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    Javier Frana è il nuovo capitano di Davis dell’Argentina

    Javier Frana

    È Javier Frana a subentrare a Guillermo Coria come capitano di Davis Cup dell’Argentina, è il 32esimo nella storia del paese sudamericano. L’ex n.30 del mondo, giocatore molto offensivo rispetto ai canoni dell’allora tennis albiceleste, esordirà il prossimo 31 gennaio 2025 sulla panchina del team nazionale nella sfida di primo turno che oppone l’Argentina di Baez e Cerundolo alla Norvegia in trasferta. Ovviamente gran parte dell’esito dell’incontro dipenderà dalla presenza o meno di Casper Ruud, stella del tennis norvegese.
    In Argentina la Coppa Davis è molto sentita e l’ambiente tra i giocatori non è sempre esattamente sereno – vedi le polemiche molto accese tra l’ex capitano Coria e Zeballos, fortissimo doppista ma escluso quest’anno proprio per dissidi con il capitano. Quindi il primo compito di Frana sarà sicuramente quello di ritrovare un clima più sereno e collaborativo tra tutte le migliori racchette nazionali.
    L’Argentina sta attraversando un momento piuttosto positivo al maschile: manca la “stella”, un Del Potro capace di lottare per vincere uno Slam, ma il movimento è forte e piuttosto giovane. Attualmente ci sono ben 8 tennisti tra i primi cento nel ranking ATP, con Baez n.27 e Cerundolo 30 (ma con un best al n.19 lo scorso anno), e una media d’età sui 25 anni.
    Frana, 57 anni, ha raccolto i migliori risultati in carriera in doppio. È stato finalista a Wimbledon 1991 con il messicano Lavalle, ha vinto il doppio misto a Roland Garros 1996 (con la connazionale Tarabini) e ha vinto il bronzo olimpico ai giochi di Barcellona ’92 (con Miniussi). Dopo un periodo passato come commentatore per ESPN Latina, Javier torna in pista con un incarico prestigioso ma non così comodo. Infatti nella prima dichiarazione rilasciata ha affermato: “La prima sfida è far capire ai giocatori che c’è bisogno di tutti”. Chiaro riferimento a contrasti e divisioni del passato. A proposito del debutto contro la Norvegia: “Penso che in Coppa Davis non ci siano serie più facili di altre. Potrebbe esserci una serie più comoda, logisticamente, a seconda da dove vengono i giocatori o dove devono andare. Il sorteggio ci ha assegnato la Norvegia e dovremo iniziare a mettere la testa in quella situazione per cercare di anticipare al meglio tutto quello che vivremo in quei giorni”.
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    De Minaur sulla partecipazione all’UTS Grand Final di Londra: “È divertente e quel grosso assegno fa gola a tutti”

    Alex de Minaur nell’infografica di UTS

    Educato, sincero e sempre onesto, questi sono alcuni degli aspetti che rendono Alex de Minaur uno dei giocatori più stimati nell’ambiente. Anche quando è pronto ad ammettere, senza ipocrisia, che un gran bell’assegno sia una grossa motivazione a giocare l’ennesima esibizione. Il miglior tennista australiano, reduce dalla prima apparizione in carriera alle ATP Finals di Torino, parteciperà al gran finale del tour UTS, una serie di esibizioni ideata dal coach Patrick Mouratoglou nel quale si gioca un tennis un po’ diverso, governato dal tempo e da un ritmo assai “televisivo”. Grazie a buoni sponsor e trainato dall’interesse delle tv, l’Ultimate Tennis Showdown ha destato un certo interesse e dal 6 all’8 dicembre a Londra (presso la Copper Box Arena) si disputerà una sorta di “Masters”, con un prize money davvero importante: ben 2.165.000 dollari, con il vincitore che potenzialmente potrà portarsi a casa un assegno di 921.800 dollari. In pratica duemila dollari in meno del premio ricevuto dal vincitore dell’ultimo Masters 1000 di Parigi Bercy (Zverev). Oltre all’australiano, il lotto dei partecipanti alle finali UTS sarà composto da Andrey Rublev, Holger Rune, Ugo Humbert, Alexander Bublik, Gael Monfils, Denis Shapovalov e Thanasi Kokkinakis.
    “È emozionante e diverso, ti dà una visione nuova di come giocare i punti”, afferma De Minaur al media britannico Tennis365 appena sbarcato a Londra per la manifestazione. “Ho giocato un paio di eventi UTS e mi sono davvero divertito. Iniziare il punto con un solo servizio è un interessante cambiamento di mentalità e mi piace cercare di adattarmi. Trovo che il rumore e il caos degli eventi UTS siano un po’ più facili da gestire quando penso al contesto dell’evento. Quando intorno tutto è in silenzio, senti ogni rumore, ma visto che durante le partite UTS non c’è mai tranquillità ti ci abitui, è la dimostrazione che posso giocare anche così. Ti abitui al fatto che la folla è partecipe, urla e la musica suona. Significa che devi trovare un modo diverso per concentrarti sul gioco“.
    “Anche i compensi sono ottimi agli eventi UTS e questo li rende super competitivi. Siamo tutti là fuori a cercare di vincere e quel grande assegno alla fine della settimana fa gola a tutti, tira fuori il meglio dai giocatori“.
    Non si spegne mai il tema del giocare troppo, calendario affollato, stagione esageratamente lunga ma… alla fine i giocatori prendono parte più che volentieri a varie esibizioni nel periodo che dovrebbe esser dedicato a riposo e preparazione. L’UTS Tour rientra pienamente in queste critiche, ma De Minaur insiste sul fatto che ai giocatori debba essere garantita la libertà di scegliere quando giocare.
    “Giocare un evento come questo è un buon modo per spezzare la stagione e divertirsi molto allo stesso tempo”, afferma De Minaur. “Quando sei là fuori, senti la pressione del momento e ti metti alla prova. È importante provare a migliorare alcuni aspetti del proprio gioco, e affrontare una competizione diversa come questa può aiutarti capire molte cose, per poterle poi applicare quando giochi altre partite nel tour regolare”.
    Mouratoglu continua a sostenere la bontà della sua creatura, un tennis diverso, un po’ più rock and roll, e per questo a suo dire più avvincente ed in grado di avvicinare i giovani. “Con il format UTS hai sia la parte competitiva, con i migliori in campo, che un’incredibile quantità di momenti di vera pressione in cui senti molta adrenalina come spettatore e naturalmente anche come giocatore. Allo stesso tempo, c’è vero intrattenimento. Quindi hai entrambe le cose, agonismo e intrattenimento, il che è fantastico perché è lo scopo del tour fin dal primo giorno. L’obiettivo di UTS è principalmente quello di portare nuovi fan al tennis e fan più giovani. Ma, ovviamente, qualsiasi appassionato è più che benvenuto e non mi sorprende che coloro che sono venuti e hanno vissuto l’esperienza di persona l’abbiano amata. Anche i giocatori continuano a tornare, ovviamente si divertono. Amano il DJ, la musica, l’atmosfera. Ciò che gli sportivi amano di più è sentire la folla con loro o contro di loro, e provare quell’emozione e condividerla”.
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    I sette numeri uno diventati coach di altrettanti n.1

    Ivan Lendl

    Ha destato molta curiosità la scelta di Hubert Hurkacz di affidarsi all’esperienza di Ivan Lendl per ripartire nel 2025, a caccia di grandi successi e il rientro in top10 dopo un 2024 segnato dall’infortunio al menisco sofferto a Wimbledon che ha pesantemente penalizzato la seconda parte della sua stagione. Lendl è una leggenda del tennis, carattere deciso e modi un po’ ruvidi, ma profondo conoscitore del gioco e decisivo nell’alzare il livello di Murray, portandolo a diventare campione Slam e n.1 del mondo. Dopo un periodo breve e poco fortunato con Zverev, vista una certa incompatibilità caratteriale tra i due, il ceco torna in pista con il polacco, affiancato anche da Massu. I due probabilmente si alterneranno a seconda dei periodi dell’anno, ancora non è stata annunciata come la loro collaborazione si svolgerà nella prossima stagione. Al momento i tre sono in Florida a Boca Raton, iniziando il lavoro per rimettere a puntino il tennis di “Hubi”.
    Lendl è uno dei numeri 1 ATP diventati poi coach, alcuni hanno avuto grande successo, altri c’hanno solo provato come si suol dire, senza risultati apprezzabili (Marcelo Rios con Shang). Sono 7 i numeri uno del tennis maschili diventati allenatori di altrettanti n.1 in attività. Passiamoli velocemente in rassegna.

    Jimmy Connors. Il ruvido “Jimbo”, dominatore di alcune stagioni negli anni ’70 e protagonista di leggendarie battaglie contro il connazionale McEnroe e lo svedese Borg, ha allenato Andy Roddick da Wimbledon 2006 fino all’inizio del 2008. In questo periodo A-Rod disputò due finali Slam, perse entrambe contro Federer, ma l’apporto del connazionale in termini di miglioramento nel gioco fu complessivamente modesto.
    Ivan Lendl. Il ceco poi diventato statunitense fu importantissimo nel rafforzare il tennis di Andy Murray, portandolo ai suoi più grandi successi in carriera. La coppia ha collaborato in tre periodi diversi: il primo dal 2011 al 2014, portò Murray a vincere il suo primo Grande Slam (US Open 2012), quindi Wimbledon 2013 e in precedenza l’oro alle Olimpiadi di Londra 2012. Dopo aver lasciato Murray nel marzo 2014, Lendl è tornato nel box dello scozzese nel giugno 2016, contribuendo così al secondo successo del suo assistito a Wimbledon, con il britannico che da lì iniziò una cavalcata trionfale nella seconda parte di stagione, fino a diventare anche numero 1 al mondo con la vittoria alle Finals di Londra. Poco fruttuosa invece la collaborazione vissuta tra 2022 e 2023, un ritorno di fiamma che non portò buoni risultati, ma Andy era appena tornato dall’operazione all’anca.
    Boris Becker. Il carisma e visione offensiva di gioco del tedesco aiutò molto Novak Djokovic a migliorare il suo tennis nella fase d’attacco e anche al servizio. I due iniziarono a lavorare alla fine del 2014 per un paio d’anni. In quel periodo il serbo vinse 6 Slam, incluso il primo Roland Garros, e svariati masters 1000, dominando il ranking. Poi Becker ha provato ad aiutare Holger Rune, con ben pochi risultati.
    Stefan Edberg. Riservato e discreto come sempre, lo svedese aveva ricevuto molte richieste da vari giocatori, ma solo Roger Federer lo convinse a diventare coach, curiosamente pochi giorni dopo l’annuncio di Becker con Djokovic nel 2014. Federer non vinse Slam nel loro anno insieme, “solo” 3 Masters 1000, ma i semi del lavoro con Edberg sul miglioramento dello swing di rovescio esploderanno nell’autunno 2016, quando lo svizzero continuò quel lavoro con Ljubicic nel periodo di recupero da un serio infortunio al ginocchio, rientrando nel 2017 e vivendo una delle sue migliori annate in carriera. Eccome se si vedeva la mano di Stefan in quel rovescio più secco, corto e incisivo, grazie a cui Roger riuscì a battere continuamente Rafa, come mai prima in carriera.
    Andre Agassi. Il mitico Kid di Las Vegas, vero rivoluzionario nel gioco, ha provato a seguire Novak Djokovic nel maggio del 2017 dopo l’addio al suo storico coach Vajda. Il loro rapporto non fu dei migliori, molte discussioni su come provare a rilanciare il tennis del serbo, senza risultati apprezzabili, tanto che nel marzo del 2018 Andre gettò la spugna affermando “Ho cercato di aiutarlo con le migliori intenzioni, ma troppo spesso ci siamo trovati d’accordo nel non essere d’accordo…”.
    Carlos Moya. Da modello ad amico, il passo per diventare coach di Rafael Nadal è stato breve quando zio Toni ha deciso di rallentare e quindi smettere la dura vita sul tour, concentrandosi solo sullo sviluppo dell’Accademia a Maiorca. Sotto la guida del campione di Roland Garros 1998, Rafa ha continuato la sua carriera senza scossoni tecnici ed ottenendo altri grandi successi dal 2017, anno del rilancio di Nadal dopo un 2016 difficile. Carlos ha accompagnato sino alla fine il suo conterraneo.
    Juan Carlos Ferrero. “Diventerò più famoso come coach che come allenatore”, scherzava con un sorriso tanto arguto quanto beffardo JCF nel corso delle NextGenFinals di Milano, con un giovanissimo Carlos Alcaraz a randellare ogni rivale con un tennis mostruoso per la sua età. C’ha visto ancora giusto Ferrero, come quando decise di dedicarsi al 100% ad un giovanissimo Alcaraz nel 2018, portando quel 15enne a diventare ben presto il più giovane n.1 della storia.
    A questa lista possiamo già aggiungere Andy Murray, appena diventato coach di Novak Djokovic. Sarà molto curioso vedere come si presenterà il serbo in Australia…
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    Sinner 2024, il più “duro” di tutti

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Cosa accomuna i più grandi successi di Jannik Sinner nel 2024, oltre al quel suo tennis strepitoso che doma le contro mosse degli avversari? La superficie. L’italiano infatti ha trionfato agli Australian Open, Rotterdam, Miami, Cincinnati, US Open, Shanghai, ATP Finals e Davis Cup, all’aperto o al coperto e su manti sintetici di varia consistenza e velocità, ma tutti tornei disputati sul “duro”, la superficie che quest’anno l’ha reso quasi imbattibile e nettamente superiore a tutta la concorrenza. L’unico torneo vinto al di fuori del cemento è arrivato sull’erba di Halle, poi ottimi piazzamenti nella sua breve stagione su terra battuta (semifinali a Monte Carlo e Roland Garros), ma è indubbio che sugli hard court Jannik sia il più forte e con enorme distacco su tutta la concorrenza. Il suo 2024 sui campi in cemento è la terza miglior stagione dal 1990, da quando esiste l’ATP Tour come lo conosciamo oggi. Solo Roger Federer ha fatto meglio di lui, in due occasioni. 
    Nel 2024 Sinner ha vinto 53 match giocati sul sintetico sui 56 disputati (sconfitto solo a Indian Wells da Alcaraz, in Canada da Rublev e a Pechino da Alcaraz), con una straordinaria percentuale di successi del 94,6%. Federer ha fatto di poco meglio nel 2005 e nel 2006. Lo svizzero nel 2005 mancò l’annata perfetta sul cemento per un solo punto, non sfruttando un match point nell’incredibile semifinale degli Australian Open persa in cinque set contro Marat Safin, forse la partita tecnicamente più bella ed entusiasmante del nuovo secolo. Il russo poi vinse il torneo, e Roger visse un 2005 pazzesco con 50 vittorie su 51 partite disputate (98% di successi su hard court). Federer si è quindi confermato dominante anche nel 2006, quando sempre sul cemento vinse 61 delle 63 partite giocate (96,8%), perdendo solo contro Murray a Cincinnati e Nadal a Dubai, annata clamorosa.
    Altre due annate eccezionali per rendimento sui campi in duro, ma dietro al 2024 di Sinner, sono il 2023 di Djokovic, con 36 vittorie e solo due sconfitte (94,74% di successi) e Agassi 1995, con 53 incontri vinti a fronte di sole 3 sconfitte (94,64%). Altre stagioni notevoli per rendimento nei tornei sul cemento anche il 2017 di Federer (92,8%) e il 2011 di Djokovic (91,3).

    A historic season
    Enjoy @janniksin‘s crazy 2024 highlight reel pic.twitter.com/xJ1jCCKisu
    — Tennis TV (@TennisTV) November 26, 2024
    (alcuni dei punti più belli vinti da Sinner nel 2024, nella clip di TennisTv)
    Forte al servizio, fortissimo in risposta, un “muro” quando si scambia in progressione e sempre più completo nella gestione dei cambi di ritmo, Sinner sui campi in sintetico si esalta ed esplode tutta la potenza e precisione dei suoi colpi. Nel 2025 e nel futuro a venire non sarà affatto facile far meglio di quest’anno per percentuali di successi, ma la voglia di migliorare e l’attenzione ai dettagli di Jannik sono la via maestra per continuare a vincere.
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    I miglioramenti di Fritz al servizio: la conferma dai numeri

    Fritz con Sinner prima della finale di Torino (foto Brigitte Grassotti)

    Un servizio “bomba”, e tanto altro. Taylor Fritz ha chiuso il 2024 col best ranking alla quarta posizione, forte di una seconda parte di stagione eccellente culminata con le finali disputate a US Open e ATP Finals, in entrambi i casi battuto da un Sinner scatenato. Netto è stato il miglioramento nel gioco dell’americano in ogni settore della prestazione, difesa e attacco. Taylor dalla scorsa estate è diventato sempre più intenso ed offensivo nello scambio, grazie ad un lavoro importante sulla mobilità e reattività che fin dalla risposta lo messo in condizione di trovare una posizione più corretta per tirare le sue accelerazioni vincenti senza perdere campo. Col diritto il californiano può prendersi il punto da ogni posizione, e il suo rendimento con il servizio è diventato tra i migliori del tour. Pure la consistenza negli scambi e le difese col rovescio ammirate a Torino sono state di prim’ordine. Un top 10 vero, consistente e pericoloso.
    Guardando le statistiche del sito ufficiale ATP, Fritz si attesta al settimo posto assoluto per rendimento del servizio con un rating di 293 punti. Sinner è quinto con 295,6, il migliore Zverev (300,3). 10,5 Ace per match e numeri in miglioramento rispetto al 2023, dove Fritz era nono in questo ranking di rendimento del colpo.
    Anche secondo le analisi dettagliate di Tennis Insight, Taylor ha avuto una crescita del rendimento della battuta molto importante rispetto all’anno scorso, arrivando a numeri eccezionali alle ATP Finals. Infatti l’americano è passato da un rating di rendimento del servizio di 8,3 punti nel 2023 a un complessivo 8.7 nel 2024, con un eccellente 9,1 relativo al solo torneo ATP Finals. I suoi servizi sono stati ancor più accurati in termini di vicinanza del rimbalzo alle righe che delimitano il rettangolo di battuta (da 58 cm del 2023 a 50 delle Finals 2024), la velocità media del primo servizio è passata da 124 miglia a 127 (sempre alle Finals), e notevole il miglioramento della percentuale di prime di servizio in gioco tra la media del 2023 e le Finals 2024, passata dal 59% al 68%. Una battuta così continua e consistente da portarlo in finale nel torneo dei “maestri”.
    Fritz nel 2024 ha vinto due tornei, Delray Beach e Eastbourne, tornei tutto sommato “minori”. Assai più significativi i suoi piazzamenti, le due finali perse contro Jannik, la semifinale a Shanghai (persa vs. Djokovic), i quarti a Wimbledon e Roma, la semifinale a Madrid e i quarti a Melbourne. Il suo obiettivo per il 2025 deve essere non solo la conferma della posizione nel ranking quanto vincere tornei di primissima fascia. In carriera ha alzato il trofeo del Masters 1000 di Indian Wells nel 2022, suo titolo più importante. Ce la farà?
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    Davis Cup e BJKCup su SuperTennis per 4 anni. Binaghi: “Se non ci concedono Rai1, ci terremo l’esclusiva”

    Angelo Binaghi, Presidente FITP

    Supertennis trasmetterà dal 2025 per quattro anni la Davis Cup e la Billie Jean King Cup, in esclusiva a meno che la tv di stato non conceda al tennis il canale principale, Rai 1. Siamo campioni del mondo nel tennis a squadre e meritiamo lo stesso trattamento della nazionale di calcio. Così dichiara il Presidente FITP Angelo Binaghi in un’intervista a Il Foglio.
    “Più tennis sulla rete ammiraglia, Rai 1, e non su Rai 2. Chiedo solo pari opportunità con la Nazionale di calcio. Non posso più sopportare che il tennis venga considerato dalla Rai uno sport minore. Non lo è. Lo dimostrano gli ascolti”. afferma Binaghi. “Il nostro scopo non è commerciale ma divulgativo ma chiediamo attenzione. Abbiamo il nostro canale e se la Rai non ci dà le giuste risposte offriremo il bel tennis sul nostro canale tematico”.
    Alla tv di Stato, prosegue il Presidente, “[abbiamo sempre offerto] la nostra disponibilità. Siamo venuti incontro alle richieste e concordato perfino gli orari delle gare degli Internazionali di Roma”.
    Binaghi ha chiesto ai vertici della Rai una collocazione più prestigiosa per il tennis. “Mi è stato risposto che ci sono valutazioni di marketing. Ovviamente ho ringraziato l’ad Rossi, ma io devo fare l’interesse del tennis, e gli sarei più grato quando la Rai ci darà la vetrina della nazionale di calcio, Rai 1. E’ una sfida per tutti. Il nuovo Sinner deve vedere il tennis sulla tv pubblica e non su una pay tv. Il tennis è popolare come il calcio, la Rai lo comprenda. Il danno è per il Paese”.
    “Gli spagnoli hanno avuto la possibilità di vedere sulla loro tv pubblica la finale del Roland Garros, la finale tra lo spagnolo Alcaraz e Zverev”. In Italia, invece, “la nostra Paolini è arrivata in finale a Wimbledon ma gli italiani non hanno visto la partita in chiaro, sulla Rai”. Questo succede – si legge sul sito FITP – perché nella lista degli eventi sportivi considerati di interesse generale, da trasmettere in chiaro (non necessariamente sulla Rai), per quanto riguarda il tennis figurano soltanto semifinali e finale delle nazionali italiane in Coppa Davis e Billie Jean King Cup, e di giocatori o giocatrici italiani agli Internazionali BNL d’Italia. L’elenco è contenuto nella delibera 131/12/CONS dell’AGCOM, approvata nel marzo 2012.
    Binaghi incalza: “Chiedo una finestra in chiaro, una vetrina vera, per le partite. Voglio che le finali dello Slam possano essere guardate dai ragazzi che amano il tennis”. Ne ha parlato anche al Governo, spiega. “Mi hanno assicurato che la norma verrà modificata. Speriamo, e presto”.
    Il prossimo anno SuperTennis trasmetterà anche il WTA Tour e il Challenger tour, oltre alle due principali manifestazioni a squadre, Davis e BJKCup. Fa bene Binaghi ad alzare l’asticella: in questo momento storico di vittorie mai raggiunte prime e di boom del tennis in Italia, avere la massima visibilità e considerazione anche sulla Tv pubblica sarebbe un contributo importante, inclusa la possibilità di vedere le finali degli Slam in chiaro, come accade in molti paesi con le Pay Tv che detengono i diritti per l’intero torneo.
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    2024, anno più azzurro che mai. Tutte le vittorie italiane, dagli Australian Open di Sinner alla Davis Cup di Malaga

    Jannik Sinner con la coppa degli Australian Open 2024

    “Sky is the limit” dicono a Londra e dintorni. Se ci credi e lavori duro, le vittorie arriveranno e non c’è limite alle possibilità di successo. Verissimo, è la miglior filosofia di vita, quella che anima Jannik Sinner e l’ha issato sul trono del tennis mondiale con un percorso partito da lontanissimo, forte della sua Straordinaria Normalità. E c’è non solo lui animato da questo mantra. C’è Jasmine, Matteo e tutti gli altri. Non sono piovuti dal cielo, nient’affatto. C’è lavoro, mentalità, metodo. C’è un sistema Italia che funziona e sembra aver consolidato le fondamenta per auto alimentarsi, questo è ancor più importante. L’insegnamento alla base è migliorato, i club sono dinamici, la Federazione ha tagliato inefficienze e sostenuto la bontà del lavoro locale, con sinergie e competenza, tecnica e manageriale. L’attualità è talmente bella che sembra di volare, successi che a riavvolgere il nastro della memoria a quando per anni a malapena riuscivamo a passare tre turni in uno Slam sembra impossibile… Invece è tutto vero, verissimo. L’Italia è nazione leader nel tennis. Abbiamo vinto praticamente TUTTO nel 2024. Campioni del mondo a squadre nel maschile e nel femminile. Medaglie olimpiche, il n.1 del mondo tra gli uomini al termine di una delle migliori stagioni di sempre, e la n.4 tra le ragazze, con due finali Slam per Jasmine e l’Oro in doppio a Parigi. Abbiamo 9 top 100 negli uomini, molti sono giovani e con ampi margini di crescita. Il 2024 è un’annata così bella che far meglio o solo confermarla sarà difficilissimo, ma adesso è il tempo di riposare e gioire, con una racchetta sotto l’albero di Natale mai così brillante.
    Ripercorriamo tutti i principali successi dei tennisti italiani nel 2024, dal clamoroso successo Slam di Jannik Sinner all’Australian Open, che ha riportato un major tra gli uomini in Italia da Parigi ’76 e le acrobazie di Adriano Panatta, alla seconda vittoria in Davis Cup consecutiva per i ragazzi di Filippo Volandri, forti di uno Jannik stellare e di un gruppo di grande talento. C’è davvero di tutto in questo 2024, vittorie in tutti gli angoli del mondo, ed è giusto sottolineare quanto Paolini sia andata vicino a vincere Wimbledon… Roba da brividi.

    28 gennaio 2024, Australian Open: Jannik Sinner rimonta due set a Daniil Medvedev e vince il suo primo Slam in carriera. Lo fa battendo dai quarti il n.5, il n.1 e il n.3 del mondo, ossia il percorso più tosto possibile. E quel n.1, era un certo Novak Djokovic, imbattuto nel torneo una volta sbarcato in semifinale…

    Sublime from Sinner
    The Italian clinches his maiden Grand Slam title
    He triumphs in five hardfought sets 3-6 3-6 6-4 6-4 6-3 to win #AO2024. @janniksin • @wwos • @espn • @eurosport • @wowowtennis pic.twitter.com/DTCIqWoUoR
    — #AusOpen (@AustralianOpen) January 28, 2024

    4 febbraio 2024, Linz: lo “strano” doppio Errani – Paolini inizia a funzionare per davvero, le due vincono in Austria il secondo torneo WTA assieme. Geometrie, sincronismi, con Sara clamorosa sul net e Jasmine esuberante e sempre più a suo agio. Semi che diventeranno rose bellissime in estate.
    11 febbraio 2024, Cordoba: Luciano Darderi nella natia Argentina gioca una settimana da urlo e vince il primo ATP in carriera. Inizia la sua cavalcata sul tour, con altre vittorie che lo issano fino ad un passo dall’entrare nella top30. A soli 22 anni e praticamente zero esperienza sul veloce nei grandi eventi.
    18 febbraio 2024, Rotterdam: Sinner alza il trofeo dell’importante torneo indoor europeo, il miglior 500 al mondo per tradizione e campo di partecipanti. Il suo treno corre velocissimo, per lui 12 vittorie consecutive nel nuovo anno, forte del clamoroso finale di 2023. Il computer non lo certifica, ma gli avversari sono consapevoli che è già il migliore del mondo. Lo diventerà 4 mesi dopo.
    18 febbraio 2024, Buenos Aires: Non solo Sinner. Pure Bolelli e Vavassori vincono, il doppio nel torneo argentino. Un successo contro un team tra i più collaudati al mondo, Granollers Zeballos.
    24 febbraio 2024, Dubai: il secondo mese dell’anno si chiude con il “botto”, Paolini trionfa nel primo WTA 1000 in carriera, al termine di un torneo duro e ben giocato. Impressiona il tennis offensivo dell’azzurra, passata in pochi mesi da acerrima lottatrice a gran produttrice di gioco. Solo Pennetta e Giorgi erano riuscite prima di lei a vincere un torneo di questa categoria.

    Jasmine’s crowning moment in Dubai 💜#DDFTennis pic.twitter.com/ZTP3WJ2wzK
    — wta (@WTA) February 24, 2024

    31 marzo 2024, Miami: l’uovo di Pasqua più bello è la coppa di Sinner al Masters 1000 della Florida. Domina il torneo con una superiorità imbarazzante sui rivali, in particolare su Medvedev, scherzato come mai prima in carriera. Sul cemento Jannik è quasi imbattitile.
    7 aprile 2024, Marrakech: si torna sul rosso ed è subito un italiano a vincere il primo torneo. Berrettini! Matteo lotta come un leone e doma uno dopo l’altro tutti gli avversari, vincendo un torneo che lo fa tornare di prepotenza nel radar del grande tennis dopo un’autunno da dimenticare. È il torneo n.90 vinto da un italiano sul tour Pro.
    19 maggio 2024, Roma: tutti sognavano il trionfo di Sinner, inutile prenderci in giro. Invece Jannik è k.o. all’anca, si presenta al Foro Italico la domenica prima del torneo e c’è parecchia apprensione. Il torneo lo vince Zverev, ma le immagini dell’anno sono la folla oceanica che saluta Nadal all’ultima presenza in Italia, e il sorriso vincente di Sara e Jasmine. Errani aveva già vinto con Vinci 12 anni fa, la coppia cresce a dismisura, e si diverte.
    23 giugno 2024, Halle: Sinner alza il suo primo trofeo su erba nell’ormai classico appuntamento pre Wimbledon in Germania. Lo fa da n.1 del mondo (lo è diventato il 10 giugno), è il suo 14esimo titolo in carriera. Nemmeno i prati frenano Jannik, non fanno più paura.
    23 giugno 2024, Halle: anche Bolelli – Vavassori trionfano nel torneo di doppio, per un en plein azzurro da cineteca. Bravi! La qualificazione alle Finals è sempre più probabile…
    21 luglio 2024, Gstaad: estate non è solo mare e spiaggia, è anche tennis sulle Alpi, e in quota il servizio di Berrettini decolla e diventa imprendibile. Domina il torneo svizzero, alzando di nuovo il (pesante) trofeo già vinto nel 2018, in quel che fu il suo primo alloro da Pro. E la settimana dopo…
    27 luglio 2024, Kitzbuhel: …arriva il secondo titolo di fila e terzo in stagione per Berrettini, stavolta nella fascinosa località austriaca ai piedi della mitica Streif di sci. Sono i 10 i titoli in carriera per Matteo, tutti tra erba e terra battuta, ma il più bello deve ancora arrivare…
    3 agosto 2024, Olimpiadi di Parigi: Lorenzo Musetti gioca un torneo eccezionale e vince il Bronzo olimpico, esattamente 100 anni dopo l’ultima medaglia ufficiale, quella di Uberto de Morpurgo sempre nella Ville Lumiere. Musetti dopo Wimbledon certifica il suo nuovo status, nei grandi appuntamenti lui c’è.

    Lorenzo Musetti, Olympic bronze medalist
    WHAT A MOMENT. pic.twitter.com/LW5F5FMKah
    — Bastien Fachan (@BastienFachan) August 3, 2024

    4 agosto 2024, Olimpiadi di Parigi: dopo il bronzo, ecco l’Oro! Sono Errani e Paolini a far suonare l’inno di Mameli a Roland Garros in versione olimpica, con una bellissima vittoria di coppia che certifica il loro status di campionesse. Avevano iniziato quasi per gioco, ma quanto le piace giocare ora…
    19 agosto 2024, Cincinnati: Sinner non conferma il primo titolo 1000 in carriera in Canada, ma vince quello successivo in Ohio, mostrando un tennis non ancora al top come in Australia ma in crescendo. Infatti a New York…
    24 agosto 2024, Winston-Salem: tutti gli occhi sono puntati su US Open, ma nell’ultimo antipasto prima del quarto Slam stagionale ecco che sbuca Lorenzo Sonego. Il torinese si prende una bella soddisfazione dopo un periodo non eccellente, torna a vincere un torneo, quarto in carriera. Bellissima la finale dove schianta il talento locale Michelsen, che sotto gli attacchi garibaldini del nostro non ci capisce niente.
    5 settembre 2024, New York: Errani più invecchia, più migliora. Gioca il torneo di singolare con grinta leonina e trascina Vavassori al successo nel doppio misto. È un titolo storico, perché mai una coppia tutta azzurra aveva vinto un misto Slam. Bravi!
    8 settembre 2024, New York: Sinner è nel ciclone del caso “Clostebol”, è accolto con diffidenza da pubblico e colleghi, anche per colpa di una stampa (perlopiù estera) lacunosa del capire i motivi legali e disciplinari della faccenda. Lui è di granito, va avanti per la sua strada e dopo un primo set shock all’esordio domina il torneo e vince il secondo Slam in carriera, mai un italiano aveva trionfato nel maschile a US Open (c’era riuscita Pennetta nel 2015). Sinner sempre più n.1, sempre più recordman del tennis italiano.

    Il momento in cui #Sinner ha scritto un’altra pagina di storia del tennis! ❤️💪#USOpen pic.twitter.com/ZuEfgqIF8X
    — SuperTennis TV (@SuperTennisTv) September 8, 2024

    2 ottobre 2024, Pechino: Bolelli e Vavassori vincono il 500 cinese e di fatto staccano il biglietto per le ATP Finals. Bravissimi!
    6 ottobre 2024, Pechino: anche il doppio femminile è azzurro, ovviamente grazie a Sara e Jasmine. Punti che aprono le porte delle WTA Finals di doppio. Che dire… leggendarie.
    13 ottobre 2024, Shanghai: la trasferta asiatica di Jannik Sinner si chiude con il settimo titolo in stagione e terzo 1000 dell’anno, dominando in finale un Djokovic mai domo. Alla stretta di mano la faccia di Novak è tutto un programma… quella di uno che sente di esser stato sorpassato di brutto dal giovane rivale. Nel torneo Jannik si assicura anche il n.1 di fine anno, altro risultato eccezionale.
    17 novembre 2024, Torino: Jannik domina le ATP Finals. Non vince, stravince. Non perde un set, non capitava dal 1986 quando il diritto dello “zar” Lendl terrorizzava i rivali al Madison Square Garden, su quel leggendario campo senza corridoi… Sinner è nettamente il più forte di tutti, in semifinale contro Ruud produce un tennis allucinante per velocità e potenza, tanto che Casper dice stordito dopo il match “almeno contro Djokovic e Nadal riuscivi a palleggiare, contro Sinner non si può”.

    The winning moment captured inside the Inalpi arena! #NittoATPFinals https://t.co/VHeNSap3Vm pic.twitter.com/hRuX8A2Xpw
    — Tennis TV (@TennisTV) November 17, 2024

    2o novembre 2024, Malaga: l’Andalusia è teatro degli ultimi due bellissimi successi stagionali del tennis italiano. Le ragazze si Tathiana Garbin battono tutte le rivali, e si prendono le quinta Billie Jean King Cup, la “Davis-rosa”. Coronamento di un’annata eccezionale per Paolini ed Errani, sempre decisive nel doppio.
    24 novembre 2024, Malaga: E sono tre! Jannik, Matteo e tutto il team di Volandri conferma il titolo dell’anno scorso, alziamo la terza “insalatiera” della nostra storia. La riportiamo a casa, e farà forse di nuovo un tour in tutta Italia. Ormai è il tennis nelle case di tutti gli italiani. Siamo i più forti.

    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    Davis Cup 2024: una vittoria di squadra, trainata da Berrettini

    Matteo Berrettini esulta a Malaga (foto Brigitte Grassotti)

    Una manifestazione affascinante, complessa e pure “scomoda” come la Davis Cup la si vince di squadra, costruendo un team solido che sopperisce a qualche assenza pesante nelle varie fasi dell’evento e crea un clima positivo per spingere ogni membro a dare il massimo e reggere la pressione di partite mentalmente durissime. Tuttavia capita quasi sempre che all’interno di una squadra ci sia un tennista che spicca sugli altri, che trascina il gruppo moralmente e fisicamente sul campo, alzando il livello generale e risultando così decisivo al successo. Nell’edizione 2023 era stato indubbiamente Jannik Sinner a caricarsi tutto e tutti sulle proprie spalle, vincendo le proprie partite e dando sicurezza a Lorenzo Sonego, compagno di doppio altrettanto importante per il successo italiano. La vittoria di quest’anno porta ancora la firma del nostro magnifico n.1, impeccabile  nelle sue tre partite in singolare a Malaga, ma il giocatore simbolo dell’Italdavis 2024 è senza ombra di dubbio Matteo Berrettini. È lui il volto del team azzurro capace di alzare la terza “insalatiera”, colui che più di tutti desiderava vincere dopo aver solo assistito in panchina da “primo tifoso” al successo dell’anno scorso. Se l’era ripromesso, un chiodo fisso, e un patto con Jannik: il prossimo anno torniamo qua e la vinciamo insieme. Sinner è uomo di parola, non promette niente a caso e il suo verbo è scolpito nella pietra, perdura nel tempo e puoi fidarti ciecamente. Missione compiuta, grazie alla potenza dell’altoatesino, sempre più dominante nel tennis maschile, ma anche e soprattutto grazie a Berrettini che oltre ad esser stato decisivo a Malaga lo è stato a Bologna nella fase a gironi.
    Matteo infatti dopo US Open si è preparato a dovere per essere presente nella città emiliana a metà settembre e guidare la giovane truppa di Volandri, con Cobolli all’esordio e priva pure di Musetti, oltre che Sinner (campione a New York una manciata di giorni prima della Davis e per questo giustamente esentato). Berrettini è campione dentro, si è preso la responsabilità morale di guidare i compagni, lo si vedeva chiaramente nella settimana bolognese. È diventato Primus inter pares, leader morale di un gruppo di enorme potenziale ma ancora acerbo.
    Volandri ha fatto il suo da capitano, e la seconda vittoria di Malaga ha confermato ancor più quanto il suo ruolo sia stato sottovalutato… “Ha vinto Sinner da solo” pensava l’italiano tifoso-medio… Chiaro, l’anno scorso Jannik ha trascinato tutti con un’esuberanza tecnica e morale superiore, …come ha fatto in semifinale a battere un fortissimo Djokovic in singolare e poi “triturarlo” anche in doppio è roba già entrata nella leggenda del nostro sport per la porta principale. Ma “Filo” era lì, ha fatto da parafulmine in mille occasioni, silente e risoluto, e quest’anno non ha sbagliato una scelta, una mossa. Applausi sinceri. E il treno vincente è partito da Bologna, dai gironi, dove era necessaria la serenità in un gruppo giovane e ancor più il carisma di uno come Matteo, che tra sguardi seri e risate da amico della porta accanto è stato decisivo a sostenere moralmente i compagni.
    Testa, ma anche campo… a Bologna erano necessari i punti in singolare di Berrettini e lui ha marcato presente. Ha lottato, non ha giocato nemmeno il suo miglior tennis a differenza di Malaga, dove ha davvero impressionato ricordando a tratti il giocatore devastante capace di fare finale a Wimbledon, semi a Melbourne e US Open e tanto altro. Anche a Malaga erano necessari i suoi punti, nel doppio decisivo contro gli argentini e poi nei primi singolari di semifinale e finale. E Matteo non ha tradito le attese. Non poteva farlo, non era consentivo. Imperativo categorico diventato scudo protettivo contro ogni possibile malasorte o problema. No, stavolta no. Voglio vincere e vinceremo. Tutto è partito dalla sua forza morale, dalla sua voglia assoluta di rivalsa, di riprendersi almeno in parte quel che un fato maligno sotto forma di infortuni gli ha tolto per troppo tempo. Così che Berrettini ha affrontato un autunno solo discreto sul tour, con qualche sconfitta di troppo, ma l’obiettivo era affinare la condizione e sbarcare a Malaga con la massima forma possibile, per farsi trovare pronto ed esplodere tutta la sua potenza. Singolare o doppio non importa; conta solo giocare al proprio meglio e mettere in campo tutto e di più, per andare a prendersi la vittoria più pesante in carriera. Per una volta le cose sono andate esattamente come voleva lui, anzi, forse ancor meglio.
    Infatti in molti – incluso chi scrive – era non poco dubbioso sul rendimento in doppio del nostro Matteo-Nazionale. La sua storia nella disciplina è modestissima, e di grandi vittorie non c’era traccia. Ma si torna al punto di prima, anzi ai due punti focali. Sinner, la sua aura, quella che trasmette in campo ai compagni ed avversari; il desiderio diventato imperativo di vincere in Berrettini. Così Matteo ha giocato indubbiamente il suo miglior doppio in carriera. Pochi gli schemi “classici” applicati insieme a Jannik per chiudere l’angolo e aggredire lo spazio… ma c’era tanto di quel servizio, di quella potenza e di quella voglia di vincere che i due rispettabilissimi argentini pur giocando assai bene alla fine hanno ceduto. E nonostante il romano avesse a fianco il tennista più forte del mondo, i punti più belli e pesanti se li è presi proprio Matteo, con qualche risposta di rovescio che è andata oltre ai suoi difetti, con tempi di chiusura sul net ottimi, e bordate devastanti.
    Forte di questa vittoria decisiva, in semifinale c’era un minimo dubbio: tenerlo buono per un altro eventuale doppio decisivo, o mandarlo subito in campo a sfidare l’australiano? Probabilmente Volandri e Berrettini non avranno quasi parlato, sarà bastato uno sguardo. Matteo si è preso la responsabilità di giocare il primo match contro l’insidiosissimo davisman Kokkinakis e ha vinto una partita meravigliosa, dura, pure in rimonta. L’ha vinta con lo spirito guerriero di chi non contemplava la sconfitta come possibilità. Stavolta vinco io, la coppa voglio alzarla insieme agli altri. Da protagonista. Detto fatto, e bis nella finale, con una prestazione ancora superiore contro Van de Zandschulp, demolito nelle sue relative certezze dalla forza mentale e potenza di un Berrettini troppo voglioso di vincere per potersi permettere anche il minimo dubbio o incertezza. Lo sguardo verso la panchina prima del break strappato in finale, o quel recupero col taglio sotto di diritto contro Kokkinakis… giocate e momenti che non si possono spiegare affidandosi al libro del gioco, lì si entra in territori che rimandano all’animo, alla Forza del Pensiero di un ragazzo profondo, umile e determinato. Uno che per una volta è stato più forte della sfiga e degli avversari. Si è regalato e ci ha regalato una vittoria memorabile. Per lui è il titolo più “pesante” in carriera, dopo 10 ATP tra 250 e 500. Questa Davis Cup vale di più, tanto di più. Grazie Matteo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO