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    Top & Flop della Serie A1: il meglio e il peggio del girone d’andata

    Di Alessandro Garotta Il campionato di Serie A1 femminile si è fermato a un passo dal giro di boa: com’è noto, l’ultima giornata del girone di andata (prevista per il 26 dicembre) non si è disputata a causa dei numerosi rinvii per casi di Covid, e nella situazione attuale è estremamente difficile ipotizzare la tempistica dei recuperi. Tuttavia, la sosta forzata è comunque un buon momento per tracciare una panoramica su quello che si è visto fin qui. Come da tradizione, andiamo dunque ad individuare quali giocatrici si sono particolarmente distinte e chi invece ha deluso le aspettative. LE TOP Foto LVF/Rubin Paola Egonu. Qualora servissero controprove, l’opposta della Prosecco DOC Imoco Conegliano dimostra una volta di più di essere decisiva come nessun’altra. Viaggia sui 21,83 punti di media a gara (262 in totale di cui 22 ace e 14 muri) con il 48,60% di positività e il 37,85% di efficienza in fase offensiva, mettendo in mostra un repertorio di colpi sempre più completo e la capacità di giocare pure dei palloni più dolci rispetto alle schiacciate a tutto braccio che l’hanno sempre contraddistinta. Alterna pallonetti in posto 3 a diagonali nei 3-4 metri in cui passa sopra al muro con la naturalezza di un adulto che gioca nel Minivolley. Nei frangenti decisivi, quando la squadra campione d’Italia e d’Europa ha bisogno di portare a casa qualche punto importante, ci pensa lei, o con il servizio o in attacco (vedasi tie break delle sfide contro Monza, Busto Arsizio e Cuneo). Foto LVF/Rubin Eleonora Fersino. Una giocatrice che quest’anno non ha sbagliato ancora una partita è il libero della Igor Gorgonzola Novara. Stimolata dalla concorrenza interna con Caterina Bosetti, che in quanto a tecnica in ricezione rivaleggia alla pari con le specialiste della seconda linea, Fersino sta offrendo prestazioni di alto livello in serie (53,18% di ricezione perfetta e solo 8 errori nel fondamentale), al punto che nessun tifoso azzurro è caduto nell’abisso della nostalgia dopo l’addio di Stefania Sansonna. Ancor meno dopo aver visto quanto difende l’ex di Conegliano e Bergamo, decisiva in molte ricostruzioni. I meriti vanno divisi con quelli del muro, quasi sempre composto ed ordinato, ma poi il pallone bisogna comunque tirarlo su e lei lo fa con reattività, coraggio e qualità tecniche fuori dal comune. foto Vero Volley Monza Anna Danesi. Nel terzo posto in classifica della Vero Volley Monza c’è tanto, tantissimo della centrale della nazionale, che sta confermando l’altissimo rendimento della scorsa stagione e dei Campionati Europei, anche grazie alla grande fiducia che ripone in lei la palleggiatrice Alessia Orro, come dimostrano il fantastico 51,41% di positività su una buona quantità di assist (145) e i soli 9 errori in attacco. La velocità del suo braccio e la capacità di girare la sfera evadendo quasi sempre dal controllo delle avversarie, ne fa un vero incubo per le altre compagini. Ovviamente fa la voce grossa anche a muro, da sempre il suo marchio di fabbrica, in cui si dimostra granitica con 38 stampate e un patrimonio di tocchi decisivo quando conta. Foto Savino Del Bene Volley Scandicci Ofelia Malinov. Se dovessimo scegliere la miglior palleggiatrice del girone di andata, non potrebbe essere altri che lei. A fare la differenza è la sua distribuzione del gioco, che si adatta perfettamente alle diverse circostanze proposte dal match: quando può utilizzare le centrali lo fa con regolarità; quando la ricezione la fa correre o nei momenti caldi si appoggia alle attaccanti di palla alta, che tirano la carretta senza preoccuparsi più di tanto. E poi una voglia di trascinare, uno spirito di sacrificio e una dedizione per la causa che non hanno eguali: Malinov è sempre in prima linea a dare l’esempio, ad indicare la strada maestra, che per la Savino Del Bene Scandicci è una soltanto e porta ad arrivare in fondo a ogni competizione. Foto Unet E-Work Busto Arsizio Alexa Gray. Soverato, Casalmaggiore, Caserta, Scandicci. E poi Unet E-Work Busto Arsizio. C’è un prima e un dopo nella carriera della giocatrice canadese. C’è un prima fatto di speranza e un talento che bussa alla porta della pallavolo italiana, c’è un dopo che equivale a responsabilità, concretezza e consapevolezza di essere un perno fondamentale per la propria squadra. Cresciuta esponenzialmente sotto la guida di Marco Musso, nella prima parte del campionato Gray si conferma una macchina da guerra con 181 punti, il 47,38% di positività e il 39,09% di efficienza in attacco: nel dubbio, Jordyn Poulter chiama il suo martello all’esecuzione e la palla va giù emettendo un suono fortissimo. Foto Fenera Chieri ’76 Héléna Cazaute. “Impatto” è una parola spesso abusata, svuotata dalla retorica sportiva, ma assume consistenza in relazione ai primi mesi della schiacciatrice francese in Italia. Si tratta di una sensazione che si costruisce attraverso due chiavi di lettura: quella matematica dei numeri grezzi e delle statistiche (120 punti, 15 muri, il 43,58% in fase offensiva e il 45,73% di ricezione positiva), e quella non propriamente empirica relativa all’influenza tattica ed emotiva di una giocatrice sulla propria squadra. Ora la miglior banda d’equilibrio del campionato deve solo compiere il passo più difficile, cioè mantenere la continuità e confermare le qualità mostrate fino a qui. Foto Il Bisonte Volley Firenze Sylvia Nwakalor. Ci eravamo abituati a considerare la giovane opposta come un talento brillante e con colpi da campionessa, ma ancora incostante nell’arco del match. Quest’anno Nwakalor sta squarciando il velo e mostrando quanto possa essere decisiva una con il suo atletismo e il suo killer instinct. Lo si legge nei numeri, prima di tutto: 171 punti (di cui 4 ace e 20 stampate), attaccando col 41,61% di positività. Il girone di andata ci restituisce dunque una giocatrice nel pieno della maturazione tecnica, fisica e psicologica, che sa mettere il suo talento sconfinato al servizio del Bisonte Firenze, per elevarne a potenza i valori offensivi. foto Megabox Vallefoglia Sinead Jack-Kisal. Nella pallavolo è innegabile che, se dei grandi numeri individuali non sono accompagnati dai successi della propria squadra, quelle cifre perdono buona parte del loro valore. Alcune volte, però, è difficile far passare inosservate certe strisce di prestazioni o delle singole performance, perché il cosiddetto “losing effort” non può sminuire totalmente quanto realizzato dall’atleta in questione. A proposito di ciò, Jack-Kisal è probabilmente uno dei massimi esempi in questa prima parte di Serie A1: a suon di punti (136), muri (31) e alte percentuali in attacco (49,48% di positività e 46,91% di efficienza) la centrale di Trinidad e Tobago ha dimostrato di essere un elemento imprescindibile per una Megabox Ondulati Del Savio Vallefoglia che sta vivendo una stagione stimolante ma, allo stesso tempo, tortuosa. I FLOP foto Igor Volley Novara Britt Herbots. No, non è un girone di andata da ricordare per la schiacciatrice belga dell’Igor Gorgonzola Novara. Tutto sembrava apparecchiato per il suo decollo verso lo spazio, soprattutto dopo quelle prestazioni estive in nazionale da vera leader, che sembravano aver cancellato persino il calo nel finale della scorsa stagione. Invece, anche la nuova annata si piega presto su se stessa. Prima uno strappo ai muscoli addominali che condiziona la sua preparazione, poi le difficoltà nel ritrovare la forma migliore, con ingressi in campo non sempre convincenti e prestazioni altalenanti (56 punti con il 37,39% di efficienza in attacco e il 29,52% di ricezione positiva). Tuttavia, nella sfida con la Savino Del Bene Scandicci si sono rivisti sprazzi della vecchia Herbots: speriamo sia di buon auspicio in vista del 2022, l’anno decisivo per capire se ritroveremo tutto il suo talento o se dobbiamo rassegnarci ad una carriera in tono minore. foto Instagram Hanna Orthmann Hanna Orthmann. In che senso “flop”? Rispetto alla sua versione di Monza? Rispetto a compagne o avversarie che giocano nello stesso ruolo? A tutte le giocatrici del campionato tout court? Orthmann è certamente una delle più talentuose schiacciatrici in Europa, gioca in una delle migliori squadre della Serie A1 e inserirla in una qualche classifica che contempli l’essere meno incisiva di altre fa sempre un po’ strano. Eppure in quella sinfonia wagneriana che dovrebbe essere il gioco della Savino Del Bene Scandicci, al momento suona come un bemolle, una nota che, diminuita di mezzo tono, fluttua a mezz’aria, come sospesa, e dà un senso di incompiutezza (seconda scelta per coach Massimo Barbolini, mette a referto 23 punti, 2 muri e 4 ace con il 18,33% di efficienza offensiva in soli 16 set giocati). foto VBC Casalmaggiore Luna Carocci. È vero che la stagione della VBC Trasporti Pesanti Casalmaggiore non sta andando negativamente rispetto alle premesse iniziali, ma non per questo rimane esente da giudizi. In particolare, tra le giocatrici apparse più in difficoltà finora c’è la 33enne toscana, che non riesce a portare quella dose di esperienza per guidare al meglio la seconda linea e facilitare i compiti in regia di Marta Bechis. Nelle prime 12 partite Carocci chiude con il 28,85% di positività, il 24,52% di efficienza e ben 18 errori in ricezione, collocandosi all’ultimo posto nella graduatoria riferita ai liberi titolari, che combina tutti gli indici di rendimento nei fondamentali difensivi: per puntare a qualcosa in più di una salvezza tranquilla la formazione casalasca ha bisogno della miglior Luna. Foto Volley Bergamo 1991 Ana Paula Borgo. Il fatto è che si può fallire in molti modi, ma quello della giocatrice brasiliana del Volley Bergamo 1991 ha proprio i connotati rotondi e corposi di un Cabernet Franc che ti fa schioccare la lingua prima di dire al cameriere che “sì, può servirlo anche alla signora”. Ovviamente sarebbe ingiusto pretendere che riesca a fare bene pur non avendo la possibilità di attaccare palle sempre perfette, ma purtroppo in questo sport se un opposto mette a terra 62 palloni su 184 (66 punti totali in 27 set giocati se aggiungiamo anche 1 ace e 3 muri) di solito per la propria squadra non ci sono tante speranze di riuscire a vincere. Inoltre, mancano la personalità e l’esperienza che è lecito aspettarsi da una giocatrice che ha vestito la maglia della nazionale verdeoro e di club brasiliani prestigiosi, prima di approdare in Europa. Foto Delta Despar Trentino Rebecca Piva. Le grandi aspettative, inevitabilmente, anticipano grandi reazioni. Nel caso dell’ex martello di Ravenna alla Delta Despar Trentino tutto faceva pensare all’operazione perfetta: una delle migliori giocatrici dell’ultima A2 aveva scelto di vivere la prima avventura nel massimo campionato in una piazza dove potesse crescere senza troppe pressioni. Purtroppo, però, questo sodalizio sta un po’ deludendo. Complice lo stop per l’operazione al menisco di Vittoria Piani e il conseguente spostamento di Jessica Rivero in posto-2, Piva ha finalmente l’occasione di partire nel sestetto titolare, ma non la sfrutta a dovere: fatica a trovare ritmo in attacco (33 palloni a terra, 19 errori e 13 murate su 116 assist) e in battuta (8 ace a fronte di 23 errori), soffre tantissimo in ricezione (29,46% di positiva e 25,58% di efficienza), tramutandosi più in un flop che in una risorsa per la squadra gialloblù. foto Maurizio Lollini/Bartoccini Fortinfissi perugia Britt Bongaerts. Essere “peggiore” alla prima esperienza in Italia, porta con sé tutto un codazzo di attenuanti, e non ha mai il suono perentorio di una bocciatura definitiva: c’è un sacco di tempo per recuperare. Se però a guardarsi indietro ci viene da sollevare un piccolo sospiro di rimpianto, ecco significa che qualcosa non sta andando per il verso giusto. Infatti, quando la palleggiatrice olandese era stata annunciata dalla Bartoccini Fortinfissi Perugia, in molti si aspettavano la sua esplosione consacratoria dopo stagioni positive tra Germania e Polonia. Tuttavia, Bongaerts sta incontrando qualche difficoltà ad imporsi: le sue alzate non sono facili da gestire per le bocche da fuoco; con le centrali va anche peggio, dato che difficilmente riescono a fare la differenza in attacco. Foto Maurizio Lollini/Bartoccini Fortinfissi Perugia Christina Bauer. Anche una realtà di bassa classifica come quella di Perugia sembra diventata un vestito troppo largo per una giocatrice che nella sua carriera ha vinto tutto e ora appare in un’evidente fase di calo – tendenza peggiorata ancor di più dal contesto tattico della squadra di Luca Cristofani. Poco coinvolta dalla regia di Britt Bongaerts, la centrale francese prova ugualmente a mettere in difficoltà le avversarie sfruttando tutti i palloni che le arrivano, anche se trovare la marcia è davvero complicato, così come dare una mano alla difesa sporcando più palle possibili sotto rete. Alla fine, segna 39 punti con il 40,28% di positività e il 38,89% di efficienza offensiva, 9 muri e 1 ace (11 errori al servizio). LEGGI TUTTO

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    Imoco, Egonu: “Si può sempre crescere”. Folie: “Ancora non ci siamo espresse al meglio”

    Di Redazione Vigilia di esordio per l’Imoco Conegliano di Daniele Santarelli. Domani sera, infatti, le Pantere scenderanno in campo contro il Fenerbahce per la prima gara del Mondiale per Club 2021 in corso di svolgimento ad Ankara, Turchia. La squadra veneta si presenta alla competizione in qualità di campionessa in carica, avendo vinto il Mondiale nel 2019 alla sua prima partecipazione (nel 2020 il torneo non si disputò a causa Covid-19). A differenza di due anni fa, dove superò tutte le aspettative e portò a casa il titolo da “matricola del torneo”, ora l’Imoco sente addosso la pressione del vestire i panni di corazzata assoluta. Anche se, l’avvio di stagione in campionato, ha dimostrato che anche le big possono cadere e che Egonu e compagne possono avere giornate sottotono. Come affermano la stessa Egonu e Raphaela Folie, l’Imoco può ancora crescere e il Mondiale per Club si rivela un ottimo banco di prova. Egonu: “Del Mondiale di due anni fa mi porto dietro tante belle emozioni, sudore sicuramente, lotta e squadra. Quest’anno, ci sentiamo pronte. Stavamo aspettando questa competizione. Credo che sarà un ottimo modo per vedere a che livello siamo. Sappiamo che dobbiamo migliorare molto, però sono molto confidente nella nostra squadra. A questo Mondiale arriviamo in buona condizione, anche se si può sempre crescere. Contro il Fenerbahce sarà una partita tosta, interessante”. Folie: “Non vedevamo l’ora di partire per questa competizione super prestigiosa. Rispetto a due anni fa, dove ci presentavamo da esordienti, è cambiato molto: la squadra è cambiata, anche se secondo me quest’anno non abbiamo ancora espresso una pallavolo bellissima. E’ un grande test, quindi, per noi affrontare squadre forti come quelle presenti. Sicuramente daremo tutto quello che abbiamo per portare a casa il miglior risultato, ma sarà una competizione davvero molto difficile e con squadre di altissimo livello. Il Fenerbahce è una delle squadre più forti e ci arriviamo con poca continuità, complice anche i numerosi e continui acciacchi e infortuni che non ci hanno permesso di essere al completo in allenamento. Siamo comunque abituate a giocare queste partite così importanti, difficili, e con la testa ci siamo”. LEGGI TUTTO

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    Santarelli tuona: “Abbiamo spento la luce a metà gara”. “Problemino” per Paola Egonu

    Di Redazione Ennesima vittoria per l’Imoco Conegliano, la numero 69, ieri contro una rafforzata Vbc Trasporti Pesanti Casalmaggiore. Un netto, l’ennessimo, 3-0 dell’ultimo periodo per la corazzata guidata da coach Santarelli. Ma il risultato non è l’unica cosa che conta, soprattutto se l’hai raggiunto giocando non al 100% delle tue possibilità. Una buona percentuale di colpe per la brutta, come definita dallo stesso coach, prestazione di ieri è data dai tanti, ormai troppi, acciacchi ed infortuni che l’infermeria di casa Conegliano sta gestendo. Ultimo, in ordine cronologico, quello della stella azzurra Paola Egonu: uscita a metà del terzo set e soccorsa con del ghiaccio sul ginocchio. Anche se quello dell’opposto non è un infortunio preoccupante, come già dichiarato dalla società, è altresì vero che le big stanno risentendo dei tanti impegni, tra club e nazionale: fuori De Gennaro (che potrebbe tornare per il prossimo turno di campionato) Sylla, Fahr e, almeno ieri quindi, anche Egonu. Coach Santarelli ha definito quello di Paola “problemino” al termine della gara. Ma quello che traspare è che ora l’inarrestabile Imoco stia attraversando un momento di profonda crisi ed emergenza e la vittoria di ieri conferma solo la forza di una corazzata che è tale anche senza le sue colonne portanti: “Una partita non bellissima, ad esclusione di un primo set molto attenti e ordinati, con poche sbavature, soddisfacente. Nel secondo set, una buona gara fino al 16-10 poi da lì abbiamo spento la luce giocando troppo rilassate e commettendo errori banali, uno di fila all’altro, senza che Casalmaggiore facesse nulla di che. Da lì in poi è stata una bruttissima partita. Non possiamo permetterci una partita di così basso livello. Abbiamo avuto altri problemini, tra sabato e oggi in partita, che di certo non ci aiutano in questo momento ma dobbiamo farci forza e crescere comunque nonostante le difficoltà”. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Imoco, brindisi con le campionesse. Egonu: “Non vedo l’ora di giocare con il pubblico”

    Di Redazione Le neo-campionesse d’Europa, le protagoniste di ieri e di oggi, i tifosi finalmente dal vivo e l’immancabile Prosecco. Non si è fatta mancare davvero nulla l’Imoco Volley Conegliano, che ieri ha presentato in piazza la nuova campagna abbonamenti approfittando dell’occasione per dare il bentornato a tre reduci dal trionfo azzurro agli Europei: Paola Egonu, Miriam Sylla e Monica De Gennaro. Con loro anche il capitano Joanna Wolosz e naturalmente i presidenti Piero Garbellotto e Pietro Maschio. “Ci siamo riposate una settimana ma l’idea di tornare a Conegliano ci ha dato una spinta in più, perché è sempre bello tornare a casa. Spero tanto di poter tornare a giocare davanti al pubblico” ha detto Egonu, accompagnando le sue parole con un plateale gesto scaramantico, per poi aggiungere un commento a tema sulle finali di Belgrado: “Dopo due anni a porte chiuse, nel primo set me la stavo facendo sotto, poi sono riuscita a entrare in partita“. Una battuta anche sulle nuove compagne di squadra: “Le sto ancora conoscendo, ma già mi stupiscono perché hanno tutte caratteristiche ‘Wow! Quanto sono forti!“. L’opposta azzurra ha accennato anche al suo ruolo di portabandiera olimpica a Tokyo 2020: “Credo sia una cosa che capita una sola volta nella vita, spero di avere trasmesso tutte le emozioni che stavo provando in quel momento. Sono fiera e onorata di avere potuto portare quella bandiera per l’Italia, l’Europa e tutti gli atleti“. “Noi sazie non siamo mai – ha aggiunto Miriam Sylla ricordando lo slogan dello scorso anno – la scorsa stagione è un bellissimo ricordo, che però abbiamo già messo da parte. Adesso siamo pronte a crearne altri“. Stesso concetto espresso da Wolosz: “Tutti vogliamo crescere e non accontentarci. Noi siamo fatte così, vogliamo sempre giocare al meglio“. La regista ha poi omaggiato i tifosi presenti (“Bello rivedervi qui“) così come ha fatto Moki De Gennaro: “Non vediamo l’ora di rivedere il Palaverde con la gente“. Gente che potrà essere presente grazie alla campagna abbonamenti “10 anni di noi“, in partenza lunedì 20 settembre e che comprenderà tutte le gare della stagione, anche se ovviamente limitata al 35% della capienza e solo per possessori di Green Pass, in base alle restrizioni vigenti. La prima fase della campagna, fino al 24 settembre, sarà riservata agli abbonati 2019-2020; da lunedì 27 sarà aperta la vendita libera, al Palaverde e al Centro Commerciale Conè. I prezzi vanno dai 150 euro per la curva (con riduzione a 100 euro dai 4 ai 17 anni) ai 900 euro dei soci sostenitori, passando per i 260 euro dei distinti, i 450 euro dei centrali e i 600 euro dei supercentrali, tutti settori senza riduzioni. Cifre più che raddoppiate rispetto a due anni fa, che hanno provocato qualche mugugno da parte dei tifosi (“Questi sono prezzi da stadio di serie A” scrive un supporter su Facebook), ai quali però il presidente Garbellotto ha chiesto uno sforzo per sostenere la ripresa. (fonte: Imoco Volley) LEGGI TUTTO

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    Cinque cerchi di gioia per Paola: “Responsabilità e orgoglio immenso”

    Di Redazione Una giornata di copertine, tag sui social network, messaggi di congratulazioni. Solo alla fine, quando a Tokyo era ormai quasi mezzanotte, Paola Egonu ha ceduto e ha deciso di affidare a Instagram la sua felicità incontenibile per essere entrata nella lista degli atleti che sventoleranno la bandiera olimpica del CIO alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi 2020, in programma venerdì 23 luglio. A raccontarlo è la stessa opposta della nazionale nel suo post: “Ho lasciato passare qualche ora ma è stato inutile, non riesco ancora a crederci.La notizia che ho ricevuto stamattina dal presidente del CONI è stata una delle emozioni più grandi ed intense della mia vita. Difficilmente rimango senza parole. Oggi è un giorno di quelli“. “Rappresentare tutti gli atleti e le atlete del mondo – prosegue Paola – è una responsabilità ed un orgoglio immenso, sono onorata e grata per questa opportunità. ‘Cinque anni per cinque cerchi’, scrissi in un post a seguito del rinvio delle Olimpiadi, a marzo 2020. Chi avrebbe mai potuto anche solo sognare che sarebbe andata così… A volte, però, la realtà supera i sogni. Oggi è un giorno di quelli. L’ho già detto?“. All’orgoglio personale di Egonu va aggiunta la soddisfazione di tutto il movimento della pallavolo mondiale, che mai come quest’anno avrà un ruolo di primo ai Giochi. Oltre alla stella azzurra, sono saliti addirittura a 8 i giocatori che sfileranno a Tokyo in rappresentanza dei rispettivi paesi: Mercy Moim (Kenya), Mehdi Ben Cheikh (Tunisia) e il beacher Marco Grimalt (Cile) si sono aggiunti ai già noti Maxim Mikhaylov (Russia), Kim Yeon-Koung (Corea del Sud), Prisilla Rivera (Repubblica Dominicana), Bruno Rezende (Brasile) e Zhu Ting (Cina). (fonte: Instagram Paola Egonu) LEGGI TUTTO

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    Le azzurre di Davide Mazzanti battute al tie break in amichevole dalla Serbia

    Di Redazione Nel primo incontro amichevole della stagione la nazionale italiana femminile è stata battuta dalla Serbia 2-3 (27-29, 19-25, 25-22, 25-21, 12-15). Combattuto e avvincente il primo set, entrambe le squadre hanno avuto diverse occasioni per chiudere e alla fine sono state le padrone di casa a spuntarla (27-29). Nel secondo l’equilibrio è fino alle fasi centrali, poi l’Italia ha commesso diversi errori e le campionesse del mondo hanno avuto strada libera (19-25).   Nella terza frazione la Serbia ha tentato di replicare, ma le azzurre hanno stoppato la fuga lavorando bene a muro (18-18). Dopo aver riportato le cose in parità le ragazze di Mazzanti hanno imposto il proprio ritmo e le padrone di casa si sono arrese (25-22). Nel quarto set, fuori Boskovic e Ognjenovic nella Serbia, le azzurre hanno preso il comando e hanno gestito il vantaggio, chiudendo (25-21). Il tie-break ha visto le serbe partire meglio, ma Egonu e compagne hanno reagito, trovando la parità sull’8-8. Nel finale la squadra di casa ha allungato nuovamente e questa volta l’Italia non ce l’ha fatta a replicare (12-15). Le azzurre e la Serbia torneranno in campo mercoledì 7 luglio (ore 19), match trasmesso in diretta dal canale youtube della federazione serba. Il Tabellino ITALIA – SERBIA 2-3 (27-29, 19-25, 25-22, 25-21, 12-15) ITALIA: Egonu 26, Bosetti 11, Chirichella 7, Malinov 3, Sylla 10, Danesi 9. De Gennaro (L). Orro 2, Pietrini 5, Gennari 1, Sorokaite 1. N.e: Fahr e Folie. All. MazzantiSERBIA: Aleksic 16, Ognjenovic, Mihajlovic 5, Popovic 6, Boskovic 17, Milenkovic 7. Popovic (L). Busa 3, Mirkovic 3, Bjelica 8, Blagojevic 8, Kocic. N.e: Pusic e Rasic. All. TerzicDurata Set:30′, 24′, 25′, 26′, 15′.ITALIA: 3 a, 11 bs, 14 m, 38 et.SERBIA: 2 a, 19 bs, 9 m, 38 et. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Zaytsev: “L’unica cosa che conta sono i Giochi. Un erede? Egonu”

    Di Redazione Estate completamente azzurro per il pallavolista più conosciuto nello stivale, lo zar, Ivan Zaytsev. Due obiettivi per i ragazzi di Blengini in questi tre mesi: prima le Olimpiadi di Tokyo e poi gli Europei. Il numero 9 è stato intervistato dal Corriere della Sera dove inizia con il commentare l’impegno in Giappone: “Siamo quelli di 5anni fa, più maturi. Non sono scaramantico, ma la stagione prima di Rio avevo giocato in Russia. Quest’anno sono andato addirittura in Siberia”. Dopo l’argento di Rio però non sono arrivate medaglie né ai due Europei né al Mondiale organizzato in casa. Sente addosso la pressione? “Sono anni che ci convivo. Prima di questo ciclo arrivavano medaglie forse con più continuità. Ma l’unica cosa che conta, parliamoci chiaro, sono i Giochi. E noi non viviamo nel passato e abbiamo il presente nelle nostre mani”. A 32 anni è tempo di guardare a un erede… “Fisicamente mi sento benissimo. Ma un erede ce l’hogià: è Paola Egonu: moderna, amata, seguita, criticata, fortissima dentro e fuori dal campo. Perché non dovrebbe essere una donna il mio erede?”. Il nuovo capitano della squadra femminile è Miriam Sylla. Nata a Palermo da geni­tori africani. Lei è nato a Spoleto da genitori russi.“Miriam è sveglia e perfetta per il ruolo e forse siamo noi a guidare le nazionali perché siamo stati costretti a dimostrare continuamente di essere italiani. Ovviamente non è normale questo preconcettoverso chi non ha radici qui, ma dover convincere gli altri ci ha reso più guerrieri e patriottici”. LEGGI TUTTO

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    Il procuratore Raguzzoni: “Paola Egonu ha fatto una scelta di cuore”

    Di Redazione Dopo la conferma ufficiale della permanenza di Paola Egonu all’Imoco Volley Conegliano, il procuratore della stella della nazionale, Marco Raguzzoni, svela i dettagli della sua scelta in un’intervista a Il Gazzettino Treviso. E conferma, se ce ne fosse stato bisogno, quanto detto all’epoca dell’offerta presentata dal Fenerbahce per aggiudicarsi l’opposta: “Sì, era reale, e ce ne sono state anche altre. C’è stato un club italiano che si è fatto sentire con un’offerta molto importante. Ma Paola ha ritenuto che la cosa migliore da fare fosse rimanere all’Imoco. La sua è stata una decisione di cuore“. “L’accordo con l’Imoco – spiega l’agente – era stato già trovato ad aprile. Paola aveva espresso l’intenzione di rimanere un altro anno e chiudere un percorso con Conegliano, che potrà eventualmente allungarsi in futuro. In quel momento ha detto: ‘Non ho quasi mai giocato davanti ai nostri tifosi. Andare via con i palazzetti ancora a porte chiuse mi sembrerebbe brutto, anche perché sono arrivata qui per quello che l’Imoco rappresenta come club e come tifoseria. Sarebbe un peccato non giocare un’intera stagione davanti al pubblico del Palaverde’. Questa è stata una delle ragioni fondamentali che l’hanno portata a decidere di rimanere dov’è“. Raguzzoni parla anche della decisione del Coni di non assegnare a Egonu il ruolo di portabandiera dell’Italia alle Olimpiadi, come invece sembrava possibile alla vigilia: “Non le ha pesato. Per lei era un privilegio essere lì a giocarsi questa possibilità, vista anche la sua giovane età. Se fosse successo sarebbe stata contenta, non è andata bene, ma pazienza. Mi ha detto: ‘È giusto che la precedenza sia andata a chi in carriera ha già vinto medaglie olimpiche’“. LEGGI TUTTO