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    L’ATP sulla PTPA di Djokovic: “Stanno dividendo i giocatori”

    L’ATP, il principale organismo del tennis maschile del mondo, ha rilasciato una dichiarazione mercoledì per affrontare la recente nomini nella PTPA, fondata nell’agosto dello scorso anno da Novak Djokovic e Vasek Pospisil. “Proteggere e promuovere gli interessi dei giocatori è stato un principio fondamentale dell’ATP fin dalla sua fondazione come associazione di giocatori nel 1972. […] LEGGI TUTTO

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    Shapovalov si schiera con Pospisil e la PTPA

    Denis Shapovalov

    Nel corso delle interviste post partita al Masters 1000 di Miami, Denis Shapovalov è stato interpellato in merito alla vicenda che ha visto protagonista Vasek Posipsil. Il connazionale di “Shapo” si è scagliato violentemente contro il Presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi durante il primo set del suo match d’esordio, scatenando moltissime reazioni nel mondo della racchetta. Chiaro il pensiero in merito di Shapovalov: fiducia incondizionata a Pospisil ed alla nuova associazione PTPA, visto che l’ATP continua a non ascoltare le richieste dei giocatori.
    Ecco le parole di Denis: “Non so cosa sia successo a quell’incontro perché non c’ero. Conoscendo Vasek, deve essere accaduto qualcosa di molto grave in quella conversazione con Gaudenzi. Ho sentito diversi giocatori parlarne ma ancora non mi è molto chiaro cosa sia successo per davvero. Ovviamente sono dalla parte della PTPA, sento che non siamo rappresentati nel miglior modo possibile. Non parlerò più dell’argomento. Basta aggiungere che l’ATP non sta facendo il lavoro più completo possibile. Ci sono giocatori che stanno cercando di aiutare all’interno dell’ATP per portare informazioni o sponsor, e l’ATP non sembra apprezzarlo. Vogliono solo che giochiamo a tennis e penso che non sia la cosa giusta da fare”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Djokovic difende Pospisil via social

    Novak Djokovic, fondatore della PTPA con Pospisil

    Novak Djokovic non è presente al Masters 1000 di Miami, ha preferito restare a Monte Carlo per preparare la stagione su terra battuta. Anche da lontano, il serbo ha voluto far sentire la propria presenza per sostenere Vasek Pospisil, “travolto” da molte critiche dopo il fattaccio di cui si è reso protagonista in campo in Florida. Il canadese infatti è esploso violentemente alla fine del primo set del suo match di primo turno, offendendo pesantemente il Presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi, per poi scusarsi per il suo comportamento. Ricordiamo che Djokovic e Pospisil sono i due principali portabandiera della nuova associazione PTPA, nata la scorsa estate a difesa degli interessi dei tennisti.
    Scrive Djokovic su Twitter: “Relativamente a quel che è accaduto, io non mi trovo a Miami. Tuttavia Vasek Pospisil è un mio buon amico e mi immedesimo con lui di tutto cuore. I giocatori del tour concorderebbero sul fatto che è una persona della totale integrità che ha a cuore il benessere dei suoi compagni di professione. Spero che i giocatori riconoscano l’importanza di stare uniti”.
    Dopo le scuse di Pospisil, nessun altro giocatore si è espresso pubblicamente sull’episodio, sembra regnare una calma apparente, ma è evidente che nel mondo del tennis maschile c’è tutt’altro che serenità.

    Concerning matters at hand, I am not in Miami. However Vasek Pospišil is my good friend and I empathize with him wholeheartedly. Players on tour would agree that he is an individual of the highest integrity who cares about the well being of his fellow competitors. 1/2
    — Novak Djokovic (@DjokerNole) March 26, 2021

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Isner: “Le mie critiche non erano solo per il Prize money, ma al sistema dell’ATP”

    John Isner

    Nelle classiche interviste pre torneo, il gigante USA John Isner è tornato a parlare di politica tennistica. Recentemente alcuni suoi tweet assai critici sul crollo del prize money al Masters 1000 di Miami non erano passati inosservate, dando il “la” tra i colleghi ad una sorta di processo all’ATP, accusata di fare l’interesse dei tornei invece di tutelare quelli dei giocatori. Isner ha chiarito alla stampa il suo pensiero.
    “Le mie critiche? Non è solo una questione economica. Riguarda il sistema ATP, il motivo per cui vengono prese le decisioni e il significato di una decrescita del prize money. Non si tratta dell’effettivo premio in denaro in sé. Ovviamente, vorremmo giocare di più, ma comprendiamo che con la perdita di entrate dalla vendita dei biglietti, i nostri premi diminuiranno. Ma ci sono alcuni giocatori che hanno dubbi sul motivo per cui il prize money complessivo è sceso così tanto. Il tour ha implementato una strategia che mantiene i guadagni ottenuti con piazzamenti nei primi turni abbastanza simili alle condizioni ‘normali’. Il montepremi dei quarti di finale, semifinale e finale invece è stato notevolmente ridotto. Stiamo cercando di capire un po’ di più come funziona questo processo”.
    Isner quindi parla delle tante assenze al torneo, nessuno dei “big 3”, e addirittura nessun numero 1 attuale o in carriera in gara, fatto questo che non accadeva da moltissimi anni in un Masters 1000. “Per i migliori giocatori d’Europa penso che sia comprensibile. Forse nel clima attuale in cui ci troviamo, la situazione non si adatta al programma di Rafa, Roger, Novak e Thiem. Immagino che sia un grande impegno venire qui, solo per un torneo, e quindi tornare immediatamente in Europa. Per loro quattro probabilmente non ha senso. Credo che molto sia dipeso anche dall’assenza di Indian Wells. Penso che il motivo principale per cui molti giocatori non sono qui è perché questo è un evento isolato dal resto della stagione, così come si è strutturata quest’anno. Non è necessariamente una questione di soldi, è più un conflitto di programmazione”.
    Il nuovo complesso a Miami, con l’Hard Rock Stadium (quest’anno non allestito con tribune nel catino da football), piace molto ai tennisti: “Nel 2019 l’esperienza di essere all’Hard Rock per la prima volta, con la quantità di spazio che i giocatori avevano per riscaldarsi e fare quello che volevano, è stata incredibile . Quest’anno il grande campo centrale non è integrato nello stadio, ma l’intero campo da football è nostro, quindi è bello uscire e lanciare la palla, correre, fingere di star giocando nella NFL. L’esperienza dei giocatori qui è stata eccellente. James Blake ha fatto un lavoro incredibile. Abbiamo molto spazio e tanto divertimento con cose da fare. I giocatori sono felici di essere qui. È bello essere di nuovo in uno dei pilastri dell’ATP e del WTA Tour: Miami”.
    L’intervista scivola sulla PTPA, della quale Isner è uno dei membri fondatori. L’americano risponde, ma senza grandi particolari. “Sappiamo tutti che la PTPA sta cercando di andare avanti. Forse è un lancio un po’ lento… Penso che lo scopo dietro quest’iniziativa sia ancora buono. Molti giocatori, forse anche molte persone nell’ATP, sono d’accordo con me. Anch’io ne faccio parte, penso che alla fine potrebbe essere salutare per il circuito. Non credo che succederà niente di drastico o qualcosa del genere, i giocatori non smetteranno improvvisamente di giocare. Di certo ci siamo fatti molte domande e credo che la pandemia abbia forse messo in luce alcuni dei problemi con cui i giocatori hanno lottato a lungo”.
    Miami è torneo importante per Isner, qua vinse nel 2018. Si sente in discrete condizioni: “Mi sento bene, sono stato in grado di giocare ad Acapulco la scorsa settimana. Una partita è stata buona, l’altra un po’ meno, ma è stato comunque importante fare qualche match prima di questo torneo perché non ho giocato così tanto nell’ultimo anno. Spero con questo torneo di creare un po’ di slancio per me stesso e vedere cosa posso fare nella stagione. Fisicamente sono a posto, mentalmente mi sento abbastanza fresco. Devo solo provare a partire bene e vedere cosa posso fare da qua in avanti”

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Isner tuona contro l’ATP: “È un sistema guasto. A noi tagliano nettamente i prize money, molte loro entrate sono invariate”

    John Isner, membro della PTPA

    John Isner non ha accolto per niente bene la notizia del drastico taglio del prize money nel primo Masters 1000 in stagione, il Miami Open. Rispondendo ad un tweet di Tennis Major (che per prima ha riportato le cifre esatte del montepremi per il prossimo evento in Florida), non le ha mandate a dire, accusando l’ATP di non fare l’interesse dei giocatori, di non tutelarli e di pensare solo al proprio tornaconto. Ricordiamo che il gigante USA è stato anche tra i fondatori e promotori della discussa PTPA, nuova associazione nata la scorsa estate a difesa degli interessi dei tennisti, ma della quale nell’ultimo periodo si sono un po’ perse le tracce, almeno per quanto riguarda iniziative comunicate ufficialmente.
    Ecco il pensiero di Isner, scritto nei suoi tweet “al veleno” e senza peli sulla lingua.
    “L’ATP è un sistema guasto. I giocatori e i tornei come “partner” devono lavorare insieme, ma il taglio del 60% complessivo (al torneo di Miami 2021, ndr) e quello dell’80% dell’assegno per i vincitori in uno dei nostri più grandi eventi che ha mantenuto intatte entrate da TV, dati, sponsorizzazioni e anche da gioco d’azzardo appena approvate, non è affatto una partnership”

    “Che ne dite di un vero audit per vedere quanto i tornei stiano effettivamente in sofferenza e poi una formula di denaro dopo l’evento per riconciliarsi. Incredibile, non lo abbiamo ancora in molti dei nostri grandi eventi. Ha senso?”
    “Il tennis è gestito come uno sport fatto di muri. Controllate NBA, MLB, NHL, PGA ecc. Non è comparabile il rapporto tra entrate / popolarità con quegli sport, ma date un’occhiata alla loro struttura, rappresentazione dei talenti e percentuale dei modelli di entrate. Il tennis è afflitto da conflitti e mancanza di trasparenza“.
    “Gli organizzatori possiedono risorse che hanno un valore e hanno tempo infinito per monetizzare quell’asset, mentre noi giocatori abbiamo poco tempo per massimizzare il nostro talento. Questo è un sistema guasto”.
    “Quindi i giocatori dovrebbero accettare un taglio del 60% e i campioni dell’80%, mentre i dirigenti dell’ATP tengono il conto completo di stipendi, benefici e spese? Non è sensato. Sembra un po’ ipocrita, non credete?”
    Isner è il primo giocatore ad esternare in modo così schietto una forte insoddisfazione per la gestione economica del tour in questo periodo di crisi. Vedremo se altri tennisti faranno altre uscite del genere sul tema. Di sicuro la guerra intestina all’interno del mondo del tennis, in particolare tra ATP ed una fronda di giocatori, è tutt’altro che vicina alla conclusione, anzi pare appena iniziata…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Kevin Anderson: “Fusione ATP – WTA? Non ne abbiamo ancora parlato. La riduzione dei prize money è necessaria”

    Kevin Anderson, 34 anni

    Il due volte finalista Slam Kevin Anderson è uno dei giocatori più rappresentativi in seno all’ATP, forte di un’esperienza decennale. In primavera dovrebbe essere rieletto come Presidente dei giocatori nel Player Council, in una fase storica molto delicata per lo sport. La pandemia ha non solo bloccato e rallentato l’attività, ma messo in crisi sul lato economico moltissimi tornei, proprio mentre era iniziata – con l’avvento della nuova Presidenza di Andrea Gaudenzi – una complessa trattativa per ridistribuire i compensi in modo più equo per i tennisti.
    Anderson ha rilasciato una lunga e molto interessante intervista al collega Simon Cambers, pubblicata su Tennis Majors. Il sudafricano ha parlato dei temi più importanti del momento, dai prossimi Australian Open alla politica sportiva, incluso il ruolo della tanto discussa PTPA lanciata da Djokovic & c. la scorsa estate. Riportiamo alcuni dei passaggi più interessanti del suo pensiero.

    “Qual è la sfida più grande per il prossimo anno? Navigare con il virus e cercare di inserire più tennis possibile nel calendario. Ad oggi abbiamo solo un calendario fino a Miami. Siamo costretti a navigare a vista, è un grande gioco d’attesa. Alcuni tornei non ce l’hanno fatta, in particolare Indian Wells. Potenzialmente stanno cercando di rimandarlo, ma chissà quando o come. Questa sarà la sfida più grande e poi abbiamo molte altre cose su cui stiamo lavorando. C’è una nuova gestione (ATP), stanno cercando di lavorare su diversi piani verso la loro versione di miglioramenti e modifiche da apportare allo sport”.
    Il 2021 vedrà molto probabilmente una riduzione dei prize money rispetto ad una stagione “normale”, ecco il suo punto di vista in merito. “Capiamo che di base il grande produttore di entrate dei tornei sono i fan, e non solo i fan diretti ma la quantità di sponsorizzazioni sul sito … penso che tutto si riduce per colpa del virus. Quindi dobbiamo tenere una posizione molto ragionevole per lavorare con i tornei. Alcuni di loro stanno soffrendo molto finanziariamente…, alcuni di loro sono anche potenzialmente in perdita o rischio cancellazione. Quindi, se sono disposti a organizzare i tornei, penso che sia una buona negoziazione per i giocatori capirlo e accettare le riduzioni dei premi in denaro. E penso che sia stato messo in moto un buon sistema. Si basa su quale (percentuale) di fan si trovano nell’impianto. Voglio dire, se il torneo si sta svolgendo a pieno regime, avremo il pieno prize money; con riduzione della capienza, si riduce anche il nostro premio. Questa è una sorta di scala progressiva. È qualcosa di cui abbiamo discusso molto in Consiglio. Ovviamente non è una situazione ideale per tutti, ma penso che sia necessario affinché i tornei abbiano luogo “.

    Il piano è di ridistribuire il premio in denaro, con una riduzione maggiore per vincitore, finalista, e quindi a scendere: “Sì, quello era il piano. In molti tornei, il premio in denaro del primo turno è rimasto quasi lo stesso. Molti di quei soldi sono usciti dai round successivi. Abbiamo avuto un piccolo aggiustamento perché sentivamo che la proposta iniziale fosse un po’ troppo drastica (la riduzione inizialmente prevista colpiva molto più nettamente chi avanzava nel torneo, ndr) e pensavamo che dovessimo premiare un po’ di più i tennisti che fanno bene nei tornei. La nuova distribuzione, considerando il montepremi, penso che sia un buon risultato”.
    Nel corso della pandemia, Roger Federer lanciò l’idea forte di una vera fusione tra ATP e WTA tour, in modo da massimizzare gli aspetti positivi di entrambi i circuiti e avere un’unica forte piattaforma per fan, sponsor, ecc. Ecco il parere di Anderson, da membro del Council: “Non ci sono state discussioni reali su questa possibile fusione. Non ho molto da dire su questo perché non è qualcosa che è stato per davvero sul tavolo. A parte una sorta di vaga idea di base, ci sarebbero molti dettagli che tutti dovrebbero elaborare. Ovviamente lo sport è più forte quando tutti lavorano insieme, ma non posso davvero commentare cosa potrebbe accadere in aspetti importanti come quello logistico (sedi, non tutti i tornei M e F si svolgono nelle stesse sedi, ndr) e commerciale. So che parte del nuovo piano della direzione (ATP) è lavorare insieme a queste entità separate e dal punto di vista dell’ATP, ovviamente, il WTA è un partner enorme, quindi è qualcosa che deve essere esaminato con attenzione. Non so se l’idea della fusione fosse qualcosa su cui alcuni giocatori volevano già parlare ma forse la pandemia ha bloccato tutto. Al momento, questa non è una conversazione che abbiamo avuto internamente con ATP né alcuna conversazione con la WTA. Vedremo in futuro”.
    Immancabile la domanda sulla PTPA, il suo ruolo presente e futuro. ATP e PTPA potranno lavorare insieme? L’ATP ha detto pubblicamente che non ritiene questa una ipotesi possibile…. Anderson: “Beh … spero che tutti possano lavorare insieme, anche solo dal punto di vista dello sport in generale, perché è allora che siamo più forti, con unità di visione per il bene dello sport. In termini di logistica e flusso effettivo di informazioni e processo decisionale, non vedo come possiamo lavorare insieme, anche solo puramente dal … modo in cui sono impostate le nostre strutture. Non sono a conoscenza di nessuna delle conversazioni all’interno della PTPA, non so quale sia il tipo di visione della PTPA e come pensano di proseguire il proprio percorso. E quindi, per quanto posso dire, i giocatori sono rappresentati dal Consiglio, dai membri del Tour, e sì, la nostra struttura è di proprietà del 50% dei tornei, del 50% dei giocatori; ma anche se ci fosse un’entità al 100% dei soli giocatori, dovresti comunque andare al tavolo e negoziare con i tornei. Quindi personalmente non vedo davvero quale sia il vantaggio di una PTPA rispetto alla rappresentatività attuale dei giocatori in seno all’ATP“. Aggiungiamo che diventa difficile capire il futuro della PTPA visto che i suoi membri più rappresentativi (Djokovic e Pospisil in particolare) continuano a rilasciare dichiarazioni d’intenti piuttosto generiche senza un piano operativo, senza chiarezza anche su un aspetto molto basico della associazione: quanti tennisti hanno aderito? Continua Anderson: “Non credo che il sistema sia perfetto adesso, e la nuova direzione ha parlato molto sulla volontà di iniziare una revisione completa e cambiare parte della governance. Penso sarebbe davvero importante, cose come limiti di mandato, conflitti di interesse e cose di questa natura, che penso sarebbero davvero importanti. Ma credo ancora che debba essere fatto all’interno della struttura del Tour. Forse 30 anni fa avrebbe potuto essere fatto in modo un po ‘diverso, ma allo stato attuale, stiamo parlando di un’organizzazione che è una società multinazionale, in termini di dipendenti, appaltatori, tante persone diverse coinvolte. Questa non è solo una piccola attività in cui puoi cambiare metodi e persone facilmente, servono processi complessi per rinnovare”.
    “I conflitti di interessi sono un problema enorme, non credo che troverai mai una situazione ideale e penso ce ne saranno sempre un po ‘.  L’importante è iniziare un percorso con la volontà di affrontrare il problema, questo è un ottimo punto di partenza”.
    Questo il succo del pensiero di Anderson. Parole moderate, che danno credito all’ATP con la voglia di perseguire il piano presentato da Gaudenzi e lavorare dal di dentro per migliorare lo status quo, tenendo ben presenti le difficoltà scoppiate con la pandemia, tutt’altro che risolta. Staremo a vedere i prossimi passi dell’ATP, già dalla seconda parte del calendario per la stagione su terra che, al momento, dovrebbe essere confermato con i tornei “classici” in date “classiche”. Pandemia permettendo…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Opelka: “Nell’ATP ci sono troppi conflitti di interesse”

    Reilly Opelka

    Rielly Opelka chiude il tormentato 2020 con “i botti”, sparando senza mezzi termini sull’ATP. Nel corso di una intervista concessa al podcast Behind the Racquet, il gigante statunitense accusa l’ATP di vivere con forti conflitti di interesse, e questo finisce per penalizzare oltremodo i giocatori, proprio quelli che a rigor di logica l’associazione dovrebbe sostenere. Per questo Reilly non si dice affatto sorpreso della nascita della PTPA e di condividerne i principi. Ecco alcuni estratti del suo pensiero.
    “Noi giocatori abbiamo bisogno di una associazione come la nuova PTPA. Se guardiamo bene, ci sono molti conflitti di interesse all’interno dell’ATP. Non è possibile per una persona essere presente alle riunioni dell’ATP, essere un direttore di torneo e quindi un agente di un giocatore. Non può succedere assolutamente una cosa del genere, ci sono molti conflitti di interesse e la PTPA è stata creata per sbarazzarsi di questo genere di situazioni”.

    Il riferimento è chiaro: Herwig Straka, che oltre a rappresentare gli interessi di Dominic Thiem è anche direttore di un torneo e membro del board ATP: “L’agente di Dominic Thiem è un esempio … Possiede un torneo in Austria. Come è possibile questo? È nel consiglio dell’ATP e ha un voto sulla distribuzione del denaro. Dubito che abuserà della sua posizione perché conosco Straka ed è un bravo ragazzo, ma il fatto che sia lì è un male. LA PTPA? Non è stata creata con una visione e una strategia a lungo termine. Questa organizzazione ha chiarito che non vuole combattere con i dirigenti ma sostenere gli interessi dei giocatori, ma non è del tutto chiaro come l’ATP medierà con l’associazione in futuro”.
    Al momento nessun membro “fondatore” della PTPA si è espresso sul rinnovo del Player Council ATP, o sul nuovo calendario diffuso fino a tutto marzo 2021.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO