More stories

  • in

    ATP 250 Bruxelles: Musetti cede a Mpetshi Perricard, con più di un rimpianto per il tiebreak del secondo set

    Lorenzo Musetti, n.8 ATP

    Sconfitta da mal di testa per Lorenzo Musetti nei quarti dell’ATP 250 di Bruxelles, ma quando giochi in condizioni indoor contro un servizio terrificante come quello di Giovanni Mpetshi Perricard, pure in ottimo spolvero, anche un singolo punto segna la differenza tra vittoria e sconfitta. E dopo quattro successi di fila per l’azzurro, stavolta è il gigante di Lione ad imporsi per 6-4 7-6(8) al termine di una partita che definire tirata è persino poco. Un Musetti buono, a tratti pure eccellente per piglio e rendimento al servizio, non basta a superare la prepotenza della battuta e potenza generale del transalpino, pagando a carissimo prezzo un primo turno di servizio incerto, giocato un po’ rigido, che gli è costato un break immediato impossibile da recuperare vista la qualità al servizio del rivale. E i rimpianti, infiniti rimpianti, arrivano dal tiebreak del secondo parziale: Lorenzo con gambe stratosferiche e grinta da leone ribalta il 6 punti a 4 sotto e due match point con una difesa pazzesca in risposta sul primo, e poi purtroppo spreca tutto con due doppi falli, il primo – terribile – sul set point a favore sul 8 punti a 7, quindi un altro subito dopo che consegna a Mpetshi la vittoria sul piatto d’argento. Una sconfitta a dir poco cocente, c’era assolutamente lo spazio per girare il match nel terzo set. Davvero un peccato perché in generale Lorenzo ha giocato una partita tutt’altro che malvagia, di grande resistenza mentale contro un avversario scatenato al servizio e quasi senza scambi, a sua volta servendo bene e attaccando appena possibile. Purtroppo al coperto e contro un avversario del genere non puoi permetterti regali e, ancor più importante, devi cogliere la chance che ti eri conquistato con classe.
    La sconfitta è bruciante perché in questo torneo c’erano in palio punti importanti per staccare il pass per Torino, visto il tabellone si poteva ambire legittimamente al successo finale, che purtroppo è nuovamente rimandato. La partita di Musetti purtroppo è iniziata subito male, ed è “strano” perché ultimamente era riuscito ad entrare molto bene negli incontri e i quattro precedenti tutti vittoriosi contro il francese di sicuro non rappresentavano una tensione “scontata” nel pre partita. Purtroppo Lorenzo ha servizio con braccio un po’ trattenuto dopo il doppio fallo nel primissimo punto e ovviamente Mpetshi Perricard non s’è fatto pregare nello scatenare il massimo della potenza in risposta, per un break immediato che ha maledettamente complicato le cose. Infatti Giovanni non ha concesso niente ed anzi è andato a prendersi con massimo rischio una chance per il doppio allungo, ben annullata dall’italiano. Dopo l’avvio shock Musetti ha ben giocato ma in risposta ha ottenuto poco e nulla visto che l’altro ha servito quasi solo prime palle e rare seconde a 210 km/h di media… Per rimetterla di là era necessario arrampicarsi su rimbalzi altissimi o bloccare con timing da funambolo.
    C’è riuscito meglio nel secondo set Musetti, creandosi qualche piccola chance (un 15-30 e uno 0-30) prontamente tamponati dall’avversario. Il punto più grave di tutto il match è stato forse la seconda di servizio di Lorenzo sul 4 punti pari al tiebreak tirata a soli 125 km/h, pure centrale… facilmente aggredita da Mpeteshi che l’ha portato poi a doppio match point. Musetti da campione ha salvato la palla match in difesa, ma l’ha certamente irrigidito tornato al servizio… tanto da portarlo a rischiare troppo e commettere due doppi falli pur di non trattenere di nuovo il braccio. Due doppi falli molto probabilmente figli della tensione di quella seconda troppo lenta. La forte tensione del momento gli è costata la sconfitta, ma è un vero peccato perché per il resto dell’incontro era stato davvero solido nel reggere nei suoi game e sempre pronto a scattare con la risposta cercando di arginare le battute terrificanti del francese. In condizioni indoor Mpetshi Perricard può essere un incubo, devi essere bravo a resistere mentalmente e cogliere ogni minima chance. Purtroppo oggi Musetti non c’è riuscito e la sconfitta è stata la conseguenza.
    È corretto sottolineare anche l’ottima prestazione di Giovanni. Ha servito 12 Ace con il 79% di prime in gioco, ma è stato molto aggressivo anche in risposta e tatticamente ineccepibile, sparacchiando poco e affrontando bene ogni situazione complicata, con attacchi di qualità e una copertura del campo nemmeno malvagia per la sua stazza. Sia sulla prima che sulla seconda di servizio ha vinto anche più punti dell’italiano (seppur sempre pochi), è un dato indicativo di una prestazione che non è stata solo e soltanto legata al servizio. Quanto brucerà questa sconfitta in Musetti…
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Musetti alza la prima palla del match ma è Mpetshi Perricard a strappare i tre primi punti in risposta, forzando molto i colpi e forse con Lorenzo un po’ sorpreso e contratto (con un doppio fallo in apertura). Il BREAK arriva sul 15-40 con un bel diritto vincente del francese dopo aver aperto bene l’angolo in un lungo scambio. Si fa in salita il match dell’azzurro, vista la prepotenza del servizio del 22enne di Lione. E infatti… turno a zero per Giovanni, praticamente non si gioca, 2-0. Con un game di servizio immacolato Musetti muove lo score, ma il “problema” è trovare il modo di rispondere e recuperare l’allungo. Non è per niente facile, anche perché forte del vantaggio il francese gioca sciolto le sue pallate a 230 km/h sono traccianti. Ottimo il serve and volley sul 30-15 di GMP e quindi un Ace esterno, stavolta più calibrato che potente, per il 3-1. Già 3 Ace, ma soprattutto solo prime palle in gioco, e questo è “drammatico” per Lorenzo. Nel quinto game sul 40-0 Musetti cerca la smorzata, ma non funziona perché con tre falcate l’altro arriva e chiude la porta. Meglio tirar forte che chiamarlo a rete. 3-2 lo score dopo solo 12 minuti. Si corre, e non è un bene per “Muso”. Se il transalpino mantiene queste percentuali di prime palle è quasi impossibile arrivare alla chance di break: si porta 4-2 in un lampo con 13 prime “in” sul 14 punti al servizio, con un solo punto perso. Una macchina. E quando riesce a liberare la potenza del diritto può essere altrettanto micidiale con quella sbracciata, vedi l’insider out terrificante che gli vale il 3o pari nel settimo game. Musetti sembra bloccato, si fa aggredire dalla risposta e Giovanni chiude col doppio smash, gli vale una palla break sul 30-40. Bene qua Lorenzo, attacca subito e si prende il punto di volo, ottimo attaccare per non essere attaccato. Fantastica poi l’accelerazione cross di rovescio, Musetti resta in scia sul 4-3. Caccia un urlaccio Lorenzo dopo aver impattato larga una risposta, era una seconda di servizio (ma a 184 km/h!), è davvero difficile cogliere un varco quando l’altro è al servizio, 5-3. Non è nemmeno un cattivo Musetti, serve bene (83% di prime) e sbaglia pochissimo, anche aggressivo col primo colpo dopo la battuta, ma la partenza ad handicap, il brutto primo turno di battuta, gli costa il primo set, 6-4 Mpetshi Perricard, perfetto nel decimo game.
    Lorenzo riparte al servizio nel secondo set, ha ben altro piglio rispetto al game di partenza del match e lo chiude con un solido passante di rovescio. Perricard si prende un altro game a zero, implacabile oggi al servizio, e pure Musetti comanda bene nei suoi turni, rapido anche a buttarsi avanti sulla palla più corta (o deviata dal nastro, come il 30-15 del terzo game). Il match avanza più che spedito, di scambi proprio pochi (2-1). Nel quarto game finalmente Lorenzo trova la prima grande risposta vincente, un rovescio dei suoi, cross stretto, a passare il S&V sulla seconda. Riesce a rispondere di nuovo l’azzurro, stavolta col diritto, e quindi passante in avanzamento. 15-30, score inedito nel match nei game del francese. E non entra la prima palla… Purtroppo la risposta non passa la rete, era difficile arrampicarsi su di un rimbalzo molto alto. Rimonta e 2 pari, la prima piccola chance di Musetti è cancellata di forza. L’azzurro chiude il quinto game col primo Ace del match, 3-2. Il match corre, lo score è 4 pari nel secondo set dopo solo 55 minuti. “Non c’è uno scambio” dice Lorenzo al suo angolo, con Barazzutti che osserva quasi impassibile. Un paio di errori per l’azzurro nel nono game, poi sul 40-30 arriva uno dei rari scambi che si conclude con un diritto abbondantemente out di Giovanni, per il 5-4. All’improvviso il match si accende. Musetti si prende il primo punto con un passante ravvicinato dopo una risposta bloccata di qualità, poi arriva una risposta bloccata di rovescio che muore sulla riga e il francese è sorpreso e sparacchia. 0-30, score inedito nel match, e siamo a due punti dal set… La pressione sale, ma Mpetshi tira una sassata imprendibile al T (Ace n.11). Incredibile come sul 15-30 tira una seconda palla identica ad una prima, all’angolino. Bravo, poco da dire. Poi attacca dopo una seconda palla solida e il passante di Musetti è troppo difficile (qua forse andava colpita la risposta e non bloccarla). Uno smash facile è il quarto punto di fila, 5 pari. Il game #11 va ai vantaggi, bravo il francese a tirare una bordata col diritto micidiale e correre anche bene. Solido Lorenzo, si porta 6-5 e il tiebreak è “scontato”, nonostante un gran rovescio dell’azzurro. Mpetshi tira un Ace a 231 km/h, poi un altra bordata esterna, ogni punto al servizio di Musetti è come affacciarsi al precipizio… Un Ace anche per il toscano, 2 punti pari, quindi eccellente diritto d’attacco e volée precisa. 3-2. C’è una piccola chance nel sesto punto, …Lorenzo risponde ma a rete il francese si è mosso bene e il passante successivo era difficile. 3 pari e poi 4-3 GMP, nonostante due risposte di Musetti, azzerate dalla qualità in avanzamento dell’altro. Sul 4 pari Musetti tira una seconda palla troppo lenta… 125 km/h, colpita forse anche con poche corde… è un assist per il francese che si sposta e tira una botta di diritto in risposta che atterra sulla riga. Si prende il mini-break Giovanni e con un attacco preciso vola 6 punti a 4, a due Match Point. Che punto! In qualche modo Musetti risponde, corre da tutte le parti e la sua difesa estrema è premiata con un passante di diritto vincente (una volée di Giovanni si poteva chiudere…). 6 punti a 5, ora serve Lorenzo, che con un’ottima prima esterna si porta 6 punti pari. Calibra bene lo smash e prima l’attacco Musetti, sorpasso sul 7 punti a 6, c’è il Set Point in risposta. Niente, bordata a 230 km/h di Mpetshi. Ecco finalmente l’errore col diritto del francese, che esagera su di una risposta bloccata ed alta, che diventa non facile da impattare. 8 punti 7, Set Point Musetti al servizio! No… doppio fallo… rischia troppo e va male. 8 punti pari. Altro doppio fallo per Lorenzo, gravissimo e Mpetshi torna al servizio, sul 9-8, col terzo match point. Stavolta il S&V è vincente. Finisce con un pizzico di amarezza, vista la clamorosa rimonta al tiebreak con quel set point alla battuta col doppio fallo. Contro un cecchino come Mpetshi non te lo puoi permettere.

    Lorenzo Musetti vs Giovanni Mpetshi Perricard ATP Brussels Lorenzo Musetti [1]46 Giovanni Mpetshi Perricard [5]67 Vincitore: Mpetshi Perricard ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0*-0 1-0* 1-1* ace 1*-2 2*-2 ace 3-2* 3-3* 3*-4 4*-4 4-5* 4-6* 5*-6 6*-6 7-6* 7-7* 8*-7 8*-8 8-9* df6-6 → 6-7G. Mpetshi Perricard 15-0 15-15 30-15 40-156-5 → 6-6L. Musetti 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-405-5 → 6-5G. Mpetshi Perricard 0-15 0-30 15-30 ace 30-30 40-305-4 → 5-5L. Musetti 15-0 ace 30-0 40-0 40-15 40-304-4 → 5-4G. Mpetshi Perricard 15-0 30-0 30-15 df 40-15 ace4-3 → 4-4L. Musetti 15-0 30-0 40-0 ace3-3 → 4-3G. Mpetshi Perricard 15-0 30-0 40-0 ace3-2 → 3-3L. Musetti 15-0 30-0 30-15 40-15 ace2-2 → 3-2G. Mpetshi Perricard 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 ace2-1 → 2-2L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1G. Mpetshi Perricard 15-0 30-0 40-01-0 → 1-1L. Musetti 15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1G. Mpetshi Perricard 15-0 30-0 ace 40-0 ace4-5 → 4-6L. Musetti 15-0 30-0 40-0 40-153-5 → 4-5G. Mpetshi Perricard 15-0 15-15 30-15 ace 40-153-4 → 3-5L. Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-402-4 → 3-4G. Mpetshi Perricard 15-0 30-0 30-15 40-15 ace2-3 → 2-4L. Musetti 15-0 30-0 40-0 40-151-3 → 2-3G. Mpetshi Perricard 15-0 15-15 30-15 ace 40-15 ace1-2 → 1-3L. Musetti 15-0 30-0 40-00-2 → 1-2G. Mpetshi Perricard 15-0 30-0 40-0 ace0-1 → 0-2L. Musetti 0-15 df 0-30 0-40 15-400-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

  • in

    Medvedev fa 300 (e continua a sognare le Finals)

    Daniil Medvedev

    “E pur si muove….” Dalla celeberrima frase di Galileo Galilei alle faccende tennistiche del 2025 corre più di qualche secolo, ma è indiscutibile che Daniil Medvedev, a piccoli passi, sta forse rimettendo insieme i tasselli del quel tennis straordinariamente complesso, unico e vincente, che l’hanno portato a diventare uno dei giocatori più forti degli ultimi anni. Il taglio netto col passato e con lo storico coach Cervara, seppur traumatico, hanno rappresentato forse la svolta di cui il moscovita aveva bisogno. Il suo tennis non è ancora al livello che l’ha issato a n.1 del mondo, vincere US Open 2021 battendo “man in a mission” Djokovic in una finale epocale e tanto altro, ma i suoi up and down sono calati nelle ultime settimane e i suoi colpi stanno ritrovando vigore e precisione.
    Stamattina Medvedev ha battuto con un tennis piuttosto convincente Marozsan nei quarti all’ATP 250 di Almaty, sbarcando alla terza semifinale consecutiva sul tour. Daniil ha fatto anche segnare la sua vittoria n.300 sui campi in duro dal 2018, nessuno ha vinto così tante partite in queste condizioni nello stesso lasso di tempo.

    3rd consecutive semi-final300th hard-court match victory since 2018 (most on Tour)
    Daniil Medvedev wins 9 of the last 11 games to beat Marozsan 7-5 6-2!#AlmatyOpen pic.twitter.com/epstt3iqec
    — Tennis TV (@TennisTV) October 17, 2025

    È una piccola soddisfazione statistica, ma soprattutto la conferma che qualcosa si sta concretamente muovendo nel suo tennis, supportato dal nuovo team composto dallo svedese Thomas Johansson e Rohan Goetzke, ex giocatore e soprattutto coach australiano, per diversi anni a fianco di Richard Krajicek (dal 1992 al 2003, incluso il mitico trionfo a Wimbledon e l’ascesa al n.4 del mondo).

    Daniil Medvedev and Rohan Goetzke’s first tournament together
    Daniil and Rohan (one of his two coaches) are training together in Kazakhstan.
    Goetzke joined Medvedev’s team alongside Thomas Johansson at the beginning of September.@DaniilMedwed #rohangoetzke pic.twitter.com/OpP6UeTMRE
    — Sofya Tartakova (@CentralCourt) October 16, 2025

    Medvedev, sceso al 14esimo posto nel ranking, è a caccia del titolo n.21, successo che manca da Roma 2023, quando sorprese tutti andando ad alzare l’ennesimo “mille” in carriera sulla superficie che meno ama e si addice le sue caratteristiche. Ancora manca la miglior continuità al servizio, gli errori in costruzione e scambio sono tanti rispetto ai suoi massimi standard e forse non riuscirà più a ritrovare quella clamorosa “tigna” difensiva che l’ha sostenuto nelle sue più grandi imprese. Ma c’è da buono nelle sue ultime settimane di tennis e in condizioni indoor ha sempre giocato bene.
    Con 2460 punti nella Race to Turin, è ancora pienamente in corsa per staccare un biglietto per le Finals, soprattutto se Djokovic e De Minaur decidessero di non giocare. Come si dice in questi casi, l’impresa è difficile ma il destino di Daniil è nelle sue mani: per farcela è necessario vincere. A partire da Almaty, torneo dove adesso è il vero favorito…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    ATP 250 Bruxelles: Musetti regola Hanfmann di misura

    Lorenzo Musetti nella foto

    Quando è il servizio a dominare, e in condizioni indoor capita spesso, più degli effetti speciali di classe conta la concentrazione, la solidità, il giocare pratico e “asciutto” per non concedere niente ed essere pronto a sfruttare ogni piccola apertura, arrivata quando la tensione è salita alle stelle nelle strette finali di due set. Questa in estrema sintesi la prestazione e convincente vittoria di Lorenzo Musetti al proprio esordio al 250 di Bruxelles, bravo a tenere i propri turni di battuta senza sbavature e battere un ottimo Yannick Hanfmann per 7-6(3) 7-5, La partita si è decisa infatti in pochi passaggi decisivi, e lì, quando contava, “Muso” è riuscito ad alzare il livello e creare la differenza sul rivale, altrettanto continuo e in forma sotto il tetto della capitale belga. Entrambi i giocatori infatti hanno servito alla grandissima, ricavando una percentuale di trasformazione formidabile (84% con la prima Musetti, addirittura 89% Hanfmann). Scontato che di scambi non ce ne siano stati tanti, visto che sia Lorenzo che Yannick sono stati rapidi ed efficaci ad entrare forte col primo colpo dopo il servizio a prendersi una posizione di vantaggio importante, quasi sempre decisiva.
    Bravo è stato Musetti a tenere tutti i suoi game di battuta senza concedere alcuna palla break e giocare con estrema attenzione e lucidità il tiebreak del primo parziale, dove con un paio di punti in risposta (eccezionale un impatto di rovescio) ha spaccato a suo favore il totale equilibrio. Altrettanto bravo poi il toscano a sfruttare il primo unico momento di tensione alla battuta su Hanfmann sul 5 pari: il tedesco ha smarrito la prima di servizio e con la risposta e i suoi tagli Musetti lo ha portato a giocare scomodo forzandone gli errori (oltre ad un tocco passante stretto di “Muso” bellissimo). Una vittoria di misura per l’azzurro in una partita totalmente equilibrata, segno di solidità mentale ma anche tecnica: ha scelto infatti di giocare con grande aggressività nei suoi game per non farsi attaccare dai colpi pesanti del rivale, e la continuità della battuta e della sua spinta, in particolare col diritto, è stata importante e decisiva per la vittoria.
    Musetti ha “badato al sodo”, come si dice nella sua terra natia. Meno giocate ad effetto, quelle che esaltano il pubblico ma sono molto rischiose, e tanta consistenza nella spinta col diritto, lì assai efficace nel passare da palla più carica di spin e lavorata a qualche accelerazione velocissima. Hanfmann è uno che a tennis gioca piuttosto bene e quando ha il tempo per spingere e non corre troppo lateralmente diventa un cliente scomodo. Per questo bene ha fatto Lorenzo a giocare un primo colpo potente e centrale, per allontanare il rivale un metro abbondante dalla riga di fondo, e quindi spostarlo più lateralmente, mettendo così a nudo la sua velocità di piedi non eccezionale. In particolare ha funzionato bene un taglio col back di rovescio non troppo lungo, che ha costretto Hanfmann ad abbassarsi molto sulle ginocchia in avanzamento, una fase che non ha gestito quasi mai bene. Ma è col diritto, pesante e continuo, che Musetti ha costruito la sua prestazione e vittoria.
    Il prossimo avversario per Musetti è il francese Mpetshi Perricard, “brutto cliente” al coperto c0n quel servizio ingestibile, e già più che noto per il nostro top 10. È un successo importante anche in ottica Finals, davvero vicine, ancor più se la strada di Lorenzo in Belgio continuerà.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Musetti inizia il suo torneo, da testa di serie n.1, con un buon turno di servizio, diritto bello “caldo” in spinta. Ottimo avvio anche per Hanfmann, pronto a spingere e rischiare anche una smorzata, 1 pari. Quando lo scambio è diritto vs. diritto il maggior controllo di Lorenzo viene subito fuori, anche per la sua palla più complessa con spin rispetto all’impatto più “piatto” del tedesco. L’azzurro mette subito in mostra il taglio col rovescio, palla bassa e non così profonda, difficile da gestire per un giocatore come Yannick che non fa della velocità dei piedi il suo punto forte. Con un contro piede vincente col diritto, ben calibrato, lo score è 2-1 Musetti. Lorenzo nel quarto game ingrana in risposta, bellissimo l’impatto di rovescio lungo linea che fulmina il tedesco, e porta il game ai vantaggi. Regge Hanfmann, 2 pari. Ai vantaggi anche il quinto game, ma Musetti se lo aggiudica senza patemi. Non grandi spunti finora nel match, chi comanda col diritto tende a prendersi il punto. Il tedesco serve oltre l’80% di prime palle in gioco, non è facile per l’italiano incidere in risposta, infatti lo score si porta sul 4 pari con il secondo game vinto da zero da Hanfmann. Con una volée di rovescio con taglio magistrale, una delle rare perle tecniche del set, Musetti si porta 5-4. Ora la pressione su Yannick è massima, ma la regge di slancio e terzo turno di battuta di fila vinto a zero. Anzi, sono 20 punti consecutivi per chi serve (5-5). Si interrompe a 22 la serie di punti al servizio, grazie ad un bell’attacco del tedesco dalla risposta. Visto il totale equilibrio, scontato l’approdo al tiebreak. Il mini-break arriva sull’1 pari, con Hanfmann che forza un rovescio a mezza rete, ha fatto scendere troppo la palla con i piedi bloccati. Segue l’Ace di Lorenzo, 3 punti a 1 e poi 4-1 con un diritto robusto. Con una splendida risposta di rovescio, impatto maestoso inside out, Lorenzo vola 5 punti a 2. Yannick si riprende un punto in risposta, poi arrivano tre set point per Musetti sul 6-3. Basta il primo, impatto scadente di Hanfmann su di una risposta un po’ più corta che lo manda fuori ritmo. 7-3 Musetti, bravo a giocare meglio il tiebreak. Solo due punti ceduti con la prima palla in gioco per Lorenzo.
    Hanfmann cancella la delusione del primo parziale e riparte con un ottimo turno di battuta, incluso un tocco di volo pregevole. Bene anche Musetti, un fulmine nell’aggredire la palla dopo un servizio di qualità. Tennis più razionale del toscano, con meno variazioni rispetto ai suoi standard (1-1). Due grandi rovesci per Hanfmann nel quarto game, un lungo linea vincente e poi un passante cross, poi spreca tutto con un diritto sparacchiato via. 2 pari. Funziona davvero bene la prima palla di Lorenzo, la gioca molto al centro per non aprire troppo l’angolo. E poi funziona sempre la rasoiata col back di rovescio, la palla si abbassa tanto e Yannick fa fatica e scendere sulle ginocchia e la sua rigidità non lo aiuta. 3 pari. Settimo game, Musetti alza il volume con un vincente di diritto lungo linea bellissimo, la facilità nell’accelerare la palla anche da tre metri dietro la riga è fenomenale. Peccato per il rovescio seguente, un lungo linea che gli esce di poco e sarebbe valso lo 0-30. Pure il tedesco mette in mostra la sua mano più che discreta con una volée bassa di diritto per niente facile. Il game va ai vantaggi, brutto un diritto di Hanfmann sparato in rete con i piedi bloccati. La chance di break non arriva, 4-3 Hanfmann. La partita continua a non sbloccarsi, chi serve ha un vantaggio enorme e in risposta le briciole o poco più perché entrambi sono pronti ad aggredire la risposta e comandare. Improvvisamente sul 5 pari la partita si accede. Un bel taglio di rovescio provoca l’errore del tedesco, quindi commette un doppio fallo. 0-30, punteggio inedito nel match. Risale 30 pari Hanfmann ma è bravo Musetti a rispondere bene e quindi trovare un passante di tocco stretto di grande qualità. 30-40, prima palla break dopo 22 turni di servizio immacolati. Ancora seconda palla, mai una prima in gioco nel game… Male Hanfmann, subisce la risposta carica di spin e profonda dell’azzurro sbagliando malamente col diritto in rete. Un brutto game che costa al tedesco il primo BREAK del match, Musetti serve per chiudere sul 6-5. E serve bene, sicuro, quasi troppo con un S&V garibaldino e perdente sul 30-0.. Poco male, con un Ace arriva a Due Match Point sul 40-15. Finisce al primo, out la risposta del tedesco. Buona prestazione e vittoria, next Mpetshi Perricard. Musetti è sempre più vicino alle Finals, manca davvero poco.

    Lorenzo Musetti vs Yannick Hanfmann ATP Brussels Lorenzo Musetti [1]77 Yannick Hanfmann65 Vincitore: Musetti ServizioSvolgimentoSet 2L. Musetti 15-0 30-0 30-15 40-15 ace6-5 → 7-5Y. Hanfmann 0-15 0-30 df 15-30 30-30 30-405-5 → 6-5L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-154-5 → 5-5Y. Hanfmann 15-0 30-0 40-04-4 → 4-5L. Musetti 15-0 30-0 30-15 40-153-4 → 4-4Y. Hanfmann 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 40-30 40-40 A-403-3 → 3-4L. Musetti 15-0 30-0 30-15 40-152-3 → 3-3Y. Hanfmann 15-0 15-15 df 30-15 40-15 40-302-2 → 2-3L. Musetti 0-15 15-15 30-15 40-15 ace 40-301-2 → 2-2Y. Hanfmann 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2L. Musetti 15-0 ace 30-0 40-00-1 → 1-1Y. Hanfmann 0-15 15-15 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0*-0 1-0* 1-1* 2*-1 3*-1 ace 4-1* 4-2* 5*-2 5*-3 6-3*6-6 → 7-6Y. Hanfmann 15-0 30-0 40-06-5 → 6-6L. Musetti 15-0 30-0 30-15 40-15 ace 40-305-5 → 6-5Y. Hanfmann 15-0 30-0 40-05-4 → 5-5L. Musetti 15-0 30-0 40-04-4 → 5-4Y. Hanfmann 15-0 30-0 40-04-3 → 4-4L. Musetti 15-0 30-0 40-03-3 → 4-3Y. Hanfmann 15-0 30-0 40-0 ace3-2 → 3-3L. Musetti 15-0 30-0 30-15 df 30-30 40-30 ace 40-40 A-402-2 → 3-2Y. Hanfmann 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 ace2-1 → 2-2L. Musetti 15-0 30-0 40-0 40-151-1 → 2-1Y. Hanfmann 15-0 30-0 40-0 40-15 40-301-0 → 1-1L. Musetti 15-0 30-0 30-15 40-150-0 → 1-0
    Statistiche Tennis: Musetti vs Hanfmann

    Statistica
    Musetti 🇮🇹
    Hanfmann 🇩🇪

    STATISTICHE DI SERVIZIO

    Rating del servizio
    322
    291

    Ace
    6
    3

    Doppi falli
    1
    2

    Prima di servizio
    44/67 (66%)
    44/68 (65%)

    Punti vinti sulla prima
    37/44 (84%)
    39/44 (89%)

    Punti vinti sulla seconda
    16/23 (70%)
    11/24 (46%)

    Palle break salvate
    0/0 (0%)
    0/1 (0%)

    Giochi di servizio giocati
    12
    12

    VELOCITÀ DI SERVIZIO

    Velocità massima
    213km/h (132 mph)
    213km/h (132 mph)

    Velocità media prima
    200km/h (124 mph)
    195km/h (121 mph)

    Velocità media seconda
    158km/h (98 mph)
    169km/h (105 mph)

    STATISTICHE DI RISPOSTA

    Rating della risposta
    174
    46

    Punti vinti su prima di servizio
    5/44 (11%)
    7/44 (16%)

    Punti vinti su seconda di servizio
    13/24 (54%)
    7/23 (30%)

    Palle break convertite
    1/1 (100%)
    0/0 (0%)

    Giochi di risposta giocati
    12
    12

    STATISTICHE DEI PUNTI

    Punti vinti a rete
    0/0 (0%)
    0/0 (0%)

    Vincenti
    0
    0

    Errori non forzati
    0
    0

    Punti vinti al servizio
    53/67 (79%)
    50/68 (74%)

    Punti vinti in risposta
    18/68 (26%)
    14/67 (21%)

    Totale punti vinti
    71/135 (53%)
    64/135 (47%) LEGGI TUTTO

  • in

    WTA 1000 Wuhan: Paolini cede a Gauff in un match segnato da tanti errori

    Jasmine Paolini a Wuhan (foto Getty Images)

    Quando una partita è segnata da una serie di 11 break consecutivi, quasi tutti arrivati per tantissimi errori ed incertezze tattiche e non per la prepotenza in risposta delle giocatrici, è un indice inequivocabile di tensione, di una gestione tutt’altro che ottimale e di “sofferenza” che non può generare un bello spettacolo. Purtroppo la Jasmine Paolini superlativa che ha demolito Swiatek nei quarti oggi al WTA 1000 di Wuhan non si è vista, e al termine di una partita rocambolesca in negativo è Coco Gauff a spuntarla per 6-4 6-3 e volare in finale all’importante torneo cinese. Jasmine ha pagato dazio fisicamente contro l’americana: non è praticamente mai riuscita a sfondarla da fondo campo con la sua pressione ed è incappata in troppi errori, ben 19 a fronte di soli 5 vincenti (17 – 18 il bilancio per la statunitense) in una partita scomoda, segnata da tanta tensione e dall’incapacità di giocare con positività al servizio. Vero che sia Jasmine che Coco hanno grande qualità in risposta, ma ha dell’incredibile la serie di break iniziata sul 3-2 del primo set e conclusa sul 3 pari del secondo, con Gauff che finalmente è riuscita a vincere un game di battuta. Proprio sull’ennesimo break del sesto game si è intuito che Paolini fosse in grossa difficoltà: infatti ha esternato la propria delusione per due scelte tattiche sbagliate, in particolare una smorzata non ben eseguita, e lì deve esser rimasta inchiodata la sua testa, visto che non ha più vinto un game e non è più nemmeno riuscita a conquistare spazio dalla risposta e forzare gli errori dell’americana.
    Coco continua a mostrare enormi problemi al servizio (7 i doppi falli), in particolare per un lancio di palla spesso tremebondo sulla seconda palla, mentre Jasmine in questa semifinale ha scelto di tenere alta la percentuale di prime per cercare di arginare la risposta dell’americana ma evidentemente la tattica non ha pagato, finendo comunque sotto alle bordate di rovescio di Gauff. La toscana aveva vinto le ultime tre sfide contro la statunitense, forte di qualità difensive importanti ma soprattutto di quel diritto prima carico per guadagnare campo e poi velocissimo nell’entrare nello spazio aperto che oggi non ha quasi mai funzionato. Questo, insieme alla battuta del tutto assente per darle un plus, è stato il peccato originale nella sua prestazione e che le è costata la sconfitta. Gauff ha un diritto potentissimo ma non così stabile; ha sofferto in diverse fasi dell’incontro, in particolare sotto le risposte vivaci di Paolini, ma è stata anche brava rischiarlo ugualmente – si è presa almeno quattro break con accelerazioni ottime dal centro – e pure giocare diversi back da destra pur di non dare una palla comoda da spingere a Jasmine.
    La sensazione netta è stata anche di una Paolini meno vivace fisicamente, e non solo a livello di spinta. Coco tira forte, è stata più lei ad andare sopra alla spinta di Jasmine che non viceversa, ma mentre nella super partita contro Swiatek l’azzurra riusciva ad arrivare quasi sempre con perfetto equilibrio per tirare i suoi drive, e buon anticipo, oggi ha arrancato maggiormente e diversi impatti errati sono arrivati proprio per una posizione non corretta. Anche un po’ di fretta nel secondo set nel cercare l’accelerazione a chiudere, con alcuni errori pesanti in momenti dove non si doveva sbagliare. Probabilmente questa partita per Paolini è “nata male”, fin da subito non ha trovato buone sensazioni, col servizio è andata sotto alla risposta di Gauff e ha subito la potenza dell’avversaria, a tutto campo non solo a livello di spinta. Non riuscendo a trovare vincenti, è certamente andata in difficoltà tattica e tutto ne ha risentito. Gauff è una tennista molto forte e quindi una sconfitta ci sta. Alla fine l’americana ha tenuto di più, sbagliato qualcosa di meno e ha fatto più punti vincenti, quindi la sua vittoria è complessivamente meritata. C’è amarezza per la sconfitta perché vista la Paolini “atomica” di ieri, incontenbile nella spinta col diritto e velocissima nella copertura del campo, si ipotizzava che potesse andare sopra anche all’americana. Gauff è grandissima atleta e il suo contenimento è stato superiore a quello offerto dalla polacca nei quarti, ma Jasmine non è stata in grado di avvicinarsi alla prestazione di ieri. Peccato, resta comunque un ottimo torneo che avvicina l’azzurra alle Finals.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Gauff inizia l’incontro con un ottimo turno di servizio, aggressiva e anche proiettata a rete. Bene anche Paolini, spinge forte col diritto contro il diritto dell’americana, il colpo meno stabile del suo repertorio. Anche Jasmine a zero, 1 pari. Tiene un bel ritmo la statunitense, è evidente che il suo piano contempla l’attacco diretto sul rovescio dell’italiana e via a rete, dove la sua copertura è ottima. (2-1). L’incontro si accende nel quinto game. Paolini ruggisce in risposta, si prende un gran bel punto di potenza, poi costruisce alla grande ma sbaglia l’affondo decisivo. Ci pensa Gauff a sbagliare un diritto e lo score è 15-30. Arriva uno scambio mozzafiato, con attacco e difesa, e Coco alla fine è fortunata con un nastro mortale per l’azzurra. Si poteva arrivare a palla break, invece la classe 2004 nata ad Atlanta si porta 3-2. L’intensità generale degli scambi è aumentata, entrambe cercano di non perdere campo e Jasmine sbaglia un diritto di poco largo che le costa il 15-30. Brava Gauff a comandare lo scambio successivo spingendo sul rovescio di Paolini e prendendosi il punto con un diritto nell’angolino dal centro. 15-40, ecco le prime palle break della partita. Il BREAK arriva sulla seconda, Coco comanda il ritmo, riesce a far accorciare Jasmine quel poco che le serve per trovare lo sazio per l’affondo col diritto cross, il secondo del game, sulla riga e vincente. 4-2 Gauff. È un match duro, fisico, si gioca di progressione e potenza. Jasmine non sfrutta un interessante 15-30 sbagliano di metri un rovescio in scambio. Sul 30 pari Coco esagera con una discesa a rete modesta, e il doppio passante di Paolini è comodo. 30-40. Il contro BREAK arriva con un erroraccio di diritto di Gauff, scomposta nell’impatto. L’azzurra torna a galla grazie ad errori dell’americana, 4-3. L’incontro è entrato in bagarre. Coco torna a comandare lo scambio, e un brutto back di Jasmine le costa lo 0-30. Si salva poi con una demi-volée tanto bella quanto un po’ fortunosa (e male Gauff nel mancare un passante fattibile). Un nuovo attacco della statunitense le vale il 30-40 e nuova chance per allungare. Bene Paolini, spinge col diritto, carico di spin e profondo, lavora bene e alla fine è Coco a sbagliare. Purtroppo un nuovo errore in scambio costa alla toscana una seconda PB. Paolini dopo un nastro che le aggiusta la palla sbaglia direzione cercando il contro piede, Gauff intuisce arriva prima e tira un cross imprendibile. BREAK Gauff, 5-3. Coco inizia col doppio fallo (terribile il lancio di palla sulla seconda), poi sbaglia due colpi non impossibili e si ritrova sotto 0-40. Brava Paolini a contrattaccare con un rovescio stretto preciso, di nuovo Contro BREAK, 5-4, è il quarto game di fila vinto in risposta. Il servizio non è un fattore, si risponde molto meglio e Gauff spacca la palla con un rovescio lungo linea bellissimo che le vale il 15-30. Poi si incarta totalmente col diritto, provando un back senza senso che quasi non arriva nemmeno a rete. Meglio quando tira forte col diritto, come la risposta profonda che le vale il Set Point sul 30-40. Male Jasmine, si fa ingolosire da un po’ di spazio sulla destra, ma il suo rovescio esce abbondantemente. 6-4 Gauff, un set meritato, più potente e in comando degli scambi Coco (9 vincenti a 1), mentre Jasmine ha subito troppo la risposta dell’americana.
    Gauff riparte alla battuta nel secondo set, subito un doppio fallo , poi un altro e solo errori… Regala clamorosamente il BREAK a Paolini, è sesto di fila che manda avanti l’azzurra 1-0. Classico passaggio a vuoto per l’americana dopo aver vinto un set, anche Paolini non è perfetta e con un rovescio perentorio ai vantaggi Gauff risale da 40-15 sotto e prende una palla break. Altra ottima risposta, BREAK, il settimo di fila, per l’1 pari. Ormai la battuta è uno svantaggio: Coco subisce la risposta e aggressività dell’italiana, per il 15-40. Un rovescio staccato di Gauff le costa l’ennesimo break, 2-1 Paolini. La qualità di gioco è crollata, dominano gli errori e le incertezze, purtroppo non è una bella partita, anche piuttosto monocorde come svolgimento visto che prevale quella che spinge di più. Finalmente l’azzurra arriva a palla game grazie a due errori in scambio dell’americana. Tanto è scomposto il diritto di Coco quanto è dinamico e pulito l’impatto col rovescio, che le vale i vantaggi. Paolini commette un grave errore sotto rete, a campo spalancato impatto il nastro e… palla break. Out l’accelerazione di rovescio. Niente, ecco il 2 pari col nono BREAK consecutivo. Gauff trova il primo Ace del match, piazzando la palla visto che entrambe non tirano quasi mai a tutta. Poi doppio fallo, con un lancio di palla sulla seconda terribile. 30-40. Jasmine è brava strappare un nuovo game in risposta con un attacco preciso e demi-volée ben toccata nel campo aperto. 3-2 Paolini. Nel sesto game Coco è brava a correre avanti su di una smorzata tatticamente sbagliata, e il tocco dell’americana è vincente. 30-40. Risponde bene Gauff, un diritto inside out che sorprende l’azzurra. 3 pari (11 i break di fila). Jas esterna la frustrazione per le due scelte tattiche errate, c’è poco da dire, brutto tennis complessivamente. Lo scoramento prevale in Paolini anche in risposta, tre errori di fila nel settimo game e clamorosamente Gauff torna a vincere un turno di servizio, con una smorzata stavolta ottima sul 40-30 vedendo Jasmine lontana. 4-3 Gauff. Ora Paolini è chiamata a reggere alla battuta. Purtroppo l’azzurra a differenza di ieri non riesce col servizio a tenere ferma la risposta dell’americana, che è un fulmine a tirare un vincente col rovescio che le vale il 15-30. Jasmine prova a tirare a tutta col lungo linea, ma gli esce. 15-40, attenzione, due chance per andare a servire per il match per Gauff. Male Paolini, cerca un diritto inside out troppo angolato che le costa l’ennesimo BREAK, ma stavolta Gauff è 5-3 e può chiudere. Coco è furba a giocare accorto, quasi da terra battuta, addirittura tirando due diritti tagliati sul 15-0 e funziona perché Jasmine perde ritmo. Paolini prova a buttarsi avanti ma non chiude di volo e siamo 40-0 Tre Match Point Gauff. Paolini è tosta sul primo, vince lo scambio rovescio vs. rovescio; sbaglia poi un diritto  Coco dopo una buona costruzione, 40-30. Chiude con un rischio folle Coco, smorzata dopo il servizio e che allungo sulla rimessa di Paolini. Finisce così, con l’americana in finale e tanti rimpianti per Paolini per come abbia giocato “male” dopo la prestazione super contro Swiatek. Due giocatrici diverse purtroppo, ma brava Gauff a tenere di più.

    (3) Coco Gauff vs (7) Jasmine Paolini WTA Wuhan Coco Gauff [3]0660 Jasmine Paolini [7]0430 Vincitore: Gauff ServizioSvolgimentoSet 3ServizioSvolgimentoSet 2Coco Gauff 15-0 30-0 40-0 40-15 40-305-3 → 6-3Jasmine Paolini 0-15 15-15 15-30 15-404-3 → 5-3Coco Gauff 0-15 15-15 30-15 40-15 40-303-3 → 4-3Jasmine Paolini 0-15 15-15 15-30 30-30 30-402-3 → 3-3Coco Gauff 0-15 15-15 15-30 30-30 30-402-2 → 2-3Jasmine Paolini 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A1-2 → 2-2Coco Gauff 0-15 15-15 15-30 15-40 30-401-1 → 1-2Jasmine Paolini 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A0-1 → 1-1Coco Gauff 0-15 0-30 15-30 15-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Jasmine Paolini 15-0 15-15 15-30 30-30 30-405-4 → 6-4Coco Gauff 0-15 0-30 0-405-3 → 5-4Jasmine Paolini 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A4-3 → 5-3Coco Gauff 15-0 15-15 15-30 30-30 30-404-2 → 4-3Jasmine Paolini 15-0 15-15 15-30 15-40 30-403-2 → 4-2Coco Gauff 0-15 15-15 15-30 30-30 40-302-2 → 3-2Jasmine Paolini 15-0 15-15 30-15 40-152-1 → 2-2Coco Gauff 15-0 15-15 30-15 30-30 40-301-1 → 2-1Jasmine Paolini 15-0 30-0 40-01-0 → 1-1Coco Gauff 15-0 30-0 40-00-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

  • in

    Philippoussis consiglia De Minaur: “Ha ancora margine di miglioramento, deve imparare i vincere i punti spendendo di meno”

    Alex De Minaur, n.7 ATP

    Consistente. Questo è l’aggettivo che più spesso viene associato ad Alex De Minaur, ancor più dopo la solida e continua stagione 2025 che l’ha visto vincere 50 partite e trionfare all’ATP 500 di Washington, suo decimo titolo in assoluto e terzo nella categoria. All’australiano manca la vittoria in un Masters 1000 (c’è andato vicino all’Open del Canada 2023, battuto da Sinner in finale) o il grandissimo piazzamento in uno Slam, dove finora non ha mai superato la barriera dei quarti, raggiunta in ciascun Major e per tre volte a US Open. Una carriera di alto livello per il 26enne di Sydney, incluso il sesto posto raggiunto nel ranking l’estate 2024 (attualmente è settimo), ma manca l’acuto, il guizzo, il grandissimo risultato. La sua è una crescita progressiva, sostenuto da una velocità in campo formidabile e da colpi lentamente migliorati, in particolare il diritto, esecuzione meno stabile nel suo repertorio. Oggettivamente rispetto ai migliori su piazza è carente in “punch”, gioca di velocità e splendida copertura del campo ma la sua palla non fa tanto male agli avversari quanto quelle di Alcaraz, Sinner e via dicendo. A Shanghai aveva un’occasione importante per provare a vincere il primo Masters 1000, ma un redivivo Medvedev l’ha nuovamente estromesso ai quarti di finale. Altro ottimo torneo ma… manca sempre qualcosa.
    Lui continua a spingere e crederci, convinto di poter ancora alzare l’asticella e arrivare a battere i migliori in un grandissimo torneo, Slam inclusi. Ne è convinto anche il connazionale Mark Philippoussis, che dopo la parentesi non particolarmente fortunata a fianco di Tsitsipas continua a seguire il tennis con attenzione. Parlando con ABC Australia, Philippoussis ha affermato che Alex De Minaur può trarre grandi insegnamenti dalla sua stagione 2025 per arrivare, finalmente, a compiere un passo in avanti decisivo e così avvicinarsi seriamente a coloro che competono per vincere uno Slam. Dove migliorare? Cercare di vincere i punti facendo meno fatica, puntando su di un anticipo all’impatto ancora superiore. Questo il pensiero di Mark.
    “Ha avuto un’annata incredibile, di una costanza straordinaria,” ha dichiarato Mark, ex finalista a Wimbledon e US Open. “È stata una stagione eccezionale per De Minaur. Ma proprio questo è il momento, per un atleta, in cui devi capire davvero cosa funziona per te e cosa no. Proprio al termine di una stagione come la sua devi arrivare a chiederti: ‘Cosa ho fatto quest’anno che potrei cambiare per il prossimo?’. Conosciamo il suo cuore, la sua determinazione. Sappiamo quanto sia esplosivo e fisico il suo tennis. Ma in uno Slam, su due settimane, devi vincere sette match al meglio dei cinque set per alzare il trofeo”.
    Questo il nodo del tennis di Alex secondo Philippoussis: “Deve riuscire a conquistare qualche punto “facile”, più possibili. Non puoi lottare allo stremo per ogni singolo turno di servizio. Sappiamo bene cosa porta in campo, quanto possa essere opprimente per l’avversario, quanto riesca a farli faticare ma allo stesso tempo fa fatica anche lui. Vorrei che riuscisse a ottenere qualche punto gratuito in più, in certi momenti. Magari con un po’ più di spinta al servizio, o meglio ancora anticipando di più col diritto e col rovescio. Naturalmente, è più facile a dirsi che a farsi… Se dovessi indicare un aspetto su cui lavorare, direi che dovrebbe colpire la palla un attimo prima, cercando di essere più aggressivo, credo ne abbia tutte le possibilità visto come si muove“.
    Sarebbe una svolta tatticamente corretta, ma ha un prezzo alto da pagare: cresce a dismisura la componente di rischio… “Certo, questo comporta anche prendersi qualche rischio in più” continua Philippoussis, “ma è proprio nelle fasi finali, nella seconda settimana degli Slam, contro giocatori del calibro di Sinner, Alcaraz o Djokovic, che serve uscire dalla propria zona di comfort per batterli. Alex deve guardarsi dentro, insieme al suo team, e dire: ‘Ok, qui devo provare qualcosa di diverso nei punti importanti. Devo osare di più’. Nella prima settimana di uno Slam può permettersi di giocare il suo tennis, essere aggressivo e sfruttare la sua velocità. Ma contro i migliori tre o quattro del mondo, devi cambiare registro. Devi prenderti dei rischi, non c’è alternativa”.
    Un’analisi schietta e coerente quella di Mark, ma che comporta una sorta di svolta copernicana nel tennis di De Minaur. Infatti la sensazione vedendo giocare “Demon” è che spesso la sua spinta sia già abbastanza al limite quando deve affrontare i migliori avversari, e il consiglio di spingersi ancor più in alto su questa componente potrebbe essere forse fin troppo. Del resto, se vuoi star dietro alle aquile non devi temere l’altezza…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Zverev miglior tennista a non aver vinto uno Slam? Secondo Kafelnikov no

    Alexander Zverev

    È numero tre del mondo Alexander Zverev, una posizione che quasi tutti i colleghi tennisti sognano e invidiano, ma lui non è affatto felice della sua stagione come più volte esternato in varie interviste, e ora è uscito con le “ossa rotte” pure dal torneo di Shanghai, masticando amarissimo dopo l’ennesima delusione. Un torneo quello cinese che si era aperto in modo incredibile a tutti vista l’assenza del n.1 Alcaraz e il ritiro di Sinner in preda ai crampi per le difficilissime condizioni di caldo umido che opprime da giorni e giorni quest’area del paese asiatico. Invece Sasha ancora una volta non ha colto l’occasione, sconfitto al terzo turno da Rinderknech, stesso avversario che lo estromise addirittura all’esordio all’ultima edizione di Wimbledon. E pensare che lo scorso anno, durante le ATP Finals, Zverev era convintissimo di aver la prima agognata vittoria in uno Slam molto molto vicina. Lo diceva a chiare lettere durante ogni intervista, “So cosa devo fare e mi sto avvicinando”. A Torino, con la stagione ormai alla fine, se ne stava in campo più di tutti, addirittura un’ora abbondante dopo ogni singolo match disputato perché gennaio e l’Australia erano dietro l’angolo e c’era uno Slam da vincere.
    C’è andato molto vicino il tedesco a Melbourne, ad un passo… ma la prepotenza tennistica di Sinner l’ha stoppato ancora una volta, in quella che è stata la sua terza finale major persa (US Open 2020, Roland Garros 2024, Australian Open 2025). Quella sconfitta netta sulla Rod Laver Arena fu molto più di una normale partita persa. Per lui è stato un vero schiaffo in faccia, la dimostrazione di come ogni sforzo profuso, anche quelli di una off-season quasi spesa interamente a lavorare invece di riposarsi, non fosse sufficiente. Tanto che alla ripresa dell’attività dopo il ritorno dall’Australia ha inanellato una serie di risultati molto negativi. Il tutto aggravato da un’altra situazione per lui terribilmente scomoda: lo stop di tre mesi dell’allora n.1 Sinner gli aveva messo sul piatto d’argento la possibilità di diventare primo nel ranking ottenendo ottimi risultati tra fine inverno e inizio primavera, c’era la matematica a confermalo a suo favore. Il suo destino e nelle sue mani, ma…, ancora una volta, tra tensione e qualche acciacco, Zverev non ce l’ha fatta e anche questo grande obiettivo è svanito. Con Sinner così tosto e continuo e il “nuovo” Alcaraz non solo strepitosamente forte ma ora pure costante come rendimento, il trono del tennis si è allontanato forse definitivamente per Zverev, e lui ne è dannatamente consapevole.
    Ha tantissime qualità Sasha, ma anche problemi irrisolti. Con quel fisico imponente non ti puoi permettere di restare troppo lì dietro a costruire e remane. Non è un caso che forse il miglior torneo in carriera l’ha disputato nella prima edizione delle Finals di Torino dove, forte di un servizio mai così efficace ed di un’attitudine super aggressiva, a scambiare ci stava ben poco e sbaragliò tutta la concorrenza, anche un Djokovic ancora fortissimo e un Medvedev che da lì a poco sarebbe diventato n.1 del mondo. Quella settimana magica di Torno è rimasta una fiammata. Non mai stato nemmeno particolarmente fortunato il tedesco. A Parigi 2022 tutti ricordiamo il suo terribile infortunio sofferto in campo in semifinale vs. Nadal, una partita durissima che Zverev forse avrebbe vinto se non si fosse spezzato 7 legamenti della caviglia in una brutta caduta, col piede bloccato nella terra, perché lo spagnolo sembrava essere molto vicino al limite delle sue energie, mentre Sasha aveva in quel momento ben altra tenuta (e in finale c’era Ruud, non Djokovic…). Il rientro non fu facile ma alla fine ce l’ha fatta. Slam escluso, che resta ancora lì, come un miraggio. Magari un giorno il tedesco ce la farà, se mai Alcaraz e Sinner per una volta non saranno “cannibali” e perderanno qualcosa per strada, non si può mai sapere. Al momento per moltissimi commentatori Zverev è il tennista più forte nella storia moderna del gioco a non aver mai vinto uno Slam. A rafforzare questo “scomodo” primato i tanti tornei vinti in carriera (24) tra cui vari Masters 1000, le due edizioni delle Finals e la posizione di n.2 del mondo.
    Non tutti però indicano Zverev come il miglior tennista senza uno Slam in bacheca. Tra questi il russo Yevgeny Kafelnikov, due volte campione Slam ed ex n.1, che rispondendo ad un post sui social sulla questione, tuona “Non c’è un tennista nell’intero universo senza un titolo Slam migliore di Marcelo Rios!”. Il leggendario mancino cileno, famosissimo per il suo braccio fatato quanto il suo caratteraccio, in effetti vanta un altro primato assai particolare: è ad oggi l’unico n.1 ATP nella storia moderna del gioco a non aver vinto alcun titolo Slam. Per lui solo la finale agli Australian Open 1988, dove fu battuto da Petr Korda. Rios effettivamente è stato un tennista fuori dal comune: nonostante un fisico a dir poco “normale” aveva un senso geometrico del campo e una capacità di governare la palla senza pari, tra arrotate e cambi di ritmo pazzeschi. Faceva in campo quel che voleva, ma ha sempre difettato di di visione e costanza di rendimento, tanto aver vinto molto rispetto al proprio talento.
    Il “migliore senza vittorie Slam” è il classico tema che scatena un bel dibattito. Che dire allora di “Gattone” Mecir, uno con due finali Slam perse e uno stile di gioco unico? O David Ferrer, altro agonista feroce ma capitato in un’epoca quantomeno scomoda. Tomas Berdych è certamente un altro candidato forte in questa categoria, come l’americano Todd Martin (due finali Slam) o Jo Tsonga. Per non dimenticare anche Nikolay Davydenko e Robin Soderling (due finali a Roland Garros). Chissà se mai Zverev uscirà da questa categoria, vincendo finalmente uno Slam. Per farcela dovrà sicuramente compiere un grande salto di qualità a livello di consistenza, velocità nel battere gli avversari nei primi turni per non consumare troppe energie, e spogliarsi da quelle titubanze e attendismo che troppe volte lo rendono passivo e conservativo. Un titolo Slam devi andare a prendertelo di forza, non te lo regala nessuno…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    I Masters e WTA 1000 di Miami e Madrid (e molti altri eventi) cambiano proprietario

    Il Miami Open

    Da tempo il Miami Open e il Mutua Madrid Open erano sul mercato, vista la decisione del gigante IMG di alleggerire il proprio portafoglio di eventi dopo alcune manovre finanziare interne al gruppo di investitori che controlla la società di management statunitense. Adesso sembra arrivata l’ufficialità: è stata lanciata infatti MARI, una nuova società internazionale di eventi ed esperienze fondata da Ariel Emanuel per “contenere” il portafoglio di eventi internazionali di tennis ceduti da IMG e di Frieze (influente organizzazione mondiale dedicata all’arte contemporanea). L’operazione comprende anche l’acquisto di una quota di maggioranza in Barrett-Jackson, il prestigioso marchio di aste di auto da collezione e lifestyle automobilistico, secondo quanto riporta il quotidiano di Madrid AS. Il portafoglio tennistico di MARI include gli ATP Masters 1000 e WTA 1000 di Miami e Madrid, ma non solo. Nel pacchetto di tornei di tennis passati di mani sono inclusi anche Mubadala Abu Dhabi Open, il Mubadala Citi DC Open di Washington, SP Open e gli ATP Chengdu, Hong Kong, Tokyo e Rio de Janeiro. A questi si aggiungono esibizioni quali il Giorgio Armani Tennis Classic e il MGM Macau Tennis Masters. Una fetta consistente dei tornei della stagione cambiano quindi proprietario, ma non la propria gestione. Tutti gli eventi continueranno a essere gestiti dalle rispettive direzioni attuali, ora integrate sotto il marchio MARI. 
    Emanuel, insieme a Mark Shapiro – investitore principale e membro del Consiglio di Amministrazione – definirà la strategia e l’espansione di MARI, con l’obiettivo di costruire un portafoglio di eventi e marchi iconici ed espandere ulteriormente il business dell’intrattenimento e sport del gruppo. Il team esecutivo di MARI comprende Matt Cohn come Managing Partner e Ben Enowitz come CFO. Il gruppo supervisionerà il portafoglio di eventi live della società, guidandone la crescita nei campi dello sport, dell’arte, del lifestyle e dell’intrattenimento.  MARI può contare sul sostegno di un ampio gruppo di investitori globali di primo piano, tra cui Apollo, RedBird Capital Partners, Qatar Investment Authority, HSG, IMI Media Group e molti altri, oltre a stelle dello sport come i due campioni di basket NBA Luka Doncic e Anthony Edwards. Nell’ambito dell’acquisizione del Miami Open, MARI accoglie tra i suoi investitori principali anche il gruppo proprietario dei Miami Dolphins, dell’Hard Rock Stadium e del Miami Grand Prix di Formula 1.
    “Gli eventi e le esperienze dal vivo non sono mai stati così richiesti” ha dichiarato Ariel Emanuel. “In un’epoca in cui le persone danno sempre più valore alle esperienze rispetto al possesso di beni materiali, sport, arte, lifestyle e intrattenimento diventano centrali. Con MARI vogliamo costruire su fondamenta come il Madrid Open e il Miami Open per creare nuovi modi di unire le persone intorno alle loro passioni”. Questo ha dichiarato Gerry Cardinale, famoso in Italia come proprietario del Milan calcio: “RedBird collabora con Ari e Mark da decenni, e siamo felici di unirci a loro per dare vita a MARI. Con i tornei di tennis Miami Open e Madrid Open e Frieze come pilastri, MARI nasce con una posizione di forza per cogliere la crescita e la convergenza della proprietà intellettuale premium nei settori dello sport e dell’intrattenimento dal vivo.”
    Al momento questo sembra quindi un movimento prettamente finanziario, uno spostamento – importante – tra grandi gruppi di investitori internazionali. Vedremo se la novità, nel medio termine, implicherà anche qualche cambiamento operativo che possa riguardare l’aspetto sportivo degli eventi, come cambiamenti di sede, o di data.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Tiafoe si cancella dagli ultimi tornei stagionali e chiude il 2025. “So di avere una opportunità nel 2026, ho il talento per esserci”

    Frances Tiafoe

    Dalle Entry List dagli ultimi tornei in calendario si evince che Frances Tiafoe ha già deciso di mettere la parola fine a un 2025 per lui poco soddisfacente. Il 27enne statunitense infatti si è cancellato dal 250 di Bruxelles, dal 500 di Vienna, dal Masters 1000 di Parigi e anche dal torneo di Metz, terminando in anticipo una stagione che l’ha visto scivolare dal 17esismo posto di inizio anno all’attuale posizione n.28. Ma più del ranking, dove Frances è sempre stato altalenante, sono mancate le fiammate di qualità, quelle prestazioni super nei grandi tornei che l’hanno portato a diventare protagonista negli Slam e non solo. 26 vittorie e 22 sconfitte nel 2025 per Tiafoe, l’ultima rimediata a Shanghai dal qualificato Hanfmann in tre set, mentre la vittoria per lui manca dal secondo turno di US Open, dove dopo aver superato il giovane statunitense Damm è stato battuto seccamente da Struff. Da lì in avanti altre quattro sconfitte di fila tra Davis Cup (dove ha racimolato solo 10 games in due partite contro Mensik e Lehecka), Tokyo e Shanghai. I suoi migliori risultati nel 2025 sono arrivati paradossalmente sulla terra battuta, la superficie che meno ama, dove ha raggiunto la finale a Houston (persa vs. Brooksby), e i quarti a Roland Garros, battuto da Musetti. Male quindi sull’erba e pochissimo sul cemento in Nord America, dove invece quasi ogni anno è riuscito a raccogliere buoni risultati esaltandosi di fronte al suo pubblico. Nel 2024 fu molto vicino ad arrivare in finale a US Open, quest’anno non c’è nemmeno andato vicino.
    Da mesi sui social fanno il giro del mondo non le risate e giocate spericolate di Tiafoe ma diverse sue reazioni stizzite a sconfitte a sorpresa, che esternano la frustrazione per un gioco che non va e una fiducia in calo. Si è addirittura scusato in alcune occasioni, pentito da racchette spaccate e urli contro tutto e tutti. In una recente intervista rilasciata al sito ufficiale dei Giochi Olimpici, Tiafoe aveva affermato quanto il tennis richieda a livello mentale, “se vuoi essere davvero tra i più forti, il tennis deve diventare una ossessione”.  L’americano in quel contributo ha riconosciuto le proprie difficoltà, ma anche ribadito la fiducia nel proprio potenziale e la volontà di rilanciarsi nel 2026.
    “Nel complesso, il 2025 è stata una stagione nella media, buona, ma non di più” confessa Frances. “Ho perso tanti match tirati, ho faticato a mettere insieme quelle tre o quattro vittorie di fila che servono per restare ai vertici. Non ho avuto quei grandi risultati che di solito arrivano ogni anno (…) Un anno fa ero a un set dalla finale di New York. Da lì in poi, non ho giocato con abbastanza fame. Nel tennis devi dimostrare qualcosa ogni settimana, e credo che quest’anno non l’abbia fatto. Ho giocato con troppa tensione, non al livello che so di poter raggiungere.”
    Nonostante il calo, Tiafoe guarda avanti con fiducia e un obiettivo chiaro: tornare a far parte del gruppo che insegue Jannik Sinner e Carlos Alcaraz.“Ci sono un paio di giocatori che devono ancora unirsi a loro. Non dico batterli, ma esserci. E questo mi motiva. Mi chiedo: ‘Chi sarà il terzo? Chi sarà il quarto?’ Novak (Djokovic) non conta, ha 40 anni! Lo adoro, è il più grande di tutti i tempi, non fa parte di quella generazione. Chi saranno i nuovi ragazzi in grado di lottare con Sinner e Alcaraz? È una sfida che mi motiva tantissimo.”
    Tiafoe sa cosa serve per fare il salto di qualità: “Ognuno ha il proprio stile, ma la differenza vera è l’intensità. Con Jannik sai sempre cosa aspettarti: stesso livello, stessa concentrazione ogni giorno. Alcaraz è più simile a me come tipo di talento, più spettacolare, ma anche lui porta sempre la stessa energia. Se riesco a fare lo stesso, ad allenarmi con quell’intensità, penso di poter ancora dire la mia. Nel 2026 vedrete una versione diversa di me. Sarò sempre il ragazzo sorridente che conoscete, ma ci sarà anche tanta determinazione. Voglio ripartire costruendo le abitudini giuste già da adesso. Voglio avere una delle migliori stagioni della mia carriera e cominciare subito: giocare nel modo giusto, essere solido ogni settimana, sempre presente. Restare concentrato nove mesi e vedere dove mi porterà. Basta distrazioni. So di avere un’opportunità. Il circuito è aperto, e io ho il talento per esserci. Ma per essere davvero costante devi vivere il tennis come una ossessione. Se vuoi essere grande, devi essere ossessionato da ciò che fai. Ed è proprio questo che mi porterà lontano”.
    Buoni propositi quelli di alcune settimane fa, ma il suo “subito” ormai si sposta a gennaio. Tiafoe ha deciso di staccare la spina, riposarsi e probabilmente effettuare una preparazione al massimo per ripartire forte in Australia. I suoi saranno solo buoni propositi o lo rivedremo super competitivo nel 2026?
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO