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    Shanghai, Sinner conosce già il suo avversario di terzo turno

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Non ha ancora messo piede in campo al Masters 1000 di Shanghai 2025, ma Jannik Sinner sa già quale potrebbe essere il suo cammino. L’altoatesino, che farà il suo esordio contro Daniel Altmaier, parte con i favori del pronostico e, in caso di vittoria, troverebbe dall’altra parte della rete Tallon Griekspoor.
    L’olandese si è guadagnato l’accesso al terzo turno superando Jenson Brooksby in una partita dai parziali curiosi: 6-1, 1-6, 6-1 in un’ora e 48 minuti di gioco. Una sfida a strappi, che ha confermato l’incostanza dell’americano e la solidità del numero uno dei Paesi Bassi nei momenti chiave.
    Per Sinner, reduce da una stagione di altissimo livello e già qualificato alle ATP Finals di Torino, l’obiettivo è partire con il piede giusto in un torneo che potrebbe regalargli nuove opportunità di insidirare la prima posizione mondiale. La pressione è alta, ma il percorso sembra tracciato: prima Altmaier, poi la sfida contro Griekspoor.Shanghai attende il debutto dell’azzurro, pronto a testare il proprio stato di forma e a inseguire un altro risultato di peso in questa straordinaria annata.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Shanghai: quote rasoterra per Sinner contro Altmaier, secondo i bookie l’italiano non ha rivali per il titolo

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Vincere il Master 1000 di Shanghai per mettere in bacheca l’ennesimo trofeo e per avvicinare Carlos Alcaraz in ottica primo posto in classifica. Sono gli obiettivi di Jannik Sinner che, dopo il trionfo a Pechino e complice l’assenza dello spagnolo nel tabellone, punta al successo. Il suo cammino inizia contro il tedesco Altmaier, vincitore dell’ultimo precedente tra i due (nel 2023 al Roland Garros). Stavolta, però, c’è aria di rivincita, come riporta Agipronews: vale 1,01 il successo dell’italiano, mentre si sale a 15 per l’affermazione del suo avversario. Tra il set betting, comanda il 2-0 Sinner a 1,14, seguito dal 2-1 a 5,75. Un successo di Altmaier in due o tre set è offerto a 30.
    Nella mattinata italiana di sabato 4 ottobre in campo anche Lorenzo Musetti, che dopo il ritiro a Pechino a causa di problemi fisici, va a caccia di preziosi punti che gli permetterebbero la qualificazione alle Atp Finals di Torino: la testa di serie numero 8 a Shanghai è atteso dall’argentino Francisco Comesana, già battuto a Wimbledon nel 2024 nell’unico precedente tra i due. Il bis di vittorie è l’opzione più probabile secondo gli esperti, in lavagna a 1,33, contro i 3,20 proposti per l’avversario.
    In ottica titolo, Jannik Sinner sembra non avere rivali: il bis dell’italiano, campione in carica, paga 1,65 volte la puntata. Molto più lontani gli avversari: al secondo posto, a quota 9, c’è il tedesco Alexander Zverev, seguito a 12 dal duo formato dall’americano Taylor Fritz e dal serbo Novak Djokovic. Tra gli altri italiani, si sale a 50 per l’impresa di Lorenzo Musetti e a 100 per quella di Flavio Cobolli o di Matteo Arnaldi.
    Quote e scontri diretti3R Goffin 🇧🇪 – Diallo (31) 🇨🇦  1-02R Auger Aliassime (12) 🇨🇦 – Tabilo 🇨🇱  0-0 1.56 2.412R Halys 🇫🇷 – Lehecka (15) 🇨🇿  0-0 4.38 1.212R Nakashima (29) 🇺🇸 – Majchrzak 🇵🇱  2-0 1.46 2.702R Ugo Carabelli 🇦🇷 – De Minaur (7) 🇦🇺  0-0 11.70 1.042R Rublev (13) 🇷🇺 – Nishioka 🇯🇵  3-2 1.27 3.752R Rinderknech 🇫🇷 – Michelsen (28) 🇺🇸  2-0 2.10 1.722R Zverev (3) 🇩🇪 – Royer 🇫🇷  0-0 1.20 4.532R De Jong 🇳🇱 – Mensik (17) 🇨🇿  0-0 3.09 1.362R Shapovalov (23) 🇨🇦 – O’Connell 🇦🇺  1-0 1.41 2.902R Comesana 🇦🇷 – Musetti (8) 🇮🇹  0-1 3.33 1.322R Darderi (26) 🇮🇹 – Yunchaokete 🇨🇳  1-0 1.99 1.792R Davidovich Fokina (18) 🇪🇸 – Arnaldi 🇮🇹  1-2 1.40 2.912R Cazaux 🇫🇷 – Norrie (30) 🇬🇧  0-0 1.88 1.912R Borges 🇵🇹 – Tsitsipas (24) 🇬🇷  0-2 2.24 1.642R Svrcina 🇨🇿 – Medvedev (16) 🇷🇺  0-1 4.08 1.232R Altmaier 🇩🇪 – Sinner (2) 🇮🇹  1-1 15.05 1.022R Khachanov (9) 🇷🇺 – Shang 🇨🇳  0-0 1.48 2.62 LEGGI TUTTO

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    Vagnozzi: “Il movimento del servizio è cambiato. È importante inserire novità altrimenti diventiamo prevedibili, ma non vuol dire che Jannik debba diventare un tennista serve and volley”

    Simone Vagnozzi

    Simone Vagnozzi parla dalla Cina e conferma che dopo US Open è stata persa la decisione di cambiare qualcosa al servizio di Jannik Sinner e non solo. Un paio di match a Pechino per il rodaggio, quindi le cose hanno iniziato a funzionare, come dimostra l’ottimo rendimento del colpo negli incontri decisivi, quelli che hanno portato l’azzurro a vincere il terzo torneo in stagione. Il coach marchigiano parlando al Corriere dello Sport ha spaziato su vari temi, tecnici e non, affermando che il suo desiderio sarebbe quello di accompagnare Jannik per 15 anni, tutta la sua carriera e che non ci sono piani al momento nel caso in cui Cahill confermasse la volontà di smettere a fine anno. Questi i passaggi più interessanti dell’intervista.
    “La sconfitta di New York a mio parere non è così sorprendente” commenta Vagnozzi. “In quel momento Carlos stava psicologicamente, fisicamente e tennisticamente meglio di Jannik. Però non dobbiamo dimenticarci che anche lui ha vissuto cinque mesi di difficoltà, e pensare che oggi si prova a far passare Jannik come un giocatore in crisi in un anno in cui ha vinto 2 Slam e fa finale tutte le settimane. Lui sta facendo cose straordinarie. Poi, come tutti, vogliamo sempre migliorarci”.
    Il discorso vira sui cambiamenti tecnici annunciati dallo stesso Sinner prima di partire per la trasferta in Asia. “A volte mi sorprendo di quanto si parli di determinate cose” continua Simone. “In alcuni momenti delle cose funzionano, in altri meno. Negli Stati Uniti Jannik non ha servito benissimo e abbiamo preso degli accorgimenti: il movimento è cambiato un giorno prima di arrivare in Cina. I primi giorni a Pechino si è adattato e poi ha servito molto bene. Poi nel gioco è chiaro vada inserito sempre qualcosa di nuovo, sennò diventiamo prevedibili. Questo non significa che Sinner debba diventare un tennista da serve and volley. Ci sono smorzate e slice, ma anche altre variazioni, che si tratti di prendere prima un lungolinea, rispondere più aggressivo, giocare un kick o andare al corpo. È semplicemente migliorarsi, non ci trovo nulla di sorprendente. (…) Alcuni cambiamenti possono sembrare più rischiosi perché si pensa di poter perdere qualcosina. Jannik è abbastanza intelligente da capire se le nostre proposte possano essere giuste o sbagliate. Allo stesso tempo, noi dobbiamo lavorare su idee in cui lui crede, sennò non può funzionare. E a volte, anche perdere una partita serve a far capire a un giocatore che può essere il momento di mettere mano da qualche parte”.
    La mano del coach a volte si avverte nel corso di una partita quando un consiglio al giocatore diventa decisivo. Vagnozzi tuttavia insiste sull’importanza dell’allenamento in primis. “Il nostro lavoro si concentra più sul prima. Poi possono esserci momenti di difficoltà in cui diciamo qualcosa per permettere a Jan di vedere il match con un’altra prospettiva, ma di base lui conosce già le sue opzioni. Faccio un esempio: in finale con Tien, sul 2-2, gli ho chiesto se volesse arretrare in risposta. Mi ha detto ‘fammi provare ancora un gioco avanti’, e ha brekkato. È giusto che lui segua le sue sensazioni. Poi, a Cincinnati con Mannarino, gli abbiamo dato lo stesso consiglio: lo ha seguito e anche lì ha fatto break. Quindi non c’è una regola fissa”.
    Questi per Vagnozzi un gruppo di tennis che hanno potenziale per insidiare Sinner, e Alcaraz: “Il potenziale lo hanno in tanti, anche Tien lo ha. Ovviamente c’è Fonseca, anche se a me piace molto Mensik. Se non dovesse avere problemi fisici, è uno che può crescere tanto. Poi ci sono fattori intangibili. Pensiamo a Jannik: ora tutti fanno passare per normali le sue vittorie. Quando ho iniziato a lavorare con lui, tanta gente del mondo del tennis diceva che Rune era molto più avanti. Non si sa mai quanto ci si può migliorare. I ragazzi ci sono, ma poi devono fare dei passi importanti per arrivare da Jannik e Carlos. Musetti? In campo sta facendo qualcosa di diverso e ha vissuto un’ottima stagione. Il talento c’è, e sulla terra credo siano già tre anni che è pronto per poter fare un grandissimo risultato. Sull’erba aveva già fatto bene, e ora è in crescita sul cemento. Il potenziale lo ha».
    Sibillina la risposta di Vagnozzi alla domanda su cosa ha portato all’addio di Panichi appena prima di Wimbledon: “Lui e Badio hanno fatto un ottimo lavoro. Semplicemente Jannik ha optato per un’altra strada, ma non credo ci sia nulla di strano”.
    Il sogno di “Vagno” è lavorare ancora a lungo per Jannik: “Quest’anno l’obiettivo era vincere Wimbledon e ci siamo riusciti. Spero di continuare il più possibile con Jannik, vediamo quanto andremo avanti. In un futuro lontano, uno stimolo potrei trovarlo nel rifare la stessa cosa con un altro giocatore. Poi magari faccio 15 anni con Sinner e sarà lui il mio ultimo tennista. Lo spero. Grande Slam? Non è un obiettivo che ci siamo posti. È talmente difficile vincere uno Slam che non si può pensare di vincerne 4 senza muoversi un passo alla volta”.
    Siamo a quasi a fine anno e Cahill potrebbe essere vicino all’addio… Possibili sostituti? Così Vagnozzi: “Io penso e spero che Darren possa continuare, quindi non abbiamo pensato a nessuno al di fuori di lui. Al momento però non ci sono ufficialità”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Darren Cahill fa 60. Auguri al più grande ammiraglio del tennis moderno

    Darren Cahill

    Tanti, tantissimi auguri Darren Cahill! Il 2 ottobre 2025 l’australiano soffia 60 candeline sulla torta, lo farà attorniato dalla sua famiglia con un occhio a quel che succede a Shanghai, dove il suo pupillo Jannik Sinner è appena sbarcato per continuare la cavalcata vincente iniziata a Pechino in quest’autunno così impegnativo e ricco di sfide. Cahill è un personaggio unico e straordinario nel nostro piccolo mondo, dal 2022 felicemente entrato nel team del nostro Jannik Sinner a fianco di Simone Vagnozzi, ma guai a bollarlo come allenatore, o coach. Darren è qualcosa di diverso, è più un mentore, una guida sicura nella vita più che in campo perché in quel maledetto campo porti la tua vita con il sole e tutte le ombre, e solo sapendo affrontare i tuoi demoni, guardandoli in faccia e sfidandoli a testa alta puoi batterli e dare il tuo meglio in partita. Mi piace definirlo come il più grande Ammiraglio del tennis moderno, colui che dopo aver navigato tutti i mari della disciplina da giocatore e aver vissuto sulla propria pelle la gioia della vittoria e il dolore di sconfitte e infortuni, ha maturato un’esperienza così grande, un vissuto così profondo da riuscire a trasmetterlo ai suoi giocatori con un’empatia fuori dal comune. Chiunque ha conosciuto Cahill ne è uscito arricchito, diverso. Ogni tennista passato sotto la sua ala ha vinto, ha svoltato verso un futuro migliore.
    Migliorare è il “mantra” di Jannik, la parola più usata nel suo quotidiano, quella che pensa appena sveglio e anima la sua giornata; Darren ha elevato questo pensiero ad arte, donando sfumature diverse e più interessanti. Un esempio? Cahill è quello che spinge Jannik a provare tantissime attività extra tennistiche, perché correndo sul kart, andando in bici o solo passando tre ore alla sera montando pezzi di un kit Lego si ha una percezione diversa del mondo, di quel che si ha intorno, e anche di se stesso. Si stacca la spina dallo stress della disciplina, un tritacarne micidiale che ti spacca in quattro se non riesci a gestirlo con serena lucidità, e si riesce così a trovare un’armonia e sicurezza interiore che solo di racchette e impatti a tutta velocità non puoi trovare. Cahill alla fine non parla mica tanto, ma ascolta tantissimo e osserva. E trasmette. Parla quando è necessario farlo, e tocca i tasti più profondi di Sinner, riuscendo a dargli qualcosa di unico. È una benedizione che sia entrato nel team del nostro campione, è stato decisivo insieme a Vagnozzi a farlo maturare come uomo e concretizzare in partita i miglioramenti studiati e imparati in allenamento. È colui che ha preso di petto la terribile situazione del caso Clostebol ed è stato porto sicuro per Jannik e per tutti gli altri. Non è un caso che proprio Cahill è stato il primo a parlare alla tv negli Stati Uniti nell’agosto del 2024, appena prima di US Open, per far sentire la voce interna al team. Anche in quel momento sportivamente drammatico, la pacatezza, parole sicure e nette di Darren sono state fondamentali.
    Per raccontare qualcosa in più di Darren Cahill, riporto un passaggio a lui dedicato del libro “Jannik Sinner, Una Straordinaria Normalità”, pubblicato nel luglio 2024, dove riporto anche una piccola esperienza personale vissuta con Cahiil a Roland Garros. Pochi minuti, che mi hanno segnato in modo indelebile e custodisco gelosamente come una gemma scintillante.
    “Darren Cahill è molto più di un classico “super coach” per Jannik Sinner. È il collante di tutto il team per carisma e attitudine, persona attenta al dettaglio che conosce la vittoria e l’altissimo livello, vissuto sia da professionista che da coach. È una sorta di Re Mida, tutto quel che tocca diventa oro perché è bravo nello scegliere i cavalli giusti ed è perfetto nel fornire loro gli input necessari a tirar fuori il meglio e superarsi. L’australiano è stato un buonissimo professionista, ha raggiunto il numero 22 nella classifica in singolare con un tennis d’attacco figlio della scuola aussie, quella che predicava “chi arriva ultimo a rete paga da bere a tutti”. Il suo miglior risultato in uno Slam è stata la semifinale agli US Open del 1988, dove sconfisse Boris Becker e Aaron Krickstein prima di cedere al futuro campione Mats Wilander, quasi imbattibile in quel suo anno di gloria. A vederlo così pacato e riflessivo, con quello sguardo profondo e modi affabili, non penseresti mai che il suo storico soprannome sia “Killer”. Così lo racconta: «Quando avevo quindici o sedici anni, ero il ragazzo più piccolo della mia classe ma ero già un giocatore di tennis piuttosto bravo, e poiché battevo i ragazzi più alti e grandi di me mi fu affibbiato il soprannome di “Little Killer”. Quel nomignolo mi è rimasto addosso, poi senza “piccolo”, perché in un anno, quando ne avevo diciassette, sono cresciuto di circa venti centimetri, e tanto piccolo non ero più…». Classico humor in stile british, come i suoi modi garbati ed eleganti nell’esprimere concetti e opinioni.
    È il classico personaggio che lo guardi e ti attira, non ti lascia indifferente. È magnetico, trasmette energia e positività con calma e toni rassicuranti, ma trasuda anche carica oltre ad assoluta competenza. Ha guidato svariati campioni, gente con carattere forte, riuscendo a farsi ascoltare da ciascuno di loro e lasciando un segno indelebile. Tutti coloro che hanno avuto il privilegio di condividere con Darren il campo di allenamento e ascoltare le sue idee hanno migliorato il proprio tennis e la propria vita. È un vincente per natura, forte di una profonda conoscenza del gioco e dell’animo umano. Ha un carisma calmo, riesce con poche e mirate parole a toccare le corde dentro ai suoi assistiti, stimolarli nel profondo del proprio ego e aiutarli a vincere paure e incertezze. È una guida salda, una sorta di zio che ha girato il mondo e che riesce a trasmetterti non solo esperienze ma soprattutto nuove prospettive, facendoti vedere cose che non coglievi, aprendo il futuro a scenari differenti. Una persona posata ma tutt’altro che passiva, capace come pochi altri di leggere le situazioni di gioco e le dinamiche umane dell’atleta, analizzando con metodo e visione lo status quo e portando la sua sapienza al giocatore, affinché abbatta quelli che reputa essere i propri limiti. Cahill ha elevato grandi potenziali a campioni, e campioni a fuoriclasse.
    «Il nostro compito è continuare a spingerlo. È appena l’inizio della stagione, l’anno è ancora lungo ed è giusto ora godersi questo momento», afferma Darren subito dopo la vittoria agli Australian Open 2024, «ma quando torneremo su di un campo da tennis ci assicureremo di provare a fargli mantenere questo giusto atteggiamento, che è quel che serve per continuare a vincere». In queste poche parole è espresso alla perfezione il verbo dell’australiano: motivazione, autostima, positività e attitudine al miglioramento continuo. Le chiavi del successo, da raggiungere con un lavoro di squadra, serenità, programmazione e attitudine alla condivisione. «Affinché due allenatori lavorino bene insieme è necessario, prima di tutto, che siano disposti a collaborare, a inserire delle regole e a sostenersi a vicenda. E così è stato. Simone è la prima voce, il “main coach”, ed è per me un onore lavorare al suo fianco. Credo che tra venti o trent’anni ne parleremo come di uno dei migliori coach del circuito» racconta Cahill al «Corriere dello Sport». «Il 2022 è stato un anno di insegnamenti, seppur buono sotto il profilo dei risultati. Credo che Vagnozzi sia stata per Jannik manna dal cielo, perché tecnicamente è uno dei coach più preparati che abbia mai conosciuto. Il mio compito, avendo tanta esperienza nel circuito, è stato più quello di capire quale fosse la giusta direzione da intraprendere per il team ed essere sicuro che tutti la seguissero. Il mio ruolo riguarda più l’esperienza e come aiutarlo mentalmente in questi grandi momenti, e assicurarci che stiamo lavorando sulle cose giuste che alla fine lo porteranno dove vogliamo essere».
    Cahill ha vissuto la prima grande esperienza da coach prendendo un giovanissimo Lleyton Hewitt, esaltandone colpi difensivi e smussandone gli spigoli più acuti, portandolo al numero uno della classifica mondiale – allora il più giovane a riuscirci – e vincere due Slam. In seguito ha allenato Andre Agassi, portando logica e ordine al tennis spumeggiante ma spesso tatticamente poco flessibile dell’americano, che con lui visse anni straordinari e tornò in vetta alla classifica mondiale. Cahill entrò nell’Adidas Player Development Program dopo il ritiro di Agassi nel 2006, collaborando allo sviluppo di diversi talenti, tra cui Andy Murray, Ana Ivanovic, Fernando Verdasco, Daniela Hantuchova e Sorana Cirstea. Da questo programma è iniziata la sua collaborazione con Simona Halep, di cui è diventato coach principale alzando a dismisura il livello della rumena, portandola a vincere Roland Garros nel 2018 e in vetta al ranking WTA. Dopo qualche mese insieme all’americana Amanda Anisimova, nel giugno del 2022 ha affiancato Vagnozzi nel team Sinner. Riporto con piacere un aneddoto personale di Darren, che ho avuto il piacere di conoscere a Roland Garros 2010.

    È una giornata uggiosa al Bois de Boulogne, ma ricchissima di partite interessanti. Una di queste, cerchiata in rosso sul mio schedule cartaceo, è il secondo turno tra Fernando Gonzalez e Alexandr Dolgopolov. Due che più diversi non potrebbero essere, lontani in tutto, a creare un match potenzialmente esplosivo, visto il totale contrasto di stile tra la potenza bruta del cileno e i tocchi effimeri ed estemporanei dell’ucraino. In un campo 2 (purtroppo oggi abbattuto) strapieno, la partita la vince il “Dolgo” con una serie incredibile di tagli e tocchi, discese a rete in contro tempo e smorzate che fanno venire il mal di testa al cileno, tramortito in tre set. Per chi ama un tennis più pennellato che martellato è una goduria per gli occhi. La partita fila via rapida, c’è tempo prima del mio prossimo match, così mi soffermo sull’attiguo campo 3, dove la piccola tribuna dei giornalisti è di fatto la stessa riservata allo staff dei giocatori. Siamo nel corso del primo set tra Daniela Hantuchova e Yanina Wickmayer, altro match di discreto interesse, e non solo per l’avvenenza della slovacca. Resto sorpreso da come Daniela, tennista molto precisa ma non potente, riesce a colpire la palla con grande anticipo, spolverando letteralmente le righe col rovescio, sia cross che lungo linea. La belga ha due gambe fantastiche, si difende con vigore ma contro la progressione geometrica della rivale a tratti niente può. Dopo l’ennesima accelerazione vincente di Hantuchova, mi lascio scappare un «come le esce bene la palla dalle corde» in inglese. La persona seduta appena davanti a me si gira, mi guarda e mi dice: «È quello che le sto dicendo, continua a lasciar correre i colpi, sei perfetta quando colpisci». Con grande stupore, sotto quel cappellino da pescatore di color bruno non c’è uno spettatore qualsiasi o un collega di qualche testata accorsa a Parigi, ma Mr. Darren Cahill, che a Roland Garros segue anche Daniela. Approfitto della sua gentilezza estrema al cambio di campo per un paio di considerazioni su Hantuchova, le condizioni del campo e qualcos’altro ancora. Il gioco riprende, Cahill segue con attenzione il gioco e la sua assistita. Esco dal campo, ma qualche ora dopo, con Hantuchova uscita vittoriosa, ritrovo Cahill nella zona mista del Centrale, dove i giocatori arrivano per le interviste. Mi riconosce, ci salutiamo con altre due chiacchiere di grande cordialità sul tennis in generale. Se ne va insieme a lei, osservando Roger Federer che arriva troneggiando nel salone. Di questi pochi minuti condivisi con il coach custodisco gelosamente la sua viscerale passione per il gioco e anche la disponibilità a condividerla con un perfetto sconosciuto altrettanto innamorato del tennis come il sottoscritto”.
    Buoni 60, caro Darren! Che gli Dei del tennis custodiscano intatta la sua passione, visione e guida, per tantissime nuove avventure da vivere (e vincere) insieme.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Shanghai, Sinner cauto: “Condizioni nuove, ma pronto a dare il massimo”

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Dopo il trionfo al China Open di Pechino, Jannik Sinner è già arrivato a Shanghai, dove difenderà il titolo conquistato lo scorso anno. In conferenza stampa, l’azzurro ha parlato della sua condizione fisica, delle differenze tra i due tornei e delle sfide che lo attendono in questo Masters 1000.
    “È bellissimo essere tornato qui – ha esordito Sinner –. Questo è un torneo speciale, l’ultimo della stagione asiatica. Le condizioni sono molto diverse rispetto a Pechino, avrò solo una sessione di allenamento per adattarmi, quindi sarà difficile soprattutto all’esordio. Ma sono felice di giocare davanti ai tifosi di Shanghai, che mi hanno sempre dato un grande supporto”.
    Il campione altoatesino ha poi commentato i progressi mostrati nelle ultime settimane:“Non sono l’unico a cambiare: ogni giocatore cerca di aggiustare qualcosa nel proprio gioco. Noi abbiamo lavorato su alcuni colpi, alcuni sono migliorati, altri vanno ancora perfezionati. L’importante è avere tanti match per mettere in pratica ciò che stiamo provando. In generale, siamo contenti del lavoro fatto”.
    Sulla questione del calendario, più volte criticato da altri colleghi, Sinner ha mantenuto una linea equilibrata:“Il calendario è quello che è. Io non voglio criticare, ognuno fa le proprie scelte. L’anno scorso ho saltato alcuni tornei e penso sia stata la decisione giusta. Sta a noi capire le priorità: se vuoi giocare, giochi, altrimenti ti fermi e ti alleni. Io cerco sempre di scegliere ciò che è meglio per il mio corpo e la mia mente”.
    Un dato che ha colpito a Pechino riguarda la sua capacità di gestire i momenti delicati: 21 break point salvati su 26 nell’arco del torneo. “Non penso mai a queste statistiche durante il match – ha spiegato –. Cerco soltanto di fare la scelta giusta in quel momento. A volte funziona, altre no, ma l’importante è accettare anche l’errore e continuare a spingere”.
    Infine, una battuta sulle sue condizioni fisiche, dopo i piccoli problemi di stomaco accusati in settimana:“Sto bene, ero pronto già per la finale di Pechino e lo sono anche adesso. Qui però è più umido e caldo, vedremo come reagirà il mio corpo. Oggi mi riposerò, da domani penserò al debutto. I primi turni non sono mai facili, ma spero di mostrare un buon tennis”.
    Sinner è pronto dunque a difendere il trono di Shanghai, con la consapevolezza di avere addosso gli occhi del torneo e la fiducia di chi ha appena conquistato il suo ventunesimo titolo in carriera.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    La Legge di Sinner! Jannik vince l’ATP 500 Pechino, troppo solido e potente per il talento di Tien

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Una finale è sempre una partita da vincere e il modo migliore per vincerla è affidarsi ai pezzi forti del proprio repertorio: risposta, potenza, intensità, pressione e anche un servizio in grande spolvero nei momenti decisivi. È la differenza del campione, mentalmente fortissimo, quello che chiede il massimo al colpo più decisivo del gioco quando ne ha bisogno e riesce a performare su tutta la linea facendo sentire al “novellino” chi comanda le operazioni, senza titubanze, senza macchia. Campione vero è Jannik Sinner, bravo a giocare un tennis razionale, solido, potente e tatticamente ineccepibile nella finale dell’ATP 500 di Pechino e battere la sorpresa del torneo Learner Tien con un eloquente 6-2 6-2 in 72 minuti di partita, dominata dal primo all’ultimo punto dal n.2 del mondo. Il teenager californiano, guidato da qualche mese da Michael Chang, è tennista di raro talento, bravissimo a governare gli angoli e coprire il campo con anticipo e visione geometrica, ma poco ha potuto sulla prepotenza in spinta dell’azzurro, che ha servito bene e ha brillato in risposta, andando a prendersi spazio e tempo per comandare. Netta la differenza di potenza e intensità tra i due giocatori nello scambio, con l’italiano superiore in ogni situazione di gioco, in particolare servizio e risposta, dove ha scavato il solco con l’avversario e si preso un vantaggio capitalizzato con lucidità e visione. È il 21esimo titolo in carriera per l’italiano e terzo dell’anno, dopo Australian Open e Wimbledon.
    Sinner è esattamente il tipo di tennista che Tien soffre perché il pusterese ha nella borsa tutti i trucchi andare sopra a quelli dall’americano e così depotenziarne le armi, dai colpi d’inizio di gioco a una copertura del campo eccellente, sostenuta da fondamentali di maggior potenza e grande profondità. Jannik, da campione, ha iniziato la finale come i campioni fanno: si spinge subito a tutta, per mettere immediatamente in chiaro i rapporti di forza e allo stesso tempo far sentire al giovane avversario chi comanda. Break immediato per Sinner, e da lì in avanti è stata una sinfonia di potenza e qualità, con un diritto in grandissimo spolvero e anche il lungo linea, già terribilmente efficace in semifinale e confermato anche oggi come soluzione eccellente per prendersi un vantaggio. Jannik ha chiuso l’incontro con 24 vincenti a fronte di 16 errori (11-18 per Tien), e servendo due prime palle in campo su tre, col il 77% di resa, oltre a un ottimo 56% con la seconda, e annullando senza tremare le due palle break concesse. Ma i numeri non riescono a spiegare il metro della differenza tra i due giocatori ammirata nella finale di Pechino.
    C’è stata una differenza sostanziale tra Jannik e Learner, di potenza e intensità, un gap che le geometrie sapienti dell’americano non sono riuscite a colmare se non in rare occasioni. Probabilmente nelle gambe di Tien c’era ancora la fatica della durissima semifinale vinta contro Medvedev e di un intero torneo per lui meraviglioso ma impegnativo; solo arrivando costantemente in anticipo il suo tennis può performare al massimo e oggi c’è riuscito raramente perché la combinazione di potenza e profondità dei colpi di Sinner è stata difficile da contenere. La sensazione è che Tien abbia capito ben presto che oggi c’era poco da fare, ma ottima è stata la sua attitudine in campo. Learner è – Nomen omen – colui che impara… In tutta la partita non si è fatto prendere dallo scoramento di un match in cui è andato subito sotto e mai si è avuta la sensazione che potesse ribaltare; al contrario ha approfittato dell’occasione di confrontarsi contro colui che è stato n.1 per 65 settimane di fila per studiare il suo tennis, provare soluzioni a velocità e ritmo sconosciute e vivere situazioni di gioco per capire fino a dove potesse spingersi. Ha selezionato colpi non banali, provando a restare nella partita cambiando angoli, arrotando di più i colpi e quindi lasciando partire improvvise accelerazioni lungo linea col diritto, che in alcune fasi hanno sorpreso l’italiano. Bravo anche a buttarsi avanti e sfidare il passante di rovescio di Jannik. C’ha provato e nonostante lo score finale sia per lui severo, Tien non è affatto dispiaciuto. Con la poca potenza dei suoi colpi, farà sempre fatica, tantissima fatica contro un “muro” come Sinner, ma Learner è davvero un bell’acquisto per il tennis dei grandi, ha un gioco interessante e in campo sta benissimo.
    Nel corso del match è anche calato al servizio Tien e così gioco facile ha avuto Sinner nell’entrare come una F1 in risposta e scappare via troppo veloce, troppo intenso. Jannik ha cercato poco o niente le “variazioni” di cui ha parlato dopo US Open. Una finale, come scritto nell’attacco, è da vincere più che giocare e quindi si va di conserva, di certezze. Bene ha fatto Sinner, rischiando poco in un tennis di pressione con discreto margine, rare le occasioni in cui ha perso ritmo o la misura dei colpi, mai una scelta sbagliata. Quando Tien è riuscito a comandare, Sinner ha tenuto con classe e spesso ha ribaltato la situazione a suo favore calibrando la difesa e preparando l’attacco. Una buona partita che chiude un torneo ben disputato, non sempre giocando al massimo ma nemmeno si può pretendere che dia il 100% in ogni punto.
    Una vittoria importante che gli porta 500 punti. Ha rosicchiato qualcosa ad Alcaraz e tiene viva la possibilità di chiudere l’anno da n.1. Sarà difficilissimo, forse quasi impossibile col fardello dei tre mesi out (con 4 M1000 persi…), ma sicuramente Jannik ci proverà, a partire dalla difesa del titolo dell’anno scorso a Shanghai.
    Marco Mazzoni

    La Cronaca
    La finale dell’ATP 500 di Pechino inizia con un doppio fallo di Tien. Quindi si scambia e l’intensità e potenza di Sinner “sfondano” la resistenza dell’americano. 0-30. Troppo corto nel palleggio Learner, la sua palla rimbalza appena al di là della riga del servizio ed è comodo per Jannik scatenare il suo ritmo e potenza. Con due diritti vincenti dal centro, lo score è 0-40, tre palle break immediate per l’italiano. Sinner sfrutta la terza, con un altro scambio condotto con potenza e margine, Tien non regge sbagliando un diritto dopo una quindicina di colpi. BREAK che manda subito al comando l’azzurro. È partito davvero forte Jan, arriva il primo Ace da sinistra, nell’angolino esterno a 209 km/h, e quando scatena il diritto in progressione è in grande difficolta Tien a reggere. Non va invece la prima palla corta (sul 40-15), ma stuzzicare Learner sulla rapidità non è scelta efficace… 2-0 Sinner. Tien trova il primo gran vincente del match, uno splendido diritto lungo linea in corsa talmente preciso che muore all’incrocio delle righe. Sente però la pressione della risposta di Sinner, tanto da commettere un altro doppio fallo. È necessario per lui chiedere il massimo della velocità ai suoi colpi perché di pura geometria non riesce a crearsi spazi, vista la velocità e potenza di Sinner. Grazie ad un paio di errori di Jannik, Tien muove lo score (2-1). Sinner dispone agevolmente del suo secondo turno di turno di battuta, 3-1, e quindi continua a martellare in risposta con la risposta, un colpo che gli dà un’enorme vantaggio sul campo e manda in crisi la battuta del teenager americano. Tien infatti commette un altro doppio sul 15-30, è evidentemente bloccato con la seconda di servizio e… finisce per giocare una prima palla troppo sicura sul 15-40, va a nozze Sinner con una risposta potente e via a avanti a prendersi il punto del doppio BREAK. 4-1 Jannik, saldamente al comando dopo 18 minuti dominati in lungo e in largo. Forte del doppio vantaggio, Sinner si distrae un attimo e Tien riesce ad entrare nella palla dell’italiano. Brutto l’errore di rovescio (scarico di gamba) che porta il sesto game ai vantaggi. Rimedia con un Ace al T a 210 km/h, quando ha bisogno di punto, ecco che chiede alla battuta e il colpo risponde “presente”. Ha bisogno di un altro Ace e quindi un servizio all’angolo per chiudere il game più scomodo della partita, per il 5-1. Tien trova più velocità al servizio e soprattutto è deciso nell’entrare nel campo, attaccare per non essere “stritolato” dalla pressione dell’azzurro, il rischio paga e vince un altro game, 5-2. Sinner va a servire per il set e il game fila via liscio, spinta potente e con margine con diritto e rovescio, l’americano non regge questa pressione, potenza e intensità. 40-0 e Tre Set Point. Doppio fallo sul primo, seconda palla un po’ troppo vivace; Ace da destra sul secondo, il quinto del match. 6-2, 34 minuti di assoluto controllo. Superiore in tutto Jannik, e un buon 60% di prime palle in campo a sostenere una spinta poderosa, troppo per Tien.
    Tien parte al servizio nel secondo set e trova un bel game, aggressivo e solido. Sinner invece inizia il suo primo turno con un nastro che gli porta via un diritto d’attacco, quindi si fa sorprendere da un bel diritto lungo linea di Learner, 15-30. Dopo un bel rovescio cross, ne spedisce malamente in rete uno scambio, forse un calo di attenzione con Tien invece più aggressivo, a tutto braccio. 30-40, c’è una palla break per l’americano. Non perdona Jan, servizio potente a T e diritto da metà campo che è quasi uno smash. Segue un’altra prima palla potente e quindi l’Ace da sinistra sul vantaggio. Quando ha bisogno, il servizio c’è e l’altro non la tocca nemmeno. 1 pari. La rimonta nel game ha ri-attivato Sinner: due risposte una meglio dell’altra, Tien va fuori posizione e sbaglia, 0-30. Bravo Learner a vincere un bel braccio di ferro, raro punto ottenuto sul territorio del rivale, la spinta in progressione. Davvero ottimo il momento di Tien, ne vince altri tre di punti per niente banali, attaccando col contro piede, poi un angolo strettissimo e quindi una smorzata ottima, soluzioni che mettono in vetrina la sua manualità da campione. Applausi (2-1). Nessun problema per Sinner al servizio, ben due Ace e via, 2 pari. Il quinto game inizia con uno scambio di ritmo micidiale, la palla corre come impazzita ed è magnifica l’accelerazione lungo linea di rovescio di Sinner che lascia immobile Tien, esecuzione suprema. Il californiano si sente – giustamente – sotto pressione e commette un doppio fallo, gli costa il 15-30. Sinner sale in cattedra: risposta profondissima, gli apre il campo e si prende il punto con una bordata di diritto lungo linea che muore quasi sulla riga. Tien è bloccato, teme la risposta dell’italiano e il secondo doppio fallo del game gli costa il BREAK che manda avanti Jannik 3-2 e servizio. Al cambio di campo lo sguardo dell’americano è tutto un programma, è allibito dalla prepotenza dell’italiano, troppo bravo a prendersi il vantaggio proprio nel momento migliore del rivale. Tien è bravo a non cedere, anzi, rilancia. Sinner sbaglia un paio di colpi, brutto un diritto per lui banale sul 40-30, e ai vantaggi concede una chance del contro break. Sotto pressione, l’italiano si affida alle certezza: prima palla sicura in campo, diritto potente nell’angolo e smash comodo. Col decimo Ace si prende il vantaggio e chiude un game non facile con un’altra battuta al centro, al corpo, la risposta di Tien vola via. 4-2 Sinner. Learner è decisamente sotto, ma è bravo ad approfittare della partita, dell’occasione di confrontarsi contro un campione come Sinner, per provare schemi offensivi e colpi, nonostante la difficoltà del reggere la risposta dell’italiano. Ci prova, attacca, apre l’angolo, fa tutto quel che può al suo meglio, ma Sinner fa tutto ancora meglio, con maggior potenza e intensità. Un doppio fallo porta il game sul 30 pari, e Sinner tira un passante di rovescio lungo linea perfetto. Chance del doppio break. Tien non mette la prima palla e Jannik, comanda il palleggio con traiettorie profondissime, sposta tutto a destra Tien che alla fine sbaglia col rovescio. BREAK, che intensità l’italiano, serve per il titolo sul 5-2. Servizio, diritto, pressione dal centro, Jannik si porta agilmente 40-0 a Tre Championships Point. Bravo Tien ad aprire l’angolo a tutta sul primo, e pure sul secondo, diritto vincente su di una palla più corta dell’italiano, rarità nella partita. Con una seconda di servizio carica a mille di spin, Sinner sbaraglia la risposta di Learner. Finisce qua, bella partita dominata da Jannik dal primo all’ultimo punto. Ma davvero bravo anche Tien, è un tennista di talento in grandissima ascesa. Torna a vincere un torneo Jannik da Wimbledon, l’autunno “caldo” di Jannik è appena iniziato. E gli ultimi due anni ci hanno insegnato quanto JS sia performante in questa fase di stagione.

    Jannik Sinner vs Learner Tien ATP Beijing Jannik Sinner [1]66 Learner Tien22 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 40-305-2 → 6-2L. Tien 15-0 15-15 30-15 30-30 df 30-404-2 → 5-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 ace 40-40 40-A 40-40 A-40 ace3-2 → 4-2L. Tien 0-15 15-15 15-30 df 15-40 df2-2 → 3-2J. Sinner 15-0 30-0 ace 40-0 ace1-2 → 2-2L. Tien 0-15 0-30 15-30 30-30 40-301-1 → 1-2J. Sinner 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 ace0-1 → 1-1L. Tien 15-0 30-0 40-00-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 ace5-2 → 6-2L. Tien 0-15 15-15 15-30 30-30 40-305-1 → 5-2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 ace 40-40 A-404-1 → 5-1L. Tien 0-15 15-15 15-30 15-40 df3-1 → 4-1J. Sinner 15-0 30-0 ace 40-02-1 → 3-1L. Tien 15-0 15-15 df 30-15 40-152-0 → 2-1J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 ace 40-301-0 → 2-0L. Tien 0-15 df 0-30 0-40 15-40 30-400-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    ATP 500 e WTA 1000 Pechino: I risultati completi con il dettaglio delle Finali e degli Ottavi di Finale. In campo Sinner vs Tien finale del torneo di Pechino (LIVE)

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    WTA 1000 e ATP 500 Beijing (🇨🇳 Cina) – Finali M – Ottavi di Finale F, cemento

    Capital Group Diamond – ore 05:30Karen Khachanov / Andrey Rublev vs Harri Heliovaara / Henry Patten ATP Beijing Karen Khachanov / Andrey Rublev638 Harri Heliovaara / Henry Patten [3]4610 Vincitore: Heliovaara / Patten ServizioSvolgimentoSet 3H. Heliovaara / Patten 0-1 ace 1-1 2-1 3-1 3-2 4-2 5-2 5-3 5-4 6-4 6-5 6-6 7-6 8-6 9-6 ace 9-7 9-8ServizioSvolgimentoSet 2H. Heliovaara / Patten 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-403-5 → 3-6K. Khachanov / Rublev 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-403-4 → 3-5H. Heliovaara / Patten 15-0 30-0 40-03-3 → 3-4K. Khachanov / Rublev 15-0 ace 30-0 40-02-3 → 3-3H. Heliovaara / Patten 0-15 0-30 15-30 30-30 40-302-2 → 2-3K. Khachanov / Rublev 15-0 15-15 30-15 30-30 40-301-2 → 2-2H. Heliovaara / Patten 15-0 15-15 15-30 30-30 40-301-1 → 1-2K. Khachanov / Rublev 15-0 ace 30-0 40-0 ace0-1 → 1-1H. Heliovaara / Patten 0-15 15-15 30-15 ace 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1K. Khachanov / Rublev 15-0 ace 30-0 40-0 ace5-4 → 6-4H. Heliovaara / Patten 15-0 30-0 40-0 40-155-3 → 5-4K. Khachanov / Rublev 15-15 30-15 40-154-3 → 5-3H. Heliovaara / Patten 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-403-3 → 4-3K. Khachanov / Rublev 15-0 30-0 30-15 40-15 ace2-3 → 3-3H. Heliovaara / Patten 15-0 15-15 15-30 30-30 40-302-2 → 2-3K. Khachanov / Rublev 15-0 15-15 30-15 40-151-2 → 2-2H. Heliovaara / Patten 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 ace1-1 → 1-2K. Khachanov / Rublev 0-15 15-15 30-15 40-150-1 → 1-1H. Heliovaara / Patten 15-0 30-0 40-0 ace0-0 → 0-1

    Jannik Sinner vs Learner Tien (Non prima 08:00)ATP Beijing Jannik Sinner [1]• 305 Learner Tien02ServizioSvolgimentoSet 1L. Tien 0-15 15-15 15-30 30-30 40-305-1 → 5-2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 ace 40-40 A-404-1 → 5-1L. Tien 0-15 15-15 15-30 15-40 df3-1 → 4-1J. Sinner 15-0 30-0 ace 40-02-1 → 3-1L. Tien 15-0 15-15 df 30-15 40-152-0 → 2-1J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 ace 40-301-0 → 2-0L. Tien 0-15 df 0-30 0-40 15-40 30-400-0 → 1-0

    Iga Swiatek vs Emma Navarro (Non prima 13:00)Il match deve ancora iniziare
    Marta Kostyuk vs Jessica Pegula Il match deve ancora iniziare

    Lotus – ore 08:30Anastasia Potapova vs Linda Noskova WTA Beijing Anastasia Potapova151 Linda Noskova [26]• 300ServizioSvolgimentoSet 1Linda Noskova 15-0 15-15 30-15Anastasia Potapova 15-0 15-15 30-15 40-150-0 → 1-0

    Mirra Andreeva vs Sonay Kartal Il match deve ancora iniziare
    Priscilla Hon / Karolina Muchova vs Asia Muhammad / Demi Schuurs Il match deve ancora iniziare LEGGI TUTTO

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    Carlos Alcaraz: Otto Titoli, 13 Milioni e un bonus che rischia di sfumare

    Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

    Carlos Alcaraz è molto più di un fenomeno sportivo: è una vera e propria macchina da soldi. Al di là dei suoi milionari contratti pubblicitari con marchi come Nike, Rolex e Louis Vuitton, i premi in denaro conquistati durante questa straordinaria stagione 2025 confermano che il talento murciano sta costruendo un impero finanziario parallelo alla sue sorti in campo.
    Una Stagione da Record: Otto Titoli e 13 Milioni di EuroLa stagione 2025 di Carlos Alcaraz è semplicemente strepitosa: otto titoli che includono tre ATP 500 (Rotterdam, Queen’s e Tokyo), tre Masters 1000 (Montecarlo, Roma e Cincinnati) e, ciliegina sulla torta, due Grand Slam. Ma i numeri non si fermano qui: le finali raggiunte a Wimbledon e Barcellona, la semifinale di Indian Wells e i quarti di finale a Doha e agli Australian Open hanno trasformato questa stagione in un vero e proprio jackpot.Il bottino totale? 16 milioni di dollari, pari a circa 13 milioni di euro di soli prize money, senza contare gli introiti derivanti dalle sponsorizzazioni e dai contratti commerciali che farebbero impallidire qualsiasi investitore di Wall Street.
    Il Finale di Stagione: Ancora Margini di CrescitaOsservando il livello che il campione spagnolo sta esprimendo nel rush finale della stagione, gli esperti sono unanimi: il contatore continuerà a salire. Nonostante il forfait dell’ultimo momento al torneo di Shanghai – una decisione precauzionale per gestire al meglio le energie – ad Alcaraz restano ancora due appuntamenti cruciali: il prestigioso Masters 1000 di Parigi-Bercy e il grande finale delle ATP Finals a Torino.
    I Bonus Milionari: Matematica e DenaroLa straordinaria regolarità dimostrata nel circuito ha già assicurato ad Alcaraz un primo premio garantito: un milione di dollari come bonus per essere stato il tennista più prolifico negli ATP 500 del 2025. Un riconoscimento alla sua costanza e alla capacità di eccellere anche nei tornei di categoria intermedia, spesso trascurati dai big del circuito.Ma il vero tesoro nascosto si cela nei Masters 1000. Con tre titoli conquistati e un totale di 3.410 punti accumulati in questa categoria di tornei, Alcaraz domina la classifica speciale con un vantaggio schiacciante: quasi 1.500 punti su Jack Draper (secondo, ma con la stagione già conclusa) e 1.750 punti su Lorenzo Musetti, attualmente terzo. Il premio in palio? La bellezza di 4,5 milioni di euro.
    Il Duello con Sinner: Soldi e Prestigio in GiocoLa trama si complica – e si arricchisce – con l’ingresso in scena di Jannik Sinner. Il numero due del mondo ha vissuto una stagione travagliata: la sospensionelo ha costretto a saltare i Masters 1000 di Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid. Finora l’altoatesino conta “solo” due finali (Roma e Cincinnati) per un totale di 1.300 punti, ben 2.310 in meno rispetto ad Alcaraz.Tuttavia, la matematica del tennis è implacabile: una vittoria a Shanghai varrebbe 1.000 punti, riducendo il gap a soli 2.000 punti. E con ancora 2.500 punti in palio (1.000 a Parigi-Bercy e 1.500 alle ATP Finals), la battaglia è tutt’altro che conclusa. Non si tratta solo di determinare chi chiuderà l’anno da numero uno mondiale, ma anche di una vera e propria guerra economica da 4,5 milioni di euro.
    La Trappola delle Penalità: Quando Vincere Non BastaQui emerge però il lato oscuro del regolamento ATP: ogni Masters 1000 saltato comporta una penalità del 25% sul bonus finale. Nel caso di Alcaraz, che ha rinunciato al Mutua Madrid Open, all’ATP del Canada e ora a Shanghai, la riduzione è draconiana: 75% in meno. Tradotto in cifre, i potenziali 4,5 milioni di dollari si ridurrebbero a poco più di un milione.La situazione di Sinner è ancora più paradossale: con cinque Masters 1000 saltati (quattro per squalifica, uno per scelta), anche dovesse raggiungere il primato in punti, non riceverebbe un solo centesimo del bonus milionario. Un caso che mette in luce le contraddizioni di un sistema che penalizza duramente le assenze, indipendentemente dalle motivazioni.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO