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    Holger Rune non candidato per i riconoscimenti ATP: “”Non è sufficiente salire di 370 posti e raggiungere il 104° posto per essere nominati?”

    Holger Rune – Foto Antonio Milesi

    Come ogni fine stagione, l’ATP pubblica una lista di giocatori selezionati che partecipano ai premi come migliori giocatori dell’anno nelle diverse categorie proposte.
    Anche se è un criterio totalmente soggettivo, Holger Rune si è un po’ arrabbiato e lo ha fatto sapere attraverso un commento sul suo account Instagram. “Non è sufficiente salire di 370 posti e raggiungere il 104° posto per essere nominati?” ha chiesto in senso un po’ ironico. LEGGI TUTTO

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    Holger Rune su Novak Djokovic: “Djokovic è quello più generoso con le nuove generazioni”

    Holger Rune – Foto Antonio Milesi

    Holger Rune ha parlato di alcuni argomenti interessanti.
    “Da questo 2021 che sta terminando ho capito l’importanza di essere al 100% non solo fisicamente ma anche mentalmente. Quella del tennista è una vita incredibile e amo essere un giocatore. È speciale esibirsi sui più grandi palcoscenici.Agli US Open ho avuto la pelle d’oca. Rivalità con Alcaraz? Molte persone la descrivono come la nuova rivalità Federer-Nadal. È possibile. Giochiamo contro da quando eravamo bambini e abbiamo dato vita sempre a grandi partite.Lui è più avanti rispetto a me e ha più esperienza a livello ATP. È stato bello sfidarlo alle Next Gen Finals. Lui è più maturo di me ora. Penso di aver disputato una buona stagione. Pianifico sempre degli obiettivi e lavoro duramente per raggiungerli.”
    “Nel 2022 voglio vincere un torneo ATP, penso sia un obiettivo realistico. Credo anche che nella seconda parte dell’anno sarò in grado di lottare per vincere un torneo ATP 500. Non sarebbe poi male giocare eventi Masters 1000 e tornei dello Slam.Devo migliorare ancora molto. Ho solo 18 anni. Big 3? Mi sono allenato con Novak per la prima volta quando avevo 14 anni. Mi disse: ‘Ti piace il modo in cui giochi?’ . Io risposi di sì. Ho pensato fosse una domanda strana all’epoca, ma ora ho capito quello che voleva dirmi.”
    “Devi sempre giocare il tennis che ti rende felice. Djokovic mi ha dato tanti consigli. È divertente, perché sono sempre Federer e Nadal ad essere etichettati come ‘bravi ragazzi’ , ma Djokovic è quello più generoso con le nuove generazioni.Non ho sentito molto volte Federer e Nadal dare consigli ai giovani, forse lo fanno solo con i tennisti della propria nazione. Penso che Djokovic sia quello più generoso” . LEGGI TUTTO

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    Holger Rune, pronto a sorprendere già a Milano

    Holger Rune, una delle stelle NextGen 2021

    Il silenzio della Allianz Cloud è squarciato dal boato sordo di un’impatto. Potente, secco. L’ingresso nella splendida Arena milanese in mattinata, poco prima dell’avvio delle NextGen ATP Finals 2021, è sonoro. Fragoroso. Dopo pochi metri l’occhio cade subito in campo, sul giocatore impegnato nell’allenamento pre partita. Quella pallata era di Holger Rune, il 2003 danese che sta arrivando molto velocemente nel tennis che conta. Passi da gigante per Rune, incluso il bel successo al Challenger di Bergamo lo scorso weekend. E basta tornare indietro di poche settimane per ricordare il suo esordio in uno Slam, a US Open. Non il catino più grande del nostro sport, non il rumoroso pubblico della “grande mela”, non il giocatore più dominante dell’epoca moderna, tal Novak Djokovic, l’hanno impressionato. Il giovane nordico è sceso in campo tosto, tostissimo. Fiducioso di vincere. E un set l’ha pure strappato al n.1, vinto col suo tennis, non per gentile concessione.
    Appena lo vedi, Rune ti appare compatto. Fisico impressionate per un 18enne, scolpito. Il suo stare in campo è altrettanto statuario. Esprime un misto di potenza ed equilibrio già a prima vista. Impatta anche la palla più semplice con un equilibrio dinamico notevole, proprio di chi è nato per questo sport. Un coordinato naturale che con lavoro e ottima scuola è cresciuto in fretta, molto in fretta.
    Scambia col sorriso, a basso ritmo, ma la palla esce divinamente dalle corde, ancor più netta col rovescio, un colpo compatto e preciso. Col diritto lavora di più con le gambe, e la palla è carica di un peso notevole.
    Proprio le gambe sono il segreto del suo gioco. Le ginocchia sono sempre leggermente piegate, pronte a scattare sulla palla e conferire forza. Ha una postura che ricorda un po’ Magnus Norman, soprattutto quando dalla posizione frontale apre di rovescio e cerca l’impatto, mai scoordinato, senza disperdere energia. Quando hai un tennis come il suo, ottimizzare ogni aspetto è decisivo. Infatti Rune è il classico tennista moderno, costruito per spingere e giocare con pressione, con ritmo, soverchiando il rivale con fisicità e intensità. Tira forte, e non tira a caso. Per la creatività passare oltre, qua c’è sostanza pura e un tennis ridotto all’osso.
    E Rune il tennis sembra proprio avercelo nel sangue, fin da piccolo, quando a soli 7 anni puntava i piedi con la mamma per esser portato al club di tennis nei weekend invece che ai compleanni degli amici. Ha raccontato che in famiglia un po’ tutti l’hanno sconsigliato di continuare col tennis, molto complicato, costoso, difficile. Incerto. Del resto i nordici sono gente pratica. Ma Holger non ha ascoltato nient’altro che quella voce che covava dentro di sé, e lo spingeva a correre dietro alla palla rincorrendo sogni di Wimbledon e dintorni.
    C’è molta curiosità alle Next Gen Finals per Alcaraz, un ciclone che rischia di portar via tutto e non solo qua a Milano. Per il tennis fantasioso e divertente di Lorenzo Musetti, per le geometrie ed eleganza di Korda, per la mano di Gaston. Ma occhio, perché il giovin Rune potrebbe sorprendere tutti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La nuova stella di Bergamo si chiama Rune

    l titolo è andato al 18enne Holger Vitus Nodskov Rune, che tra poche ore sarà impegnato alle Next Gen ATP Finals di Milano. – Foto Antonio Milesi

    Non era facile aggiornare l’albo d’oro con un nome capace di non sfigurare accanto a quelli di Berrettini e Sinner. La prima edizione novembrina del torneo di Bergamo ha trovato il baby fenomeno Holger Vitus Nodskov Rune. Travolto dall’affetto dei bergamaschi, vince il quarto torneo in Italia e promette: “Tra un anno sarò tra i primi 15-20”. Lo aspettavano tutti. Holger Vitus Nodskov Rune non ha tradito, dando lustro all’albo d’oro del Trofeo FAIP-Perrel di Bergamo (44.820€, Indoor). Non era facile trovare un nome che potesse essere all’altezza di Matteo Berrettini e Jannik Sinner, ma Bergamo ce l’ha fatta. “Il 7 novembre del 2022 punto a essere top-20, o magari top-15” ha sibilato il danese poco prima di correre in hotel per un rapido check-out e recarsi a Milano, laddove martedì esordirà nelle Next Gen ATP Finals di Milano. Fenomeno annunciato, Rune punta a ripercorrere la strada dei giocatori che lo hanno preceduto al Pala Agnelli. In finale avuto bisogno di due ore e dieci minuti per battere il combattivo Cem Ilkel col punteggio di 7-5 7-6, evidenziando le stimmate del campione: nonostante abbia appena 18 anni, è già in grado di vincere (quasi) tutti i punti importanti. Nel primo set è stato Rune a dover fronteggiare tre palle break (due sullo 0-1, una sul 3-4) e le ha cancellate tutte con il servizio. Il break decisivo è arrivato nell’undicesimo game, con Ilkel che si è innervosito per una chiamata dubbia sul primo punto, salvo poi commettere un paio di errori banali negli scambi successivi. Segnali ancora più evidenti nel secondo set, nel quale – va detto – Ilkel ha bruciato un’occasione enorme. Avanti 5-2 grazie a un break al sesto game, aiutato da alcuni dritti sparacchiati da Rune (che litigava con la tensione delle corde della sua racchetta, mandata frettolosamente a incordare), ha servito per il set sul 5-3 ed è stato un game eterno, durato 18 punti, in cui ha avuto tre setpoint. Grida vendetta l’ultimo: Rune si era buttato a rete senza granché in mano, il passante era buono e il danese ha giocato una volèe di pura opposizione. Ilkel aveva un passante facile, a campo aperto, ma l’ha incredibilmente sbagliato in lunghezza. Non è andato in escandescenza, ma ha patito il contraccolpo. Rune ha ricucito lo svantaggio, poi il set è arrivato al tie-break, sempre condotto da Rune. Il danese aveva un paio di matchpoint, entrambi annullati (il primo da una fantastica volèe bassa di Ilkel), ma sul 6-6 alzava il volume del suo tennis e poteva alzare le braccia al cielo, intascando il quarto Challenger in carriera, il quarto del 2021, il quarto nella penisola italiana dopo i successi a Biella, San Marino e Verona. MARGINI DI MIGLIORAMENTO“Potrebbe essere stato l’ultimo Challenger della mia carriera – ha detto Rune – forse potrei giocarne ancora un paio per entrare tra i top-100 ATP, poi mi focalizzerò sugli Slam e i tornei del circuito maggiore. Sono entusiasta all’idea”. Come a dire che Bergamo è riuscito a prenderlo per un soffio, appena prima che la sua carriera spicchi il volo. “Ci rivediamo l’anno prossimo?” gli ha chiesto lo speaker Pako Carlucci durante la premiazione. “Forse” ha replicato lui, con lo sguardo furbetto di chi la sa lunga. Diplomazia che profuma di riconoscenza per il pubblico di Bergamo, che ha riempito il palazzetto per ogni suo match e gli ha fornito grande sostegno, ma il suo futuro sembra già scritto. Non è stata una settimana facile: qualche problemino fisico e la zavorra psicologica delle Next Gen Finals gli hanno creato più di un ostacolo. Ha lasciato un set a Horansky, Dzumhur e Molcan, ha rischiato di cederne uno anche a Ilkel, ma alla fine ha vinto sempre lui. E può esultare perché il suo tennis ha ancora notevoli margini di miglioramento, a partire dalla potenza di un dritto che – nella pura esecuzione – ricorda vagamente quello di Del Potro, e da un utilizzo più accorto della palla corta. “Credo che la cosa più difficile di questa finale sia stata l’aspetto mentale. Lui ha giocato un ottimo torneo, ha espresso il suo miglior tennis – dice Rune – avevamo giocato in condizioni simili un paio d’anni fa e fu una battaglia, ma anche stavolta ho trovato un modo per vincere”. IL GIRO PORTAFORTUNA IN BICICLETTAIl rapporto di Rune col nostro Paese è sempre più forte. “Non capita tutte le settimane di avere una tifo del genere, ma in Italia sì. Mi è sempre piaciuto giocare nel vostro Paese, poi ho un atteggiamento e un approccio simile a quello degli italiani”. Il successo a Bergamo lo porterà al numero 109 ATP, a un passo dall’ammissione diretta nel tabellone principale dell’Australian Open. Proprio in virtù di questo, dopo la campagna milanese (“Sarà divertente, sono entusiasta all’idea di provare il format dei set a 4 game e del punto secco sul 40-40, voglio giocare il mio tennis e soprattutto divertirmi”) è possibile che giochi ancora qualche torneo per evitare la scocciatura delle qualificazioni australiane. Immaginarlo ad alti livelli è un pronostico facile, scontato, che i bookmakers non quoterebbero nemmeno. E poi ha la benedizione di Bergamo, suggellata dal tradizionale giro di campo in sella alla bicicletta elettrica messa a disposizione dal co-title sponsor FAIP, con bandiera danese al vento, che tanta fortuna ha portato ai suoi predecessori. È l’ultima cartolina di un’edizione fortemente voluta dalla Olme Sport, che mai e poi mai avrebbe permesso di lasciare un buco nell’albo d’oro del torneo. Una tenacia premiata da un vincitore di lusso, un torneo perfettamente riuscito sul piano organizzativo e l’ennesimo successo di pubblico, suggellato dall’ennesimo sold-out. Dopo la complicata organizzazione dell’edizione post-COVID, Bergamo può finalmente respirare per qualche settimana per poi iniziare a pensare – con le consuete tempistiche – all’edizione numero 17 e al recupero della piena normalità. Sarà il secondo indennizzo dopo la mancata finale del 2020. Il primo è stata la vittoria di Holger Vitus Nodskov Rune. La stellina del futuro. CHALLENGER Bergamo (Italia) – Finale, cemento (al coperto) Palaagnelli – Ora italiana: 16:30 (ora locale: 4:30 pm)1. [3] Holger Vitus Nodskov Rune vs Cem Ilkel CH CH Bergamo Rune H.77 Ilkel C.56 Vincitore: Rune H. ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0-0* 0*-1 1*-1 1-2* 2-2* 2*-3 3*-3 4-3* 4-4* 5*-4 6*-4 6-5* 6-6* 7*-66-6 → 7-6Rune H. 0-15 0-30 15-30 30-30 40-305-6 → 6-6Ilkel C. 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-405-5 → 5-6Rune H. 0-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-404-5 → 5-5Ilkel C. 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-A3-5 → 4-5Rune H. 15-0 15-15 30-15 40-152-5 → 3-5Ilkel C. 0-15 15-15 30-15 40-152-4 → 2-5Rune H. 0-15 15-15 15-30 30-30 30-402-3 → 2-4Ilkel C. 15-0 30-0 40-02-2 → 2-3Rune H. 15-0 30-0 40-0 40-151-2 → 2-2Ilkel C. 15-0 15-15 30-15 40-151-1 → 1-2Rune H. 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-400-1 → 1-1Ilkel C. 15-0 30-0 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Rune H. 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-406-5 → 7-5Ilkel C. 0-15 0-30 15-30 15-405-5 → 6-5Rune H. 0-15 15-15 30-15 40-154-5 → 5-5Ilkel C. 0-15 15-15 30-15 40-154-4 → 4-5Rune H. 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-403-4 → 4-4Ilkel C.3-3 → 3-4Rune H. 15-0 30-0 40-02-3 → 3-3Ilkel C. 0-15 15-15 30-15 40-152-2 → 2-3Rune H. 15-0 30-0 30-15 40-151-2 → 2-2Ilkel C. 0-15 15-15 30-15 30-30 40-301-1 → 1-2Rune H. 15-0 15-15 15-30 15-40 40-40 A-400-1 → 1-1Ilkel C. 15-0 15-15 30-15 40-150-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Da Bergamo: Rune, l’eredità di Sinner è a un passo

    Holger Rune – Foto Antonio Milesi

    Il baby danese vince una semifinale complicatissima contro Alex Molcan e adesso vuole completare l’opera, prendendosi il torneo che nel 2019 lanciò la stella di Jannik Sinner. Sarebbe l’ennesimo big lanciato dal torneo di Bergamo. Ma prima dovrà battere il solido Cem Ilkel, giocatore concreto e resistente. Grande successo di pubblico.
    “Onestamente sono un po’ preoccupato”. Con queste parole, il direttore del torneo Marco Fermi ha accolto la vittoria di Holger Vitus Nodskov Rune nella prima semifinale del Trofeo FAIP-Perrel di Bergamo (44.820€, Indoor). Ma era la preoccupazione più bella e piacevole per chi ricopre il suo ruolo: c’è il rischio che la presenza del baby fenomeno danese costringa a tenere fuori un po’ di persone dal Pala Agnelli in occasione della finale, come peraltro accaduto in alcune occasioni passate. Stavolta è diverso perché la capienza è ridotta al 60% per le ovvie ragioni normative legate al COVID, dunque potrebbe ripetersi la stessa situazione vissuta sabato, durante il 7-5 1-6 6-4 con cui il danese ha superato Alex Molcan, garantendosi l’ennesima finale Challenger sul territorio italiano. Rune ha vinto con il carattere, con la voglia infinita di vincere, più forte di una serie di acciacchi fisici: schiena, piede sinistro, adduttore, una sbucciatura al ginocchio… Eppure, nonostante sia imminente l’impegno alle Next Gen Finals di Milano, ha rispettato a fondo il torneo bergamasco. Il match contro Molcan è stato duro e interessante, perché aveva di fronte un giocatore in piena fiducia. Aiutato dalla superficie piuttosto lenta, Molcan ha cercando di tessere una ragnatela di lunghi scambi, cercando di portare Rune all’errore. C’è riuscito per lunghi tratti, soprattutto in un secondo set in cui Rune ha evidenziato qualche problema fisico e l’ha lasciato un po’ andare, cercando di riprendere energie per il terzo. Si è fatto trattare alla schiena dal fisioterapista, ma in avvio di terzo set sembrava sull’orlo del ritiro. Invece ha trovato le energie necessarie per rimettere in piedi la partita. Ha recuperato il break di svantaggio e poi ha giocato un gran game in risposta quando Molcan ha servito sul 4-5, sigillandolo con un paio di bordate vincenti con il rovescio. Durante il match si è raggiunto il limite della capienza consentita, al punto che ogni uscita dal palazzetto è stata ritenuta definitiva per dare la possibilità di entrare a quelli che erano fuori in attesa. Rune ha confermato di avere una cilindrata maggiore rispetto al suo avversario, che per oltre due ore ha mantenuto lo stesso rendimento. Il problema di Molcan è che non aveva la possibilità di ingranare una marcia più alta. Al contrario, il danese è ha giocato un match pieno di alti e bassi: per sua fortuna, ha saputo spingere nel momento adeguato.
    ILKEL PASSA, CHE RIMPIANTO PER MAROZSANIn finale se la vedrà con Cem Ilkel, emerso dalla semifinale meno “nobile” ma altrettanto interessante. Due ore di colpi di scena hanno sancito il suo match contro Fabian Marozsan. Il turco si è imposto 7-6 5-7 6-4, ma l’esito avrebbe potuto essere molto diverso. Il grosso rimpianto di Marozsan, il cui tennis è davvero brillante, sono i due setpoint bruciati sul 5-4 nel primo set. Si è trovato 15-40 sul servizio di Ilkel: il turco ha cancellato il primo con un gran servizio, mentre sul secondo l’ungherese si è fatto ingolosire da una palla non troppo difficile, ma ha sparato il dritto fuori di almeno un metro. Marozsan ha avuto un’altra mezza chance (6-5 e 0-30 sul servizio di Ilkel), ma poi ha perso nettamente il tie-break e ha patito il contraccolpo in avvio di secondo set. La mancanza d’esperienza si è vista nella fretta nel riprendere il gioco tra un punto e l’altro, mentre Ilkel si prendeva tutti i secondi necessari. Sotto 7-6 4-1, Marozsan sembrava già con un piede sull’aereo per Budapest. Sul 5-2 è stato a due punti dalla sconfitta, ma ha trovato la forza di risollevarsi. Con cinque game consecutivi ha incredibilmente prolungato il match al terzo. La fiducia accumulata nel 2021 ha dato una grossa mano a Ilkel, uscito dal campo per cambiarsi e tornato in campo come se niente fosse. È salito 4-1, ma ancora una volta Marozsan lo ha riagganciato. Quando tutto sembrava pronto per un arrivo al fotofinish, il turco ha avuto un pizzico di fortuna nell’ultimo game: ha preso un paio di righe che hanno destabilizzato l’ungherese, infilando l’ultimo break addirittura a zero. Ilkel dovrebbe garantire una finale combattuta, visto che ha l’esperienza necessaria per provare a mettere in difficoltà Rune, anche se ha perso l’unico precedente, un paio d’anni fa in Coppa Davis. Ma erano altri tempi, ed entrambi erano altri giocatori. Detto che il titolo di doppio è andato ai cechi Zdenek Kolar e Jiri Lehecka (per Kolar è il secondo titolo consecutivo), i quali si candidano per un posto da titolari per la Repubblica Ceca alle Davis Cup Finals, la finale è programmata alle ore 16.30 ma la cerimonia inaugurale, uno dei momenti più iconici del torneo, la anticiperà di circa mezz’ora e al pubblico è consigliato di arrivare il prima possibile per garantirsi il suo posto in tribuna, vista la capienza limitata. La voglia di tennis dei bergamaschi è infinita, a maggior ragione se c’è da ammirare un futuro campione. Uno che soltanto due mesi fa scippava un set a Novak Djokovic.
    TROFEO FAIP-PERREL BERGAMO (44.820€, indoor)Semifinali SingolareHolger Rune (DAN) b. Alex Molcan (SVK) 7-5 1-6 6-4Cem Ilkel (TUR) b. Fabian Marozsan (UNG) 7-6(2) 5-7 6-4
    Finale DoppioZdenek Kolar / Jiri Lehecka (CZE-CZE) b. Lloyd Glasspool / Harri Heliovaara (GBR-FIN) 6-4 6-4 LEGGI TUTTO

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    Rune, la scheggia gialla che illumina Bergamo

    Holger Rune – Foto Antonio Milesi

    Quel cappellino giallo, così particolare, così sbarazzino, simboleggia la differenza tra Holger Vitus Nodskov Rune e tutti gli altri partecipanti del Trofeo FAIP-Perrel (44.820€, Indoor). È presto per dire se vincerà il torneo, ma è chiaro che i Challenger sono una semplice tappa di passaggio in un percorso ben più ampio, ambizioso, importante.
    I bergamaschi lo hanno capito e hanno invaso il Pala Agnelli per assistere al suo match contro Filip Horansky, onesto mestierante di categoria. Rune è sceso in campo poche ore dopo aver appreso della qualificazione alle ATP Next Gen Finals: il forfait di Jannik Sinner gli permetterà di giocare all’Allianz Cloud di Milano contro i migliori Under 21 del circuito, compreso quel Carlos Alcaraz che sta facendo sfracelli. La notizia avrebbe potuto avere un doppio effetto sul suo rendimento bergamasco: da una parte poteva stimolarlo a fare bene, giocando più match possibili in condizioni identiche a quelle che troverà a Milano, a meno di 50 km di distanza. Dall’altra, tuttavia, avrebbe potuto demotivarlo. Ma il danese non ha ancora l’età per fare calcoli: per lui, il tennis è sfida, lotta, divertimento. Si esalta nella battaglia. Per questo si è innervosito quando ha rischiato di perdere la partita, e ha cercato una via per uscire dalle sabbie mobili. L’ha trovata e si è imposto col punteggio di 5-7 6-4 6-2, regalando a Bergamo un super quarto di finale contro Damir Dzumhur. Non è stato facile: forse sottovalutando l’avversario, Rune ha giocato un tennis sperimentale per tutto il primo set. Non arretrava mai, giocava quasi di controbalzo e si presentava spesso a rete (laddove deve migliorare parecchio). Risultato: giocava nel territorio preferito del suo avversario. Dal 5-5 ha perso cinque giochi di fila e si è pure innervosito con il giudice di sedia Andrea Mangione per una presunta chiamata sbagliata. Ma le stimmate del campione sono emerse nel momento del bisogno: sotto 7-5 3-0 ha iniziato a giocare con attenzione. Niente più esperimenti, tanta concretezza e una condizione fisica straripante gli hanno permesso di vincere cinque giochi di fila e rovesciare la trama del match. Nel terzo è scappato via già al terzo game e non ha concesso alcun margine a Horansky. Il povero slovacco è rimasto in campo due ore senza alcun punto di riferimento: fino a quando Rune glielo ha permesso ha trovato ottime soluzioni, poi è stato oscurato dal danese, fin quasi a diventare una comparsa. Il torneo conserva dunque la sua stellina e si presenta ai quarti con sei delle otto teste di serie ancora in gara: hanno fallito l’appuntamento soltanto Milojevic e Albot. Senza offesa per gli altri sette, tuttavia, l’interesse è soprattutto su Holger Rune. Le suggestioni che porta con sé sono troppo abbaglianti, proprio come quel cappellino giallo che illumina ancor di più le sue sembianze nordiche.
    Secondo Turno SingolareDennis Novak (AUT) b. Evgeny Donskoy (RUS) 6-1 2-6 6-1Cem Ilkel (TUR) b. Radu Albot (MDA) 7-5 6-3Alex Molcan (SVK) b. Nerman Fatic (BIH) 6-1 6-4Holger Rune (DAN) b. Filip Horansky (SVK) 5-7 6-4 6-2
    Quarti di Finale DoppioFederico Gaio / Francesco Forti (ITA-ITA) b. Duje Ajdukovic / Pavel Kotov (CRO-RUS) 6-7(6) 7-5 10-6Zdenek Kolar / Jiri Lehecka (CZE-CZE) b. Romain Arneodo / Sergiy Stakhovsky (MON-UCR) 6-4 2-6 10-6Lloyd Glasspoll / Harri Heliovaara (GBR-FIN) b. Evgeny Donskoy / Mikhail Kukushkin (RUS-KAZ) 7-6(2) 6-4Radu Albot / Artem Sitak (MDA-RUS) b. Damir Dzumhur / Nerman Fatic (BIH-BIH) 6-4 7-5 LEGGI TUTTO

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    Holger Rune dona le racchette a TennisAid, associazione per lo sviluppo nelle aree povere

    Rune con le sue racchette donate

    Il giovane danese Holger Rune ha donato il suo set di racchette 2021 all’associazione TennisAid, che opera per portare e sviluppare la pratica del tennis nelle aree più disagiate e difficili del mondo, concentrandosi soprattutto nel continente africano, quello più povero, martoriato dalle guerre e dalle malattie.
    Attraverso un post sul social Instagram, Rune mostra le sue racchette prima della spedizione, scrivendo: “Spero che le mie vecchie racchette portino gioia a molti giocatori in tutto il mondo 🎾🌍 La mia prima spedizione andrà in Africa con l’aiuto di @tennisaid1”
    TennisAid è attiva soprattutto in Spagna, ha come sostenitori tra gli altri le tenniste iberiche Carla Suarez Navarro, Lara Arruabarrena, Tita Torra e Silvia Soler, oltre al patrocinio di FedCup e DavisCup.
    Una goccia nel mare la donazione di Rune, ma resta un’iniziativa importante, che diffondiamo volentieri sperando che molti dei suoi colleghi Pro seguano il suo esempio. Quelle racchette usate ma ancora in buono stato possono rappresentare non solo un momento di gioia per tanti ragazzi poveri nel mondo, ma anche una possibile via verso una crescita più sana e ricca di speranza.
    Bravo Holger!

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Holger Rune contro l’ATP per il ranking congelato: “Sono stanco e arrabbiato perché questo sistema è ingiusto”

    Holger Vitus Nodskov Rune nella foto

    Holger Rune, giovane danese di 18 anni che ha avuto un’eccellente stagione 2021 che include due titoli Challenger e due apparizioni nei quarti di finale nei tornei ATP, è stato eliminato questa domenica nel primo turno delle qualificazioni nell’ATP 250 di Anversa contro il francese Pierre Hugues Herbert. Attualmente ancora fuori dalla top 100, Rune è uno dei giocatori più danneggiati dal congelamento della classifica ATP a causa della pandemia, ranking che conserva ancora molti punti del 2019 per alcuni tennisti. Senza un congelamento, Rune sarebbe in top 70 e non avrebbe, per esempio, dovuto passare attraverso le qualifiche ad Anversa.
    In un lungo sfogo sui social media, Rune ha criticato il modo in cui la classifica viene tenuta congelata, ostacolando la progressione dei giocatori più giovani. “Voi tutti sapete che sono un lavoratore e che di solito non mi lamento mai. Quest’anno ho lottato duramente per raggiungere il mio obiettivo di essere in top 100. L’ATP ha continuamente reso questo obiettivo più difficile per me e per tutti i giovani a causa del congelamento della classifica. (…) Nella classifica normale sarei il numero 62 del mondo e in realtà sono 124°. Essere 62° mi aiuterebbe ad entrare nei tornei più importanti (…) Sono stanco e arrabbiato perché questo sistema è ingiusto”. LEGGI TUTTO