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    Pedro Cachín si ritira dal tennis: “È stato un viaggio indimenticabile. Essere il numero 48 del mondo sembra facile da dire, ma non lo è. Per molti è solo un numero, per me significa ore di allenamento, viaggi, competizione, sudore ed esperienze”

    Pedro Cachin nella foto

    A soli 30 anni, Pedro Cachín ha annunciato ufficialmente il suo ritiro dal tennis professionistico, chiudendo una carriera fatta di sacrificio, emozioni e grandi traguardi. L’argentino, che ha raggiunto il numero 48 del mondo e ha vinto il titolo ATP di Gstaad nel 2023, ha deciso di dire basta dopo un anno difficile, segnato dagli infortuni e dal calo nel ranking, dove oggi occupa la posizione 665.
    Nel suo messaggio di addio, pubblicato sui social, Cachín ha espresso tutta la sua gratitudine e il suo orgoglio per il cammino percorso:“Essere il numero 48 del mondo sembra facile da dire, ma non lo è. Per molti è solo un numero, per me significa ore di allenamento, viaggi, competizione, sudore ed esperienze.È stato un viaggio indimenticabile, con tante lezioni lungo il cammino e con un obiettivo chiaro che a volte sembrava lontano, ma che alla fine abbiamo raggiunto.Dico abbiamo perché il tennis, pur essendo uno sport individuale, si costruisce in squadra, con la famiglia e con le persone che investono il loro tempo per seguirti e sostenerti, ovunque si trovino.È stato un privilegio competere nei migliori tornei del mondo, affrontare Rafa Nadal a Madrid, Djokovic a Wimbledon, giocare la Coppa Davis e vincere un titolo ATP. Ma non dimenticherò nemmeno i tempi in cui viaggiavo da solo nei Futures, in condizioni difficili, dove tutto sembrava lontano.Me ne vado con la testa tranquilla e orgoglioso di ciò che ho ottenuto, avendo dato tutto me stesso.Continuerò ad essere legato a questo sport, perché è la passione che mi fa svegliare ogni giorno.Grazie a tutti per avermi rispettato e aiutato a realizzare il mio sogno.Alla mia famiglia, alla mia fidanzata, ai miei amici e a tutte le persone che mi sono state vicine, grazie di cuore.Grazie tennis, per tutte le esperienze e gli insegnamenti che mi hai dato.”
    Con queste parole sincere e profonde, Pedro Cachín saluta il circuito con la consapevolezza di aver dato tutto e di aver vissuto un percorso pieno di emozioni. Il tennis argentino perde un lottatore vero.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Rohan Bopanna annuncia il ritiro: una carriera leggendaria nel doppio

    Rohan Bopanna nella foto – Foto getty images

    Uno dei migliori specialisti di doppio degli ultimi anni, Rohan Bopanna, ha annunciato il proprio ritiro dal tennis professionistico. Il tennista indiano, 45 anni, ha comunicato la decisione attraverso i suoi profili social, chiudendo una carriera straordinaria costellata di successi e record di longevità.Bopanna lascia il circuito con due titoli del Grande Slam: il Roland Garros 2017 (in doppio misto) e l’Australian Open 2024, conquistato a 43 anni, oltre a un totale di 26 trofei nel doppio, tra cui sei Masters 1000.
    Durante la sua lunga carriera è arrivato fino alla vetta del ranking mondiale di doppio, diventando il giocatore più anziano della storia a raggiungere il numero uno, a vincere un torneo del Grande Slam e un Masters 1000.Professionista rispettato e apprezzato per la sua sportività, Bopanna ha rappresentato per anni un punto di riferimento per il tennis indiano e internazionale. Con il suo stile elegante e la sua longevità fuori dal comune, lascia il circuito come uno degli esempi più solidi di dedizione e continuità nella storia recente del doppio.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Enzo Couacaud annuncia il ritiro dal tennis professionistico: “Il tennis mi ha dato tutto”

    Enzo Couacaud nella foto

    A sorpresa, Enzo Couacaud ha annunciato il proprio ritiro dal tennis professionistico. Il giocatore francese, 30 anni, ha comunicato la decisione attraverso i propri canali social, mettendo fine a una carriera vissuta con dedizione, passione e grande spirito di sacrificio.
    “Il tennis mi ha dato tutto: immense gioie, battaglie indimenticabili, viaggi, incontri che resteranno per sempre nella mia memoria. Ma, soprattutto, mi ha formato come persona. Lascio i campi in pace, con la certezza di aver sempre dato il massimo, sia nella vittoria che nella sconfitta. È il momento di nuovi progetti, nuove passioni e, chissà, forse di restituire al tennis tutto ciò che mi ha dato”, ha scritto Couacaud nel suo messaggio d’addio.
    Professionista dal 2013, Couacaud ha raggiunto la posizione numero 151 del ranking ATP come miglior classifica in carriera, distinguendosi nel circuito Challenger e prendendo parte a tutti e quattro i tornei del Grande Slam. Il suo momento più celebre resta probabilmente la sfida al secondo turno dell’Australian Open 2023, quando riuscì a strappare un set a Novak Djokovic davanti al pubblico della Rod Laver Arena.Con l’annuncio del ritiro, Couacaud chiude un capitolo importante della sua vita, lasciando il circuito con gratitudine e serenità, pronto ad affrontare nuove sfide dentro e fuori dal mondo del tennis. LEGGI TUTTO

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    Monfils annuncia: il 2026 sarà il mio ultimo anno da Pro

    Gael Monfils

    “Ho preso una racchetta da tennis in mano per la prima volta quando avevo solo due anni e mezzo e sono diventato professionista a 18. Dopo aver celebrato il mio 39esimo compleanno solo un mese fa, voglio annunciare che il prossimo anno sarà il mio ultimo da tennista professionista”. Così Gael Monfils, con una serie di messaggi pubblicati via social, comunica che il 2026 sarà l’anno dell’addio al suo amato tennis.
    “L’opportunità di trasformare la mia passione in professione è un privilegio che ho custodito durante ogni incontro disputato e momento nell’arco dei 21 anni della mia carriera. Sebbene questo gioco significhi tutto per me, sono convinto della mia decisione di ritirarmi alla fine del 2026” continua il francese che poi inizia una lunga serie di ringraziamenti, dalla moglie Elina Svitolina (“mio amore, ispirazione e forza”), la figlia Skai, i suoi fratelli e sorelle, i suoi migliori amici che sempre l’hanno accompagnato in molti tornei in giro per il mondo.

    I’ve got something to share with you. pic.twitter.com/pBGh58O6pg
    — Gael Monfils (@Gael_Monfils) October 1, 2025

    Monfils non si dimentica dei suoi coach e della generazione di amici e colleghi (Tsonga, Simon, Gasquet) con i quali ha formato una generazione spettacolare per il tennis francese, la migliore dai tempi di Noah e Leconte.
    Interessante uno spunto fornito dallo stesso Monfils. “Anche se ci sono arrivato vicino, non ho mai vinto un torneo dello Slam nella mia carriera” scrive il francese, “Non posso pretendere che accada il prossimo anno. Avresti dovuto… Potevi farcela… A tutti coloro che mi apostrofano dicendo questo, rispondo che non l’ho mai vista così e ora sono troppo vecchio per iniziare a pensarlo. La vita è troppo corta. Credetemi quando vi dico che non ho alcun rimpianto. Quello che invece penso è che nella mia vita sono stato fortunato, incredibilmente fortunato. Ho avuto la chance di giocare nell’era d’oro della disciplina insieme ad alcuni dei migliori giocatori della storia: Federer, Nadal, Djokovic e Murray. Nonostante le sconfitte è stato epico affrontare delle vere leggende come loro (e non vi nascondo che in alcune vittorie contro di loro sono stato davvero euforico)”.
    Tra le varie considerazioni d Monfils nel suo lungo annuncio, anche questo è interessante, il suo ruolo da showman: “Oltre ad essere LaMonf, sono stato chiamato anche showman nel corso della mia carriera, ma voglio dirvi che non è mai stato solo uno show fatto per compiacere il pubblico. Quello che avete visto da parte mia è solo pura gioia. La mia passione e divertimento sul campo sono state reali, e questo mi ha dato l’energia che mi ha sostenuto in ogni partita”.
    “Quando ami qualcosa così tanto, non è mai facile sentire quale sia il momento giusto per dire addio. Ma a 40 anni penso che sia arrivato quello giusto per me. Riuscire a vincere un altro titolo sarebbe qualcosa di straordinario, ma il mio vero obiettivo per il prossimo anno è solo uno, godermi ogni minuto e giocare ogni partita come se fosse l’ultima” conclude Gael.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Draper si ritira da US Open per infortunio al braccio

    Jack Draper a New York

    Arriva da New York una brutta notizia: Jack Draper si ritira da US Open 2025 per un infortunio al braccio. Lo comunica la direzione del torneo, annunciando il forfait improvviso dal britannico, attualmente n.5 del mondo e lo scorso anno semifinalista (battuto da Jannik Sinner). Il belga Zizou Bergs quindi avanza al terzo turno.

    Jack Draper has withdrawn from the Men’s Singles event with an injury.
    Zizou Bergs advances to the third round by walkover.
    — US Open Tennis (@usopen) August 27, 2025

    La conferma del ritiro arriva anche dal diretto interessato, attraverso i suoi canali social. “Ciao a tutti, sono davvero dispiaciuto nell’annunciare il mio ritiro da US Open“, scrive Jack. “Ho fatto del mio meglio per essere qua e darmi la chance di giocare ma il dolore al braccio è diventato troppo forte e devo fare cosa è giusto e prendermi cura di me. Grazie per tutto il vostro supporto, è importantissimo per me. Ci vediamo il prossimo anno NYC”.

    Hi guys, I’m sorry to say I’ll be withdrawing from the US open. I tried my very best to be here and give myself the every chance to play but the discomfort in my arm has become to much and I have to do what is right and look after myself. Thank you for all the support.
    — jack draper (@jackdraper0) August 27, 2025

    Draper era testa di serie n.5 nel tabellone maschile e teoricamente avrebbe incontrato Lorenzo Musetti negli ottavi di finale. Adesso quella sezione del draw si apre, con una bella chance per Bergs, Diallo o Munar di sbarcare al quarto turno a New York, dove potrebbero incrociare Musetti, o anche Cobolli. Davvero una disdetta per il britannico, spesso bersagliato da infortuni molto seri. Con i punti persi non potendo difendere la semifinale del 2024, Draper nel ranking Live è stato scavalcato sia da Shelton che Djokovic, scendendo al settimo posto. Auguriamo a Jack un pronto recupero.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Mager si ritira: “Il tennis mi ha dato tanto. Il ripianto? Non esser stato in grado di godermi il bello della mia carriera”

    Gianluca Mager

    Gianluca Mager ha annunciato il ritiro ufficiale dal tennis Pro. 30 anni, il sanremese da tempo aveva diradato la sua attività tanto che il suo ultimo incontro vinto in carriera risale allo scorso maggio quando passò due turni al Challenger di Santos in Brasile. Poi altri cinque Challenger tra Italia e San Marino, senza vittorie, con l’ultima partita disputata lo scorso luglio sul “Titano”. In carriera ha toccato un best ranking di n.62 nel novembre del 2021, con le annate migliori prima e durante il periodo del Covid, fatto questo che resta il più grande rimpianto di Gianluca: tanto lavoro per arrivare nel tennis dei “grandi” e incappare nello stop per la pandemia e quindi una stagione e mezza difficile con le restrizioni e tutto quello che è seguito. Infatti in un’intervista rilasciata a Spazio Tennis proprio questo afferma Mager, il rimpianto di non esser riuscito a godersi a pieno il momento migliore della sua vita tennistica.
    “Purtroppo non sono mai stato in grado di godermi il bello della mia carriera. Sarà sempre il mio più grande rimpianto” racconta Mager, “Per colpa mia e per quel che è successo dopo. È arrivato il Covid, i tornei erano vuoti, non c’era più niente. Triste. Una lotta furibonda per arrivare a quei livelli e poi quando realizzi finalmente un grande sogno, quando Capitan Corrado Barazzutti ti stupisce dicendoti ‘giochi te’, difendi il tricolore in Coppa Davis in uno stadio vuoto perché il giorno prima hanno chiuso tutto”.
    A Indian Wells “Arrivai carico, mi ripetevano ‘stai giocando come un treno’. Feci un allenamento e annunciarono la cancellazione del torneo. Tornammo a casa e ci restammo 6 mesi. La ripresa non fu neanche pessima, riuscii a vivere un altro paio di stagioni di livello, affrontai Kyrgios al secondo turno di Wimbledon, Sinner al secondo turno del Roland Garros, battei De Minaur al Foro Italico, Fucsovics a Indian Wells. Collezionai diversi quarti di finale in vari ATP 250 battendo giocatori importanti. Quella contro Jannik la ricordo bene: persi 6-1 7-5 3-6 6-3 sciupando due set point nel secondo parziale”.
    Mager era dotato di un buon tennis, un gioco a tutto campo con un gesto anche elegante e traiettorie efficaci. Non sempre è riuscito a giocare con la intensità e continuità necessaria per reggere la durissima competizione del tour ATP. L’aspetto mentale è sempre stato quello più difficile da gestire per lui, come ha raccontato nel suo saluto al tennis professionistico. In carriera ha vinto sei Challenger e diversi ITF, ma il momento clou resterà la cavalcata vissuta a Rio, dove passò le qualificazioni e arrivò in finale, battendo tra gli altri Thiem (allora n.4 al mondo). Purtroppo in quella finale lottò molto ma si arrese in due set tirati a Garin. E da lì a poco, ecco la tempesta Covid…
    Questi altri passaggi del suo saluto al mondo del tennis. “Ho avuto un’adolescenza un po’ particolare. Fuori dalle righe rispetto a un classico sportivo. Uscivo e ne facevo passare tante, troppe, ai miei genitori. L’ultima cosa che pensavo era di diventare un giocatore di tennis. Ero un ribelle a cui non piacevano particolarmente le regole”. Mager racconta che la svolta della sua carriera arrivò quando il club Park di Genova lo ingaggiò per vincere lo scudetto a squadre. In quel periodo l’incontro con Nargiso, una nuova strada e la sua testa fece “clic”: decise di provarci davvero col tennis: “Quando arrivò Diego feci una scelta importante e dissi ai miei genitori di voler diventare un tennista professionista. Ricordo ancora adesso lo scetticismo nei loro occhi. Da quel momento, per un anno, la mia vita funzionava così: autobus da Sanremo a Ventimiglia, treno da Ventimiglia a Montecarlo, camminata in salita di 2 km per raggiungere il circolo in cui mi allenavo. Un panino a pranzo, la sessione pomeridiana e via al contrario per tornare a casa. Un anno. Senza saltare mai un giorno, senza fare mai un ritardo. Per dimostrare a me stesso e alla mia famiglia, soprattutto, che ero cambiato e maturato”.
    La paternità con la compagna Valentine Confalonieri ebbe un impatto molto importante: “Durante tutta la mia carriera ho vissuto emozioni contrastanti, alcune sicuramente belle e positive che mi hanno spinto a inseguire un piccolo sogno, altre invece hanno costantemente messo alla prova quella che in fondo è la mia natura. Come tanti dicono ‘questo sport non è per tutti’. Mi sono sempre ritrovato in questa espressione. Il tennis per me è stato una battaglia contro me stesso. Le mie lotte personali mi hanno aiutato a superare tante volte i miei limiti, paure e insicurezze, portandomi via tante energie che lentamente mi hanno logorato. Negli ultimi anni il fuoco che mi ha animato per tanto tempo si è lentamente spento. Le priorità sono cambiate e oggi, all’età di 30 anni, ho deciso di fare i conti con me stesso e di essere veramente chi sono. (…). È strano da dire, ma quando è nata la mia prima figlia qualcosa dentro di me è cambiato. Sono emersi tutti i limiti contro cui ho sempre lottato. Sono una persona che ama la stabilità, sono molto legato alla mia famiglia e ho sempre patito il continuo viaggiare. La vita di un giocatore di tennis è in continuo movimento, le valigie non vengono mai disfatte del tutto, si prendono aerei in continuazione e mentre lo fai devi elaborare l’ennesima sconfitta. In giornate in cui magari vorresti essere semplicemente a casa tua a festeggiare un normale giorno di Natale. Bisogna essere forti a saper gestire la pressione. Se non vinci non guadagni, se non salvi i punti dell’anno precedente perdi classifica e se non ne fai abbastanza rischi di non giocare gli Slam e le tue tasche lo soffrirebbero. I ritmi sono alti e costanti, non hai tempo per fermarti e provare a resettare tutto. Se lo fai, poi rimetterti in carreggiata non è semplice. La fiducia è il Santo Graal, quando te ne impossessi senti che improvvisamente tutto fluisce nel verso giusto e sei capace di fare grandi cose. Quando la perdi, invece, devi ripartire da zero e per riuscire sempre a rialzarti il tennis deve venire prima di tutto”.
    Il futuro? Con i giovani nella sua Sanremo: “È nato in me il forte desiderio di voler insegnare ai giovani ragazzi, soprattutto nella fascia di età dai 12 anni in su, a comprendere l’importanza di cosa significa essere un giocatore di tennis, dunque a non commettere i miei stessi errori perché la carriera non dura per sempre… A conti fatti il tennis mi ha dato molto più di quello che mi ha tolto: mi ha permesso di prendere la giusta via, di crescere e conoscere pienamente me stesso. Mi ha insegnato il valore del sacrificio per ottenere qualcosa di importante. Mi ha dato la possibilità di girare il mondo e di avere una bellissima famiglia: sempre a ottobre diventerò per padre la terza volta. (…) Oggi sono soddisfatto del percorso che ho fatto e sento dentro di me di avere delle nuove energie da dover indirizzare in un nuovo capitolo”.
    Parole molto sincere quelle di Mager, un’analisi onesta di una carriera di buon livello ma dalla quale avrebbe potuto anche trarre di più. Con quello che ha maturato, sarà interessante vederlo crescere giovani talenti. Non possiamo che augurare a Gianluca il meglio per questo nuovo capitolo della sua vita.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Vasek Pospisil saluta il tennis: “È il momento giusto, ma sento emozioni forti”

    Vasek Pospisil nella foto – Foto getty images

    Si chiude a Toronto la carriera di Vasek Pospisil, una delle figure più amate e autentiche del tennis canadese. In conferenza stampa, alla vigilia dell’ultima partita da professionista in patria, Pospisil ha raccontato con sincerità le sue emozioni e le riflessioni su un percorso iniziato diciotto anni fa.
    La decisione di ritirarsi e le emozioni dell’ultima settimana“Mi sento bene, sono in pace con questa scelta,” ha dichiarato Vasek. “Sono davvero entusiasta di scendere in campo per l’ultima volta, davanti a amici e famiglia. È il posto perfetto per concludere la mia carriera, e sono certo che sia il momento giusto.”
    A chi gli chiede se ci sia ancora la possibilità di un ripensamento, Pospisil sorride: “No, ormai ho preso la decisione già da qualche mese. Negli ultimi giorni ho sentito davvero il peso di questo addio, ma sono pronto a voltare pagina. Non vedo l’ora di finire, anche se so che mi mancherà tantissimo. Giocare a tennis ad alto livello è stata la mia vita per 18 anni, ma ora è tempo di guardare avanti.”
    La crescita del tennis canadesePospisil ripercorre con orgoglio i cambiamenti vissuti dal movimento tennistico in Canada: “Quando ho iniziato, Daniel Nestor era il mio punto di riferimento, non avevamo molti giocatori ai vertici del singolare. Le cose sono cambiate tantissimo negli ultimi quindici anni. Ora abbiamo tanti giovani forti e Tennis Canada sta facendo un lavoro eccezionale. Credo che siamo in un’epoca d’oro, ma non dobbiamo darlo per scontato: il futuro del tennis qui è comunque in buone mani.”
    Il lascito, in campo e fuoriSul suo lascito, Vasek è chiaro: “È una parola importante, ma spero di essere ricordato come una brava persona, onesta, che ha sempre dato tutto sia in partita che in allenamento, e che ha lottato per ciò in cui credeva. Ho sempre portato il cuore in campo e spero che questa autenticità venga riconosciuta, più dei risultati.”
    Lezioni di vita e futuro“Tennis ti insegna tantissimo: devi sacrificare molto fin da piccolo e imparare in fretta dalle difficoltà. Sei il CEO di te stesso, ti gestisci, impari dagli errori. Se non lo fai resti indietro, e questa lezione vale per tutto, dalla vita privata al business. Mi sento fortunato, penso di essere cresciuto tanto come persona. D’ora in poi voglio essere sicuro di mettere passione in tutto quello che farò, perché solo così si può eccellere.”
    I tre momenti indimenticabili“Senza dubbio Wimbledon in doppio e la Coppa Davis sono i due più grandi traguardi. Il terzo è stato il torneo di Montreal, il mio primo vero exploit sul grande palcoscenico. È stata una settimana pazzesca, la prima volta non si scorda mai. Queste sono le emozioni che porterò con me.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Eugenie Bouchard annuncia l’addio definitivo al tennis: l’ultima passerella sarà a Montréal 2025

    Eugenie Bouchard nella foto – Foto Getty Images

    È ufficiale: Eugenie Bouchard, una delle tenniste più amate e discusse degli ultimi anni, si appresta a salutare per sempre il tennis professionistico. La canadese, classe 1994, ha ormai da tempo orientato la sua carriera verso il pickleball – sport in grande crescita soprattutto in Nord America – e sui social era apparsa sempre più distaccata dal circuito WTA. Tuttavia, non aveva mai escluso del tutto un possibile ritorno, lasciando aperta la porta per un vero e proprio addio sui campi che contano.E così sarà: dopo una breve apparizione a Newport per preparare l’evento, la Bouchard ha annunciato che il WTA 1000 di Montréal 2025 sarà l’ultimo torneo della sua carriera. Un addio che avverrà davanti al suo pubblico, grazie a una wild card che le permetterà di entrare direttamente nel tabellone principale e salutare la folla che l’ha sempre sostenuta.
    Una carriera tra luci e ombre, ma sempre protagonistaEugenie Bouchard aveva stupito il mondo del tennis nel 2014, quando a soli vent’anni raggiunse la finale di Wimbledon, cedendo solo a Petra Kvitova. In quella stagione d’oro, la canadese si era spinta anche in semifinale agli Australian Open e al Roland Garros, scalando la classifica fino al numero 5 del mondo: un exploit che aveva fatto sognare il Canada e alimentato aspettative enormi su di lei.Purtroppo, dopo quell’anno magico, la sua carriera non ha mantenuto le stesse promesse: complici infortuni, problemi fisici e una pressione mediatica spesso eccessiva, la Bouchard non è più riuscita a tornare ai vertici, ma ha continuato a essere un personaggio di grande richiamo, sia in campo che fuori, tra social, campagne pubblicitarie e apparizioni televisive.
    Negli ultimi anni, dopo vari tentativi di rientro anche per colpa di infortuni, Eugenie aveva progressivamente allontanato la racchetta dal tennis giocato, trovando una nuova dimensione e visibilità nel mondo del pickleball. La sua ultima presenza a Newport aveva fatto presagire che qualcosa bollisse in pentola, ed ecco arrivare l’annuncio: Montréal 2025 sarà la passerella finale, il momento degli applausi e dei ringraziamenti di un pubblico che, comunque sia andata, non ha mai smesso di seguirla e di volergli bene.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO