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    MotoGp, summit a Noale: Espargaro e Vinales scoprono la nuova Aprilia RS-GP22

    ROMA – Cresce l’attesa per la nuova MotoGp, che inizierà il prossimo 5 febbraio con i test ufficiali di Sepang. Nel frattempo, i piloti, alle prese con la preparazione fisica, stanno via via scoprendo le moto che guideranno nel 2022. Lo stesso hanno fatto Maverick Vinales e Aleix Espargaro, che si sono ritrovati a Noale, sede dell’Aprilia, per dare almeno un primo sguardo alla RS-GP22. I due compaiono nella foto pubblicata proprio da Espargaro su Instagram, dove scrive: “È stata una giornata intensa a Noale, dove abbiamo conosciuto le novità e i dettagli della RS-GP22. Ho ancora con me il ricordo del GP degli USA, il mio peggiore lo scorso anno, dove sono caduto per 5 volte! Però, come dicono i capi, è proprio nei weekend più difficili che sono ancor più il loro ‘Capitano’. Non vedo l’ora di iniziare”.
    Vinales al via
    Mentre per il fratello di Pol Espargaro si tratterà del sesto anno con la scuderia veneta, c’è molta curiosità per capire come si comporterà Vinales dopo il divorzio con la Yamaha e le prime gare in Aprilia nel finale del 2021. Lo spagnolo classe 1995 ha infatti lasciato la casa di Iwata fra le perplessità generali, anche se non manca chi invece sostiene la sua scelta. Il 2022 per Vinales sarà una sorta di anno zero: “Ho deciso di cambiare team – spiega l’ex Yamaha a The-Race.com – perché volevo sentire la squadra attorno a me. Mi sono trasferito qui per sentire quell’energia e quella passione”. Per la stagione che verrà, la coppia formata dai due spagnoli è chiamata al salto di qualità in Aprilia. L’asticella si è infatti alzata, soprattutto in virtù del primo podio nell’era MotoGp per il team italiano, che porta la firma di Aleix Espargaro, terzo a Silverstone l’anno scorso. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Aprilia: Espargaro e Vinales a Noale per la nuova RS-GP22

    ROMA – La nuova stagione della MotoGp si avvicina e i piloti, tra il rientro dalle vacanze e preparazione fisica, stanno scoprendo le moto che guideranno nel 2022. Lo stesso hanno fatto Maverick Vinales e Aleix Espargaro, che si sono ritrovati a Noale, sede dell’Aprilia, per dare almeno un primo sguardo alla RS-GP22. I due compaiono nella foto pubblicata proprio da Espargaro su Instagram, dove scrive: “È stata una giornata intensa a Noale, dove abbiamo conosciuto le novità e i dettagli della RS-GP22. Ho ancora con me il ricordo del GP degli USA, il mio peggiore lo scorso anno, dove sono caduto per 5 volte. Però, come dicono i capi, è proprio nei weekend più difficili che sono ancor più il loro ‘Capitano’. Non vedo l’ora di iniziare”.
    Incognita Vinales
    Mentre per il fratello di Pol Espargaro si tratterà del sesto anno con la scuderia veneta, c’è molta attesa per capire come si comporterà Vinales dopo il divorzio con la Yamaha e le prime gare in Aprilia nel finale del 2021. Lo spagnolo classe 1995 ha infatti lasciato la casa di Iwata fra le perplessità generali, anche se non manca chi invece sostiene la sua scelta. Il 2022 per Vinales sarà una sorta di anno zero: “Ho deciso di cambiare team – spiega l’ex Yamaha a The-Race.com – perché volevo sentire la squadra attorno a me. Mi sono trasferito qui per sentire quell’energia e quella passione”. Per la coppia Vinales-Espargaro le aspettative sono alte, specie dopo il primo podio in MotoGp per l’Aprilia, conquistato proprio da quest’ultimo a Silverstone nella scorsa stagione. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Mir sul 2021: “Non ho mai impensierito Quartararo, sono deluso”

    ROMA – Gli sforzi di Joa Mir per riconfermarsi non sono bastati. Alla fine, lo scettro di campione del mondo in MotoGp è finito nelle mani di Fabio Quartararo. Lo spagnolo della Suzuki ripercorre così la scorsa stagione, che lo ha visto piazzarsi terzo in campionato e sempre in top 10 nei sedici Gran Premi da lui disputati: “Sono successe cose che, accumulate, ci hanno impedito di lottare per il titolo – spiega il campione del mondo 2020 in un’intervista a “MotorSport.com” -. Parlare di questo però mi riesce difficile”. Non tutte le colpe sono quindi da addossare alla Suzuki: “Non sono scontento del team, solo che non sono soddisfatto del pacchetto che ci ha fornito. Non abbiamo impensierito mai Quartararo e per questo sono deluso”.
    Le parole di Mir
    Nelle prime quattro gare della scorsa stagione Joan Mir non è mai andato oltre il terzo posto, poi il ritiro a Le Mans e ancora un podio al Mugello. Troppo poco per essere un candidato forte alla vittoria finale. Lungo il 2021 lo spagnolo si è più volte lamentato dell’assetto della moto, in particolare su come le altre scuderie si fossero sviluppate di più durante l’inverno. Lamentele che hanno alimentato voci su un suo addio nel 2023 allo scadere del contratto con Suzuki. “Non ho provato le altre moto – afferma Mir – ma le sensazioni sono quelle. Vorrei avere la potenza della Ducati, l’agilità della Honda e il grip della Yamaha. Sono loro le favorite”. Nel paddock della prossima stagione, a fianco di Mir ci sarà ancora il connazionale Alex Rins, che nel 2021 ha messo in cascina solo 99 punti. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Mir: “Sono deluso, non ho mai impensierito Quartararo”

    ROMA – È stato uno dei piloti più costanti della MotoGp 2021, ma Joan Mir non ha mai dato la zampata decisiva per difendere il titolo conquistato l’anno scorso, vinto infine da Fabio Quartararo. Lo spagnolo della Suzuki ripercorre la scorsa stagione, che lo ha visto piazzarsi terzo in campionato con sei podi conquistati: “Sono successe cose che, accumulate, ci hanno impedito di lottare per il titolo – spiega il campione del mondo 2020 in un’intervista a “MotorSport.com” -. Parlare di questo però mi riesce difficile”. Non tutte le colpe sono quindi da addossare alla Suzuki: “Non sono scontento del team, solo che non sono soddisfatto del pacchetto che ci ha fornito. Non abbiamo impensierito mai Quartararo e per questo sono deluso”.
    Le favorite per Mir
    Nelle prime quattro gare della scorsa stagione Joan Mir non è mai andato oltre il terzo posto, poi il ritiro a Le Mans e ancora un podio al Mugello. Troppo poco per essere un candidato forte alla vittoria finale. Lungo il 2021 lo spagnolo si è più volte lamentato dell’assetto della moto, in particolare su come le altre scuderie si fossero sviluppate di più durante l’inverno. Un atteggiamento che in molti hanno letto come una volontà di lasciare la Suzuki allo scadere del suo contratto, nel 2023. “Non ho provato le altre moto – dice Mir – ma le sensazioni sono quelle. Vorrei avere la potenza della Ducati, l’agilità della Honda e il grip della Yamaha. Sono loro le squadre da battere”. Nel 2022 Mir farà ancora coppia con il connazionale Alex Rins, l’anno scorso solo tredicesimo con 99 punti conquistati. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Gardner cade in allenamento: operato per frattura al polso

    ROMA – Disavventura in motocross per Remy Gardner. Il pilota australiano, fresco campione in Moto2, che esordirà in MotoGp con la Tech 3 KTM Factory Racing, ha rimediato sabato scorso la frattura al polso destro. È la stessa scuderia a dare notizia dell’incidente, con Gardner che si è già sottoposto all’operazione eseguita dal dottor Xavier Mir. È stato necessario applicare due viti sul polso del 23enne, che – scrive il team – “inizierà il suo percorso riabilitativo venerdì”.
    Rush direzione Sepang
    La KTM sui propri canali ufficiali, però, non fa stime. La riabilitazione di Gardner, già vittima di gravi infortuni nel 2018, potrebbe infatti risentire di tante variabili in campo, tra cui l’esigenza di svolgere una preparazione adeguata per la prossima stagione. Il countdown per i test di Sepang, in programma il prossimo 5 febbraio, è dunque partito, con l’australiano che vorrebbe iniziare la sua prima annata in classe regina al top della condizione fisica. D’altro canto, anche lo stesso pilota su Instagram afferma che si tratterebbe di una “piccola frattura”. “L’operazione è andata bene. Vediamo ora come va in questi giorni”, ha concluso Gardner. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Gardner operato: frattura al polso in motocross

    ROMA – Intoppo nella preparazione di Remy Gardner. Il 23enne australiano, fresco campione in Moto2, che esordirà in MotoGp con la Tech 3 KTM Factory Racing, ha rimediato sabato scorso la frattura al polso destro. È la stessa scuderia a dare notizia dell’incidente, con Gardner che si è già sottoposto all’operazione eseguita dal dottor Xavier Mir. È stato necessario applicare due viti sul polso del pilota, che – scrive il team – “inizierà il suo percorso riabilitativo venerdì”.
    Tutto su Sepang
    La KTM sui propri canali ufficiali, però, non fa stime. La riabilitazione di Gardner, già vittima di gravi infortuni nel 2018, potrebbe infatti risentire di tante variabili in campo, tra cui l’esigenza di svolgere una preparazione adeguata per la prossima stagione. Il countdown per i test di Sepang, in programma il prossimo 5 febbraio, è dunque partito, con l’australiano che vorrebbe iniziare la sua prima annata in classe regina al top della condizione fisica. Il problema è però di piccola entità, come d’altronde afferma lo stesso pilota su Instagram: “È una piccola frattura. L’operazione è andata bene. Vediamo ora come va in questi giorni”, ha rassicurato Gardner. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Razali: “Da Yamaha fino a 13 milioni per ricostruire il marchio”

    ROMA – L’ambizione di Razlan Razali è quella di iniziare a scrivere una storia diversa con la nuova scuderia satellite della casa di Iwata, la WithU Yamaha RNF. Il team manager malese, intervistato da “Crash.net”, ha infatti affermato: “Andare a formare un secondo team non è uno scherzo. Abbiamo lavorato tanto e, considerando la poca pianificazione, è stato complicato avvicinare nuovi sponsor”. Già, perché, dopo l’addio di Petronas e le discussioni con i dirigenti del gruppo petrolifero, Razali si è dovuto rimboccare le maniche: “Si tratta di ricostruire il marchio e ricominciare tutto da zero. Il primo anno sarà difficile superarlo”, ha detto Razali.
    Zero rischi
    Uno dei motivi per cui Razali non ha accettato l’offerta di Petronas a fine 2021 è perché il main sponsor aveva pianificato una revisione dei costi, rifiutata dal manager. Ora però la Yamaha assicura fondi adeguati: “Il nostro cammino durerà 3-5 anni – ha spiegato il malese – e tutti conoscono la nostra professionalità. Anche avere il pacchetto giusto è importante. A seconda delle specifiche della moto, prevediamo una cifra che va dagli 11 ai 13 milioni annui”. Ora che sta per iniziare la nuova stagione, Andrea Dovizioso e Darryn Binder sono pronti a scendere in pista con la WithU Yamaha RNF. Per il sudafricano, fratello maggiore di Brad Binder, sarà il primo anno in MotoGp dopo una lunga gavetta in Moto3. A chi rumoreggia per questa scelta, Razali risponde: “In tanti ci stanno criticando. Ma essere un team in sviluppo è questo: basse aspettative e pochi rischi”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Razali: “Marchio da ricostruire, il primo anno sarà difficile”

    ROMA – Razlan Razali ha di fronte a sé una sfida importante per il 2022. Far dimenticare il team Petronas Yamaha SRT e ricominciare tutto da capo con la nuova scuderia satellite della casa di Iwata, la WithU Yamaha RNF. Il team manager malese, intervistato da Crash.net, ha infatti affermato: “Andare a formare un secondo team non è uno scherzo. Abbiamo lavorato tanto e, considerando la poca pianificazione, è stato complicato avvicinare nuovi sponsor”. Già, perché, dopo l’addio di Petronas e le discussioni con i dirigenti del gruppo petrolifero, Razali si è dovuto rimboccare le maniche: “Si tratta di ricostruire il marchio e ricominciare tutto da zero. Il primo anno sarà difficile superarlo”, ha detto Razali.
    Razali difende Binder
    Uno dei motivi per cui Razali non ha accettato l’offerta di Petronas a fine 2021 è perché il main sponsor aveva pianificato una revisione dei costi, rifiutata dal manager. Ora però la Yamaha assicura fondi adeguati: “Il nostro cammino durerà 3-5 anni – ha spiegato il malese – e tutti conoscono la nostra professionalità. Anche avere il pacchetto giusto è importante. A seconda delle specifiche della moto, prevediamo una cifra che va dagli 11 ai 13 milioni annui”. La WithU Yamaha RNF schiererà in pista la coppia formata da Andrea Dovizioso e Darryn Binder, al suo esordio in MotoGp dopo sette anni di Moto3. A proposito, Razali ha sottolineato questo aspetto: “In tanti ci stanno criticando per questa scelta. Ma essere un team in sviluppo è questo: basse aspettative e pochi rischi”. LEGGI TUTTO