More stories

  • in

    Respira profondo e senti la bellezza che ti circonda, Jannik…

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    7-5 6-2. Il tabellone del Centre court più famoso al mondo segna questo score quando Jannik Sinner si siede sulla sua panchina, è in vantaggio di due set nei quarti di finale di Wimbledon 2022. Al di là della rete c’è semplicemente il più forte, il campione in carica, imbattuto nel torneo dal 2018, Mr. Novak Djokovic. Il mondo tennis è incollato alla tv, o aggrappato alle sedie del centrale, potrebbe accadere qualcosa di grosso, e totalmente inatteso. Con un tennis di una velocità, angolo e profondità formidabile, il 20enne azzurro è a un set dall’estromette dai Championships il migliore, soverchiato dalla quantità di accelerazioni di Jannik, tratti impotente, a tratti incredulo. Da sempre si respira qualcosa di magico su quel campo, solo chi ha avuto il privilegio di entrarvi lo può capire. Non solo vincere, ma anche il giocare o banalmente assistere dal vivo a un incontro nel “tempio” della disciplina è un’esperienza diversa da tutto quel che l’appassionato o professionista trova e prova nell’arco della lunga stagione, attraversando i 4 angoli del globo. L’atmosfera è elettrica.
    Djokovic si guarda svogliatamente intorno, non una smorfia. Infila dritto nella pancia dello stadio, toilette break. Dopo pochi minuti torna in campo, e inizia un film completamente diverso. Forse si è rinfrescato, forse si è solo guardato negli occhi davanti allo specchio degli spogliatoi e ha detto “cambiamo marcia”. Purtroppo per Sinner dall’avvio del terzo set la musica cambia. Novak alza il livello, non sbaglia più niente, ogni suo colpo diventa più profondo, più veloce, più efficace. Serve meglio annullando le ottime risposte dell’azzurro nei primi due set; comanda lo scambio e sposta Jannik a destra e a manca. Si prende palla dopo palla il campo e soprattutto la testa del giovane italiano. Tira su il cosiddetto “muro”, rimonta sino a vincere al quinto set, volando verso l’ennesima coppa di Wimbledon. Sinner esce sconfitto, per merito dell’impennata di qualità del fortissimo rivale, capace di migliorare sensibilmente ogni fase della sua prestazione, andando ad incidere su ogni minima incertezza e calo del giovane avversario. È anche una grande lezione per Jannik: se vuoi vincere uno Slam, devi essere in grado di tenere al massimo il tuo livello per tanto, tantissimo tempo. Non basta una partenza sprint o un allungo fantastico quando l’avversario è il più tosto e duro mentalmente.
    Perché ripercorrere quel che accadde un anno fa sul Centrale di Wimbledon per presentare la sfida n.2 ai Championships tra Jannik e Novak? Perché la funzione principale della storia è quella di ricordare e dare strumenti affinché le cose future possano andare diversamente, quando si è insoddisfatti di quel che accadde. O almeno provarci. Già, provarci… Jannik domani ci proverà di nuovo, con tutte le sue forze. Ha maturato un anno in più di esperienza ad alto livello, vinto grandi partite, viene da cinque vittorie consecutive nel torneo, ha modificato il servizio con risultati interessanti. Rispetto a dodici mesi fa ha inserito qualche novità nel suo gioco, conosce assai meglio le peculiarità dell’erba, dove il suo tennis di pressione sembra funzionare discretamente bene quando riesce a giocare sciolto e liberare la velocità del suo braccio. Le vittorie portano fiducia, andrà in campo senza niente da perdere. Tutti fattori positivi. Basteranno? La sensazione è che non solo Djokovic sia nettamente favorito, ma che servirà un suo “piccolo contributo” affinché l’azzurro riesca a compiere il miracolo, vincere ed issarsi in finale, quella che sarebbe la sua prima finale Slam. E la sensazione è che Novak stia così bene dal punto di vista fisico, tecnico e mentale che non avrà alcuna voglia di concedere niente a Jannik.
    Anzi, rivivere la storia potrebbe giocare proprio a favore del serbo. Se l’anno scorso entrò in campo non dico con sufficienza ma forse non temendo più di tanto Sinner, beh, stavolta non concederà nemmeno una briciola, è probabile che parta a tutta per far sentire subito la sua presenza. Avrà certamente visto e studiato Jannik nel torneo, e tirato la seguente conclusione: Sinner ha fatto meraviglie in vari fasi delle sue vittorie, ma appena si è irrigidito sentendo pressione, il suo miglior tennis è andato a gambe all’aria, perché solo producendo il massimo della spinta con braccio decontratto rende al massimo, “spacca” la palla con accelerazioni a velocità proibite e trova anche precisione. Criticare Sinner giunto in semifinale a Wimbledon può apparire ingeneroso, ma è corretto affermare che ha toccato un livello di gioco a tratti stellari reggendosi su equilibri ancora instabili. Lì passa la crescita, riuscire a gestire meglio i momenti “no”, le piccole fasi di down, cercando azzerarle o ridurle al minimo. Quando hai di fronte un Djokovic, non te lo puoi assolutamente permettere.
    Sinner per provare a vincere domani dovrà sfoderare la partita perfetta, a meno che Djokovic non sia per qualche motivo in cattiva giornata, o per assurdo senta lui la pressione (e difficilmente accadrà). Tenere almeno il 65% di prime in campo è il mantra per Jannik, altrimenti… no match. E altrettanto importante trovare il modo di rispondere tanto non solo per iniziare lo scambio. Questo è il punto tecnico più difficile, perché “Nole” sui prati grazie al lavoro con Boris prima e Goran poi ha messo su un servizio poco appariscente ma clamorosamente preciso. Con variazioni continue e zero punti di riferimento ha mandato k.o. un Federer stellare nel 2019, ha vinto quella mitica finale principalmente con questo. Jannik dovrà provare a bloccare, a tenere la palla bassa e non rendere facile per Novak il primo colpo dopo al servizio, quando l’equilibrio è ancora precario (e non sempre lui esce bene dal movimento del servizio). Bloccare e quindi alternare con una risposta ad alto rischio, incisiva, a costo di sbagliarne sì, ma per mettere pressione al servizio del rivale. Jan ha una buona risposta, ma domani dovrà eccellere. Come per la percentuale di prime, se risponde in modo conservativo o poco aggressivo, no match. Purtroppo.
    Non solo colpi d’inizio gioco. Djokovic è forte in tutto, non ha punti deboli. Ma anche lui ha limiti “umani” nei recuperi, quindi Sinner dovrà attaccare l’angolo, a costo di aprire il campo e subire delle infilate. Non ha molto senso starsene lì a tirare a campare, nessuno ha la resistenza a media velocità di Novak, pertanto meglio cercare lo scontro frontale, visto che la velocità di palla che può generare Sinner è notevolissima. Braccio sciolto, fiducia nel proprio rovescio, soprattutto quello lungo linea – e invece nel torneo ne ha rischiati pochi! – perché se c’è una fase tecnica nella quale Djokovic non è eccezionale è quando è costretto a correre a destra e tirare su palla molto bassa. Lì può farti il colpo eccezionale, e in quel caso… bravo lui, ma è un’esecuzione meno sicura di altre. Nel torneo Jannik ha trovato spesso delle bordate cross di diritto pazzesche per combinazione di angolo e velocità, questo colpo deve funzionare a tutta. È indispensabile. Altrettanto indispensabile che Sinner non vada in confusione tattica. Djokovic potrebbe esser così forte da non riuscire a “sfondarlo”, ma rischiare giocate per lui ancora a basse percentuali come le discese a rete potrebbe diventare un boomerang totale. Forse meglio la smorzata, fintando un attacco col diritto, ma senza esagerare perché “Nole” legge bene il gioco. “Nole”, purtroppo, è forte in tutto….
    Ci sarebbero anche altri aspetti che si potrebbero analizzare, ma meglio fermarsi qua. Sinner ha davanti l’impresa massima, pari al battere Nadal (sano) a Roland Garros. Molto difficile che ci riesca, Djokovic è davvero favorito, sta benissimo, ha da poco vinto lo Slam n.23, è sereno e focalizzato perché l’eventuale Grande Slam stagionale è ancora in piedi, e lui ne è pienamente consapevole. Speriamo di assistere ad una bella partita, e che Jannik giochi al suo meglio, senza paure, senza braccio bloccato, sfruttando tutta l’eccezionalità del momento. Divertendosi, come ogni giorno gli dice il suo coach Darren Cahill, perché giocare sul Centre court è un privilegio e non vale la pena buttare tutto alle ortiche sabotandosi per troppa pressione. Darren è uno che la vende lunga, conosce benissimo il gioco e ora anche Jannik. Ha capito alla perfezione che il nostro per eccellere deve sentirsi comodo in campo. Guarda le tribune Jan, guarda quell’erba sotto i tuoi piedi, respira profondo e senti la bellezza che ti circonda. Chiudi gli occhi e pensa solo a godertela. Chissà…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Le prime due teste di serie puntano la finale di Wimbledon. Djokovic: “Sono il favorito”, Alcaraz: “Posso vincere”

    Carlos Alcaraz (foto social dello spagnolo)

    C’è ancora una semifinale di mezzo, e molto importante per i nostri colori visto che Jannik Sinner sarà domani uno dei protagonisti, ma Novak Djokovic e Carlos Alcaraz già “guardano” il match per il titolo, considerandosi favoriti per la vittoria. Così hanno parlato ieri nelle rispettive conferenze stampa il serbo, detentore del titolo, e il giovane n.1 iberico. Sotto gli occhio della stella dell’NBA Jimmy Butler, diventato amico di Carlos, l’attuale leader della classifica mondiale ha incantato contro Holger Rune, andando a prendersi con grandissima classe i punti decisivi nei primi due set. Clamorosa la risposta vincente sul set point del secondo parziale, altrettanto bello il rovescio in corsa nel tiebreak del primo. Alcaraz efficace, veloce, molto determinato. Ha poca esperienza sui prati, ma ha già imparato molto in fretta come far esplodere tutta la qualità del suo tennis. Per questo è fermamente convinto di poter vincere il torneo.
    “Tutti sanno che Djokovic è il principale candidato alla vittoria, è molto chiaro, ma la sensazione che anche io in questo momento possa farcela. Ho fiducia, un livello di gioco alto, e direi di sì, sento di poter mantenerlo”. Netta la risposta a chi gli faceva notare che Rune abbia affermato di non essersi sentito al meglio: “Ognuno può dire quello che vuole. Forse è vero. Ma uno Slam dura due settimane. Non ti sveglierai mai perfetto, non ti sentirai mai perfetto e devi affrontare quelle sensazioni, devi giocare e dare la tua versione migliore. Sono sicuro che i grandi tennisti che hanno vinto tanti tornei, non si sono sempre sentiti al cento per cento…”.
    Ancora abbiamo negli occhi i suoi crampi di tensione nella semifinale di Parigi affrontando Djokovic. Così risponde Carlos: “Sono cose che devi affrontare e da cui imparare. Ho imparato molto da ciò che ho sbagliato e so cosa posso migliorare. Ho la possibilità di migliorare tutto ciò che ho sbagliato al Roland Garros. Provare un’altra routine prima delle semifinali insieme alla mia squadra, magari parlarne di più. E la verità è che ci sono tanti modi in cui posso fare meglio. Lo faremo venerdì”.
    La chiave dei suoi successi? Prendere di petto i momenti difficili del match, dando il proprio massimo: “Ho sempre detto che è questa la differenza tra l’essere un buon giocatore e un ottimo giocatore. Nei momenti chiave è dove bisogna mostrare il tuo massimo, il coraggio che hai. Per me è la differenza. Quello che cerco è di essere coraggioso, fedele al mio stile e fare di tutto. Per questo, in quei momenti, alzo livello. Ed è vero che in quei momenti cerco di arrivare a una prestazione superiore, così alta che l’altro non possa raggiungermi”.
    Djokovic di par suo è molto sereno e sicuro. “Non voglio sembrare arrogante, ma ovviamente mi considero il favorito. A giudicare dai risultati che ho avuto nella mia carriera qui, dalle quattro precedenti edizioni di Wimbledon che ho vinto e dal raggiungimento di altre semifinali, mi considero il favorito, sì”.
    Per molti Djokovic vs. Alcaraz sarà la finale dei Championships 2023. Prima ci sono due semifinali da vincere, con Medvedev e Sinner da battere. LEGGI TUTTO

  • in

    Il Dato Straordinario dell’efficienza di Djokovic nei Tiebreak

    Novak Djokovic classe 1987, n.2 del mondo – Foto Getty Images

    Novak Djokovic continua a consolidare la sua leggenda, stabilendo statistiche che sembrano assolutamente ineguagliabili. Una di queste fa riferimento alla sua efficacia nei tiebreak: è diventato il primo giocatore in tutta l’Era Open ad essere in grado di vincere 13 tiebreaks consecutivi nei Grand Slam.
    Questo traguardo è un risultato straordinario, che mostra chiaramente la forza mentale e competitiva di una vera leggenda del tennis. La sequenza di vittorie nei tiebreak dimostra la sua incredibile capacità di concentrarsi e mantenere la calma anche nelle situazioni più difficili e pressanti. Queste sono qualità fondamentali in un tiebreak, dove ogni punto ha un peso enorme.
    Oltre a questo record fenomenale, ricordiamo che il serbo è in striscia positiva e aperta di tiebreak vinti nel 2023: da quello vinto a Roma contro Etcheverry, ne ha infilati altri 11 consecutivamente (6 a Roland Garros e 5 finora a Wimbledon), per un totale di 12. Altro dato notevole che conferma quello storico negli Slam.
    È importante comprendere il significato di questo dato. Essere in grado di vincere 13 tiebreak consecutivi in tornei del Grand Slam – gli eventi più prestigiosi nel tennis – è un’impresa che pone Djokovic su un piano completamente diverso rispetto agli altri giocatori. La sua capacità di dominare in queste situazioni di pressione riflette la sua eccezionale abilità tennistica, la sua resistenza mentale e il suo spirito combattivo. Tutti ricordiamo ancora la storica finale 2019 vinta contro Federer ai Championships, un match nel quale lo svizzero giocò meglio – anche a detta di Novak -, ma nel quale il serbo vinse i tre tiebreak, incluso quello decisivo nel quinto set che allora si disputò sul 12 pari.
    Djokovic cercherà di aumentare questo record e di continuare la sua ricerca del titolo a Wimbledon 2023. Il campione serbo, noto per la sua insaziabile voglia di vincere, non si fermerà di certo qui. LEGGI TUTTO

  • in

    Wimbledon, parola ai big. Djokovic: “Non ho bisogno di Alcaraz o nessun altro per sentirmi motivato”

    Novak Djokovic, campione in carica ai Championships

    Nel classico media day pre torneo, i big hanno parlato alla stampa sulle proprie aspettative per i Championships di Wimbledon, al via domani con il Centrale inaugurato come da tradizione dal campione in carica Novak Djokovic (e poi anche da Jannik Sinner nel terzo match in programma). Il n.1 al mondo è sempre più motivato e a caccia di record. Ormai la sua è una cosa non tanto contro gli avversari ma con la stessa storia della disciplina. Proprio confermandosi campione a Wimbledon, segnerebbe un altro straordinario primato al suo palmares.
    “C’è sempre qualcuno là fuori pronto a dare battaglia. C’è sempre stato e sempre ci sarà” afferma Novak. “Carlos è un ragazzo molto simpatico che si comporta in modo molto maturo per i suoi 20 anni. Ha già ottenuto molti riconoscimenti nella storia del gioco per essere così giovane. Penso che sia eccellente per lo sport, porta molta intensità ed energia in campo. È anche umile e ha una personalità piacevole fuori dal campo. Penso che per qualcuno della sua età, tutto quello che sta facendo è impressionante. Con la sua squadra, ovviamente, ha nel suo box Juan Carlos Ferrero, che può guidarlo. Hanno lavorato molto bene come una squadra. Ma tuttavia non ho bisogno di Carlos o di nessun altro per trovare quella spinta e motivazione in più quando gioco un torneo del Grande Slam perché so che devo vincere sette partite per alzare la coppa. Quindi chiunque io abbia dall’altra parte della rete non fa differenza per me. So benissimo quello che devo fare. La maggior parte della mia attenzione è focalizzata sul mio corpo, sulla mia mente e sul mio gioco, cercando di portarlo allo stato ottimale in cui sto dando il massimo in ogni partita”. Sicurissimo, vincente, Djokovic sarà nettamente l’uomo da battere. Come sempre, del resto.
    Daniil Medvedev si dice pronto a lottare per dire la sua, molto motivato a brillare dopo l’assenza forzata dello scorso anno per i noti motivi legati all’invasione della Russia all’Ucraina, e risultati al di sotto delle sue aspettative nei primi due Slam della stagione. “I primi due Slam dell’anno non sono stati quello che mi aspettavo, quindi voglio davvero fare bene qui a Wimbledon. Sono arrivato martedì per potermi adattare bene ai campi, ho obiettivi alti qui. So che avrò avversari impegnativi fin dall’inizio, ma voglio dimostrare di poter giocare molto bene su questa superficie. Sento di potercela fare. Non lo crederete ma anni fa la mia superficie preferita era proprio l’erba, ma in questo momento ho ottenuto risultati migliori sulla terra battuta rispetto ai prati, oltre ovviamente ai campi in duro dove ho vinto di più. L’anno scorso ho fatto due finali nei tre tornei che ho giocato, questo mi dà fiducia. Penso di dover solo trovare il mio ritmo. Ogni volta che vengo qui rimango stupito da tutto, è il miglior torneo del mondo” conclude il moscovita.
    Andy Murray è capitato nella zona più “minata” del tabellone, con una serie di avversari impressionanti. Tuttavia il vecchio leone scozzese è sicuro di poter ancora dire la sua sui prati. Ricordiamo che Andy è, insieme a Djokovic, l’unico tennista in gara ad aver trionfato (due volte) ed è esattamente l’ultimo giocatore in tabellone aver battuto Novak nel torneo, nella finale di 10 anni fa… “Mi sento molto bene sotto ogni punto di vista, arrivo con un buon ritmo avendo giocato molte partite e voglio davvero competere alla grande” afferma Murray. “Questo è sempre stato il torneo più importante per me ogni stagione e man mano che mi avvicino alla fine della mia carriera, voglio cogliere ogni opportunità che si presenta. Sento di essere in un’ottima posizione per esprimere il mio miglior tennis e mi dà un’enorme fiducia sapere che c’è solo un tennista con più esperienza e successi di me, ovviamente Djokovic. Sono uno dei pochi che l’hanno battuto qui (l’unico, in realtà, ndr), so di essere tra i migliori al mondo sull’erba e mi sento benissimo fisicamente, quindi devo approfittare di tutto questo per fare un grande torneo”.
    Immancabile la domanda sul suo ritiro. Così risponde Andy: “Non puoi mai sapere quante altre volte potrai provare qualcosa come competere a Wimbledon, non puoi dare nulla per scontato. Ho iniziato a pensare al mio ritiro durante la mia partecipazione agli Australian Open di quest’anno perché ho capito che non posso andare avanti così per sempre. Vorrei ritirarmi a modo mio, essere competitivo fino in fondo e non spingere l’anca al limite per subire un altro grave infortunio che finirebbe per accelerare o forzare il mio ritiro. Ho un’idea di quando vorrei smettere, ma non voglio annunciare nulla, tutto può cambiare velocemente. Ho ancora un periodo di tempo nel quale sento di poter competere al meglio, ma so che non durerà a lungo” conclude lo scozzese.
    Poche ma molto precise le parole del finalista dello scorso anno, Nick Kyrgios. Quest’anno purtroppo il talentoso e discusso australiano si presenta a Wimbledon in grave ritardo di condizione, per l’intervento al ginocchio subito lo scorso gennaio. Nelle sue prime uscite sui prati, il suo tennis e soprattutto la sua condizione fisica è parsa lontanissima da quell’eccellenza che lo isso in finale nel 2022. “L’anno scorso mi è mancata solo una vittoria per arrivare a completare il mio sogno, ma sono certo di aver perso dal miglior giocatore di sempre” afferma Kyrgios. “È stato incredibile. Ho sofferto e lavorato per tutta la vita per ottenere un buon risultato in questo torneo. La finale sarà ricordata per il resto della mia vita. È una sensazione davvero speciale. Penso che tutti i tennisti, alla fine, lavorino molto duramente per ottenere uno di questi risultati in un Grande Slam”. LEGGI TUTTO

  • in

    Novak Djokovic conferma la sua partecipazione al Giorgio Armani Tennis Classic prima di Wimbledon

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Dopo che l’anno scorso gli è andata bene, Novak Djokovic ha deciso di ripetere la sua routine prima di Wimbledon 2023. Il serbo parteciperà al torneo di esibizione di Hurlingham, il Giorgio Armani Tennis Classic, dove giocherà giovedì 29 giugno contro Frances Tiafoe. In questo modo, Nole avrà l’opportunità di abituarsi all’erba proprio prima di cercare di difendere la sua corona all’All England Tennis Club. Di conseguenza, questo torneo di esibizione aumenta la sua importanza per la prossima settimana, vantando tennisti del calibro dello stesso Djokovic, Alcaraz, Rune, Ruud e Norrie. LEGGI TUTTO

  • in

    Djokovic vince il Roland Garros 2023 a 36 anni: quali sono i suoi segreti per mantenersi in forma?

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Getty Images

    Novak Djokovic ha vinto il suo torneo del Grand Slam numero 23 e all’età di36 anni è diventato il tennista più vincente in assoluto in questa categoria staccandoNadal a quota 22.Anche per quanto riguarda i titoli ATP Djokovic domina la classifica dei tennisti ancora in carriera con 94 titoli all’attivo: ma quali sono i suoi segreti per restare in forma alla sua età?I segreti di Djokovic per restare in forma sono allenamento, dieta e yoga , scopriamolo nei prossimi paragrafi in un’analisi dettagliata.
    Alimentazione corretta e dieta sanaAnche se il tennista più forte al mondo ha eliminato il glutine la sua dieta presenta tuttii nutrienti per fornire le giuste energie e continuare a tenere performance in campoeccelse. Il regime alimentare di Djokovic è bastato principalmente sulla carne peracquisire tutte le proteine necessarie ad aggiustare e rinforzare i muscoli rotti dagliallenamenti e durante le gare, infatti, il tennista serbo è onnipresente in tutti i torneiATP più importanti.Il carburante ideale per Djokovic rimane anche la base vegetale dei nutrienti utili ad eliminare le tossine e gestire il livello di energia sia negli allenamenti che nelle gare,l’utilizzo di integratori per gli altri nutrienti base si può acquistare in polvere, per compensare il bilancio dell’alimentazione.
    Allenamenti fisici e mentaliIn diverse interviste degli ultimi periodi il campione serbo ha dichiarato che il suo corpoha bisogno di più tempo per recuperare, anche se dalle gare disputate e dai match vintinel Roland Garros 2023 contro Alcaraz in semifinale e Ruud in finale, non sembraproprio così.La mattina inizia con lo stretching dopo una sessione di yoga di 20 minuti, dopocolazione il campione serbo scende in campo per circa 1 ora e 30 minuti con lo sparringpartner.Dopo pranzo la sessione di allenamento prevede palestra, bande elastiche e pesi, perpassare poi al recupero muscolare e al lavoro tecnico di stretching.Nelle sessioni di allenamento non mancano la cyclette, la palla da fitness per il recuperomuscolare, squat, jumping jack, affondi e piegamenti.Gli allenamenti fisici costanti e tutti i training mentali che Djokovic effettua pertemprare lo spirito lo mettono in condizioni di affrontare anche tennisti più giovani dilui ottenendo dei risultati straordinari. Un altro segreto della sua forza mentale sulcampo da tennis è sicuramente lo yoga.
    Yoga insieme alla moglieDjokovic pratica yoga insieme alla moglie tutti i giorni, nello specifico si tratta diAerial Yoga e Acro Yoga, due delle varianti più complesse di questa disciplina, cheassume dei connotati fondamentali insieme alle sessioni di allenamento. L’asso serbopratica yoga non solo appena sveglio ma anche prima di andare a dormire. LEGGI TUTTO

  • in

    Kyrgios: “Auguro a Djokovic di vincere 30 Slam. A Wimbledon posso fermarlo solo io”

    Nick Kyrgios

    Dopo la pessima prestazione al rientro a Stoccarda, Nick Kyrgios spera di ritrovare un tennis assai più efficace nel suo secondo torneo stagionale, sull’erba di Halle la prossima settimana. L’australiano è appena rientrato sul tour dopo il lungo stop necessario per recuperare dall’operazione al ginocchio subita durante gli Australian Open, torna cui dolorosamente ha dovuto rinunciare.
    Prima di spostarsi ad Halle, Kyrgios ha rilasciato alcune dichiarazioni all’emittente Sky sport, nelle quali tra una battuta e l’altra si detto felice per l’ennesimo record segnato da Djokovic, al quale augura ancora molti successi. Per Nick chi spera che Djokovic possa perdere motivazione per l’aver alzato lo Slam si sbaglia di grosso, e vede se stesso come unico possibile rivale per la coppa di Wimbledon.
    “Spero che Novak arrivi a 30 Grand Slam, questo mi farebbe sembrare migliore, perché ho perso contro di lui nella finale di Wimbledon (ride). È un traguardo impressionante. So quanto lavora sodo, quanto significa tutto questo per lui, soprattutto sapendo che ha saltato alcuni tornei del Grande Slam, visto che in alcune occasioni non è riuscito a entrare in diversi paesi. Potrebbe averne 24 o 26 in questo momento, so che ha fame di altre vittorie. La gente pensa che rallenterà, io penso solo che questo gli darà ancora più motivazione. Spero che raggiunga 28 o 30 Slam”.
    “A Wimbledon sarà ancora il favorito. Chi lo può fermare? Se non potrò farlo io, non lo potrà fermare nessun altro “, conclude Nick. LEGGI TUTTO

  • in

    Tipsarevic: “Djokovic può essere il miglior sportivo della storia”

    Novak Djokovic con la terza coppa a Parigi

    Con il 23esimo titolo Slam vinto domenica scorsa a Roland Garros, Novak Djokovic ha infranto il record assoluto per successi nei Major al maschile. Davanti a lui solo la leggendaria australiana Margaret Smith Court con 24, obiettivo diventato più che possibile per il serbo, magari già sui prati di Wimbledon dove sarà il naturale favorito per alzare di nuovo la coppa più iconica della disciplina (che tra l’altro detiene).
    L’esser diventato il leader assoluto per vittorie negli Slam, sommato a tantissimi altri record (come le settimane da n.1 del ranking), pone Djokovic in buonissima posizione nell’annoso dibattito sul GOAT, il migliore di sempre. Ma c’è chi alza ancor più l’asticella, considerando Novak non solo il miglior tennista ma addirittura il miglior sportivo di sempre. È Janko Tipsarevic a parlarne, in un’intervista rilasciata a Roland Garros dopo la terza vittoria del connazionale sul rosso del Bois de Boulogne.
    “So di essere di parte, dato che è uno dei miei amici più cari, ma per me la discussione sul più grande nel tennis è terminata due anni fa”, ha detto il 38enne ex top10. “Non aveva nemmeno bisogno di vincere uno Slam in più di Rafa o altro per essere il GOAT del tennis. La domanda che credo dobbiamo iniziare a porci da qua in avanti è la seguente: è il più grande atleta di tutti i tempi?”
    “Ammetto che sia una cosa è molto difficile da misurare, perché non puoi misurare i risultati tra discipline differenti – abbiamo visto Tom Brady, o che si tratti di Muhammad Ali, (Lionel) Messi o qualsiasi altro, questa parte non è misurabile, ma questa è una discussione che potremo potenzialmente affrontare, perché quella relativa al GOAT sul tennis è, per me, semplice, con tutto il rispetto per i suoi concorrenti”, continua Janko.
    La vera differenza tra lui e tutti gli altri, compresi i più forti rivali, a detta di Tipsarevic sta nella sua mentalità, nella forza mentale. “La parte della sua grandezza non misurabile è nella testa. Non puoi misurare quanto mentalmente sia in grado di controllare le sue emozioni, il ritmo, controllare come reagisce, come si comporta, controlla la partita. Questa parte arriva con l’esperienza. Quindi, se parliamo puramente di esecuzione dei colpi, no, ha giocato meglio in altri tornei rispetto a quest’ultimo Roland Garros, ma mentalmente lo è, è sempre più forte. La sua mente corre a 700 miglia all’ora, è molto difficile per lui concentrarsi su una cosa in particolare. Ovviamente ha un incredibile facilità nel premere una sorta di pulsante di accensione e spegnimento in termini di concentrazione solo per i grandi eventi, ma anche per aumentare il suo livello partita dopo partita. Novak non è lo stesso giocatore nel primo round rispetto alle finali. Quello che sta facendo è in realtà senza precedenti e non parlo di numero di vittorie”. LEGGI TUTTO