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    João Fonseca, il talento brasiliano che sogna di unirsi a Sinner e Alcaraz

    Joao Fonseca nella foto – Foto Patrick Boren

    Da quando ha impugnato per la prima volta una racchetta, João Fonseca ha mostrato una naturale inclinazione per la potenza.“Ero il tipo di bambino che distruggeva la palla,” racconta. “A volte finiva contro la rete, a volte sul fondo campo, e qualche volta era un vincente.”Quell’approccio istintivo e aggressivo lo accompagna ancora oggi nel circuito professionistico, dove il suo dritto esplosivo è già considerato uno dei colpi più spettacolari del tennis mondiale. A soli 19 anni, il brasiliano si è distinto come uno dei giocatori più potenti in circolazione, con un dritto che in media viaggia a 130 km/h (81 mph), ben al di sopra della media dei migliori tennisti (circa 120 km/h).
    Un 2025 da protagonistaNel 2025 Fonseca ha conquistato due titoli ATP, l’ultimo dei quali a Basilea, dove ha superato Alejandro Davidovich Fokina con 29 vincenti in finale. Con questo successo è diventato il terzo più giovane vincitore di un torneo ATP 500 da quando il formato è stato introdotto nel 2009, e il più giovane campione a Basilea dai tempi di Jim Courier (1989).Il suo allenatore lo ha incoraggiato a mantenere la sua natura offensiva, ma con maggiore controllo:“Il mio coach è stato il primo a dirmi di restare aggressivo, ma anche di lavorare sulla solidità. Ho capito che non puoi colpire sempre forte. A volte è una follia, ma in altri momenti serve coraggio e fiducia per essere aggressivi.”
    Una crescita costanteFonseca, già vincitore delle Next Gen Finals 2024, ha attirato l’attenzione a inizio stagione sconfiggendo Andrey Rublev al primo turno degli Australian Open, per poi vincere l’Argentina Open, diventando il secondo sudamericano più giovane a conquistare un titolo ATP nell’Era Open.Il suo percorso, però, non è stato lineare: non ha mai superato il terzo turno in uno Slam nel 2025, ma la vittoria a Basilea lo ha riportato in evidenza, facendolo salire fino al numero 28 del ranking mondiale, con l’obiettivo dichiarato di diventare testa di serie nei tornei del Grande Slam nel 2026.
    Tra modelli e ambizioniAppassionato di tennis sin da piccolo, Fonseca è cresciuto guardando il Big Three. Tifoso dichiarato di Roger Federer, confessa che la finale di Wimbledon 2019 – vinta da Novak Djokovic – lo segnò profondamente. Anni dopo, ha potuto incontrare il suo idolo alla Laver Cup, descrivendolo come “una persona semplice e gentile, un momento che non dimenticherò mai.”Fonseca è anche ambassador del marchio On, di cui Federer è investitore, e fu messo sotto contratto a soli 16 anni come talento emergente.
    Dalle radici al pubblicoCresciuto a Rio de Janeiro, Fonseca inizialmente si divideva tra calcio e tennis, ma un infortunio lo convinse a dedicarsi solo alla racchetta. “Giocavo bene, ero mancino, ma non sarei mai diventato un professionista. Fortunatamente ho scelto il tennis,” ha raccontato.Abituatosi al calore e al rumore del pubblico brasiliano, oggi ama giocare davanti a platee rumorose e coinvolgenti:“All’inizio ero nervoso, sentivo la pressione, ma ora adoro l’energia della folla. Mi spinge anche nei momenti difficili.”
    Il futuroFonseca non ha ancora affrontato Djokovic, Alcaraz o Sinner, ma spera di farlo presto:“Quello che stanno facendo è incredibile. Vincono ovunque, motivano tutti noi a lavorare di più. Spero di essere lì con loro, a giocare finali e competere ai massimi livelli. Ma un passo alla volta.”
    Con la sua potenza naturale, la personalità carismatica e una determinazione in crescita, João Fonseca rappresenta la nuova generazione del tennis brasiliano, pronta, forse, a inserirsi tra i protagonisti dell’élite mondiale insieme a Sinner e Alcaraz.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Connors esalta Fonseca: “Lo seguo con interesse. Un grande risultato può farti spiccare il volo, non importa il momento dell’anno in cui arriva”

    Joao Fonseca (Foto Patrick Boren)

    Occhio a Fonseca, parola di Jimmy Connors. L’ex campione statunitense nel suo podcast “Advantage Connors” si è soffermato sul talento brasiliano, affermando che quando hai quei colpi e quel talento basta un grande risultato a farti fare “clic”, scatta qualcosa e poi sei già lì a lottare per i grandi tornei. “Jimbo” apprezza la potenza del teenager di Rio, recente vincitore al torneo ATP 500 di Basilea, suo secondo alloro in un 2025 di grande crescita.
    “C’è un momento in cui non ti importa in che periodo dell’anno sei. Conta solo riuscire a portare a casa la vittoria e questo ti dà una grande spinta a livello di fiducia. Una vittoria così può farti spiccare il volo” commenta Connors. “Teoricamente siamo alla fine della stagione, quindi questo risultato e momento è davvero positivo in vista dell’Australian Open: potrà arrivarci con quella spinta, con quella sensazione unica che ti regala la vittoria e diventa benzina per vincere ancora. Nel tennis e negli sport individuali in generale non c’è niente di più importante della vittoria. È ciò che alimenta la fiducia, e un tennista gioca al suo meglio solo quando è in fiducia”.
    “Se riuscirà a mantenere questa mentalità e questa sensazione fino all’Australian Open… beh, è giovane, è alto, è potente. Ha il tennis e il fisico per imporsi. Più se ne parla, più lo osservo, e devo dire che è diventato uno dei giocatori che seguo con particolare interesse” conclude Jimmy.
    Fonseca al Masters 1000 di Parigi è atteso da una grande partita, in chiusura di programma serale, contro Khachanov. Il russo ha vinto il torneo qualche anno fa, in finale contro Djokovic, quando si giocava nello stadio di Bercy.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Godsick (agente di Federer): “Fonseca porta entusiasmo ed energia positiva. Laver Cup in Brasile? Sarebbe un successo garantito”

    Joao Fonseca con la maglia rossa del team world

    Una delle novità più interessanti della Laver Cup appena disputata a San Francisco è stata la presenza del giovane brasiliano Joao Fonseca. Più dell’apporto in campo, del teenager di Rio de Janeiro è piaciuta l’energia e positività trasmessa a tutta la squadra, insieme al rispetto maturato con l’educazione familiare. In questo Tony Godsick, storico manager di Roger Federer e CEO della Laver Cup, accosta Fonseca alla leggenda svizzera, un background familiare molto sano e un’energia sempre positiva, nei momenti buoni e in quelli cattivi. Godsick è stato intervistato dal media brasiliano UOL Esporte, e a precisa domanda il manager ha fatto capire che lo sbarco dell’esibizione a squadre nel grande paese sudamericano potrebbe essere molto più di una semplice suggestione, anzi, solo una questione di tempo. E forse nemmeno troppo…
    “Conosco João da quando era piccolissimo” afferma Godsick. “Porta sempre energia positiva dovunque vada, in campo e fuori, e ha una famiglia splendida. Questo per me è un aspetto fondamentale: l’ho visto con Roger, che è diventato la persona che tutti conosciamo anche grazie all’educazione dei suoi genitori. Con Joao percepisco la stessa cosa“.
    “Mi piace il suo stile di gioco, la vitalità che trasmette in campo” continua Godsick. “In Brasile vivono più di 200 milioni di persone, e ovunque lui giochi sembra sempre di essere a casa: assorbe il calore del pubblico e lo restituisce in campo. E poi è giovanissimo, con ancora tantissimo margine per crescere in tutti gli aspetti del suo tennis. Siamo felici che abbia potuto giocare in Laver Cup e che finalmente abbia incontrato Roger di persona: un momento che sarebbe dovuto accadere molto prima. È proprio questa la bellezza della Laver Cup: creare comunità e collegare generazioni diverse.”
    Per il manager, è stato importante anche per la Laver Cup poter contare sulla presenza di Fonseca: “Avere Joao in squadra è stato speciale. Lui rappresenta il futuro del tennis. Certo, nel percorso possono esserci infortuni o difficoltà, ma se manterrà questa traiettoria non ho dubbi che avrà successo. E il suo successo porta entusiasmo”.
    Una Laver Cup in Brasile? La risposta del manager è molto interessante: “Con i cambiamenti nel calendario ATP non sappiamo ancora come verrà coinvolto il Sud America, ci sono molti discorsi in ponte. Ma se avremo l’occasione di portare la Laver Cup in Brasile, ci proveremo assolutamente. Dopo il ritiro di Guga c’è stato un calo nell’interesse per il tennis nel paese, ma ora Joao arriva al momento giusto e di tennis si è tornato a parlare moltissimo. Bisogna trovare l’arena, coinvolgere gli sponsor, e lui deve continuare su questa strada. Potremmo organizzare un’edizione in Brasile già adesso: la sua popolarità è enorme! È solo questione di tempo. Siamo all’ottava edizione del torneo e l’idea è di crescere ancora. Una Laver Cup in Brasile sarebbe un successo garantito: i biglietti andrebbero a ruba con Joao e i gli grandi campioni tutti insieme, e la passione del pubblico sarebbe ineguagliabile. Vedremo, il nostro team sta già valutando le sedi possibili per le edizioni future”.
    Dopo l’esperienza molto positiva nella Bay Area di quest’anno, nel 2026 la Laver Cup tornerà a Londra alla O2 Arena, dove nel 2022 si consumò quella che ad oggi resta la pagina più toccante e significativa dell’evento, il ritiro di Roger Federer. Poi nel 2027 toccherà ad un’altra destinazione extra europea. Se Fonseca confermerà il suo potenziale continuando nella sua scalata, chissà che Rio de Janeiro (o San Paolo) non possa essere la prossima fermata. Sarebbe anche una grande occasione per l’intero continente sudamericano, terribilmente bistrattato dall’ultima versione del calendario ATP che ha riservato solo tre tornei nell’intera annata. E chissà che un Fonseca forte e vincente quanto lascia intravedere il suo potenziale, magari a ridosso dei due leader attuali, non possa invertire la rotta anche a livello di calendario stagionale…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Joao Fonseca: la necessaria transizione verso l’eccellenza. Dove è, dove migliorare

    Joao Fonseca a Cincinnati (foto Getty Images)

    L’eccellenza richiede tempo. Non si parla di vino, è così anche nel nostro amato tennis. Dopo un’inizio di stagione dirompente Joao Fonseca sta attraversando un momento di stasi con risultati non entusiasmanti. I due mille in Nord America l’hanno visto battuto al primo turno in Canada e al terzo al Cincinnati contro Atmane (buono ma non certo un fulmine di guerra). Sull’erba ha vinto 3 partite mentre a Roland Garros, dove era discretamente atteso vista la sua eccezionale predisposizione alla terra battuta, ha rimediato una “scoppola” da Draper, ma pure a Roma e Madrid non aveva certo brillato. Sui social c’è chi già lo apostrofa come sopravvalutato… Beata ignoranza. Il tennis è sport complesso e le sue dinamiche sono mutevoli, difficili, tanto che il tempo diventa un fattore assolutamente relativo. Fonseca oggi sta deludendo? Forse, ma è normale che sia così. Di Boris Becker che vola e domina sui prati di Wimbledon da teenager non ce ne sono più e l’arrivo dirompente di Alcaraz è l’eccezione che conferma la regola. La verità è che forse le attese degli appassionati brasiliani (e non sol0) sono andate ben oltre le reali possibilità attuali di Joao e non parlo di tennis “puro”. Il teenager di Rio de Janeiro è un predestinato a diventare un grande campione. Ha troppo talento, troppa potenza, e sembra anche una mentalità davvero eccellente per arrivare a sedersi al banchetto dei migliori, quelli che possono ambire a vincere gli Slam e cambiare lo status quo. Ma per arrivarci, serve il tempo necessario ad imparare, a conoscere il tour, gli avversari e anche se stesso. Solo attraversando vittorie e sconfitte, provando sia emozioni positive che negative, Fonseca può costruire la miglior versione di se stesso e diventare un giocatore a tutto tondo, capace di compiere l’impresa e performare a medio lungo termine. Dopo settimane di bellezze è normale che alla sua età e alla prima vera intensa stagione da Pro potesse arrivare un momento di cattiva forma e risultati modesti. È nell’ordine delle cose. Semmai è interessante andare a vedere cosa in questa fase non sta funzionando nel suo gioco e dove deve insistere per salire di livello. 
    Dove eccelle Fonseca? È un terrificante colpitore. Impressiona la potenza suoi colpi, come riesca ad accelerare la palla con dinamite nel braccio e trovando con facilità ogni angolo. Destra o sinistra non fa enorme differenza, ha forza fisica e buon timing, tanto che quando comanda lui può lasciarti fermo. Frustate clamorose con la disinvoltura dei forti. Ma per sostenere questo tipo di gioco senza compromessi e velocità folli è necessaria una struttura che ancora manca, fisica e mentale. Tre sono le aree dove Joao deve necessariamente migliorare per esprimere il massimo del suo potenziale e arrivare in alto, molto in alto: 1) velocità di base/reattività; 2) controllo medio del colpo di scambio; 3) percentuali di prime palle/stabilità della risposta, ossia colpi d’inizio gioco. Andiamo a vederlo nel dettaglio.
    Fonseca fa correre la palla a mille all’ora, ma… visto che sul tour al salire del livello si difende tanto e bene e quindi non è possibile fare il vincere con una sola pallata, le sue gambe devono andare di pari passo alla velocità delle accelerazioni. Altrimenti un buon avversario che intuisce la bordata ci arriva, si appoggia e rende pan per focaccia, e oggi i piedi di Joao non sono assolutamente all’altezza del compito. Il brasiliano è un ragazzone ancora da formare fisicamente: deve esser un po’ asciugato, forgiato e rinforzato di fibre che lo rendano non solo esplosivo ma un po’ più elastico. Vedendo il suo movimento in campo, dà la sensazione di potenza ma anche pesantezza. Oggi la palla corre troppo rapida – in primis per come la spinge lui! – e per reggere quella velocità deve averne altrettanta negli spostamenti. Probabilmente non sarà mai un De Minaur, un Sinner, un Alcaraz, uno dei quelli che coprono il campo in modo eccezionale, ma attualmente è troppo indietro e questo lo sta pagando. Non c’è altra medicina che il lavoro e la pazienza di strutturare il suo fisico. Sembra un ragazzo con eccellente attitudine al lavoro, ci arriverà. Serve lavoro e pazienza. Non c’è alternativa con quel tipo di gioco.
    Più sottile ma altrettanto importante il problema del controllo del colpo “medio” di scambio. Fonseca è un colpitore, uno che ama alla follia vedere la palla che arriva e picchiarla a più non posso, cercando di sbaragliare il rivale. Un tennis potente e senza grandi compromessi, che ti porta a trovare tanti vincenti e parimenti commettere diversi errori. Ma quel che oggi penalizza Joao sono i troppi errori gratuiti in scambio, su palle diciamo di costruzione, per aprirsi lo spazio e quindi cambiare ritmo con la pallata a chiudere. Manca un po’ di pazienza, normale alla sua età e sapendo di poter “sbranare” la palla con la dinamite del suo braccio, ma anche qualcosa dal punto di vista tecnico da migliorare. Essendo un colpitore puro, è normale che abbia lavorato tantissimo sui colpi a chiudere, meno su quelli di governo. Soprattutto col diritto un po’ carico di spin tende a perdere la misura, e col rovescio quando non arriva benissimo coi piedi e non si accontenta di una palla semplice da non sbagliare. Serve un lavoro mirato su tecnica e tattica per fargli imparare le posizioni sul campo e scegliere come e quando colpire. Serve viverlo in partita e fare esperienza. Anche qua, è un aspetto fondamentale della prestazione che si acquisisce con lavoro ed esperienza, e l’umiltà del capire che non si può vincere un set per 24 punti a 0.
    Fonseca ha già una prima palla più che discreta, ma con percentuali non buone, e una seconda non così precisa e continua. Non serve nemmeno scrivere quanto il servizio sia decisivo per chiunque voglia eccellere, e il brasiliano sa benissimo quanto debba lavorare e costruire in questo settore. Molto passa anzi va di pari passo con la crescita fisica e stabilizzazione della muscolatura. L’abbiamo visto di recente con il nostro Jannik Sinner: per anni abbiamo invocato una sua crescita al servizio, ma visto che fisicamente era ancora assai indietro, è stato necessario aspettare per arrivare alla struttura definitiva e stabile su cui costruire meraviglie. Fonseca ha fisico diverso da Jannik (più massiccio) ma ancora da modellare; quando questo lavoro sarà a buon punto, è sicuro che lo vedremo servire meglio e in modo diverso da quello attuale. Un po’ diverso il discorso alla risposta. Con quella mano può impattare con durezza assoluta e tirare fucilate che nemmeno vedi; ma quella è la scelta che puoi fare nei momenti decisivi, quando l’altro è insicuro, quando vuoi far sentire il momento, non si risponde mai sempre a tutta, senza compromessi. È il colpo più bloccato, di contenimento per iniziare lo scambio, dove ancora Joao è instabile e poco sicuro. Lì gli avversari entrano e lo portano a rincorrere, il territorio a lui più sgradito. Lavorare bene in questa fase sarà decisivo a dotarlo di più strumenti per reggere e contrattaccare.
    Questo contributo non pretende di essere esaustivo. Molti sono gli aspetti del tennis di Fonseca da migliorare, come la transizione verso la rete quando è sospinto avanti dalle sue accelerazioni, e la selezione delle variazioni, non sempre impeccabili, solo per citarne due. Sarà molto interessante seguire la traiettoria di carriera del carioca, un tennista di potenziale sterminato che può realmente ambire ai vertici dello sport. Forse anche a battagliare con Sinner e Alcaraz per gli Slam se riuscirà a completare gioco, fisico e tattica.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Joao Fonseca, altra sconfitta e nuove polemiche: il talento brasiliano diviso tra critiche e difese

    Joao Fonseca BRA, 21.08.2006 – Foto ATP

    Un’altra sconfitta al primo turno per Joao Fonseca, un altro giro di critiche e difese per il giovane talento brasiliano. A Toronto, dove il Masters 1000 offriva uno scenario teoricamente favorevole – vista l’assenza di mostri sacri come Sinner, Alcaraz, Djokovic o Draper – il diciottenne non è riuscito a superare il blocco della terza ronda, fermandosi subito contro Tristan Schoolkate (7-6(5), 6-4), numero 103 del mondo.
    Fonseca, che in questa stagione è entrato per la prima volta stabilmente nell’élite del tennis mondiale, vanta già un titolo ATP conquistato a Buenos Aires e l’ingresso nei Top 50, primo classe 2006 a riuscirci. Eppure, secondo molti, questi progressi non bastano ancora a sedersi stabilmente al tavolo dei grandi. La partita di Toronto ha mostrato un Fonseca bloccato, incapace di prendere in mano lo scambio in risposta e mai davvero in partita, soprattutto al servizio dell’avversario.
    Le parole di Lindsay DavenportSulla situazione del giovane brasiliano è intervenuta Lindsay Davenport, ex numero 1 del mondo e vincitrice di tre Slam, durante il podcast di Tennis Channel: “Ha faticato tantissimo in risposta per tutto il match. Schoolkate ha servito bene, è vero, ma Fonseca non ha avuto particolari problemi tecnici: il problema è che non è mai riuscito a dominare il punto in risposta.”Secondo la statunitense, il vero nodo sarebbe mentale: “A 18 anni, quasi 19, è normale dover imparare a gestire anche la pressione e il logorio mentale. Per Fonseca è stato un anno straordinario, ma le sue aspettative ormai sono più alte che uscire al primo turno di un Masters 1000.”
    Futuro da costruire, talento da affinarePer il carioca, insomma, la strada è ancora lunga. L’impatto nel circuito è stato devastante, ma la continuità e la tenuta mentale restano i due ostacoli principali da superare. Fonseca cerca ancora la sua dimensione tra i grandi, e il tempo è dalla sua parte. Ma per salire davvero di livello servirà trovare quella costanza che oggi sembra sfuggirgli, proprio come i turni in risposta contro Schoolkate.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Roland Garros 2025: Draper domina Fonseca, il britannico centra gli ottavi

    Jack Draper (foto Patrick Boren)

    La grandissima attesa della viglia è stata in parte tradita. Non è stata una brutta partita Draper vs. Fonseca, ma il campo ha parlato chiaro: il britannico ha giocato da n.5 del mondo, mentre Fonseca ha confermato il suo grande talento e qualità di colpitore ma anche i limiti agonistici e di tenuta un 18enne, seppur di grandissima prospettiva. Così alla fine la differenza è stata piuttosto netta e Draper ha sconfitto Fonseca per 6-2 6-4 6-2, confermandosi un giocatore estremamente forte e potente, sempre più competitivo anche su terra battuta (dove ha raggiunto la finale a Madrid, seppur in condizioni abbastanza diverse da Parigi).
    Draper ha condotto la partita col piglio del campione: consapevole che Joao è un rivale già molto temibile e pericolosissimo se si esalta e gioca “su una nuvola”, non ha lasciato niente di intentato, spingendo come un forsennato fin dai primi punti e per tutta la partita, brillando in particolare con servizio e diritto, i pezzi forti del suo repertorio. Fonseca ha servito anche piuttosto bene (ha chiuso col 70% di prime palle in gioco) ma in risposta è stato poco incisivo, vincendo solo la miseria di tre punti contro la prima palla del britannico e poco ha ricavavo anche contro la seconda. Nessun break ottenuto dal brasiliano (con due chance), contro i 5 strappati da Jack, complessivamente assai più efficace in risposta.
    Draper ha letteralmente fatto il bello e il cattivo tempo col diritto, colpo che sta diventando davvero devastante anche su terra battuta vista la sua capacità di colpire non solo forte – e con l’effetto del mancino – ma anche con tantissimo spin, che rende la rimessa per l’avversario davvero complicata. Inoltre Jack è stato potente e rapido nello spostamento sul campo, andando il prima possibile verso destra per far spazio alla sua sbracciata mancina, efficacissima. Pure col rovescio Jack ha impattato con sostanza e retto molto bene, tagliando il campo con improvvise accelerazioni. Con così tanta spinta Draper ha condotto la maggior parte degli scambi, ha allontanato Fonseca dalla riga di fondo e l’ha sorpreso con tante smorzate, mediamente ben eseguite anche per scelta tattica nello scambio. Veloce, potente, aggressivo, Draper ha sovrastato Fonseca con qualità di gioco e tanta consistenza, quella che al teenager di Rio ovviamente ancora manca. Infatti Joao si è affidato all’istinto, alla sua spettacolare abilità nell’accelerare la palla, ma raramente è riuscito ad andare sopra al rivale e la sconfitta alla fine è stata meritata.
    Draper vince e convince, si qualifica per gli ottavi di finale di Roland Garros 2025 dove aspetta il vincente di Bublik – Rocha, e sarà in ogni caso nettamente favorito. La prospettiva di un quarto di finale contro Jannik Sinner si fa sempre più concreta. E intrigante…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Laver Cup: a San Francisco presenti anche Rune e Fonseca

    Rune e Fonseca nella infografica dell’evento

    Holger Rune e Joao Fonseca giocheranno la Laver Cup 2025, in programma a San Francisco dal 19 al 21 settembre. Il danese farà squadra per il blu europei insieme a Carlos Alcaraz e Alexander Zverev, mentre il teenager brasiliano entrerà per la prima volta nella squadra rossa, quella del resto del mondo, insieme agli statunitensi Taylor Fritz, Tommy Paul e Ben Shelton.

    New additions, elevated competition 🔥
    The next wave of talent has arrived for Team Europe and Team World. Who are you rooting for? #LaverCup pic.twitter.com/TKtYASDYQx
    — Laver Cup (@LaverCup) May 13, 2025

    Rune era stato selezionato per l’edizione 2023 della ricca esibizione organizzata dal team manageriale di Roger Federer, ma non si presentò al weekend di gara per un problema alla schiena. “Qualche anno fa ero vicinissimo a giocare la Laver Cup, ma purtroppo mi sono infortunato e non ce l’ho fatta” racconta Holger al sito uffiale dell’evento. “Sapevo che se avessi avuto la possibilità di giocare di nuovo, sarei stato pronto e non vedo l’ora di partecipare alla competizione e di visitare San Francisco per la prima volta”.
    Fonseca si dice emozionato per l’occasione di disputare un evento che ha seguito ogni anno in tv. “Ho seguito l’evento fin da bambino e ho sempre sognato di giocarci. Essere in una squadra con tennisti come Fritz, Paul e Shelton, e allenato da Andre Agassi, è semplicemente incredibile! Darò tutto quello che ho” commenta il 18enne di Rio de Janeiro.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Fonseca accende la “Torcida”, ma non basta a battere Marozsan

    Fabian Marozsan – Foto Getty Images

    C’era grande attesa al Foro Italico per il debutto del talento Joao Fonseca, ma la “Torcida” brasiliana, accesa da molti colpi vincenti del nativo di Rio, non è bastata a portarlo sino al successo e così guadagnarsi un bel secondo turno contro Rublev. Fabian Marozsan ha vinto una bella partita, giocata ad altissima velocità e ricca di colpi vincenti, per 6-3 7-6(4) sulla nuova SuperTennis Arena, costruita all’interno dell’iconico Stadio dei Marmi, tempio dedicato all’atletica. Marozsan, che al Masters 1000 di Roma divenne famoso due anni fa battendo Alcaraz, è sceso in campo col piede giusto e ha spesso condotto gli scambi forte della sua eccellente qualità d’impatto, in particolare col rovescio, colpo con il quale ha retto le bordate “inside out” di Fonseca e costruito schemi offensivi di grande qualità. Sempre col rovescio, ma di tocco, Fabian ha accarezzato la palla con molte palle corte che hanno sorpreso il brasiliano, davvero poderoso in spinta ma non così rapido nella corsa in avanti.
    Marozsan ha condotto il primo set alla sua velocità, aprendo l’angolo nel palleggio ed entrando molto bene nella palla del rivale, tanto da provocarne tanti, troppi errori. Fonseca infatti col diritto nella prima parte del match è stato troppo falloso, ha esagerato nella spinta affidandosi alla pura potenza, invece di provare a spezzare il ritmo al magiaro con palle più lavorate e difficili da impattare con anticipo.
    Sotto di un set e di un break, il match pareva in pugno per Marozsan ma all’improvviso è arrivata una reazione leonina di Fonseca, anche grazie all’incessante tifo dei suoi tanti connazionali sugli spalti. Con un rovescio lungo linea clamoroso Joao ha strappato un contro break e lì si è acceso, iniziando un’altra partita, in comando con una potenza incontenibile. Accelerazioni da ogni dove e tantissimi punti vincenti, ma nonostante ora sia lui a menare le danze non riesce a strappare il break nell’ottavo game, nonostante tre chance. Fonseca annulla una palla break sul 5 pari, e vince un game fiume, ma nel tiebreak Marozsan è più ordinato e si prende con merito una vittoria su di un futuro campione, ma con ancora tante cose da imparare sulla gestione del punto e anche delle emozioni.
    ATP Rome Fabian Marozsan67 Joao Fonseca36 Vincitore: Marozsan ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0-0* 0*-1 1*-1 1-2* 2-2* df 3*-2 df 4*-2 5-2* 5-3* 6*-3 6*-46-6 → 7-6F. Marozsan 15-0 30-0 40-05-6 → 6-6J. Fonseca 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 df A-405-5 → 5-6F. Marozsan4-5 → 5-5J. Fonseca 15-0 30-0 40-0 40-15 ace4-4 → 4-5F. Marozsan 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-403-4 → 4-4J. Fonseca 15-0 30-0 40-0 40-15 ace3-3 → 3-4F. Marozsan 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 df3-2 → 3-3J. Fonseca 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-403-1 → 3-2F. Marozsan 15-0 30-0 40-02-1 → 3-1J. Fonseca 0-15 0-30 15-30 15-401-1 → 2-1F. Marozsan 15-0 15-15 30-15 40-15 40-300-1 → 1-1J. Fonseca 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 df0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1F. Marozsan 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 ace5-3 → 6-3J. Fonseca 0-15 30-15 40-155-2 → 5-3F. Marozsan 15-0 30-0 40-0 40-15 ace4-2 → 5-2J. Fonseca 0-15 15-15 15-30 30-30 40-304-1 → 4-2F. Marozsan 15-0 ace 30-0 40-03-1 → 4-1J. Fonseca 15-0 ace 15-15 30-15 30-30 30-402-1 → 3-1F. Marozsan1-1 → 2-1J. Fonseca 15-0 15-15 30-15 ace 40-151-0 → 1-1F. Marozsan 15-0 30-0 40-0 40-15 40-300-0 → 1-0

    Marco Rossi LEGGI TUTTO