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    MotoGp, Pol Espargaro: “Voglio il titolo, anche in stile Mir”

    ROMA – È iniziata con un podio nel Gran Premio del Qatar la MotoGp 2022 di Pol Espargaro. Il pilota della Honda ha lottato fino alla fine per la vittoria, ma la GP21 di Enea Bastianini (Gresini Racing) e la KTM di Brad Binder lo hanno preceduto al traguardo. Tuttavia, la prospettiva di non vincere nessuna tappa non spaventa il 30enne spagnolo: “Voglio piuttosto essere costante ed essere sempre tra le prime posizioni. Anche Joan Mir non ha ottenuto molte vittorie (solo una nel 2020, anno del suo titolo, ndr). Voglio essere campione del mondo e, se lo diventassi non vincendo nessuna gara, per me sarà lo stesso”.
    Sulla moto
    Agli occhi di Espargaro quello che conta, dunque, è arrivare primo a novembre. La Honda RC213V ha già trasmesso sensazioni positive nei test invernali e nella prima tappa della MotoGp, anche in virtù del quinto posto di Marc Marquez: “È la moto che ho sempre desidetato – aggiunge Espargaro -. Peccato per le gomme che mi hanno tradito nel finale e che hanno concesso a Bastianini e Binder anche di approfittare di un mio errore”. Poi fa autocritica sui suoi 30 anni: “Sembro un nonno che compete coi giovani”. Il Losail sembra però già alle spalle dello spagnolo, che ora punta ad un altro podio a Mandalika (17-20 marzo). LEGGI TUTTO

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    MotoGp, il manager di Quartararo: “Moto al di sotto alle aspettative”

    ROMA – La MotoGp ha riservato un inizio al di sotto delle aspettative per Fabio Quartararo. Il francese iridato in carica e la sua Yamaha M1 hanno fatto fatica e questo gli ha fruttato solo un nono posto in Losail, alle spalle di Johann Zarco. Il francese ha evidenziato le difficoltà nel Gran Premio dei Qatar, che il suo agente, Eric Mahe, sottolinea in un’intervista a “Canal+”: “Per motivi che non posso rivelare, lo sviluppo tecnico della moto non sembra promettente come ci aspettavamo”. Una condizione che, se protratta lungo tutto il 2022, potrebbe influenzare il futuro di Quartararo.
    Sulla Suzuki
    Non è una novità, infatti, che la Suzuki stia guardando proprio a Fabio Quartararo per sostituire nel 2023 uno tra Joan Mir o Alex Rins. Un interessamento che viene confermato anche dallo stesso Mahe: “Stiamo già guardando al 2023 e cosa si può fare dal punto di vista tecnico. Al momento non c’è fretta. Ma, come ha detto Livio (Suppo, team manager Suzuki, ndr), Fabio ha un profilo interessante. È fondamentare capire come sarà la Yamaha del futuro. Inizieremo a pensare al futuro, una volta capito questo”, ha chiosato, Eric Mahe.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, agente Quartararo: “Da Yamaha ci aspettavamo più sviluppi”

    ROMA – Fabio Quartararo non ha raccolto quanto sperato in questo avvio di MotoGp. Il campione del mondo in carica ha faticato con la sua Yamaha M1 e questo gli ha fruttato solo un nono posto in Losail, alle spalle di Johann Zarco. Il francese ha evidenziato le difficoltà nel Gran Premio dei Qatar, che il suo agente, Eric Mahe, sottolinea in un’intervista a “Canal+”: “Per motivi che non posso rivelare, lo sviluppo tecnico della moto non sembra promettente come ci aspettavamo”. Una condizione che, se protratta lungo tutto il 2022, potrebbe influenzare il futuro di Quartararo.
    Le parole di Mahe
    Non è una novità, infatti, che la Suzuki stia guardando proprio a Fabio Quartararo per sostituire nel 2023 uno tra Joan Mir o Alex Rins. Un interessamento che viene confermato anche dallo stesso Mahe: “Stiamo già guardando al 2023 e cosa si può fare dal punto di vista tecnico. Al momento non c’è fretta. Ma, come ha detto Livio (Suppo, team manager Suzuki, ndr), Fabio ha un profilo interessante. È importante capire cosa accadrà alla Yamaha in futuro. Una volta capito questo, inizieremo a pensare al futuro”, ha concluso il manager francese.  LEGGI TUTTO

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    MotoGp, niente lesioni o fratture: sollievo per Martin

    ROMA – Allarme rientrato per Jorge Martin. Lo spagnolo della Pramac Racing, come riportato da “Motorsport.com”, ha svolto gli esami medici, che infatti non hanno rilevato lesioni o fratture dopo la caduta che ha coinvolto anche la Desmosedici di Francesco Bagnaia. Già nei minuti immediatamente successivi alla gara, l’ex rookie aveva tranquillizzato tutti di stare bene e di avvertire sono un po’ di dolore dopo aver spinto con la mano la Ducati dell’italiano, entrato nella traiettoria di Martin. Il classe 1998 può dunque preparare la prossima tappa della MotoGp, nella nuova pista di Mandalika.
    Verso Mandalika
    Nello scontro con Bagniaia, è Jorge Martin ad aver avuto la peggio, con il pilota italiano che è andato immediatamente a sincerarsi delle condizioni del collega. Ma Bagnaia e Martin non sono stati gli unici piloti a cadere nel Gran Premio del Qatar. La prima tappa del Motomondale ha infatti visto il ritiro di altri piloti di spicco come l’altro ducatista Jack Miller, Alex Marquez (LCR Honda), Marco Bezzecchi (VR46 Racing Team) e Miguel Oliveira (Red Bull KTM). Il Motomondiale però si trasferirà il prossimo 20 marzo a Mandalika, dove già durante i test ufficiali si è notato un manto stradale sporco e scivoloso. Il circuito è corso ai ripari e ha aperto i cantieri: si tratta ora solo di capire se le modifiche all’asfalto saranno sufficienti per garantire un adeguato livello di sicurezza. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, esami ok per Martin: escluse fratture dopo il contatto con Bagnaia

    ROMA – Tutto a posto per Jorge Martin. Secondo quanto riportato da “Motorsport.com”, gli esami medici svolti dal pilota spagnolo della Pramac Racing a Barcellona non hanno infatti evidenziato lesioni o fratture dopo la caduta che ha coinvolto anche la Desmosedici di Francesco Bagnaia. Già nei minuti immediatamente successivi alla gara, l’ex rookie aveva tranquillizzato tutti di stare bene e di avvertire sono un po’ di dolore dopo aver spinto con la mano la Ducati dell’italiano, entrato nella traiettoria di Martin. Il classe 1998 può dunque preparare la prossima tappa della MotoGp, nella nuova pista di Mandalika.
    Rischi a Mandalika
    Nello scontro con Bagniaia, è Jorge Martin ad aver avuto la peggio, con il pilota italiano che è andato immediatamente a sincerarsi delle condizioni del collega. Ma Bagnaia e Martin non sono stati gli unici piloti a cadere nel Gran Premio del Qatar. La prima tappa del Motomondale ha infatti visto il ritiro di altri piloti di spicco come l’altro ducatista Jack Miller, Alex Marquez (LCR Honda), Marco Bezzecchi (VR46 Racing Team) e Miguel Oliveira (Red Bull KTM). Il 20 marzo il Motomondiale andrà in scena a Mandalika, dove già i piloti hanno lamentato una condizione dell’asfalto non ottimale. I cantieri in Indonesia sono aperti e si spera che la pista sia consegnata in tempo per il weekend del Gran Premio. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Gardner su Binder: “Non siamo in Moto3, non serve guidare come scimmie”

    ROMA – Marco Bezzecchi (VR46 Racing Team), Raul Fernandez (Tech3 KTM), Fabio Di Giannantonio (Gresini Racing), Darryn Binder (WithU Yamaha RNF) e Remy Gardner (Tech3 KTM): sono questi i cinque rookie in MotoGp per ques’anno. Al Gran Premio del Qatar, il primo per loro in classe regina, solo l’italiano della scuderia di Valentino Rossi è caduto, mentre gli altri quattro sono rimasti in sella e si sono dati battaglia per raccogliere punti. Tra questi, si è visto un duello particolarmente acceso tra Binder e Gardner, che a “TheRace” ha detto: “Non siamo in Moto3 e non stiamo lottando per la vittoria. Ci giochiamo l’ultimo posto e non c’è bisogno di guidare come delle scimmie. Ci deve essere più rispetto reciproco”.
    Binder risponde
    “Ottenere un punto – ha aggiunto Gardner – è indubbiamente piacevole, ma non è lì che voglio essere. All’inizio faticavo a superare gli avversari. Ma a un certo punto puntavo Vinales e Dovizioso, ma in mezzo c’era Binder ed ero bloccato”. Non si è fatta attendere la risposta di Darryn Binder, fratello di Brad Binder (Red Bull KTM): “Visto che ero all’ultimo giro ed ero quindicesimo, ho cercato di battere Gardner, ma lui ha avuto la meglio. Non sono a conoscenza delle sue parole e non capisco le sue lamentele. Sono entrato all’interno, ma non siamo entrati in contatti: questo è correre”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Gardner su Binder: “Non si può guidare come scimmie”

    ROMA – Gli esordienti in MotoGp sono cinque in questa stagione: Marco Bezzecchi (VR46 Racing Team), Raul Fernandez (Tech3 KTM), Fabio Di Giannantonio (Gresini Racing), Darryn Binder (WithU Yamaha RNF) e Remy Gardner (Tech3 KTM). Al primo Gran Premio in classe regina, solo l’italiano della scuderia di Valentino Rossi è caduto, mentre gli altri quattro sono rimasti in sella e si sono dati battaglia per raccogliere punti. Tra questi, si è visto un duello particolarmente acceso tra Binder e Gardner, che a “TheRace” ha detto: “Non siamo in Moto3 e non stiamo lottando per la vittoria. Ci giochiamo l’ultimo posto e non c’è bisogno di guidare come delle scimmie. Ci deve essere più rispetto reciproco”.
    La risposta di Binder
    “Ottenere un punto – ha aggiunto Gardner – è indubbiamente piacevole, ma non è lì che voglio essere. All’inizio faticavo a superare gli avversari. Ma a un certo punto puntavo Vinales e Dovizioso, ma in mezzo c’era Binder ed ero bloccato”. Non si è fatta attendere la risposta di Darryn Binder, fratello di Brad Binder (Red Bull KTM): “Visto che ero all’ultimo giro ed ero quindicesimo, ho cercato di battere Gardner, ma lui ha avuto la meglio. Non so cosa abbia detto esattamente, ma non capisco di cosa si stia lamentando. Sono entrato all’interno, ma non gli sono andato addosso o qualcosa del genere, ma questo si chiama gareggiare”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Tardozzi: “In Qatar è stata colpa nostra, fiducia in Bagnaia”

    ROMA – Un inizio di stagione da incubo per la Ducati quello andato in scena nel Gran Premio del Qatar. Le Desmosedici di Francesco “Pecco” Bagnaia e Jack Miller sono infatti uscite fuori pista, con la casa di Borgo Panigale che dunque non ha raccolto nessun punto in questa prima gara della MotoGp 2022. Davide Tardozzi, team manager della Ducati, però difende i suoi piloti e si prende tutte le responsabilità per quanto accaduto: “È stata colpa nostra. Ciò che è successo non è accettabile ed è qualcosa su cui è necessario riflettere. Dobbiamo capire cosa è andato storto e fare autocritica per cercare di rimediare a tutti i problemi”.
    Fiducia in Bagnaia
    “Credo – ha continuato Tardozzi – che abbiamo commesso degli errori e questo non può accadere di nuovo”. Tra le tesi avanzate sulla débâcle della Ducati, c’è quella dove si sostiene che a Borgo Panigale ci si sia concentrati troppo sui test di sviluppo. Un’eventualità che Tardozzi non esclude: “È possibile. Ma abbiamo la massima fiducia in Bagnaia. Lui è un grande uomo-squadra e un pilota molto veloce. Se gli diamo quello che merita, ovvero concentrazione e una moto senza problemi, allora sarà al top”. Ora la Ducati punta al riscatto per il secondo Gp della stagione, quello che andrà in scena a Mandalika il prossimo 20 marzo. LEGGI TUTTO