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    F1, Mazepin: “Non sono un privilegiato, merito di essere qui”

    ROMA – “La Formula 1 è uno sport per ricchi, in parte è vero, ma sono i poveri i veri appassionati” – diceva Niki Lauda. In questa frase è possibile vedere ciò che Nikita Mazepin ha detto in un’intervista alla rivista olandese “Formule 1”. Il 22enne racconta infatti la storia della propria famiglia e risponde a chi gli dà del “privilegiato”. “Non voglio fare il falso e né essere condizionato dai giudizi degli altri. Sono qui perché me lo merito e lascerò il Motorsport solo quando perderò la passione”, queste le sue parole. Il pilota della Haas poi rivela: “In pochissimi sanno che quando ero bambino la mia famiglia era ancora povera, come povero lo era mio padre. Tant’è che sua madre, per fagli un regalo di compleanno, ha dovuto aspettare due anni”.
    Papà Dmitry e il telaio nuovo
    Questi per la famiglia Mazepin, che nel frattempo si è arricchita in Russia grazie ai fertilizzanti, i quali hanno portato la Uralkali a fatturare miliardi e a permettersi di finanziare proprio la Haas, sono tempi ormai lontani. Il padre di Nikita, Dmitry Mazepin, ha anche regalato a suo figlio un telaio nuovo di zecca: “Abbiamo risolto un problema serio – ha detto Mazepin senior in un’intervista alla rete russa “Match TV” -. Nel 2021 un telaio è andato distrutto dopo un brutto incidente. Quello nuovo era destinato a Mick Schumacher e Nikita girava con quello vecchio, dando risultati diversi nei tempi. Però poi con il team abbiamo stretto un patto e ho dato il telaio nuovo a mio figlio”. Non solo, Dmitry Mazepin non nasconde infatti i suoi ambiziosi progetti per il futuro: “In passato abbiamo cercato di comprare una scuderia (Force India nel 2018, ndr), ma la volontà c’è sempre e Nikita non c’entra niente. Vogliamo esserci in tutti i campionati, poi un posto in Formula 1 sarebbe la ciliegina sulla torta. Vedremo nel 2022”. L’anno prossimo infatti i regolamenti tecnici porteranno molti cambiamenti nel circus e anche la famiglia Mazepin vuole tenere le carte ben coperte. LEGGI TUTTO

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    F1, Mazepin: “Io privilegiato? Mio padre era povero, sono qui per merito”

    ROMA – “La Formula 1 è uno sport per ricchi, in parte è vero, ma sono i poveri i veri appassionati”. Queste parole di Niki Lauda si rispecchiano in quelle di Nikita Mazepin che, in un’intervista alla rivista olandese “Formule 1”, racconta la storia della propria famiglia e risponde a chi gli dà del “privilegiato”. “Non voglio fare il falso e né essere condizionato dai giudizi degli altri. Sono qui perché me lo merito e lascerò il Motorsport solo quando perderò la passione”, queste le sue parole. Il pilota della Haas poi aggiunge: “In pochissimi sanno che quando ero bambino la mia famiglia era ancora povera, come povero lo era mio padre. Tant’è che sua madre, per fagli un regalo di compleanno, ha dovuto aspettare due anni”.
    Il regalo di papà Dmitry
    Tempi lontani questi per la famiglia Mazepin, che nel frattempo si è arricchita in Russia grazie ai fertilizzanti, cha hanno portato la Uralkali a fatturare miliardi e a permettersi di finanziare proprio la Haas. Il padre di Nikita, Dmitry Mazepin, ha anche regalato a suo figlio un telaio nuovo di zecca: “Abbiamo risolto un problema serio – ha detto Mazepin senior in un’intervista alla rete russa “Match TV” -. Nel 2021 un telaio è andato distrutto dopo un brutto incidente. Quello nuovo era destinato a Mick Schumacher e Nikita girava con quello vecchio, dando risultati diversi nei tempi. Però poi con il team abbiamo stretto un patto e ho dato il telaio nuovo a mio figlio”. Dmitry Mazepin non nasconde però le sue ambizioni per il futuro: “In passato abbiamo cercato di acquistare una scuderia (Force India nel 2018, ndr), ma il discorso non è chiuso e Nikita non c’entra niente. Vogliamo essere rappresentati in tutti i campionati, poi la ciliegina sulla torta sarebbe un posto in Formula 1. Vedremo nel 2022”.  LEGGI TUTTO

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    F1, Mazepin nei campi d'addestramento: starà un mese in caserma

    ROMA – Nikita Mazepin ha sempre dimostrato di prendere sul serio il servizio militare. Il russo, che nel 2022 correrà ancora con la Haas al fianco di Mick Schumacher, ha rivelato i propri impegni per il prossimo anno. Tra questi spicca una pausa estiva in caserma nei campi d’addestramento di Balashikha, in Russia: “Ho deciso ovviamente di continuare a studiare perché quando avrò 30 anni la vita reale presumibilmente inizierà al termine della carriera in F1, non è che mi fanno sconti sui voti e ne ottengo di buoni solo perché corro in F1. Poi dovrò anche completare il servizio militare. Non sono inserito a tutti gli effetti nell’esercito, ma nel dipartimento militare. La prossima estate mi attende un mese in caserma nei campi di addestramento di Balashikha”, le sue parole a Match TV. 
    Il padre compra una scuderia?
    Anche il padre di Nikita, Dmitry Mazepin, non è uno abituato a starsene con le mani in mano. Le ultime indiscrezioni parlano addirittura dell’acquisizione di una scuderia come parzialmente confermato dal figlio: “Sarebbe un’opzione interessante per lui – ammette -. Fino a questo momento, mio padre è riuscito a trasformare in oro tutto quello su cui ha messo le mani, ma io devo dire di essere molto leale alla Haas. Quindi, credo che se comprasse una scuderia di Formula 1, sarebbe molto emozionante seguirli e vedere cosa riuscirebbero a ottenere, ma magari sarebbe ancora più bello batterli! Seguire mio padre in un’esperienza del genere? Certo, non potrei escluderlo a priori, visto che sono parte di un team che, al momento, è a un decimo dal penultimo posto in classifica costruttori. Però, come detto, sono molto leale alla Haas e vorrei avere successo con loro”. LEGGI TUTTO

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    F1, Mazepin starà un mese in caserma per i campi d'addestramento

    ROMA – Il servizio militare non è mai stato sottovalutato da Nikita Mazepin. Il russo, che nel 2022 correrà ancora con la Haas al fianco di Mick Schumacher, ha rivelato i propri impegni per il prossimo anno. Tra questi spicca una pausa estiva in caserma nei campi d’addestramento di Balashikha, in Russia: “Ho deciso ovviamente di continuare a studiare perché quando avrò 30 anni la vita reale presumibilmente inizierà al termine della carriera in F1, non è che mi fanno sconti sui voti e ne ottengo di buoni solo perché corro in F1. Poi dovrò anche completare il servizio militare. Non sono inserito a tutti gli effetti nell’esercito, ma nel dipartimento militare. La prossima estate mi attende un mese in caserma nei campi di addestramento di Balashikha”, le sue parole a Match TV. 
    Una scuderia al padre?
    Anche il padre di Nikita, Dmitry Mazepin, non è uno abituato a starsene con le mani in mano. Le ultime indiscrezioni parlano addirittura dell’acquisizione di una scuderia come parzialmente confermato dal figlio: “Sarebbe un’opzione interessante per lui – ammette -. Fino a questo momento, mio padre è riuscito a trasformare in oro tutto quello su cui ha messo le mani, ma io devo dire di essere molto leale alla Haas. Quindi, credo che se comprasse una scuderia di Formula 1, sarebbe molto emozionante seguirli e vedere cosa riuscirebbero a ottenere, ma magari sarebbe ancora più bello batterli! Seguire mio padre in un’esperienza del genere? Certo, non potrei escluderlo a priori, visto che sono parte di un team che, al momento, è a un decimo dal penultimo posto in classifica costruttori. Però, come detto, sono molto leale alla Haas e vorrei avere successo con loro”. LEGGI TUTTO

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    F1, Steiner: “Schumacher e Mazepin? Erano l'unica soluzione”

    ROMA – Gunther Steiner spiega la scelta di ingaggiare due esordienti per la stagione in corso. Affiancare un giovane pilota a uno più esperto non era possibile per mancanza di fondi. Da qui la scelta di puntare su Mick Schumacher e Nikita Mazepin, gli ultimi due piloti della classifica di Formula 1: “Dovevo trovare diverse opportunità per consentire alla squadra di andare avanti perché dipendeva il futuro di molte famiglie. A volte sei costretto a prendere delle decisioni, anche se queste non ti piacciono affatto. Di conseguenza, è stata unascelta legata a sole ragioni economiche: non c’era alcuna rabbia o insoddisfazione. L’alternativa era quella che non saremmo stati qui oggi, ed è un aspetto che le persone devono capire”, le parole del team principal della Haas. 
    L’addio di Magnussen
    La presenza di Magnussen per i medesimi motivi non era qualcosa di contemplabile come confermato dal manager italiano al giornale danese Ekstra Bladet: “Se avessi tenuto Kevin – prosegue – la Haas non sarebbe sopravvissuta, ed allo stesso tempo Magnussen non avrebbe avuto comunque una vettura a disposizione.L’unica soluzione era quella di ingaggiare due esordienti. Almeno ora ci sono due nuovi piloti che possono imparare molto. Se avessi affidato quest’auto a due piloti con più esperienza, il team sarebbe probabilmente fallito”. LEGGI TUTTO

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    F1, Steiner: “Con due piloti esperti la Haas non sarebbe sopravvissuta”

    ROMA – La scelta della Haas di ingaggiare due esordienti per la stagione in corso è stata inevitabile. Affiancare un giovane pilota a uno più esperto non era possibile per mancanza di fondi. Da qui la scelta di puntare su Mick Schumacher e Nikita Mazepin, gli ultimi due piloti della classifica di Formula 1: “Dovevo trovare diverse opportunità per consentire alla squadra di andare avanti perché dipendeva il futuro di molte famiglie. A volte sei costretto a prendere delle decisioni, anche se queste non ti piacciono affatto. Di conseguenza, è stata una scelta legata a sole ragioni economiche: non c’era alcuna rabbia o insoddisfazione. L’alternativa era quella che non saremmo stati qui oggi, ed è un aspetto che le persone devono capire”, le parole del team principal della Haas Gunther Steiner. 
    “Il team sarebbe fallito”
    La presenza di Magnussen per i medesimi motivi non era qualcosa di contemplabile come confermato dal manager italiano al giornale danese Ekstra Bladet: “Se avessi tenuto Kevin – prosegue – la Haas non sarebbe sopravvissuta, ed allo stesso tempo Magnussen non avrebbe avuto comunque una vettura a disposizione. L’unica soluzione era quella di ingaggiare due esordienti. Almeno ora ci sono due nuovi piloti che possono imparare molto. Se avessi affidato quest’auto a due piloti con più esperienza, il team sarebbe probabilmente fallito”. LEGGI TUTTO