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    Wimbledon: ai vincitori 2021 un assegno di -27% rispetto al 2019. Piccoli aumenti fino a quarti di finale

    Il torneo di Wimbledon nel 2020 si è “salvato” economicamente grazie alla polizza assicurativa che ha coperto la maggior parte dei mancati guadagni. Con l’edizione 2021 ormai alle porte, ecco la lista dei Prize money assegnati ai giocatori in relazione al proprio piazzamento nel torneo. Nel singolare, dal primo turno ai quarti di finale c’è […] LEGGI TUTTO

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    Il vincitore al Masters 1000 di Madrid guadagnerà 315mila euro, -73% rispetto all’edizione 2019

    La Caja Magica di Madrid

    Il Masters 1000 di Madrid nell’avveniristico impianto della Caja Magica è pronto a scattare, senza il n.1 Novak Djokovic che così non difenderà il titolo conquistato nel 2019.
    Proprio rispetto all’edizione 2019 (l’ultima disputata) il Prize money del torneo è stato notevolmente decurtato: l’evento attribuisce lo stesso premio per ATP e WTA, con un montepremi totale combinato di € 5.228.930, in calo del 60% rispetto a due anni fa. Il calo è progressivo verso l’alto, ossia è stato decurtato maggiormente l’assegno per i giocatori che arriveranno più avanti nel torneo. Infatti il campione a Madrid 2021 porterà a casa 315.160 euro, una riduzione del 73,79% rispetto a quello che Novak Djokovic e Kiki Bertens hanno ricevuto ciascuno nel 2019. Il finalista riceverà 188.280 euro, in calo del -69,07% rispetto a due anni fa. Le riduzioni si riflettono a cascata (ma progressivamente in modo minore) su tutti i participanti.
    Ecco la lista completa, che riportiamo da perfectennis:
    Qualificazioni 1° turno: 4.080 € (-10,33%)
    Qualificazioni 2° turno: 7.665 € (-15,93%)
    1° turno tabellone principale: 15.060 € (-36,7%)
    2° turno: 22.720 € (-46,19%)
    3° turno: 36.400 € (-54,85%)
    Quarti di finale: 58.370 € (-63,73%)
    Semifinali: 106.690 € (-65,83%)
    Finale: 188.820 € (-69,07%)
    Vincitore: 315.160 € (-73,79%)

    Si conferma quindi a Madrid il piano annunciato dall’ATP di riduzioni del montepremi ma colpendo di meno chi perde nei primi turni, con i giocatori “meno ricchi” penalizzati in misura minore rispetto agli assegni pre-pandemia.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP annuncia misure di supporto e novità nel ranking, protetto con nuove modalità fino al 15 agosto

    Il centrale di Monte Carlo, nel 2021 non ci sarà pubblico

    L’ATP ha annunciato oggi una serie di misure di sostegno per tennisti e tornei, ed anche importanti modifiche sul calcolo della classifica mondiale. Andiamo per ordine, partendo proprio dalle novità relative al ranking.

    Ranking
    L’ATP prevede di tornare al ranking “tradizionale” per tutti (ossia il calcolo dei punti accumulati nelle ultime 52 settimane, tra tornei obbligatori e opzionali) il prossimo 16 agosto 2021. Fino ad allora ci sarà una protezione che è stata così strutturata. Resta in vigore fino al Masters 1000 canadese (9 agosto 2021) il sistema “Best Of” per le classifiche. I risultati di tutti gli eventi disputati tra il 4 marzo e il 5 agosto 2019, che non sono stati giocati nel 2020 per colpa della pandemia, verranno estesi di ulteriori 52 settimane ma solo al 50% dei punti accumulati. La riduzione entrerà nel calcolo del ranking di ogni tennista alla data di rilascio originariamente designata per ogni evento, e grazie al sistema “Best Of” conterà solo il migliore dei due punteggi di un giocatore dallo stesso evento, 2019 o 2021. Esempio: per il Masters 1000 di Madrid (non disputato nel 2020), i tennisti vedranno nel proprio ranking o il 100% dei punti raccolti nell’edizione 2021 o il 50% di quelli ottenuti nell’edizione 2019, a seconda di quale dei due sia migliore per il tennista stesso.I risultati degli eventi riprogrammati del 2020 (Kitzbuhel, Amburgo, Roma e Roland Garros) saranno inclusi anche per ulteriori 52 settimane al 50% dalla data di rilascio originariamente programmata e saranno confrontati con l’evento del 2021 sempre secondo il sistema “Best Of”. L’edizione 2019 di questi quattro eventi scalerà dalle classifiche in base alla data di rilascio attualmente programmata. Nel 2021, tutti i risultati prima di Wimbledon verranno conteggiati come “Best of Other” nella ripartizione delle classifiche di un giocatore, con una revisione degli eventi successivi a seguire.A condizione che non vengano apportate ulteriori modifiche al calendario, una classifica tradizionale, che incorpora solo i risultati delle 52 settimane precedenti, verrà nuovamente applicata il 16 agosto 2022.La decisione di trattenere il 50% dei punti guadagnati nel 2019 durante il periodo corrispondente alla sospensione del 2020, mira a fornire ai giocatori una misura di sicurezza nei mesi a venire, mentre continuano ad essere applicate restrizioni di viaggio e rigorose misure di salute e sicurezza.

    Ranking protetto Covid
    L’Atp introduce un sistema di protezione nel ranking per i tennisti che hanno dovuto interrompere l’attività per colpa di un contagio Covid-19. Potranno usufruirne i giocatori costretti ad uno stop di 4 settimane consecutive, da usare per iscriversi 4 eventi (Olimpiadi e Slam esclusi).

    Sostegno ai tornei per misure sanitarie anti-Covid
    L’ATP ha stanziato $ 10.000 per ogni evento ATP Tour e ATP Challenger Tour nella stagione in corso per coprire i costi di alloggio che possono derivare da ulteriori periodi di isolamento o quarantena, richiesti in caso di risultati positivi del test Covid-19 o situazioni di contatto ravvicinato. Con questa misura l’ATP spera di coprire le spese dei tornei e giocatori dai costi imprevisti legati alla salute e alla sicurezza.

    Innalzamento dei Prize Money per ATP 250 e 500 e utilizzo del Bonus Pool ATPTra l’Australian Open e Wimbledon, i livelli minimi di prize money per i tornei ATP 250 e ATP 500 saranno aumentati rispettivamente dell’80% e del 60%. Questi incrementi, che equivalgono a una spesa massima di 5,2 milioni di dollari, saranno principalmente finanziati attraverso una ridistribuzione del Bonus Pool ATP, normalmente assegnato ai primi 12 giocatori alla fine della stagione. La ridistribuzione di questo fondo – sottolinea l’ATP – è avvenuta con il supporto dell’ATP Player Council, con l’avallo dei rappresentanti dei top10 Roger Federer e Rafael Nadal.Andrea Gaudenzi, Presidente dell’ATP, ha dichiarato in merito: “I ricavi dei nostri tornei continuano a essere fortemente influenzati dalle restrizioni sulla vendita dei biglietti, e un sostanziale miglioramento su questo fronte sembra improbabile prima di metà anno. Il nostro obiettivo è garantire che il Tour continui a supportare il maggior numero di giocatori possibile e vorrei ringraziare i migliori giocatori e il Player Council per il supporto di questa misura, che contribuirà a migliorare le condizioni per il gruppo di giocatori più ampio nei prossimi mesi “.

    Una serie di misure concrete, in risposta alle tante critiche che l’ATP ha ricevuto nelle ultime settimane visto il cospicuo taglio dei prize money dei prossimi tornei e la richiesta di protezione visto che la situazione non sembra migliorare sul lato contagi. Il fatto che siano stati menzionati esplicitamente Roger e Rafa come promotori di questa importante ridistribuzione di risorse, è forse anche un segnale ai promotori della PTPA (in primis Djokovic), che hanno fatto leva sulla carenza di attenzione verso i tennisti da parte dell’ATP per raccogliere adesioni al loro progetto. Politica tennistica a parte, è importante questa mossa dell’ATP per sostenere giocatori e tornei, in difficoltà per le limitazioni causate dall’onda lunga di una pandemia tanto complessa da arginare.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Kevin Anderson: “Fusione ATP – WTA? Non ne abbiamo ancora parlato. La riduzione dei prize money è necessaria”

    Kevin Anderson, 34 anni

    Il due volte finalista Slam Kevin Anderson è uno dei giocatori più rappresentativi in seno all’ATP, forte di un’esperienza decennale. In primavera dovrebbe essere rieletto come Presidente dei giocatori nel Player Council, in una fase storica molto delicata per lo sport. La pandemia ha non solo bloccato e rallentato l’attività, ma messo in crisi sul lato economico moltissimi tornei, proprio mentre era iniziata – con l’avvento della nuova Presidenza di Andrea Gaudenzi – una complessa trattativa per ridistribuire i compensi in modo più equo per i tennisti.
    Anderson ha rilasciato una lunga e molto interessante intervista al collega Simon Cambers, pubblicata su Tennis Majors. Il sudafricano ha parlato dei temi più importanti del momento, dai prossimi Australian Open alla politica sportiva, incluso il ruolo della tanto discussa PTPA lanciata da Djokovic & c. la scorsa estate. Riportiamo alcuni dei passaggi più interessanti del suo pensiero.

    “Qual è la sfida più grande per il prossimo anno? Navigare con il virus e cercare di inserire più tennis possibile nel calendario. Ad oggi abbiamo solo un calendario fino a Miami. Siamo costretti a navigare a vista, è un grande gioco d’attesa. Alcuni tornei non ce l’hanno fatta, in particolare Indian Wells. Potenzialmente stanno cercando di rimandarlo, ma chissà quando o come. Questa sarà la sfida più grande e poi abbiamo molte altre cose su cui stiamo lavorando. C’è una nuova gestione (ATP), stanno cercando di lavorare su diversi piani verso la loro versione di miglioramenti e modifiche da apportare allo sport”.
    Il 2021 vedrà molto probabilmente una riduzione dei prize money rispetto ad una stagione “normale”, ecco il suo punto di vista in merito. “Capiamo che di base il grande produttore di entrate dei tornei sono i fan, e non solo i fan diretti ma la quantità di sponsorizzazioni sul sito … penso che tutto si riduce per colpa del virus. Quindi dobbiamo tenere una posizione molto ragionevole per lavorare con i tornei. Alcuni di loro stanno soffrendo molto finanziariamente…, alcuni di loro sono anche potenzialmente in perdita o rischio cancellazione. Quindi, se sono disposti a organizzare i tornei, penso che sia una buona negoziazione per i giocatori capirlo e accettare le riduzioni dei premi in denaro. E penso che sia stato messo in moto un buon sistema. Si basa su quale (percentuale) di fan si trovano nell’impianto. Voglio dire, se il torneo si sta svolgendo a pieno regime, avremo il pieno prize money; con riduzione della capienza, si riduce anche il nostro premio. Questa è una sorta di scala progressiva. È qualcosa di cui abbiamo discusso molto in Consiglio. Ovviamente non è una situazione ideale per tutti, ma penso che sia necessario affinché i tornei abbiano luogo “.

    Il piano è di ridistribuire il premio in denaro, con una riduzione maggiore per vincitore, finalista, e quindi a scendere: “Sì, quello era il piano. In molti tornei, il premio in denaro del primo turno è rimasto quasi lo stesso. Molti di quei soldi sono usciti dai round successivi. Abbiamo avuto un piccolo aggiustamento perché sentivamo che la proposta iniziale fosse un po’ troppo drastica (la riduzione inizialmente prevista colpiva molto più nettamente chi avanzava nel torneo, ndr) e pensavamo che dovessimo premiare un po’ di più i tennisti che fanno bene nei tornei. La nuova distribuzione, considerando il montepremi, penso che sia un buon risultato”.
    Nel corso della pandemia, Roger Federer lanciò l’idea forte di una vera fusione tra ATP e WTA tour, in modo da massimizzare gli aspetti positivi di entrambi i circuiti e avere un’unica forte piattaforma per fan, sponsor, ecc. Ecco il parere di Anderson, da membro del Council: “Non ci sono state discussioni reali su questa possibile fusione. Non ho molto da dire su questo perché non è qualcosa che è stato per davvero sul tavolo. A parte una sorta di vaga idea di base, ci sarebbero molti dettagli che tutti dovrebbero elaborare. Ovviamente lo sport è più forte quando tutti lavorano insieme, ma non posso davvero commentare cosa potrebbe accadere in aspetti importanti come quello logistico (sedi, non tutti i tornei M e F si svolgono nelle stesse sedi, ndr) e commerciale. So che parte del nuovo piano della direzione (ATP) è lavorare insieme a queste entità separate e dal punto di vista dell’ATP, ovviamente, il WTA è un partner enorme, quindi è qualcosa che deve essere esaminato con attenzione. Non so se l’idea della fusione fosse qualcosa su cui alcuni giocatori volevano già parlare ma forse la pandemia ha bloccato tutto. Al momento, questa non è una conversazione che abbiamo avuto internamente con ATP né alcuna conversazione con la WTA. Vedremo in futuro”.
    Immancabile la domanda sulla PTPA, il suo ruolo presente e futuro. ATP e PTPA potranno lavorare insieme? L’ATP ha detto pubblicamente che non ritiene questa una ipotesi possibile…. Anderson: “Beh … spero che tutti possano lavorare insieme, anche solo dal punto di vista dello sport in generale, perché è allora che siamo più forti, con unità di visione per il bene dello sport. In termini di logistica e flusso effettivo di informazioni e processo decisionale, non vedo come possiamo lavorare insieme, anche solo puramente dal … modo in cui sono impostate le nostre strutture. Non sono a conoscenza di nessuna delle conversazioni all’interno della PTPA, non so quale sia il tipo di visione della PTPA e come pensano di proseguire il proprio percorso. E quindi, per quanto posso dire, i giocatori sono rappresentati dal Consiglio, dai membri del Tour, e sì, la nostra struttura è di proprietà del 50% dei tornei, del 50% dei giocatori; ma anche se ci fosse un’entità al 100% dei soli giocatori, dovresti comunque andare al tavolo e negoziare con i tornei. Quindi personalmente non vedo davvero quale sia il vantaggio di una PTPA rispetto alla rappresentatività attuale dei giocatori in seno all’ATP“. Aggiungiamo che diventa difficile capire il futuro della PTPA visto che i suoi membri più rappresentativi (Djokovic e Pospisil in particolare) continuano a rilasciare dichiarazioni d’intenti piuttosto generiche senza un piano operativo, senza chiarezza anche su un aspetto molto basico della associazione: quanti tennisti hanno aderito? Continua Anderson: “Non credo che il sistema sia perfetto adesso, e la nuova direzione ha parlato molto sulla volontà di iniziare una revisione completa e cambiare parte della governance. Penso sarebbe davvero importante, cose come limiti di mandato, conflitti di interesse e cose di questa natura, che penso sarebbero davvero importanti. Ma credo ancora che debba essere fatto all’interno della struttura del Tour. Forse 30 anni fa avrebbe potuto essere fatto in modo un po ‘diverso, ma allo stato attuale, stiamo parlando di un’organizzazione che è una società multinazionale, in termini di dipendenti, appaltatori, tante persone diverse coinvolte. Questa non è solo una piccola attività in cui puoi cambiare metodi e persone facilmente, servono processi complessi per rinnovare”.
    “I conflitti di interessi sono un problema enorme, non credo che troverai mai una situazione ideale e penso ce ne saranno sempre un po ‘.  L’importante è iniziare un percorso con la volontà di affrontrare il problema, questo è un ottimo punto di partenza”.
    Questo il succo del pensiero di Anderson. Parole moderate, che danno credito all’ATP con la voglia di perseguire il piano presentato da Gaudenzi e lavorare dal di dentro per migliorare lo status quo, tenendo ben presenti le difficoltà scoppiate con la pandemia, tutt’altro che risolta. Staremo a vedere i prossimi passi dell’ATP, già dalla seconda parte del calendario per la stagione su terra che, al momento, dovrebbe essere confermato con i tornei “classici” in date “classiche”. Pandemia permettendo…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Kermode (ex CEO ATP): “Abbiamo aumentato i prize money in modo importante. La PTPA? Non avrà un forte impatto”

    Chris Kermode

    Il britannico Chris Kermode è stato CEO dell’ATP per ben sette anni, prima della sfiducia da parte dei giocatori nel 2019 che ha portato al non rinnovo della sua carica. Dopo un periodo “sabbatico” in cui s’è esposto ben poco con la stampa, lasciando così libertà di campo al suo successore Andrea Gaudenzi, Kermode è intervenuto nel corso del programma “The Tennis Podcast” condotto dal collega David Law. Le parole di Chris sono state interessanti, e ferme. Pur non facendo polemica in merito all’interruzione del suo percorso a guida dell’ATP, ha rivendicato gli ottimi risultati (a suo dire) nel suo mandato, sottolineando soprattutto l’aspetto economico, proprio quello che a detta dei giocatori invece gli è “costato il posto”.
    Ecco alcuni passaggi del pensiero di Kermode, con alcune considerazioni finali, visto che l’ultima parte dell’intervista è quella più interessante.

    “Nel corso del mio mandato come CEO dell’ATP ho ricoperto un ruolo politico. Credo molto nell’ATP, penso che sia un’organizzazione che funziona. Il tennis è uno dei pochi sport in cui giocatori e tornei sono ascoltati ogni giorno, a differenza degli sport USA dove si trovano accordi collettivi che diventano operativi per diversi anni e quindi non c’è necessità di ritrovarsi, nonostante ci possano essere anche litigi e conflitti. Le decisioni che abbiamo preso sono state quasi totalmente all’unanimità, direi per il 98%. Ovviamente è successo di ritrovarmi in mezzo ad un conflitto tra tornei e giocatori, serve un amministratore proprio per questo. Durante la mia presidenza in sole 8 votazioni su 350 il mio voto è stato decisivo, e in queste ben 7 su 8 ho votato sposando la parte vicina al parere dei tennisti. Sono stato il CEO a decidere per il maggior incremento dei prize money nella storia dell’ATP tour. Devo dire che se esiste un punto debole nel sistema è nel fatto che la politica può diventare determinante e il peso si sposta su questa piuttosto che sul miglioramento della disciplina. Quindi è importante trovare le persone giuste per far crescere il tennis”.
    “Se fossi stato confermato? Avrei lavorato per trovare il modo migliore per aumentare ancora i prize money. Siamo riusciti a centrare l’obiettivo per la categoria 500, avrei lavorato per trovare lo stesso equilibrio in 250 e Masters 1000″.
    “La nascita delle NextGen Finals testimonia che abbiamo guardato in modo deciso alla crescita dei giovani insieme a possibili cambiamenti delle regole del gioco. Siamo stati consapevoli fin dall’inizio che tutti gli esperimenti della manifestazione non sarebbero diventati novità sull’ATP Tour, ma ci siamo posti delle domande e provato sul campo. Alcune cose sono state un successo. Col mio mandato inoltre è nata la ATP Cup. I giocatori spingevano per avere nuovi eventi, la ATP Cup è stata una risposta, portando 15 milioni ai protagonisti, diventando così una apertura nuova e interessante per la stagione. Abbiamo osservato l’andamento degli ascolti televisivi: i numeri salivano solo a marzo con Indian Wells, era indispensabile trovare una novità che facesse scattare prima l’interesse per l’ATP tour, già in gennaio e quindi per febbraio. L’ATP Cup è nata in questa ottica”.

    “La pandemia? Non ho mai pensato in realtà a come l’avrei potuta affrontare. Mi dispiace molto per Gaudenzi, è stato sicuramente sfortunato ad iniziare il suo mandato in un anno così difficile. In un periodo come questo è necessario aver i nervi saldi per mantenere la corretta prospettiva ricordandosi che stiamo governando il tennis, attività importante ma che, in una visione globale, ha un’importanza relativa. Bisogna resistere, forse si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel, ma i primi sei mesi del 2021 saranno altrettanto duri. Credo che il tennis sopravviverà, anche se i problemi saranno tanti. Dall’altro lato, possiamo dire che in tempo di crisi si può sfruttare la contingenza per spingere su cambiamenti più radicali, cosa più difficile da realizzare quando tutto va bene e non è facile toccare qualcosa che sembra funzionare”.
    “Unire ATP e WTA? Sì, ne ha parlato anche Federer, ma la situazione è complessa, servirebbe superare la storia delle due organizzazioni, che sono diverse. Si può partire da una maggior collaborazione e quindi vedere di accrescere i punti di contatto. Fare ex novo un calendario? Facile a dirsi, difficilissimo da realizzare. Ci sono tanti punti di vista diversi, mediare non è affare comodo. Non ci dobbiamo dimenticare il tennis è lo sport globale per eccellenza, quindi non siamo noi a poter decidere tutto, ogni paese ha proprie peculiarità, governi ed esigenze. I giocatori vogliono giocare molto, i tornei devono essere sostenibili, non è per niente facile”.
    “Di cosa vado più fiero del mio mandato? È stato un periodo molto intenso, stressante, ma anche ricco di soddisfazioni, un onore guidare l’ATP . I numeri che abbiamo lasciato alla nuova dirigenza sono molto buoni e ne vado orgoglioso: il fatturato è passato da 97 milioni di dollari nel 2013 a 150 milioni nel 2018, il montepremi è passato da 85 a 135 milioni nello stesso periodo, e il numero di i giocatori che hanno raccolto più di un milione di dollari sono aumentati del 90%. La crescita è stata reale nei guadagni per i giocatori tra il n.50 e n.100, aumentati del 69%, e per i tennisti tra il n.150 e n.200, aumentati del 65%. Siamo riusciti a fare una ridistribuzione del denaro ai giocatori di rango inferiore, oltre ad aver aumentato anche il fondo pensione del 60%. Sono numeri indiscutibili, che i giocatori conoscono”.
    “PTPA? Non è la prima volta che succede che i giocatori vogliano qualcosa, ma il Board non lo approva, quindi non possono fare quello che vogliono che accada. Vedremo cosa succederà con la PTPA, personalmente non credo che questa iniziativa alla fine avrà un grande impatto, ma è un messaggio che va ascoltato. I giocatori non ascoltati? Non è vero, ci sono i membri del Consiglio, sono adeguatamente rappresentati. Il problema è che le esigenze del numero 1 al mondo sono diverse da quelle del 2000 e queste due cose sono difficili da conciliare. Non so quali siano le intenzioni di Djokovic, non posso giudicare. Penso che dovremmo stare molto attenti quando facciamo affermazioni generali che possono essere suggerite da persone che non hanno nulla a che fare con il tennis. Quando ero in carica come CEO, una delle cose che leggevo molto era che stavamo mettendo troppe energie nei giocatori di rango inferiore. I numeri suggeriscono che questo non è vero. La situazione è molto, molto complicata: da un lato è certamente molto difficile per questi giocatori guadagnare abbastanza per mantenersi, ma è anche vero che i tornei Challenger non sono redditizi, è necessario che il sistema sia sostenibile perché senza tornei nessun giocatore può guadagnare qualcosa. E questo apre la questione di definire cosa sia un “tennista professionista”. È necessario disporre di un sistema in cui non sia possibile per un giocatore trascorrere 10-15 anni sul circuito Challenger. I Challenger devono essere una categoria di transizione per arrivare al circuito ATP, non un luogo dove trascorrere l’intera carriera”.

    Quelle conclusive sono le affermazioni più nette. Ovvio che Kermode difenda il suo mandato, ma obiettivamente non gli si può rimproverare di non aver fatto crescere “la torta”. Che magari questa sia cresciuta con “fette non abbastanza grandi” per i giocatori, può essere la vera questione. Come anche il fatto dei Challenger: è una questione dibattuta da tempo. Per la visione di Kermode i tennisti considerati davvero Pro dovrebbero essere quindi meno di 300, con altri 200 (al massimo) che lottano per salire al piano di sopra e quindi considerarsi dei veri professionisti. Chiaro che solo con l’ingresso nel 100 oggi un tennista vive “bene” e guadagna abbastanza di potersi assicurare – con vari anni stabilmente dentro – un futuro sereno dopo la carriera.
    È una visione altamente meritocratica e spinta verso l’eccellenza, e anche Gaudenzi – anche se non l’hai mai dichiarato con questa nettezza – ha lasciato intendere una visione simile. Che ne pensate?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Andrea Gaudenzi e il futuro del tennis, “Focus sui fan e siamo a un bivio, come quando le etichette musicali hanno mediato con Spotity”

    “Invece di spendere il 90% del tempo in conversazioni tossiche, che alla fine prosciugano tutte le energie, tempo e denaro, il vero problema è l’unità, è trovare un modo in cui giocatori e tornei possano effettivamente lavorare insieme e crescere nella stessa direzione. Se devi discutere la formula dei prize money ogni due anni, è […] LEGGI TUTTO

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    Wimbledon assegna prize money anche se non si è disputata l’edizione 2020. Addio al seeding su erba

    L’erba di Wimbledon

    L’AELTC ha annunciato sul proprio sito ufficiale una serie di inizitive a supporto della comunità e dei giocatori, colpiti dai gravi effetti della pandemia da coronavirus. Dopo aver ricordato le azioni concrete già effettuate (varie donazioni, tra cui il ricavato della vendita  delle palle e asciugamani del torneo 2020, purtroppo non disputato), la direzione del più antico club al mondo ha confermato la distribuzione di parte del Prize Money 2020 ai giocatori che avrebbero avuto il diritto di partecipare ai vari eventi, grazie alla sostanziosa copertura assicurativa sottoscritta. Ecco parte del comunicato ufficiale.
    “AELTC è lieta di annunciare che, a seguito di una consultazione sulla nostra copertura assicurativa per annullamento del torneo, siamo in grado di assegnare premi in denaro ai 620 giocatori la cui classifica mondiale avrebbe consentito loro di accedere direttamente a The Championships 2020, sia al Main Draw o alle qualificazioni. Da un totale concordato di 10 milioni di sterline, l’AELTC distribuirà Prize Money tenendo conto delle circostanze di quest’anno e nello spirito della distribuzione dei premi in denaro dell’AELTC negli ultimi anni. Sulla base della classifica mondiale, 224 giocatori che avrebbero partecipato alle qualificazioni riceveranno ciascuno £ 12.500; 256 giocatori che avrebbero gareggiato nei Main Draw di singolare riceveranno ciascuno £ 25.000; 120 giocatori che avrebbero gareggiato nel Main Draw di doppio riceveranno ciascuno £ 6.250; 16 giocatori che avrebbero partecipato agli eventi in sedia a rotelle riceveranno ciascuno £ 6.000; e quattro giocatori che avrebbero partecipato agli eventi della sedia a rotelle quad riceveranno ciascuno £ 5.000. I giocatori riceveranno il pagamento per un solo evento.Richard Lewis, Amministratore delegato di AELTC, ha commentato: “Immediatamente dopo la cancellazione dei Championships, abbiamo rivolto la nostra attenzione su come avremmo potuto sostenere coloro che aiutano la messa in scena di ogni edizione di Wimbledon. Sappiamo che questi mesi di incertezza sono stati molto preoccupanti per questi gruppi di persone, compresi i giocatori, molti dei quali hanno avuto difficoltà finanziarie durante questo periodo e che avrebbero giustamente fatto conto dell’opportunità di guadagnare il Prize Money a Wimbledon in base alla loro classifica mondiale. Siamo lieti che la nostra polizza assicurativa ci abbia permesso di riconoscere l’impatto della cancellazione sui giocatori e che ora siamo in grado di offrire questo pagamento come ricompensa per il duro lavoro che hanno investito nel costruire la loro classifica fino a un punto in cui avrebbero ottenuto l’ingresso diretto ai Championships 2020. ”

    Oltre ai giocatori, anche agli ufficiali di gara e staff rientrano tra la categorie aiutate dalla copertura assicurativa.
    La comunicazione di AELTC riguarda anche i biglietti per il torneo 2020:
    “Dato che i posti sorteggiati con il Ballot per Wimbledon 2020 erano stati completamente assegnati, e vista la nostra intenzione, come dichiarato al momento della cancellazione, di trasferire quei biglietti per consentire ai candidati di acquistare lo stesso giorno e campo per The Championships 2021, non sarà effettuato un nuovo sorteggio per il 2021. La fornitura di eventuali biglietti aggiuntivi per i Championships 2021 sarà presa in considerazione nell’ambito della nostra pianificazione futura”.
    L’ultima ma importante nota riguarda il sistema di attribuzione delle teste di serie per l’edizione 2021. Viene abbandonato il calcolo dei risultati migliori su erba e nelle edizioni passate di Wimbledon, le teste di serie saranno determinate esclusivamente dalla classifica mondiale: “Dagli anni scorsi abbiamo anche dedicato del tempo a prendere in considerazione l’evoluzione dello sport e i meccanismi di assegnazione delle teste di serie per il torneo. Data la qualità della competizione, dell’intrattenimento e dei moderni campi in erba, a seguito di discussioni approfondite con i gruppi di giocatori, l’AELTC ha deciso che la formula di seeding su erba utilizzata dal 2002 ha fatto il suo tempo, e l’assegnazione del seeding per i Championships 2021 si baserà esclusivamente sulla classifica”

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO