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    Fritz contrario al coaching: “Smettiamola di rovinare l’aspetto mentale/strategico del tennis”

    Taylor Fritz a US Open 2024

    La fine della sperimentazione e seguente approvazione del Coaching nel tennis, novità diramata ieri dall’ITF con l’accordo degli altri massimi organi dello sport (ATP, WTA, tornei dello Slam), era pressoché scontata, ma non ha soddisfatto tutti i giocatori. Tra i più critici Taylor Fritz, finalista quest’anno a US Open (battuto da Jannik Sinner). Per il californiano questa regola rovina uno degli aspetti più affascinanti del gioco: il duello uno contro uno anche sul piano tattico e mentale. 
    “Possiamo smettere di rovinare l’aspetto mentale/strategico 1 contro 1 dello sport PER FAVORE” scrive il californiano, che in un successivo commento argomenta ulteriormente il suo punto di vista. “Ho una battuta con la mia squadra che “periodo di prova” in termini ATP significa solo che è una nuova regola permanente, ma chiamatela una prova così la gente non si agita… Siamo in questa prova da 2 anni, credo, ormai, il che dimostra in un certo senso il mio punto di vista”.

    Can we stop ruining the 1v1 mental/strategic aspect of the sport PLEASE https://t.co/bXVQFl0Fj9
    — Taylor Fritz (@Taylor_Fritz97) October 21, 2024

    Molti i commenti al post a veleno di Fritz, tra favorevoli e contrari. In linea col pensiero di Taylor troviamo tra gli altri Magnus Norman, ex n.2 del mondo e oggi stimato coach. “Sono d’accordo” scrive laconico lo svedese.
    Quello del coaching è e resterà una tema caldo nel tennis. Il giocatore sarà sempre padrone del suo destino sportivo, dovendo scegliere che colpi effettuare, che tattica eseguire, come muoversi sul campo nella rapidità dell’azione; tuttavia il poter ricevere continue informazioni dal proprio allenatore può essere un grande vantaggio quando nella concitazione del gioco non si riesce a trovare la contro mossa adeguata a ribaltare dei momenti negativi dell’incontro. Molti per esempio hanno fatto notare come Carlos Alcaraz spesso sia riuscito a cambiare l’andamento di un match grazie ai preziosi consigli di Juan Carlos Ferrero, il suo allenatore. Ci sarebbe riuscito senza poter ricevere il feedback dal suo angolo? Il dibattito è aperto.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO