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    Ons Jabeur: “Sport e politica non si devono mischiare, ci sono bambini che muoiono ogni giorno per le guerre, come in Palestina da 74 anni”

    Ons Jabeur, prima tennista araba in top10

    Ons Jabber è una delle tenniste più talentose del tour. La tunisina, fiera di essere un prodotto del suo paese, è una delle giocatrici più attese nei grandi tornei su terra, dove il suo tennis ricco di variazioni e cambi di ritmo è assai temibile per tutte le avversarie. In attesa di scendere in campo nel WTA 1000 di Madrid, ha parlato con la stampa, e la discussione è scivolata inevitabilmente sul tema caldissimo della guerra in corso, sull’esclusione dei tennisti russi e bielorussi da Wimbledon, su come il mondo dello sport dovrebbe comportarsi. Su questi temi politici e sociali, il pensiero di Ons è netto: sport e politica devono restare distanti, quando lo fanno la cosa non funziona, e nel mondo ci sono tante situazioni calde che necessitano di attenzione e che, invece, vengono dimenticate, come la drammatica situazione dei palestinesi da lei direttamente citata. Ecco alcuni passaggi del pensiero della tunisina, intervistata da Arab News per Reem Abulleil.
    “È una decisione molto difficile, capisco cosa sta passando il popolo ucraino e sono totalmente contraria alla guerra”, ha detto la numero 10 del mondo, “Ma quello che reputo importante e che mi è sempre stato insegnato è di non mescolare mai sport e politica. Ho vissuto alcune situazioni in prima persona, specialmente nel 2020 in BJK Cup quando avremmo dovuto giocare contro Israele. Sono molto dispiaciuta per il popolo palestinese, per quei bambini che muoiono ogni giorno da 74 anni. Quindi non capisco come ora per questa situazione vada bene mischiare politica e sport.Che dire di tutti gli altri paesi in cui persone e bambini muoiono ogni giorno?”
    “Non credo che dovremmo mischiare politica e sport. È molto triste quello che sta succedendo nel mondo e una cosa che odio in questo mondo è la politica. È molto sporca e non possiamo mai avere il quadro completo. Quindi spero che questa situazione si risolva molto presto, non so cosa accadrà. Ma so che anche russi e bielorussi hanno le loro famiglie a casa, quindi non sono sicuro di quanto possano parlarne. È una situazione molto difficile per entrambi, soprattutto per gli ucraini. E onestamente, spero che questa guerra finisca presto, ma spero anche che le persone possano guardare al dramma dei palestinesi perché questo argomento mi tocca davvero come donna araba, non è giusto e spero che non mescoliamo politica e sport”.
    Nell’intervista, Jabeur parla del suo rapporto di collaborazione con la la psicologa sportiva Melanie Maillard, che ritiene molto importante per la sua crescita. “Ho fatto alcuni tornei con lei, uno di questi è stato Wimbledon l’anno scorso”, quando Jabeur è diventata la prima donna araba nella storia a raggiungere i quarti di finale di Wimbledon. “Quindi mentalmente, tutta la pressione è su di lei, deve prepararmi per il torneo” scherza Ons. “Mi piace avere Melanie intorno a me perché non ci vediamo molto spesso. Di solito parliamo su WhatsApp o chattiamo online, ma non mi piace molto il mondo virtuale, quindi cerco di portarla il più possibile con me, ma ha anche altri atleti da seguire. Sono migliorata tantissimo sul piano atletico, è stato decisivo per la mia crescita, ma allo stesso tempo il lavoro con Melanie mi fa pensare molto in modo più positivo”.
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    Malagò: “Solo il mondo del tennis si è stupito che Wimbledon abbia aderito al dettato del mondo olimpico internazionale”

    Giovanni Malagò, Presidente del CONI

    Il Presidente del CONI Giovanni Malagò, in un’intervista rilasciata al Corriere, è tornato con un breve passaggio sulla questione dei tennisti russi e bielorussi, bannati dai prossimi Championships di Wimbledon. La massima autorità sportiva italiana si dice per niente stupita dalla decisione presa a Londra.
    “Da presidente del CONI e membro CIO, mi occupo di politica sportiva e non di politica. In Italia, ribadisco, rappresento il CIO. E l’Executive Board ha raccomandato a tutte le federazioni di non invitare atleti russi e bielorussi ai tornei e alle manifestazioni sportive. Wimbledon, che è un circolo privato, si è attenuto a questa indicazione”.
    Continua Malagò: “Bisogna fare una premessa. La raccomandazione del CIO è nata dopo che la Russia ha commesso una gravissima violazione, mai successa in era moderna, la rottura della tregua olimpica durante i Giochi paralimpici. Ma ci rendiamo conto? È lì, in quel momento, durante l’evento, che tutti i comitati paralimpici internazionali si schierano al fianco dell’Ucraina, si riuniscono e chiedono che russi e bielorussi vengano esclusi dai Giochi. In caso contrario non avrebbero partecipato alla Paralimpiade. Tutte le più importanti federazioni internazionali, sottolineo tutte hanno accolto e seguito le raccomandazioni del CIO. Solo il mondo del tennis si è stupito che Wimbledon abbia aderito al dettato del mondo olimpico internazionale. Spetta al governo prendere una decisione. Starà studiando il caso, valuterà la situazione, poi farà una scelta, sono convinto la migliore per il Paese”.
    La palla quindi passa al Governo, quando il countdown agli Internazionali BNL d’Italia è già iniziato. L’eventuale esclusione dei tennisti e tenniste russe dagli IBI22 sarebbe a dir poco clamorosa, vista la secca presa di posizione di ATP e WTA in merito.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Roma come Wimbledon? Il governo ci sta pensando. Djokovic: “Quando la politica entra nello sport non finisce mai bene”

    Roma vietata ai giocatori russi e bielorussi?

    La clamorosa decisione di Wimbledon di escludere i tennisti russi e bielorussi dall’edizione 2022 dei Championships potrebbe essere replicata anche ai prossimi Internazionali BNL d’Italia. Secondo diversi organi di stampa (tra cui il GR1 e Corriere della Sera), il governo italiano ed in primis il premier Mario Draghi starebbero valutando seriamente di adottare la linea più dura e intransigente contro la Russia di Putin. Per il governo la situazione chiara: c’è un paese aggressore che ne ha invaso un altro, perpetrando crimini di guerra, rifiutando una trattativa per il cessate il fuoco e la pace. Per questo ogni azione contro la dittatura di Putin e la guerra in atto deve essere adottata, inclusa l’esclusione dei singoli atleti russi e bielorussi da ogni competizione in Italia, anche come singoli individui. In pratica la posizione del governo britannico e della LTA.
    Nonostante le critiche pesanti ricevute dal governo britannico per la decisione di bandire anche i singoli atleti russi e bielorussi dalle competizioni nel paese, sembra che per il governo italiano quella sia la linea corretta da seguire. Una cosiddetta “moral suasion”, ossia l’invito a correggere o rivedere la scelta di continuare l’invasione in Ucraina senza accettare alcuna soluzione di pace, e per questo adottare come ritorsione le misure più severe possibili.
    Sarebbe un’azione clamorosa, contraria alle dichiarazioni di ATP e WTA e di gran parte del mondo sportivo, anche extra tennistico.
    Ieri Djokovic ha dichiarato fermamente che “Quando la politica interferisce nello sport, non finisce mai bene”. Continua il n.1 serbo, che conosce molto bene la guerra, avendo vissuto da piccolo quella sanguinosa dei Balcani: “Sarò sempre il primo a condannare la guerra. Conosco bene il trauma emotivo che lascia un conflitto. Io sono un figlio della guerra… so cosa significa. Noi in Serbia, sappiamo cos’è successo nel 1999. Finisce per soffrire sempre la gente comune. Abbiamo avuto molte guerre nel Balcani. Chiarito questo, però, non posso essere favorevole alla decisione presa da Wimbledon. Non è colpa degli atleti quello che sta accadendo”.
    Arriva anche una breve dichiarazione di Andrey Rublev: “Ciò che sta accadendo è completamente discriminatorio nei nostri confronti. Le ragioni che ci sono state fornite da Wimbledon sono illogiche. Non hanno nessun senso. Escluderci da Wimbledon non serve a niente, sarebbe meglio che potessimo partecipare e così donare alle vittime il Prize money ottenuto”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Anche la WTA critica duramente la decisione di Wimbledon

    WTA presenta una nuova APP

    Dopo la ferma presa di posizione dell’ATP contro la decisione di Wimbledon di escludere i tennisti russi e bielorussi dai prossimi Championships, è arrivato nella notte anche il comunicato della WTA. L’associazione che governa il tour Pro femminile si allinea totalmente alla posizione dell’ATP, condannando la decisione dell’AELTC e della LTA.
    “La WTA condanna fermamente le azioni intraprese dalla Russia e la sua invasione non provocata dell’Ucraina. Continuiamo i nostri sforzi di soccorso umanitario per sostenere l’Ucraina attraverso Tennis Plays for Peace”, si legge nel comunicato.
    “Siamo, tuttavia, molto delusi dall’annuncio odierno dell’AELTC e dell’LTA di vietare ai singoli atleti provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia di competere nei prossimi eventi sull’erba del Regno Unito. Un principio fondamentale della WTA è che i singoli atleti possano partecipare a eventi di tennis professionistico in base al merito e senza alcuna forma di discriminazione. Tale principio è espressamente stabilito nelle nostre regole ed è stato concordato sia da AELTC che da LTA. I divieti contro la discriminazione sono chiaramente espressi anche nelle proprie regole e nelle regole del Grande Slam”.
    “Come la WTA ha costantemente confermato, i singoli atleti non dovrebbero essere penalizzati o a loro impedito di gareggiare a causa della provenienza o delle decisioni prese dai governi dei loro paesi. La discriminazione e la decisione di concentrare tale discriminazione contro gli atleti che gareggiano da soli come individui non è né giusta né giustificata. La WTA continuerà ad applicare le sue regole per rifiutare la discriminazione e garantire che tutti gli atleti siano in grado di competere ai nostri eventi del Tour se si sono qualificati, una posizione che fino all’annuncio di oggi è stata condivisa dal tennis professionistico. La WTA valuterà i suoi prossimi passi e quali azioni possono essere intraprese in merito a queste decisioni”. LEGGI TUTTO

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    ATP risponde a Wimbledon: “Decisione è ingiusta, ha il potenziale per creare un precedente dannoso per il gioco”

    La decisione di Wimbledon di escludere i tennisti russi e bielorussi (anche se attesa) ha provocato un discreto terremoto nel mondo del tennis. Ci sono molti pareri favorevoli, come quelli dei giocatori ed ex giocatori ucraini (Dolgopolov tra i primi a congratularsi), ma anche molti cauti o contrari.
    Veloce la reazione dell’ATP, che con un comunicato si dice fermamente contraria alla decisione dell’AELTC. In un comunicato pubblicato sul sito ufficiale, afferma che i tennisti russi e bielorussi potranno continuare a giocare i tornei del tour sotto bandiera neutrale, e che questa scelta di Londra, oltre ad essere ingiusta, può diventare un precedente pericoloso per il tennis, creando una discriminazione. Ecco il comunicato pubblicato sul sito ATP.
    “Condanniamo fermamente la riprovevole invasione dell’Ucraina da parte della Russia e siamo solidali con i milioni di persone innocenti colpite dalla guerra in corso.
    Il nostro sport è orgoglioso di operare secondo i principi fondamentali del merito e dell’equità, in cui i giocatori competono individualmente per guadagnarsi un posto nei tornei basati sulle classifiche ATP. Riteniamo che la decisione unilaterale odierna di Wimbledon e della LTA di escludere i giocatori di Russia e Bielorussia dai tornei britannici di quest’anno sull’erba sia ingiusta e abbia il potenziale per creare un precedente dannoso per il gioco. La discriminazione basata sulla nazionalità costituisce anche una violazione del nostro accordo con Wimbledon che afferma che l’ingresso dei giocatori si basa esclusivamente sulle classifiche ATP. Qualsiasi linea di condotta in risposta a questa decisione sarà ora valutata in consultazione con il nostro Consiglio e i consigli dei membri.
    È importante sottolineare che i giocatori provenienti da Russia e Bielorussia continueranno a essere autorizzati a competere agli eventi ATP sotto una bandiera neutrale, una posizione che è stata finora condivisa dal tennis professionistico. Parallelamente, continueremo il nostro sostegno umanitario congiunto all’Ucraina nell’ambito di Tennis Plays for Peace”.
    Un comunicato duro, inequivocabile, di condanna per la scelta britannica. La guerra in Ucraina rischia di creare una spaccatura anche nel mondo del tennis. Effetti collaterali di una situazione grave, che nessuno di noi si augurava di dover vivere e raccontare.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Wimbledon 2022 vietato a tennisti russi e bielorussi

    BBC Sport annuncia che i Championships di Wimbledon non apriranno le proprie porte a tennisti russi e bielorussi per l’invasione all’Ucraina. Attendiamo la conferma ufficiale da parte dell’AELTC, che dovrebbe arrivare in giornata.
    Il n.2 del mondo Daniil Medvedev, Andrey Rublev, Karen Khachanov nel maschile (tra gli altri), e Aryna Sabalenka e Anastasia Pavlyuchenkova (tra le altre) nel tabellone femminile saranno così escluse del più prestigioso torneo al mondo, per la dura e secca presa di posizione del governo britannico contro la guerra portata avanti dai due stati contro l’Ucraina.
    Seguono aggiornamenti LEGGI TUTTO

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    Wimbledon sta parlando con le autorità britanniche per impedire il veto ai tennisti russi

    Si aprono spiragli per la partecipazione dei tennisti russi e bielorussi ai Championships di Wimbledon 2022? Dopo le dure parole del ministro dello sport britannico Nigel Huddleston, che ha invitato tutti gli atleti russi e bielorussi a dimostrare di essere “genuinamente neutrali” e garantire con dichiarazioni formali di non sostenere o ricevere denaro da Putin o dal regime russo, pena il non poter gareggiare nel Regno Unito, l’All England Club si è attivato con le autorità per impedire il divieto di partecipazione di giocatori russi e bielorussi al torneo di quest’anno.
    “Abbiamo preso atto delle linee guida del governo del Regno Unito in merito alla partecipazione di atleti russi e bielorussi con status neutrale agli eventi sportivi nel Regno Unito”, ha affermato l’All England Club in una nota, “questa è una questione complessa e impegnativa, continuiamo a parlare con il governo del Regno Unito, la LTA (la federtennis britannica) e gli organi di governo internazionali del tennis in merito. Abbiamo in programma di annunciare una decisione per il prossimo Wimbledon prima della scadenza per l’iscrizione al torneo, posta a metà maggio”.
    Attualmente i tennisti russi e bielorussi possono giocare le competizioni ATP e WTA sotto bandiera neutra e senza che il loro inno venga suonato alle cerimonie. La Federazione Internazionale di Tennis ha vietato la partecipazione di entrambi i paesi alle tradizionali competizioni per nazioni, la Coppa Davis e la Billie Jean King Cup. LEGGI TUTTO

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    Rublev: “Il tennis deve essere libero dalla politica”

    Il messaggio di Rublev per la pace

    Le foto di ieri di Andrey Rublev con il dito sanguinante dopo aver colpito violentemente la sua racchetta hanno fatto il giro del mondo. Tanta la frustrazione per non esser riuscito a giocare il suo miglior tennis nelle fasi decisive contro Fritz, perdendo così la possibilità di giocarsi la finale di Indian Wells contro Nadal.
    Ieri Rublev era tornato sul tema più caldo del momento: sport e atleti russi, visto che l’invasione delle armate di Putin in Ucraina non si arresta, la crisi umanitaria è solo all’inizio e lo sdegno internazionale è crescente. La proposta del ministro del sport inglese, che ha ventilato l’ipotesi di non consentire l’ingresso nel paese agli sportivi russi che non dichiarino apertamente di essere contro alle politiche di Putin, ha scatenato un discreto putiferio. Dopo la presa di posizione di Steve Simon, ecco le parole di uno sportivo di vertice russo, proprio Andrey Rublev. Per il moscovita, che si è immediatamente schierato contro la guerra lo sport e in particolare il tennis dovrebbero essere lontani dalla politica e così dare il buon esempio di civiltà e rispetto.
    “Parlando della posizione del governo britannico, ripeto quel che ho già detto in precedenza, il tennis dovrebbe essere al di fuori della politica. Non vediamo la nostra famiglia per tanto tempo, molti atleti cambiano casa a causa delle condizioni di questo sport. Alla fine siamo lontani per mesi e mesi dal nostro paese”.
    Continua Rublev: “Penso che lo sport debba restare fuori dalla politica, lo dicono tutti ma alla fine sembra che ancora non stia succedendo. Ecco perché spero che lo sport sia la dimostrazione che si può andare avanti senza l’intrusione della politica, che possiamo essere un buon esempio per fare un grande passo avanti”.
    Rublev ritorna sul messaggio “No War Please” scritto sulla telecamera a fine partita a Dubai, con la guerra appena scoppiata. “All’inizio della guerra, prima di scrivere questo messaggio sulla fotocamera, ricevevo molti brutti messaggi. Non lo so, alla fine non l’ho scritto in reazione a quel che ricevevo, non stavo nemmeno pensando a quante persone lo avrebbero visto o dove andrà a finire. Ho scritto quella cosa perché era quello che provavo in quel momento. Questo è tutto. Alla fine, il messaggio ha ottenuto oltre 22 milioni di visualizzazioni… Penso di essere stato uno dei primi sportivi al mondo a dirlo così apertamente. Dopo di ciò, tutti i messaggi che ho ricevuto, direi quasi il 100%, erano positivi, tipo “grazie”, cose del genere. Ma non l’ho fatto per ricevere complimenti, era solo il mio pensiero”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO