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    Zverev miglior tennista a non aver vinto uno Slam? Secondo Kafelnikov no

    Alexander Zverev

    È numero tre del mondo Alexander Zverev, una posizione che quasi tutti i colleghi tennisti sognano e invidiano, ma lui non è affatto felice della sua stagione come più volte esternato in varie interviste, e ora è uscito con le “ossa rotte” pure dal torneo di Shanghai, masticando amarissimo dopo l’ennesima delusione. Un torneo quello cinese che si era aperto in modo incredibile a tutti vista l’assenza del n.1 Alcaraz e il ritiro di Sinner in preda ai crampi per le difficilissime condizioni di caldo umido che opprime da giorni e giorni quest’area del paese asiatico. Invece Sasha ancora una volta non ha colto l’occasione, sconfitto al terzo turno da Rinderknech, stesso avversario che lo estromise addirittura all’esordio all’ultima edizione di Wimbledon. E pensare che lo scorso anno, durante le ATP Finals, Zverev era convintissimo di aver la prima agognata vittoria in uno Slam molto molto vicina. Lo diceva a chiare lettere durante ogni intervista, “So cosa devo fare e mi sto avvicinando”. A Torino, con la stagione ormai alla fine, se ne stava in campo più di tutti, addirittura un’ora abbondante dopo ogni singolo match disputato perché gennaio e l’Australia erano dietro l’angolo e c’era uno Slam da vincere.
    C’è andato molto vicino il tedesco a Melbourne, ad un passo… ma la prepotenza tennistica di Sinner l’ha stoppato ancora una volta, in quella che è stata la sua terza finale major persa (US Open 2020, Roland Garros 2024, Australian Open 2025). Quella sconfitta netta sulla Rod Laver Arena fu molto più di una normale partita persa. Per lui è stato un vero schiaffo in faccia, la dimostrazione di come ogni sforzo profuso, anche quelli di una off-season quasi spesa interamente a lavorare invece di riposarsi, non fosse sufficiente. Tanto che alla ripresa dell’attività dopo il ritorno dall’Australia ha inanellato una serie di risultati molto negativi. Il tutto aggravato da un’altra situazione per lui terribilmente scomoda: lo stop di tre mesi dell’allora n.1 Sinner gli aveva messo sul piatto d’argento la possibilità di diventare primo nel ranking ottenendo ottimi risultati tra fine inverno e inizio primavera, c’era la matematica a confermalo a suo favore. Il suo destino e nelle sue mani, ma…, ancora una volta, tra tensione e qualche acciacco, Zverev non ce l’ha fatta e anche questo grande obiettivo è svanito. Con Sinner così tosto e continuo e il “nuovo” Alcaraz non solo strepitosamente forte ma ora pure costante come rendimento, il trono del tennis si è allontanato forse definitivamente per Zverev, e lui ne è dannatamente consapevole.
    Ha tantissime qualità Sasha, ma anche problemi irrisolti. Con quel fisico imponente non ti puoi permettere di restare troppo lì dietro a costruire e remane. Non è un caso che forse il miglior torneo in carriera l’ha disputato nella prima edizione delle Finals di Torino dove, forte di un servizio mai così efficace ed di un’attitudine super aggressiva, a scambiare ci stava ben poco e sbaragliò tutta la concorrenza, anche un Djokovic ancora fortissimo e un Medvedev che da lì a poco sarebbe diventato n.1 del mondo. Quella settimana magica di Torno è rimasta una fiammata. Non mai stato nemmeno particolarmente fortunato il tedesco. A Parigi 2022 tutti ricordiamo il suo terribile infortunio sofferto in campo in semifinale vs. Nadal, una partita durissima che Zverev forse avrebbe vinto se non si fosse spezzato 7 legamenti della caviglia in una brutta caduta, col piede bloccato nella terra, perché lo spagnolo sembrava essere molto vicino al limite delle sue energie, mentre Sasha aveva in quel momento ben altra tenuta (e in finale c’era Ruud, non Djokovic…). Il rientro non fu facile ma alla fine ce l’ha fatta. Slam escluso, che resta ancora lì, come un miraggio. Magari un giorno il tedesco ce la farà, se mai Alcaraz e Sinner per una volta non saranno “cannibali” e perderanno qualcosa per strada, non si può mai sapere. Al momento per moltissimi commentatori Zverev è il tennista più forte nella storia moderna del gioco a non aver mai vinto uno Slam. A rafforzare questo “scomodo” primato i tanti tornei vinti in carriera (24) tra cui vari Masters 1000, le due edizioni delle Finals e la posizione di n.2 del mondo.
    Non tutti però indicano Zverev come il miglior tennista senza uno Slam in bacheca. Tra questi il russo Yevgeny Kafelnikov, due volte campione Slam ed ex n.1, che rispondendo ad un post sui social sulla questione, tuona “Non c’è un tennista nell’intero universo senza un titolo Slam migliore di Marcelo Rios!”. Il leggendario mancino cileno, famosissimo per il suo braccio fatato quanto il suo caratteraccio, in effetti vanta un altro primato assai particolare: è ad oggi l’unico n.1 ATP nella storia moderna del gioco a non aver vinto alcun titolo Slam. Per lui solo la finale agli Australian Open 1988, dove fu battuto da Petr Korda. Rios effettivamente è stato un tennista fuori dal comune: nonostante un fisico a dir poco “normale” aveva un senso geometrico del campo e una capacità di governare la palla senza pari, tra arrotate e cambi di ritmo pazzeschi. Faceva in campo quel che voleva, ma ha sempre difettato di di visione e costanza di rendimento, tanto aver vinto molto rispetto al proprio talento.
    Il “migliore senza vittorie Slam” è il classico tema che scatena un bel dibattito. Che dire allora di “Gattone” Mecir, uno con due finali Slam perse e uno stile di gioco unico? O David Ferrer, altro agonista feroce ma capitato in un’epoca quantomeno scomoda. Tomas Berdych è certamente un altro candidato forte in questa categoria, come l’americano Todd Martin (due finali Slam) o Jo Tsonga. Per non dimenticare anche Nikolay Davydenko e Robin Soderling (due finali a Roland Garros). Chissà se mai Zverev uscirà da questa categoria, vincendo finalmente uno Slam. Per farcela dovrà sicuramente compiere un grande salto di qualità a livello di consistenza, velocità nel battere gli avversari nei primi turni per non consumare troppe energie, e spogliarsi da quelle titubanze e attendismo che troppe volte lo rendono passivo e conservativo. Un titolo Slam devi andare a prendertelo di forza, non te lo regala nessuno…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Rios: “Sampras? È uno stupido. Nel 2008 dopo un’esibizione siamo quasi arrivati alle mani, sarebbe stato bello dargli un pugno”

    Rios e Sampras nell’esibizione del 2008 (foto Clay)

    Marcelo Rios e Pete Sampras sono quasi arrivati alle mani nel luglio 2008 dopo un’esibizione disputata a Santiago del Cile, evento organizzato per ricordare l’ascesa del talento sudamericano al n.1 del ranking mondiale nel 1998. È stato lo stesso Rios a raccontare quest’incredibile vicenda nel corso del programma tv Podemos Hablar su Chilevisión, come riporta il magazine Clay.
    “Pete Sampras è uno stupido. È un tonto” sentenzia Rios nel programma. Fu Marcelo a vincere quella “maledetta” partita al tiebreak del terzo set. Una sconfitta che pare non sia andata giù al californiano, visto quel che accadde nello spogliatoio, stando al racconto del cileno. “Tennis e poi quasi boxe, si quasi abbiamo boxato. Quando la partita è finita mi chiama per parlare ed è lì che è iniziato il casino. Gli ho detto ‘per me non sei il Sampras di prima, per me sei Pedro’, da lì è iniziata la lotta”.
    “Si è arrabbiato perché ha perso. Ho pensato di colpirlo, ho pensato di prenderlo a pugni, ma qualcuno ci ha fermato. Quello che è successo è che fin dall’inizio, nell’esibizione, ci sono momenti in cui aggiusti le cose: tu vinci il primo set, io vinco il secondo, e il terzo set facciamo un testa a testa, è così che va. Allora quando mi chiama nello spogliatoio mi dice che Pete Sampras non perde, io gli rispondo ‘basta, non sei più Pete Sampras’. Gli ho detto ‘prima, quando sono venuto a chiederti cosa facciamo, se mi avessi detto vinciamo un set a testa, sarebbe andato tutto bene. Ora non venire a dirmi che sei arrabbiato perché ti ho battuto’. L’organizzatore dell’esibizione è arrivato e mi ha fermato, ci ha separati, ma sarebbe stato bello dargli un pugno. Immagina… Wow! Ho avuto una scazzottata con Sampras… è una cosa storica. Lo hanno salvato”, conclude Rios.
    Marcelo ricorda di aver sempre avuto cattivi rapporti con i colleghi sul tour: “Il fatto è che non sono mai andato d’accordo nell’ATP tour. All’epoca negli ATP c’erano un sacco di gringos, con loro andavo molto male”.
    Rios ne ha anche per John McEnroe, ruggine per faccende relative al Senior Tour: “McEnroe di fatto mi ha cacciato dal tour dei veterani, si comportava come il proprietario, colui che lo aveva organizzato, e siccome io andavo bene pensava che fossi troppo giovane e tutto il resto, mi ha detto che non potevo più giocare. Stavo prendendo tutti a calci del sedere, quindi mi ha detto addio. Non gli parlo molto quando lo vedo, non ho molte cose da dirgli. Non è che non mi piaccia, ma odio che dica in TV che non ho mai vinto uno Slam, insisteva sempre su questo fatto” conclude Rios. LEGGI TUTTO

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    Marcelo Rios vince il torneo virtuale di Miami: Roger Federer sconfitto in finale

    Tennis TV, il canale ufficiale che trasmette tutti gli incontri del circuito ATP, ha organizzato nella settimana appena trascorsa il torneo virtuale di Miami. Dopo il successo di Garin ad Indian Wells, altra affermazione cilena con Marcelo Rios che ha vinto la manifestazione, basata sui voti dei fans tramite i social network, superando all’ultimo atto lo svizzero Roger Federer con […] LEGGI TUTTO

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    Marcelo Rios contro l’ATP, Andre Agassi e altri. C’è qualcosa di vero nelle sue dichiarazioni?

    Marcelo Rios attacca un po’ tutti. Il 44enne cileno, ex numero 1 del ranking Mondiale, si scaglia con decisione contro l’Atp in un’intervista concessa a “Diario La Tercera”. “L’Atp è la più grande m**** che esiste al mondo, sono tutti dei gringos. Ha coperto il doping di molti: primo fra tutti quello di Agassi.Agassi fu […] LEGGI TUTTO