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    Un Pinocchio da collezione in maglia Trentino Volley

    Di Redazione
    La lontananza negli ultimi sei mesi dalla BLM Group Arena e dalla squadra non ha affatto affievolito la passione che storicamente i tifosi nutrono per i colori gialloblù. L’ennesima conferma è arrivata negli scorsi direttamente presso gli uffici di Trentino Volley.
    Il Club di via Trener ha infatti ricevuto un omaggio assolutamente originale e particolare, subito collocato in sala trofei accanto alle coppe che hanno contraddistinto la sua gloriosa storia. Il tifoso di vecchia data Gaiba Rames ha donato alla Società una splendida scultura in maiolica raffigurante un Pinocchio che indossa la maglia celebrativa gialloblù stilizzata e che tiene in mano il tradizionale pallone da pallavolo.Realizzata in un pezzo unico da Stefano Innocenti, grande artista toscano di Pontassieve, l’opera rappresenta il tributo che un storico sostenitore ha voluto fare, non a caso, a Trentino Volley per ringraziarla delle tante emozioni regalate in questi primi vent’anni di attività.
    Nato a Bologna ma trentino al 100%, Gaiba Rames è infatti fra i principali collezionisti italiani di Pinocchio, potendo annoverare nel suo archivio innumerevoli pubblicazioni dedicate (oltre duecento libri) e centinaia sculture simili, che sono già state richieste da moltissimi musei italiani. E’ stato proprio lui a commissionare l’opera ad Innocenti e a donarla a Trentino Volley, consegnandola personalmente al Presidente Diego Mosna, che lo ha ringraziato entusiasta regalandogli una maglia ufficiale di Trentino Volley.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Carolina Costagrande ha battuto il Covid: “Non bisogna mai abbassare la guardia”

    Di Redazione
    La partita più difficile adesso è vinta, ma non è stata un’esperienza facile per Carolina Costagrande. L’ex nazionale azzurra, dopo aver riscontrato la sua positività al Covid-19, ha avuto sintomi di una certa gravità ed è stata anche ricoverata in ospedale per tre giorni in Argentina. Ora racconta la sua esperienza in un’intervista a Somos Voley, sottolineando l’importanza dell’immediato ricorso all’isolamento: “Per fortuna non avevo contatti stretti, tutto è iniziato e finito con me“.
    Dopo una prima fase in cui pensava di aver superato la malattia, Carolina ha assistito a un riacutizzarsi dei sintomi: “Mi hanno dato una tregua, ma poi sono tornati. Mi sentivo esageratamente stanca, avevo la febbre, un fortissimo mal di testa e la nausea, non mi ero mai sentita così. A un certo punto ho perso la lucidità per spiegare cosa mi stava succedendo: la paura non ti aiuta, senti troppe cose su questo virus e l’eccesso di informazioni ti preoccupa”.
    Alla fine è arrivato il ricovero: “Ho dovuto chiamare un’ambulanza, è stato un momento di tensione. Non ho avuto bisogno di ossigeno, ma avevo le vertigini, la paura sicuramente non mi stava aiutando. Poi in ospedale mi sono tranquillizzata, ma oggi mi rendo conto che non potevo farcela da sola, avevo bisogno di aiuto“. Dopo tre giorni di terapia a base di corticosteroidi, Costagrande si è pienamente ristabilita: “Adesso è tutto ok, penso che mi sia andata bene. Ma è una situazione completamente di emergenza e quando la vedi dall’interno ti rendi conto che il personale sanitario svolge un lavoro straordinario, in condizioni di lavoro difficili e con grandi rischi“.
    “Dobbiamo collaborare con loro – conclude l’ex campionessa azzurra – prendendoci cura di noi stessi ed evitando di saturare un sistema già è in crisi. Ora che è successo a me ho capito quanto siano importanti i comportamenti quotidiani, l’importanza di non abbassare la guardia, anche quando si è stanchi di stare in isolamento. Dobbiamo continuare a seguire le regole, anche se il desiderio di tornare alla vita normale è forte“.
    (fonte: Somos Voley) LEGGI TUTTO

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    La Lega Femminile e Federlab Italia insieme per l’esecuzione di tamponi

    Foto Lega Pallavolo Serie A Femminile

    Di Redazione
    La Lega Pallavolo Serie A Femminile e Federlab Italia, tra le principali associazioni di categoria del comparto dei laboratori di analisi cliniche e dei centri poliambulatoriali privati accreditati con il SSN, hanno siglato un protocollo d’intesa per l’esecuzione di tamponi e test per la ricerca degli anticorpi contro il virus della Sars Cov2, alle tesserate delle 31 Società di Serie A1 e Serie A2 aderenti del Consorzio.
    L’Associazione metterà a disposizione dei team la propria rete di laboratori (oltre 2mila strutture associate presenti su tutto il territorio nazionale), così da supportare le squadre della Serie A Femminile di Pallavolo nella sorveglianza epidemiologica e nel monitoraggio dei casi sospetti di Covid. Un call center dedicato sarà a disposizione dei club. Quindi, a seconda dei laboratori più vicini, ci si organizzerà in base alle necessità, inviando personale specializzato direttamente nei centri sportivi o nelle sedi individuate dalle società, così da poter eseguire lo screening direttamente “a domicilio” ed in tutta sicurezza, nel pieno rispetto delle normative regionali.
    “Dopo quelli con la Lega Pro di Calcio e la Lega Nazionale Pallacanestro (LNB), sigliamo un altro importante protocollo in ambito sportivo, questa volta con il mondo della pallavolo femminile. Il tutto a conferma del ruolo sempre più centrale che la nostra associazione, intesa anche come network di aziende, sta svolgendo nel vasto panorama delle strutture poliambulatoriali italiane – spiega Gennaro Lamberti, presidente di Federlab Italia -. Grazie allo sforzo prodotto dai nostri associati, siamo pronti ad offrire tutto il supporto che occorre per garantire sicurezza certificata alle ragazze del volley italiano con l’auspicio che presto lo sport tutto possa tornare alla normalità”, conclude Lamberti.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Franco Bertoli ospite della Showy Boys

    Di Redazione
    Dagli allievi della Scuola Volley sarà certamente ricordato come un pomeriggio speciale e carico di emozioni. Uno stage formativo che ha visto protagonisti i ragazzi della prima squadra della Showy Boys Galatina, composta, come noto, quasi esclusivamente da atleti under 19 che hanno avuto l’opportunità di conoscere una icona della pallavolo, il pluripremiato Franco Bertoli.
    Pochi altri giocatori possono vantare un curriculum così importante nel panorama del volley continentale come quello di “Mano di Pietra” che nel corso di oltre un decennio, che ha abbracciato gli interi anni ’80, ha martellato con le sue poderose schiacciate i parquet di mezza Europa e vincendo tantissimo.Franco Bertoli, ex atleta della Nazionale e giocatore simbolo della Panini Modena negli anni ’80-’90, è stato ospite della società galatinese e ha svolto con la squadra biancoverde uno stage molto interessante che si è suddiviso in una prima parte volta al miglioramento della performance individuale e di team e, a seguire, in un allenamento tecnico e atletico.
    “Valorizzare l’individuo e la squadra portando all’esterno il potenziale e permettere così di esprime tutto il proprio valore”: è questo, in breve, il concetto su cui Franco Bertoli, formatore, mental coach e ideatore di performance sostenibile, ha incentrato l’incontro con i ragazzi della Showy Boys. Loro tutti lì, in silenzio, di fronte ad un grande atleta di cui avevano sempre sentito parlare e visto sul web partite con la maglia azzurra e degli altri club in cui ha militato. Ora, come in un sogno, si è materializzato davanti ai loro occhi, si è seduto accanto a loro, come uno di loro, nella sua semplicità, cortesia, disponibilità. I ragazzi, catturati dalla sua personalità, ad ascoltare con attenzione i messaggi, gli input, le parole chiave, a riflettere su quegli aspetti motivazionali che fanno la differenza per uno sportivo e per un uomo.
    “In un momento di sfida importante come atleti, noi giochiamo sempre due partite: una interiore e una esteriore – ha spiegato Franco Bertoli ai giovani partecipanti – nella prima tutto accade dentro noi stessi, vale a dire dubbi, paure di fallimento, insicurezze, ansia e, in secondo luogo, il nostro stato interiore va in contatto con gli altri. Ecco che l’obiettivo deve essere quello di ridurre quelle che vengono chiamate auto-interferenze al fine di evolvere le proprie capacità di apprendimento naturale, facilitare il giocatore e la squadra al raggiungimento di prestazioni d’eccellenza”.
    Concetti importanti che Bertoli ha spiegato ai ragazzi con semplicità, con coinvolgimento, facendo intendere che l’avversario che si nasconde nella mente è molto più forte di quello che si trova dall’altra parte della rete.“La formula è semplicissima e dice che la prestazione di quello che noi facciamo è uguale al potenziale meno le interferenze – aggiunge l’ex Nazionale – è necessario un lavoro di conoscenza interiore volto a rendere minime proprio queste interferenze, poiché farle scomparire è quasi impossibile, ma nel momento in cui cominciamo a riconoscerle diventiamo responsabili, non cerchiamo degli alibi per cui qualcosa che in realtà ci fa paura la scarichiamo a qualcun altro e tendiamo ad aumentare il potenziale che abbiamo. Fatto questo passo, si lavora sull’esterno, a quel punto esce la parte migliore di ognuno di noi e si ottengono ottimi risultati anche con i compagni di squadra”.
    Un’ora di confronto, quindi, fatto di ascolto, interazione, riflessione che ha arricchito ognuno dei ragazzi e portato maggiore consapevolezza. Svestiti i panni di formatore e mental coach ed indossata la divisa di allenamento della Showy Boys, Franco Bertoli è sceso in campo accanto ai giovani biancoverdi per una seduta di allenamento guidata dal tecnico Gianluca Nuzzo.
    “Dopo aver ascoltato gli interessanti argomenti oggetto dell’incontro è stato emozionante vedere i nostri ragazzi allenarsi al fianco di un campione del volley – dichiara il presidente Daniele G. Masciullo – ho visto nei loro occhi una grande gioia e tanto entusiasmo e questo allenamento con Franco Bertoli rimarrà sicuramente tra i ricordi più belli. Oltre all’aspetto sportivo e professionale, ciò che mi ha colpito è stata la disponibilità e lo spessore umano. E’ questo che fa grande una persona, campione dentro e fuori dal campo di gioco”.
    Terminato lo stage, Franco Bertoli ha visitato la sede sociale, in piazza San Pietro a Galatina, dove ha incontrato i dirigenti biancoverdi e ricevuto una copia del libro “Showy Boys la Gloriosa” in cui viene raccontata la storia dello storico club di pallavolo.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Simone Giannelli protagonista della terza puntata di “RTTR Volley”

    Di Redazione
    Il programma, condotto da Sara Ravanelli, ospiterà in questa occasione negli studi di via Zanella il capitano e simbolo gialloblù. Con lui in particolare si traccerà il bilancio della prima di due sfide con Civitanova per la semifinale di Del Monte Supercoppa 2020
    Al termine della trasmissione, la differita integrale della partita giocata il giorno prima alla BLM Group Arena.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Simeonov incoraggia la Callipo a poche ore dal debutto nella stagione

    Di Redazione
    In casa giallorossa è tempo di emozioni forti. L’ingresso in campo di domani significherà per la Tonno Callipo l’inizio di una nuova avventura che custodisce in sé l’essenza di un passato considerevole e intenso. Un ventennio di battaglie agonistiche sul palcoscenico della Serie A a cui il Club calabrese è giunto percorrendo una strada in salita secondo il progetto del presidente Pippo Callipo, artefice dell’ardua impresa di far attecchire il volley nel cuore dei calabresi.
    Alla vigilia di un atteso esordio stagionale è tempo di ricordi e di bilanci ma anche di qualche rito benaugurale come crediamo che possa essere il messaggio rivolto ai nostri ragazzi direttamente dall’ex giocatore Vincenzo Simeonov che vestì la maglia della Callipo per tre stagioni consecutive dal 2008 al 2011:
    “Date anima e cuore per la vostra squadra senza risparmiarvi mai e con la determinazione di chi crede nel progetto di una società seria e che nel tempo ha dimostrato di voler bene ai suoi atleti, di saperli ricompensare e farli sentire protagonisti dei suoi successi. Non è corretto pensare di andare a Vibo tanto per ‘svernare’ facendosi bene i propri conti: in questo posto non nevica, c’è un buon clima, si sta bene e pagano puntualmente. Sarebbe come commettere un’ingiustizia nei confronti del presidente e della sua famiglia”.
    Le parole dell’ex schiacciatore bulgaro classe ’77, che nel campionato italiano ha lasciato orme indelebili, diventano la perfetta congiunzione tra passato e presente. Un passato che risale a dodici anni fa quando la formazione giallorossa si presentava nuovamente da ‘matricola’ nel Campionato di A1 dopo un anno di ‘passaggio’ dalla A2. Anno in cui il suo arrivo a Vibo Valentia fu tra le novità più significative e capaci di far sussultare di gioia il pubblico calabrese.
    Uno dei mostri sacri della pallavolo, un misto di potenza e fisicità che fino ad allora era stato solo un avversario, un temibile e fortissimo avversario, avrebbe giocato per la Callipo. Il suo ingaggio fu un prezioso regalo che il presidente Pippo Callipo fece ai tifosi dopo aver mantenuto la promessa di abbandonare la serie A2 nel più breve tempo possibile. L’entusiasmo di un’intera città si tramutò in un’accoglienza indimenticabile: “Erano in tanti a darmi il benvenuto e da quel giorno mi hanno sempre trattato con i guanti di velluto facendomi sentire come un principe. È stata un’esperienza che mi ricorda molto il film ‘Benvenuti al Sud’ perché è vero che quando un forestiero viene al Sud piange due volte, quando arriva e quando parte. Prima per ambientarsi poi perché non vorrebbe andare più via”.
    Tra le fila della squadra calabrese Simeonov portò una corposa esperienza maturata sul campo con le maglie di club come Cuneo, Montichiari, Padova e Piacenza ed anche il suo carisma da leader allacciando fin dalle prime battute un rapporto speciale con la dirigenza: “nessuno di noi veniva considerato un numero ma parte di una grande famiglia. Un rapporto che molti giocatori hanno coltivato anche dopo essere andati via da Vibo al punto che spesso tornano per fare visita al presidente. Questo è indicativo della bellissima atmosfera che si respira e che si ripercuote positivamente anche sul gruppo degli atleti”.
    Sei arrivato nella stagione 2008-09, con esperienze positive alle spalle e vari trofei vinti. Cosa ti ha convinto a fermarti a Vibo?
    “Arrivavo dalle mie migliori stagioni e avevo deciso di cambiare anche rischiando per qualcosa di nuovo. Ricordo che prima di firmare il contratto ho voluto conoscere il presidente che mi ha accolto negli uffici della sua azienda. Fin dalle prime battute sono stato affascinato dalle sue parole che ho ancora ben impresse nella mente. Mi ha parlato del rapporto diretto e familiare che ha con i suoi dipendenti e mi ha invitato a dare il meglio di me quando avrei indossato la maglia su cui è riportato il nome Callipo come simbolo di una realtà imprenditoriale sana e di successo. Dopo un discorso così non ho avuto bisogno di pensarci tanto e sono diventato uno di loro. Il primo anno siamo stati la sorpresa del campionato perché una squadra neopromossa che fa i play-off con Trento, e per due volte porta il punteggio sul 3-2, con la grossa possibilità di vincere al tiebreak, perdendo una volta 16-14 e l’altra 17-15, è una soddisfazione immensa e inaspettata”.
    Sei rimasto a Vibo tre stagioni, ma è soprattutto quella prima annata eccezionale (380 punti e 27 ace), col 7° posto finale, poi eliminati nei play off da Treviso. In panchina prima Gulinelli e poi Uriarte, cosa ricordi di quella stagione?
    “La prima stagione dovevamo ancora conoscerci, c’era tanta gente che passava di categoria, ragazzi all’esordio in A1 e quindi l’inizio è stato travagliato. Poi col cambio di allenatore a gennaio, alla Coppa Italia, abbiamo giocato i preliminari e dopo una gara molto brutta la società ha deciso di cambiare tecnico anche perché Gulinelli, se non ricordo male, aveva deciso di fare un’altra esperienza. Arrivò Uriarte e noi ragazzi diventammo una squadra molto unita. Mancavano sei partite alla fine della stagione e dopo aver fatto quadrato c’è stata proprio una svolta. Vincendo tutte le gare restanti e arrivammo carichi ai play off, contro Trento (settima contro seconda) e furono partite memorabili. Gente entusiasta, palazzetto di Vibo stracolmo. Un bel ricordo, sia la gara a Trento che a Vibo, contro i futuri campioni d’Italia”.
    Invece le due annate successive, come sono state?
    “La seconda 2009-10 ho avuto un gravissimo infortunio che mi ha tenuto fuori per due mesi, quindi sono rientrato prima di Natale perdendo di fatto mezzo campionato. Questa stagione non andò molto bene anche perché non eravamo riusciti a tenere la stessa squadra dell’anno precedente. Da una stagione all’altra una parte della rosa cambiava. Questo si verificava perché i giocatori più interessanti venivano intercettati dai grandi club del Nord come è stato per Raphael, Diaz, Anderson e tanti altri. Purtroppo un gruppo coeso si crea nel tempo, non si può pretendere di crearne uno nuovo e poi chiedere subito i risultati. So che è stato difficile anche per il presidente trattenere dei giocatori di quel calibro perché ovviamente come sponsor unico non può competere con le capacità economiche delle corazzate del Nord. Io sono rimasto per tre anni perché volevo aiutare la società perché ero comunque il giocatore con più esperienza e ho indossato la fascia di capitano per due anni. Nel 2010-11 abbiamo cambiato tanti altri giocatori, tra cui due bulgari e anche loro hanno avuto molti infortuni e non hanno potuto rendere per le loro potenzialità. L’altro cambiamento ha riguardato la panchina dove arrivò Di Pinto. Insomma fu una stagione un po’ sfortunata”.
    Tanti compagni di squadra da Raphael a Ferraro, da Cozzi a Contreras, da Andrae a Cicola, da Marquez a Tencati, Coscione e Anderson. Cosa ricordi?
    “Con Coscione sono stato nelle giovanili di Cuneo, quindi lo conoscevo da tanti anni avendoci giocato anche prima. Con Tencati abbiamo fatto tante sfide da avversario, quindi ero molto contento quando arrivò da noi. Raphael l’avevo visto solo in Russia e come ha dimostrato poi con la carriera fatta a Trento e in Brasile è un giocatore di indiscutibile valore. Però il giocatore che mi ha impressionato di più è Anderson: quando è entrato in palestra il primo giorno io ho subito detto all’allenatore Di Pinto che quel ragazzo era un fenomeno e diventerà il giocatore più forte del mondo. Ed infatti ci sono andato vicino, se non il più forte è tra i due o tre più forti al mondo ancora oggi. Un ragazzo con un’abnegazione incredibile ed una gran voglia di fare, di imparare, di conoscere”.
    Fuori dal campo eravate un bel gruppo, c’erano delle cose che vi legavano?
    “Vibo è un posto piccolo quindi si conoscono tutti. Quindi le serate di poker nella palazzina dove vivevamo tutti i ragazzi. Ogni giovedì quando non c’era il turno infrasettimanale c’era l’abitudine di andare tutti a Pizzo a mangiare il pesce o la carne. Non abbiamo mai avuto screzi tra noi, in questo ci ha aiutato anche il posto, la tifoseria, gente cordiale che ci invitava spesso a cena e a pranzo. Ad un certo punto era anche difficile rifiutare sempre l’invito quindi a volte eravamo contenti quando eravamo 2-3 giorni in trasferta così eravamo un po’ più liberi senza impegni extra pallavolistici (ride). Da quelle parti ho trovato gente di cuore. Le mie titubanze iniziali non erano sulla società ma sul posto ma in poco tempo mi sono dovuto ricredere. E poi Vibo non potrò dimenticarla mai perché è lì che nel 2010 è nata la mia prima figlia”.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    L’AIP chiede ai club un rigoroso rispetto delle regole

    Di Redazione
    AIP ha ricevuto segnalazioni in merito a partite amichevoli e/o allenamenti congiunti, svolti o da svolgere senza i dovuti controlli tramite test sierologico entro i 7 giorni antecedenti l’evento, come confermato telefonicamente e come previsto per tutte le altre categorie dal Protocollo Federale del 10.09.2020 (in precedenza era entro i 5 giorni).
    AIP è costretta a informare i propri associati perché sino ad oggi, a fronte di rassicurazioni soltanto verbali, si rileva un comportamento di alcuni club difforme dalle linee guida dettate dal protocollo federale, con informazioni contraddittorie opportunamente date agli atleti/e.
    Tutti e tutte noi vogliamo che i campionati possano ripartire; pertanto, come si chiede responsabilità alle giocatrici, ai giocatori e agli staff, si chiede ai club un rigoroso rispetto delle regole, perché molte società stanno investendo per tutelare la salute degli atleti/e, nella consapevolezza che il sistema di prevenzione non può reggere se qualcuno interpreta arbitrariamente il protocollo per tentare di aggirare le prescrizioni.
    Per AIP la salute è il bene primario, per cui, di fronte all’impossibilità di rispettare i controlli indicati, si invitano i club a non svolgere allenamenti congiunti/amichevoli, nel pieno rispetto di tutte le persone coinvolte.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    A Piacenza si tifa… da zoom

    Di Redazione
    Conto alla rovescia per il primo impegno ufficiale della Gas Sales Bluenergy Volley Piacenza che domenica 13 settembre andrà ad affrontare la Top Volley Cisterna in Gara 1 degli Ottavi di Del Monte Coppa Italia alle ore 18 al PalaBanca.La deroga concessa dalla Regione Emilia-Romagna permetterà alla Gas Sales Bluenergy Volley Piacenza di poter contare sulla presenza di 768 spettatori. Ma il supporto a Clevenot e compagni arriverà anche da casa, grazie a un’importante novità studiata appositamente dalla Gas Sales Bluenergy Volley Piacenza e proposta ai propri tifosi.
    Tramite il collegamento online alla piattaforma Zoom, rivolto a tutti coloro che sottoscrivono gli abbonamenti Base e Plus, sarà possibile collegarsi al PalaBanca direttamente dal proprio divano di casa, per tifare e incitare i ragazzi di coach Gardini e scaldare più che mai l’atmosfera al palazzetto.Con questa grande novità la Gas Sales Bluenergy Volley Piacenza lancia un nuovo modo per fare il tifo, unico nel suo genere. La nuova modalità, perciò, coinvolgerà tutti coloro che non potranno essere presenti fisicamente al PalaBanca ma che vogliono far sentire lo stesso il proprio calore e trasmettere il proprio sostegno ai biancorossi. Il collegamento a Zoom non riguarderà solo il match in programma domenica 13 settembre ma anche tutte le partite giocate in casa durante la stagione.
    Grazie a questa nuova soluzione, il tifoso potrà replicare anche da lontano i cori cantati al palazzetto, guidato dagli instancabili Lupi Biancorossi e l’immagine del proprio volto sarà proiettata sui tre maxischermi a lui dedicati: per l’occasione è stato, infatti, installato un nuovo ledwall di 27 mq, che si è aggiunto agli altri due maxischermi.
    A tutti gli abbonati verrà chiesto di collegarsi 20 minuti prima dell’inizio della partita, per fare, con la regia dei Lupi Biancorossi, alcune registrazioni proprio nei minuti antecedenti la gara, da riproporre poi in diretta durante il match come cornice ai punti più spettacolari.Durante la partita, sempre tramite Zoom, i tifosi potranno inviare anche commenti, e domande tecniche, alcune delle quali avranno risposta in diretta dai nostri telecronisti, e da alcuni ospiti.
    Nel PalaBanca, così, risuonerà un’unica voce, quella di tutti i tifosi biancorossi che sosterranno dall’inizio alla fine della partita i ragazzi della Gas Sales Bluenergy Volley Piacenza. Per non perdersi l’opportunità di collegarsi a Zoom e le emozioni della nuova stagione sottoscrivere l’abbonamento è fondamentale. È possibile trovare tutte le informazioni relative alla campagna abbonamenti sul sito https://www.gassalespiacenza.it/abbonati/index.php
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO