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    MotoGP, Haro: “Stoner in Ducati grazie ad una firma di Checa su un tovagliolo”

    ROMA – Casey Stoner-Ducati, un binomio che ha segnato irrimediabilmente la storia moderna della MotoGP. Il pilota australiano, dopo un anno da rookie con la Honda del team Lcr, è approdato nella scuderia di Borgo Panigale nel 2007, vincendo subito il titolo di campione del mondo della classe regina. Eppure, il modo in cui si è arrivati alla firma del contratto è stato abbastanza rocambolesco. A raccontare l’episodio è Oscar Haro in un’intervista rilasciata al canale Twitch di Nico Abad: “Livio Suppo (in quegli anni dirigente Ducati) voleva ingaggiare Stoner, ma Casey aveva un contratto biennale con Hrc. Dopo un incontro in Portogallo, Cecchinello è venuto incontro alla sua proposta: ‘So che il sogno di Casey è quello di diventare un pilota ufficiale. Non ho intenzione di rovinargli la vita, anche se è legato a noi per un altro anno'”. Il problema, a questo punto, era quello di trovare un pilota per il team Lcr: Sete Gibernau, infatti, non era intenzionato ad accettare la sistemazione.
    L’intuizione di Forcada
    Lo spagnolo, due volte campione iridato, aveva un ingaggio troppo elevato: “Gli abbiamo spiegato che eravamo una squadra satellite e non avevamo un budget infinito, ma avrebbe potuto gareggiare con una Honda gommata Michelin. Lui si è impuntato e abbiamo lasciato perdere”, spiega Haro. Che quindi rivela l’intuizione di Ramon Forcada, che ha proposto il nome di Carlos Checa: “Era al bar dell’hotel. Gli ho chiesto se voleva guidare la nostra moto. Mi ha chiesto se fosse una Honda gommata Michelin, la migliore in quel momento. Quando ho annuito, mi ha detto: ‘Dammi un tovagliolo e firmiamo’”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Valentino Rossi: “Il motomondiale non mi manca. Biaggi? Ci siamo riavvicinati”

    ROMA – Valentino Rossi, dopo il ritiro dalla MotoGP, ha cominciato una nuova vita. Letteralmente, vista la nascita, proprio il giorno dell’inizio della stagione 2022 del motomondiale, della figlia Giulietta. “Sono tornato in ospedale il sabato mattina e ho guardato le prove con Giulietta in braccio“, ha spiegato nell’intervista rilasciata a Il Giornale. Un evento, la nascita della figlia, che gli ha permesso anche di riavvicinarsi con vecchi rivali: “Stoner mi chiede della bambina, ci siamo anche visti. E mi sono persino riavvicinato a Max Biaggi, ora ci salutiamo, parliamo bene l’uno dell’altro. Io non ero nessuno e lui era il numero uno in Italia e uno dei più forti al mondo e ho cominciato a rompergli le scatole. Ero una carogna (ride). Ma adesso tutto è passato, ci siamo riavvicinati. È stata una bellissima rivalità sportiva“, spiega ricordando gli inizi. 
    La nuova avventura sportiva
    Il Dottore è ormai prossimo al debutto nel Fanatec GT WCE, con la prima gara nel weekend dall’1 al 3 aprile a bordo della sua Audi R8 GT3 a Imola. “Restare a casa senza far nulla sarebbe stato devastante dopo 26 anni. Sono curioso di vedere quello che riuscirò a fare… In fondo nasco come pilota di auto, ero sui kart da bambino, poi sono passato alle moto. Per fortuna“. In programma, però, anche un ritorno nei box della MotoGP previsto al Mugello, in veste di team owner del Mooney VR46: “Sarà un po’ difficile, perché devono mettermi da qualche parte, non posso stare senza fare nulla“. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Pol Espargaro: “Mandalika è stata una perdita di soldi e tempo”

    ROMA – Non è andato come sperato l’ultimo weekend di MotoGp per la Honda. Sul circuito di Mandalika, la casa giapponese ha infatti perso Marc Marquez, dichiarato unfit dopo una spaventosa caduta, mentre non è andata oltre il 12° posto con Pol Espargaro. Tra le cause di questa disfatta sicuramente la strategia, dato che la carcassa portata da Michelin per combattere il grande caldo non ha sortito gli effetti sperati. Basti pensare che su questo tracciato Pol Espargaro era stato il più veloce nei test pre-stagionali, mentre in occasione della gara non è mai stato in lotta per le posizioni di vertice. Ai microfoni di Motorsport, dunque, lo spagnolo ha analizzato quanto accaduto.
    Il pensiero di Espargaro
    “Quando siamo arrivati qui a Mandalika, ciò che avevamo fatto nei test non aveva più importanza. Abbiamo lavorato duramente nel corso delle prove per poi fare cose totalmente diverse in gara. Venire qui in inverno è stato uno spreco di tempo e soldi”. Espargaro prova comunque a guardare il bicchiere mezzo pieno: “Nonostante un weekend da incubo siamo sesti in campionato, distanti appena 10 punti dalla vetta, perciò non è così male”. Archiviata la tappa in Indonesia, per Pol è tempo di pensare all’Argentina, sede del prossimo Gp: “Dobbiamo voltare pagina e focalizzarci sul prossimo impegno. E’ importante analizzare cosa non ha funzionato così da migliorare in futuro”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Pol Espargaro: “Abbiamo perso tempo e soldi a Mandalika”

    ROMA – Inizio di stagione in MotoGp a due facce per Pol Espargaro, protagonista di un bel terzo posto nel Gp inaugurale in Qatar, ma solo 12° sul circuito di Mandalika. Non è stato sicuramente fortunato il weekend in Indonesia per la Honda, che ha dovuto fare i conti con l’infortunio di Marc Marquez, dichiarato unfit dopo una spaventosa caduta, ma anche con una strategia tutt’altro che vincente. La carcassa portata da Michelin per combattere il grande caldo non ha infatti sortito gli effetti sperati. Basti pensare che su questo tracciato Pol Espargaro era stato il più veloce nei test pre-stagionali, mentre in occasione della gara non è mai stato in lotta per le posizioni di vertice. Ai microfoni di Motorsport, lo spagnolo ha analizzato quanto accaduto.
    La frustrazione di Pol
    “Venire qui in inverno è stato uno spreco di tempo e soldi. Abbiamo lavorato duramente nel corso delle prove per poi fare cose totalmente diverse in gara. Quando siamo arrivati qui a Mandalika, ciò che avevamo fatto nei test non aveva più importanza”. Archiviata la tappa in Indonesia, Espargaro pensa già all’Argentina, sede del prossimo Gp: “Dobbiamo voltare pagina e focalizzarci sul prossimo impegno. E’ importante analizzare cosa non ha funzionato così da migliorare in futuro. Nonostante un weekend da incubo siamo sesti in campionato, distanti appena 10 punti dalla vetta, perciò non è così male”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Lorenzo: “Avrei ottenuto risultati migliori se la sera fossi andato a dormire prima”

    ROMA – Tre titoli in MotoGp e tante stagioni a lottare per le posizioni di vertice hanno reso Jorge Lorenzo uno dei migliori piloti degli ultimi anni nella classe regina. Lo spagnolo, che si è ritirato dall’agonismo nel 2019 lasciando un vuoto fra gli appassionati, ai microfoni di Dazn Espana ha fatto un bilancio della sua carriera, ammettendo in particolare un limite che non gli ha permesso di esprimere tutto il suo potenziale. “Andavo a letto davvero tardi. Era il mio punto debole”. Così Lorenzo, che poi ha raccontato le difficoltà incontrate nell’arco della sua carriera.
    Le parole di Lorenzo
    “Probabilmente con un paio d’ore di sonno in più avrei ottenuto più energia in gara e di conseguenza risultati migliori. Mi distraevo facilmente e andavo a dormire troppo tardi” ha ammesso Lorenzo. Un altro difetto del campione spagnolo era la ricerca della perfezione: “Ero un perfezionista e questo mi si è rivoltato contro perché quando si perde la felicità, di conseguenza si perde il rendimento. Nel 2019 ho sofferto molto dato che le cose non andavano come volevo. Sono entrato in una sorta di depressione. Qualche anno prima mi era successa una cosa simile e, per farvi fronte, partivo per un viaggio qualche giorno prima così da visitare le città ed arrivare al circuito più motivato”. Queste dunque le parole di Jorge, che all’età di 34 anni ha iniziato una nuova avventura e si occuperà del commento tecnico per alcuni Gp su Dazn Espana. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Lorenzo rivela: “Andavo a letto tardi, era il mio punto debole”

    ROMA – Tra i migliori piloti di MotoGp di questo 21° secolo spicca sicuramente Jorge Lorenzo. Lo spagnolo, che si è ritirato dall’agonismo nel 2019, ha infatti conquistato ben tre titoli nella classe regina ed ha costantemente lottato per le posizioni di vertice. Lorenzo ha inoltre dato vita a belle rivalità, come ad esempio quella con Valentino Rossi, nonostante tra i due non scorra buon sangue. Ai microfoni di Dazn Spagna ha quindi fatto un bilancio della sua carriera, ammettendo in particolare un suo limite che non gli ha permesso di esprimere tutto il suo potenziale.
    La confessione di Jorge
    “Andavo a letto davvero tardi. Probabilmente con un paio d’ore di sonno in più avrei ottenuto più energia in gara e di conseguenza risultati migliori. Era il mio punto debole. Mi distraevo facilmente e andavo a dormire troppo tardi – ha svelato Lorenzo, che poi ha aggiunto – Ero un perfezionista e ciò mi si è rivoltato contro perché quando si perde la felicità, di conseguenza si perde il rendimento. Nel 2019 ho sofferto molto dato che le cose non andavano come volevo. Sono entrato in una sorta di depressione. Qualche anno prima mi era successa una cosa simile e, per farvi fronte, partivo per un viaggio qualche giorno prima così da visitare le città ed arrivare al circuito più motivato”. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Bradl su Marquez: “Situazione difficile, non so se tornerà”

    ROMA – Nuovamente alle prese con l’incubo diplopia Marc Marquez, che dopo la brutta caduta a Mandalika è tornato a fare i conti con questo problema. Lo spagnolo ha provato a guardare al futuro con ottimismo, come si evince dal messaggio postato sui social, ma purtroppo la situazione non appare particolarmente confortante. L’aspetto peggiore è che non c’è una data per il suo ritorno in pista, pertanto la Honda, a malincuore, si è già mossa per trovare un pilota che lo sostituisca nei prossimi Gran Premi. Tra i nomi sondati spicca quello di Stefan Bradl, collaudatore tedesco che ha rilasciato un’intervista a Speedweek.
    Il pensiero di Bradl
    ” E’ una situazione difficile, non si sa quando tornerà. La diplopia può essere curata in cinque giorni o in un anno. Sono davvero dispiaciuto per Marc, non so dire se riuscirà a tornare”. Queste le parole di Bradl, che senza giri di parole sottolinea la gravità, almeno sulla carta, del problema del pluri campione del mondo. “Sostituire Marquez non è un’ipotesi irragionevole; se dovessero chiamarmi mi farò trovare pronto” ha poi aggiunto il tedeso, che può vantare una grande esperienza in MotoGp, ma al massimo un settimo posto nella classifica generale. LEGGI TUTTO

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    MotoGp, Bradl: “Dispiace per Marquez, non so quando tornerà”

    ROMA – Il futuro non appare particolarmente roseo per Marc Marquez. Per lo spagnolo, dopo la caduta a Mandalika, si è infatti materializzato nuovamente l’incubo diplopia, che lo tormenta da un po’ di tempo e che aveva persino messo a rischio la sua partecipazione al Mondiale. L’aspetto peggiore è che non c’è una data per il suo ritorno in pista, che potrebbe avvenire tra una settimana così come tra un mese o addirittura più tempo. La Honda, a malincuore, si è dunque già mossa per trovare un pilota che lo sostituisca nei prossimi Gran Premi, a partire da quello dell’Argentina. Tra i nomi sondati spicca quello di Stefan Bradl, collaudatore tedesco che ha rilasciato un’intervista a Speedweek.
    Le parole di Bradl
    “Sostituire Marquez non è un’ipotesi irragionevole; se dovessero chiamarmi mi farò trovare pronto – ha spiegato Bradl, che poi non ha saputo dare aggiornamenti in merito alle condizioni del pluri campione del mondo – E’ una situazione difficile, non si sa quando tornerà. La diplopia può essere curata in cinque giorni o in un anno. Sono davvero dispiaciuto per Marc, non so dire se riuscirà a tornare”. Così Bradl, da un lato desideroso di tornare in pista ma dall’altro amareggiato per ciò che sta accadendo ad un campione come Marquez, perseguitato dalla sfortuna negli ultimi anni. LEGGI TUTTO