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    L’Ordine dei giornalisti critica l’atteggiamento di Djokovic a L’Equipe: “È preoccupante”

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Le polemiche sono scoppiate quando Novak Djokovic ha ammesso di aver saputo di essere positivo al Covid-19 quando ha rilasciato un’intervista a L’Équipe lo scorso 18 dicembre. Questa risposta ha immediatamente scatenato l’indignazione sui social media, con molte critiche all’atteggiamento del numero uno del mondo, che si è tolto la maschera per il servizio fotografico, con l’Associazione internazionale dei giornalisti di tennis che ha voluto rilasciare una dichiarazione per condannare la situazione e lasciare un messaggio.
    “La notizia che Novak Djokovic non ha detto a uno dei nostri membri – e al resto del team de L’Équipe quel giorno – che era risultato positivo al Covid-19 è estremamente preoccupante. Come giornalisti, siamo molto attenti a rispettare tutte le regole del Covid-19 e ci aspettiamo che i giocatori facciano lo stesso. Inoltre, i giornalisti devono essere completamente vaccinati per viaggiare agli Australian Open di quest’anno”, si legge in una dichiarazione inviata alla CNN. LEGGI TUTTO

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    Il governo australiano sta concludendo il “caso Djokovic”, per la stampa nazionale si va verso l’espulsione

    Novak in allenamento a Melbourne. Riuscirà a giocare il torneo?

    Il destino di Novak Djokovic sembra segnato, si va verso la cancellazione del visto e la conseguente espulsione dal paese. Questa la conclusione che si attende la stampa australiana, dopo aver appreso da fonti governative che il caso si sta avviando alla conclusione dopo un’attenta valutazione di tutte le carte in tavola.
    Secondo il Daily Telegraph (e anche altri autorevoli organi di stampa), il governo federale nella notte di  mercoledì sta ancora lavorando sul caso, per ultimare i dettagli che porteranno alla revoca del visto di Djokovic, che gli costerà ovviamente l’Australian Open. Non ci sono conferme invece sull’applicazione della norma che prevede anche un ban dal paese per tre anni, dopo aver cercato di entrare in modo irregolare.
    Fonti accreditate affermano che il ministro degli interni Alex Hawke ha ritardato la decisione finale sull’opportunità o meno di invocare il suo potere discrezionale e annullare il visto di Djokovic perché il caso ha gravi implicazioni per le politiche di protezione delle frontiere imposte dal governo. Si ritiene che qualsiasi mossa per allentare le regole governative sull’immigrazione Covid e consentire al tennista numero uno al mondo di rimanere in Australia creerebbe un pericoloso precedente.
    La fonte ha affermato che il governo è pronto a resistere al contraccolpo internazionale che la decisione provocherà perché è nell’interesse nazionale e coerente con gli “sforzi in corso da due anni per controllare la diffusione del Covid”. È confermato tuttavia che ancora non è stata presa la decisione definitiva, sembra che sia prevista per domani (giovedì).
    La posizione di Djokovic si è aggravata anche per via delle sue dichiarazioni – riportare direttamente sui social – in cui si è scusato, confermando che il suo entourage ha commesso un errore sui suoi moduli di dichiarazione di viaggio. Ha anche usato il post per chiarire i tempi dei suoi test Covid positivi e le successive apparizioni pubbliche, confermando di aver incontrato persone nonostante fosse a conoscenza di esser positivo al virus.
    Questo post è stato probabilmente un autogol per la vicenda legale in corso: il team di Djokovic sperava che le parole del n.1 avrebbero tolto un po’ astio dalla questione, facendo risaltare il lato umano della vicenda, ma invece ha apparentemente evidenziato nette incongruenze nel caso legale di Djokovic e nelle dichiarazioni pubbliche del suo team. Un sondaggio online di News Corp ha raccolto oltre 35.000 voti con oltre l’80% degli australiani che sono a favore di una mossa del governo per rispedire a casa il serbo. Anche le dichiarazioni di alcuni colleghi, ed i tanti like posti da altri tennisti a chi ha esternato il proprio disappunto, fornisce un quadro di come il mondo del tennis stia vivendo dal di dentro questo caso.
    Comunque vada a finire la faccenda, l’immagine di Djokovic ha certamente subito un brutto colpo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Caso Djokovic: Il Governo Australiano “L’Australia, in quanto Paese sovrano, mantiene la massima discrezionalità su chi lascia entrare nel suo Paese”.

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Ormai mancano poche ora ed il giudice Anthony Kelly si pronuncerà sulla validità del certificato di esenzione dal vaccino anti-Covid presentato da Novak Djokovic per partecipare agli Australian Open.Il governo ha consegnato in tribunale una risposta di 13 pagine alla difesa fatta dal team di avvocati del numero uno del mondo.Nel documento si legge, tra l’altro, che il “diritto di ingresso in Australia per qualcuno che non è cittadino del paese non esiste” e che “il governo si riserva il diritto di revocare il visto di Djokovic anche se il serbo vincesse questo primo appello in tribunale”, facendo capire che un primo ‘round’ vinto dal leader ATP potrebbe essere solo l’inizio di un secondo ‘round’.
    Il tribunale di Melbourne ha pubblicato la risposta che il governo porterà in aula. Gli avvocati dell’esecutivo australiano sottolineano il fatto che il campione serbo «non è vaccinato», e dunque non in regola rispetto alle norme per rimanere nel Paese.
    Il governo australiano dice che l’infezione da Covid non è una motivazione sufficiente per ottenere l’esenzione medica e Djokovic non ha fornito ulteriori prove evidenti di controindicazione al vaccino. «L’Australia, in quanto Paese sovrano, mantiene la massima discrezionalità su chi lascia entrare nel suo Paese». LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic e i tanti dubbi sulla vicenda

    Novak Djokovic in data 17 dicembre 2021

    Seguiamo un po’ i fatti su quello che hanno dichiarato i legali di Novak Djokovic e sulla sua positività in data 16 dicembre 2021.
    Il deposito dell’atto al tribunale non è del tutto chiaro se il 16 dicembre fosse la data in cui è stato effettuato il test PCR o se fosse il giorno in cui ha ricevuto i risultati (o entrambi, i risultati possono spesso essere ottenuti in poche ore ora).
    Il 16 dicembre è stata una giornata molto impegnativa per Djokovic:Oltre ad aver fatto il tampone che poi è risultato positivo, Djokovic ha anche preso parte a una tavola rotonda senza mascherina e ha partecipato a una cerimonia interna senza mascherina per un francobollo fatto in suo onore quel giorno.
    Il 17 dicembre, il giorno *dopo* il presunto test PCR positivo di Djokovic del 16 dicembre, Djokovic ha partecipato a una cerimonia di premiazione per bambini presso il Novak Tennis Center.Ci sono molti post dei ragazzi che posavano per le foto con lui in quel giorno e senza mascherina.
    Una domanda è in sospeso: se Djokovic dichiarava di essere positivo al coronavirus negli ultimi sei mesi come motivo per un’esenzione, quando l’ha ottenuta? dato che la scadenza dei termini era il 10 dicembre, sei giorni prima della sua positività?
    “Mentre il processo sarà in corso, non ci saranno dichiarazioni pubbliche”, viene detto dal team PR di Novak Djokovic.
    Ricapitolando il tutto10 dicembre: scade la deadline per la richiesta di esenzione16 dicembre: Djokovic è positivo17 dicembre: Djokovic è immortalato al suo Tennis Center senza mascherina30 dicembre: Djokovic riceve l’esenzione da Tennis Australia LEGGI TUTTO

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    I legali depositano il documento: “Novak Djokovic ha contratto il Covid lo scorso 16 dicembre”

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Arrivano nuove notizie su Novak Djokovic.I legali del tennista serbo, che si trova in isolamento in un hotel a Melbourne da mercoledì scorso, hanno depositato un documento in tribunale.Novak avrebbe contratto il virus lo scorso 16 dicembre.
    Novak Djokovic, dice il documento, aveva contratto il Covid lo scorso 16 dicembre e per questo aveva ottenuto l’esenzione dall’effettuare in vaccino per entrare in Australia. E’ quanto affermano i legali del tennista serbo numero uno del mondo in un documento depositato in tribunale a Melbourne. “La data del primo test positivo per la PCR Covid è stata registrata il 16 dicembre 2021”, si legge in un documento depositato presso il tribunale federale, che cerca di ribaltare l’annullamento del suo visto per entrare in Australia.
    Djokovic ha anche chiesto di poter lasciare il Park Hotel di Melbourne, dove è in isolamento da mercoledì, per potersi allenare in vista dell’Australian Open, primo Slam della stagione al via il 17 gennaio. La richiesta è stata depositata dai legali al tribunale che nella notte tra domenica e lunedì deciderà se revocare l’annullamento del visto. LEGGI TUTTO