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    Nadal si cancella da US Open e annuncia che non giocerà più nel 2021

    Rafa Nadal, ancora problemi al piede

    La notizia era nell’aria, da pochi minuti è diventata ufficiale. Rafa Nadal chiude qua il suo 2021, niente US Open e stagione autunnale. Ecco l’annuncio di Rafa, scritto sui propri social.
    “Volevo informarvi che purtroppo devo concludere la stagione 2021. Onestamente, soffro molto più di quanto dovrei con il piede da un anno e ho bisogno di prendermi un po’ di tempo. Dopo averne discusso con la squadra e la famiglia, questa decisione è stata presa e penso che sia la strada da seguire per cercare di recuperare e recuperare bene.È un anno in cui mi sono mancate cose che contano molto per me, come Wimbledon, come le Olimpiadi, come saranno ora gli US Open, come tanti altri eventi che sono importanti. Quest’ultimo anno non ho avuto la possibilità di allenarmi, prepararmi e competere nel modo in cui sono solito farlo, alla fine arrivo alla conclusione che quello che mi serve è un po’ di tempo per riprendermi per cambiare una serie di cose, per cercare di capire quale è stata l’evoluzione del problema al piede negli ultimi tempi. Non è un infortunio nuovo, è un infortunio che ho dal 2005 e non mi ha impedito di sviluppare la mia carriera sportiva in tutti questi anni. Se è vero che è da un po’ che le cose non vanno come dovrebbero, come tutti vorremmo, è ora di prendere delle decisioni, cercare un tipo di trattamento leggermente diverso per trovare una soluzione a questo problema o almeno migliorarlo, per continuare ad avere opzioni per i prossimi anni.Resto con il massimo entusiasmo e predisposizione a fare tutto il necessario per recuperare la migliore forma possibile, continuare a competere per le cose che mi motivano davvero e per le cose che ho fatto in tutti questi anni. Sono convinto che con il recupero del piede e ovviamente uno sforzo quotidiano molto importante tutto questo si possa raggiungere. Lavorerò il più duramente possibile per realizzarlo.Grazie in anticipo per tutto il supporto, la comprensione e tutte le vostre manifestazioni di affetto che sono molto importanti e di più in tempi difficili come questi.Vi prometto che quello che farò è lavorare sodo per cercare di continuare a godermi questo sport ancora per un po’.Un grande abbraccio a tutti”.

    Hola todos: quería comunicaros que desgraciadamente tengo que poner fin a la temporada 2021.Sinceramente llevo un año sufriendo mucho más de lo que debería con con mi pie y necesito tomarme un tiempo.
    — Rafa Nadal (@RafaelNadal) August 20, 2021 LEGGI TUTTO

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    Tsitsipas non si vaccinerà “finché non sarà obbligatorio”. Ma è stato testimonial della campagna anti-covid in Grecia

    In questa calda e “pazza” estate, arriva una notizia quantomeno particolare da Cincinnati. Il n.3 del mondo Stefanos Tsitsipas ha dichiarato alla stampa di non essersi ancora vaccinato. Rispondendo alla domanda di un giornalista statunitense, che gli chiedeva se fosse già vaccinato contro il Covid-19 o intendesse usufruire della possibilità di farlo nei tornei nord […] LEGGI TUTTO

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    Il problema di Nadal al piede è la Sindrome di Müller-Weiss, ne soffre dal 2005

    Rafael Nadal, 20 volte campione Slam

    Dopo la “derrota fatal” patita in semifinale nel suo Roland Garros per mano di Novak Djokovic, Rafael Nadal ha trascorso un lungo periodo di riposo e riabilitazione, rientrando solo a Washington. Un rientro amaro, poiché un serio problema al piede l’ha penalizzato fin dal primo incontro, venendo poi estromesso al secondo match da Llyod Harris. Francis Roig (un membro del suo team) aveva parlato per primo del fastidio al piede sinistro di Rafa, che l’avrebbe penalizzato già durante Roland Garros la scorsa primavera. Da qui la necessità di uno stop, riposo, fisioterapia.
    Nadal in quel di Washington aveva tagliato secco, “ho già riposato abbastanza, sono consapevole del problema al piede, devo lavorare sperando che migliori, e imparare a conviverci quando si presenta”. Tuttavia il fastidio è stato così forte non solo da penalizzarlo sul cemento della Capitale statunitense, ma tanto da imporgli uno stop sia questa settimana a Toronto che nella prossima, a Cincinnati.
    Il media iberico puntodebreak ha approfondito il problema di Nadal, grazie al consulto di una specialista in podologia di Valencia, Pilar Nieto. Secondo quanto raccolto, il problema sofferto da Rafa viene addirittura dal 2005, è la Sindrome di Müller-Weiss, che lo ha influenzato pesantemente negli anni, e la cui diagnosi ha addirittura rischiato di comprometterne la carriera professionistica.
    Le prime avvisaglie del problema si presentarono a Shanghai, nel 2005. Lo ha rivelatoNadal lo scorso novembre nel programma “La mia casa è tua”: “Il giorno seguente all’ultima partita, mi svegliai e zoppicavo: avevo una piccola malattia dello scafoide che, essendo più sottile, si è spezzato a metà. Da allora si è formato un bozzo in quella zona separata”.
    Nonostante molti consulti, non fu trovata una soluzione definitiva. Alcuni specialisti lo ammonirono sul fatto che la situazione poteva degenerare a tal punto da interromperne la carriera Pro. Alla fine uno specialista intuì che si trattava della Sindrome di Müller-Weiss, una malattia non così frequente che si genera nell’infanzia, sebbene appaia solo con il passare degli anni e quando le articolazioni vengono sottoposte a forte stress. La soluzione? Rivela Rafa: “Ho utilizzato un plantare molto aggressivo che devia il fulcro del piede sinistro”.
    Pilar Nieto, presidente dell’Illustre Collegio Ufficiale dei Podologi della Comunità Valenciana, ha parlato di questa situazione in un articolo. “La malattia di Müller-Weiss è degenerativa ed è una displasia dello scafoide tarsale, una deformità di una delle ossa situate nella parte centrale del piede, è essenziale per la sua mobilità”. Continua la specialista: “Inoltre, a causa dei suoi sintomi, del modo in cui si manifesta, l’artrosi che di solito si presenta e che è percepibile solo attraverso la radiologia è solitamente difficile da diagnosticare fino a quando non è avanzata. Lo scafoide è un osso essenziale nella biomeccanica del piede ed è l’ultimo osso ad ossificarsi nel nostro sviluppo, per cui potremmo dire che lo rende più vulnerabile. Al di là della progressiva scomparsa del dolore nella zona, Rafa ha subito delle lesioni in altre parti del corpo, avendole sovraccaricate per cercare di evitare movimenti bruschi col piede. Infatti, i problemi fisici alle ginocchia (ai tendini delle rotule in particolare) sono una conseguenza della Sindrome di Müller-Weiss”.
    Questa la spiegazione medica del problema, che a quanto pare viene da lontano. Non resta che aspettare notizie dal team dell’iberico. US Open si avvicina, forse ultimo obiettivo stagionale di Nadal, per cercare di strappare il tanto agognato 21esimo Slam, staccandosi dagli eterni rivali Djokovic e Federer. Sarà in grado di giocare al meglio delle sue possibilità, e… giocherà?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Nadal: “Ho bisogno di sentire meno dolore al piede”

    Rafa in campo a Washington

    Rafa odia perdere. L’ha dimostrato una volta di più ieri notte, quando è venuto a capo di un match che si è fatto difficilissimo vs. Sock nel proprio esordio sul cemento USA. L’americano non ha “disimparato” a giocare a tennis: nonostante il clamoroso crollo che l’ha fatto precipitare dalla top10 a zero punti in classifica, in uno stadio pieno e contro un rivale così grande è riuscito a tirare fuori quei colpi potenti, quel servizio bomba, quella voglia di lottare sino al tiebreak decisivo che l’aveva issato tra i migliori. Bravo Sock, ha dimostrato a se stesso che può tornare a buoni livelli se riuscirà a ritrovare la voglia di soffrire nei primi turni di piccoli tornei e riavvolgere i fili del suo gioco e della sua psiche.
    Rafa ha giocato così così, era scontato dopo una pausa così lunga. Fisicamente sta bene, lo si è visto e lo ha detto lui stesso, ha lavorato sodo prima del rientro. Ma qualcosa non va. Ad un certo punto del match il suo incedere si è fatto più incerto. Avvertiva dolore al piede, a tratti sembrava zoppicare, o almeno trascinarsi per il campo di “garra”, non si fluidità e potenza. Tutto questo perché il cuore di un campione non muore mai, non gli consente di mollare, e lo si è visto nella lucidità con cui ha dominato il tiebreak decisivo. Da campione, da killer sportivo.
    Resta da valutare il suo piede, quel dolore che Rafa ha ammesso di avvertire nella press conference post partita, della quale riportiamo alcuni passaggi.
    “È stata una bellissima serata per energia, il pubblico è stato incredibile. Il supporto della città fin dal primo giorno in cui sono arrivato è stato il più grande che abbia mai avuto nella mia carriera, sono molto felice di visitare Washington e giocare qui per la prima volta. La partita non è stata facile, credo di aver iniziato più o meno bene il primo set, ma poi sono stato male nel secondo. In quel momento ho cominciato a soffrire con il piede, a soffrire troppo. Jack ha fatto grandi punti, non riuscivo a sfondarlo con i miei colpi e non potevo girare lo scambio quando lui aveva l’iniziativa. È stata dura, ma ho finito la partita giocando meglio, questo è l’importante. Spero di essere pronto domani”.
    Rafa non è contento del suo rendimento al servizio: “Il mio servizio avrebbe potuto essere migliore, ho tenuto una percentuale troppo bassa. Quando apri la porta a un giocatore come lui, tutto diventa più complicato, non è mai facile giocare contro Jack, ti ​​fa molto male, anche se tende a sbagliare diverse palle. È importante rimanere solido e farlo giocare da posizioni difficili, cosa che ho provato per tutta la partita. Alla fine sono riuscito a rifarlo, come nell’ultima parte del primo set, ma era scontato che non sarebbe stata una partita facile dopo due mesi senza giocare e la situazione del mio piede. Alla fine conta di esser ancora in gara, ho lottato e domani potrò tornare a giocare, è una bella notizia”.
    Nadal quindi ha spiegato la situazione del piede: “Fisicamente sto bene, ho soltanto bisogno di avvertire un po’ meno dolore al piede, questa è la verità. È chiaro che ho bisogno di disputare altre partite come questa per ritrovare la forma dopo non aver gareggiato per così tanto tempo, ma questo fa parte del processo, qualcosa che conosco bene. Ho passato tutto questo molte volte nella mia carriera, quindi è qualcosa che non mi preoccupa. Si tratta anche di vincere questo tipo di partite, che ti aiuta a essere migliore. Poi, se riuscirò a migliorare il problema al piede, penso che il resto verrà passo dopo passo. Cosa fare col piede? No, non mi serve altro riposo, ho riposato abbastanza a lungo, quindi non si tratta di riposarsi di più, è ora di andare avanti. Dopo un match così lungo non ho bisogno di allenarmi molto, domani avrò un breve allenamento e cercherò di essere pronto per la partita, so che davanti a me ci sarà un altro avversario tosto. Vedremo, domani sarà un altro giorno, un’altra occasione per giocare davanti a questo pubblico incredibile. Vedremo come andrà il dolore. Dovrò gestirlo sperando che migliori”.
    Stanotte contro Lloyd Harris ne sapremo di più. Rafa punta dritto a US Open, ma sembra indispensabile risolvere questo dolore al piede per essere in grado di sprintare e lottare su 5 set contro i migliori.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Nadal: “Noi sportivi siamo sotto pressione, ma siamo anche super fortunati”

    Rafa si allena a Washington

    Rafael Nadal è davvero l’uomo della settimana, attesissimo il suo rientro all’ATP 500 di Washington, dove spera di riprendere il miglior ritmo in vista di US Open. L’iberico ha rilasciato una intervista a Norah O’Donnell di CBS News, in cui parla del suo momento e del tema “caldo” di questa estate, la pressione sugli sportivi e la salute mentale. Ecco alcuni estratti del pensiero di Nadal.
    “Non mi sento affatto al 100%, devo ancora lavorare molto. Ho avuto dei problemi fisici, sono stato lontano dalle gare per diverse settimane. È stato brutto rinunciare a Wimbledon e alle Olimpiadi, ma ho dovuto farlo. Spero di essere in buona forma per l’inizio del torneo”.
    La corsa al record di più Slam vinti è sempre in prima pagina… “Onestamente, è importante come lo è sempre stato. Il fatto che Novak ne abbia 20, Roger ne abbia 20, io anche io sia a 20 non aumenta la motivazione per me, o la pressione. Il mio approccio non cambierà. Rimango sempre lo stesso, continuo a fare a modo mio. Se Novak o Roger giocano in un Major e vincono, ok, ben fatto per loro. Non sarò frustrato per questo. So di aver ottenuto qualcosa che potevo nemmeno immaginare nei miei sogni, e continuerò a lottare, continuerò a dare del mio meglio”.
    Ricordano a Rafa che Washington sarà il primo torneo con lo stadio pieno dall’avvento della pandemia. “Penso che lo sport, in generale, abbia bisogno della gente. Credo che sia più difficile per i giocatori più anziani rispetto a quelli più giovani perché i giocatori più giovani hanno l’energia per tutto, a noi “vecchi” il pubblico ci stimola di più. Credo che tutti dovrebbero essere preoccupati per il coronavirus. Molte persone soffrono, molte persone muoiono”.
    Ecco la domanda sul tema pressione sopportata dagli atleti. La risposta di Rafa è ferma, e saggia: “Ognuno affronta i problemi in modo diverso. Siamo sotto pressione perché la competizione ti fa sentire più stressato, abbiamo gli occhi del mondo addosso. Ma, allo stesso tempo, siamo persone super fortunate perché siamo in grado di lavorare su uno dei nostri hobby, la passione che ci ha spinto a dare tutto in allenamento per arrivare in alto. La cosa più importante in questa vita, secondo me, è essere felici, più di ogni altra cosa. Poter giocare per vincere i più grandi tornei è straordinario, devi accettare la pressione. A volte ti senti un po’ ansioso, è normale che accada. Nel 2015 per esempio, non uno dei migliori anni per me, la sentivo molto. Un approccio è fermarsi per un po’ e cercare di riprendersi. Un altro approccio è continuare a provare e accettare di avere questo problema. Accetti che non vincerai. Il mio approccio è stato quello di andare avanti e superare lentamente quella situazione. Così ho fatto nel 2015, e dopo otto mesi ho iniziato a sentirmi molto meglio”.
    Rafa debutterà questa notte (1.00) contro Jack Sock sul cemento della capitale USA.
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    Nadal: “Korda può diventare uno dei migliori”

    C’è grande attesa a Washington per rivedere in campo Rafael Nadal. L’iberico torna in gara nella capitale USA dopo un lungo stop, resosi necessario per recuperare da un problema al piede patito nel corso del Roland Garros, ultimo torneo disputato dall’iberico. Oltre alle parole “al vetriolo” sul suo grande rivale Djokovic, Rafa alla stampa americana […] LEGGI TUTTO

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    Nadal ha deciso: niente Wimbledon e Giochi Olimpici

    Rafael Nadal

    Rafael Nadal ha deciso di non giocare Wimbledon e nemmeno i Giochi Olimpici di Tokyo. L’ha annunciato pochi minuti, attraverso un lungo post sulla propria pagina Instagram, in cui spiega le motivazioni della sua sofferta decisione. Ecco la traduzione del suo messaggio, che riportiamo sotto in originale
    “Voglio informarvi che ho deciso di non partecipare alla prossima edizione di Wimbledon che si terrà dal 28 giugno all’11 luglio. Nemmeo giocherò ai Giochi Olimpici previsti per il 24-30 luglio. È una decisione che non è mai facile prendere, ma dopo aver ascoltato il mio corpo e parlato con la mia squadra, ho capito che è la decisione giusta per allungare la mia carriera sportiva e continuare a fare ciò che mi rende felice: competere ai massimi livelli e continuare a lottare per sfide professionali e personali ai massimi livelli in modo competitivo.
    Il fatto che ci siano solo due settimane tra Roland Garros e Wimbledon quest’anno non ha aiutato il mio corpo a riprendersi dalla stagione sempre impegnativa sulla terra battuta. Sono stati due mesi di grande impegno e la decisione che prendo è focalizzata sul medio e lungo termine.
    In questi momenti della mia carriera di atleta, una parte importante è la prevenzione di qualsiasi tipo di sforzo nel mio corpo che potrebbe impedire di esser in grado di lottare a medio e lungo termine per i titoli più importanti.
    Voglio inviare un saluto speciale a tutti i miei fan in tutto il mondo, a quelli nel Regno Unito e in Giappone. I Giochi Olimpici hanno significato molto nella mia carriera e sono sempre stati una priorità come atleta, lì ho trovato l’ambiente del quale ogni atleta vuole sentirsi parte almeno una volta nella propria carriera. Personalmente ho avuto la fortuna di viverli intensamente in tre occasioni e anche di essere l’alfiere del mio Paese”.

    La decisione, dopo i dubbi emersi nella press conference post Roland Garros, era nell’aria. A questo punto Rafa ricaricherà le pile per presentarsi al massimo a New York, torneo in cui ha più chance di vincere rispetto all’erba londinese.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Rivoluzione francese

    Novak Djokovic.

    Incredibile. Incredibile quel che è successo in campo. Incredibile partita. Incredibile il suo esito. “Le roi est mort, vive le roi!” urlavano a Parigi prima della Rivoluzione. Beh, stavolta il Re del Roland Garros è stato sconfitto, per quella che possiamo definire come una nuova Rivoluzione francese. Novak Djokovic è riuscito nell’impresa impossibile, sconfiggere “El Rey” Rafa Nadal sul centrale di Parigi, dopo aver perso il primo set. Non era mai accaduto. Domenica vivremo una finale di Roland Garros senza Rafal Nadal. Dal 2005 era accaduto solo nel 2009, 2015 e 2016. Stavolta però la sconfitta ha un sapore diverso dalle altre. Quella del 2009 fu una sorta di “incidente”, un Soderling tanto ruvido quanto irriverente giocò il match della vita, in una delle più grandi sorprese della storia del gioco. Nel 2015 Nadal era dimesso, tanto forte Novak che lo sconfisse quanto fuori condizione l’iberico. Nel 2016 fu un infortunio a segnare il ritiro del Campionissimo. Ieri sera è andata in scena una storia diversa.
    Contro il suo più grande rivale, nella loro 58esima sfida, si è disputata una grande battaglia, come avviene quasi sempre tra di loro. E incredibilmente, nonostante si giocasse sul “rosso”, Djokovic è riuscito a giocare una partita CLAMOROSA per qualità, intensità, stroncando il fortissimo avversario anche sul piano atletico. Cosa mai vista.
    Nel film del match, la palla più iconica, quella che resterà nella memoria di tutti, è la volée sbagliata da Rafa nel tiebreak del terzo set. Un punto decisivo, il vero turning point. Aveva condotto lo scambio Rafa, corre avanti a chiudere facile di volo da sinistra. Un colpo che ha giocato milioni di volte e che non sbaglia MAI. Niente. Tensione, troppa sicurezza, un filo di ritardo. Tilt. La palla è colpita in avanzamento con troppo impeto, vuole via un metro. Si mette le mani sul viso Rafa, quasi piangente… ha capito che è un errore decisivo, che il tiebreak è compromesso, che la partita gli sta scivolando via. Djokovic vince il tiebreak, ha una mini pausa all’avvio del terzo e crolla 0-2. È solo il riposo del guerriero. Torna ad imporre di nuovo ritmi e velocità, con 6 game di fila (incredibile, ha rifilato un 6-0 a Rafa sul Centrale di RG!!!!) chiude una bellissima, storica partita.
    Nadal abdica. Forse per sempre. Lo vedremo l’anno prossimo. Di sicuro questo è un boccone amarissimo per lo spagnolo, ad un passo dal suo ennesimo trionfo al Bois de Boulogne e 21esimo Slam, quello della gloria assoluta, che ha potuto solo vedere da lontano. Incredibile anche come nella fase finale del match fosse quasi svuotato di energie, in balia di un Djokovic irreale per velocità dei piedi, intensità, focus e cattiveria agonistica.
    Dove ha vinto la partita Novak? Quella volée sbagliata da Rafa nel tiebreak ha un peso importante, soprattutto a livello mentale; ma in realtà la partita è andata a prendersela riuscendo a giocare, per la prima volta sulla terra di Parigi, la stessa partita che di “solito” riesce a giocare, e vincere, sul sintetico contro Rafa. Ha anticipato al massimo, si è preso enormi rischi. Ha spinto durissimo sul diritto per poi affondare sul rovescio. Ha servito nemmeno così bene (molto peggio del match contro Berrettini per esempio) ma ha risposto con grandissima profondità e precisione. È stato bravissimo a costringere Nadal a giocare sul proprio ritmo, sulla propria velocità, annullando così quel gap di rotazioni e tempo che di solito aveva fatto girare ogni loro sfida a Parigi a favore di Rafa.
    Nadal è scemato come intensità fisica. Già nel durissimo terzo set si è visto chiaramente un certo ritardo nei recuperi sulle palle così veloci, sia quando lo scambio andava dritto per dritto, che negli angoli più acuti. Nadal nelle sue 13 vittorie parigine, alle fine diventata imbattibile perché ne aveva più di tutti, non mollava fino alla fine, costringeva il rivale a prendersi rischi incredibili e lo schiantava sul piano mentale e quindi atletico. Oggi non c’è riuscito perché onestamente “ne aveva di meno”, e perché la velocità e ritmo di Djokovic l’ha messo alle corde troppe volte. Avrebbe forse dovuto verticalizzare di più Nadal, come spesso gli è capitato negli ultimi due anni, quando ha messo in campo un tennis assai più offensivo intuendo che di pura difesa avrebbe rischiato troppo. Ieri sera non c’è riuscito perché Djokovic è stato più rapido, più incisivo, ha governato lui per la maggior parte dei punti il tempo di gioco e comandato con gli schemi che predilige. Sembrava, davvero, una partita giocata più sul cemento che su terra per come si è sviluppata. Una bella partita, giocata con grande lotta, intensità, ma anche moltissimi bei punti, proprio perché si è basata più sulla velocità, sul ritmo, sull’offensività che sulla pura lotta di fisico e rotazione, come invece era accaduto in passato nella maggior parte delle loro sfide sul rosso.
    È difficile adesso capire cosa succederà a Nadal. Dovrà digerire una sconfitta amarissima, ma da immenso campione qual è, non credo getterà la spugna. A NY ha dimostrato di saper vincere anche bene, quindi punterà dritto allo Slam della grande mela, o chissà forse anche a Wimbledon, per una reazione di rabbia.
    Djokovic sfiderà il fortissimo Tsitsipas di questo 2021 per la seconda coppa dei Moschettieri. Domani mattina presenteremo la loro sfida, e la seguiremo con enorme interesse. In caso di vittoria, si aprirebbero le porte alla chance di un clamoroso Grande Slam. Andiamoci piano. Intanto, di sicuro, in questo 2021 si è innescata una nuova Rivoluzione francese.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO