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    Record storico: a Sinner il montepremi più alto del tennis mondiale

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    Il Six Kings Slam 2024 entra nella storia del tennis non solo per il cast stellare dei partecipanti, ma anche per il montepremi senza precedenti. Il torneo di esibizione in Arabia Saudita, che ha visto la partecipazione di sei tra i più grandi campioni del circuito – Jannik Sinner, Carlos Alcaraz, Novak Djokovic, Rafael Nadal, Daniil Medvedev e Holger Rune – ha stabilito un nuovo record per quanto riguarda il premio in denaro.
    Sinner, trionfatore dell’evento, si è aggiudicato un premio di 6 milioni di dollari, la cifra più alta mai assegnata in un torneo di tennis. Questo montepremi straordinario sottolinea l’importanza strategica dell’evento per l’Arabia Saudita, decisa a ritagliarsi un ruolo di primo piano nel panorama tennistico mondiale.
    Il successo del Six Kings Slam potrebbe rappresentare un punto di svolta per il tennis in Medio Oriente, aprendo nuovi scenari per il futuro del circuito professionistico in questa regione.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Incredibile Tomic: perde la finale del Challenger di Fairfield in 39 minuti

    Bernard Tomic

    Bernard Tomic, ex promessa del tennis mondiale, torna a far parlare di sé, ma non in termini idilliaci. Il discusso 31enne australiano, che vanta un best ranking di n.17 al mondo nel 2016, da molto tempo si trascina senza lampi nei tornei Challenger (è n.207 nell’ultima classifica), e la scorsa settimana è tornato a giocare un buon tennis, arrivando in finale a Fairfield. È stato sconfitto dal talentoso Learner Tien, 18enne statunitense in grande ascesa (n.124 nel ranking aggiornato stamattina), una battuta d’arresto che ci sta visto il valore e ottimo momento del californiano, che era anche testa di serie n.1 del torneo. Ma è a dir poco singolare che Tomic si sia arreso in soli 39 minuti, perdendo per 6-0 -6-1.
    Tomic ha commesso 6 doppi falli a fronte di 2 Ace, vincendo complessivamente solo 21 punti, contro i 50 dell’americano. È stato il miglior risultato di Bernard dal 2018, ma il suo torneo si è concluso davvero male. La durata della partita è stata di quattro minuti più veloce della vittoria di Jo-Wilfried Tsonga su Dudi Sela nel 2019 a Cassis, in Francia, diventando la più breve a livello Challenger.

    🚨 HISTORY-MAKER 🚨
    Learner Tien is the champion in Fairfield as he defeats Tomic 6-0, 6-1 in just 39 minutes, making it the shortest final in Challenger history ❕#ATPChallenger | @usta pic.twitter.com/KtFmgKx1em
    — ATP Challenger Tour (@ATPChallenger) October 13, 2024

    “Dopo aver perso i primi due o tre game, è stato difficile mentalmente restare in carreggiata”, ha detto Tomic dopo la partita. “Mi dispiace di non essere riuscito a reggere di più”.
    Tomic non è nuovo a prestazioni del genere. Nel lontano 2014, l’australiano perse a Miami in soli 28 minuti contro il finlandese Nieminen, un 6-0 6-1 che divenne un match record per la breve durata.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    L’incredibile record di Sinner contro Djokovic (e altre statistiche di Jannik dopo il successo a Shanghai)

    Jannik Sinner celebra il successo a Shanghai 2024

    Il mondo del tennis celebra l’ennesima bellissima vittoria di Jannik Sinner, dominante anche al Masters 1000 di Shanghai, suo settimo titolo nel 2024 e terzo nella categoria massima a livello ATP. Con il successo agli Australian Open e US Open e il netto dominio nella classifica ATP, che lo vedrà chiudere la stagione da n.1, nessuno mette in dubbio il suo ruolo di miglior tennista al mondo in questa fase storica. Bellissime le parole spese da Novak nel corso della premiazione a Shanghai, dove ha affermato si rivedersi in Sinner per molti aspetti. Un’investitura che vale quanto un grande torneo o l’ennesimo record. Proprio un nuovo record segnato da Sinner con il trionfo in Cina merita di essere sottolineato, e riguarda proprio le sfide contro il serbo, il giocatore più vincente dell’era moderna del gioco.
    Infatti Jannik ha sconfitto il 24 volte campione Slam nella finale di Shanghai senza concedere alcuna palla break al fortissimo avversario, dato straordinario vista la qualità in risposta – e valore generale – di Novak. Non è la prima volta che accade: Sinner infatti ha sconfitto Djokovic anche all’Australian Open 2024 (in un match 3 su 5) senza concedere alcuna palla break. È un record assoluto: il campione azzurro infatti è diventato il primo giocatore a non aver concesso nemmeno una palla break in due partite consecutive contro Novak Djokovic (fonte Opta). Un dato singolare ed eccezionale, che conferma quanto Jannik sia migliorato al servizio, nella gestione dei suoi turni di battuta e a livello di concentrazione. Può sembrare una cosa piccola, ma non lo è affatto. Djokovic in carriera ha giocato la bellezza di 1346 partite ufficiali a livello ATP. Nessuno era mai riuscito a lasciarlo a secco di chance di break in due head to head consecutivi. Incredibile.
    Oltre a questa curiosità, ci sono altre statistiche notevoli segnate da Sinner.
    – Jannik è il terzo giocatore a vincere Australian Open, US Open e 3 o più ATP Masters 1000 su campi in cemento in una singola stagione, dopo Roger Federer (2006) e Novak Djokovic (2011, 15). Sinner è il più giovane dei tre.
    – Dominante su hard court: Sinner è solo il quinto giocatore di età pari o inferiore a 23 anni nell’era Open a vincere 6 o più titoli ATP su campi in cemento in un anno solare, dopo Jimmy Connors (1973), Ivan Lendl (1981), Pete Sampras (1994) e Roger Federer (2004).
    – Con i suoi 23 anni e 58 giorni, Sinner è il giocatore più giovane ad aver vinto il Masters 1000 di Shanghai
    – È anche il più giovane ad aver vinto 3 titoli ATP Masters 1000 in un anno solare da Rafael Nadal nel 2009 (lo spagnolo ci riuscì a 22 anni e 334 giorni).
    Sinner spaziale, il libro dei suoi primati si aggiorna continuamente. È bellissimo vedere come Jannik stia, torneo dopo torneo, seguendo le orme di campioni epocali come Djokovic, Federer, Nadal, Sampras, Lendl… tennisti eccezionali che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del nostro sport. Bravissimo Jannik!
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La carriera in Nadal in numeri: record e leggenda

    Rafael Nadal a Parigi 2022, suo ultimo trionfo Slam

    L’annuncio dell’addio al tennis professionistico di Rafael Nadal non ha colto di sorpresa il mondo della racchetta, ma ha suscitato ugualmente enorme clamore e un’ondata di reazioni, tra commozione e malinconia. Dopo il ritiro di Roger Federer (5 anni più grande dello spagnolo) avvenuto nel settembre del 2022, tra sei settimane in quel di Malaga assisteremo a quello del suo grande rivale. Magari i due si affronteranno in qualche esibizione, o andranno insieme a giocare a golf… ma è indubbio che si chiuda un cerchio, o meglio cali il sipario su di un’era d’oro che ha segnato il nostro sport come pochi altri. Non è questo il momento per rispolverare l’annoso – e un po’ stantio… – tema di chi sia stato il più grande in assoluto, o il migliore tra lo svizzero e lo spagnolo. Sono due eccellenti persone e tennisti, che in modo assai diverso hanno contribuito in modo eccezionale alla diffusione del tennis, con una rivalità davvero epica ed avvincente, una delle più significative della disciplina.
    Rafael Nadal è stato una rivoluzione, in tutti i sensi. La sua fisicità, il suo non darsi mai per vinto e l’impatto visivo del suo incedere in campo sono entrati nell’immaginario di milioni di bambini e appassionati come pochi altri atleti nell’ultracentenaria storia del tennis. È stato giocatore unico, innovativo nel modo di gestire lo scambio con una quantità di forza e rotazione impressa alla palla mai vista, che l’ha reso il più vincente di ogni epoca sulla terra battuta, superficie dove ha costruito la sua leggenda e vinto la maggior parte dei suoi trofei. Ci sarà tempo nella off-season per ripercorre la sua lunga, vincente e altrettanto travagliata carriera. Qua ci soffermiamo su alcuni numeri, record incredibili che hanno segnato i suoi oltre 20 anni di tennis pro. Numeri che guardati tutti insieme lasciano ancora senza parole.

    22 Slam – Nadal è stato per un breve periodo il più vittorioso nei tornei Major, sorpassando Federer (fermo a quota 20). Lo spagnolo ha disputato 30 finali Slam, perdendone solo 8. Ha trionfato per 14 volte a Roland Garros, record assoluto e tennista con più vittorie nello stesso major di sempre, oltre a 2 titoli agli Australian Open, 2 successi a Wimbledon, 4 a US Open. È il più giovane ad aver completato il Career Grand Slam, anzi Career Golden Slam (24 anni), visto il suo successo ai giochi Olimpici di Pechino 2008 in singolare. Negli Slam detiene la terza percentuale di vittorie più alta nell’era open (87,90), con 315 incontri vinti su 359.
    Tiranno della terra battuta – Nessuno come lui sul “rosso”. Rafa ha scritto record che sembrano destinati ad essere imbattibili. Oltre ai 14 titoli a Parigi, ha vinto su terra battuta 63 tornei (su 71 finali giocate). Ha alzato anche 11 coppe a Monte Carlo, 12 al “Godò” di Barcellona, 10 agli Internazionali d’Italia al Foro Italico. Tra l’aprile del 2005 e il maggio del 2007 ha vinto 81 partite di fila sulla sua superficie preferita. La striscia, dopo la sconfitta subita da Andreev ai quarti di finale del torneo di Valencia, cominciò il 12 aprile del 2005 con la vittoria su Gael Monfils al primo turno del torneo di Monte Carlo. L’81º successo arrivò il 19 maggio del 2007 a spese di Lleyton Hewitt, nella semifinale del torneo di Amburgo. La serie si concluse il giorno successivo, nella finale dello torneo tedesco, per mano di Roger Federer. Si tratta della striscia più lunga di sempre di vittorie consecutive su una singola superficie in era Open. Ma forse il record più assurdo è quello della sua carriera a Roland Garros: non solo quattordici vittorie, ma un bilancio di 112 vittorie e 4 sconfitte, con una percentuale di successi pari al 96,55. Si tratta della percentuale di vittorie più alta nella storia dei quattro Major. Pazzesco. Al Roland Garros è giunto sette volte in finale senza perdere un set con una striscia di 39 vittorie di fila. Sul rosso ha vinto il 97,16% degli incontri disputati al meglio dei cinque set (137-4).
    Ranking ATP – Rafael è stato n.1 per 209 settimane. Divenne n.1 il 18 agosto del 2008, poco dopo il suo primo successo a Wimbledon, quindi è tornato in cima al ranking per altre 8 volte, l’ultima settimana il 2 febbraio del 2020. Nadal è stato nella top 10 per 912 settimane, dal 25 aprile 2005 al 19 marzo 2023, è un altro record epocale che batte di gran lunga quello di Jimmy Connors (789 settimane). È l’unico tennista della storia ad aver raggiunto la posizione nº1 del ranking ATP nel corso di tre decenni diversi (2000-2009, 2010-2019, 2020-2029).
    Tornei – Nadal chiuderà la sua immensa carriera con 92 titoli in singolare, dietro solo a Connors, Federer, Djokovic e Lendl. Ha vinto ben 30 tornei senza perdere nemmeno un set. Ha trionfato almeno in un titolo ATP per 19 anni consecutivi (2004-2022). È l’unico tennista ad aver vinto sia un torneo del Grande Slam sia un Masters 1000 all’anno per 10 anni consecutivi (dal 2005 al 2014). Detiene la serie più lunga di vittorie consecutive (46) in uno stesso torneo (Monte Carlo).

    La lista di altri suoi primati minori e record in varie categorie potrebbe continuare. Ci fermiamo qua, già questi numeri sono da capogiro.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Cilic in finale a Hangzhou con il secondo ranking più basso di sempre

    Marin Cilic

    Tanta passione, la voglia di tornare dopo un brutto infortunio, la mentalità del campione che non ti fa mollare mai, nemmeno quando la carriera sembra ormai ai titoli di coda. Tutto questo e molto di più ha dimostrato Marin Cilic nel corso del torneo ATP 250 di Hangzhou. Il campione di US Open 2014, a distanza di 10 anni dal suo più grande successo in carriera, 35 primavere sulle spalle e un gran numero di gravi infortuni, ha ritrovato un gran bel tennis in Cina, tornando in finale sul tour maggiore dopo due anni esatti (settembre 2022). C’è riuscito battendo in semifinale un tennista in gran forma come Brandon Nakashima, superato per 6-4 7-6. Domani giocherà la 37esima finale in carriera, sfidando l’idolo di casa Zhizhen Zhang, a sua volta alla prima finale assoluta sul tour maggiore.

    Marin’s moment 🙌@cilic_marin seals his place in the #HangzhouOpen final with a 6-4 7-6 win over Nakashima! pic.twitter.com/LaoCYvi5Bj
    — Tennis TV (@TennisTV) September 23, 2024

    Grazie a questo successo, Cilic è sicuro di scalare il ranking ATP, tornando tra i primi 300 del mondo anche in caso di sconfitta, attestandosi almeno alla posizione n.276. Ma è proprio il ranking del croato ad inizio torneo ad essere incredibile, e dargli la possibilità di stabilire un record assoluto in caso di vittoria. Marin infatti all’avvio del torneo cinese era n.777 in classifica! Questo lo pone già come secondo tennista con ranking più basso a conquistare una finale sul tour maggiore. Il record appartiene all’olandese Raemon Sluiter, che approdò alla finale sull’erba di Den Bosch nel 2009 da n.866 in classifica.
    Ecco i primi 5, con classifica più bassa, finalisti in un evento ATP
    Raemon Sluiter – n.866 – S’Hertongenbosch 2009
    Marin Cilic – n.777 – Hangzhou 2024
    Pat Cash – n.590 – Seoul 1990
    Kevin Ullyett – n.574 – Nottingham 1999
    Lleyton Hewitt – 550 – Adelaide 1998

    Chiudiamo con una curiosità: Cilic è in tabellone al 500 di Tokyo. Il suo avversario di primo turno? Kei Nishikori, da lui battuto esattamente 10 anni nella finale di US Open, e come il croato a caccia di un difficile rientro nel tour. Corsi e ricorsi storici…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner in semifinale a Cincinnati tappa l’ultimo “buco” per i tennisti italiani nei maggiori tornei stagionali

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Ha sofferto e lottato contro una giornata negativa, ma alla fine Jannik Sinner è riuscito a prendersi una bella rivincita contro Andrey Rublev dopo la sconfitta di Montreal di pochi giorni fa ed issarsi in semifinale al Masters 1000 di Cincinnati. È un risultato ottimo per il pusterese, mai così competitivo in Ohio finora, e in ottica Ranking ATP con punti pesanti per confermare il suo ruolo di n.1 ATP anche dopo US Open. Ma la “semi” del nostro campione a Cincy è un traguardo storico anche per il tennis maschile italiano. Il torneo di Cincinnati infatti era l’ultimo tra i big tournament in singolare (Slam, Masters 1000 e Finals) a non vantare nessun nostro tennista almeno in semifinale. Adesso il quadro è completo, e in ben sei di questi è stato proprio Jannik ad ottenere il risultato migliore in assoluto.
    Questo il quadro completo del miglior piazzamento di un tennista italiano nell’Era Open nei 14 maggiori tornei in stagione.

    Australian Open: vittoria di Jannik Sinner (2024)
    M1000 Indian Wells: semifinale di Jannik Sinner (2023, e poi 2024)
    M1000 Miami: vittoria di Jannik Sinner (2024)
    M1000 Monte Carlo: vittoria di Fabio Fognini (2019)
    M1000 Madrid: finale di Matteo Berrettini (2021)
    M1000 Roma: vittoria di Adriano Panatta (1976)
    Roland Garros: vittoria di Adriano Panatta (1976)
    Wimbledon: finale di Matteo Berrettini (2021)
    M1000 Canada: vittoria di Jannik Sinner (2023)
    M1000 Cincinnati: semifinale di Jannik Sinner (2024)
    US Open: semifinale di Matteo Berrettini (2019)
    M1000 Shanghai: semifinale di Matteo Berrettini (2019)
    M1000 Paris-Bercy: vittoria di Corrado Barazzutti (1977)
    Masters/Finals: finale di Jannik Sinner (2023)

    Sinner ovviamente può ancora migliorare il risultato a Cincinnati vincendo la semifinale di stasera (non prima delle 21) contro Alexander Zverev. Un tennista spesso “ostico” per Sinner, contro il quale vanta un bilancio piuttosto negativo di 1 vittoria e 4 sconfitte. L’azzurro ha vinto il primo match, disputato a Roland Garros 2020, quindi quattro vittorie consecutive per il tedesco, l’ultima in 5 set a US Open su di un campo piuttosto simile a quello del torneo di Cincinnati. Sarà certamente una grande sfida per Sinner, contro un tennista che ha potenza, colpi e servizio per metterlo in difficoltà.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Un “Career Golden Slam” da record per Sara Errani

    Sara Errani

    Mai smettere di sognare, nemmeno a 37 anni. Sara Errani con la splendida vittoria dell’Oro Olimpico in doppio ai giochi di Parigi 2024 insieme a Jasmine Paolini ha ottenuto uno dei suoi successi più prestigiosi in carriera, che le consente di completare un personale e prestigiosissimo Golden Slam nella specialità, ossia il successo in tutti i tornei dello Slam e pure alle Olimpiadi.
    La tennista azzurra infatti nella lunga e fortunata attività Pro è riuscita a vincere gli Australian Open (2013, 2014), Roland Garros (2012), Wimbledon (2014) e US Open (2012) insieme a Roberta Vinci (coppia che è stata a lungo anche n.1 WTA della specialità), quindi ieri l’Oro alle Olimpiadi in coppia con Paolini.
    È un successo storico per il tennis azzurro e non solo: infatti Sara diventa la settima tennista capace di completare il Grande Slam “dorato” in doppio. Ecco la lista completa delle “doppiste” che hanno vinto i cinque titoli più importanti.
    Pam Shriver – 1988
    Gigi Fernandez – 1993
    Serena Williams – 2001
    Venus Williams – 2001
    Barbora Krejcikova – 2022
    Katerina Siniakova – 2022
    Sara Errani – 2024

    Errani in doppio sul tour WTA vanta un ben 30 titoli, con un bilancio di 407 vittorie e 234 sconfitte. Questa la splendida lista dei suoi successi:
    2024 – Rome, Linz (w/Paolini)
    2023 – Monastir (w/Paolini)
    2018 – Auckland (w/Schoofs)
    2017 – Tianjin (w/Begu)
    2015 – Auckland (w/Vinci)
    2014 – Australian Open, Stoccarda, Madrid, Wimbledon, Montréal (w/Vinci)
    2013 – Australian Open, Parigi [Indoor], Doha (w/Vinci)
    2012 – Monterrey, Acapulco, Barcellona, Madrid, Rome, Roland Garros, ‘s-Hertogenbosch, US Open (w/Vinci)
    2011 – Hobart, Pattaya City, Palermo (w/Vinci)
    2010 – Marbella, Barcelona (w/Vinci); Palermo (w/Brianti)
    2009 – ‘s-Hertogenbosch (w/Pennetta)
    2008 – Palermo (w/Llagostera Vives)

    Non resta che applaudire la nostra azzurra, irriducibile lottatrice e vera specialista di una disciplina che gioca con una lucidità e sagacia tattica superiori. I risultati, straordinari, lo dimostrano pienamente. Brava!
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Barone, la sesta meraviglia: è l’uomo più veloce al mondo a bordo di una nave. Un record tutto made in Italy

    Un capolavoro di coraggio e abilità necessario per abbattere di ben 7 km/h il precedente limite detenuto dal 3 settembre del 2019 da Shea Holbrook, pilota americana che a bordo di un’altra portaerei, la USS Hornet era riuscita a raggiungere la velocità massima di 145 km/h (90,58 miglia orarie) guidando una Porsche Taycan, la berlina elettrica tedesca. La Holbrook era riuscita a percorrere 128,62 metri in 10”7, fermandosi ad appena 30 metri dalla fine del ponte.
    Il pilota romano, da 25 anni Presidente del club “Passione Rossa”, ha così conquistato il primo dei suoi 6 record mondiali in Italia (dopo quelli in Cina, sulla Tianmen Mountain Road; in Romania sulla Transfagarasan, in Marocco nella Valle del Dades, a Capo Nord, quando fece meglio anche del tempo indicato Google partendo da Roma e in Grecia, al Santuario di Meteora) unendo le forze migliori del made in Italy. Dalla Ferrari SF90 Stradale, vettura ibrida dotata di trazione integrale e di un V8 biturbo coadiuvato da tre motori elettrici, al ponte della mitica Garibaldi, autentico gioiello della nostra Marina Militare.
    Ma per comprendere meglio le dimensioni dell’impresa realizzata da Barone in un palcoscenico quasi naturale, per quanto suggestivo, originale e prestigioso bisogna considerare la differenza di lunghezza tra il ponte della Garibaldi che si ferma a 174 metri, e quello della portaerei americana USS Hornet che invece raggiunge i 270 metri.
    Questo significa che Barone per battere la Holbrook e arrivare ai 152 km/h del record appena stabilito ha potuto sfruttare ben 96 metri in meno di ponte, fermandosi giusto in tempo per arrestare la sua corsa. Insomma, un coefficiente di rischio molto alto, per quanto calcolato e gestito in maniera impeccabile da tutto il team di Barone, coadiuvato per l’occasione da un personaggio incredibile come Modesto Menabue, 40 anni di lavoro in Ferrari (dal 1978 al 2019), 520 GP di Formula 1 e un’esperienza mostruosa da motorista con quasi tutti i piloti più grandi del Circus da Prost a Berger, fino a Irvine e Raikkonen e soprattutto la triade Schumacher, Alonso, Vettel.
    Un record che ha richiesto un grande lavoro di preparazione e allenamenti specifici. Menabue, Barone e tutti i tecnici hanno lavorato per quasi un anno al record per concentrare attenzione nei soli due giorni di test effettuati al molo 8 del Porto di Civitavecchia, sempre grazie alla disponibilità della Marina Militare. Test poi ultimati solo alla vigilia del tentativo con il primo e unico contatto sull’incredibile proving ground della pista di lancio della Garibaldi nella giornata di venerdì. Tutto indispensabile per mettere a punto gli ultimi delicatissimi dettagli della messa a punto della vettura e di ogni singolo dettaglio. Perché allenarsi a gestire i 1.000 cv della Ferrari SF90, con l’imperativo correre meno rischi possibili, in così poco spazio è davvero impresa complessa in considerazione della potenza a disposizione. Non puoi sbagliare una mossa, una scelta. Alla fine le competenze dei singoli, unite al sangue freddissimo di Barone sono riuscite a trovare il compromesso ideale per raggiungere l’obiettivo azzerando i potenziali rischi, trovando tempo e punto ideali di frenata.
    Compromesso ricercato e individuato grazie alla flessibilità tecnologica della Ferrari SF90 Stradale con l’e-manettino che garantisce l’extra boost, quello che serviva per battere il record. E infatti la “sesta bellezza” è stato centrata con un assetto motoristico così congegnato: modalità automatica per dare modo a Barone di concentrarsi completamente sulla frenata; partenza in launch control per la prima, clamorosa accelerazione, poi modalità Qualify e Race per portare la stessa accelerazione a toccare i 2G, infine il… piede di Barone. Prima quello sull’acceleratore, poi entrambe per la “botta” decisiva su quello del freno.
    Ma le emozioni non sono finite qui, perché prima di procedere al tentativo di record, il team di Barone ha avuto la collaborazione di una squadra speciale, legata a un’iniziativa di inclusione sociale realizzata in collaborazione con l’Associazione “Abilmente Insieme Onlus” di Galatina (Lecce) e intitolata “Meccanici per un giorno”. Ragazzi e ragazze diversamente abili sono intervenuti sulla vettura prelevata dall’hangar, togliendole il velo davanti a tutti gli ospiti, tra l’orgoglio generale. Un modo intelligente per aiutare persone meno fortunate con quella che viene definita la Ferrari Therapy.
    Il record è stato certificato dalla Federazione Italiana Cronometristi, precisamente dall’ A.S.D. Cronometristi Roma grazie alla presenza del giudice di gara Roberto Paolino.
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