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    Rune con un nuovo coach per la leg asiatica

    Holger Rune (foto Getty Images)

    Holger Rune è in Cina per la leg asiatica autunnale accompagnato da un nuovo coach: Benjamin Ebrahimzadeh. Un nome forse meno noto al grande pubblico, ma che in passato ha seguito la carriera di tennisti e tenniste di ottimo livello, come Angelique Kerber, Dominic Thiem, Stan Wawrinka e Andrea Petkovic. L’ha rivelato lo stesso Rune in un intervento riportato dal media danese Danish tv2.dk, nel quale l’ex n.4 del mondo spiega la sua posizione attuale e la scelta del nuovo coach.
    “Durante l’Hangzhou Open e i prossimi tornei in Asia, sarà con me Benjamin ‘Benny’ Ebrahimzadeh come allenatore” racconta Rune. “Dopo un periodo frenetico post Wimbledon, con delle settimane extra negli Stati Uniti oltre a quanto originariamente pianificato, Kenneth Carlsen è in Danimarca e si sta prendendo una pausa. Se vuoi rimanere in forma e fresco anche come allenatore, è necessario anche prendersi una pausa.”
    Rune ha spiegato di aver già effettuato varie sessioni di allenamento con Benjamin e di essersi trovato molto bene, motivo per cui ha deciso di continuare a lavorare con lui e portarselo dietro in Asia. L’obiettivo di Rune è semplice: concludere la stagione in bellezza, puntando alla presenza alle Finals di Torino.
    “Mi sono allenato con Benjamin a Monaco prima della mia sosta in Danimarca. È stato un buon allenamento, in cui abbiamo lavorato su alcune aree specifiche del mio gioco in cui ho avuto dei problemi negli ultimi mesi. Ora non vedo l’ora di scendere in campo da Hangzhou in poi e testare le cose su cui ho lavorato. Sono ottimista e credo di poter concludere bene l’anno e spero che uno sprint finale con buoni risultati sarà sufficiente per arrivare a conquistare un posto per le Finals di Torino.”
    Obiettivo ambizioso per Holger: attualmente la sua classifica langue rispetto all’anno scorso, posizionato solo 16° nella Race to Turin. Con 2.185 punti, oltre 1.000 in meno di Alex de Minaur, che questa settimana occupa l’ottavo posto con 3.305 punti, dovrà macinare molti risultati e farlo in fretta. La prima chance proprio nel ATP 250 di Hangzhou, dove è atteso al debutto (da testa di serie n.1) contro il nipponico Uchiyama. Dopo il tira e molla con Mouratoglou, vedremo se questo nuovo innesto sarà solo per tappare il “buco” creatosi dall’assenza di Carlsen in Cina, oppure se la cosa andrà avanti anche nel 2025. Forse solo con un programma di lavoro ben strutturato e di medio periodo, senza continui cambi di rotta, potrà fare quel salto di qualità necessario a sorpassare i vari giocatori che negli ultimi mesi hanno fatto meglio lui in stagione.
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    Wimbledon: il governo di Londra favorevole all’ampliamento dell’impianto

    Il progetto del “nuovo” Wimbledon

    Il discusso processo di ampliamento delle strutture e campi dell’All England Club di Wimbledon potrebbe ricevere un importare via libera venerdì 27 settembre, sbloccando una situazione di stallo che dura da molti mesi per l’opposizione dei comitati della comunità locale. Secondo quanto riporta la BBC, i funzionari della Greater London Authority (GLA) hanno raccomandato al vicesindaco di concedere un permesso di pianificazione condizionale nell’udienza pubblica prevista per venerdì prossimo. Il consiglio di Merton ha approvato il progetto presentato del club che prevede la costruzione di 39 nuovi campi da tennis e uno stadio da 8.000 posti Wimbledon Park. I campi aggiuntivi consentirebbero la disputa dei match di qualificazione in loco, in linea con gli altri tre Grandi Slam, e l’All England Club ha anche promesso di creare un nuovo parco pubblico di 23 acri rispettando il progetto originale dell’architetto paesaggista Capability Brown. La proposta è stata inoltrata alla GLA dopo che il consiglio di Wandsworth ha respinto il progetto lo scorso novembre.
    I funzionari di Londra, dopo aver esaminato le carte, affermano che la proposta è conforme alla maggior parte delle politiche di pianificazione pertinenti e che non ci sono “considerazioni sostanziali che giustifichino il rifiuto del consenso”. Nella comunicazione si sottolinea che ci sarà una perdita di spazio libero e un modesto impatto alle aree metropolitane protette, ma concludono che “il bilancio è chiaramente a favore” dell’approvazione del progetto.
    Fin dalla sua presentazione, ormai un anno e mezzo fa, forte è stata l’opposizione locale da parte di comitati come il “Save Wimbledon Park”, che teme che l’area diventi un “enorme complesso tennistico industriale”. Più incontri si sono svolti negli scorsi mesi tra questi comitati e rappresentanti del club londinese, senza ottenere passi in avanti.
    L’udienza di pianificazione si terrà al City Hall di Londra venerdì 27 settembre, la possibile decisione è attesa nella serata dello stesso giorno. A dirimere la questione e prendere una posizione sarà Jules Pipe, vicesindaco di Londra. Tuttavia la decisione del vicesindaco potrebbe non segnare la fine del processo. Angela Rayner, Segretario di Stato per l’edilizia abitativa, le comunità e il governo locale, potrebbe anche decidere di tenere una nuova udienza di pianificazione qualora ci siano ancora dubbi in merito.  Il ministro avrà sette giorni, dal momento in cui la decisione le verrà comunicata, per valutare le sue opzioni. Fleur Anderson, parlamentare di Putney, ha dichiarato di essere “estremamente delusa” dalla presa di posizione della GLA. “Questi piani non sono adatti alla nostra comunità e sono dannosi per l’ambiente, con uno sviluppo su scala industriale e la perdita permanente di accesso al nostro parco”, ha affermato in una dichiarazione cofirmata da due politici locali.
    L’All England Club invece afferma che il progetto “porterà a termine una delle più grandi trasformazioni sportive per Londra dal 2012”. “Il terreno che proponiamo di migliorare è stato utilizzato in via esclusiva come campo da golf per soci privati del club ​​da oltre 100 anni e, come parte fondamentale di questo progetto, creeremo 27 acri di splendido nuovo parco, accessibile e godibile gratuitamente dal pubblico”, conclude il presidente dell’AELTC Deborah Jevans.
    La battaglia legale tra l’All England Club e la comunità locale ha rallentato il programma del club, che sperava di poter inaugurare le nuove strutture per l’edizione 2028 dei Championships, in modo da poter svolgere gli incontri di qualificazione all’interno del torneo.
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    La madre di Tsitsipas: “Il tennis ha salvato Stefanos dai traumi del bullismo ai tempi della scuola”

    Stefanos con mamma Julia

    Tennis saved my life. Più di un tennista ha affermato che la pratica agonistica e poi professionistica del tennis in qualche modo è stata decisiva per superare problemi personali importanti. Il nostro è uno sport assai stressante, ti prende a tutto tondo e non ti lascia molto spazio per altro, quindi per assurdo può assorbire così tanta energia mentale da diventare un’àncora a cui aggrapparsi per dimenticare e cancellare altre problematiche vissute. Non tutti ci riescono, alcuni sono ancor più “affossati” dallo stress della disciplina, ma per altri invece il tennis ha rappresentato una via di fuga e quindi salvezza. Questo ha confermato anche Julia Salnikova, mamma di Stefanos Tsitsipas, in relazione ai problemi vissuti dal figlio in giovanissima età. In un’intervista rilasciata al programma tv Proino sul canale greco Ant1, Julia ha rivelato che Stefanos ai tempi della scuola era preso di mira da alcuni compagni violenti, che l’hanno sottoposto a ripetuti atti di bullismo. Proprio il tennis e il grande impegno messo in campo ha aiutato Stefanos a mettersi alle spalle quel trauma.
    “Stefanos era un ragazzino molto tranquillo e timido” rivela mamma Julia. “I suoi compagni di classe, che non posso affatto definire amici, lo trattavano molto male. Giocava a calcio, ma alla fine decise di giocare a tennis perché a causa di questo sport finiva per saltare molte lezioni. C’erano due o tre ragazzi nella sua classe che lo picchiavano spesso. Non è stato facile per lui, ma ha superato quella fase perché aveva il tennis in testa. La sua mente gli diceva che doveva superare tutto e pensare al tennis, questo lo ha aiutato molto”.
    Immancabile la domanda sul rapporto col padre, coach per moltissimi anni fino allo scorso agosto, quando Stefanos ha deciso di troncare il rapporto lavorativo con Apostolos. “È un professionista e, sebbene ami molto suo padre, capisce che ha bisogno di trovare un altro allenatore. Da quando ha perso agli US Open del 2020, Apostolos e io abbiamo parlato di Stefanos e sul tema di trovare un allenatore. Ma sono passati quattro anni e Stefanos stava ottenendo buoni risultati,’ continua la madre. “Tuttavia, penso che Stefanos e Apostolos non abbiano avuto un buon rapporto proprio da allora, avevano continui conflitti. Ed è per questo che Stefanos ha preso la decisione di cambiare allenatore. Non la vediamo come una tragedia. Siamo una famiglia molto unita. Apostolos, come allenatore, era molto coinvolto nel lavoro di Stefanos e non capiva che gli stava mettendo troppo pressione”.
    Ultima nota per il rapporto con Paula Badosa. I due, dopo una crisi di qualche mese, sono tornati assieme e mamma Julia è felice del loro rapporto: “Stefanos è felice di essere di nuovo con Paula e questa è la cosa più importante. Se lui è felice, lo sarò anch’io. C’è stato un periodo difficile quando si sono separati, ero al fianco di Paula, abbiamo parlato ed è così che sono tornati insieme” conclude la madre di Stefanos.
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    Gauff si separa da Brad Gilbert

    Coco Gauff insieme a Brad Gilbert

    Tempo di cambi di coach. Anche per la statunitense Coco Gauff, che attraverso due righe sui social ha annunciato di aver interrotto la sua collaborazione con Brad Gilbert. “Grazie Brad, abbiamo fatto una corsa incredibile insieme, ti auguro tutto il meglio per il tuo futuro” scrive la campionessa di US Open 2023, guidata al suo primo successo Slam proprio dallo storico coach di Andre Agassi (tra gli altri).

    Thank you @bgtennisnation ! We had an incredible run and I wish you all the best in the future! pic.twitter.com/5A2pzJjHUB
    — Coco Gauff (@CocoGauff) September 18, 2024

    Poco dopo è arrivata, sempre via social, la risposta di Gilbert: “Grazie a Coco e tutto il suo team per l’incredibile estate 2023 e 14 mesi di grandi lavoro. Coco, con i suoi 20 anni hai davanti un futuro incredibilmente luminoso, ti auguro tutto il successo possibile. Non vedo l’ora di affrontare una nuova avventura come coach”.

    Thanks 🙏 to @CocoGauff and the entire team for an absolutely amazing summer run in 2023 and for 14 months of incredible team effort. Coco, at just 20 years young, your future is incredibly bright, and I wish you nothing but continued success ahead. I’m excited for the next…
    — Brad Gilbert (@bgtennisnation) September 18, 2024

    I due quindi sembrano essersi lasciati in ottimi rapporti, e dalle parole di Gilbert sembra di capire che a breve annuncerà una nuova collaborazione. Tuttavia Brad è attivo con il network americano ESPN, un ruolo preminente che non intende lasciare e che potrebbe essere non così compatibile con l’allenare un big, uomo o donna.
    Vedremo quale sarà il nuovo allenatore di Gauff. Dopo l’esplosione nell’estate 2023, quando anche grazie al lavoro con Gilbert ha compiuto un salto di qualità a livello di gestione della partita, quest’anno l’americana ha avuto una stagione piuttosto buona ma un calo evidente dopo la terra battuta. A New York, dove difendeva il titolo, è stata estromessa negli ottavi da Navarro, e a Cincinnati addirittura al suo esordio da Putintseva. Anche Navarro l’aveva battuta a Wimbledon, sempre negli ottavi; meglio su terra battuta, dove ha raggiunto la semifinale a Roland Garros e Roma. La 20enne di Delrey Beach aveva iniziato la stagione molto bene, vincendo il primo torneo dell’anno a Auckland, e agli Australian Open fu stoppata in semifinale da Sabalenka. Chissà che la delusione per i risultati sul cemento in Nord America non l’abbia spinta a voltare pagina.
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    Conchita Martinez (direttrice delle finali di BJK Cup): “Stiamo andando verso un torneo combined con la Davis”

    Conchita Martinez

    Le finali di Billie Jean King Cup, la “Davis al femminile”, sono state spostate di sede da Siviglia a Malaga, dal 13 al 20 novembre, quindi con inizio appena prima della Final 8 di Davis Cup, dove l’Italia difenderà il titolo dello scorso anno, e paio di giorni di sovrapposizione, visto l’evento maschile scatterà il 19. Uno spostamento dovuto a problemi organizzativi nell’arena di Siviglia che era stata scelta per ospitare l’evento, ma che in un certo senso lancia una sempre maggior integrazione del tennis femminile con quello maschile. Ne ha parlato anche Conchita Martinez, ex campionessa di Wimbledon e poi coach di Garbine Muguruza, e oggi direttrice della fase finale di BJK Cup. Per Conchita il processo di unione dei due tour, maschile e femminile, sarà sempre più stretto e potrebbe coinvolgere anche le due manifestazioni per nazioni a squadre.
    “C’è stato un problema perché lo stadio di Siviglia (La Cartuja) non sarebbe stato disponibile come l’anno scorso e alla fine si è deciso, anche da parte del governo andaluso, di cambiare la sede a Malaga” racconta Martinez al quotidiano iberico AS. “Sono più che abituati a ospitare tornei di questo tipo lì perché hanno le finali di Coppa Davis. Quindi penso che sarà un passo positivo”.
    Conchita rivela che questa concomitanza di sede non è totalmente casuale: “Stiamo andando nella direzione di svolgere un torneo combinato con la Davis Cup. Il tennis stesso sta andando in quella direzione, sempre più tornei sono combined WTA e ATP“.
    Nell’impianto di Martín Carpena ci saranno due giornate con una sovrapposizione tra BJK Cupe e Davis Cup, il 19 e il 20 novembre. Martinez rassicura sulla logistica, non dovrebbero esserci problemi: “Per la Billie Jean King Cup non cambierà nulla rispetto allo scorso anno a Siviglia. Installeremo lo stesso campo che era a La Cartuja, che può contenere 4.000 persone e nella quale si giocherà l’intera competizione della BJKC. Ci saranno cinque campi di allenamento perché, poiché si sovrappongono a Davis, ne serviranno altri, ma la competizione stessa si giocherà interamente su quel campo con spazio per 4.000 persone”.
    Chiedono a Martinez per il 2025, quando la Davis potrebbe spostarsi altrove, si parla con insistenza della Cina. La spagnola qua resta abbottonata: “Non posso dare molte informazioni a riguardo. So che c’è la possibilità di prorogare l’accordo con Malaga per un altro anno, ma per ora non è affatto chiaro. Al momento mi concentro su quest’anno, ci godremo questo splendido evento. Avere la Billie Jean King Cup e la Coppa Davis lì a Malaga sta creando un precedente, dobbiamo approfittarne e divertirci” conclude Conchita.
    Parole di un certo interesse quelle di Conchita, poiché si parla molto in questi giorni delle possibili – quasi certe – novità della Davis Cup, ma di una possibile integrazione come combined con la Billie Jean King Cup ancora non ne sapevamo niente. È presto per dare giudizi, in attesa di notizie più certe. Aver nella stessa sede un torneo dopo l’altro potrebbe essere anche interessante a livello di risparmio di costi, di promozione e di gestione; mixare nelle stesse giornate le partite a squadre maschili e femminili sembra oggettivamente complesso, visto che già la sola gestione dei match maschili è complessa di suo. 
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    ATP 250 Hangzhou: brutta sconfitta di Nardi contro Marozsan

    Luca Nardi

    Prestazione scadente e pesante sconfitta per Luca Nardi nel primo turo dell’ATP 250 di Hangzhou. Il pesarese è battuto per 6-0 6-2 da Fabian Marozan in soli 70 minuti, totalmente dominati dal magiaro, più rapido, intenso e preciso dell’azzurro. Si può dire che non c’è stata partita. Purtroppo Luca è entrato in campo molto male, scarico di energia, lento nell’attivarsi con i piedi nella ricerca della palla, poco intenso nella spinta e ancor meno preciso. In questo quadro a tinte fosche, pure il servizio l’ha affossato con numeri davvero pessimi: 8 doppi falli e solo il 45% di punti vinti con la prima palla in campo. Dopo aver perso 8 game di fila, Nardi ha finalmente iniziato a centrarsi nei colpi ed attivarsi sul campo. Ha interrotto l’emorragia strappando un break al rivale e iniziando a tenere nello scambio, con qualche cambio di ritmo interessante. Purtroppo quando si sperava in una possibile inversione di rotta, Luca è di nuovo incappato in un turno di battuta negativo servendo sotto 3 giochi a 2, con un paio di scelte di gioco errate che hanno mandato di nuovo avanti Marozsan 4-2, chiudendo di fatto l’incontro.
    Non c’è niente da salvare per Nardi. È partito male e non è riuscito a trovare una reazione, sia tecnica che emotiva. Marozsan alla fine ha solo giocato una partita ordinata, attento a tenere la palla in gioco con buon ritmo, approfittando dei tanti errori e poca energia dell’azzurro.

    Marozsan with a plan 🗺️
    Fabian Marozsan gets past Nardi 6-0 6-2 to become the first man ever to win at the #HangzhouOpen 💪 pic.twitter.com/vYDKefmqFv
    — Tennis TV (@TennisTV) September 18, 2024

    Nardi inizia il match con un’energia decisamente inferiore a quella di Marozsan. Il pesarese è più falloso sotto le accelerazioni profonde del magiaro. Luca concede tre palle break (non consecutive) nel suo primo turno di servizio, e la terza gli è fatale, con un brutto doppio fallo (la palla si incassa a mezza rete). Marozsan è sotto al 50% di prime palle, Nardi ne approfitta con un paio di risposte efficaci e si porta 30-40, ma Marozsan è rapido nel correre a rete e chiudere la porta di volo, annullando la palla del contro break. 12 minuti e 3-0 per l’ungherese. Luca scuote la testa dopo aver commesso un altro doppio fallo sul 30 pari, errore che gli costa un’altra palla break da difendere. Poco reattivo con i piedi, subisce le pallate profonde del rivale, che provocano prima una “stecca” del marchigiano, con la palla che resta in campo, poi l’errore nel colpo successivo. 4-0 Marozsan, padrone del campo e dei tempi di gioco contro un Nardi in grossa difficoltà ad attivarsi ed entrare in partita. Fabian trova un Ace e chiude il quinto game con un rovescio profondo che manda in tilt il diritto dell’italiano. 5-0, 19 minuti. Terribile questo dato: 0 vincenti e 14 errori. Nardi trova finalmente un’accelerazione di diritto lungo linea di qualità, primo bel punto della sua partita, ma il game si complica tra il quarto doppio fallo e altri errori. Appena Marozsan trova ritmo e profondità, Nardi non regge. Un rovescio lungo ai vantaggi costa all’italiano il set point da difendere. Lo annulla con un diritto vincente, il primo della sua partita. Il set “horror” di Nardi si chiude con un 6-0, col quinto doppio fallo. 2 vincenti e 23 errori.
    All’avvio del secondo set purtroppo la musica non cambia per il pesarese. Stecca un altro diritto nel suo primo turno di servizio, poi un doppio fallo, sembra non sentire affatto la palla oggi, come sul diritto successivo inside out che gli scappa di mezzo metro. Marozsan si prende il quarto break di fila e 2-0 alla seconda palla break, imponendo un gran ritmo che alla fine stronca la resistenza dell’azzurro. Nardi nel terzo game inizia a tenere di più la palla in campo, e finalmente il magiaro sbaglia un paio di colpi. C’è una palla break per Nardi, si butta a rete con buon timing ma Fabian trova un lob di diritto ottimo. Si partita si è un minimo accesa, scambi più lunghi e un Nardi più consistente nello scambio, che vince il primo game del match, un break strappato vincendo una schermaglia sotto rete alla seconda chance. 2-1. Luca rimonta da 0-30 e con un tennis finalmente più rapido e aggressivo impatta lo score sul 2 pari. Non il miglior Nardi, ma almeno adesso porta in campo energia, spinge e scatta con buona rapidità. Il servizio però continua a penalizzarlo, il settimo doppio fallo lo condanna allo 0-30 nel sesto game. Marozsan tocca una bella smorzata che gli vale 0-40. Pure Luca trova una palla corta precisa e annulla la prima chance, ma rovina tutto con l’ottavo doppio fallo, 4-2 Marozsan. Purtroppo la ripresa di Nardi è durata l’arco di pochi minuti. Il magiaro si porta 5-2 e e 0-30 in risposta, a due punti dalla vittoria. Il match point arriva con un tentativo di smorzata di Luca che quasi non arriva nemmeno a rete, 30-40. Marozsan chiude subito, con un rovescio profondo che Nardi non contiene. 6-2. Una sconfitta brutta, nettissima.
    Marco Mazzoni

    Nardi – Marozsan ATP Hangzhou Luca Nardi02 Fabian Marozsan [7]66 Vincitore: Marozsan ServizioSvolgimentoSet 2L. Nardi 0-15 0-30 15-30 30-30 30-402-5 → 2-6F. Marozsan 15-0 30-0 40-02-4 → 2-5L. Nardi 0-15 0-30 df 0-40 15-40 df2-3 → 2-4F. Marozsan 30-0 30-15 40-15 ace2-2 → 2-3L. Nardi 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-2 → 2-2F. Marozsan 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A0-2 → 1-2L. Nardi 0-15 0-30 df 15-30 15-40 30-400-1 → 0-2F. Marozsan 0-15 15-15 30-15 30-30 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1L. Nardi 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 df A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A df0-5 → 0-6F. Marozsan 15-0 30-0 40-0 ace0-4 → 0-5L. Nardi 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 df0-3 → 0-4F. Marozsan 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-400-2 → 0-3L. Nardi 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A df 40-40 40-A df0-1 → 0-2F. Marozsan0-0 → 0-1

    Statistiche
    🇮🇹 Nardi
    🇭🇺 Marozsan

    Punteggio servizio
    153
    285

    Ace
    0
    2

    Doppi falli
    8
    0

    Percentuale prime di servizio
    67% (38/57)
    58% (25/43)

    Punti vinti con la prima
    45% (17/38)
    68% (17/25)

    Punti vinti con la seconda
    32% (6/19)
    72% (13/18)

    Palle break salvate
    50% (6/12)
    67% (2/3)

    Giochi di servizio giocati
    7
    7

    Punteggio risposta
    107
    259

    Punti vinti in risposta sulla prima
    32% (8/25)
    55% (21/38)

    Punti vinti in risposta sulla seconda
    28% (5/18)
    68% (13/19)

    Palle break convertite
    33% (1/3)
    50% (6/12)

    Giochi di risposta giocati
    7
    7

    Punti vinti a rete
    60% (3/5)
    50% (3/6)

    Vincenti
    9
    9

    Errori non forzati
    44
    19

    Punti vinti al servizio
    40% (23/57)
    70% (30/43)

    Punti vinti in risposta
    30% (13/43)
    60% (34/57)

    Punti totali vinti
    36% (36/100)
    64% (64/100)

    Velocità massima servizio
    198 km/h
    202 km/h

    Velocità media prima di servizio
    184 km/h
    190 km/h

    Velocità media seconda di servizio
    142 km/h
    156 km/h LEGGI TUTTO

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    Dubrov (coach Sabalenka): “Aryna ha ancora enormi margini di miglioramento”

    Dubrov con Sabalenka

    Due Slam e la sensazione di esser totalmente ingiocabile in molte partite, eppure per il suo coach ha ancora un enorme potenziale inespresso e il più bello deve ancora venire. Il 2024 di Aryna Sabalenka sta per terminare come la sua miglior stagione in carriera, ma Anton Dubrov, che allena la bielorussa del 2020, è sicuro che quest’annata abbia costruito le basi per successi ancor più importanti e duraturi. Ne ha parlato in un’intervista al media The National, nel quale si è soffermato in particolare sul recente titolo a US Open, un vero capolavoro per il coach.
    “Vincere US Open significa molto perché abbiamo già attraversato momenti piuttosto difficili, soprattutto a luglio quando si è infortunata prima di Wimbledon. Ed è stato il periodo in cui avevamo qualche dubbio su cosa avremmo fatto dopo, perché avevamo anche da superare mentalmente la sconfitta dell’anno scorso e altre sconfitte dure nel torneo”.
    Aryna aveva una sorta di conto aperto con il torneo di New York. Potenzialmente campo rapido e rimbalzo alto erano le condizioni a lei più favorevoli per esplodere la sua enorme potenza, ma ancora non era riuscita a trionfare. Dopo aver perso nelle semifinali a US Open nel 2021 e nel 2022, Sabalenka è uscita sconfitta nella finale del 2023 contro beniamina di casa Coco Gauff, brava a ribaltare un svantaggio, ma con la bielorussa a un certo punto incapace di trovare una reazione credibile. Quest’anno si è ritrovata in finale Pegula, altra tennista statunitense, quindi una situazione non molto diversa. Di fronte a uno stadio pieno di celebrità che per lo più tifavano contro di lei, Sabalenka non ha vacillato come aveva fatto un anno prima. È stata brava a “bloccare il rumore e a giocare un tennis grandioso in alcuni grandi momenti”, parola di Jessica dopo la sconfitta.
    “Aryna è stata grandiosa. Ha rispettato il piano, si è fidata del processo, si è fidata delle cose di cui parlavamo ogni giorno ed è stata abbastanza coraggiosa da farle quando era sotto una pressione enorme”, continua Dubrov. “Giocare di nuovo una finale contro un’americana agli US Open è davvero dura, c’è sempre una pressione così grande in questo stadio. È orgogliosa di se stessa, e tutta la squadra è davvero orgogliosa di lei”.
    Finire l’anno da n.1 non è impossibile, ma per il coach gli obiettivi sono in realtà altri: “L’obiettivo è innanzitutto essere in forma e in salute, perché ci vorrà un po’ di tempo per riprendersi. L’obiettivo principale per noi questa stagione è concludere in bellezza. In questo momento, direi che possiamo parlare del primo posto, è certamente una cosa possibile e obiettivo davvero fantastico. Ma come ho detto, la corsa vincente a New York ha richiesto così tanta energia ed emozioni che dobbiamo vedere cosa ne sarà delle prossime settimane. Prima di tutto dobbiamo anche imparare come possiamo recuperare il più velocemente possibile e stabilire quegli obiettivi”.
    Obiettivo di medio periodo migliorare ancora: “Dove migliorare? Può ancora migliore in tutto! A partire dal movimento sul campo, anche nella parte mentale ci sono cose che può migliorare. E la parte tecnica, dove non ci si ferma mai, c’è sempre spazio per migliorare. E come puoi vedere da tutti i campioni, dalle loro carriere, dal modo in cui erano sempre al top, se guardi come erano a 18 anni e come erano a 35, sono come due persone completamente diverse, quindi c’è sempre qualcosa da migliorare” conclude Dubrov.
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    Feliciano Lopez (direttore delle Finali di Davis Cup): “Troppi cambiamenti confondono gli appassionati, ma gli incontri casa/trasferta sono l’essenza della competizione”

    Feliciano Lopez

    Feliciano Lopez lo scorso anno ha appeso la racchetta al chiodo e si è dedicato completamente all’organizzazione di eventi tennisti di massimo livello. Dopo esser stato direttore del Masters 1000 di Madrid, è passato alle finali di Davis Cup, esperienza che ripoterà anche quest’anno dopo esser stato al timone del girone di Valencia. Conosce come pochi l’evento, sia per averlo giocato – e vinto – da tennista, che con una certa esperienza a livello di gestione. Per questo l’intervista che ha rilasciato al quotidiano AS sul presente e futuro della Coppa Davis è molto interessante. Parlando col collega Jaime Davila si è praticamente lasciato scappare che di sicuro dal 2025 torneranno almeno in parte gli incontri col formato storico casa/trasferta, che tanto mancano agli appassionati e che, a suo dire, restano l’essenza della competizione. Tuttavia altre modifiche sono sul tavolo, e alcune decisioni verranno prese in questi giorni e comunicate a breve. L’ITF ha ripreso in mano la gestione della Davis Cup in fretta e furia, dopo il clamoroso divorzio con pesanti code legali con la società Kosmos di Pique, quindi fu annunciato per l’anno 2024 non c’erano i tempi tecnici per effettuare cambiamenti. La situazione invece è in piena evoluzione per il prossimo futuro, già dall’edizione 2025, che probabilmente vedrà ancora la final 8 ma forse non a Malaga, si parla di Valencia, della Cina o di un’altra sede in Europa. Per Lopez la Davis meriterebbe più spazio, ma visto quando è affollato il calendario è utopia pensare che si possa trovare una data perfetta, che spinga tutti i migliori a giocare. Riportiamo alcuni passaggi dell’interessante intervista di Lopez.
    “Il bilancio dell’attuale Davis è positivo, ma in futuro si potranno cambiare varie cose, format, dove si giocherà… un po’ cercando di stabilire qualcosa che rimanga nel tempo” afferma Lopez. “Dopo tutto il tempo con l’antico formato, e dopo tutti i cambiamenti recenti, ora stiamo lavorando su questo, per rendere la competizione un progetto duraturo, in modo che la gente capisca com’è veramente il format e soprattutto che non ci sono tanti cambiamenti ulteriori, perché i cambiamenti alla fine disorientano e confondono le persone dall’evento. Stiamo cercando di stabilire un formato che duri nel tempo. La gente è contenta delle finali in sede unica e vedremo le partite in casa e in trasferta (playoff in casa e fuori casa) se si può aggiungere qualcos’altro l’anno prossimo, ci stiamo lavorando. Stiamo esaminando diverse opzioni per vedere quale è la migliore.
    In passato Feliciano ha affermato che non esiste un formato perfetto. Ci si sta avvicinando? “Vediamo… i cambiamenti sono stati molto drastici e poi ce ne sono stati anche tanti. Non solo c’è stato un grande cambiamento quando Kosmos ha iniziato nel 2019, ma ci sono stati diversi cambiamenti in seguito. Ciò genera molta incertezza nelle persone. Alla fine si possono apprezzare i cambiamenti, ma devono avere un po’ di senso e devono essere supportati da qualcosa che funziona. Se ci sono così tanti cambiamenti, alla fine le persone si confondono. Da fan, adoravo il vecchio formato; per me l’essenza della competizione era giocare in casa con la propria gente, scegliere il tipo di superficie e tutto il resto. Per me era bellissimo. Capisco che, nel calendario attuale, giocare quattro turni di qualificazione in questo modo fosse impossibile. Quindi ora siamo in quel processo. Personalmente mi piacciono le finali. Penso che stiano guadagnando importanza, sono le otto migliori nazioni che giocano in pochi giorni in una città. Mi piace, e l’anno prossimo stiamo valutando di aggiungere un po’ più di partite in casa e in trasferta, il vecchio formato, giocando un po’ di più con il vecchio formato fino a raggiungere le finali. Ci sono ancora tante cose nell’aria ed è una delle possibilità che stiamo valutando, ma nulla è ancora deciso”.
    A Valencia si spinge proprio perché la Finale 8 si svolga qui, alla Roig Arena, dal 2025. “Il processo è ancora aperto, ci sono diverse città che si sono candidate” continua Lopez. “Valencia è una di queste e penso che le cose stiano andando bene, c’è molto interesse. Sono venuto alla presentazione della fase a gironi e il sindaco lo ha detto pubblicamente. Anche la Roig Arena sembra essere all’altezza del compito. Ovviamente ci sono tantissime cose da chiudere, sicuramente avranno chiuso concorsi o concerti…. L’ideale sarebbe che prima di Malaga venga annunciata la città che ospiterà le Finali dal 2025”.
    Si parla con insistenza della Cina come candidato preferito dell’ITF, questa la voce che le nostre fonti hanno raccolto. Lopez su questo resta possibilista: “Cina sì, Arabia Saudita, per quanto ne so, no. La Cina infatti ha mostrato un forte interesse, infatti la fase a gironi si è giocata in Cina (a Zhuhai) e penso che siano interessati anche ad ospitare le Finali. L’Arabia Saudita è molto interessata a continuare a collaborare con l’ATP e la WTA. Quest’anno giocheranno lì le WTA Finals, anche la questione del decimo Masters 1.000 è nell’aria e credo che alla fine sarà qualcosa che riusciranno a raggiungere, le NextGen Finals sono ancora lì”.
    La fase a gironi si è svolta anche quest’anno subito dopo US Open. Una settimana a dir poco infelice… Lopez la pensa così: “È difficile, storicamente la Coppa Davis è sempre stata uno sforzo in più che i giocatori devono fare per rappresentare il proprio Paese. La Coppa Davis non cade quasi mai in un periodo dell’anno in cui tutti vogliono giocare. La Davis dovrà essere aggiunta in base al calendario esistente. Questa fase a gironi si gioca dopo gli US Open e abbiamo avuto assenze significative, come il campione degli US Open, Jannik Sinner, abbiamo avuto alcune sconfitte anche da parte degli americani, l’anno scorso qui abbiamo perso Carlos… Ma non possiamo cercare una data nel calendario che porti tutti i migliori a giocare con certezza perché non accadrà. Non succedeva prima con il vecchio formato, quando ho iniziato a giocare, né succederà in futuro. I tornei di tennis ne sono consapevoli, tieni presente che il calendario è quello che è e che i giocatori a volte danno la priorità e decidono di giocare qua o là in base a ciò che ritengono andrà meglio per loro. E così continuerà ad essere nel mondo del tennis, sia in Coppa Davis che in circuito. Ci sono degli obblighi che devi rispettare, ma anche noi a Madrid abbiamo avuto anni in cui non abbiamo avuto Djokovic, non abbiamo avuto Sinner… potrei dirti mille nomi. E questo fa parte della vita del tennis. Trovo difficile trovare una data su cui tutti siano d’accordo”.
    È un intervista molto significativa, che lancia quelle che dovrebbero essere le novità per il 2025, un primo ritorno alle sfide casa-trasferta quasi sicuramente al posto della fasi a gironi di settembre, davvero mal collocata in calendario. Tuttavia Lopez sembra “tombale” nell’affermare che la cara vecchia Davis continuerà a dover rincorrere il calendario e i miseri spazi possibili, senza la possibilità di tornare davvero centrale nella stagione. Parole che confermano come in realtà l’interesse di ATP e giocatori sia sul tour stagionale, e che l’idea di rilanciare per davvero la competizione a squadra sia assai marginale.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO