Quindi stasera (Segafredo Arena ore 21; diretta tv Raisport, Eurosport 2, Discovery +) la Virtus ha poche alternative, dopo aver visto frantumarsi in Gara-1 la striscia di 16 vittorie consecutive nei playoff. Milano ha in teoria la mente molto più libera. Certo alle sfide tra le due regine del basket nostrano bisognerà farci l’abitudine: il prossimo anno tra Eurolega ed eventuali playoff infiniti su ogni scacchiera, Segafredo e Armani potrebbero arrivare a 18 (diciotto!) sfide dirette, che sarebbe il record della galassia. Il futuro però è qui e adesso.
Radio e social sulla via Emilia polemizzavano alla vigilia soprattutto sul mancato sold out alla prima, peccato mortale per una finale a Bologna: in realtà c’erano circa 8.500 spettatori (10.000 posti disponibili), quindi un buon riempimento, ma la telecamera era puntata soprattutto sulla tribuna coi vuoti più larghi – quella da quasi 100 euro a seggiolino – mentre gli altri tre lati presentavano un colpo d’occhio migliore.
Non è stato un pienone come con Bursa in Eurocup, ma l’incasso non è mancato. L’Olimpia peraltro ha già annunciato il sold out in Gara 3 e 4, con un range di prezzi che tuttavia non è quello della Virtus succursale di Tiffany. Ieri il torpedone milanese è stato fotografato in piazza Azzarita, poiché la squadra di Messina si è allenata al PalaDozza. Il parquet della Fiera ha offerto martedì uno spettacolo modesto, con erroracci ‘promossi’ da due difese con la bava alla bocca. La migliore è stata chiaramente quella milanese, con Kyle Hines indiscusso signore degli anelli (10 rimbalzi, l’unico in doppia cifra) e mangiatore in testa ai lunghi virtussini, in primis al molle Jaiteh. Hines ha dettato: «La difesa è la nostra caratteristica. Lo è stata anche contro la Virtus. Me li aspetto ancora più fisici, e noi dovremo farci trovare pronti». A tratti è parso un remake del basket modello Limoges o di qualche versione del Pana o dell’Olympiakos: film con pochi colpi di scena, ma botte da orbi (legali, sia chiaro) e trama lineare.
Chissà se stasera sarà lo stesso. In ogni caso se lo staff di Massimo Zanetti vuol dar seguito agli ordini del patron («In Eurolega puntiamo a un posto tra le prime quattro, anche se sarà dura») deve darsi da fare anche durante le finali scudetto. Intanto spuntano due nomi per la Virtus che verrà: il primo è Amedeo Della Valle, svincolatosi da Brescia pagando pure di tasca propria. Mauro Ferrari, amministratore delegato della Germani, gli augura tutto il bene possibile per quella «collocazione da lui desiderata in ambito europeo». L’Mvp del campionato, 18.0 punti di media in 31 partite, trova a Bologna l’ambiente giusto e un minutaggio in proiezione consistente, grazie alla montagna di partite che attende la Segafredo.
La Virtus avrebbe quindi i migliori attor giovani italiani in difesa (Pajola) e in attacco (Della Valle), con Scariolo contento di aggiungere un tiratore affidabile, più quel Polonara che da tempo è dato in arrivo sotto le Due Torri. Il secondo nome caldo è ancor più un pallino del tecnico bianconero: Serge Ibaka, ultimo domicilio conosciuto Milwaukee, proveniente dai Clippers. Quest’anno il centro congolese di origine, ma dal 2011 in Nazionale spagnola, ha giocato 54 gare di regular season nell’Nba con 6.8 punti a partita, più 6 partite di playoff. La schiena del 32enne non è quella di un ragazzino, ma la presenza sotto canestro che Ibaka potrebbe garantire è tale da superare Jaiteh nelle gerarchie interne. Che il 2.08 campione Nba 2019 a Toronto sia fortissimo non ci sono dubbi. LEGGI TUTTO