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    Riccardo Giumelli torna sulla sabbia: “Voglio portare la famiglia con me”

    Di Roberto Zucca Se potessimo affrontare a tutto tondo il personaggio Riccardo Giumelli, sceglieremo sicuramente di narrare il suo lato umano più di quello professionale. Perché raccontare un’anima bella dello sport è sempre una grande fortuna. Detto questo, sarebbe però ingeneroso non focalizzarsi sulle gesta di questo ragazzone di quasi 41 anni che è tornato prepotentemente ad occuparsi di ciò che più ama oltre la sua famiglia, ovvero il Beach Volley: “Volevo riprendere a coniugare l’impegno con la mia famiglia e il Beach Volley. Ne ho parlato con Francesca (Mari, n.d.r.) e lei mi ha detto di buttarmi in questa stagione, nella quale giocherò con Sergio Seregni. Sto bene fisicamente, il mio allenatore Alessandro Francesconi, che è una persona eccezionale mi dice lo stesso. Quest’anno sarà un anno di rodaggio, poi con Sergio ci siamo fissati degli obiettivi da centrare nei prossimi due o tre anni“. Lei, a 41 anni, salta e gioca come quando ne aveva 20. Ci sarà un segreto, Giumelli? “(ride, n.d.r.) Stare bene fisicamente. Allenarsi, stare bene mentalmente e lavorare in palestra in un certo modo“. Veniamo al presente. Podio a Bibione e podio sfiorato a Sanremo al campionato italiano, arrivando dalle qualifiche. “Parto da Bibione perché ho potuto portare Emma, mia figlia, come avevo fatto nel 2015, e Lisa, la più piccolina, per la prima volta, sul podio con me e Sergio. Ero molto emozionato, soprattutto di vedere mia figlia Emma lì con me, dopo anni in cui ha lottato come una leonessa“. Sua figlia Emma, lo dico per dovere di cronaca, ha superato una malattia che ha portato lei ad allontanarsi per un po’ dal Beach. Come risposta però, ci sono state persone che sono state molto vicine a lei e Francesca Mari. “Alcune si sono allontanate ma va bene così. Voglio parlare delle persone che ci sono state. Voglio parlare di Riccardo Fenili, che è più di un fratello, e di sua moglie Natalia, che ogni mercoledì prendevano la macchina e si facevano un centinaio di chilometri solo per venire fuori dall’ospedale per chiedere come stavamo e se c’era bisogno di qualcosa. Voglio parlare di Alessandro Francesconi e della sua compagna Mariel Vezzani, presidentessa della Beach Volley Modena Eventi, e di Vladimir Tchernichov, che sono stati come una famiglia. Mi sento di dire che sono stato fortunato, siamo stati fortunati a circondarci delle persone giuste“. Con loro avete organizzato una raccolta fondi. Giocando a Beach per il sociale. “Una raccolta fondi per l’Associazione Giocamico, che si occupa da oltre 20 anni di giocare con i bambini all’interno degli ospedali. La raccolta è stata fatta all’interno della tre giorni del Clinic Galli-Fenili e che ripeteremo come ogni anno l’ultimo weekend di settembre. Vedere il Beach che si coniuga con la beneficienza mi emoziona parecchio“. Proseguiamo con Sanremo. Il podio sfiorato l’ha amareggiata? “No, come ho detto, è un anno di rodaggio. Con Sergio non siamo riusciti ad allenarci tanto quanto avremmo voluto. Ma ci stiamo rimettendo in pari su molte cose e adesso faremo le prossime tappe del campionato, cercando di migliorare la posizione in classifica. Stiamo pianificando se partecipare a Montesilvano e Bellaria o anche a Cordenons. Non voglio strafare nel ritornare e cominciare a viaggiare come un matto tutti i weekend. Vorrei che Francesca e le bimbe venissero con me perché mi piace da morire che Emma e Lisa respirino l’aria del Beach Volley e dello sport in generale“. Alle tappe dicono che siete non una famiglia, ma un torpedone! “È una famiglia molto allargata, che si muove e che mi piace vedere sempre assieme. Cito anche Gabriele Biancardi e Serena Fornier, che fanno parte di tutte quelle persone che ho nominato e che ci seguono in questo grande gruppo familiare. Tutto questo però è stato possibile grazie a Francesca, che è una persona di un altro pianeta. Senza di lei io non sarei quello che sono e tutto questo non sarebbe mai stato possibile“. So che in estate si trasferirà in Versilia. Il progetto della Fenili-Giumelli Beach Volley School proseguirà? “Certo! Sono felice perché andremo a vivere al mare e sarò più vicino agli amici che in questi anni hanno seguito con più costanza il progetto. Ora sarà anche più semplice poter dare il mio contributo e lavorarci anche con il supporto di Francesca. Abbiamo in cantiere una serie di progetti, che spero possano realizzarsi il prima possibile“. LEGGI TUTTO

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    Marco Caminati, no alle polemiche: “Nel Beach cambiare coppia è normale”

    Di Roberto Zucca Marco Caminati è uno di quei giocatori di Beach Volley che sai dove inizia ma non sai dove finisce. È immensamente schietto, dotato di quella maturità che ti permette di poter dire e fare tutto. E con una gran voglia di riprendere le fila del campo da Beach, tanto da arrivare già a medaglia alla prima tappa del Campionato Italiano con il suo nuovo compagno Francesco Vanni: “Peccato per la semifinale, nella quale ci siamo ritrovati contro Ranghieri e Manni. È stata una bella gara, che ci ha permesso forse di giocare con il giusto affiatamento la finale per il bronzo contro Andreatta e Abbiati“. Il nuovo sodalizio con Vanni è visto da molti come quello da battere. “Sono molto contento di giocare con Francesco quest’anno. È un sodalizio nel quale credo molto, perché da subito è scattata una bella alchimia tra noi. Con Gianluca Casadei poi abbiamo modo di fare un lavoro straordinario, e proprio nei prossimi giorni Francesco verrà qualche settimana a Cesenatico per allenarsi e per preparare le prossime tappe“. Foto Instagram Marco Caminati Chi si aspettava scintille tra lei e Ranghieri in semifinale sarà rimasto deluso. “È un giocatore fortissimo, al quale auguro tutto il meglio. Avere delle divergenze in una squadra capita in ogni sport, è importante mantenere il rispetto per ciò che si è stati e il giusto rispetto per gli avversari che si hanno davanti. Ho avuto compagni come Enrico Rossi con cui ci sentiamo spessissimo e anche con Alex capita di scambiarsi dei pareri e delle opinioni“. Rispetto a ciò che qualcuno ha scritto, le polemiche sembrano dunque dissolte. “Scrivere è un conto. Vivere la quotidianità di una coppia che fa un percorso assieme è un altro. Cambiare compagno in uno sport come il Beach è all’ordine del giorno in certe nazioni. Pensi al Brasile ad esempio, con coppie che vincono le medaglie olimpiche e si separano un mese dopo. È una questione di mentalità. L’importante è non vedere sempre il marcio dove non c’è. Con Alex sarà sempre interessante ritrovarsi a giocare anche se in due campi diversi“. Mi racconta cosa ha fatto in questi anni? “Mi sono allenato e mi sono dedicato molto alla famiglia. Ora ho ripreso il Beach e con Francesco puntiamo a fare bene quest’anno“. Non le chiedo una pagella, ma mi dica chi e cosa le è piaciuto della tappa di Terracina. “Ho stima per diversi atleti. Ne menziono due. Mi piace Davide Benzi, perché è un mio pari ruolo e ho molta stima professionale nei suoi confronti. È un ragazzo in gamba che farà molta strada. Poi le menziono Carlo Bonifazi, con il quale giocherò a Sanremo e che con Fabrizio Manni ha lavorato molto bene in questi anni, diventando una coppia importante che fa sempre molto bene“. LEGGI TUTTO

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    Edgardo Ceccoli punta in alto: “Con Carucci vogliamo fare un gran Campionato Italiano”

    Di Roberto Zucca La nuova avventura sui campi da Beach Volley, quella in coppia con Alessandro Carucci, ha una toponomastica ben precisa: Terracina. È da qui che Edgardo Ceccoli è ripartito con un nuovo compagno, sotto il segno di Open Beach, alla conquista di quella che definisce una stagione in cui cerca delle risposte: “Ed è partita alla grande, perché con Alessandro abbiamo vinto la tappa B1 nazionale, mentre alla prima tappa del Campionato Italiano Assoluto ci siamo classificati settimi. Il rodaggio c’è stato e vogliamo raccogliere tutti i frutti possibili da questa nuova stagione“. Una cosa non cambia mai, Ceccoli. Il suo sodalizio con coach Simone Di Tommaso. “Gli voglio davvero bene. È una persona che mi ha dato tanto, di cui mi fido al 100% e che è stata sempre presente nelle mie scelte, sia quando giocavo a pallavolo indoor, sia quando ho scelto di dedicarmi completamente al Beach Volley“. Lo scorso anno con Cottarelli è andata bene. Quest’anno punta più in alto? “È inevitabile farlo. Quest’anno a Milano ho iniziato a dedicarmi completamente al Beach Volley, e con Alessandro negli scorsi mesi abbiamo scelto di fare la stagione estiva assieme, pianificandola con l’obiettivo di fare un buon Campionato Italiano“. Foto Instagram Edgardo Ceccoli Ritorna a Pescara. E Di Tommaso piazza due primi posti, maschile e femminile, nel B1 di Terracina. “Abbiamo giocato bene. Siamo stati molto bravi ad affrontare i momenti topici della tappa e in campo ci siamo trovati meglio di come pensavo. Per me tornare a Pescara, ad allenarmi e allenare all’Antoniana Beach Volley Club, ha significato risentire l’aria di casa. È questa serenità che ti porta la struttura che ti crei come giocatore con lo staff, il luogo che ti scegli e gli amici te la porti anche in campo“. Lei è uno che in campo fa sentire il suo carattere e la presenza, sbaglio? “Lo è anche Alessandro. Infatti nessuno dei due, come si suol dire, ha perso la brocca, anzi, ci siamo aiutati molto durante il torneo. Ora puntiamo ad arrivare alla tappa di Sanremo per toglierci qualche soddisfazione in più e andare al di là del settimo posto“. Parallelamente ha iniziato a lavorare nel mondo della pubblicità. La ricordo diciottenne con la voglia di occuparsi di cinema. “È sempre stato un mio pallino. Mi sono divertito molto a girare uno spot e spero di poterlo fare ancora. Col cinema o la televisione chi lo sa, non mi precludo nulla. Ora, in estate, la testa è però focalizzata al Beach Volley. Vogliamo vincere il Campionato Italiano“. LEGGI TUTTO

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    Matteo Sperandio: “Ora proviamo a giocarcela anche per la Superlega”

    Di Roberto Zucca Era solo una questione di tempo, soprattutto perché lo scorso anno la promozione della Delta Group Rico Carni Porto Viro era stata ingiustamente cancellata dal Covid dopo una stagione in cui la squadra veneta aveva dominato il proprio girone. Delle ultime due stagioni, Matteo Sperandio è stato non solo il portavoce, bensì una bandiera issata nel punto più alto in occasione del passaggio in A2: “È stato un momento molto emozionante e meritato, per una società che ha creduto dal primo giorno in cui sono arrivato a Porto Viro che si potesse lavorare bene e cercare di ottenere la serie A2. Lo scorso anno è stato sfortunato perché la pandemia ha bloccato le promozioni. Quest’anno la società ha continuato il suo investimento e finalmente siamo riusciti ad ottenere la promozione“. Possiamo dire che Sperandio è confermato a Porto Viro in A2? “Sì, stiamo definendo gli ultimi dettagli ma posso dire tranquillamente che l’avventura a Porto Viro per me continuerà anche il prossimo anno. Mi sono trovato molto bene, ho ricominciato un percorso personale e professionale in cui mi sono ritrovato al centro di un progetto e speravo di poter disputare anche la A2, per la quale la società si sta attrezzando bene“. Foto Ufficio Stampa Delta Group Rico Carni Porto Viro Ci dia qualche nome. “(ride, n.d.r.) Per ora bocche cucite su alcuni nomi, ma sicuramente posso dire che ritroverò Marco Fabroni, un amico con cui ho giocato due stagioni a Sora e a Corigliano e che arricchirà il collettivo di Porto Viro. E poi Giacomo Bellei da Reggio Emilia. La squadra che si sta costruendo, devo dire la verità, è ambiziosa“. Assalto alla Superlega? “Diciamo che subito dopo squadre come Siena e Castellana, possiamo dire che ce la giocheremo alla pari. La A2 è un campionato tosto ma il collettivo può fare molto per disputare un bel torneo“. Foto Ufficio Stampa Marini Delta Volley Due anni fa arrivava a Porto Viro con uno spirito diverso. Possiamo dire che Sperandio ha rimesso la pallavolo al centro della propria carriera? “Decisamente sì. Venivo da esperienze preziose in cui però non trovavo gli spazi che volevo. L’ambiente che ho respirato qui mi ha permesso non solo di apprezzarlo, ma di ritrovare una continuità nel gioco e un’importanza nel mio ruolo che mi ha portato a ricavare più spazio per la pallavolo“. In più la società l’ha coinvolta dal punto di vista della comunicazione. “Sì. La società ha capito che volevo anche portare avanti gli studi e la passione per il marketing e la comunicazione. Da qui è nata una collaborazione per cui ho modo di lavorare durante l’anno ad alcuni progetti per la società. Credo che il bello di questa società sia il senso comunitario che ha saputo creare nel tempo, coinvolgendo istituzioni, cittadinanza e imprenditoria. È un modello vincente e sono contento di farne parte“. LEGGI TUTTO

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    Lorenzo Calonico sprona Macerata: “I play off sono un campionato a parte”

    Di Roberto Zucca Non è certo una sorpresa vederli in semifinale, perché la Med Store Macerata annovera tra le sue fila alcuni atleti che negli scorsi anni hanno calcato dei taraflex di notevole importanza. Tra questi Lorenzo Calonico è sicuramente uno dei veterani della Serie A. E con Macerata, alla soglia dei suoi primi 40 anni, ha ancora molto da dire: “Oserei dire, da fare (ride n.d.r.). Siamo stati molto contenti di aver superato i quarti di finale. È una bella serie contro Motta di Livenza, un’ottima squadra che ha concluso la regular season al primo posto lasciando pochissimi punti per strada“. Ai quarti avete avuto la meglio su Lecce, che è stata un’autentica sorpresa dei play off. “Una squadra che ha tirato fuori le unghie nel momento più importante del campionato. I play off, lo dico per esperienza, possono ridefinire molto la stagione. Sono un campionato a parte, e bisogna giocarlo partita dopo partita con concentrazione e maturità“. Macerata annovera tra le fila lei, Monopoli, Dennis e Snippe. Quanto serve l’esperienza in A3? “Serve nei momenti caldi delle partite importanti, in cui giocatori come loro risultano essere decisivi grazie alla loro grande esperienza. O quando alcuni elementi più giovani hanno bisogno di maggiori certezze in campo. È bello giocare questo campionato proprio per la grande eterogeneità dei giocatori“. Foto Pallavolo Macerata La sua storia pallavolistica la vede protagonista di molte stagioni tra B1 e A2. Dicono sia molto legato alla Sardegna. “Perché in primis mia moglie è sarda, ho giocato molti anni a Olbia, e perché ho molti cari amici che vivono in Sardegna. Quando finisce la stagione mi trasferisco a Cagliari per trascorrere le vacanze tra famiglia e Beach Volley. Ma anche qui a Macerata mi trovo molto bene. Speriamo di riuscire a portare alla Med Store la serie A2!”. Quest’anno toccherà il traguardo dei 40 anni. Un bilancio della sua vita in campo? “Positivissimo. Ma visto la presenza di altri miei coetanei e oltre in campo in A3, mi piacerebbe giocare ancora. Non mi sento ancora pronto per appendere le scarpette al chiodo“. Pensa un po’ al dopo? “È capitato, ma non è ancora perfettamente chiaro. Mi piacerebbe rimanere nell’ambito dello sport ma anche fare dell’altro. Mi prendo ancora del tempo per definire il tutto“. LEGGI TUTTO

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    Stephen Maar sfida l’Italia: “Alle Olimpiadi può succedere di tutto”

    Di Roberto Zucca Ogni tanto ci si dimentica che Stephen Maar abbia 26 anni. Un po’ perché era poco più che ventenne quando arrivò per la sua prima stagione in Italia, e un po’ perché il suo gioco ha acquisito una maturità scenica non al pari della sua giovane età. In questa stagione Stephen, rientrato nel nostro paese dopo un anno importante trascorso all’estero, è una delle colonne portanti dell’Allianz Milano: “Qui a Milano è stata una stagione molto buona, che è culminata con la conquista della Challenge Cup in finale contro Ankara. Era un obiettivo importante per noi e siamo riusciti a portarlo al compimento. In campionato stiamo ancora giocando per la conquista del quinto posto e in un torneo così competitivo il bilancio è più che positivo“. Foto Lega Pallavolo Serie A Una stagione che arriva dopo uno stacco di un anno alla Dinamo Mosca. “Volevo avere l’opportunità di giocare in un campionato come quello russo. Per la mia crescita professionale è stato importante perché il modello russo ricorda molto quello di Cuba, squadra contro cui noi canadesi abbiamo ottenuto la qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo. E poi il richiamo dell’Italia è stato più forte e sono tornato qui“. Olimpiadi di Tokyo. Una soddisfazione esserci per la nazionale canadese. “È bellissimo. Abbiamo lottato per esserci, e vorremo riuscire a fare meglio rispetto alle Olimpiadi di Rio. È una competizione nella quale può accadere di tutto. Penso al fatto che nella prima gara abbiamo battuto gli Stati Uniti, una squadra che poi è arrivata a conquistare il bronzo dopo aver perso proprio contro l’Italia la semifinale“. Sarete ancora nel girone con l’Italia. Come sarà? “Sarà come ritrovare molti amici con cui ho giocato e con cui gioco, ma in partita giocheremo da avversari. E in campo io combatto senza guardare in faccia l’avversario”. Foto Powervolley Milano Chi sono i suoi amici italiani? “Nicola Pesaresi e Matteo Piano sono i primi nomi che mi vengono in mente. Nicola lo conosco dagli anni di Verona, con Matteo è nata una bella amicizia. Ma in generale Powervolley è un bellissimo gruppo, e andiamo molto d’accordo tutti. C’è una bellissima atmosfera e in spogliatoio c’è una grande armonia“. Parliamo della sua vita privata. Lo scorso anno a 25 anni si è sposato con sua moglie Khira. È vero che vi siete conosciuti all’università? “Sì! Ci conosciamo dai tempi del college. Lei è venuta in Italia stabilmente quando mi sono trasferito a Verona e adesso a Milano è bellissimo, perché lei lavora alla scuola internazionale canadese come insegnante. Milano è incredibile per questo, per le opportunità che ti offre“. Mi dica come sta Koda (il suo “cagnolino”, se così si può definirlo)… “(ride, n.d.r.) Benone. Si chiama Koda Bear. Non saprei renderlo perfettamente in italiano, ma basta vederlo in foto per capire il significato del suo nome!“. Foto Instagram Stephen Maar LEGGI TUTTO

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    Riccardo Vecchi, il cuore è a Grottazzolina: “Difficile pensare di andare altrove”

    Di Roberto Zucca Riccardo Vecchi, schiacciatore e capitano della Videx Grottazzolina rappresenta al meglio l’idea di una pallavolo frutto della crescita nel proprio territorio, le Marche, e carica di quel sapore meravigliosamente retrò che è l’identità e l’attaccamento alla propria terra: “Sono cresciuto qui e nonostante i miei esordi pallavolistici siano stati in una società che si chiama Montegiorgio, a Grottazzolina ho vissuto tutti gli anni della mia carriera. È una società fantastica, che ti fa davvero sentire parte di una storia e di una famiglia. Ho molti compagni che sono arrivati qui e hanno scelto di crearsi una base stabile”. Lei lascerebbe mai Grottazzolina per un’occasione lontana? “Ora come ora le direi di no. Ho da poco completato gli studi di Tecnico della Prevenzione in ambito sicurezza e ho avuto subito la fortuna di essere assunto dopo la laurea in un’azienda che mi permette di coniugare il lavoro e lo sport. Mi sono creato una professionalità e per noi è difficile pensare di ricominciare da zero in un altro luogo, riuscendo a mettere assieme tutti i pezzi”. Foto M&G Scuola Pallavolo Grottazzolina è una società che ha fatto davvero la storia di questa disciplina. Meriterebbe di essere più in alto? “Ci proveremo. Sarebbe bello poter tornare in A2 già nei prossimi anni. Ha una tradizione, un’eccellenza e anche un’organizzazione che meriterebbe di più. Mi spiace, perché già lo scorso anno sarebbe stato un obiettivo raggiungibile, poi a causa del Covid-19 si è ripartiti da zero”. Una squadra per lo più di marchigiani. È un valore aggiunto o un limite? “Credo che la squadra si misuri dai professionisti che mette in campo. Il bomber straniero può cambiare le sorti di una squadra? Forse, ma le squadre sono fatte anche di altri fattori. Noi abbiamo saputo crearsi una chimica e un’unione interna che ci ha permesso di affermarci col tempo. Sarebbe bello poter proseguire su questa strada”. LEGGI TUTTO

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    Mauro Sacripanti: “Fin da piccolo sono innamorato della pallavolo”

    Di Roberto Zucca I primi passi pallavolistici li ha mossi in un campo, quello di piazza Mancini, che è stato croce e delizia per tutti quegli appassionati che, nei primi anni 2000, hanno vissuto la storia della M.Roma Volley. È lì che Mauro, che di cognome fa Sacripanti, ha capito quale fosse il suo destino: “Chiedevo a Roberto Fant, il secondo allenatore, di giocare con me a fine partita o con chiunque si trovasse nel mio raggio di azione. Ero innamorato della pallavolo già da piccolo, perché è l’aria che si è sempre respirata a casa mia e farlo in quel contesto era davvero bellissimo. Papà ogni volta in cui poteva mi portava agli allenamenti ed era lì che magari facevo il raccattapalle di fronte a Savani, Mastrangelo, Hernandez”. Vittorio, suo padre, è stato definito l’architetto dello scudetto Piaggio. Che papà è stato? “Eccezionale. Un papà con cui ho avuto il piacere tanti anni dopo di condividere la conquista della Coppa Italia a Civita Castellana, quando anche io ero parte della squadra. È il ricordo più bello che possiedo, anche perché è un titolo che abbiamo vinto assieme”. Civita Castellana per tanti anni, ora in campo con la Normanna Aversa Academy, in A3. “Stiamo risalendo la china, dopo aver iniziato l’anno non come avremmo voluto. Qualche assenza per il Covid, come quella di Alfieri, ci ha portato a dover re-impostare alcuni schemi di gioco e abbiamo perso qualche punto prezioso per strada”. Ora la situazione appare diversa. Aversa ha battuto anche Grottazzolina, una delle favorite del girone. “Una bella affermazione di tutta la squadra. Loro sono una squadra ben assortita in ogni reparto, con alcuni giocatori giovani ma di esperienza. Noi siamo una squadra fresca, che gioca per il primo anno assieme, e dobbiamo mantenere l’entusiasmo di queste ultime settimane. Così facendo potremmo toglierci qualche bella soddisfazione”. Grottazzolina, Galatina, subito dopo ci sarà Aversa? “Per ora siamo quinti. Niente è escluso, ma è un campionato nel complesso difficile. Ci sono ancora tanti incontri da giocare. Lasciamo al campo la possibilità di rispettare o ribaltare i pronostici”. Subito dopo la stagione, proseguirà col Beach? “Io e Manuel (Alfieri, n.d.r.) dobbiamo capire che tipo di campionato si potrà giocare quest’estate. Ma è sicuramente in agenda il fatto di disputare la stagione assieme. Lo scorso anno ci siamo trovati davanti coppie come Lupo-Nicolai o Abbiati-Andreatta, con cui abbiamo voglia di continuare a darci battaglia”. Foto 4Vele Beach Volley Academy Quanto è casuale il fatto che lei giochi in squadra con Alfieri anche in indoor? “(ride, n.d.r.) Non pensi che sia solo strategia! Manuel è arrivato ad Aversa e gli è stato chiesto se aveva in mente qualche nome per assortire la rosa e ha pensato a me. Spero non sia solo un gesto di amicizia. Certo, stare in campo tutto l’anno assieme permette di affinare il lavoro di intesa e di trovare anche solo un momento libero per pensare sul campo, o semplicemente nella stessa stanza, alla pianificazione della stagione”. Il suo cuore è diviso a metà. Mi dica dove è direzionato per il futuro? “Non posso dirglielo. È un cuore ancora troppo diviso. Dalla pallavolo vorrei avere il massimo, e aspiro a fare un percorso e a giocarmi tutte le mie carte. Amo il Beach Volley e una vita sulla sabbia non mi dispiacerebbe. Ma voglio prendermi del tempo per poter decidere, è ancora troppo presto”. LEGGI TUTTO