingresso in A3 e ho accettato con l’entusiasmo e la voglia di mettermi a disposizione”

    Cosa rimane del Luca di Bussolengo che non voleva lasciare casa?

    “Quel legame forte, il rapporto stretto con la mia famiglia e gli amici e la voglia di tornarci ogni volta che posso, anche perché il viaggio non è proprio così impegnativo anche adesso che andrò a Cantù. Ho cominciato a dieci anni questo sport, e a diciassette ho giocato con le giovanili della Calzedonia. Non pensavo che la strada da Bussolengo sarebbe stata questa e vivo tutto con grande gioia, indipendentemente da ciò che succederà o da quanto tempo durerà”

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    Carlo Bonifazi punta in alto: “Con Benzi vogliamo raggiungere una dimensione mondiale”

    L’impressione è che una volta che la stagione sarà nel vivo, Carlo Bonifazi e Davide Benzi saranno ancora una delle coppie da battere nell’estate del beach che a Caorle, due settimane fa, ha solo scaldato i motori. Complice le frenetiche attività di entrambi, nel soleggiato veneto in cui la stagione del campionato assoluto parte come da tradizione ogni anno, la coppia si è accontentata di un quinto posto che non soddisfa, ma che restituisce solo la consapevolezza del voler bissare i bei successi della scorsa stagione, quando il tricolore è stato cucito sulla loro canotta:

    “È scontato il fatto che dopo lo scorso anno, vogliamo continuare su quel livello di gioco e di successi che ci ha consentito di conseguire lo scudetto al campionato italiano. Io e Davide abbiamo l’ambizione di migliorarci ogni stagione, e per questa stagione vogliamo proseguire quel percorso che ci ha portato a conquistare punti in ambito internazionale. Non mi fa paura dire che l’obiettivo è quello di guardare alla dimensione mondiale più che a quella locale”

    Europeo?

    “Non sappiamo se siamo dentro, ma faremo di tutto per percorrere quella strada”

    L’italiano è cominciato con molte novità. Partiamo dal vostro quinto posto.

    “Per il livello espresso, secondo me avremo potuto puntare al podio, e credo che ce lo saremo meritato. Dispiace perché volevamo qualcosina di più, ma siamo consapevoli che alla prima tappa qualcosa può andare non come ce lo si aspettava. Non voglio giustificare il lavoro di entrambi, ma la frenesia di incastrare viaggi, allenamenti e due città diverse all’inizio può pesare. Non è un alibi, ma un punto da cui ripartire per aggiustare il tiro”

    foto Instagram @carlo_bonifazi

    Cosa ha trovato di nuovo?

    “Il livello ovviamente cresce di più ogni anno che passo, sia a livello italiano che internazionale. Nell’italiano la competizione aumenta e il fatto che quest’anno ci siano coppie come Zaytsev-Lupo già dalle prime tappe, testimonia che la guerra per la conquista del titolo sarà ancora più accesa. Le coppie che ci siamo trovati davanti sono tutte tecnicamente e tatticamente allenate molto bene. Con il passare degli anni mi rendo conto che tanti si attrezzano per fare bene sin da subito”

    Prossime tappe a livello internazionale?

    “Puntiamo a tre tappe Future in cui sappiamo di trovare un livello piuttosto alto. Cercheremo di alternare la presenza all’italiano con qualche trasferta estera, anche perché affacciarsi alla finestra dell’internazionale ti consente di alzare l’asticella e fare anche un gioco diverso. Qualitativamente parlando, è un’esperienza che già lo scorso anno ci ha migliorato molto”

    Il vostro segreto resta l’affiatamento.

    “Sono contento che emerga questo. Stiamo cercando in questi giorni di riprendere in maniera integrata e di impostare la preparazione alle prossime tappe verso un ritmo che deve assolutamente crescere. Sono contento di lavorare con Davide anche in questa stagione. Spero che tutte le cose che ci siamo promessi possano diventare realtà”.

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    Luisetto si racconta: “Per scaramanzia prenotiamo l’hotel solo il venerdì… Continua a portare bene”

    È bastata una sola tappa, quella di Caorle, esordio assoluto del Campionato italiano di beach volley dell’estate 2024 per rivederlo dove merita, ovvero sul podio. Michele Luisetto e Giacomo Spadoni tornano a vincere un argento a distanza di poco più di nove mesi dalla fine della passata stagione, nella quale hanno rappresentato non tanto una sorpresa, ma il risultato di un lavoro che ha creato una delle coppie più forti del panorama italiano. Questo weekend, nella tappa di Catania, saranno la coppia testa di serie numero uno del tabellone maschile.

    “L’argento ottenuto domenica scorsa a Caorle ha stupito in primis noi, ma è inutile da ribadire, ci ha dato una carica incredibile. Quando abbiamo visto la lista pubblicata, nella quale risultavamo in tabellone, nonostante ormai si perda il punteggio della passata stagione dopo undici mesi, ci siamo detti solo di giocarcela senza pensare al risultato”.

    foto Roberto Perin

    Wild card per Zaytsev-Lupo. Dalle qualifiche arrivavano Martino-Manni. Un inizio di torneo non semplicissimo.

    “Ho detto a Jack di fare il miglior torneo possibile, anche perché le prime dieci coppie del tabellone sono tutti nomi fortissimi. Una volta conclusa la stagione a Motta, ho cercato di ricavare tutti i momenti liberi per potermi allenare con Giacomo, in modo da prepararci ad affrontare un inizio così tosto. Il lavoro ha pagato. Non potevamo iniziare in maniera migliore”.

    Finale con Dal Corso-Viscovich persa, ma un secondo posto che dice molto sulle vostre ambizioni.

    “Ora faremo Catania e forse il silver a Giugliano, prima di pensare a Montesilvano. Per noi il campionato italiano è un pensiero concreto e puntiamo a fare bene. Iniziare così è bello, ma sappiamo che ripetersi non sarà affatto semplice”.

    foto Instagram @micheleluis2

    La partita più bella di questo esordio?

    “La vittoria con Benzi-Bonifazi. Davide e Carlo non hanno bisogno di presentazioni, e lo scorso anno ci hanno sempre battuto, senza lasciarsi un set. Abbiamo giocato una bella gara sul filo del rasoio e ci tenevamo particolarmente a fare una bella figura contro di loro”.

    Mi dica che anche quest’anno c’è il rito delle prenotazioni scaramantiche solo per la prima sera.

    “Ci siamo ovviamente trovati senza hotel sabato perché avevamo prenotato solo la prima notte. Come le avevo detto, questa decisione ci porta sempre fortuna e quindi continueremo a rischiare di trovarci senza un letto il sabato sera, ma felici di conquistarci altre semifinali (ride n.d.r.)”.

    Vedere Zaytsev alle tappe posso chiederle che effetto fa?

    “Purtroppo non l’ho visto all’opera con Daniele se non in qualche piccolissimo scambio perché gli orari delle loro e delle nostre partite combaciavano sempre. Credo che faccia bene al movimento arricchirsi di giocatori come lui, che possono solo essere un volano positivo. Certo, sarà più dura, anche perché l’ho visto servire ad una velocità stratosferica. Ma faccio un discorso da frequentatore e partecipante assiduo del campionato italiano e dico che il futuro si deve basare su un movimento inclusivo che possa innanzitutto coltivare delle nuove coppie giovani che oggi mancano rispetto al passato. Poi, per ciò che riguarda Ivan, ben venga la sua decisione di scegliere il mondo del beach e di puntare come ha detto a Los Angeles. Sono una bella coppia. Sono certo che sapranno fare bene con Lupo”.

    foto Instagram @micheleluis2

    Le sue giornate ora che è finito all’indoor, cosa prevedono?

    “Lavoro al mattino all’Eurocamp a Cesenatico, e al pomeriggio mi alleno con Spadoni a Marina di Ravenna. Power Beach, la nostra società, ha preso il bagno Oasi in gestione e io alleno al pomeriggio sia gruppi di adulti dai diciotto anni in su, sia gruppi di under 16 con Giacomo, supervisionati da Gabriele Mazzotti, che poi è il nostro tecnico. Tra le altre cose, domenica abbiamo ricevuto tantissimi messaggi da Ravenna, Cesenatico, da mezza Italia, che si è collegata a vedere la partita. Siamo contenti di portare in alto la bandiera del beach romagnolo e ci lusinga essere così tanto supportati”.

    Conclusa la parentesi estiva ad attenderla ci sarà Belluno.

    “Il Veneto per me è una seconda casa. Conoscevo già Belluno ed è una bellissima realtà che ha iniziato un progetto finalizzato a riportare la pallavolo ad alto livello e stanno investendo molto bene. Il prossimo il progetto è quello di fare bene, cercando di ottenere più competizioni possibili”.

    Ad allenarla è De Cecco.

    “Mi ha fatto l’in bocca al lupo per la stagione di beach e farà il tifo per me. Mi ha subito fatto immergere nel progetto e arrivo lì con il mio solito entusiasmo. Sarà una bella sfida”.

    Intervista di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Falaschi punta in alto: “A questa Padova la salvezza sta stretta, mireremo all’ottavo posto”

    Il comunicato arriva tempestivamente a metà maggio, ed è il segnale di ciò che Marco Falaschi ha fatto alla Pallavolo Padova, ossia lasciare un bel segno distintivo sul suo operato e sulla costruzione di un ruolo che nella pallavolo italiana ormai è giusto riconoscergli universalmente.

    Falaschi è una certezza, un elemento che non solo si cuce addosso una maglia, ma tesse lungo la stagione una rete di gioco e certezze grazie al suo ventennale bagaglio di esperienza. Padova (così come la nazionale, di cui Marco fa parte nel gruppo allargato di Cavalese) sotto questo aspetto non poteva assolutamente rinunciare alla regia del toscano più famoso del volley e ha detto sì anche per la prossima stagione.

    Foto Federazione Italiana Pallavolo

    “Sono soddisfatto dell’annuncio e dico che questo rinnovo me lo sono conquistato dentro e fuori dal campo. La chiamata di Padova lo scorso anno è arrivata perché la società mi ha chiesto di dare un mio contributo personale nella costruzione di un gioco di squadra in cui erano presenti diverse scommesse, che abbiamo vinto assieme. L’aspetto sportivo e umano ha inciso sul fare sì che questo gioco si creasse e che raggiungessimo anche un traguardo fondamentale come la salvezza con diverse giornate d’anticipo”.

    Diamo un nome alle scommesse vinte?

    “Posso dire che Luca Porro e Davide Gardini in posto quattro come titolari stabili in Superlega siano stati una bella scommessa vinta. Su Gardini c’era molta aspettativa dalla passata stagione, per il giocatore che voleva e doveva essere. Luca ha sprigionato un talento indiscutibile e ha dimostrato di poter svolgere questo ruolo con maturità e provando ad alzare l’asticella ancora di più. Posso dire che anche Plak come centrale nel suo primo anno nel ruolo in Italia è stata un’altra bella soddisfazione che la società si è portata a casa. Giocatore forte, con delle doti fisiche importanti e capace di poter dire la sua in questo campionato. Sono contento di ciò che Fabian ha dimostrato di poter fare”.

    Foto Pallavolo Padova

    La prossima scommessa?

    “Tommaso Stefani dovrà prendersi le sue belle certezze la prossima stagione. Arriva da un recupero lungo e intenso. Sono felice di giocare assieme a lui anche il prossimo anno per la terza stagione dopo quella di Taranto”.

    Conosce a menadito questo campionato. Mi dica perché Padova si è salvata con anticipo rispetto alle altre.

    “Credo che non ci sia stato un solo momento in cui abbiamo smesso di lavorare per centrare l’obiettivo, anche quando avevamo qualche difficoltà in più degli altri. Dopo la prova di Cisterna, che ricordo come un momento complicato della stagione, siamo stati capaci di parlare, affrontare i problemi e ripartire con la consapevolezza che ce la potevamo e volevamo fare. Non abbiamo mai mollato e siamo riusciti, oltre a vincere gli scontri diretti, a toglierci degli sfizi, andando a prendere punti contro squadre come Milano e Modena. Siamo stati bravi nel dimostrare che potevamo affrontare chiunque con la stessa grinta e la stessa determinazione”.

    foto Lega Volley

    Quest’anno è sembrato che lei calzasse a pennello con il progetto Padova. Posso dire che non potevamo vederla in un progetto più a misura di Falaschi?

    “Ho sempre apprezzato molto quando una società mi ha chiesto di mettere in campo la responsabilità che ho acquisito dopo tanti anni di esperienza. È stato un piacere lavorare con Padova e poter continuare in tal senso. Va dato atto che Cuttini e lo staff sono sempre stati desiderosi quanto noi di farci esprimere in un certo modo e ci hanno sempre punzecchiato affinché ognuno di noi facesse il suo meglio”.

    foto Lega Volley

    Padova ormai è una certezza per la Superlega.

    “Siamo il quinto pubblico della serie A. Voglio strappare una promessa”.

    Prego.

    “Cercheremo di alzare ancora di più l’asticella quest’anno. Personalmente trovo che questi tifosi meritino qualcosina di più della salvezza e mi impegnerò per fare sì che quell’ottavo posto magari utile per giocare i playoff scudetto diventi un traguardo alla nostra portata. È una bella sfida, ma ci proverò”.

    Intervista di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Mattei, pilastro di Grottazzolina: “Caduto l’ultimo pallone è partito il film della mia carriera…”

    Conosco il protagonista dell’intervista da dieci anni. Tra di noi abbiamo condiviso moltissimo delle rispettive carriere in ambiti diversi. Scrivo con cognizione di causa che questo è l’anno migliore di Andrea Mattei dell’ultimo decennio passato a dimostrare di essere il forte giocatore che è sempre stato. Sono trascorse così tante stagioni da quando questo armadio con gli occhi azzurri, a cui già a vent’anni stava stretto tutto, compresa la maglia dell’allora Kioene, urlando e combattendo con il coltello tra i denti, si conquistava due promozioni in due anni diversi. L’epilogo, dopo anni spesso in cui ha fatto fatica ad esprimere ciò che aveva dentro e fuori dal suo gioco sicuro e costante in posto tre, non è un caso sia arrivato in un’altra bella favola della pallavolo italiana, cioè alla Yuasa Battery Grottazzolina, compagine che quest’anno ha dominato la serie A2 e si appresta con l’entusiasmo di ogni debuttante al gran ballo, a disputare il suo primo campionato di Superlega, sempre con l’apporto dello stesso Mattei.

    “Quando è caduto l’ultimo pallone, è come se fosse partito un film lunghissimo, in cui ho ripercorso tutti gli anni in cui non sono riuscito a portare a casa ciò che mi ero prefissato dall’inizio della stagione. Sono stati anni difficili, non l’ho mai nascosto, e quest’anno sono arrivato a Grottazzolina per la prima volta, senza costruire alcun castello. Ero felice di essere qui, dovevo fare il mio lavoro come sempre al massimo, ma senza alcun retropensiero”.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Ha vinto il campionato, senza alcuna illusione iniziale.

    “Lo abbiamo voluto tutti. Molti di noi sono arrivati qui desiderosi di trovare un riscatto da anni un po’ più in salita di altri. Nel mio caso ha influito tanto l’essermi sentito non solo parte di un progetto, ma al centro del progetto stesso. Grottazzolina ha cercato di essere casa per tutti noi, e questo ha inciso nel far confluire tutte le energie verso l’inseguimento di un sogno per una piccola realtà marchigiana”.

    Per lei la Superlega arriva dopo la vittoria in finalissima contro Siena. Segno del destino?

    “Forse. Lei pensi che io la Superlega me la sono riguadagnata quest’anno e l’ultima società con cui l’ho persa è stata proprio Siena. Un momento catartico, perché mi sono ripreso ciò che volevo in un momento e proprio con la mia ex squadra. L’ho cercata proprio tanto e quest’anno per la prima volta ho detto vada come vada, poi è successo tutto”.

    foto Top Volley Cisterna

    Si era un po’ smarrito quel ragazzo che ho conosciuto dieci anni fa?

    “Non ero smarrito, avevo certamente maturato l’idea che a trent’anni si potesse stare bene anche senza pensare per forza al pensiero ossessivo della massima serie. Era un pensiero, stava lì, ma non più da non dormirci la notte”.

    Sono seguiti giorni di capelli rosa, festeggiamenti e celebrazioni.

    “Non mi era mai successo di essere invitato in comune e di essere insignito della cittadinanza onoraria. Non so se esistano dei precedenti nel volley. Per me è stato un momento molto emozionante quando il sindaco ha incontrato la squadra e ha fatto sentire quanto questa comunità sia legata al volley”.

    foto Instagram @a.mattei10

    La Superlega ora con quale obiettivo?

    “A livello societario sicuramente l’obiettivo è mantenere la categoria. Stanno dando tutti il massimo per fare sì che il progetto della Yuasa Battery possa piacere a tutti”.

    Il momento che tutti aspettano? L’esordio?

    “Credo il derby marchigiano contro la Lube sarà un momento storico curioso, perché qui la pallavolo è più importante del calcio”.

    Il suo?

    “Vorrei giocare con la stessa determinazione dei miei vent’anni quando debuttavo in questa categoria”.

    So che ha un sogno, ora che tornerà in A1.

    “Non ho mai abbandonato l’idea di essere convocato in azzurro. So che sono grande ormai, so che forse il treno per me è già passato. Ma continuare a sognarlo e a lavorare per tutto ciò, non costa niente”.

    Intervista di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Recine conferma: “Giocherò in Giappone a Nishima, ora però lotterò per andare a Parigi”

    Un messaggio postato sui social. Un saluto commovente, più che un addio, conscio forse che a Piacenza, così come certamente in Italia, uno come lui deve e dovrà certamente avere uno spazio. Francesco Recine lascia il nostro paese dopo averci riempito la testa e il cuore di fotogrammi e di bella pallavolo, consapevole di un percorso cominciato a Civitanova, Ravenna e poi indossando una maglia nazionale con cui ha dimostrato a tutti quanti di essere ancora più bello e vincente del cognome che porta.

    “Lascio dopo una stagione difficile, nella quale forse tutti ci aspettavamo quel qualcosa in più che non è arrivato. Abbiamo fatto le finali per la Challenge, quando all’inizio della stagione l’obiettivo era certamente di giocare quelle per il tricolore. Abbiamo iniziato molto bene, poi è arrivato un proseguimento di campionato difficile e un playoff altalenante. Dispiace a tutti, ma la pallavolo è anche questo”

    Foto di LVM

    La delusione era palpabile nelle parole di tutti. Quanto è spietato lo sport in questo?

    “Certe volte lo sport da questo punto di vista ti massacra. Non solo per i ritmi e per la continuità che ti richiede. Noi siamo stati questi negli ultimi due anni, pur giocando molto spesso una pallavolo di altissimo livello”

    Con la sincerità che la contraddistingue, cosa non ha funzionato?

    “Spesso siamo arrivati agli appuntamenti che contavano con una stanchezza mentale che non ci ha permesso di dare il nostro meglio. Le ripeto, giocare per così tanto tempo un livello come quello della Superlega, alternando la nazionale, le coppe, il campionato, è difficile. Se vogliamo poi analizzare il campionato, credo che il fatto che non solo noi alla fine non abbiamo centrato gli obiettivi previsti, la dice lunga. Penso anche al cammino di Trento, che ha giocato alla grande tutto il campionato”

    foto Fipav

    Personalmente che stagione è stata?

    “Una stagione che ho usato come stimolo e come un’occasione per giocare tanto, anche in vista delle convocazioni in azzurro. Mi sento parte del gruppo della nazionale ed è stato brutto essere lasciato a casa lo scorso anno. Cercherò di dare il 100% e di entrare nel gruppo ufficiale di Parigi”

    Posso chiederle se è consapevole del fatto di aver fatto tutto questo a 25 anni?

    “A volte ci si dimentica che molti di noi sono arrivati in un mondo di grandi, arrivando piccoli e restando tali. Certamente rispetto a tanti coetanei ho avuto la possibilità di fare tante bellissime esperienze. Due stagioni importanti a Ravenna, cinque stagioni in Superlega. È stato un bel percorso. Penso a come col sacrificio, piano piano mi sono conquistato il posto sia alla Consar che a Piacenza. Ci sono stati alti e bassi come può capitare in tutte le stagioni, ma chiudo momentaneamente questa parentesi in Superlega pensando di aver dato tutto me stesso e avendoci creduto dal primo giorno”

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Il prossimo anno cosa la aspetta?

    “Una nuova esperienza. So che è uscito qualcosa sui giornali. Giocherò in Giappone a Nishima”

    Ci mancherà Recine.

    “Mancherà tutto anche a me. Ma sono felicissimo di questa opportunità e cercherò di portare in Asia ciò che di meglio mi hanno insegnato gli anni italiani”

    Intervista di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Max Colaci racconta i segreti (e i festeggiamenti) del secondo Scudetto di Perugia

    L’immagine più bella è quella di una tifoseria perugina in festa in una Opiquad Arena di Monza gremita in ogni ordine di posto. A fare festa con loro, un emozionatissimo Massimo Colaci, al quinto scudetto in carriera e alla sua settima stagione con la maglia della Sir Susa Vim Perugia, che solo qualche ora dopo è ancora visibilmente soddisfatto del trionfo avvenuto in gara 4:

    “Tenevamo particolarmente a terminare la stagione portandoci a casa questo scudetto proprio perché è la fine di un percorso bellissimo fatto assieme ad una squadra incredibile e al termine di un’annata che concludiamo con la vincita di quattro trofei. Un anno così personalmente e anche a livello di gruppo è davvero da incorniciare”

    Foto di Sir Susa Vim Perugia

    Lei che ha vinto tanto, mi risponda con onestà, si emoziona ancora come agli esordi?

    “Chiaramente con l’età e l’esperienza impari a gestire le emozioni. Io volevo vincere, ero carichissimo, e faccio sempre un pensiero alla sconfitta per non farmi sorprendere in caso negativo. Perdere è davvero un attimo, una distrazione, mentre arrivare sul podio è molto più difficile. E quando sei lì, visto che ogni titolo e ogni vittoria è collegato a un momento della vita e della professione, mi emoziono come se fosse la prima volta”

    Ha ancora voglia di vincere?

    “Io non concepisco quelli che parlano di pancia piena. Ho ancora tanta fame in questo sport, altrimenti non lo giocherei. Io credo che uno lotti per poter vivere più serate possibili come quella di Monza. Non mi accontenterò mai. Finché sarò in campo avrò voglia di vincere e vincere ancora”

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Ci sveli qualcosa dei festeggiamenti?

    “La festa più grande l’abbiamo fatta a Monza, anche se i tifosi hanno aspettato fino alle 4 del mattino l’arrivo del nostro pullman a Perugia e lì abbiamo continuato per la nostra gente ed è stato altrettanto bello ed emozionante. Se posso spaccare il capello, devo dire che mi sarebbe piaciuto vincere lo scudetto in casa perché la cornice del nostro palazzetto con i nostri tifosi, quando vinci, è magica. Ma non mi fraintenda, l’importante era portare a casa lo scudetto! Adesso nei prossimi giorni proseguiremo con le cene societarie e con altre occasioni in cui incontreremo tutta la nostra gente”

    foto Lega Volley

    L’ha spiazzata giocarsi la finale con Monza e non con altre compagini favorite all’inizio della stagione insieme a voi?

    “Monza ha fatto un percorso bellissimo e si è meritata davvero di poter prendere parte alla finalissima. Ho fatto loro i complimenti perché si sono dimostrati una squadra ostica e formidabile. All’inizio della stagione io avrei puntato su Piacenza, che è una delle grandi deluse del campionato. Però, tornando a Monza, già dalla gara di andata mi sono reso conto di quanto fossero forti e di quanto fosse sbagliato che il suo nome non comparisse tra le favorite. Hanno fatto davvero un bel percorso di crescita”

    Tutti dicono che l’uomo della provvidenza sia stato Angelo Lorenzetti.

    “Angelo è un uomo attento. Ha lavorato tanto sulla tecnica e su ogni elemento della squadra. È un perfezionista incredibile e ha fatto un lavoro minuzioso sulle piccole cose. Dal punto di vista mentale, poi, ha migliorato molti di noi. È stato davvero importante per questa annata”

    Foto Sir Safety Perugia

    Senta, mi dica che Colaci ci sarà ancora per altri dieci anni.

    “(ride n.d.r.) Penso ogni giorno al mio futuro o quasi. Ho delle idee, come ad esempio quello di riavvicinarmi a Bari, dove con la mia famiglia ho comprato casa. La famiglia mi manca, il mare e la vita che faccio in Puglia quando ho qualche giorno anche. Però posso dirle che il prossimo anno mi troverà ancora in campo, ancora qui a lottare, anche perché voglio vincere la Champions League. Poi dopo l’anno prossimo, chissà”

    Cosa è rimasto del Max Colaci che esordiva nei campionati regionali ad Ugento?

    “La voglia di dimostrare ancora. Ho giocato una vita, dovendo dimostrare ad ogni età di meritarmi quel pezzetto di campo, quella categoria in cui mi trovavo a giocare. Mi sono sempre posto degli obiettivi intermedi. Passare dalla C, alla B, all A, alla nazionale. Da Verona arrivare a Trento, poi a Perugia. Penso di essermi conquistato col lavoro che ho fatto sin da ragazzino tutto ciò che è arrivato nel tempo. Questo mi rende fiero della strada fatta sin qui”

    Intervista di Roberto Zucca LEGGI TUTTO