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    Le società del Vero Volley Network: “Serve più dialogo con il territorio”

    Di Redazione
    Apertura fino alle giovanili, chiusura totale, poi di nuovo apertura. I continui cambi di rotta della Fipav sulla sospensione dell’attività, al di là del merito della questione, hanno generato incertezza e sconcerto tra le società di base, anche e soprattutto perché arrivati senza preavviso e senza un precedente confronto con i club. Ed è proprio questo l’aspetto che sottolinea Claudio Bianchi, responsabile del Vero Volley Network, la rete di società creata dal Consorzio Vero Volley che nelle ultime settimane è diventato un catalizzatore per richieste e iniziative dei sodalizi di tutta Italia.
    “All’indomani della sospensione – spiega Bianchi – è iniziato il dialogo tra le 58 società del Network che ha portato alla redazione di una lettera aperta, sottoscritta in poche ore da 118 club, raddoppiando quindi il nostro raggio d’azione. Poi siamo stati noi a fermare l’iniziativa, visto che sono cambiate le carte in tavola. Ma non si sono fermate le chiamate che ricevo tutti i giorni, anche da società che non mi sarei mai aspettato, e che chiedono notizie sull’esito dell’iniziativa o un confronto sui temi all’ordine del giorno“.
    Quali sono le esigenze delle società che vi contattano?
    “Moltissimi ci chiamano semplicemente per chiederci informazioni o chiarimenti sulle norme, che evidentemente non sono sempre così chiare. Il dato che emerge più chiaramente dai nostri colloqui è un distacco tra il centro e il territorio, la mancanza di un dialogo con la base. È questo a spiegare il boom che stanno avendo i network, non soltanto il nostro: in tutta Italia si stanno creando reti di società, proprio per l’assenza di un contatto diretto con i riferimenti nazionali“.
    Dopo che la Federazione ha nuovamente permesso gli allenamenti delle categorie di interesse nazionale, come si stanno muovendo le squadre?
    “Non c’è un orientamento comune. C’è chi si sta allenando regolarmente e chi non sta facendo assolutamente nulla, e spesso non è una scelta: molte società hanno difficoltà con l’impiantistica, non soltanto per le palestre scolastiche ma anche per quelle comunali. Io ho notizie anche di alcune Serie B1 femminili che riprenderanno ad allenarsi solo nella prima settimana di gennaio, nonostante che il campionato sia in partenza il 23. E poi ci sono altre problematiche: da alcune regioni, per esempio, ci segnalano che la difficile situazione degli ospedali mette a rischio il soccorso agli atleti in caso di infortuni o incidenti“.
    Come vede la ripresa dell’attività, a gennaio o quando sarà possibile?
    “Per il momento manca un percorso comune: penso per esempio alle Serie D, che non sono ancora contemplate tra le categorie che possono ripartire. Sono contento però che sia nato questo dibattito, anche perché più che a gennaio c’è da pensare al futuro, inteso come prossima stagione sportiva. Il settore giovanile è a un bivio: ci sono annate, come le ragazze del 2003 nel settore femminile, che con queste due annate di stop si sono praticamente ‘bruciate’ e rischiano di non essere più recuperate. Ecco, questo è un tema su cui i club chiedono risposte molto rapide, e a differenza di quanto si potrebbe pensare sono soprattutto le società più piccole a interessarsene“. LEGGI TUTTO

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    Lutto nel mondo del volley: scomparsa la giovane centrale Marta Gori

    Di Redazione
    La pallavolo tutta piange la scomparsa di Marta Gori. Come riporta Padovasport.tv, la giovane 27enne è deceduta a seguito di un incidente stradale, che ha coinvolto quattro auto e due furgoni, occorso sabato 19 dicembre presso il casello di Padova Est, in direzione Milano.
    Marta era conosciuta nel mondo del volley per aver vestito la maglia del Medovolley per diverse stagioni, nel ruolo di centrale. Lo scorso anno, aveva arricchito il roster della Gtn Volleybas di Udine, società che milita in serie B1.
    La redazione di Volley News si unisce al cordoglio della famiglia e degli amici. LEGGI TUTTO

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    Pallavolo Caronno, la raccolta fondi per la Maya Universe Academy

    Di Redazione
    Nelle ultime settimane la squadra e lo staff hanno contribuito ad una raccolta fondi per una scuola in Nepal, la Maya Universe Academy, che istruisce gratuitamente i bambini appartenenti alle fasce di popolazione più povere.
    Sono stati acquistati più di 100 “marmellate solidali”. Il ricavato servirà per garantire un’istruzione di qualità a più di 400 bambini che frequentano la Maya Universe Academy, i cui fondi in questi mesi di pandemia sono stati fortemente ridotti dalla situazione emergenziale dovuta al Covid-19.
    Per partecipare all’iniziativa benefica, si può contattare la Pallavolo Caronno Pertusella sulla sua pagina Facebook (QUI).
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Benvenuto Mattia! Zamagni e sua moglie Giuditta sono diventati genitori

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    Il Comitato 4.0 scrive al Governo: “Abbiamo bisogno di azioni concrete”

    Di Redazione
    Le Leghe appartenenti al Comitato 4.0 rivolgono nuovamente un appello congiunto al governo perché passi agli atti concreti e adotti urgentemente misure a sostegno dei club sportivi.
    I presidenti delle Leghe aderenti al Comitato 4.0 hanno inviato una lettera al Ministro Spadafora e al Ministro Gualtieri, nella quale hanno manifestato l’urgenza di provvedimenti che possano salvare da un crac annunciato decine di squadre che, per via della pandemia, non hanno incassi e continuano a sostenere ingenti costi per poter proseguire i campionati.
    “Abbiamo atteso pazientemente – si legge nella lettera del Comitato 4.0 – intavolando un dialogo positivo e ora abbiamo bisogno di azioni concrete di recepimento delle proposte sottoposte al governo”. Tra le misure, il Comitato 4.0 ha chiesto di poter accedere a finanziamenti garantiti dall’Istituto del Credito Sportivo e di poter rateizzare i versamenti fiscali fino a 24 mesi, e per questo, auspica l’approvazione dell’emendamento alla manovra presentato da Mancini.
    Inoltre, il Comitato 4.0 è tornato sulla questione del credito di imposta sulle sponsorizzazioni. “Siamo rammaricati nel constatare che ad oggi non è stato emanato il decreto che dà attuazione alla norma. A questo punto la soluzione proposta è l’estensione della norma al 2021 con un ampliamento delle risorse disponibili” conclude la lettera.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    La Bolla di Valeria Papa: Paolo Rossi, un fiore troppo presto sciupato

    Di Redazione
    Nuovo appuntamento con La Bolla di Valeria Papa, giocatrice della Roma Volley Club Femminile. Argomento di questo episodio, la dipartita di Paolo Rossi.
    La recente scomparsa di Paolo Rossi ha toccato il mondo intero e riunificato ancora una volta la nostra nazione sotto la sua bandiera, contribuendo a far riscoprire un forte sentimento di italianità, anche se questa volta legata a un tragico evento. La sua morte ha riportato al centro dell’attenzione l’estate che rappresentò l’apice della sua carriera: quella dei mondiali del 1982 in Spagna. Questo evento fa parte, ormai da un certo tempo, della mia vita perché argomento della Tesi di laurea alla quale sto lavorando.
    Ogni giorno rivivo le emozioni di quelle partite attraverso gli occhi di tre scrittori, inviati come giornalisti sportivi: leggendo le loro cronache e ascoltandone i ricordi mi proietto sulle tribune degli stadi spagnoli. Come tutti gli italiani, nati dopo quegli eventi, ho sentito parlare degli eroi di Spagna ’82, tanto frequentemente da identificare le loro persone con quelle di campioni da sempre, indiscussi e indiscutibili, immortalati nelle loro foto sorridenti da album di figurine con la maglia azzurra. Leggendo le cronache di quei giorni ho scoperto il grande campione che ha risvegliato in una nazione intera l’orgoglio di essere italiani, ma soprattutto ho conosciuto un piccolo spaccato dell’uomo che si cela dietro al mito e di cui tanto in questi giorni si è detto. Ho sempre sentito parlare delle sue reti, delle sue esultanze e dell’amore che una nazione intera gli ha dimostrato per tutto questo, ma poco conoscevo della sua storia personale. Sono rimasta particolarmente colpita e mi ha appassionato il modo in cui ha raggiunto un risultato così incredibile, che dimostra quanto, nello sport come nella vita, sia fondamentale trovare una persona che creda in te sempre e comunque, come fece con lui Enzo Bearzot, l’allora ct della nazionale italiana.
    L’opinione pubblica, durante tutto il pre-Mondiale, era stata infatti fomentata da un giornalismo incattivito e decisamente critico che, in seguito all’opaca prima fase a gironi giocata dall’Italia, ne aveva individuato la principale causa nelle deludenti prestazioni del suo bomber, che la maggior parte della stampa dava ormai per finito. Era arrivato a quei Mondiali dopo due anni di squalifica per le vicende legate al caso del calcio scommesse, ma Bearzot aveva deciso di convocarlo ugualmente e aveva continuato a confermare la sua titolarità nonostante un avvio di mondiale davvero deludente. I riflettori erano puntati su Rossi: ogni sua parola, ogni suo silenzio, un suo sorriso o un’espressione pensierosa venivano utilizzati dalla stampa per cercare di delineare il profilo di un giocatore «reclinante a volte come un fiore troppo presto sciupato», come lo aveva descritto Oreste del Buono dopo l’esordio contro la Polonia. Rileggendo le vicende del suo mondiale da atleta e non solo da tifosa ho trovato in lui una delle più belle storie di riscatto. Vittima prediletta degli haters, ante litteram, del suo tempo ha continuato a fare caparbiamente quello che meglio sapeva fare: giocare a pallone, celandosi con i suoi compagni dietro al primo silenzio stampa della storia del nostro calcio, senza dare così adito a ulteriori polemiche. Fu la prova, penso, più eclatante di come l’immagine dello sportivo possa subire crolli repentini e strumentalizzazioni, passando, nel giro di poche partite, da bersaglio prediletto a mito per eccellenza di tutte le generazioni a venire perché, gli anni possono passare, ma un vero mito non muore mai. Grazie Paolo.
    (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO