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    Tokyo2020: Semifinale, Brasile – Russia 1-3. Il tabellino. Mikhaylov 22 punti

    BRASILE – ROC (RUSSIA) 1-3 (25-18, 21-25, 24-26, 23-25)Brasile: Lucarelli 10, Lucas 13, Wallace 11, Leal 18, Mauricio Luiz 9, Bruno 3, Thales (L); Borges Almeida, Gil Kreling, Isaac, Douglas 1, Alan 2. All. Renan.ROC (RUSSIA): Kliuka 15, Volvich 2, Mikhaylov 22, Volkov 7, Iakovlev 12, Kobzar, Golubev (L); Pankov 2, Kurkaev 2, Podlesnykh 6. N.e.:  Bodgan, Poletaev. All. Sammelvuo.Arbitri: Rapisarda (ITA); Maroszek (POL)Note: Durata set: 27′, 32′, 37′, 32′. 2h08.BRASILE: attacchi 51/114, muri 8, ace 9/95, errori avversari 26.ROC: attacchi 58/114, muri 7, ace 3/92, errori avversari 26. LEGGI TUTTO

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    Tokyo 2020: Beach Volley, la finale femminile è Klineman/Ross vs. Artacho/Clancy

    TOKYO – Disputate nella notte italiane le semifinali del torneo di beach volley femminile. La sfida per l’oro sarà tra Usa ed Australia.
    SEMIFINALI FEMMINILIAnouk Vergé-Dépré – Joana Heidrich (SUI) – April Ross – Alix Klineman (USA) 0-2 (12-21, 11-21)Mariafe Artacho Del Solar – Taliqua Clancy (AUS) – Tina Graudina – Anastasija Kravcenoka (LAT) 2-0 (23-21, 21-13)
    PROGRAMMA FINALI6 AGOSTOore 3.00 3°-4° posto: Tina Graudina – Anastasija Kravcenoka (LAT) – Anouk Vergé-Dépré – Joana Heidrich (SUI)ore 4.30 1°-2° posto: Mariafe Artacho Del Solar – Taliqua Clancy (AUS) – April Ross – Alix Klineman (USA)

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    Tokyo2020: Focus, Paola Egonu non ha fatto Paola Egonu. I Giochi in sofferenza

    TOKYO – Inevitabile parlare di Egonu, a fine Olimpiade, parlare di lei per cercare di capire cosa le sia successo e, magari, lasciarla un po’ più in pace nei prossimi giorni, nei prossimi impegni, nel suo prossimo scorcio di vita. L’impressione è che fisicamente Paola non avesse nessun problema, eppure tutta l’Olimpiade è stata una sofferenza, nonostante tabellini sempre importanti, col culmine del match con la Serbia nel quale ha perso il confronto diretto con la Boskovic che in tante altre occasione col club invece aveva vinto, se non dominato.
    I NUMERI – Col senno di poi il match migliore è stato quello d’esordio con la Russia: 56% in attacco, 33% di efficienza, 3 ace. Con la Turchia addirittura 29 punti, ma percentuali in calo: 48% in attacco, 27% di efficienza, 1 solo ace in quattro set. Con l’Argentina una passeggiata, 56% in attacco, 32% di efficienza e 1 ace.Sin qui le vittorie, ma dall’efficienza si capisce già che gli errori (più delle murate) arrivano. Poi il calo evidente. Con la Cina ancora 18 punti, 2 ace e 2 muri la tirano un po’ su, ma sono le schiacciate che non vanno: 40% in attacco, 14% di efficienza con 9 errori. Con gli Stati Uniti 28 punti, tantissimi, ma andando a guardare bene nessun ace e il 43% in attacco col 19% di efficienza con 15 tra errori e murate. E poi, purtroppo, il disastro tecnico con la Serbia, con ancora 16 punti ma il 33% in attacco e il 4% di efficienza. Tradotto: a fronte di 15 punti schiacciando, Paola ne ha regalati 13 tra errori (9) e murate (4) alle avversarie.
    CHE SUCCEDE?–  Cosa sia successo a questi Giochi alla nostra donna simbolo, e parliamo del lato tecnico, non è facile da capire. Lo stesso Mazzanti ha analizzato bene la questione, usando le parole giuste: “Si era preparata benissimo quest’estate, la miglior Paola da quando la conosco: attentissima a mettere insieme la squadra, a creare il clima giusto per le Olimpiadi. Ha speso molte energie in questo. In campo invece non è riuscita a esprimersi come sa: quali sono i perché non lo so io e non lo sa lei, dovrà metabolizzarlo. Però è stata un’esperienza da cui imparare”. E poi sui social, le critiche, il peso delle responsabilità: “Ho detto alle ragazze che di emozioni ne avevamo già tante e che la melma quando arriva è melma, al di là di chi te la tira. Ho consigliato loro di staccarsi dai social e dai commenti: non so se ci sono riuscite, ma è stata sicuramente una palestra per loro”. 
    Che non sia stata solo una questione prettamente tecnica (e ieri, ad esempio, le prime alzate di Malinov erano molto imprecise) sembra evidente: il clamore del suo personaggio, della bandiera del CIO portata con orgoglio, di una Nazionale simbolo della spedizione italiana che doveva lottare fino in fondo per l’oro… forse tutto questo l’ha sopraffatta, o comunque Paola ha faticato a gestirlo. Come dice Mazzanti, in fondo lo sa solo lei. E solo lei, da grandissima campionessa qual è già da qualche anno, al contrario di come la pensa qualche sedicente politico, saprà come uscirne più forte. LEGGI TUTTO

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    Tokyo2020: Tutte le partite del 5 agosto. Pallavolo & Beach Volley. Semifinali maschili e semifinali sulla sabbia

    TOKYO – Tutto il programma delle gare di pallavolo e beach volley di Giovedì 5 agosto. Orario italiano, Tokyo +7.  Via ai Quarti di finale femminili.
    IL PROGRAMMAPALLAVOLO MASCHILE SEMIFINALIGiovedì 5 AgostoOre 06.00 Brasile – ROC (Russia)Ore 14.00 Argentina – Francia
    BEACH VOLLEYSEMIFINALI FEMMINILIore 2.00 Vergé-Dépré, A.-Heidrich (SUI) – April-Alix (USA)ore 3.00 Artacho Del Solar-Clancy (AUS) – Graudina-Kravcenoka (LAT)SEMIFINALI MASCHILIOre 14.00 Mol, A.-Sorum (NOR) – Plavins-Tocs (LAT)Ore 15.00 Cherif-Ahmed (QAT) – Krasilnikov-Stoyanovskiy (ROC)

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    Tokyo2020: La “rotazione” delle 4 semifinaliste. Brasile e Russia con la “sindrome della P1!

    di Simone Serafini
    All’apparenza le formazioni iniziali di una partita di volley non sembrano di grande importanza. Attenzione, non formazioni nel senso dei nomi dei giocatori in campo, ma nel senso delle “Rotazioni”. Lo schierare in una certa “P” (Position, che viene individuata dalla posizione del Palleggiatore) al fischio d’inizio cela uno studio tattico e strategico notevole. Quindi il partire in una data “P” comporterà per quella frazione (perché ad ogni inizio set ogni allenatore può decidere, quindi anche cambiare dal set precedente) determinate situazioni e conseguenze.
    COME FUNZIONANO LE ROTAZIONI – Per regolamento a pallavolo le due squadre cambiano P in senso orario ogni qual volta vincono lo scambio iniziato dalla battuta avversaria. Questo fa si che, una volta stabilite le P di partenza, per quel set le Rotazioni di ambedue le squadre sono “fisse”, nel senso che ogni giocatore al suo turno di servizio incontrerà sempre la stessa “P” avversaria (e di conseguenza l’attaccante lo stesso muratore eccetera). Facciamo un esempio pratico guardando l’ultima partita Italia – Serbia femminile. Nel primo set la squadra di Terzic inizia in battuta P1, Mazzanti in ricezione P1. Significa che ogni volta che la regista serba batterà noi saremo sempre nella stessa fase di P1. Date le formazioni, si sa già per quel set quale saranno le Rotazioni “contro”. Guardando ad esempio i giri al servizio delle azzurre, Pietrini batterà sempre sulla P1 della Serbia, Fahr sulla P6, Egonu sulla P5, Bosetti sulla P4, Danesi sulla P3, Malinov sulla P2. Sapendo questo, per quel set si possono attuare tutte le strategie e le accortezze del caso.
    DIETRO LE QUINTE DELLA SCELTA DELLE ROTAZIONI – Il fatto di avere “Rotazioni” bloccate permette a tutti i tecnici di poter fare delle considerazioni a tavolino per cercare di avere un “vantaggio” rispetto all’avversario per quel set. Che tipi di vantaggi? Beh, ce ne sono molteplici e riguardano un po’ tutti i fondamentali. Ad esempio, sfruttare il proprio migliore attaccante sul muro più debole avversario. Oppure un proprio battitore forte su delle Rotazioni di cambio palla meno efficienti degli altri. Oppure al contrario, avere una propria Rotazione “sicura” su dei battitori avversari pericolosi, o schierare il proprio miglior muro contro l’attaccante ritenuto più forte.  Alle volte riuscire ad avere dei vantaggi nell’incastro delle Rotazioni e sfruttarle può essere decisivo nell’aggiudicarsi il set.  Ma, c’è un grosso MA. La formazione iniziale dell’altra squadra non si conosce, quindi tutti i ragionamenti sui vantaggi, le congetture e (diciamolo) le speranze possono svanire allo schierarsi delle squadre in campo. Nel decidere la Rotazione iniziale si “scommette” su come partirà l’avversario in quel set. Molto dello studio è sul “pregresso”, cioè si guarda come si è comportata l’altra squadra nelle partite precedenti (se inizia sempre con la stessa “P”, se cambia dopo un set perso eccetera). Si congiurano ipotesi, non ci sono certezze assolute. Per questo alcuni allenatori decidono di pensare solo “a se stessi” e schierano la formazione basandosi solo sui propri punti di forza, senza stare troppo a pensare a cosa potrebbe fare l’altra squadra.
    LE QUATTRO SEMIFINALISTE MASCHILI: COSA HANNO FATTO FINO AD ORA…E COSA FARANNO? – Abbiamo analizzato le Rotazioni di partenza delle quattro semifinaliste maschili in tutte le loro partite disputate finora. Andiamo nel dettaglio, ci sono curiosità interessanti.Russia: Sammuelvo pare essere uno dei seguaci della teoria “io penso a me, sono gli altri che si adattino”. Il ROC (Russia) ha iniziato sempre ogni set in P6 (tranne il quarto parziale con gli Stati Uniti, ma nel sestetto figurava il secondo palleggiatore). Motivazioni? Partire sempre in P6 ti evita per più tempo la famigerata P1. Forse anche per i russi è una Rotazione più complicata, quindi meno volte si incontra, meglio è.Brasile: Anche Renan è della parrocchia dell’allenatore finlandese della Russia (ROC). Praticamente Rotazione iniziale sempre P6, tranne l’inizio partita con gli Stati Uniti (set perso, infatti dal secondo set ha cambiato), un paio di modifiche contro l’Argentina per poi ritornare in P6, e il terzo set contro la Russia (ma sotto due set a zero sembra più “mossa della disperazione”). Alla base della scelta, forse anche qui la “fobia” della P1.Francia: con la formazione transalpina troviamo più varietà. Tillie ha differenziato parecchio nelle precedenti uscite. Intanto c’è da fare un distinguo, perché si sono alternati al palleggio Toniutti e Brizard. Che hanno caratteristiche diverse. Toniutti è meno alto e sempre (tranne in un’occasione) ha iniziato il set in seconda linea (così da dover essere impegnato a muro meno volte). Brizard invece non patisce in quel fondamentale (anzi) e in più ha un ottimo servizio. Infatti spesso ma soprattutto nel quarto di finale è stato scelto come primo battitore (quindi formazione iniziale P2 in ricezione, P1 in battuta). A quanto pare, Tillie non soffre della “sindrome della P1”.Argentina: Mendez si colloca a metà tra lo “staticismo” di Renan e Sammuelvo e il “dinamismo” di Tillie. Ha variato più di una volta partenza ma si rifugia spesso nella P6 come inizio (specie proprio nel primo set). Per poi smentire gli studi, perché con l’Italia nel quarto di finale ha cominciato in P2. Per quattro set, per poi virare sulla P6. Probabilmente, dopo il quarto set perso malamente, ha provato (con successo) a invertire la rotta.
    Visto che le quattro semifinaliste si sono già affrontate, cosa possiamo aspettarci dalle Rotazioni? Russia e Brasile anche nel loro precedente confermano la loro tendenza, quindi partenza in P6 per entrambi. Però, visto il risultato (3-0 abbastanza netto per i russi), chissà se Renan non intenda cambiare qualcosa? Francia e Argentina è un terno al lotto. Anche perché sia Tillie che Mendez probabilmente scelgono la Rotazione iniziale (anche) in base agli interpreti (i registi in casa francese, mentre il tecnico argentino l’ultimo set con l’Italia ha invertito la posizione degli schiacciatori).
    SemifinaliGiovedì 5 AgostoOre 06.00 Brasile – ROC (Russia)Ore 14.00 Argentina – Francia LEGGI TUTTO

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    Tokyo2020: Velasco a “Best Of” “Le difficoltà non si allenano”, “I giovani non possono non giocare con il coltello tra i denti”

    TOKYO – A Best Of il contenitore “giapponese” di Rai2 condotto da Jacopo Volpi, Julio Velasco, opinionista della trasmissione insieme a Fiona May, ex campionessa azzurra dell’atletica, ha commentato anche l’eliminazione delle azzurre del volley.
    6 MILIONI DI SERBI – “Oggi sembravano due squadre di categorie diverse, purtroppo sì. Un grande plauso va alla Serbia, ricordo che è un Paese di 6 milioni di abitanti perché se non cominciamo da qua secondo me continuiamoci a nascondere dietro ai pali della luce”.
    LE DIFFICOLTA’ NON SI ALLENANO  – “L’Italia non è mai entrata in partita, ma quello che da un segnale di cosa è stata questa Olimpiade è che questa è stata la terza sconfitta consecutiva, di cui 2 per 3-0. Mi ricordo di aver detto all’inizio che sembrava che il non aver giocato non avesse creato così tanti problemi, ma quando Giulia dice (Pisani, commentatrice tecnica del volley femminile in collegamento, ndr) ‘la squadra non ha saputo reagire alle difficoltà’,  dico che in allenamento non si può allenare la difficoltà, questa si allena solo nelle partite e quindi quando non si fanno molto partite contro squadre forti, dove si va in difficoltà, dove ne esci o non ne esci, dove si va in palestra e se ne parla, ci si allena, si torna in campo, si va in difficoltà, le si supera… beh è molto difficile”.
    Sylla, Sorokaite e Malinov
    “SONO GIOVANI”  MA NON GIOVANI – “La seconda cosa, più che stare attenti, noi dobbiamo aver fiducia nei nostri giovani e nel nostro sport e io ce l’ho assolutamente, sia nel maschile che nel femminile. Però non utilizzerei troppo il “sono giovani” perché i giovani possono commettere errori di esperienza ma non possono non giocare con il coltello tra i denti perché altrimenti non sono ne carne ne pesce. Ai giovani dico sempre: ‘puoi sbagliare per inesperienza o per irresponsabilità perché magari fai la giocata troppo difficile, ma non per il braccino o perché prendiamo paura altrimenti sembri un veterano che ha molto da perdere’”.
    ILLUSI DALLA TURCHIA – “E’ una squadra che non è mai entrata in competizione. La  partita con la Turchia ci ha illuso quando Giovanni Guidetti  detto che l’Italia è da oro. Poi quando entri in difficoltà poi non sai come uscire. Chiaro che poi ci sono tante situazioni da considerare, non ultimo, che la giocatrice più importante ha giocato molto, molto, al di sotto del suo standard e questo crea ulteriore sfiducia nella squadra, però non è una questione di una giocatrice, la squadra non ha funzionato”.
    LA DIFESA – “Europeo? Credo possano andare bene, perché non è che io rivedo la mia opinione solo perché si è mancato ad una competizione, a condizione però che le cose si guardino chiaramente. Io non sono d’accordo che il problema è la battuta e la ricezione e basta. E un’altra volta della difesa non se ne parla proprio… Quando trasmettevano la partita si diceva che era molto difficile mettere la palla a terra. La Serbia ha difeso molto di più. Non è solo un problema di battuta e ricezione ma è un problema della tradizione italiana che sempre si parla di battuta e ricezione e si aggiunge il muro. Negli ultimi anni si è dato più importanza all’attacco e la difesa invece…”
    Paolo Egonu
    PAOLA CYBORG? –  “Paola è umana come tutti, non ha giocato nessuna partita ai suoi livelli ma non ne è uscita un punto. Ma neanche uno. A volte 5′ per tranquilizzarla, per di più una ragazza di 22 anni, rifiata, non finisce un set, riprende il prossimo. Secondo me ci sono molte cose da migliorare. Una cosa: proteggiamo questa squadra, crediamo in questa squadra non solo facendo il tifo, non utilizzando giudizi che non sono costruttivi, però il meccanismo del “non diciamo nulla” non va bene perché poi non si vedono i problemi per quello che sono”. LEGGI TUTTO

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    Tokyo2020: Brasile ultima semifinalista, 3-1 in rimonta alla Russia

    QUARTO DI FINALEBRASILE – RUSSIA 3-1 (23-25, 25-21, 25-19, 25-22)TOKYO – Sotto 0-1 e poi anche 8-14 nel 2° set il Brasile trova la svolta con il doppio cambio: fuori Roberta e torna Macris (al rientro dopo l’infortunio alla caviglia) in regia, fuori una spenta Tandara e dentro Rosamaria come opposta. Nella Russia bene il muro e le schiacciatrici Fedorovtseva e Voronkova, ma stecca Goncharova. Per il Brasile oltre alle neontrate buone prove di Gabi, Fé Garay e Carol Gattaz.
    Il Brasile ha impiegato molto tempo per entrare in partita e questo ha fatto la differenza nel primo set. Con problemi nel cambiopalla, il Brasile ha visto le russe scappare 4-0 e poi 5-1 all’inizio. Zé Roberto ha chiesto tempo e la squadra è tornata più preparata, ma le europee hanno giocato con molta calma in attacco, guidate dal trio esterno Goncharova, Vonronkova e Fedorovtseva. Il Brasile ha avuto difficoltà a mettere la palla a terra con Tandara e con i centrali. Roberta un po’ imprecisa, ma Carol ha compensato con una buona presenza nel muro. La squadra brasiliana ha equilibrato il duello, ma ha prevalso la bella differenza imposta dalle rivali all’inizio del parziale e il Brasile ha perso per 25-23.
    I gialloverdi sono tornati con lo stesso ritmo nel secondo set, con difficoltà in fase di cambiopalla e le rivali sono scappate. Sull’8-12 l’ingresso di Macris per Roberta, sull’8-14 quello di Rosamaria per Tandara. Più precisa, Macris ha dato la velocità nota e la squadra si è ritrovata in campo, difendendo e crescendo a muro per chiudere il set 25-21 e pareggiare il match.
    Con Macris e Rosamaria ovviamente confermate in campo il Brasile ha continuato a imporre un ritmo forte, aggressivo in attacco e senza subire il muro russo. Carol Gattaz ha segnato 9 punti nel parziale e la selezione ha ribaltato la partita 2-1 con 25-19.
    Il quarto set è stato più equilibrato. Avanti 15-12 il Brasile ha incassato 5 punti consecutivi sul turno di battuta di Fedorovtseva. Il sistema difensivo brasiliano, però, è tornato a funzionare e la squadra è tornata in vantaggio sul 20-19 con un ace di Macris. Rosamaria e Gabi hanno firmato i punti dell’allungo (22-19), ma la Russia è rientra ancora (22-22) prima di capitolare su 3 punti consecutivi di Rosamaria (uno a muro e 2 in attacco).
    Quarti di finaleMercoledì 4 AgostoBrasile – ROC (Russia) 3-1 (23-25, 25-21, 25-19, 25-22)Korea – Turchia 3-2 (17-25, 25-17, 28-26, 18-25, 15-13)Serbia – Italia 3-0 (25-21, 25-14, 25-21)Rep. Dominicana – Stati Uniti 0-3 (11-25, 20-25, 19-25)
    SemifinaliVenerdì 6 AgostoOre 06.00 Serbia – Stati UnitiOre 14.00 Brasile – Korea LEGGI TUTTO

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    Tokyo2020: Argentina. Da Buenos Aires: La vittoria con l’Italia è una carezza all’anima della pallavolo biancoceleste

    di Santiago GabariDirettore di VoleyPlus.com
    BUENOS AIRES – Non è il caso di dire che la pallavolo argentina sente già una medaglia tra le mani, ma è vero che la pallavolo argentina sente la gloria nelle sue mani. Non si tratta della vicinanza ad una medaglia negata a Sydney 2000 o abbracciata a Seoul 1988, si tratta di una carezza a un popolo martoriato, con una pandemia e un’inflazione del 48%, il risveglio dei tifosi di un disciplina che è un miracolo che solo i suoi professionisti tengono in piedi.
    L’Argentina è un paese che vive diviso. Dentro e fuori dallo sport. In politica e nella società. Anche economicamente. Ma se c’è un momento in cui l’argentino è orgoglioso di essere argentino, praticamente senza divisioni, è alle Olimpiadi. L’argentino si sveglia all’alba per vedere discipline che non guarda mai. Il cuore dell’argentino batte guardando atleti di cui non sa nulla. Ma sono biancocelesti. È tutto ciò di cui l’argentino ha bisogno per essere lì, collegato, supportare.
    L’esordio olimpico contro la Russia ha lasciato buone sensazioni. E la sconfitta, dura come un’eliminazione, per mano del Brasile (l’argentino muove in questo contesto la medesima rivalità calcistica, quasi fossero Messi o Maradona a far parte del sestetto iniziale), non ha fatto altro che attirare ulteriore attenzione: giocando così perché non pensare che sia possibile? La vittoria contro la Francia è stata una conferma, con la Tunisia non si poteva perdere e gli Stati Uniti, giocando al livello mostrato nei duelli precedenti, potevano essere battuti.
    Tempo fa, poco dopo che Marcelo Méndez era stato ufficializzato come nuovo DT, i giocatori della nazionale avevano convocato una conferenza stampa per denunciare il proprio disagio alla dirigenza della Federazione Argentina per crediti che includevano, tra l’altro, biglietti e hotel che avevano pagato di tasca propria per poter rappresentare il Paese. Non c’era poi uno spazio fisico (è condiviso con altri sport) per portare avanti il ​​piano di lavoro che aveva presentato con due obiettivi in ​​mente: Tokyo 2020 e Parigi 2024. Méndez ha dovuto rivolgersi agli amici per ottenere bende, nastri medici, acqua potabile per la formazione, forniture base per qualsiasi dei suoi atleti. Gestire la povertà non è facile e questa è una colpa di cui non si può incolpare al cento per cento i leader della pallavolo argentina. Ma potete immaginare – alla luce dei risultati – quanto potrebbe essere di livello la pallavolo argentina se potesse lavorare con basi solide e non affrontare ogni secondo una difficoltà?
    Tutti questi problemi sono solo un granello di sabbia negli infiniti eventi che si presentano ogni giorno.
    Méndez ha aggiunto a questo anche un cambiamento di paradigma nello stile di gioco. L’Argentina viveva la filosofia di giocare e rigiocare ogni pallone, ora è una squadra aggressiva che attacca ogni opzione. E il segno distintivo è la fame di gloria di una generazione che veste la maglia dell’Argentina da 12 a 15 anni. De Cecco e Pereyra hanno disputato il Mondiale Junior in Algeria nel 2005. Conte, Solé e altri giocatori che difficilmente vedono la loro famiglia e gli amici ad ogni pausa di campionato, vengono ad allenarsi in condizioni disastrose (sono quelle che esistono) per portare avanti e il alto  la maglia dell’Argentina.
    Queste condizioni fanno la forza e la voglia di graffiare della squadra. Questa nuova Nazionale argentina si forgiato la convinzione di voler vincere e in campo ha dimostrato che può farlo. E in ogni angolo del Paese, dove si gioca con palloni scoloriti, spesso con la pelle mancante che fa male alle mani, questa Olimpiade è una carezza per l’anima. È una vittoria dello sforzo di ogni persona durante questo viaggio.
    Qui esplodono i gruppi WhatsApp. I social parlano del ritiro di Luis Scola (basket), del trionfo di Las Leonas (hockey) e della pallavolo che lotterà per una medaglia per la terza volta nella sua storia. I media hanno dedicato alla pallavolo più tempo e spazio che mai nella loro storia.
    Nessuno sa come andrà a finire, ma sicuramente sarà un bel romanzo che nessuno vorrà finire. E questo dipenderà dalla pallavolo argentina, che ha davanti a sé un’enorme possibilità: capitalizzare questa visibilità che non raggiungeva dai Mondiali di pallavolo nel nostro Paese, nel 2002. Se si aggiungerà una medaglia, ovviamente, sarà poi ancora maggiore. Ma questa squadra ha già vinto: ha riabilitato il sentimento della pallavolo e ha accarezzato un Paese privo di gioie. LEGGI TUTTO