More stories

  • in

    L’ITIA lancia nuovi programmi di supporto per i giocatori

    L’ITIA lancia nuovi programmi di supporto per i giocatori

    L’International Tennis Integrity Agency (ITIA) ha annunciato oggi un nuovo pacchetto di iniziative pensato per offrire sostegno ai tennisti coinvolti in indagini legate ai programmi Anti-Doping e Anti-Corruzione.Il progetto, attivo da subito in via sperimentale, introduce una serie di misure a tutela degli atleti, tra cui assistenza economica per analisi di laboratorio, consulenza psicologica riservata con professionisti indipendenti e supporto legale gratuito.In particolare, i giocatori che hanno ricevuto una notifica di Adverse Analytical Finding a seguito di un controllo antidoping potranno contare su un contributo economico fino a 5.000 dollari per testare integratori o farmaci presso laboratori accreditati WADA, oppure per indagini su possibili contaminazioni alimentari, come nel caso di carne trattata.Parallelamente, chi si trova al centro di un procedimento per presunte violazioni dei programmi Anti-Doping o Anti-Corruzione potrà accedere a un percorso di sostegno psicologico in collaborazione con Sporting Chance, organizzazione specializzata nell’assistenza alla salute mentale degli atleti professionisti.
    Sul fronte legale, Sport Resolutions – l’organismo indipendente che gestisce i tribunali sportivi in materia antidoping – ha ampliato il proprio schema di assistenza gratuita: il supporto pro-bono sarà disponibile già dal momento della prima positività a una sostanza vietata, e non più soltanto nella fase successiva all’incriminazione.Il programma resterà in vigore fino al termine del 2026, quando sarà oggetto di revisione.Karen Moorhouse, CEO dell’ITIA, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa:“Chiunque si trovi coinvolto in un’indagine antidoping o anticorruzione ha diritto a difendersi e a spiegare la propria posizione. Siamo consapevoli che questo percorso comporti costi sia economici sia emotivi. Nessun giocatore inizia a colpire una pallina da bambino con un altro obiettivo che non sia giocare. Le persone finiscono in queste situazioni per molte ragioni, e indipendentemente dall’esito finale del caso, meritano comunque qualcuno con cui confrontarsi.”
    Nel dettaglio, il pacchetto di misure comprende:Fino a 5.000 dollari per test di integratori o farmaci presso laboratori WADA.Fino a 5.000 dollari per indagini su potenziali contaminazioni alimentari.Supporto legale gratuito per i casi antidoping già dal primo test positivo.Accesso a sei sedute di counselling riservato attraverso Sporting Chance.L’ITIA, organismo indipendente creato dai membri del tennis professionistico, ribadisce così il proprio impegno a salvaguardare l’integrità e la trasparenza dello sport.
    Enrico Milani LEGGI TUTTO

  • in

    ITIA: cinque squalifiche secondo il Tennis Anti-Corruption Program (tra cui un giudice di sedia italiano)

    L’Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis (ITIA) ha annunciato oggi con un comunicato la sanzione di cinque persone per violazioni del Programma Anticorruzione del tennis (TACP), tutte relative alle scommesse. Tra questi figura anche un italiano, Francesco Totaro, ufficiale di livello nazionale, colui che dei cinque ha ricevuto la sanzione più severa. Totaro è stato squalificato a vita e subisce una multa di 15.000 dollari, era già stato sospeso, in attesa del giudizio definitivo. Secondo quanto rilevato nell’inchiesta a suo carico, “tra il 2019 e il 2023 Totaro si è reso responsabile di nove infrazioni, tra cui la manipolazione dei dati del punteggio a fini delle scommesse, il favoreggiamento del betting, puntate dirette sul tennis, mancata collaborazione con l’ITIA e falsa dichiarazione”, si legge nel comunicato. “Totaro non ha contestato le accuse, ma ha chiesto che la sanzione fosse stabilita da un giudice indipendente. La decisione è stata emessa l’11 agosto 2025 dall’Anti-Corruption Hearing Officer, l’Onorevole Jack Forrest KC”.
    Il secondo soggetto squalificato è il giudice uzbeko Murod Abdurakhimov, operante a livello nazionale, sanzionato con una sospensione di 20 anni e una multa di 30.000 dollari. L’ITIA lo ha ritenuto responsabile di violazioni del TACP commesse in occasione di sette incontri disputati tra il 2019 e il 2021: tra le violazioni contestate figurano il favoreggiamento delle scommesse, la manipolazione dei dati di punteggio a fini di betting e il complotto per commettere reati di corruzione. Per Abdurakhimov, il periodo di ineleggibilità è scattato il 7 agosto 2025, data della sentenza, e terminerà il 6 agosto 2045.
    Sanzionato anche il tennista polacco Artsiom Dabryian, 32 anni, fermato per tre anni e multato di 4.500 dollari. Le violazioni contestate riguardano il biennio 2023-2024 e includono il favoreggiamento delle scommesse, la manipolazione dei risultati e la mancata collaborazione con l’inchiesta dell’ITIA.
    Il quarto soggetto sanzionato è il tennista marocchino Imran Sibille, 23 anni, già fermato per un mese nel 2025 nell’ambito del TADP. Sibille ha accettato una squalifica di un anno e una multa di 10.000 dollari (di cui 7.500 sospesi). La decisione è arrivata dopo le segnalazioni di match sospetti che avevano fatto scattare un’indagine dell’ITIA. Sibille, che a gennaio 2024 aveva toccato la miglior classifica della carriera al numero 1433 del ranking mondiale, ha ammesso di aver truccato un incontro e di non aver denunciato un ulteriore tentativo di corruzione nel 2022. La sospensione è entrata in vigore il 21 luglio 2025 e terminerà il 20 luglio 2026.
    Quinto e ultimo soggetto squalificato è il giocatore francese Luc Fomba, 26 anni, fermato per due mesi e multato di 5.000 dollari (di cui 2.500 sospesi). L’ITIA lo ha riconosciuto colpevole di due violazioni del TACP, commesse nel 2022 e nel 2023: non aver denunciato il sospetto che un altro giocatore avesse truccato un incontro nel 2022 e non aver segnalato un successivo tentativo di corruzione da parte dello stesso individuo l’anno seguente. Per Fomba, il periodo di ineleggibilità è scattato il 15 agosto 2025, data della decisione scritta, e terminerà il 14 ottobre 2025.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    ITIA: Max Purcell ha accettato una sospensione di 18 mesi per violazione del codice anti doping (si è sottoposto ad infusioni oltre i limiti consentiti)

    Max Purcell

    Dopo la sospensione provvisoria, è arrivata la squalifica per Max Purcell. Il tennista australiano, come comunicato da ITIA (International Tennis Integrity Agency) ha accettato una sospensione di 18 mesi ai sensi del Programma Antidoping del Tennis (TADP). Il 27enne, ex n.8 nel ranking mondiale di doppio nel settembre 2024 e buon tennista anche in singolare con un gioco molto offensivo, “ha ammesso di aver violato l’Articolo 2.2 del TADP (uso di un Metodo Proibito) ricevendo infusioni endovenose di oltre 500 ml il 16 e il 20 dicembre 2023. Il limite previsto dal Codice Mondiale Antidoping e dal TADP è di 100 ml in un periodo di 12 ore”, si legge nel comunicato.
    “L’ITIA ha inviato al giocatore una notifica di potenziale violazione delle norme antidoping (ADRV) il 12 dicembre 2024 e lo stesso giorno il giocatore ha richiesto di sottoporsi a una sospensione provvisoria volontaria, con effetto immediato. A seguito di un’indagine completa da parte di ITIA, che ha incluso la raccolta di prove e colloqui con il giocatore, Purcell ha ammesso le violazioni. La piena collaborazione del giocatore e la condivisione delle informazioni con ITIA hanno permesso una riduzione del 25% della sanzione”. La squalifica quindi sarebbe stata di due anni, ma ridotta grazie alla piena collaborazione del tennista.
    Leggendo l’intero testo relativo al caso, nell’indagine è stata decisiva la raccolta di informazioni sul cellulare. Infatti al punto 9.2 del comunicato di ITIA si legge che “Il 16 dicembre 2023, due giocatori si sono scambiati messaggi relativi a una “seduta di idratazione” presso una clinica medica e, intorno alle 15:45, il Giocatore ha inviato messaggi al Giocatore 2 confermando di aver ricevuto un’infusione; i due giocatori si sono scambiati diversi altri messaggi quel giorno relativi all’infusione. Questi messaggi indicano che: (i) il Giocatore ha chiesto al personale della clinica di non conservare le ricevute relative alla sua infusione; (ii) il giocatore ha discusso i modi in cui avrebbe potuto giustificare la ricezione di infusioni, inclusa la finta malattia; e (iii) il giocatore ha successivamente verificato se l’infusione fosse vietata o meno ai sensi del Codice WADA (in particolare, se fosse l’ingrediente stesso o l’acqua a essere rilevante per il limite di 100 ml entro 12 ore). La rilevanza di questi messaggi è affrontata di seguito nella Sezione III.A.”
    “Il tempo trascorso in base alla sospensione provvisoria volontaria viene conteggiato nel periodo di squalifica. Pertanto, la sospensione di Purcell terminerà l’11 giugno 2026. Il giocatore perderà inoltre i risultati e i premi in denaro dalla data del suo primo avvertimento (16 dicembre 2023) al primo successivo campione negativo del controllo antidoping, fornito il 3 febbraio 2024”.
    L’amministratore delegato di ITIA, Karen Moorhouse, ha così commentato la vicenda di Purcell: “Questo caso non riguarda un giocatore risultato positivo a una sostanza proibita, ma dimostra che le norme antidoping hanno una portata più ampia. Dimostra inoltre che ITIA prende in considerazione informazioni provenienti da diverse fonti con l’obiettivo primario di proteggere tutti coloro che sono coperti dalle norme antidoping del tennis e garantire parità di condizioni per tutti”.
    Purcell fino all’11 giugno 2026 non potrà giocare, allenare o presenziare a qualsiasi evento di tennis professionistico.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    La dura accusa di PTPA a Sinner

    Jannik Sinner. n.1 ATP

    Nelle 163 pagine che compongono il durissimo atto d’accusa della PTPA contro tutti i soggetti che governano il tennis professionistico (ATP, WTA, ITF e ITIA) e che hanno portato il sindacato fondato da Djokovic e Pospisil a promuovere un’azione legale contro questi organi, c’è un capoverso che attacca direttamente e senza mezzi termini anche il più forte tennista al mondo, Jannik Sinner. Al punto n.254 infatti viene citata ITIA per aver gestito in modo discutibile il caso Clostebol di Sinner, sottolineando che l’italiano è stato favorito poiché non si era mai espresso contro il “Cartello”, ossia ATP, ITF, ecc.
    Questo il testo riportato nel comunicato.
    “L’ITIA ha dimostrato nell’agosto 2024 che il suo approccio autoritario è arbitrario e selettivo. Quel mese, l’ITIA ha annunciato che Jannik Sinner, il giocatore più quotato dell’ATP Tour, era risultato positivo due volte a uno steroide anabolizzante vietato all’inizio di quella stagione. A differenza della sua tenace ricerca di altri giocatori, tuttavia, ha accettato la spiegazione di Sinner secondo cui il suo fisioterapista aveva applicato accidentalmente una sostanza vietata sulla pelle di Sinner durante il trattamento. Come risultato della sua immediata accettazione, l’ITIA ha concluso che Sinner non aveva “alcuna colpa o negligenza” per il suo test positivo e gli ha permesso di competere negli US Open del 2024, che Sinner ha vinto. Non c’è stata alcuna indagine che si sia trascinata per oltre un anno su un giocatore di spicco che non aveva espresso alcun problema con il cartello“.

    È un attacco senza precedenti da parte del “Sindacato giocatori” contro il n.1 della disciplina. Documento tra l’altro sottoscritto dai seguenti colleghi: Vasek Pospisil, Nicholas Kyrgios, Anastasia Rodionova, Nicole Melichar-Martinez, Saisai Zheng, Sorana Cîrstea, John-Patrick Smith, Noah Rubin, Aldila Sutjiadi, Varvara Gracheva, Tennys Sandgren, and Reilly Opelka, e “per conto proprio e di tutti gli altri in situazioni simili”.
    È corretto rilevare che Andy Roddick in una recente puntata nel suo podcast ha chiesto al direttore esecutivo della PTPA Ahmad Nassar chi fossero gli iscritti al sindacato, se vi fosse un registro con i documenti di ciascuno; la risposta di Nassar fu evasiva: affermò che non è richiesta una iscrizione formale e non c’è un elenco preciso di chi ha aderito al sindacato ma sono “la maggioranza dei tennisti”, frase questa oggettivamente assai opinabile e che lascia enormi interrogativi su chi realmente siano “i 300 e oltre giocatori che hanno sostenuto l’azione legale”, come scritto su X da Vasek Pospisil. Sarà interessante, per questo, il Miami Open dove tutti i migliori – uomini e donne – sono presenti al torneo e di sicuro la stampa non mancherà di chiedere conto di questa cosa.
    Tornando brevemente all’attacco di PTPA all’operato di ITIA e quindi anche a Jannik Sinner, si rilevano due importanti incongruenze su quanto viene scritto nel punto 254 e quello che è realmente accaduto sulla vicenda del nostro Campione dopo la positività al Clostebol.  Nel documento emesso da PTPA si legge che ITIA averebbe “…its immediate acceptance…” (…) “There was no investigation…” Questi due elementi non corrispondono a quanto accaduto: ITIA infatti ha avviato immediatamente un procedimento disciplinare secondo le regole stabilite dalle normative che regolano la sua azione a tutela dello sport, ascoltando la versione di Sinner, verificandola con legali e periti e quindi accettando la tesi dell’italiano, tanto da non rendere pubblica la positività (come previsto da regolamento WADA e ITF); quindi è scattata una indagine più approfondita con la convocazione di un procedimento presso una corte indipendente – Sport Resolution – che avvalendosi dei migliori periti su piazza (prof. Cowan tra questi, ex direttore dell’agenzia antidoping ai Giochi Olimpici) ha deliberato l’assoluzione di Sinner poiché la positività è avvenuta in modo inconsapevole e accidentale, senza colpa e negligenza. È una differenza sostanziale da quanto scritto al punto 254 della dichiarazione di PTPA.
    Inoltre, prendendo l’ultima frase del paragrafo, affermare che “Non c’è stata alcuna indagine che si sia trascinata per oltre un anno su un giocatore di spicco che non aveva espresso alcun problema con il cartello” (intendendo per Cartello ATP, WTA, ITF, ITIA, ossia gli organi di governo del tennis professionistico) è un’accusa seria, senza precedenti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    ITIA risponde alle accuse di PTPA: “Uno sport credibile richiede solidi programmi antidoping e anti-corruzione”

    L’azione legale promossa dalla PTPA di Djokovic e Pospisil ha provocato un terremoto di reazioni nel mondo del tennis, scosso da un documento enorme come quantità di pagine e accuse ad un sistema che, per il sindacato dei giocatori, non funziona. Anche la ITIA (International Tennis Integrity Agency) ha risposto attraverso uno stringato comunicato che ribadisce quanto l’azione anti doping e anti corruzione sia necessaria per uno sport forte e credibile a livello internazionale.
    “Prendiamo atto dell’azione proposta dal PTPA contro gli organi di governo del tennis, tra cui l’ITIA. Uno sport internazionale credibile richiede solidi programmi antidoping e anti-corruzione e siamo orgogliosi del nostro ruolo nel contribuire a uno sport pulito e leale”.

    ITIA statement:
    We note the PTPA’s proposed action against tennis’ governing bodies, including the ITIA.
    Credible international sport requires robust anti-doping and anti-corruption programmes, and we are proud of our role in contributing to a clean and fair sport.
    — International Tennis Integrity Agency (@itia_tennis) March 18, 2025

    Anche ITF ha risposto alle accuse con una nota: “Ci prenderemo il tempo necessario per valutare la nostra risposta. In quanto organizzazione no profit e guardiani globali del gioco, lo scopo dell’ITF è di garantire la crescita e la sostenibilità del tennis come sport. Reinvestiamo il 90% delle nostre entrate per lo sviluppo globale della disciplina attraverso le 213 Federazioni nazionali che fanno parte dell’ITF”.
    La questione sollevata da PTPA continuerà a far parlare anche nei prossimi giorni. Sarà interessante vedere le risposte dei giocatori impegnati al Masters e WTA 1000 di Miami, sicuramente interpellati sul tema.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    ITIA: “Problemi di comunicazione intorno al caso Sinner hanno rivelato forse una cattiva comprensione delle nostre regole”

    Jannik Sinner, n.1 ATP

    Karen Moorhouse, CEO dell’International Tennis Integrity Agency (ITIA), è tornata sullo spinoso caso Sinner a quasi un anno dalla positività al Clostebol che ha portato prima alla totale assoluzione del n.1 azzurro al termine di un procedimento di un Tribunale indipendente e quindi, lo scorso febbraio, ad accettare un accordo con WADA per chiudere la faccenda e non sottostare alle incertezze del ricorso al TAS di Losanna presentato dall’Agenzia antidoping. Secondo quanto dichiarato da Moorhouse a France Press, ITIA è certa della bontà del suo operato, ma a livello di comunicazione qualcosa evidentemente non ha funzionato.
    “I problemi di comunicazione intorno al caso Sinner hanno hanno rivelato forse una cattiva comprensione delle nostre regole sull’annuncio dei test positivi e delle sospensioni provvisorie: la gente ha creduto erroneamente che stessimo annunciando dei controlli positivi, quando in realtà si trattava di annunciare delle sospensioni provvisorie“, dichiara Moorhouse. “In entrambi i casi le regole sono state rispettate: i giocatori hanno presentato ricorso contro la sospensione provvisoria entro il termine di dieci giorni previsto dai nostri codici. E poiché il loro ricorso ha avuto successo, le sospensioni provvisorie non sono state rese pubbliche. Se avessimo fatto diversamente, avremmo infranto le nostre stesse regole”.
    “Le regole del nostro operato si basano sul Codice Mondiale Antidoping, che elenca diverse violazioni che possono essere commesse dall’entourage di un giocatore: medico, allenatore, agente … Ma la maggior parte dei reati presuppone un’azione intenzionale a doparsi. Nel caso Sinner, secondo la consulenza legale di cui abbiamo beneficiato, non era giustificato perseguire nessuno del suo entourage. Non c’è stata alcuna violazione delle regole del programma antidoping del tennis, che si basa sul Codice Mondiale Antidoping“.
    “È complicato riuscire a trovare un corretto equilibrio tra due interessi, quello a divulgare la notizia un test positivo di un atleta e quello contrario a mantenerlo segreto fino alla conclusione di un’indagine che approfondisce il caso” continua Moorhouse. “Alcuni sport decidono di annunciare immediatamente le sospensioni provvisorie, è il caso dell’atletica leggera. Ci sono altri sport, come quelli di squadra, che al contrario non annunciano mai le sospensioni provvisorie. Il tennis ha cercato di trovare un corretto equilibrio attraverso la regola dei dieci giorni: se un tennista fa appello entro dieci giorni, e il suo ricorso viene accolto, il provvedimento allora non viene reso pubblico. Questa è una regola che potrebbe essere modificata”.
    Oltre allo spinosissimo caso Sinner, una delle vicende recenti che maggiormente ha fatto parlare è stata la brevissima sospensione accettata da Iga Swiatek rispetto alla vicenda più tormentata di Simona Halep. Così la CEO di ITIA spiega la posizione: “Per quanto riguarda Swiatek il test positivo era dovuto a un farmaco contaminato. Per quanto ci riguarda il suo grado di responsabilità è stato assai limitato. Il caso Halep è stato estremamente complesso ma alla fine il TAS ha stabilito che la positività è arrivata a causa di un integratore contaminato. Per determinare il suo grado di responsabilità, hanno preso in considerazione la natura del prodotto incriminato e le precauzioni che la giocatrice aveva preso per cercare di limitare il rischio di contaminazione. Dopo aver valutato tutti i vari fattori, il TAS ha stabilito come opportuna una sospensione di nove mesi”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Sinner potrà allenarsi con il suo team anche prima del 13 aprile

    Sinner con il suo team agli Australian Open

    Dopo la clamorosa svolta nel “caso Clostebol” e l’accordo proposto da WADA e accettato da Jannik Sinner per chiudere la vicenda con una sospensione di tre mesi, si è acceso un dibattito su come e dove l’azzurro potrà allenarsi prima del 13 aprile 2025, quando cadrà ogni divieto per lui all’accesso in strutture sportive affiliate alle federazioni o sedi di tornei, luoghi sottoposti ai vincoli del regolamento ITF e lui preclusi.
    Le normative infatti sono chiare a riguardo dei divieti: Sinner fino al prossimo 13 aprile, come da accordo con WADA, non potrà frequentare nemmeno a titolo personale tornei e strutture affiliate alle federazioni, italiana o estere. Potrà tranquillamente allenarsi in luoghi privati o club non affiliati. Ma Jannik potrà allenarsi con il suo staff? 
    La risposta arriva grazie al collega Stefano Semeraro da La Stampa: “Come ci ha spiegato l’ITIA, il tennista sottoposto a sospensione può allenarsi con il proprio staff di supporto, purché non lo faccia in un luogo collegato a un’associazione nazionale, all’ATP, all’ITF, alla WTA, ai Grandi Slam o a un evento coperto dal nostro regolamento”. Quindi tutto il team Sinner, Simone Vagnozzi, Darren Cahill, Marco Panichi e Ulises Badio potranno essere al fianco del n.1 del mondo e continuare la preparazione in vista del rientro in competizione, previsto per gli Internazionali d’Italia ad inizio maggio.
    Al momento il team Sinner si è trincerato nel silenzio più assoluto e non c’è alcuna comunicazione su dove l’azzurro trascorrerà le prossime settimane. È stato avvistato nei giorni scorsi a Dubai, dove già in passato ha svolto varie sessioni di allenamento e dove starebbe trascorrendo alcuni giorni di riposo prima di riprendere l’attività. Poi non è dato sapere se resterà nella località del Golfo Persico oppure si tornerà in Europa, magari ad Alicante dove si è allenato più volte nella off-season; un’altra opzione potrebbe essere gli Stati Uniti, dove risiede da tempo Darren Cahill.
    Solo una cosa al momento è certa: Sinner sarà accompagnato in queste settimane così “strane” e difficili dalle persone a lui più vicine, per preparare a puntino fisico e tennis e tornare a competere sul “rosso” del Foro Italico. Si spera ancora da n.1 del mondo, sia per ranking che per qualità di gioco.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    L’accordo di Sinner con la Wada: Nargiso lo difende, Kyrgios protesta. La reazione dell’ITIA

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    Jannik Sinner, numero uno del mondo, dovrà scontare tre mesi di sospensione a partire dal 9 febbraio fino al 4 maggio. La vicenda continua a suscitare numerosi commenti tra addetti ai lavori e colleghi, creando un acceso dibattito sulle modalità con cui è stato raggiunto l’accordo tra la Wada e il campione italiano.
    Nick Kyrgios, sempre attivo e diretto nelle sue esternazioni contro Sinner, ha espresso su X tutto il proprio disappunto per quanto accaduto: “È un giorno triste per il tennis. La Wada esce allo scoperto e dice che la squalifica congrua sarebbe di uno o due anni. Ovviamente il suo Team ha fatto tutto il possibile per andare semplicemente avanti e accettare una squalifica di tre mesi, senza titoli persi, senza premi in denaro persi. Colpevole o no? L’equità nel tennis non esiste. Conosco molti giocatori che in questo momento la pensano allo stesso modo, quindi vorrei organizzare degli spazi live la prossima settimana per poterne parlare.”

    So wada come out and say it would be a 1-2 year ban. Obviously sinners team have done everything in their power to just go ahead and take a 3 month ban, no titles lost, no prize money lost. Guilty or not? Sad day for tennis. Fairness in tennis does not exist.
    — Nicholas Kyrgios (@NickKyrgios) February 15, 2025

    La reazione dell’Itia (International Tennis Integrity Agency) non si è fatta attendere, con un comunicato che chiarisce come il processo originale sia stato condotto in conformità al Codice mondiale antidoping e al programma antidoping del tennis. “A seguito di un’indagine approfondita da parte dell’Itia (incluso il parere di laboratori accreditati dalla Wada), ritenevamo che il giocatore avesse dimostrato l’origine della sostanza vietata e che la violazione fosse involontaria. L’esito odierno conferma questa conclusione. L’Itia ha deferito la questione a un tribunale indipendente che ha raggiunto la decisione di ‘nessuna colpa o negligenza’ e, di conseguenza, nessuna squalifica, sulla base dei fatti e dell’applicazione delle regole. L’esito della sospensione di tre mesi è stato possibile solo grazie all’accordo tra la Wada e il giocatore.”
    In difesa della soluzione trovata tra la Wada e Sinner è intervenuto Diego Nargiso, ex tennista e oggi commentatore, che ne ha sottolineato i motivi di equità: “È la cosa più giusta da fare: un ottimo modo di essere equilibrati e di accettare un errore che è stato fatto dal team. La Wada è stata comprensiva nel transare questa situazione perché sarebbe stato assurdo fermarlo nei momenti in cui, da aprile-maggio, ci sarebbero stati sia il Roland Garros che Wimbledon. Visto che c’è una responsabilità, ma non diretta, sarebbe stato troppo severo perdere due grandi Slam per un giocatore che è il numero uno del mondo. Per me oltremodo penalizza il ragazzo però c’è stato un errore e purtroppo ci deve essere una assunzione di responsabilità. Per la tempistica penso che sia la soluzione più giusta.”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO