More stories

  • in

    Nadal si prepara all’ultimo atto della sua carriera

    Rafael Nadal in allenamento oggi a Malaga

    Rafael Nadal si avvicina a quello sarà il suo ultimo evento da tennista professionista. Nella mattinata di venerdì, il campione maiorchino si è allenato con Pedro Martínez sotto gli occhi attenti del suo storico coach Carlos Moyà e di David Ferrer.Proprio Ferrer avrà il compito cruciale di valutare le condizioni fisiche di Nadal e decidere se il campione spagnolo sia pronto per competere in singolare o se sia più prudente limitare la sua partecipazione a un eventuale match di doppio.
    L’allenamento di oggi rappresenta un momento significativo per il tennis mondiale, segnando una delle ultime sessioni di preparazione di uno dei più grandi atleti della storia di questo sport prima del suo addio alle competizioni.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    L’ossessione vincente di Nadal: il racconto di Pablo Cuevas

    Pablo Cuevas nella foto – foto getty images

    Un aneddoto raccontato da Pablo Cuevas getta nuova luce sulla straordinaria mentalità competitiva di Rafael Nadal, confermando la reputazione del maiorchino come uno degli atleti più determinati nel mondo del tennis.L’ex tennista uruguaiano ha condiviso una storia emblematica che illustra perfettamente lo spirito competitivo di Nadal. “La prima volta che ci siamo allenati insieme è stato ad Amburgo e gli ho vinto un set”, racconta Cuevas. “Da quel momento, mi ha invitato ad allenarmi con lui circa 25 volte in sei mesi, con il solo scopo di vincermi dei set e dimostrare che quella vittoria era stata solo un caso fortuito.”
    Cuevas ha evidenziato il contrasto tra l’approccio di Nadal e quello di Roger Federer agli allenamenti: “Con Federer era completamente diverso. Potevi vincergli anche dieci set di fila durante gli allenamenti e non gli importava, perché stava lavorando su altri aspetti del suo gioco. Rafa, invece, allenava sempre questo lato competitivo. Non importava come si sentisse quel giorno, l’obiettivo numero uno era vincere, anche se stava lavorando su qualcos’altro.”
    Questa testimonianza offre uno spaccato illuminante sulla mentalità che ha permesso a Nadal di diventare uno dei più grandi campioni nella storia del tennis, rivelando come la sua fame di vittorie si manifestasse non solo nei match ufficiali, ma anche nelle sessioni di allenamento.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    L’ultimo ballo di Nadal e Djokovic: il serbo vince il terzo posto alla Six Kings Slam

    Novak Djokovic e Rafael Nadal nella foto – Foto getty images

    Novak Djokovic ha conquistato il terzo posto alla Six Kings Slam superando Rafa Nadal per 6-2 7-6, in quello che potrebbe essere stato l’ultimo capitolo di una delle più grandi rivalità nella storia del tennis.Il match ha rappresentato il 61° confronto tra i due campioni, un duello che negli ultimi 16 anni ha regalato al tennis mondiale 29 finali (16 vinte da Djokovic, 13 da Nadal).Il primo set ha visto un Nadal in difficoltà al servizio, con cinque doppi falli in momenti cruciali. Il maiorchino ha mostrato evidenti segni di ruggine agonistica, non riuscendo a contrastare la solidità di un Djokovic ancora al top del tennis mondiale. Perso subito il servizio, Nadal non è riuscito a trovare varchi nel gioco impeccabile del serbo.Nel secondo set, nonostante un nuovo break subito in apertura, Nadal ha mostrato lampi del suo tennis migliore, recuperando lo svantaggio e regalando al pubblico alcuni bei colèi. Sul 5-4 Djokovic, quando il match sembrava chiuso, Nadal ha tirato fuori l’orgoglio del campione, strappando il servizio al serbo e portando il set al tie-break. Qui, tuttavia, Djokovic ha prevalso, chiudendo l’incontro.
    Il momento più emozionante è arrivato dopo l’ultimo punto, quando i due rivali si sono stretti in un caloroso abbraccio, simbolo perfetto di una rivalità che ha scritto pagine indelebili nella storia del tennis. Come ha detto lo stesso Nadal annunciando il suo ritiro, “tutto ha un inizio e una fine”. E questo finale, più che un momento di tristezza, rappresenta l’occasione per celebrare una delle più grandi rivalità sportive di tutti i tempi.
    Exhibit Exhibition Six Kings Slam Djokovic N.67 Nadal R.26 Vincitore: Novak Djokovic ServizioSvolgimentoSet 2Risultato6-6 → 7-6Djokovic N.5-6 → 6-6Nadal R.5-5 → 5-6Djokovic N.5-4 → 5-5Nadal R.4-4 → 5-4Djokovic N.3-4 → 4-4Nadal R.3-3 → 3-4Djokovic N.2-3 → 3-3Nadal R.2-2 → 2-3Djokovic N.1-2 → 2-2Nadal R.1-1 → 1-2Djokovic N.0-1 → 1-1Nadal R.0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Djokovic N.5-2 → 6-2Nadal R.4-2 → 5-2Djokovic N.3-2 → 4-2Nadal R.3-1 → 3-2Djokovic N.2-1 → 3-1Nadal R.2-0 → 2-1Djokovic N.1-0 → 2-0

    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Nadal si prepara all’addio: “Sarò in Coppa Davis solo se competitivo” (con il programma di domani delle finali del Six Kings Slam dove è impegnato Jannik Sinner in finale)

    Rafael Nadal nella foto – Foto Getty Images

    A un mese esatto dal suo ultimo torneo professionistico, le Davis Cup Finals di Malaga 2024, Rafael Nadal si apre sul suo futuro immediato e su quello del tennis maschile. Dopo il match contro Alcaraz nella Six Kings Slam, il campione maiorchino ha condiviso riflessioni sincere sul suo ruolo nella squadra spagnola e sulle nuove stelle del tennis.
    L’esperienza in Arabia Saudita“Questo è stato il mio primo match qui,” ha esordito Nadal, “e sono colpito dall’energia in campo. Sin dal mio arrivo, ho sentito l’affetto del pubblico. Sono felice per l’accoglienza e il supporto ricevuti. L’evento è puro spettacolo, con le luci e l’atmosfera, e tutti lo stiamo godendo, affrontandolo in modo competitivo e cercando di dare il meglio.”
    Il passaggio di testimoneParlando del futuro del tennis, Nadal ha elogiato Jannik Sinner e Carlos Alcaraz: “Il tennis è in buone mani. Sono due grandi persone con un brillante futuro davanti. Spero possano evitare infortuni e continuare a costruire questa bella rivalità. Al momento, questi due sono chiaramente superiori agli altri, soprattutto in termini di concentrazione costante. Vedremo come evolveranno gli altri giocatori, perché rimanere sempre al top è molto difficile. Sicuramente arriveranno nuovi talenti con abilità diverse, creando nuove rivalità. Da parte mia, sono tranquillo e desideroso di godermi il tennis da una nuova prospettiva.”
    Il ruolo in Coppa DavisRiguardo alla sua partecipazione alle Davis Cup Finals, Nadal ha spiegato: “Ho preso la decisione alcune settimane fa, dopo un periodo di riflessione post Olimpiadi. A livello emotivo sarò sicuramente pronto; fisicamente e tennisticamente, ho ancora un mese davanti. Mi preparerò per essere in buona forma e aiutare la squadra a vincere. Se mi sentirò pronto e il capitano sarà d’accordo, sarà una sua decisione. Se non mi sentirò al meglio, sarò il primo a farmi da parte nel singolare e vedere in che altro modo posso contribuire. Devo sentirmi competitivo per scendere in campo, poi si può vincere o perdere, fa parte dello sport. Se non sarò al 100% o mi vedrò lontano dal vincere il mio match, non scenderò in campo.”
    Queste parole di Nadal riflettono la sua proverbiale integrità e dedizione al tennis. Mentre si prepara a chiudere la sua straordinaria carriera, il campione spagnolo dimostra ancora una volta la sua professionalità, mettendo il bene della squadra davanti al desiderio personale di un’ultima apparizione. La sua partecipazione alla Coppa Davis dipenderà dunque dalla sua forma fisica e dalla fiducia nel proprio gioco, un approccio che ha caratterizzato tutta la sua carriera.
    ESIBIZIONE Six Kings Slam 🇸🇦 (Arabia Saudita), cemento (al coperto)16:30 Djokovic N. 🇷🇸 – Nadal R. 🇪🇸 finalina (3/4 posto)18:00 Sinner J. 🇮🇹 – Alcaraz C. 🇪🇸 Finale (1/2 posto)
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Nadal in Arabia Saudita: “Alcaraz e Sinner stanno scrivendo la loro storia”

    Rafael Nadal nella foto – Foto Getty Images

    Rafa Nadal è in Arabia Saudita per competere in questa prima edizione del ‘Six Kings Slam’, dove condivide il cartellone con Novak Djokovic, Carlos Alcaraz, Jannik Sinner, Daniil Medvedev e Holger Rune. Il maiorchino, che ha annunciato il suo ritiro per la fine di questa stagione, si è seduto con i colleghi di DAZN per analizzare il suo stato attuale, ma anche per parlare dei suoi compagni, sottolineando la grandezza del Big3 e un ricambio generazionale che sembra essere arrivato grazie a due nomi.
    Arrivo al torneo“È molto tempo che non gioco a tennis in un match completo, quindi sono felice di essere qui per competere insieme a un gruppo fantastico di giocatori, buoni amici, non vedo l’ora che inizi tutto. Non so cosa succederà, è chiaro che tutte le partite saranno molto competitive, parliamo dei migliori giocatori del mondo. Le mie aspettative non sono molto alte, voglio solo essere in campo, far parte dello show e che i tifosi si godano l’intrattenimento”.
    Possibile duello con Djokovic“Ci siamo affrontati moltissime volte nelle nostre carriere, non abbiamo bisogno di giocare di nuovo (ride). Per me è sempre stata una sfida misurarmi con Novak, è un grandissimo rivale, è un giocatore che mi ha sempre spinto al massimo livello, mi ha portato al limite, credo che questa sensazione l’abbiamo provata entrambi, includendo anche Roger Federer. Noi tre ci siamo aiutati a raggiungere sempre un livello superiore, essendo sempre rivali molto complicati e spingendoci a ottenere nuovi successi”.
    Migliorare, una missione che non finisce mai“È una delle cose più belle dello sport, ovviamente. Bisogna avere quella determinazione e gli obiettivi totalmente definiti per lavorare ogni giorno pensando di essere migliori. Avere grandi avversari dall’altra parte della rete ti dà una prospettiva un po’ più chiara su quali cose devi continuare a fare”.
    Impulso del tennis in Arabia Saudita“Siamo soliti venire qui durante una parte del tour, ma è positivo che un altro paese sia aperto a creare grandi eventi durante altri momenti del calendario. Sono buone notizie per il paese, in primo luogo, ma anche per noi, per avere nuove esperienze e venire qui a competere”.
    Il futuro di Alcaraz e Sinner“Stanno dimostrando un talento straordinario nonostante la giovane età, con vittorie in Grand Slam e Masters 1000 e record impressionanti. Carlos e Jannik, in particolare, possiedono qualità uniche che spingeranno l’intero circuito a migliorarsi. Se riusciranno a evitare infortuni, li attende una carriera stellare.”
    Su un possibile nuovo “Big2”:“È prematuro trarre conclusioni. Certo, nel 2024 hanno dominato i Grand Slam e occupano le prime due posizioni del ranking. Stanno scrivendo la loro storia, ma non è il momento di fare paragoni generazionali. La nostra era sta volgendo al termine, come è naturale che sia. Ogni nuova generazione deve costruire le proprie rivalità e il proprio percorso, senza il peso di continui confronti con il passato.”
    Sulle amicizie nel circuito:“Con Roger ho sviluppato un legame speciale, ma lo stesso sta accadendo con Novak. È il mio modo di vivere lo sport, guardando oltre la competizione. Nella vita ci sono aspetti ben più importanti del tennis. Coltivare buoni rapporti con i colleghi rende l’esperienza molto più gratificante, soprattutto in uno sport solitario come il nostro.” LEGGI TUTTO

  • in

    Toni Nadal torna al 2005: “I dottori ci dissero che la lesione al piede avrebbe terminato subito la carriera di Rafa”

    Toni e Rafael Nadal a Roland Garros

    Uno degli aspetti più iconici nella carriera di Rafael Nadal è certamente il suo strapotere fisico, quell’energia incredibile che gli ha permesso di spingere la palla con vigore, effettuare difese estreme e lottare su ogni palla per ore ed ore, diventando quasi impossibile da superare sul piano della lotta e resistenza. Un tennis così estremo sul piano atletico che, come si dice in gergo, “gli ha presentato il conto” più volte, con tanti infortuni più o meno gravi. Il suo mentore e zio, Toni Nadal, afferma sempre che “Djokovic è il tennista che ha vinto di più, Federer quello che ha giocato meglio a tennis, mentre mio nipote se non avesse sofferto il grave problema al piede sarebbe stato il più forte di tutti”. Ipotesi che ha un fondamento, ma del resto giocare per oltre 20 anni un tennis così estremo per il proprio corpo ha costretto Rafa a dover affrontare molti infortuni e lesioni. Spingere al massimo per vincere, ma andare oltre la possibilità stessa del corpo, impossibile resistere senza problemi. Anzi, se guardiamo la faccenda girando la frittata, è irreale come sia riuscito a giocare a questo livello per 20 anni, la storia del tennis ci insegna che con una richiesta del genere al proprio corpo nessuno ha retto più di un lustro…. “Per varie stagioni Rafa non ha potuto giocare l’annata completa, ha perso molti Slam per infortuni”, continua Toni Nadal, “tuttavia se mia nonna avesse avuto le ruote, sarebbe stata una bicicletta!”, battuta a chiudere un discorso che, essendo ipotetico, non porta da nessuna parte.
    Interessante invece il ricordo di Toni sulla grave situazione vissuta da Rafa nel 2005, quando esplose al massimo livello vincendo il suo primo Roland Garros ed imponendosi di prepotenza come grande rivale del dominatore del tour, Roger Federer. Mentre la carriera del giovane spagnolo era in rampa di lancio, arrivò un terribile responso dai medici sul problema al piede che già iniziava a tormentarlo: la carriera era a rischio, anzi, poteva chiudersi da un momento all’altro. Così Toni ne ha parlato a “El Partidazo de COPE”, programma radio molto seguito in Spagna.
    “Rafael si è abituato a convivere con il dolore” racconta lo zio e primo allenatore del giovane talento. “Per molti anni ha avuto problemi e quasi sempre ne è uscito più forte. Aveva problemi che sembravano farlo sprofondare ma lui è riuscito a uscirne sempre. Questo gli è rimasto in testa e ultimamente pensava di poter tornare a competere ancora, ma vedendo giorno dopo giorno che le cose non si risolvevano, ha dovuto prendere la decisione di smettere di giocare. Ma se non avesse superato tutte quelle difficoltà non sarebbe diventato così forte”.
    Nella lunga lista di infortuni che lo hanno privato di più di una dozzina di presenze negli Slam, ce n’è uno che ha cambiato tutto. “Nel 2005 è stata scoperta una lesione all’osso del piede” racconta Toni. “Il medico ci ha detto che la sua carriera era finita, i suoi pazienti affetti da tale problema riuscivano a praticare solo sport leggeri. Non ci siamo arresi. In quel periodo ha iniziato ad usare delle solette che hanno cambiato i suoi appoggi al terreno. Quelle solette hanno salvato la sua carriera, ma nel cambiare l’appoggio Rafael è stato costretto a cambiare il suo modo di correre, l’equilibrio e lo stress sul corpo. Sono sorti problemi al ginocchio e alla schiena. È vero che è sempre stato al limite, ma penso che sia qualcosa dovuto all’infortunio al piede del 2005″.
    Ripercorrendo la lunga carriera del nipote, Toni afferma che il capolavoro resta la vittoria a Wimbledon 2008: “Sono sicuro che la partita più importante nella carriera di Rafael è la finale di Wimbledon del 2008. Era il numero uno contro il numero due, nel luogo più emblematico del tennis mondiale, perché il numero due stava per spodestare il numero uno. È una partita che ha tutto quello che doveva avere per restare nella storia. La partita fu un’altalena, Rafa vince i primi due set, Federer recupera, abbiamo il matchball, ma Rafa non lo sfrutta… E tutto finisce nel quinto set. Alla fine vince, batte il migliore di tutti dove nessuno riusciva a batterlo, quella resta la sua partita più bella”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    La carriera in Nadal in numeri: record e leggenda

    Rafael Nadal a Parigi 2022, suo ultimo trionfo Slam

    L’annuncio dell’addio al tennis professionistico di Rafael Nadal non ha colto di sorpresa il mondo della racchetta, ma ha suscitato ugualmente enorme clamore e un’ondata di reazioni, tra commozione e malinconia. Dopo il ritiro di Roger Federer (5 anni più grande dello spagnolo) avvenuto nel settembre del 2022, tra sei settimane in quel di Malaga assisteremo a quello del suo grande rivale. Magari i due si affronteranno in qualche esibizione, o andranno insieme a giocare a golf… ma è indubbio che si chiuda un cerchio, o meglio cali il sipario su di un’era d’oro che ha segnato il nostro sport come pochi altri. Non è questo il momento per rispolverare l’annoso – e un po’ stantio… – tema di chi sia stato il più grande in assoluto, o il migliore tra lo svizzero e lo spagnolo. Sono due eccellenti persone e tennisti, che in modo assai diverso hanno contribuito in modo eccezionale alla diffusione del tennis, con una rivalità davvero epica ed avvincente, una delle più significative della disciplina.
    Rafael Nadal è stato una rivoluzione, in tutti i sensi. La sua fisicità, il suo non darsi mai per vinto e l’impatto visivo del suo incedere in campo sono entrati nell’immaginario di milioni di bambini e appassionati come pochi altri atleti nell’ultracentenaria storia del tennis. È stato giocatore unico, innovativo nel modo di gestire lo scambio con una quantità di forza e rotazione impressa alla palla mai vista, che l’ha reso il più vincente di ogni epoca sulla terra battuta, superficie dove ha costruito la sua leggenda e vinto la maggior parte dei suoi trofei. Ci sarà tempo nella off-season per ripercorre la sua lunga, vincente e altrettanto travagliata carriera. Qua ci soffermiamo su alcuni numeri, record incredibili che hanno segnato i suoi oltre 20 anni di tennis pro. Numeri che guardati tutti insieme lasciano ancora senza parole.

    22 Slam – Nadal è stato per un breve periodo il più vittorioso nei tornei Major, sorpassando Federer (fermo a quota 20). Lo spagnolo ha disputato 30 finali Slam, perdendone solo 8. Ha trionfato per 14 volte a Roland Garros, record assoluto e tennista con più vittorie nello stesso major di sempre, oltre a 2 titoli agli Australian Open, 2 successi a Wimbledon, 4 a US Open. È il più giovane ad aver completato il Career Grand Slam, anzi Career Golden Slam (24 anni), visto il suo successo ai giochi Olimpici di Pechino 2008 in singolare. Negli Slam detiene la terza percentuale di vittorie più alta nell’era open (87,90), con 315 incontri vinti su 359.
    Tiranno della terra battuta – Nessuno come lui sul “rosso”. Rafa ha scritto record che sembrano destinati ad essere imbattibili. Oltre ai 14 titoli a Parigi, ha vinto su terra battuta 63 tornei (su 71 finali giocate). Ha alzato anche 11 coppe a Monte Carlo, 12 al “Godò” di Barcellona, 10 agli Internazionali d’Italia al Foro Italico. Tra l’aprile del 2005 e il maggio del 2007 ha vinto 81 partite di fila sulla sua superficie preferita. La striscia, dopo la sconfitta subita da Andreev ai quarti di finale del torneo di Valencia, cominciò il 12 aprile del 2005 con la vittoria su Gael Monfils al primo turno del torneo di Monte Carlo. L’81º successo arrivò il 19 maggio del 2007 a spese di Lleyton Hewitt, nella semifinale del torneo di Amburgo. La serie si concluse il giorno successivo, nella finale dello torneo tedesco, per mano di Roger Federer. Si tratta della striscia più lunga di sempre di vittorie consecutive su una singola superficie in era Open. Ma forse il record più assurdo è quello della sua carriera a Roland Garros: non solo quattordici vittorie, ma un bilancio di 112 vittorie e 4 sconfitte, con una percentuale di successi pari al 96,55. Si tratta della percentuale di vittorie più alta nella storia dei quattro Major. Pazzesco. Al Roland Garros è giunto sette volte in finale senza perdere un set con una striscia di 39 vittorie di fila. Sul rosso ha vinto il 97,16% degli incontri disputati al meglio dei cinque set (137-4).
    Ranking ATP – Rafael è stato n.1 per 209 settimane. Divenne n.1 il 18 agosto del 2008, poco dopo il suo primo successo a Wimbledon, quindi è tornato in cima al ranking per altre 8 volte, l’ultima settimana il 2 febbraio del 2020. Nadal è stato nella top 10 per 912 settimane, dal 25 aprile 2005 al 19 marzo 2023, è un altro record epocale che batte di gran lunga quello di Jimmy Connors (789 settimane). È l’unico tennista della storia ad aver raggiunto la posizione nº1 del ranking ATP nel corso di tre decenni diversi (2000-2009, 2010-2019, 2020-2029).
    Tornei – Nadal chiuderà la sua immensa carriera con 92 titoli in singolare, dietro solo a Connors, Federer, Djokovic e Lendl. Ha vinto ben 30 tornei senza perdere nemmeno un set. Ha trionfato almeno in un titolo ATP per 19 anni consecutivi (2004-2022). È l’unico tennista ad aver vinto sia un torneo del Grande Slam sia un Masters 1000 all’anno per 10 anni consecutivi (dal 2005 al 2014). Detiene la serie più lunga di vittorie consecutive (46) in uno stesso torneo (Monte Carlo).

    La lista di altri suoi primati minori e record in varie categorie potrebbe continuare. Ci fermiamo qua, già questi numeri sono da capogiro.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Ferrer: “La mia idea è schierare Nadal in singolare in Davis Cup. Lui mi ha risposto ‘Sarò pronto’”

    David Ferrer con Rafael Nadal

    Il capitano spagnolo di Davis Cup, David Ferrer, ha le idee chiare: sul match singolo Rafa Nadal resta un tennista difficilissimo da battere, per questo pensa di schierarlo come secondo singolarista dietro ad Alcaraz nella Final 8 di Davis Cup a Malaga. L’ha affermato all’interno della diretta YouTube “Sala de Jugadores”, con altri ex tennisti argentini come Mariano Zabaleta e Juan Monaco.
    “So che Rafa è una persona che non mente mai, e che se entra in campo è perché si sente pronto a dare il 100%” afferma Ferrer. “Conosco le sue capacità quando si tratta di competere, il problema che sta avendo è che fisicamente non riesce a mantenere il livello per molto tempo, Ma in una partita secca può essere ancora imbattibile. Non si può mai considerare spacciato un giocatore come lui. Il fatto che sia così entusiasta di stare con la squadra, perché è stato lui a chiamarmi prima della fase di qualificazione, me lo fa capire. Questo lo rende perfetto per averlo con noi”.
    “Non ho dubbi. Se sta bene e lo vedo allenarsi correttamente, giocherà nel singolare. Quando è uscito il sorteggio gli ho mandato un messaggio dicendogli di prepararsi per giocare contro il Botic Van de Zandschulp. La sua risposta è stata chiara: sarò pronto”.
    Non è ancora chiaro quanto giocherà Nadal da qui alla finale di Malaga. David Ferrer ha detto a proposito: “Giocherà il Six Kings Slam questo mese e mi piacerebbe che gareggiasse in un altro evento prima di venire con la squadra. Gliene parlerò nelle prossime settimane” conclude il capitano.
    Certamente avere Nadal come secondo singolarista potrebbe essere la carta in grado di far saltare il banco alla final 8. Chi ha un secondo giocatore così forte nella competizione, e pure in casa davanti al suo pubblico? Tutte le altre squadre, a partire dal team italiano campione in carica, sono avvertite…
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO