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    Lucia Bronzetti incontra i giovani tennisti della Scuola Federale Tennis di San Marino

    Lucia Bronzetti presente oggi a San Marino

    Incontrare da vicino una campionessa del mondo, ascoltarne la storia e poterne trarre preziosi consigli: è un’esperienza che non capita tutti i giorni quella che hanno potuto vivere, nel tardo pomeriggio di ieri, i giovani allievi della Scuola Federale Tennis di San Marino. A fare visita al Centro Tennis Cassa di Risparmio di Montecchio e alla sede federale è stata Lucia Bronzetti, la tennista di Verucchio che a settembre, per il secondo anno consecutivo, ha conquistato la Billie Jean King Cup con la nazionale italiana.Un incontro nato su iniziativa dello staff tecnico federale, con il fattivo supporto dell’attuale Consiglio Federale, ed esteso anche alle famiglie degli atleti.Nell’incontro, moderato dal giornalista Alessandro Giuliani, Lucia Bronzetti ha raccontato alcuni aneddoti della sua carriera, la sua routine quotidiana, ha sottolineato l’importanza del supporto della sua famiglia e, incalzata dalle domande del giovane pubblico, ha dispensato preziosi consigli a quanti si stanno affacciando a questo sport.
    “La chiave e divertirsi e farlo con passione – ha spiegato -. Non tutti arrivano ad una carriera professionistica, l’importante è cercare di raggiungere il proprio massimo. Se si è consapevoli di aver dato tutto, allora si può dire di aver ottenuto il proprio miglior risultato. Il mio consiglio è quello di porsi obiettivi raggiungibili e di alzare progressivamente l’asticella”.
    “Ringraziamo di cuore Lucia per il tempo che ha dedicato al nostro movimento sportivo e ringraziamo i tecnici che hanno favorito questo appuntamento – le parole del presidente federale Elia Santi -. Incontri come questo rappresentano un’occasione di formazione importante per i nostri giovani e per i genitori, un allenamento mentale che si aggiunge a quello sul campo. Ci auguriamo che in futuro potranno esserci sempre più occasioni come questa”. LEGGI TUTTO

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    Gabriele Piraino sparring partner alle Nitto Atp Finals di Torino

    Gabriele Piraino sparring partner alle Nitto Atp Finals di Torino

    Gabriele Piraino, 21 anni, pilastro del settore giovanile del Ct Palermo, componente del team di serie A1, sbarca per la seconda volta alle Nitto Atp Finals di Torino come Sparring Partner.Il tennista palermitano allenato da Paolo Cannova, Daniele Capecchi e dal preparatore fisico Piero Intile, e che proprio tra una settimana festeggerà il proprio compleanno, attualmente è numero 348 Atp. In questa stagione, ha vinto ben 4 titoli Itf: Antalya, Pula, Gubbio e Wetzlar in Germania, e raggiunto gli ottavi di finale ai tornei Challenger di Cordenons e Bad Waltersdorf in Austria.
    Il settore tecnico della Fitp aveva bisogno (a seguito della richiesta all’Atp dei tennisti in gara) di un giocatore mancino, dato che tra i qualificati al Masters in singolare, c’è anche il mancino americano Ben Shelton, così come nel 2022, quando Piraino fece la sua prima esperienza da sparring tra gli otto maestri in campo a Torino, c’era Rafa Nadal.
    Queste le sue parole qualche ora dopo l’ arrivo nel capoluogo piemontese teatro dal 9 al 16 novembre della Finals maschili di singolare e doppio.“Ho saputo venerdì sera tramite una telefonata che ho ricevuto da Paolo Lorenzi di questa ulteriore meravigliosa esperienza che mi accingo a fare e per la quale non ho esitato minimamente a dire di sì modificando la programmazione che mi avrebbe dovuto vedere impegnato questa e la prossima settimana in due tornei Itf a Valencia e San Gregorio di Catania – racconta Gabriele -. Inizialmente il prescelto dalla Federazione Italiana come sparring era Jacopo Vasamì (n. 400 al mondo, topten del ranking Itf under 18 n.d.r), anche lui mancino, ma sinceramente non so perché non fosse disponibile. Per me, è la seconda volta come sparring alle Nitto Atp Finals dove arrivo con tre anni di esperienza in più come giocatore e quindi mi accingo a tuffarmi in questa preziosa occasione che la Fitp mi ha concesso con maggiore consapevolezza e maturità. Per questa ragione sono convinto che trarrò ancor più cose positive rispetto al 2022 perché appunto mi sento più pronto e so cosa devo andare a guardare in ciascuno di questi straordinari campioni. Giocare con Sinner? Sarebbe già un grande onore soltanto conoscerlo, scambiarci qualche parola, o vedere come gestisce il pre e post partita. Poi, se avrò la possibilità di giocarci, si realizzerebbe un sogno”. .
    Piraino non lascerà i suoi compagni di squadra in serie A1 da soli per la sfida dell’ultima giornata del 9 novembre in casa contro il Match Ball Firenze, gara in cui il Ct Palermo si gioca il difficile secondo posto che in questo momento è appannaggio del Tc Crema che ha 8 punti, mentre i siciliani ne hanno 7. Ricordiamo che le terze e le quarte classificate di ciascun girone disputano i playout, mentre le seconde di salvano direttamente.“Sabato pomeriggio – prosegue il 21enne – tornerò a Palermo perché domenica mattina con il mio Circolo abbiamo una partita fondamentale per provare a chiudere il girone al 2° posto anche se non dipende solo da noi, ma già domenica sera o al massimo lunedì mattina tornerò con immenso piacere qui a Torino. Per quel che concerne il finale di stagione a livello individuale – conclude il classe 2003 – dipenderà dall’esito dell’ultima giornata di serie A1, perché se saremo costretti a fare i play out il 23 e 30 novembre, sarei impossibilitato a giocare le qualificazioni dei Challenger”. LEGGI TUTTO

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    Musetti frena le voci: “Se ci saranno novità nel mio team, le comunicherò a fine stagione”

    Lorenzo Musetti nella foto – Foto Getty Images

    La possibile entrata di José Perlas nel team di Lorenzo Musetti a partire dal 2026 è una delle notizie più discusse della settimana. Diversi media hanno dato per certo l’accordo con il celebre coach spagnolo — già allenatore, tra gli altri, di Carlos Moyà, Fabio Fognini e Nicolás Almagro — ma il tennista di Carrara mantiene cautela e preferisce non sbilanciarsi.
    Dopo la sua vittoria contro Stan Wawrinka all’ATP di Atene, Musetti ha voluto chiarire la situazione in conferenza stampa, spegnendo per il momento le speculazioni:
    “Non ho detto nulla riguardo nuove figure nel mio team tecnico. Se ci sarà qualche novità, la annuncerò al termine della stagione. Per ora il mio team è questo. Se ci sarà qualcosa da comunicare, lo farò personalmente”.Parole nette, che mostrano prudenza e rispetto verso l’attuale gruppo di lavoro guidato da Simone Tartarini, figura centrale nella crescita sportiva del toscano. Tuttavia, l’idea di aggiungere un tecnico esperto come Perlas — considerato uno dei migliori specialisti di terra battuta — ha inevitabilmente acceso l’interesse dei tifosi italiani.
    Il 2025 di Musetti è stato un anno di alti e bassi, ma anche di momenti di crescita tecnica e mentale. Proprio per questo, l’eventuale arrivo di un nuovo coach rappresenterebbe un passo strategico importante in vista della prossima fase della sua carriera.Per il momento, però, l’obiettivo del carrarino resta uno solo: concludere al meglio la stagione e continuare a inseguire un posto alle ATP Finals. Le decisioni sul futuro del suo staff arriveranno — come ha ribadito — solo a stagione conclusa.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Sabalenka vince ma litiga con il coach: Anton Dubrov lascia lo stadio durante il match

    Aryna Sabalenka nella foto – Foto Getty Images

    Spettacolo, tensione e grande tennis a Riad, dove Aryna Sabalenka ha superato Jessica Pegula in uno dei match più intensi di queste WTA Finals 2025. La numero uno del mondo si è imposta con il punteggio di 6-4, 2-6, 6-3, avvicinandosi così alle semifinali del torneo, ma la sua vittoria è stata accompagnata da un episodio di forte tensione con il suo allenatore Anton Dubrov, che ha addirittura lasciato lo stadio nel corso del terzo set.Il match è stato di altissimo livello. Sabalenka ha iniziato bene, trovando grande profondità e potenza nei colpi, ma Pegula ha reagito con il suo consueto gioco solido e preciso, forzando la bielorussa a rischiare sempre di più. Dopo aver perso nettamente il secondo set, Aryna ha ritrovato la lucidità e, grazie a un servizio più incisivo e a un atteggiamento più aggressivo, ha chiuso la partita in due ore e quattro minuti.“Jessica ha giocato in maniera incredibile, soprattutto a rete. È una grande doppista e lo ha dimostrato: spesso non potevo fare nulla, l’unica soluzione era colpire ancora più forte, cercando le righe,” ha spiegato Sabalenka dopo la vittoria. “Mi sono divertita molto, e questo mi ha aiutata a trovare il mio miglior tennis.”
    Con questo successo, Sabalenka guida il Gruppo Iga Swiatek con due vittorie, ma non è ancora matematicamente qualificata: le basterà vincere un set contro Coco Gauff per assicurarsi un posto tra le prime quattro.
    La lite con il coach Dubrov: “Forse sono stata troppo dura con lui”L’episodio che ha sorpreso tutti è avvenuto nel corso del terzo set, quando Sabalenka, visibilmente nervosa, ha sfogato la sua frustrazione contro Anton Dubrov, il suo coach dal 2020. Dopo alcune frasi dure provenienti dalla panchina della bielorussa, Dubrov ha deciso di lasciare il campo, visibilmente contrariato.
    A fine match, la numero uno mondiale ha affrontato l’argomento con sincerità:“Forse sono stata troppo dura con lui in quel momento. Spero che sia ancora qui nello stadio, non so dove sia andato,” ha detto Sabalenka. “Ero molto frustrata e ho sfogato la rabbia su di lui, ma in realtà quella situazione mi ha aiutato a liberare la tensione e a giocare meglio. Ha fatto bene ad andarsene, era la cosa giusta da fare: a volte è meglio lasciarmi sola con i miei pensieri.”
    Sabalenka, che ancora insegue il suo primo titolo alle Finals, ha poi guardato avanti con determinazione:“So che devo vincere cinque partite per diventare campionessa, questa è la mia mentalità. Contro Gauff voglio entrare in campo con un piano più chiaro e migliorare il mio servizio, ogni dettaglio può fare la differenza.”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Sinner: “Sono orgoglioso di essere italiano, felice di essere nato qui e non altrove. Questo Paese merita molto di più anche di quello che sto facendo. La nostra forza sono le nostre differenze”

    Jannik Sinner nella foto

    Meno 5 giorni all’evento tennistico dell’anno! I migliori tennisti del 2025 si sfidano alla Inalpi Arena di Torino nelle Nitto ATP Finals, che incoroneranno il numero 1 dell’anno in un nuovo straordinario evento in diretta su Sky e in streaming su NOW: copertura integrale da domenica 9 a domenica 16 novembre: ogni giorno ben 12 ore live, dal mattino a notte inoltrata, per non perdere neanche un istante dell’appuntamento torinese, a partire dagli allenamenti di preparazione dei grandi campioni. Per introdurre l’evento tennistico più importante che si tiene in Italia arriva il 4° capitolo di “Jannik, oltre il tennis”, l’ormai tradizionale appuntamento con l’intervista a cuore aperto con il numero 1 del mondo, realizzata dal direttore di Sky Sport Federico Ferri e in onda da domani mercoledì 5 novembre alle 20.45 su Sky Sport Tennis e NOW, disponibile anche on demand e su Insider, la sezione premium del sito skysport.it. Il dialogo è stato realizzato in un set allestito all’Istituto di Candiolo per la ricerca e la cura del cancro, in provincia di Torino, dove Sinner era in visita prima delle Finals, davanti a un pubblico di pazienti, ricercatori e medici dell’ospedale e alla presenza della presidente della Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro, Allegra Agnelli. Nell’occasione, il numero uno del mondo ha fatto il bilancio della sua stagione alla vigilia di uno degli appuntamenti più attesi. Una nuova e imperdibile opportunità di scoprire sogni obiettivi e il dietro le quinte di un campione unico per il nostro Paese.
    Questo un estratto dell’intervista, che andrà in onda domani nella versione integrale di un’ora.
    Pensi mai al fatto che, se fossi nato 50 km più in giù, avresti meno critiche sul fatto di essere o non essere italiano?Sai, questa è una domanda cui non so rispondere. Non lo so, è un po’ come dire perché oggi c’è il sole… non poteva piovere? Boh! Però sono orgoglioso di essere italiano, sono molto felice di essere nato in Italia e non in Austria, o da un’altra parte, perché secondo me onestamente questo Paese merita molto di più, anche di quello che sto facendo io. Perché abbiamo le strutture, abbiamo gli allenatori, abbiamo i giocatori, abbiamo tantissime mentalità differenti. Che sono anche la nostra nostra forza: alcuni dicono che l’Alto Adige è diverso, la Sicilia è totalmente diversa, però è anche la nostra fortuna, la forza nelle differenze, sì. Quindi abbiamo di tutto per essere lì a competere contro i migliori al mondo e secondo me dobbiamo unirci, stare insieme e darci forza per avere più trofei e più orgoglio possibile, perché secondo me l’Italia lo merita.
    E’ diverso fare l’umile o essere umile. L’impressione è che sia così, e questo sia indispensabile per te anche per essere un campione sul campo.Io ho sempre pensato che noi atleti non cambiamo il mondo. Poi ognuno ha degli idoli: all’inizio il mio è stato Andreas Seppi, perché conoscevo solo lui, e poi dopo, quando sono entrato un po’ nel tennis, è diventato Roger [Federer, ndr], poi ho conosciuto Rafa [Nadal, ndr] e ho detto “lui umanamente è incredibile”. Poi ho conosciuto Nole [Djokovic, ndr] e ho detto “lui è incredibile in quello che fa”. Però poi ti rendi conto che siamo persone che non cambiano il mondo. Invece oggi siamo seduti qua e voi [rivolto al pubblico di ricercatori e medici dell’Istituto di Candiano] fate la differenza, voi che riuscite a dare una vita o a risolvere dei problemi che sembrano impossibili. Noi giochiamo solo a tennis, cerchiamo di tirare una pallina in campo. Poi c’è chi lo fa meno bene e chi lo fa di più…
    Sulla decisione di non giocare le finali di Davis. Ci spieghi il perché della tua programmazione?A fine stagione, con tutte le pressioni, le partite giocate, le emozioni, sia quando si è vinto sia dopo una sconfitta, ci vuole tanto tempo a rimettere tutte le cose insieme. E soprattutto a fine stagione una settimana è davvero tanto, per noi atleti. Se hai una settimana in più di preparazione, a parte che hai una settimana in più di vacanza e arrivi in preparazione più forte, più carico, con più energie e soprattutto con più voglia. Giochiamo a tennis tutti i giorni e quindi ci sta che, a volte, non hai tanta voglia… però se tu inizi una settimana prima le settimane di carico, perché non è che inizi a mille già dal primo giorno, quelle sono importantissime, soprattutto per l’inizio della stagione ma anche a lungo termine e per la prevenzione degli infortuni. Quindi per me quest’anno non c’è stato un minimo di dubbio che questa è stata la scelta giusta [non giocare la finale Davis]. Invece l’anno scorso è stato diverso: l’anno scorso non ho giocato a Parigi, ho detto “io voglio giocare la Davis” e mi hanno un po’ trattenuto, nel mio team, ma ho detto “no, questo quest’anno voglio giocare perché l’avevo promessa a Berrettini quando abbiamo vinto nel 2023, quando lui era lì a sostenerci e abbiamo vinto, io l’ho abbracciato e gli ho detto ”ti prometto che vinciamo insieme la prossima Coppa Davis, perché tu lo meriti e siamo una squadra incredibile” e l’abbiamo vinta. Poi da lì avevo già deciso che l’anno prossimo [nel 2025] sicuramente non avrei giocato.
    La cosa che a me personalmente non piace è che abbiamo una squadra incredibile anche senza di me e non ne parla nessuno. Noi dobbiamo rinunciare al numero 26 al mondo, che in questo momento è Darderi, possiamo permettere di non convocare il 26 al mondo in Coppa Davis perché c’è Cobolli, c’è Musetti, ce ne sono tantissimi altri: abbiamo una squadra di doppio incredibile! Possiamo vincere anche così, abbiamo lo stesso Berrettini, e quindi la possibilità di vincere la Davis è alta.
    L’intervista è stata realizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo che anche quest’anno promuove la campagna “Un Ace per la Ricerca”, per raccogliere fondi per Fondazione Piemontese per le ricerca sul cancro.Il primo atto ufficiale delle Nitto ATP Finals sarà giovedì 6 novembre: in diretta su Sky Sport 24 e NOW sarà possibile seguire il sorteggio dei gironi della prima fase del singolare e del doppio e conoscere gli accoppiamenti delle sfide della prima giornata.Poi, da domenica 9 novembre su Sky e NOW tutti i match del torneo di singolare e di doppio in diretta, con il racconto della squadra tennis composta da Elena Pero, Luca Boschetto e Federico Ferrero. Nell’analisi si alterneranno i talent Paolo Bertolucci, Ivan Ljubicic, Renzo Furlan, Raffaella Reggi, Barbara Rossi e Flavia Pennetta, protagonista degli studi di fine giornata.Oltre a proporre tutte le sfide, con Sky Sport Tennis come “campo centrale” e alcuni incontri anche su Sky Sport Uno, Sky Sport seguirà le Finals prima e dopo ogni match con studi di presentazione e approfondimento condotti da Eleonora Cottarelli e Angelo Mangiante. Gli inviati Stefano Meloccaro e Paolo Aghemo racconteranno da bordo campo tutti i segreti delle Finals, mentre sul canale all news Sky Sport 24, quotidianamente tornerà Il tennis è servito con la padrona di casa Dalila Setti, mezz’ora in diretta a ora di… pranzo dalla Inalpi Arena per introdurre i temi principali del giorno con ospiti d’eccezione. A fine giornata non potrà mancare l’approfondimento di ATP Finals The Insider, curato da Giuseppe Marzo, che racconterà il “dietro le quinte” del torneo cogliendone, con immagini e interviste esclusive, gli aspetti più interessanti e curiosi.
    Ampia copertura anche sulle piattaforme digital e social di Sky Sport. In particolare, nella sezione dedicata alle Nitto ATP Finals del sito skysport.it saranno disponibili gli highlights dei match, oltre al live blog di tutte le partite.
    LA CAMPAGNA – La campagna, in questi giorni in tv e in digital, per il lancio delle Nitto ATP Finals è stata ideata e realizzata dalla Sky Creative Agency. A Torino, la sfida totale raggiunge il suo ultimo livello in una partita a scacchi. Ogni colpo è una mossa studiata, ogni rimbalzo una scelta strategica. I giocatori si muovono su una scacchiera viva, dove la forza, la visione e la mente tattica dei grandi maestri decidono ogni scambio. Colpo dopo colpo, pezzi che avanzano, saltano, cadono: fino all’ultima sfida, re contro re, per la mossa finale che vale il titolo.
    🎾 Programmazione Sky Sport Tennis – ATP Finals Torino 2025
    Domenica 9 novembre11:00 – Studio ATP Finals11:30 – Doppio, Round Robin – P113:30 – Studio ATP Finals14:00 – Singolare, Round Robin – P116:00 – Studio ATP Finals17:30 – Studio ATP Finals18:00 – Doppio, Round Robin – P220:00 – Studio ATP Finals20:30 – Singolare, Round Robin – P2 (anche su Sky Sport Uno)22:30 – Studio ATP Finals (anche su Sky Sport Uno)23:00 – ATP Finals The Insider (anche su Sky Sport Uno)
    Lunedì 10 novembre11:15 – Studio ATP Finals (anche su Sky Sport Uno)11:30 – Doppio, Round Robin – P1 (anche su Sky Sport Uno)13:30 – Studio ATP Finals (anche su Sky Sport Uno)14:00 – Singolare, Round Robin – P1 (anche su Sky Sport Uno)16:00 – Studio ATP Finals (anche su Sky Sport Uno)17:30 – Studio ATP Finals (anche su Sky Sport Uno)18:00 – Doppio, Round Robin – P2 (anche su Sky Sport Uno)20:00 – Studio ATP Finals (anche su Sky Sport Uno)20:30 – Singolare, Round Robin – P2 (anche su Sky Sport Uno)22:30 – Studio ATP Finals (anche su Sky Sport Uno)23:00 – ATP Finals The Insider (anche su Sky Sport Uno)
    Martedì 11 novembre(stesso palinsesto del lunedì fino alle 18:00)20:00 – Studio ATP Finals20:30 – Singolare, Round Robin – P222:30 – Studio ATP Finals23:00 – ATP Finals The Insider
    Mercoledì 12 novembre(stesso programma di martedì)
    Giovedì 13 novembre(stesso programma di lunedì)
    Venerdì 14 novembre(stesso programma di lunedì fino alle 18:00)20:00 – Studio ATP Finals20:30 – Singolare, Round Robin – P222:30 – Studio ATP Finals23:00 – ATP Finals The Insider
    Sabato 15 novembre – Semifinali11:30 – Studio ATP Finals12:00 – Doppio, 1ª Semifinale14:00 – Studio ATP Finals14:30 – Singolare, 1ª Semifinale16:30 – Studio ATP Finals17:30 – Studio ATP Finals18:00 – Doppio, 2ª Semifinale (anche su Sky Sport Uno)20:00 – Studio ATP Finals (anche su Sky Sport Uno)20:30 – Singolare, 2ª Semifinale (anche su Sky Sport Uno)22:30 – Studio ATP Finals (anche su Sky Sport Uno)23:00 – ATP Finals The Insider (anche su Sky Sport Uno)
    Domenica 16 novembre – Finali14:30 – Studio ATP Finals15:00 – Finale Doppio17:30 – Studio ATP Finals (anche su Sky Sport Uno)18:00 – Finale Singolare (anche su Sky Sport Uno)20:00 – Studio ATP Finals (anche su Sky Sport Uno)20:30 – ATP Finals The Insider (anche su Sky Sport Uno) LEGGI TUTTO

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    Musetti sceglie José Perlas: nuovo coach da dicembre. Ora Atene per inseguire Torino

    Jose Perlas nella foto

    Lorenzo Musetti è pronto a voltare pagina e preparare un 2026 di ambizioni ancora più grandi. Il talento azzurro, entrato quest’anno per la prima volta nella Top 10 ATP, accoglierà da dicembre nel proprio team José Perlas, tecnico spagnolo di grande esperienza internazionale. L’annuncio, anticipato da Spazio Tennis e confermato dall’entourage del giocatore, segna un passo decisivo nel percorso di crescita del carrarino.Perlas affiancherà lo storico coach Simone Tartarini, figura da sempre centrale nello sviluppo di Musetti, mentre è stata confermata la presenza del preparatore atletico Damiano Fiorucci.Si vociferavano anche altri nomi di coach ma alla fine la scelta è andata al coach spagnolo.
    Chi è José Perlas: il mentore che ha portato Moya e Costa alla gloriaIl curriculum di Perlas parla da sé. Ex capitano della Spagna in Coppa Davis, due volte vincente, è stato l’artefice dell’ascesa di campioni come:Carlos Moya: portato al numero 1 del mondo e al trionfo al Roland GarrosAlbert Costa: vincitore a Parigi e top 10Collaborazioni con Guillermo Coria, Nicolas Almagro, e lavori con Juan Carlos Ferrero, Janko Tipsarevic e Fabio FogniniUna figura di prestigio assoluto, chiamata per guidare Musetti nel salto definitivo verso l’élite.
    Prima però c’è Atene: ultima chiamata per le FinalsPrima di pensare al 2026, Musetti ha ancora un obiettivo enorme da inseguire: le ATP Finals di Torino.Domani il debutto all’ATP 250 di Atene, torneo che deve vincere per superare Félix Auger-Aliassime nella Race e prendersi l’ultimo posto utile per Torino. In caso contrario, sarà prima riserva.Una missione complicata, ma non impossibile: Musetti arriva fresco dopo qualche giorno di pausa e consapevole che ogni punto peserà come un macigno.
    Progetto chiaro: ambizione, crescita e continuitàIl nuovo innesto nel team conferma la visione ambiziosa del 23enne toscano: consolidarsi nell’élite e crescere mentalmente e tatticamente per competere ai massimi livelli con continuità.Perlas porta metodo, esperienza e capacità di gestione dei grandi appuntamenti: un mix perfetto per un talento che vuole completare la propria trasformazione da promessa a campione.
    Domani si parte da Atene, con Torino sullo sfondo e un futuro ancora più luminoso che si prepara dietro le quinte. Musetti corre, sogna e investe. E il prossimo capitolo ha già un nome: José Perlas.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Djokovic debutta ad Atene contro Tabilo: tra passione, famiglia e la voglia di continuare a scrivere la storia “Gioco ancora perché amo il tennis, non per i record”. Deciderà se giocare le Finals dopo Atene

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    Il ritorno in campo di Novak Djokovic è imminente. Il campione serbo è pronto a esordire al torneo ATP 250 di Atene, dove affronterà il cileno Alejandro Tabilo. Ma per Djokovic non si tratta di un evento qualsiasi: l’ATP di Atene è infatti di proprietà sua e della sua famiglia, un progetto che rappresenta tanto un investimento sportivo quanto personale. Ecco perché, pur essendo un torneo minore, il numero uno serbo non lo considera affatto come un semplice appuntamento di routine: vuole vincere, e farlo “in casa”.La sua partecipazione arriva in un momento in cui resta incerta la presenza alle ATP Finals di Torino, dove la sua partecipazione è stata confermata dalla FITP ma resta comunque legata alle sue condizioni fisiche dopo l’impegno greco.
    Dopo aver conquistato l’oro olimpico ai Giochi di Parigi 2024, molti avevano ipotizzato che Djokovic potesse considerare quella vittoria come il traguardo perfetto per chiudere la carriera. A 38 anni, con 24 titoli del Grande Slam e una bacheca ineguagliabile, sembrava il momento ideale per dire addio.Ma il serbo ha fugato ogni dubbio: “Molti pensavano che dopo i Giochi Olimpici mi sarei ritirato, ma non gioco a tennis solo per i risultati o i trofei. Gioco perché amo competere, perché mi piace il processo e tutto ciò che il tennis mi dà, a livello personale, familiare e umano”.
    Djokovic ha ribadito che la sua motivazione non si misura solo in trofei: “So che, finché sarò in campo, avrò gli occhi del mondo addosso. È una responsabilità che accetto volentieri. Voglio lasciare un’eredità, contribuire allo sviluppo e alla popolarità del tennis”.
    Una nuova vita in Grecia con la famigliaNel corso dell’intervista concessa al media greco SDNA, Djokovic ha parlato anche della sua recente decisione di trasferirsi a vivere in Grecia con la moglie Jelena e i due figli.“Non era un piano a lungo termine – ha spiegato – ma negli ultimi due anni sono cambiate molte cose nella nostra vita, personali e professionali. Abbiamo due bambini piccoli e la priorità è creare per loro un ambiente sano, sereno e stimolante. In Grecia ci sentiamo accolti: la gente è gentile, generosa, e come famiglia abbiamo più tempo per stare insieme.”Per Djokovic, dunque, Atene non è solo una tappa del calendario: è un punto d’inizio. Una nuova casa, un nuovo equilibrio familiare e una nuova energia per continuare a competere.
    Un campione che non vuole fermarsiNonostante la crescita di Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, che nel 2025 hanno dominato il circuito, Djokovic ha dimostrato di poter ancora competere ai massimi livelli, raggiungendo le semifinali in tutti e quattro i tornei del Grande Slam.Il futuro resta un’incognita, ma una cosa è certa: finché Novak Djokovic si divertirà in campo, non appenderà la racchetta al chiodo.E chissà che il suo nuovo capitolo ad Atene — nel torneo di casa, davanti al suo pubblico adottivo — non segni l’inizio di un’altra sorprendente rinascita.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Fontang (coach di Auger-Aliassime): “Con Sinner è stata partita vera. Jannik è migliorato tantissimo col diritto”

    Frederic Fontang, coach di Auger-Aliassime

    Perdere contro il n.1 del mondo e in striscia positiva in tornei al coperto da 26 match ci sta, la prestazione è stata comunque di alto livello. Questa in estrema sintesi il commento che Frederic Fontang, coach di Felix Auger-Aliassime, ha tracciato dopo la finale persa del suo pupillo al Masters 1000 di Parigi, torneo comunque eccellente per il canadese e che molto probabilmente gli ha consegnato un biglietto per le Finals di Torino. Parlando a L’Equipe, Fontang ha riflettuto su vari temi della finale di Parigi, del momento e carriera di Felix ma anche su Sinner, che vede sempre più forte e completo.
    “Il break subito all’avvio è stato decisivo, da li in avanti… complimenti a Sinner” commenta Fontang. “Jannik ha servito meglio rispetto alla partita degli US Open. Durante l’estate il suo servizio era stato meno incisivo, ma oggi ha ottenuto tanti punti diretti sia con la prima che con la seconda. Félix non è riuscito a spostarlo sul diritto, né a mettergli pressione. Al contrario, è stato spesso sotto pressione nei propri turni di battuta. Sinner ha una qualità in risposta straordinaria, è qualcosa che lo distingue chiaramente dagli altri. Riesce a rispondere profondo anche sulla prima, e questo toglie tempo per essere aggressivi nel colpo successivo. Dal fondo, poi, è solidissimo da entrambi i lati“.
    Sinner ha impressionato lo storico coach di Felix: “Jannik è migliorato molto con il diritto. Prima tendeva un po’ a “lasciar scappare” la palla, ora molto meno (sorride). Si vede anche che cerca più varietà, come in alcune smorzate. L’ha detto lui stesso: vuole inserire più variabili nel suo gioco. Anche se qui, indoor, non se n’è visto molto. Ma il suo progresso più grande in questi ultimi anni è sul piano fisico: riesce a mantenere ritmi altissimi stancandosi molto meno”.
    Fontang comunque traccia un bilancio molto positivo, anche della finale persa da Auger-Aliassime: “C’è stata partita. Ovviamente c’è ancora da migliorare nel rendimento al servizio, fare più serve & volley, cambiare più spesso ritmo, migliorare la transizione in avanti per dare più peso e continuità al gioco”.
    Il coach torna sugli anni difficili affrontati dal suo allievo, in particolare 2023 e 2024, un momento di stasi dopo una importante progressione che l’aveva portato nella top 10. “Fino al 2022 Félix aveva sempre e solo progredito, fino al n.6 del mondo. È un percorso abbastanza classico per i giovani di grande talento: la crescita è continua, senza troppi intoppi. Poi, però, può arrivare un momento di difficoltà. Per noi è coinciso con un infortunio (una microfrattura al ginocchio) che ha interrotto il processo, anche se non possiamo attribuire tutto a quello. Abbiamo sperimentato alcune soluzioni tattiche che non hanno dato i risultati sperati. Félix prendeva la palla un po’ più tardi, per esempio. Ci sono stati aggiustamenti, up and down su quella visione di gioco. Félix è un ragazzo intelligente, guarda tanto tennis, capisce le dinamiche e vuole migliorare soprattutto nella transizione verso la rete. E negli ultimi tempi ha ritrovato fiducia e continuità”.
    “Tornare in top 10 ha dimostrato la sua maturità” continua il coach, “significa fidarsi del lavoro fatto e delle proprie qualità. La mia filosofia da coach è portare il giocatore a essere il “padrone” del proprio tennis e del proprio progetto. Un tennista raggiunge il suo pieno potenziale solo quando è realmente allineato con ciò che ha deciso di essere in campo“.
    I due hanno attraversato insieme il lungo periodo di stasi, senza mai arrivare ad una rottura. “Nel circuito si vede spesso che cambiare non è sempre la soluzione. Nell’educazione di Félix c’è l’idea di far crescere la propria squadra, non di smontarla. Allo stesso tempo ci siamo aperti: è arrivato Toni Nadal, ci avvaliamo di esperti in biomeccanica. Non siamo chiusi. Abbiamo esplorato molte strade”.
    Così Fontang spiega la superiorità di Sinner e Alcaraz, ma non è rassegnato al loro dominio: “Sono davanti, ma per motivi diversi. Alcaraz ha una varietà di gioco incredibile, è molto offensivo, può fare di tutto. Sinner invece è la solidità pura: gioca a un’intensità altissima senza consumare troppa energia. È un “Djoko potenziato”: serve meglio, e il dritto viaggia più veloce… Demoralizzati dalla loro forza? Tutt’altro! È uno stimolo per migliorare. Nel 2023 Félix era rimasto colpito dalla sconfitta con Alcaraz a Indian Wells, perché fino a quel momento lo aveva sempre battuto. Ma quando scendi in classifica, finisci anche per affrontare meno spesso questi giocatori… Restare al loro livello, affrontarli regolarmente, è fondamentale per continuare a crescere” conclude l’allenatore.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO