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    MotoGp, niente Aramco e Tanal: Mooney nuovo title sponsor del team VR46

    ROMA – La scuderia di Valentino Rossi cambia nome. Il comunicato ufficiale diramato nelle scorse ore ha fatto chiarezza sulla questione del main sponsor, che non sarà Aramco, bensì Mooney. Il gigante degli idrocarburi aveva infatti un accordo con la VR46 per una partnership fino al 2026 in MotoGp e Moto2. Tuttavia l’inserimento della Tanal Entertainment aveva complicato l’affare, ora saltato definitivamente. Nella nota del team si specifica, inoltre, che “ulteriori informazioni saranno svelate il 3 gennaio prossimo”.
    La mano del principe
    Tutto infatti è nato dal proprietario della Tanal Entertainment, Sua Altezza Reale Principe Abdulaziz bin Abdullah bin Saud bin Abdulaziz Al Saud. Figura centrale di tutta l’operazione, il principe ha portato con sé un quadro di incertezza che ha portato il team di Valentino Rossi a trovare un altro main sponsor per le prossime stagioni, con il Dottore che lo ha trovato in Mooney, società italiana di proximity banking. Tutto risolto, dunque, con la stagione 2022 della MotoGp che vedrà la Mooney VR46 Racing Team schierare due piloti motorizzati Ducati, Luca Marini e Marco Bezzecchi. LEGGI TUTTO

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    MotoGp in lutto: morto Earl Hayden, padre di Nicky

    ROMA – Si è spento Earl Hayden, padre del campione del mondo 2006 MotoGp, Nicky Hayden. Capostipite di una famiglia dedita alle corse, se n’è andato dopo aver lottato a lungo contro la sua malattia. I medici hanno preferito dimetterlo dall’ospedale per fagli trascorrere in Natale con i propri cari, nella sua casa a Owensboro, Kentucky. Hayden senior aveva descritto le dinamiche e la storia della sua famiglia nel libro “The First Family of Racing”, dove racconta anche la storia di suo figlio, anche lui scomparso.
    Padre e figlio
    La morte di Earl Hayden va a colpire una famiglia già privata di Nicky, morto nel maggio del 2017 dopo il grave incidente stradale di Misano Adriatico. Ora tutto il mondo delle due ruote di stringe attorno alla famiglia Hayden, con il profilo ufficiale della MotoGp che esprime vicinanza: “Siamo rattristati nell’apprendere la morte del padre di Nicky Hayden, Earl. Stiamo accando alla famiglia in questo momento difficile con tutto in nostro affetto”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, la rivelazione di Jorge Lorenzo: “In Ducati ero depresso”

    ROMA – La MotoGp gli ha dato tanto, ma a farne le spese è stata la sua salute mentale. Jorge Lorenzo si confessa in un’intervista a DAZN, dove rivela di aver avuto un periodo di forte scoramento. Il cinque volte campione del mondo, infatti, ha detto addio alle corse due anni fa, in modo inaspettato, all’età di 32 anni. “Dei due anni in Ducati – dice lo spagnolo – ho bei ricordi. Forse l’unico momento brutto è stato prima del Mugello. Ero entrato un po’ in depressione”.
    Il biennio in Ducati
    Il biennio in Ducati di Lorenzo, il 2017-2018, ha fruttato allo spagnolo solo sette podi e tre vittorie, risultati non all’altezza dei piazzamenti ottenuti con la Yamaha, con la quale ha tenuto testa a Valentino Rossi. Il 34enne maiorchino ricorda così quei momenti: “Avevo capito che ero rimasto senza moto nel momento migliore della mia carriera. Vedevo tutto nero e volevo solo dormire”. E forse il ritiro di Lorenzo è stato proprio causato da questa condizione: “Lo sport ora è perfezionismo. Devi essere metodico e ossessivo, altrimenti non puoi pensare di competere con i migliori al mondo”,  ha spiegato. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Jorge Lorenzo confessa: “Ero andato in depressione”

    ROMA – Un periodo buio poi il ritiro improvviso dalla MotoGp. Jorge Lorenzo si racconta in un’intervista a DAZN, dove rivela di aver avuto un periodo di forte scoramento. Il cinque volte campione del mondo, infatti, ha detto addio alle corse due anni fa, in modo inaspettato, all’età di 32 anni. “Dei due anni in Ducati – dice lo spagnolo – ho bei ricordi. Forse l’unico momento brutto è stato prima del Mugello. Ero entrato un po’ in depressione”.
    Un nemico invisibile
    Il biennio in Ducati di Lorenzo, il 2017-2018, ha fruttato allo spagnolo solo sette podi e tre vittorie, risultati non all’altezza dei piazzamenti ottenuti con la Yamaha, con la quale ha tenuto testa a Valentino Rossi. Il 34enne maiorchino ricorda così quei momenti: “Avevo capito che ero rimasto senza moto nel momento migliore della mia carriera. Vedevo tutto nero e volevo solo dormire”. Una condizione che ha portato Lorenzo al ritiro: “Lo sport ora è perfezionismo. Devi essere metodico e ossessivo, altrimenti non puoi pensare di competere con i migliori al mondo”,  ha concluso. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Doohan sprona Miller: “Ora le aspettative sono tutte per lui”

    ROMA – La Ducati ha potuto festeggiare un finale di stagione in MotoGp quasi perfetto. Cinque vittorie nelle ultime nove gare, che sono bastate alla scuderia di Borgo Panigale per la conquista del titolo costruttori su Yamaha e Suzuki. Quattro di questi cinque trionfi se li è presi Francesco Bagnaia, che ha chiuso il 2021 al secondo posto dietro Quartararo, andando però inevitabilmente a oscurare l’altro pilota Ducati, Jack Miller. L’australiano ora è spronato a migliorarsi da un suo connazionale illustre, Mick Doohan, che al portale Speedcafe.com ha detto: “Il suo obiettivo deve essere quello di vincere, è la sua unica opzione”.
    Ispirare i giovani
    Il cinque volte campione del mondo, ora 56enne, ha dato un consiglio a Miller, che ha raccolto solo cinque podi in questa stagione: “La chiave è la costanza. Deve diventare un vincitore seriale di gare e, quando non riesce a vincerle, deve sempre cercare il piazzamento migliore. Così si vincono i campionati”. Doohan, che di titoli ne ha vinti cinque consecutivi (dal 1994 al 1998), ha paragonato il 2022 del suo compatriota a un puzzle: “Lui ha tutti i pezzi a sua disposizione, deve solo incastrarli l’uno con l’altro. Spero per lui che riesca a farlo e che possa ispirare una nuova generazione di giovani piloti”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Doohan su Miller: “Vincere è l'unica opzione che gli rimane”

    ROMA – La stagione della Ducati in MotoGp si è conclusa in crescendo. Cinque vittorie nelle ultime nove gare, che sono valse alla scuderia di Borgo Panigale la conquista del titolo costruttori su Yamaha e Suzuki. Quattro di questi cinque trionfi se li è presi Francesco Bagnaia, che ha chiuso il 2021 al secondo posto dietro Quartararo, andando però inevitabilmente a oscurare l’altro pilota Ducati, Jack Miller. L’australiano ora è spronato a migliorarsi da un suo connazionale illustre, Mick Doohan, che al portale Speedcafe.com ha detto: “Il suo obiettivo deve essere quello di vincere, è la sua unica opzione”.
    Mettere insieme i pezzi
    Il cinque volte campione del mondo, ora 56enne, ha dato un consiglio a Miller, che ha raccolto solo cinque podi in questa stagione: “La chiave è la costanza. Deve diventare un vincitore seriale di gare e, quando non riesce a vincerle, deve sempre cercare il piazzamento migliore. Così si vincono i campionati”. Doohan, che di mondiali ne ha vinti cinque consecutivi (dal 1994 al 1998), ha usato una metafora per guidare il suo conterraneo: “Lui ha tutti i pezzi del puzzle a sua disposizione, deve solo metterli insieme. Spero per lui che riesca a farlo e che diventi un idolo per una nuova generazione di giovani piloti”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Pol Espargaro: “Il mio idolo è Barros, corro con il 44 per lui”

    ROMA – Pol Espargaro rivela chi sia il suo idolo. È Alex Barros, ex pilota di MotoGp e Superbike, che lo spagnolo della Honda ricorda con particolare affetto, nonostante qualche caduta di troppo. “È lui il mio modello – ha detto il più giovane dei fratelli Espargaro a “MotorSport Total”. Quando vedevo le gare in tv con mio padre e mio fretello era veloce e lottava per vincere, ma cadeva spesso. Era il mio idolo però, perché aveva uno stile molto insolito che mi colpì”. Poi svela: “Corro con il 44 perché lui aveva il 4, ma il suo numero non era disponibile e così ho cercato di costruirmi un’identità su questo”.
    L’incontro con Barros
    Barros e Pol Espargaro si sono anche visti. È successo a Barcellona, quando il brasiliano di San Paolo correva ancora in classe regina: “È stato molto gentile e mi ha invitato nel suo camper. È stato un gesto che ho apprezzato molto. È strano che non abbia neanche un suo autografo, ma non sono un tipo che si attacca alle cose materiali”, ha detto lo spagnolo. Anche Espargaro però non vuole essere da meno: “Vorrei essere d’ispirazione per i giovani, così come Barros lo è stato per me”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Pol Espargaro rivela: “Alex Barros mio idolo e modello”

    ROMA – Anche Pol Espargaro ha il suo idolo. È Alex Barros, ex pilota di MotoGp e Superbike, che lo spagnolo della Honda ricorda con particolare affetto, nonostante qualche caduta di troppo. “È lui il mio modello – ha detto il più giovane dei fratelli Espargaro a “MotorSport Total”. Quando vedevo le gare in tv con mio padre e mio fretello era veloce e lottava per vincere, ma cadeva spesso. Era il mio idolo però, perché aveva uno stile molto insolito che mi colpì”. Poi svela: “Corro con il 44 perché lui aveva il 4, ma il suo numero non era disponibile e così ho cercato di costruirmi un’identità su questo”.
    Niente autografo
    Barros e Pol Espargaro si sono anche visti. È successo a Barcellona, quando il brasiliano di San Paolo correva ancora in classe regina: “È stato molto gentile e mi ha invitato nel suo camper. È stato un gesto che ho apprezzato molto. È strano che non abbia neanche un suo autografo, ma non sono un tipo che si attacca alle cose materiali”, ha detto lo spagnolo. Poi un augurio per il futuro: “Vorrei essere d’ispirazione per i giovani, così come Barros lo è stato per me”. LEGGI TUTTO