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    Sinner n.1 nel 2024: anche la rilevazione del rendimento dei suoi colpi lo conferma

    Il rovescio maestoso di Jannik Sinner (foto Getty Images)

    “Ricordo benissimo il primo allenamento che abbiamo fatto insieme. La prima cosa che mi ha colpito è stato il suono dei suoi impatti. Impressionante!” Così Darren Cahill, membro fondamentale – ancor più in questo periodo di “tempesta” – del team Sinner aveva risposto ad una domanda sulla prima fase della loro collaborazione. Il coach australiano conosce e sente il gioco come pochi altri. Quella sensazione uditiva non era altro che una conferma della bontà dei colpi di Jannik, potenti, presici, devastanti per gli avversari. Con 9 mesi di tour alle spalle, le statistiche della stagione sono assai probanti, tanto che un’ulteriore conferma della leadership del nostro campione nel 2024 arriva dai dati Tennis Data Innovations (in collaborazione con TennisViz), che analizza ogni singolo colpo dei tennisti sul tour ATP fornendo un indice di rendimento e la relativa classifica generale. Sinner ha 4105 punti di vantaggio sul n.2 Zverev (9000 nella race, + 2885 sul secondo), e domina anche nelle principali categorie che sezionano la prestazione: è il migliore dell’anno finora per qualità ed efficacia del diritto, del rovescio, della risposta e della “Conversion”, ossia vincere il punto quando si trova in una posizione d’attacco. C’è invece molta strada da fare per quanto riguarda il rendimento al servizio, dove Sinner si piazza solo al 38° posto.

    The Champ @usopen 🎾👑@janniksin is dominating the Race to Turin leaderboard with an impressive 9⃣0⃣0⃣0⃣points🔥
    Take a look at his standout #Insights numbers for the 2024 season so far👇#TennisInsights | @atptour pic.twitter.com/S0R5xGHhIB
    — Tennis Insights (@tennis_insights) September 9, 2024

    Impressionanti anche i dati relativi a velocità e spin dei suoi colpi, ben sopra la media del tour, in particolare col rovescio che resta forse il colpo più solido e concreto dell’azzurro:
    Velocità del diritto: 78 mph (media sul tour: 73 mph)Velocità del rovescio: 73 mph (media sul tour: 66 mph)Spin del diritto: 3,049 rpm (media sul tour: 2,708 rpm)Spin del rovescio: 2,235 rpm (media sul tour: 1,977 rpm)
    Rotazione notevole, quando serve, ma ancor più impressionanti le sue traiettorie raso rate e velocissime per i suoi attacchi e colpi a tutta per spaccare lo scambio a suo favore. In questo Jannik sta diventando imprendibile, l’abilità nel passare da fasi di costruzione e pressione all’accelerazione definitiva. Quando spinge a tutta i suoi colpi da fondo campo, il diritto di Sinner mediamente è registrato due centimetri più in basso sopra la rete rispetto a tutti gli altri, e il rovescio cinque centimetri più in basso della media. Numeri spaziali.
    Visto il suo dominio nello scambio da fondo campo, non c’è da stupirsi che Sinner sia in cima alla classifica in un’altra categoria chiave: la conversione. Quando è in posizione di attacco nello scambio, il due volte campione Slam vince il 73% dei punti, nessuno come lui nel 2024. Tutto nasce anche dalla sua qualità in risposta, altra categoria nella quale è primo per rendimento. Il migliore quando comanda, ma molto forte anche quando è costretto in difesa: per le rilevazioni dei colpi, è decimo quando staziona ben dietro la riga di fondo in rimessa, dove riesce a portare a casa il 37,5% dei punti.
    Normale che non sia tra i migliori nell’attacco “classico”, essendo Sinner un costruttore di gioco di pressione dalla riga di fondo. Il dato peggiore è quello al servizio: 8.03, che lo piazza al 38esimo posto, molto indietro. L’abbiamo visto anche all’ultima cavalcata vincente a US Open, dove la battuta è stata la fase di gioco più altalenante e che meno ha sostenuto la sua prestazione. “Devo migliorare” resta il mantra di Sinner. I numeri confermano dove è necessario intervenire.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Nessun ricorso presentato da WADA al TAS, Sinner prosciolto pienamente dopo la positività dello scorso marzo

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Il successo domenica scorsa a US Open, una seconda vittoria altrettanto importante all’indomani con la parola fine sullo sfortunato caso doping. Splende il sereno su Jannik Sinner: la WADA, il massimo organo in materia antidoping, ha deciso di non ricorrere al TAS di Losanna (Tribunale arbitrale dello sport) contro la sentenza che lo scorso agosto aveva assolto totalmente Jannik Sinner dopo esser risultato positivo al Clostebol, entrato nell’organismo del n.1 al mondo per via accidentale. La conferma arriva dal quotidiano “Corriere della Sera”, che ha contattato la segreteria del Tribunale Arbitrale internazionale dello Sport, ricevendo la conferma martedì mattina che l’Agenzia Internazionale Antidoping (Wada) non ha presentato alcun ricorso contro la sentenza dell’ITIA (International Tennis Integrity Agency) dello scorso 19 agosto.
    In quella sentenza Jannik Sinner, pur risultato positivo a due controlli in marzo, veniva prosciolto da ogni responsabilità poiché dopo un’attento studio del caso e ascoltate le motivazioni del giocatore e dei maggiori esperti al mondo sul doping, è stato confermato che il Clostebol era stato assunto in via accidentale e non voluta, e con una concentrazione infinitesimale da risultare totalmente ininfluente ai fini di un miglioramento delle prestazioni sportive.
    Sono scaduti i termini di appello di 21 giorni, WADA ha studiato il caso e la materia e ha ritenuto di non opporsi alla sentenza dell’agenzia indipendente ITIA. Termina qua una brutta storia, pesantissima per un ragazzo irreprensibile e corretto come Jannik e davvero sfortunata, che è gli costata molto in termini di stress e anche popolarità (soprattutto sul web). Per fortuna il campo a US Open ha parlato forte e chiaro: Jannik si è confermato miglior giocatore del mondo, e il sostegno del pubblico di New York è stata un’altra importantissima vittoria.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner vs. Fritz, le chiavi della finale di US Open 2024

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Jannik Sinner e Taylor Fritz stasera (ore 20, Supertennis e Sky Sport) si giocano il titolo di US Open 2024. Una finale da sogno, per entrambi i giocatori, pur con declinazioni molto, molto diverse. Il californiano si è meritato sul campo l’accesso al match più importante della sua carriera, la chance di vincere uno Slam, e che Slam… quello di casa, dove un connazionale non trionfa dal 2003 (Roddick) e non gioca una finale dal 2006 (ancora A-Rod). L’altoatesino è n.1 del mondo, posizione meritatissima e che detiene solidamente dallo scorso giugno, quindi è relativamente “normale” che sia arrivato in finale in un torneo che si disputa sulla superficie a lui più congeniale, hard court outdoor, dove dallo scorso ottobre ha perso solo tre partite. Ma… l’avvicinamento e ingresso nel torneo è stato complicatissimo per la “nota” vicenda che, fortunatamente, sta svanendo come neve sotto il sole delle sue prestazioni e qualità, tecnica e umana. Il coro “Sinner – Sinner” intonato dall’Ashe nel corso della semifinale è la pietra tombale su ogni interferenza e/o cattiveria che uno sparuto manipolo di antagonisti del nulla continua a perpetrare sul web, uscendone con le ossa rotte.
    Che partita sarà, e chi vincerà? Logica & analisi tecnica sono nettamente a favore di Jannik. L’azzurro è nettamente più esperto a questi livelli. Ha già affrontato e vinto una finale Slam, tutt’altro che facile, a Melbourne. La forza di reazione tecnica e mentale sotto di due set è stata l’ennesima certificazione della sua grandezza. Quindi tutto lascia pensare che scenderà in campo forte di esperienze positive, di una forma che è cresciuta notevolmente nel corso del torneo, e una ritrovata serenità che l’ha portato a giocare un buon tennis. Non il migliore, il Sinner ingiocabile di molte settimane del 2024 (e fine 2023) l’abbiamo visto solo a tratti, ma è bastato a issarlo sino in finale. I campioni sono quelli che non vincono solo quando vedi la palla “grande così” e tutto ti riesce… nella giornata top sono tanti quelli che potrebbero ambire a vincere un titolo di massima importanza; non ci riescono perché uno Slam è una faccenda un po diversa. Devi vincere 7 partite 3 su 5 e ce la fai solo quando resisti alle difficoltà, alzi il livello nei momenti importanti, trovi il modo di superare difficoltà anche non giocando al tuo meglio. Esattamente quel che è riuscito fare l’azzurro nel difficilissimo match d’esordio, con un macigno epocale sulle spalle, e poi anche contro Medvedev e in semifinale contro Draper. La speranza è che Sinner esploda tutta la prepotenza e completezza del suo tennis, e faccia sentire in campo fin dai primi punti chi è il n.1, chi ha più esperienza, chi è il più forte. A una finale Slam nessuno ci arriva per caso, Fritz se l’è meritato con un percorso ottimo e mostrandosi molto competitivo anche sul piano agonistico e della tenuta fisica.
    Una finale è una partita unica, l’approccio mentale sarà decisivo per entrambi. Sinner è favorito, si spera che non senta questo ruolo ma riesca a giocare focalizzato e sciolto. Se sarà determinato, lucido e sicuro come nei suoi momenti migliori, è davvero favorito, ha tutto quel che serve per battere e domare le sfuriate dell’americano. Fritz… chissà come avrà vissuto la giornata di ieri e le ore che precedono il match. Da un lato sarà carico a mille, il match delle vita, nel suo paese, la finale che sogna da sempre, quindi avrà l’energia di una bomba atomica, ma… a volte un eccesso di carica per assurdo ti brucia e consuma. Saper gestire l’avvicinamento alla partita è decisivo, mai ha vissuto una situazione del genere quindi solo il campo ci dirà come ha gestito il tutto. Potrebbe esser un fume in piena, come spegnersi di fronte alla delusione se le cose all’avvio dovessero mettersi male. Proprio i primi game e tutto il primo set potrebbero essere decisivi a livello mentale stasera. Se Sinner riuscirà a partite forte e servire molto bene, in modo da disarmare la risposta del rivale, e quindi pressare tanto in risposta e scappare in vantaggio, Frtiz potrebbe crollare vedendo un muro troppo duro da abbattere.
    Analizzando brevemente la partita dal punto di vista tecnico-tattico, queste ritengo siano le chiavi per i due giocatori. Sinner deve assolutamente vincere il duello tra la sua risposta e il servizio di Fritz. L’americano deve servire al massimo della sue possibilità, non ha altra scelta, perché nello scambio dovrebbe esserci un certo vantaggio a favore di Jannik. Quindi se l’azzurro con la risposta, uno dei suoi colpi più importanti, riuscirà a reggere i servizi del rivale e mettergli grande pressione con palle lunghe e continue, in modo da non permettere a Taylor di girarsi a tirare la pallata col diritto dal centro, molto sarà “già fatto”. Fritz è costretto a comandare, prendersi rischi e spingere a tutta col diritto offensivo. Se Jannik non glielo permette e comanda il tempo di gioco dalla risposta, la chance del californiano sono molto, molto basse. Fritz non ha un cattivo rovescio in assoluto, ma tende a giocarlo bene quando ha il tempo per impattarlo con discreto equilibrio. Quindi un’altra chiave tattica dell’incontro per Sinner sarà quella di giocare molto bene e intenso col diritto cross, in modo da bloccare Fritz sulla destra, e quindi cambiare all’improvviso col lungo linea per far correre il rivale a sinistra e forzarlo a tirare un rovescio in corsa con poco tempo ed equilibrio precario. Se ci riesce, Fritz sarà in grossa difficoltà. Stessa cosa, se riesce ad inchiodarlo sulla diagonale di rovescio con palle talmente intense ed angolate da non consentire a Fritz di spostarsi lateralmente a tirare un botta col diritto. Sarà un discorso di centimetri e intensità: se la profondità di Jannik in quella diagonale è minore e l’angolo meno acuto, allora Taylor si gira e spara, e può far danni…
    Sinner deve giocare con più pazienza rispetto alla partita semifinale vs. Draper, dove ha affrettato i tempi dell’affondo col diritto commettendo troppi errori. Nello scambio in progressione, ad alto ritmo e intensità, ha una costanza e profondità che praticamente nessuno riesce a reggere sulla lunga distanza, nemmeno i migliori difensori del tour come Medvedev o Djokovic. Quindi non dovrebbe riuscirci nemmeno Fritz… che dovrà quindi prendersi rischi enormi e tirare a tutta appena possibile. Potrebbe trovare tantissimi vincenti e quindi mettere pressione a Sinner, ma non è detto che riesca a farlo per un tempo sufficiente a vincere tre set.
    Lo scenario peggiore per Sinner, sperando che il polso sia OK e che quindi possa giocare una partita normale, è di una giornata pessima al servizio, con Fritz molto incisivo in risposta e ingiocabile nei suoi turni di battuta. Se così fosse, Jannik sarebbe nei guai. Jannik potrebbe anche scegliere una tattica piuttosto offensiva e proiettata a rete per sorprendere il rivale, solleticarne il passante, mettergli pressione e quindi non farsi a sua volta attaccare. Per riuscirci è necessario servire bene e colpire ottimamente col diritto dal centro per guadagnare campo e aprirselo. Complessivamente, Fritz ha tennis meno completo, con alcuni punti di forza notevoli, ma anche limiti; Sinner ha più frecce nella sua faretra e può anche cambiare nel corso della partita qualora le cose non andassero come sperato. Oltre che una capacità di reazione già testata. Ovviamente, Jannik dovrà servire bene: quando non lo fa, ancora tende ad irrigidirsi e la sua spinta è meno efficace.
    I due hanno giocato due volte a Indian Wells: nel 2021 ha vinto lo statunitense, nel 2023 in tre set Sinner. I campi sono discretamente simili, ma rispetto a un anno e mezzo fa l’italiano si è portato su di una dimensione diversa. Non resta che aspettare qualche ora e vedere quel che ci racconterà il campo, l’Ashe. Il pubblico dovrebbe essere tutto o quasi pro Fritz, un pandemonio che Jannik dovrà gestire con calma. Sinner per vincere dovrà giocare bene, con lucidità e senza esagerare. Facendo sentire all’avversario il peso della sua palla e della sua esperienza in questi contesti.
    Buona finale a tutti, e forza Jannik!
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sinner di fisico e di testa! Batte Draper al termine di una dura battaglia giocata in condizioni estreme, vola in finale a US Open

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    “Welcome to the jungle…”. La celeberrima canzone dei Guns ‘n’ Roses calza a pennello per dare un’immagine visiva alla prima semifinale di US Open, e non solo per il caos della città che non dorme mai… Degno di una giungla tropicale è il clima su Flushing Meadows (oltre l’80% di umidità), che rende per Jannik Sinner e Jack Draper una vera sofferenza giocare e lottare per oltre tre ore, sprintando a tutta e spingendo forte, con le scarpe del britannico che letteralmente perdono sudore e bagnano il campo, cosa mai vista. Alla fine la maggior durezza, esperienza a questo livello e qualità dell’azzurro prevalgono per 7-5 7-6(3) 6-2, un successo storico che porta il n.1 a giocarsi la prima finale a New York, dove attende il vincente del derby a stelle strisce tra Fritz e Tiafoe. Una partita non bella dal punto di vista estetico e del mero spettacolo, costellata da troppi errori e portata a casa da Jannik grazie alla sua abilità nel resistere a qualche momento no (come il contro break subito nel primo set, immediatamente dopo l’allungo), alle troppe palle break non sfruttate – in particolare nel secondo set – e soprattutto per la sua straordinaria bravura nel giocare meglio e con lucidità assoluta i punti più importanti. Fantastico il tiebreak del secondo set, dove è partito come un razzo; come ha comandato servendo sotto 6-5, e in precedenza anche nella chiusura del primo set, con Draper che serviva bene e reggeva al massimo delle sue possibilità. È stato un braccio di ferro, quasi un match di “pugilato con racchetta”, con due atleti stremati dall’umidità e fatica ma duri al tal punto da scambiarsi mazzate una dopo l’altra, pur barcollando.
    Nel terzo set Jack era distrutto, ha pure vomitato il campo nella fase finale del secondo set in un game assurdo, dove Jannik in una difesa estrema è caduto a terra sbattendo il polso sinistro. Per fortuna non è stato niente di grave, il medico ha controllato ma il match è proseguito senza evidenti menomazioni (la paura è stata tantissima!?!). Sinner la vince di fisico, più resistente del rivale. La vince di sofferenza e tenuta mentale, la stravince per lucidità nell’affrontare i momenti cruciali. Una vittoria per così dire “sporca”, non giocando affatto il suo miglior tennis, ma servendo piuttosto bene: ha chiuso col 66% di prime in campo, vincendo tre punti su quattro, e proprio il servizio l’ha aiutato in molti momenti decisivi. Meno bene col diritto Jannik, dove ha spesso costruito bene ma poi è mancato nell’affondo decisivo. Spesso si è anche fatto sorprendere dalla sbracciata a tutta del rivale, che ha potenza e mano per spaccare lo scambio da qualsiasi posizione, e che ha giocato anche piuttosto bene di volo.
    Draper non è arrivato in semifinale per caso, se l’è meritata sul campo con un tennis consistente, a tratti sprezzante per come si avventa sulla palla e la maltratta, con traiettorie imprendibili. Si è confermato un tennista di grande valore e potenziale, un po’ “rozzo” se vogliamo nel gesto ma potente, piuttosto completo e mai dono. Jannik nella prima parte del match ha forse peccato di impazienza, cercando di star dietro alle sfuriate di Draper invece di costruire e sfinire ai fianchi il rivale, palla dopo palla. Infatti quando nella parte finale del primo set si è messo a costruire e bloccare il rivale in scambi di ritmo e pressione, si è preso molti punti diretti sfruttando le aperture di campo e allo stesso tempo ha provocato molti errori del britannico, demolito da un ritmo e angoli irresistibili. Alla fine la combinazione servizio più diritto potente dal centro è quella che ha portato più punti all’azzurro. Altalenante invece è stato il rendimento della risposta: ne ha sbagliate diverse per lunghezza, come se volesse chiudere direttamente il punto, invece di affidarsi alla palla profonda ma sicura, per guadagnare campo. Probabilmente temeva il primo colpo dopo il servizio di Jack, che in effetti è stato spesso molto efficace.
    Tre ore di grande lotta, con un numero complessivo di punti che di solito si giocano in quattro set (a volte in cinque…). Sinner è certamente più abituato di Draper a battaglie del genere, ma almeno è piaciuta la resistenza fisica del nostro n.1, che ha terminato l’incontro sicuramente stanco ma visibilmente non così devastato come Jack, che a tratti nel terzo set pareva quasi sul punto di crollare a terra. Uno Slam è un torneo complesso, e forse quello di New York è fisicamente il più duro per queste condizioni mutevoli, a volte estreme, arrivando con già 8 mesi di tennis sulle gambe. Ritrovare Sinner in finale, dopo l’approccio al torneo difficilissimo per le “note” vicende, e dopo aver battuto il cliente più scomodo possibile nei quarti (Medvedev) è l’ennesimo segnale della forza e grandezza di Jannik, uno che non molla mai, che nelle giornate nelle quali non spacca la palla riesce comunque a trovare il modo per portarla a casa, che nei momenti più duri e di fatica resta solido e positivo. Un Campione vero.
    “È stata una partita difficile, siamo amici, ed è stata molto fisica. Ho cercato di restare lì, forte mentalmente nonostante tutte le difficoltà” afferma Jannik a caldo in campo. “Sono felicissimo di giocare la finale”. “Contro uno statunitense a US Open? Sarà una partita bella ma non facile. È la mia seconda Slam in stagione, è la dimostrazione che sto facendo un bel lavoro”.
    Adesso riposo, fisioterapia e testa alla finale, dove andrà in campo comunque da favorito. E speriamo col sorriso visto oggi prima della sfida con Draper. Serenità e consapevolezza, due armi importanti quanto il suo diritto assassino il rovescio preciso.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    La prima semifinale di US Open 2024 scatta con Draper alla battuta. Subito aggressivo col diritto, ma la palla gli scappa via. Poi un doppio fallo, evidente la tensione nel braccio del britannico. Ha la chance Jannik per arrivare subito a palla break, comanda lo scambio ma l’accelerazione di diritto è deviata out dal nastro. Entra in azione il servizio di Jack, 4 punti di fila e 1-0. Nel primo turno di battuta Sinner spinge forte sul rovescio dell’avversario. Qualche imprecisione, ma con il primo Ace del match chiude a 30 il game (1-1). Entrambi colpiscono la palla davvero forte, rischia tanto Draper per non perdere campo, mentre Sinner – come in altri match del torneo – non è centratissimo col diritto nei primi game. Invece non male il servizio, 9 prime in campo su 11 punti per l’azzurro, dato per lui molto alto. Draper vince a zero il quinto game, bellissimo il suo impatto col diritto, un’accelerazione violentissima che controlla alla grande anche su palla piuttosto alta. Eccellente game anche per Jannik, servizio e diritto potente sul rovescio del rivale, pronto anche a correre in avanti. 3 pari. Nel settimo game Jack trova poche prime palle… Jannik risponde potente sulle seconde e si porta 15-30. Si cava dal buco Draper con un diritto fulminante, davvero notevole. Jack cerca un S&V troppo garibaldino, sulla posizione arretrata del nostro, e incassa la risposta-passante di rovescio. 30-40, prima palla break del match. E seconda palla… Esagera col diritto cross il britannico, spostato lateralmente da un rovescio cross davvero perfido di Sinner, palla un po’ alticcia e lenta, complessa da rigiocare. E sotto la pressione del momento… BREAK Sinner, 4-3 e servizio, bravo a capitalizzare il calo al servizio del rivale con grande attenzione. Anche Sinner all’improvviso smarrisce la prima palla, e stacca un diritto che gli costa lo 0-30. Vince il primo lungo scambio Draper, in rete il diritto di Sinner, e 0-40, suona l’allarme rosso subito dopo esser scappato avanti. La prima palla break è cancellata da un servizio al T; diritto pesantissimo dal centro per cancellare la seconda; il Contro BREAK arriva sul 30-40, in rete un’accelerazione di diritto di Jannik. 4 pari. Entrambi hanno pagato un brutto turno di servizio. Si accende la lotta, bravo l’azzurro a scaricare un gran contro piede e prendersi di forza il punto del 15-30. Clamorosa la risposta di Sinner e ancor più bello il diritto di Draper in corsa, sbracciata vincente da campione. Che punto! Con un ottimo servizio e volée il britannico si porta 5-4. Troppi errori di Sinner in questa fase, e la percentuale di prime palle è crollata sotto il 60% dall’82% del 2 pari. Serve più pazienza, scambiare con grande pressione sul rovescio di Jack, che regge di meno. Torna la prima palla e via, 40-15 con un diritto dal centro. Ma altri due diritti, il terzo del game, porta il game ai vantaggi. Quando scambia con calma, di ritmo e spostando il rivale, Sinner tende a prevalere. Ace, e 5 pari. Superato momento non facile, l’altro era a 2 punti dal set. Un doppio fallo costa a Draper il 30 pari, dopo che aveva perso un lungo scambio. Rimedia con l’Ace, ma eccellente il recupero di Jannik sulla smorza successiva, niente male peraltro. Di nuovo Sinner stazione molto dietro in risposta, corre a rete il brit ma subisce la pallata violentissima del nostro. Palla break! Ace di nuovo… freddissimo. Altro Ace… tre nel game, poi doppio fallo. Rischia tutto. Bravo Sinner a correre avanti e giocare una volée non perfetta ma profonda. Seconda palla break per l’italiano. Uff, esce di un niente la risposta aggressiva. Si gioca a un ritmo folle… alla fine Draper è il primo a sbagliare. Terza chance per Jannik. Doppio fallo! Crolla anche sotto la fatica, dopo 7 minuti super intensi. 6-5 e servizio Sinner. Inizia con un Ace esterno, non veloce ma piazzato alla perfezione. Durissimo anche il secondo punto, pressione clamorosa di Jannik che guadagna metri e forza l’errore di Jack. 30-0. 40-0, non regge Draper, tre set point. Servizio esterno e la risposta vola via. 7-5 Sinner, con sei punti di fila. Dopo i tanti errori e un po’ di fretta, l’italiano si è messo nel momento chiave a giocare con pazienza imponendo forza, ritmo, pressione, portando l’avversario in territori per lui sconosciuti a questa velocità, finendo per sbagliare troppo.
    Secondo set, inizia Draper alla battuta. Sinner trova un passante stretto sulla riga in gran corsa. Scoramento di Jack, col doppio fallo successivo e il peso del primo – duro – set perso nel torneo. 15-30. Grave l’errore col diritto di Jannik, era in controllo dello scambio e poteva portarlo a palla break. Terrificante il ritmo imposto da Sinner, palla dopo palla lo sfianca e ai vantaggi la palla break arriva. Se la gioca bene Jack, rischia e trova un angolo stretto ottimo, che coglie in contro piede l’azzurro. Rischia tanto Draper, del resto se crolla nel morsa del nostro è stritolato, così trova gran punti ma anche errori. Con un attacco esagerato sulla seconda, Draper è punito dal lob di Jannik, seconda PB. Stecca col diritto Sinner, forse messo fuori tempo dal nastro di Jack. Già 8 minuti, che lotta… 1-0 Draper, respira, e spinge duro in risposta. Si ritrova 0-30, Jannik è freddo, spara anche un Ace per il 30 pari, poi un altro. Si va ai vantaggi, e commette un doppio fallo che gli costa palla break. Esagera Jack, tira una pallata di diritto che atterra più larga del corridoio. Un miracolo il punto vinto da Sinner sul pari, da difesa ad attacco, con un controllo del polso in recupero misterioso… 1 pari. Solo 1h e 20, ma tennis intenso, e Draper ha poca forza per saltare alto sullo smash nel primo punto. Molto più agile Jan nell’arrampicarsi sulla palla e prendersi il 15-30. Tocca un gran volée, ma poi forza col diritto e concede palla break. Si salva con un bel S&V sulla seconda, stavolta lo stare molto dietro di Jannik non ha funzionato. Poi Sinner trova una risposta cross di rovescio incredibile, che impatto. Vince un gran game Jack, con un bel tocco di rete. 2-1. Dopo la lotta, segue un game a zero per Jan, 2 pari (con un diritto super). Anche il terzo turno di Draper va ai vantaggi, e Jack commette il secondo doppio fallo di fila (nono dell’incontro), gli costa la palla break. Non ne approfitta Sinner, sulla seconda rischia il cross di rovescio in risposta ma gli esce. 3-2. Segue altro turno a zero per l’italiano, 3 pari. Jack addirittura si cambia le scarpe, malvide di sudore, e si asciuga il campo per le chiazze lasciate dal britannico, grondante. Sul 30 pari si alza un improvviso coro “Sinner Sinner…”. Jannik non ne approfitta, sbagliando un tocco di rovescio rincorrendo una volée stoppata, poteva essere chance per l’allungo. Segue un errore simile, e 4-3 Draper. Difficile l’ottavo game per l’italiano: vince i punti col servizio, ma nello scambio commette errori o va sotto. Vantaggi. Rischia la risposta Jack, ma gli esce di poco (ottima la seconda palla di Jannik). Troppi errori di Sinner, non è un bel momento per lui. Addirittura vomita in campo Draper, totalmente spossato dall’umidità terribile su NYC. Finalmente Jannik ritrova un gran punto, una sbracciata di diritto a tutta delle sue, spacca la palla e fa il pugno, in un momento non facile. 4 pari, vince un turno duro. Sembra distrutto fisicamente il brit, si butta avanti e il S&V è di grande qualità. INCREIDIBILE! Sinner vince un punto dopo esser caduto a terra, ma… si tocca il polso, nella caduta ha messo male il polso. 5-4, arriva subito il fisioterapista per l’azzurro, chiede i 3 minuti. Enorme preoccupazione per il polso sinistro del n.1. Riprende con un gran servizio, poi un Ace. Il diritto corre, continua però a toccarsi il polso. 5 pari. Con servizio e diritto Sinner porta il set al tiebreak. Sinner si prende il primo punto in risposta con un cambio di ritmo mortale di rovescio e poi pallata di diritto. Ancora servizio e diritto, potente e preciso, qua nessuna pressione e ritmo ma massima velocità. 2-0. Altra prima palla, 3-0 Jannik. Il quarto punto invece è il classico pressing sinneriano, forza l’errore di Jack, stordito e sotto 0-4. Si butta a rete Draper, vince il primo punto. Si gira 5-1 (parziale di 9 punti a 2 e 11-4). Pesanti i colpi di Jannik, 6 punti 1 e 5 set point di fila. Annulla col servizio i primi due Jack, 6 punti a 3, ora però serve Sinner. Eccolo! Servizio a T, la risposta è out. 7 punti a 3. Set durissimo, con la caduta e il dolore al polso, e una fatica tremenda per la fatica e l’umidità. Jannik tante chance non sfruttata ma come ha alzato il livello nei momenti chiave, sotto 5-6 e poi il tiebreak, dove non ha sbagliato NIENTE.
    Dopo una sosta di 6 minuti, Sinner riparte alla battuta nel terzo set. Solido game, un doppio fallo ma anche un Ace e pochissima fatica, 1-0, può fare corsa di testa. Si getta acqua fredda in faccia Draper, come per scuotersi. Si affida a diritti a tutta, o tagli, come se non volesse assolutamente entrare nello scambio. Si ritrova sotto 15-30, regala la risposta Sinner (si poteva far meglio su questa seconda palla). Si prende la chance di break l’azzurro con un diritto fulminante, nemmeno ci prova Jack. Non la sfrutta Jannik, arriva bene sulla palla corta ma non copre bene sulla rete, in allungo il tocco non c’è. Jack è una smorfia continua, sembra sull’orlo del ko ma regge grazie al servizio, 1 pari. Sinner continua a spingere, Draper quasi solo servizio e volée, a scappare dal ritmo e pressione del rivale. Trova qualche colpo top, forte di un servizio che lo sostiene, ma appena si scambia ha perso efficacia. Fila via liscio l’italiano al servizio (3-2). Nel terzo turno del set, Jack scivola sotto 15-30 (anche grazie alla prima palla corte di Jannik). Con una spallata vince un bel punto il britannico, ma sul 30 pari gioca una seconda palla lenta che segue a rete con poca lucidità, e la risposta di Sinner è precisa. 30-40, palla break. E stavolta non entra la prima di servizio… Draper si butta ancora avanti, ma non chiude la volée di diritto, Jannik si avventa e trova un comodo passante di rovescio in allungo. BREAK, finalmente, mancava dal primo set. 4-2 e servizio Sinner, a due game dalla finale. Comodo il turno di battuta, 5-2 (parziale di 12 punti a 2). Un passo, solo un passo, per andare a giocarsi la coppa. Ormai Draper sta in campo per onor di firma, cede il secondo turno di battuta del set, chiude con un rovescio vincente da campione per 6-2. Che lotta… non bellissimo il gioco, ma vincere sporco è una qualità dei grandi. E Jannik è ormai un Grandissimo.

    J. Sinner vs J. Draper Slam Us Open J. Sinner [1]776 J. Draper [25]562 Vincitore: J. Sinner ServizioSvolgimentoSet 3J. Draper 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A5-2 → 6-2J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace ace4-2 → 5-2J. Draper 15-0 15-15 15-30 df 30-30 30-403-2 → 4-2J. Sinner 15-0 30-0 40-02-2 → 3-2J. Draper 0-15 15-15 30-15 40-15 40-302-1 → 2-2J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1J. Draper 15-0 ace 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 ace1-0 → 1-1J. Sinner 15-0 30-0 30-15 df 40-15 ace0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak*- 1*-0 2*-0 3-0* 4-0* 4*-1 5*-1 6-1* 6-2* 6*-36-6 → 7-6J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-155-6 → 6-6J. Draper 15-0 30-0 ace 40-0 40-15 40-305-5 → 5-6J. Sinner 15-0 30-0 ace 30-15 40-154-5 → 5-5J. Draper 15-0 15-15 30-15 40-15 40-304-4 → 4-5J. Sinner 0-15 15-15 ace 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-403-4 → 4-4J. Draper 0-15 15-15 30-15 30-30 40-303-3 → 3-4J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace2-3 → 3-3J. Draper 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 df 40-A df 40-40 df A-402-2 → 2-3J. Sinner 15-0 30-0 40-0 ace1-2 → 2-2J. Draper 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-401-1 → 1-2J. Sinner 0-15 0-30 15-30 30-30 ace 40-30 ace 40-40 40-A df 40-40 A-400-1 → 1-1J. Draper 15-0 15-15 15-30 df 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-06-5 → 7-5J. Draper 15-0 30-0 30-15 30-30 df 40-30 ace 40-40 40-A 40-40 ace A-40 ace 40-40 ace df 40-A 40-40 ace df 40-A df5-5 → 6-5J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 ace4-5 → 5-5J. Draper 15-0 15-15 df 15-30 30-30 40-304-4 → 4-5J. Sinner 0-15 0-30 0-40 15-40 30-404-3 → 4-4J. Draper 0-15 15-15 15-30 30-30 30-403-3 → 4-3J. Sinner 15-0 30-0 40-02-3 → 3-3J. Draper 15-0 30-0 40-02-2 → 2-3J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-151-2 → 2-2J. Draper 0-15 df 15-15 30-15 40-15 ace 40-301-1 → 1-2J. Sinner 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 ace0-1 → 1-1J. Draper 0-15 0-30 df 15-30 30-30 40-30 ace0-0 → 0-1

    Statistiche
    🇮🇹 J. Sinner
    🇬🇧 J. Draper

    Ace
    11
    8

    Doppi falli
    2
    10

    Percentuale prime di servizio
    65% (62/96)
    49% (64/131)

    Punti vinti con la prima
    77% (48/62)
    67% (43/64)

    Punti vinti con la seconda
    74% (25/34)
    48% (32/67)

    Punti vinti a rete
    68% (17/25)
    65% (22/34)

    Palle break convertite
    36% (4/11)
    25% (1/4)

    Punti vinti in risposta
    43% (56/131)
    24% (23/96)

    Vincenti
    43
    29

    Errori non forzati
    34
    43

    Punti totali vinti
    129
    98

    Distanza coperta
    12910.7 ft
    13331.1 ft

    Distanza coperta per punto
    56.9 ft
    58.7 ft LEGGI TUTTO

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    Le venticinque semifinali Slam per il tennis azzurro al maschile, da De Morpurgo a Sinner

    Jannik Sinner, prima semifinale a US Open

    Da Wimbledon 2023 a US Open 2024 corrono circa 14 mesi. In quest’arco di tempo davvero ristretto Jannik Sinner ha completato un personale e prestigiosissimo en plein di semifinali nei tornei dello Slam. La sua quarta “semi” è in programma oggi a New York (ore 21) contro Jack Draper, in palio la finale nel quarto major in stagione. In caso di vittoria, per il pusterese sarebbe la seconda finale Slam in carriera e nell’anno, dopo quella vinta a Melbourne lo scorso gennaio. La semifinale raggiunta dal nostro n.1 è la terza a US Open per un tennista italiano e 25esima in assoluto al maschile per i nostri colori nei quattro tornei più importanti dell’annata tennistica. Il 2024 resterà negli annali come stagione migliore di sempre per i nostri tennisti: infatti Sinner ha giocato le semifinali in Australia, Roland Garros e US Open, e Musetti a Wimbledon più quella Olimpica, quindi di fatto una sorta di “Golden Slam” di semifinalisti.
    Nicola Pietrangeli detiene il record per il tennis italiano di semifinali Slam giocate: 5. Tutto lascia pensare che Jannik, arrivato a quota 4 a US Open 2024, spazzerà via anche questo primato del leggendario tennista romano, ma intanto ripercorriamo le 25 presenze di nostri giocatori tra i migliori quattro dei major. Si parte da molto lontano, i ruggenti anni ’30 sul rosso parigino.
    Il primissimo tennista azzurro a giocare una semifinale Slam è stato Uberto De Morpurgo a Parigi nel 1930: non ebbe fortuna, non riuscendo ad issarsi al match per il titolo, stoppato da uno dei leggendari “moschettieri” Henri Cochet (7-5 6-1 6-2 il punteggio della partita). Dopo solo due anni l’Italia torna protagonista a Roland Garros, con Giorgio de Stefani che si qualifica per la semifinale e la vince, regolando il ceco Roderich Menzel in quattro set (6-3 2-6 7-5 6-4 lo score). Purtroppo non riuscì a vincere la finale, stoppato da Cochet in quattro set (6-0 6-4 4-6 6-3). De Stefani ci riprova nel ’34, sua seconda semifinale a Roland Garros, ma stavolta è battuto da Gottfried Von Cramm al termine di una battaglia di cinque set (3-6 6-4 6-1 3-6 6-2).
    Arriva la seconda guerra mondiale, e dobbiamo aspettare gli anni ’50 per rivedere un tennista italiano tra i migliori quattro di uno Slam. Sarà ancora a Parigi, sulla nostra “amata” terra battuta, grazie alle imprese di Beppe Merlo prima e di Nicola Pietrangeli dopo. Merlo nel 1955 e 1956 gioca e perde per due anni di fila la semifinale a Bois de Boulogne: la prima contro Sven Davidson, sconfitta piuttosto netta in tre set (6-3 6-3 6-2), e la seconda contro uno dei più forti di sempre, l’australiano Lewis Hoad con il suo polso d’acciaio e forse il tennis più completo di sempre (6-4 7-5 6-4 lo score per il “canguro”).
    Passano tre anni e sale in cattedra il talento e tocco di palla fantastico di Nicola Pietrangeli, che finalmente porta un tennista italiano sul trono di un torneo dello Slam. “Nick” nell’arco di sei anni gioca le sue 5 semifinali Slam tra Parigi e Wimbledon. Con il suo tennis completo e ricco di variazioni, Pietrangeli nel 1959 raggiunge la prima “semi” a Parigi dove batte Neale Fraser, completando il suo torneo da sogno con la vittoria in finale contro il sudafricano Ian Vermaak (3-6 6-3 6-4 6-1 lo score). Nel 1960 arriva un anno d’oro per le racchette azzurre. Infatti a Roland Garros i semifinalisti italiani sono due, Pietrangeli e Orlando Sirola. Nicola batte Robert Haillet in semifinale e alza il suo secondo (e ultimo) trofeo Slam in carriera regolando in finale il cileno Luis Ayala in cinque set (3-6 6-3 6-4 4-6 6-3); proprio Ayala sconfisse Sirola in semifinale.
    Forse del suo miglior momento in carriera, Pietrangeli gioca un tennis fantastico anche sui prati di Wimbledon, dove sbarca tra i migliori quattro del torneo e costringe il più forti di tutti, Rod Laver, a dare il 101% per batterlo. Il mancino australiano si impone al termine di una battaglia epica, rimontando uno svantaggio di due set a uno all’italiano, per 4-6 6-3 8-10 6-2 6-4. Pietrangeli non riuscirà a tornare in semifinale ai Championships londinesi, ma sbarca per altre due volte in semifinale a Parigi. Nel 1961 batte lo svedese Jan Erik Lundquist in tre set, 6-4 6-4 6-4 il punteggio, ma non riesce a completare un tris di vittorie consecutive, stoppato in finale da Manuel “Manolo” Santana. Nicola tornerà in semifinale anche nel 1964, battendo di nuovo Lundquist (4-6 6-4 6-3 6-3), e sconfitto poi in finale di nuovo da Santana, 6-3 6-1 4-6 7-5 lo score, con l’amarezza per non aver sfruttato sei set point nel quarto set.
    Dopo l’era Pietrangeli, si passa all’era Open e alle imprese dei nuovi campioni azzurri: Adriano Panatta e Corrado Barazzutti, che negli anni ’70 portano la prima storica Coppa Davis in Italia (1976) e riportano per cinque volte il tricolore in semifinale negli Slam. Panatta sbarca per la prima volta in carriera tra i migliori 4 di un Major a Roland Garros 1973, dove è fermato in tre set (6-4 6-3 6-2) dallo jugoslavo Niki Pilic. Passano due anni e Adriano ci riprova, sempre a Parigi, e stavolta cede alla ragnatela di Bjorn Borg in quattro set (6-4 1-6 7-5 6-4). Panatta nel 1976 vive il suo anno d’oro: stavolta a Parigi nessuno riesce a fermarlo. Nei quarti si prende la rivincita su di un fortissimo Borg (6-3 6-3 2-6 7-6), in semifinale supera Eddie Dibbs (6-3 6-1 7-5) e vince la finale, suo unico alloro Slam, contro Harold Solomon (6-1 6-4 4-6 7-6).
    Subito dopo Panatta, tocca a Corrado Barazzutti portare l’Italia per due volte in semifinale Slam. Nel 1977 è battuto da Jimmy Connors a Forest Hills sulla terra verde americana (7-5 6-3 7-5). Fu il primo italiano tra i migliori 4 nello Slam americano, e quel match è passato alla storia per l’incredibile scorrettezza subita dal friulano per colpa dell’allora n.1 Connors. Durante il settimo game del primo set, su una palla break a favore di Barazzutti, Connors giocò un rovescio incrociato con la palla chiamata in gioco dal giudice di linea. Barazzutti contestò la chiamata, indicando chiaramente il segno “out” della palla, ma Jimbo accorse nel punto incriminato e incredibilmente cancello col piede il segno, rendendo impossibile la verifica del giudice di sedia, Quest’episodio davvero grave risultò decisivo nell’innervosire l’azzurro, facendo girare l’incontro a favore di Connors. Nel 1978 Barazzutti arrivò in semifinale a Roland Garros, ma fa demolito dalla regolarità di Bjorn Borg (6-0 6-1 6-0 lo score).
    Terminata l’epopea dei campioni degli anni ’70, il tennis italiano vive annate grigie, pochissime soddisfazioni e le semifinali Slam restano un sogno proibito. È necessario attendere ben 40 anni, il 2018, per ritrovare un azzurro in semifinale a Parigi. L’impresa, davvero sorprendente, è di Marco Cecchinato che gioca il miglior torneo della vita, sbattendo fuori pure Novak Djokovic nel torneo e issandosi in “semi”, dove si arrende al gioco potente di Dominic Thiem, 7-5 7-6 6-1 il punteggio. È la prima fiammata del Rinascimento del tennis italiano. L’anno seguente (2019) esplode a New York Matteo Berrettini, che inizia sul cemento nord americano la sua straordinaria carriera di vertice che lo porta tra i top10, tre volte in semifinale in tre diversi Slam e addirittura in finale ai Championships, primo e unico italiano a riuscirci. A US Open 2019 è stoppato in “semi” dalla potenza e diritto mancino di Rafael Nadal (7-6 6-4 6-1). Nel 2021 il romano vola sui prati di Wimbledon, è quasi ingiocabile al servizio e in semifinale sconfigge Hubert Hurkacz (6-3 6-0 6-7 6-4), guadagnandosi la chance di vincere i Championship. In finale vince il primo set contro Djokovic, poi subisce la rimonta del campione serbo. Berrettini segna un’altra pagina storica per il tennis azzurro approdando per la prima volta nel  2022 in semifinale agli Australian Open, di nuovo stoppato da Nadal (6-3 6-2 3-6 6-3). È la terza e per ora ultima semifinale Slam del romano.
    Siamo arrivati all’attualità, a Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. Sinner cresce, migliora il suo gioco con un servizio più efficace e un diritto pesantissimo. Rimette a posto il fisico e inizia a volare sul tennis mondiale. A Wimbledon 2023 sbarca per la prima volta in semifinale in uno Slam. Perde da Djokovic in tre set (6-3 6-4 7-6) ma impara moltissimo. Lavora ancor più duramente in estate e autunno, e dall’ottobre 2023 si prende tutto, diventando quasi imbattibile sul cemento e fortissimo in ogni contesto. Vince l’Australian Open 2024, battendo Djokovic in semifinale (6-1 6-2 6-7 6-3) e quindi Daniil Medvedev in finale, rimontando due set al russo; a Roland Garros arriva con discreti problemi all’anca ma riesce comunque ad issarsi in semifinale, dove Carlos Alcaraz rimonta uno svantaggio di due set e a uno (2-6 6-3 3-6 6-4 6-3). A Wimbledon 2024 è Lorenzo Musetti a far sognare l’Italia, con una fantastica cavalcata che lo porta in semifinale, dove è battuto da Djokovic in (6-4 7-6 6-4), sua prima semifinale in un Major. Jannik invece nel torneo è stoppato nei quarti da Medvedev, ma si prende una sonora rivincita a US Open, ancora nei quarti. Un successo che gli apre le porte alla sua prima semifinale, quella di stasera contro Jack Draper. In questi anni d’oro, sognare le vittorie Slam non è più peccato.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    US Open 2024: Sinner arrembate, domina O’Connell e vola agli ottavi

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Arrembante. Non c’è parola migliore per descrivere la prestazione davvero convincente (e vincente) di Jannik Sinner nel terzo turno di US Open 2024. Il campione degli AO24 e n.1 del mondo ha sconfitto Christopher O’Connell con un eloquente 6-1 6-4 6-2 in meno di due ore di gioco totalmente dominate dall’azzurro, che rispetto ai suoi primi due match nel torneo è partito fortissimo e ha servito davvero bene, come dimostrano i 15 Ace e l’82% di punti vinti con la prima palla in campo. Ma non è stato solo servizio: Jannik ha dominato ogni fase di gioco, imponendo una velocità e anticipo tale da sbaragliare totalmente le velleità di un avversario incapace di trovare la chiave per restare aggrappato al nostro campione. Risposta poderosa, a mettere enorme pressione all’australiano; diritto a tratti fulminante, con pallate dal centro imprendibili e pochi errori rispetto alle prime due partite del torneo; dominante, anzi straripante sulla diagonale di rovescio, dove il “povero” Chris è stato soverchiato a tratti in modo brutale. Ritmo, qualità, intensità, pochi errori e scelte tattiche quasi sempre ottimali, una macchina perfetta di tennis, infernale, troppo per la resistenza di un O’Connell che ben presto ha capito che non era giornata e solo da metà secondo set è riuscito ad entrare in partita. Ma l’aspetto più intrigante della vittoria odierna di Sinner è stata un’attitudine offensiva inconsueta che l’ha portato a scegliere con continuità la via della rete, con risultati più che discreti.
    Chris non è esattamente il miglior passante del tour, ma la costruzione dell’attacco, abbinato ai tempi della discesa a rete assai corretti, hanno portato Jannik a vincere 18 punti a rete su 25 discese complessive. Non ha scelto la via del net solo su “comodi” 40-0, c’ha provato in più frangenti e i risultati sono stati incoraggianti. Buonissimi i tempi dell’attacco e varie le soluzioni provate, sia di tocco accarezzando la palla, che con tagli decisi a chiudere. È una nuova dimensione che può essere importantissima nell’evoluzione continua del tennis del nostro. Sinner sarà sempre un “martello” da fondo, capace di imporre un pressing micidiale con una velocità, potenza e anticipo senza pari, ma poter anche correre a rete a prendersi il punto può diventare scelta tattica importante per variare, per sorprendere l’avversario, e quando nel forcing commette troppi errori magari perché non sente la palla al meglio. Oggi la palla di O’Connell non gli ha mai dato fastidio, quindi era relativamente comodo attaccare la rete; ma ha convinto la continuità della scelta e la riuscita complessiva. Era la partita giusta per spingere su questi temi, tutto è andato per il meglio.
    O’Connell, sconsolato, ha più volte detto al suo angolo “non ho il tempo per far niente”, è così in effetti è stato. Nessuna palla break concessa da Jannik, davvero dominante nei suoi game. Il “canguro” è riuscito a fare un minimo di partita solo da metà secondo set, quando Jannik – forte di un vantaggio nettissimo – ha un minimo tirato il fiato, rispondendo con meno potenza e concedendo un minimo di tempo all’avversario. Lì è stato bravo a cambiare O’Connell: visto che non poteva fare assolutamente gara con il nostro per pressing e potenza, ha scelto di aprire l’angolo il prima possibile, per poi venire avanti o colpire un diritto in anticipo vincente. Massimo rischio, ma del resto… cos’altro fare con l’avversario più forte in tutto? È entrato in partita Chris, ma purtroppo per lui all’avvio del terzo set ha concesso un paio di errori banali. Mai farlo all’avvio di un set, e ancor più contro uno che risponde così bene come Jannik. Infatti l’azzurro ha trovato un paio di impatti in risposta imperiali, si è preso un altro break e addio. Le olive nel Martini, Game Over.
    Alla fine una partita condotta in modo totale, con ogni fase gioco che ha funzionato bene, nessun intoppo e pure un dispendio energetico relativamente basso, visti tanti punti diretti col servizio e pochi gli scambi mortali per durezza. O faceva presto il punto Jannik, o sbagliava Chris. In estrema sintesi, come dicono a NYC, “No Match”. Bene così. Agli ottavi Paul o Diallo.
    “Il servizio ha funzionato molto bene oggi, sapevo che dovevo giocare aggressivo e ci sono riuscito. Tabellone aperto? Cerco di pensare alla mia parte della rete, questo sport può essere imprevedibile. Ci sono state due grandi sorprese, vediamo cosa accadrà, sono felice di esser ancora qua in gioco e cercherà di dare il mio meglio match dopo match”, queste le parole a caldo dell’azzurro.
    Con un Sinner che pare così rapido negli spostamenti e oggi partito a razzo, con un servizio tanto performante, è davvero un bell’andare. Non traggano in inganno le premature sconfitte dei due grandi rivali, Carlos e Novak. Questo è ancora un torneo molto duro, già dal prossimo match di ottavi che molto probabilmente vedrà come avversario Tommy Paul, non un cliente comodo in casa, probabilmente nel pandemonio serale di un Ashe stracolmo. Servirà un Sinner così centrato e “cattivo”. Visto il cattivo gusto di una foto dello statunitense pochi giorni fa, ovviamente indirizzata a Jannik, potrebbe esserci anche il giusto pepe… Ma Jannik lo conosciamo, di solito lascia parlare la sua racchetta. E molto spesso, è rock ‘n’ roll… Anzi, Heavy Metal…!
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Sinner inizia al servizio, super aggressivo. Due volte a rete, un errore e una chiusura di qualità. Vince a 15 il gel e poi in risposta mette enorme pressione ad O’Connell, che non serve bene (un doppio fallo) e crolla sotto 0-40 con un’altra aggressione a rete perfetta del n.1. Una leggerezza di Jannik, poi Christopher attacca con coraggio, scrollandosi di dosso la tensione dell’avvio. Si salva l’aussie, ma ne concede una quarta di chance con una smorzata che non passa. È quella buona: l’azzurro costruisce la sua pressione col diritto, comanda e avanza, chiudendo in sicurezza di volo. Molto offensivo questo Sinner, che trova il BREAK e scappa avanti 3-0 con un buon turno di battuta, ancora venendo a rete appena possibile. Se nei primi due match Jannik era poco centrato e incerto all’avvio, beh, questo Sinner oggi SPACCA la palla. Tira forte, si difende benissimo anche contro le migliori accelerazioni di O’Connell, che apre il campo, tira a tutta e attacca la rete, ma viene passato inesorabilmente dal passante di rovescio dell’azzurro, oppure viene ricacciato indietro e alla fine sbaglia o apre il campo all’affondo del nostro. Sul 30 pari O’Connell cerca una difficilissima palla corta a metà campo, ma il tocco è troppo corto. 30-40, chance del doppio allungo. Commette un brutto doppio fallo in rete, sotto la pressione della risposta potente di Jannik. 4-0 col Doppio Break. Sconsolato l’australiano va a prendere l’asciugamano sotto il suo angolo e dice al suo coach “Non trovo un aggiustamento, non so cosa fare”. In effetti, Chris non sta giocando nemmeno male, spinge e attacca, ma ha cambio di ritmo e nemmeno un colpo terribilmente potente, così che il muro di Sinner per lui è come la Grande Muraglia. Invalicabile. In 21 minuti minuti lo score segna 5-0 Sinner. L’azzurro non concede la minima pausa, anche nel sesto game in risposta si difende con energia provando a chiuderla qua. O’Connell sul 30 pari trova un’accelerazione a tutto braccio che muore nell’angolino, e quasi Sinner la rimette, non ci riesce per poco. Per la prima volta Chris ha una palla per vincere un game. Eccolo, stavolta il back di diritto di Jannik non è preciso. Vince un game O’Connell, sorride amaro.. 5-1. Serve bene l’azzurro, quasi sempre sul rovescio di O’Connell, il lato dove risponde con meno precisione. 30-0. Cerca addirittura un S&V sulla seconda palla Jan, qua esagera e viene punito dal passante. Esperimenti, visto lo score largamente in sicurezza. Con un bella prima potente, 40-15 e due set point. Altra prima palla. 6-1. Dominio quasi imbarazzante. Pure l’80% di prime in campo per il n.1. Siamo al limite della perfezione, ma il tennis di Christopher è quasi ideale ad esaltare quello del nostro.
    Secondo set. O’Connell to serve. Purtroppo per lui non serve nemmeno bene, non riesce a fare punti diretti e la risposta di Jannik lo soverchia, troppo profonda e pesante. Sul 30 pari si affida per la prima volta allo slice, lento ma angolassimo, e trova un errore in risposta di Sinner. Se invece Jan risponde profondo e centrale, O’Connell non è abbastanza rapido nel girarsi e spingere, e va in crisi totale. Clamorosa la profondità della risposta ai vantaggi, Chris non ha il tempo di aprire, e stecca. Palla break Sinner. Si salva con un diritto finalmente efficace da tre quarti campo, una rarità. A fatica, vince il game, 1-0. Clamoroso lo scambio a metà del secondo game, una difesa estrema dell’azzurro che rimette tre smash (!) ma poi sbaglia l’accelerazione vincente, sfiatato. Vince ugualmente il game (1 pari) e riprende a pressare in risposta. O’Connell prova ad aprire al massimo l’angolo, per allargare il campo, ma esagera sul 15-30 pari e arrivano altre due palle break. Si butta a rete con coraggio, l’attacco in contro tempo di rovescio non è male, ma il passante di diritto in corsa di Sinner è una sentenza. BREAK Sinner, 2-1 avanti. Spara due Ace, uno potente, l’altro preciso, davvero in ritmo la battuta del n.1 stasera. Si concede tante discese a rete, alcune un po’ spericolate, ma col terzo Ace del game (nono totale) vola 3-1. Pur sotto nello score, è salito il livello di O’Connell: serve meglio e quindi la risposta di Sinner è meno devastante, e con il diritto riesce a far correre di più l’italiano. In risposta però l’australiano non è efficace, sulla prima palla ha perso finora solo tre punti e in generale comanda sempre, Chris può solo rincorrere. Già 11 Ace per Jannik, per 4-2. In questa fase c’è partita, l’australiano nei suoi game di servizio è più sicuro, aggredisce bene la risposta di Sinner e trova buoni tempi di gioco. Sinner di par suo sembra aver calato un filo l’intensità della spinta, probabilmente è entrato in modalità “gestione”, forte del break e del set vinto. Sul 4-3, Sinner commette due errori di diritto e si ritrova per la prima volta sotto in un suo game, 15-30. Jannik costruisce con estrema attenzione lo scambio successivo, guadagna campo colpo dopo colpo e forza l’errore del rivale. Poche prime nel game per l’azzurro, ma trova una palla corta ottima col diritto, troppo lontano O’Connell in difesa. Il game va ai vantaggi, ottimo il lob di Chris, miglior colpo del suo match finora. Chiude con un Ace il turno di battuta più complicato del match, 5-3. Sinner chiude per 6-4 il secondo parziale con un altro turno di battuta ottimo, irresistibile col diritto (favolosa l’accelerazione cross dal centro sul set point). Leggero calo nell’intensità e in risposta una volta avanti, ma in totale controllo e zero rischi.
    O’Connell inizia alla battuta nel terzo set. Commette un paio di errori gravi, mettendosi di fatto pressione da solo. Sul 15-30 si butta avanti con poco e il passante solido di Jannik è efficace, la volée vola via. 15-40, due immediate chance per scappare via per l’italiano. Ottimo il diritto di Chris sulla prima, da sinistra sbracciata perfetta; uff, fortunato Sinner sulla seconda chance… attacca l’azzurro ma la sua palla, deviata dal nastro, ha un rimbalzo un po’ fasullo e O’Connell manca la palla! BREAK Sinner, 1-0 e servizio, prontissimo a cogliere l’occasione con la scelta giusta. Continua a scendere tanto a rete Jannik, seguendo la sua spinta e forte di un servizio davvero performante. Trova l’Ace n.14 della partita (col  70% di prime “in”) e quindi sulla palla game cambia ritmo col diritto e ancora sul net, con un tocco corto perfetto, fintando anche la direzione. Segno questo di gran controllo del corpo e del tempo d’impatto. Tutto bello, 2-0 Sinner. Serve troppo bene l’italiano, non lascia il minimo pertugio al tentativo di O’Connell di riaprire il set e l’incontro. E molto interessante questa tattica arrembante, con moltissime discese a rete del nostro, chiuse quasi tutte con ottima mano e scelte di gioco corrette. 22 discese a rete e 16 punti, per il 3-1 Jannik. Come nel secondo set, una volta in vantaggio Sinner controlla, fa tutto bene senza esagerare, regalando al pubblico qualche perla come il rovescio lungo linea in allungo eccezionale nel sesto game, che provoca anche l’applauso dell’aussie, traiettoria da Playstation. In risposta sul 4-2, Jannik si porta avanti 0-3o con un buon attacco e chiusura di polso sotto rete. Con una risposta di rovescio bassa, precisa e veloce, Sinner punisce il S&V del rivale, 15-40 e due palle che sono quasi match point. Beh, LA RISPOSTA di diritto in tuffo, cross, di polso, mortale. Chris non ci prova nemmeno, va a sedersi a testa basta sotto 5-2. Chiude l’incontro con un altro game eccellente, dirompente. Davvero una chiusura di classe per una partita perfetta. Avanti tutta.

    J. Sinner vs C. O’Connell Slam Us Open J. Sinner [1]666 C. O’Connell142 Vincitore: J. Sinner ServizioSvolgimentoSet 3J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-155-2 → 6-2C. O’Connell 0-15 0-30 15-30 15-404-2 → 5-2J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 40-303-2 → 4-2C. O’Connell 15-0 30-0 ace 30-15 30-30 40-303-1 → 3-2J. Sinner 15-0 30-0 ace 40-02-1 → 3-1C. O’Connell 15-0 15-15 30-15 30-30 40-302-0 → 2-1J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 ace1-0 → 2-0C. O’Connell 0-15 15-15 15-30 15-40 30-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 ace5-4 → 6-4C. O’Connell 15-0 30-0 30-15 df 40-15 40-305-3 → 5-4J. Sinner 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 ace4-3 → 5-3C. O’Connell 0-15 df 15-15 15-30 30-30 40-304-2 → 4-3J. Sinner 15-0 30-0 ace 40-0 40-15 df ace3-2 → 4-2C. O’Connell 15-0 ace 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-40 ace3-1 → 3-2J. Sinner 15-0 ace 30-0 ace 40-0 40-15 ace2-1 → 3-1C. O’Connell 0-15 0-30 15-30 15-401-1 → 2-1J. Sinner 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 40-300-1 → 1-1C. O’Connell 15-0 ace 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-155-1 → 6-1C. O’Connell 15-0 15-15 30-15 30-30 40-305-0 → 5-1J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-0 ace 40-15 df4-0 → 5-0C. O’Connell 15-0 ace 15-15 30-15 30-30 30-40 df3-0 → 4-0J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-0 40-152-0 → 3-0C. O’Connell 0-15 df 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 40-A1-0 → 2-0J. Sinner 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 ace0-0 → 1-0

    Statistiche
    🇮🇹 J. Sinner
    🇦🇺 C. O’Connell

    Ace
    15
    5

    Doppi falli
    2
    4

    Percentuale prime di servizio
    65% (45/69)
    56% (45/80)

    Punti vinti con la prima
    82% (37/45)
    58% (26/45)

    Punti vinti con la seconda
    67% (16/24)
    43% (15/35)

    Punti vinti a rete
    72% (18/25)
    61% (14/23)

    Palle break convertite
    50% (5/10)
    0% (0/0)

    Punti vinti in risposta
    49% (39/80)
    23% (16/69)

    Vincenti
    46
    18

    Errori non forzati
    22
    24

    Punti totali vinti
    92
    57

    Distanza coperta
    8505.9 ft
    7816.8 ft

    Distanza coperta per punto
    57.1 ft
    52.5 ft LEGGI TUTTO

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    Hewitt: “Il tennis maschile australiano è in crescita, e abbiamo ancora margine per migliorare”

    Lleyton Hewitt

    10 australiani nella top100 ATP, non accadeva dal 1982. Ha di che essere soddisfatto il capitano di Davis dei “canguri”, Lleyton Hewitt, analizzando il buon momento complessivo del tennis nazionale. Oltre a Alex De Minuar, n.10 al mondo questa settimana e protagonista del miglior momento in carriera, il tennis down under può contare anche sul nuovo campione Masters 1000 Popyrin, finalmente esploso per il potenziale al quale era atteso in patria da tempo, ma anche la solidità di Jordan Thompson, e altri 7 tennisti piazzati dal n.65 al mondo di Hijikata al n.96 di Adam Walton. La qualità media degli australiani è confermata anche dal tabellone di US Open, dove sono ben 12 nel main draw, con il derby tra Purcell e Vekic. De Minaur purtroppo non arriva a Flushing Meadows nella miglior forma, ma “Demon” ha cuore e gambe per sorprendere sempre.
    “So che De Minuar sta lavorando molto bene per esser pronto per US Open, non sarà al 100% ma credo che possa essere competitivo” dichiara Hewitt da New York al media australiano 9 sport. “Ha disperatamente rincorso le Olimpiadi in singolare, ma non ce l’ha fatta. C’è stata sicuramente frustrazione nelle ultime quattro o cinque settimane. È un ragazzo che ha fretta, ha un’urgenza di fare bene visto il suo buonissimo anno, vuole che tutto accada ora. Penso che il suo stile di gioco si adatti davvero agli US Open. Incrociamo le dita affinché arrivi in buona forma. Se riuscirà a superare i suoi primi due turni sarà sicuramente pericoloso.”
    La novità dell’estate è certamente Popyrin, autore di una splendida corsa vincente a Montreal (dove ha sconfitto tre top10). Così Hewitt: “Era un po’ a corto di fiducia prima delle Olimpiadi. Abbiamo modificato un paio di cose nel suo gioco… e ha funzionato. Abbiamo visto davvero il suo miglior tennis da molto tempo a questa parte. Penso che la convinzione di poter competere testa a testa con alcuni dei migliori giocatori al Roland Garros per le Olimpiadi, giocando per il suo paese, gli abbia dato quella convinzione interiore che forse gli era sempre mancata”.
    “Il tennis maschile australiano è salute. Negli ultimi tre o quattro anni, abbiamo cercato di mettere in campo i ragazzi giusti nelle squadre di Coppa Davis che sono scese in campo e hanno dato il buon esempio, e questa è stata una delle ragioni principali della buona situazione attuale”, continua Hewitt. “Noi australiani siamo abituati a viaggiare molti mesi lontani da casa, ed è normale che quando siamo in trasferta facciamo gruppo tra di noi. Questo funziona, si sono tutti spinti a vicenda sul tour e molti stanno ottenendo i migliori piazzamenti in carriera, il che è fantastico, dato che ora abbiamo un top10 come Alex de Minaur. Abbiamo dei ragazzi da ammirare, hanno totale disciplina in allenamento, e vedendo i risultati di uno, gli altri traggono forza. Se lo stanno facendo loro, perché non posso andare là fuori e ottenere anche io questi risultati? Questo da grande spinta, e i risultati si vedono”.
    “Il tennis è uno sport individuale, ma in Australia abbiamo una cultura profonda nel gioco, e lo si vede in Coppa Davis, per noi è molto importante. C’è squadra, c’è amicizia, ci si allena insieme e ci si sostiene. Sono sicuro che molti di loro abbiano ancora tanto spazio per migliorare, il treno è appena partito, sono molto fiducioso” conclude Hewitt.
    Effettivamente era tempo che gli australiani non avevano un gruppo così numeroso e di buona qualità, ricordando sempre pure l’assenza di Kyrgios, il tennista oggettivamente più talentoso come tennis puro dell’ultima generazione, bloccato dagli infortuni dopo l’estate 2022, la miglior in carriera con la finale di Wimbledon e altri ottimi risultati. Non sappiamo se Nick ritornerà sul tour con continuità e ritroverà risultati, ma certamente a livello medio l’Australia ha ritrovato un team di alto livello.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La scomparsa di Peter Lundgren

    Peter Lundgren con Federer a Wimbledon 2003

    Arriva una brutta notizia dalla Svezia: è mancato a soli 59 anni Peter Lundgren, ex pro svedese noto soprattutto per aver guidato i primi anni di Roger Federer, portandolo a vincere il suo primo Slam a Wimbledon 2003. Lundgren era malato da tempo, soffriva di una seria forma di diabete che lo scorso anno l’aveva portato all’amputazione di un piede per complicazioni successive ad una frattura della caviglia e conseguente infezione.
    L’annuncio è arrivato via social, sulla pagina del padre, scritto dal figlio Lukas. “Riposa in pace Papà. Purtroppo ci hai lasciati troppo presto. Un allenatore, un giocatore, un amico e un padre. Un’ispirazione e aiuto per molti, sia dentro che fuori dal campo. L’impronta che hai dato e i ricordi resteranno sempre vivi”.
    Prima dell’incidente aveva provato a rientrare sul tour all’inizio del 2023, seguendo il giovane svizzero Dominic Stricker, altro cavallo di razza per qualità tecniche, entrato nella sua scuderia di qualità che vanta oltre a Federer anche grandi talenti come Wawrinka, Safin, Dimitrov e Baghdatis. A chi gli chiedeva come mai avesse scelto sempre cavalli di razza ma con un carattere un po’ particolare, rispondeva che “proprio in quello sta il divertimento…”
    Ragazzo arguto e divertente, era ben voluto da tutti, sia per le sue innegabili qualità di coach e visione di gioco (era stato n.25 al mondo come giocatore, membro dell’ondata vichinga degli anni 80-90) che per la sua simpatia e leggerezza fuori dal campo. Si narra che di fronte a una birra fosse in grado di intrattenere tutta la compagna per l’intera serata, tra storie e aneddoti curiosi. Leggendarie alcune sue battute, una su tutte: quando gli chiedevano come mai il giovane Roger fosse fin troppo restio a presentarsi a rete, viste le due doti innate di attaccante, rispondeva “Rog crede che il net sia infestato dagli squali”.
    Federer decise ben presto di staccarsi dalla federazione svizzera ed affidarsi al duo Peter Carter (decisivo per la formazione tecnica di Roger) e Lundgren. Proprio lo svedese rimase al timone della barca quando lo sfortunatissimo coach sudafricano morì tragicamente in un’incidente d’auto nel suo paese a soli 37 anni, durante la sua luna di miele. Federer fu devastato da quell’evento, e il supporto paterno e bonario di Lundgren fu decisivo a superare il momento difficile.
    Molti i messaggi di cordoglio già arrivati, tra questi quello di Karol Kucera, che scrive “Sei stato una persona magnifica, grande ispirazione. È stato un privilegio conoscerti, giocare con te e imparare molto. Riposa in pace amico mio”.
    Lundgren verrà sicuramente ricordato come buon tennista (3 tornei vinti e ottavi a Wimbledon), ottimo coach e persona di grandi qualità umane.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO