More stories

  • in

    Bublik e la tregua con la terra battuta: “Stavo già pensando ai biglietti aerei di ritorno”

    Alexander Bublik nella foto

    Alexander Bublik sta vivendo una stagione sorprendente sulla terra battuta, superficie che ha sempre odiato pubblicamente durante la sua carriera. Il kazako, numero 56 del mondo, si trova al terzo turno del Roland Garros dopo la spettacolare rimonta contro Alex De Minaur, e nelle sue dichiarazioni post-partita ha rivelato pensieri curiosi e riflessioni profonde sul tennis moderno.
    “Non ha molti segreti. Ho continuato a giocare. Ho avuto alcune opportunità che ho sfruttato. È stato un cambio di marcia. Era un po’ presto per me. Le 11:00 non è il mio orario preferito. Ero un po’ assonnato nei primi due set. È stato fondamentale svegliarsi e poi giocare una delle migliori partite di Grande Slam che abbia mai giocato in vita mia,” ha spiegato Bublik sulla chiave della sua rimonta.
    Il kazako ha poi rivelato quale fosse il suo stato mentale durante i momenti più difficili del match: “Nella mia testa stavo già pensando ai biglietti aerei. In un certo senso, non mi importava. Pensavo che avrei dovuto accettare la sconfitta. Quest’anno ho vinto 12 o 13 partite sulla terra battuta, essere al secondo turno qui è un traguardo per me, perché non avevo mai vinto tante partite sulla terra come ora.”
    Bublik ha continuato con estrema sincerità: “L’ho detto al mio team, loro lo sanno, quindi se avessi perso non sarei stato triste. Sarei stato contento e sarei tornato a casa oggi e sarei stato a Monaco alle 9 di sera. Alla fine sono rimasto lì. Se ho un’opportunità, so di essere capace di battere quei giocatori. Ho avuto una piccola opportunità e l’ho sfruttata. Ho visto quel piccolo calo nel terzo set che ha avuto lui, e l’ho utilizzato.”
    La parte più interessante delle dichiarazioni è arrivata quando Bublik ha riflettuto sui cambiamenti del circuito: “Ho avuto una discussione con Gael Monfils a Dubai. Mi stavo lamentando, continuavo a perdere, ero in un brutto periodo. Gli ho detto: ‘Gael, era così facile, non mi era mai successo. Tutti stanno giocando così bene’.”Il consiglio di Monfils ha aperto gli occhi a Bublik: “Mi ha condiviso un pensiero molto saggio, che ora tutti siamo professionisti: ‘Se ci fai caso, tutti si alzano presto, fanno i loro esercizi, il loro trattamento, fanno tutto’. Quando sono arrivato nel circuito, c’erano pochi giocatori davvero concentrati a fare le loro cose. Non parlo dei grandi, Roger, Rafa e Novak. Ma in generale, tra i migliori 50 o 100 giocatori, c’era gente che si divertiva, senza fisioterapisti né allenatori.”
    Bublik ha concluso con una riflessione amara sul tennis moderno: “Ora tutti sono superprofessionali. Io, ovviamente, non sono il tipo più professionale del pianeta. Devi aspettare le tue opportunità e sfruttarle, se non le usi, è un tuo problema. Credo che dovremmo avere più spazio per il divertimento, ma tutti sono professionali, quindi è piuttosto difficile giocare a tennis.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    L’ultimo match di Gasquet: merci, Richard!

    Richard Gasquet nella foto – Foto Getty Images

    “E’ stato un onore e un piacere giocare davanti a tutti voi”: l’epilogo al Roland-Garros della sua lunga e brillante carriera era già scritto alla fine del libro autobiografico “A revers et contre tout” (2022) e sintetizza il corretto spirito sportivo, la semplicità e il garbo dei modi, la mozartiana eleganza del gesto atletico, la gentile signorilità d’altri tempi, l’umiltà della bella persona e del grande campione francese.
    Il timido ragazzo di Béziers, nato con quel rovescio, aveva solo nove anni quando fu sbattuto in prima pagina come un predestinato, “il campione che la Francia attende”, e da allora ha dovuto rincorrere le aspettative dei fan di una nazione, nello sforzo di gestire, giovanissimo e senza supporto di un mental coach, una grande ansia da prestazione.
    Aveva 15 anni quando, nel 2002, partecipò al suo primo Roland-Garros: l’attuale è il 22esimo. E’ una vita che Richard Gasquet corre, corre a perdifiato, destreggiandosi su questi campi…
    Il pensiero di gratitudine volto ai suoi genitori Maryse e Francis; la presenza di tanti suoi amici, tra cui Tsonga, Simon e Monfils che con lui sono stati les nouveaux mousquetaires, di Benoit Paire, uno dei compagni di Coppa Davis; le belle parole dell’amico campione Wawrinka, con cui qualche giorno fa si è allenato, anche lui sempre più vicino all’ultima tappa di uno straordinario percorso sportivo: le emozioni provenienti dal court Philippe-Chatrier attraversano lo schermo, ci rimandano indietro ad altri anni, altri match e avversari sportivi: ciò che accomuna tutti i ricordi è l’entusiasmo di assistere a colpi da maestro, tocchi deliziosi, rovesci a una mano da manuale, a un incantevole, intramontabile talento tennistico che non delude mai e strappa l’applauso.
    Sportivo precoce e tenacemente longevo, il giovane dotato è divenuto oggi un uomo saggio o, come lui stesso dice, “un vecchio brontolone non così goffo”. La goffagine mai: la paura di essere goffo in campo, di deludere gli innamorati del bel tennis a cui nessun errore sfugge, lo ha sempre accompagnato e spinto a migliorare, e forse lo perseguita ancora un po’. Ogni campione ha motivazioni profonde legate alla propria storia, che appartengono solo a lui.
    Richard Gasquet ha vissuto pienamente e lungamente la sua viscerale passione come una bella storia d’amore. Ha trasmesso e ricevuto emozioni, è stato seguito e amato lungo tutta la sua carriera: può esserne fiero! Tantissimi i match disputati, ma quello di oggi è unico e lo affronta per la prima volta: è il suo ultimo incontro. Non c’è finale di carriera più speciale e partita finale più bella di quella al Roland-Garros, davanti al suo pubblico, giocata contro l’impietoso numero uno al mondo. Come per il suo amico e rivale di gioventù Rafa Nadal, questo addio così celebrato, insieme “strano” e “sospirato”, richiederà ancora del tempo per essere elaborato, e non solo da parte sua: mancherà certo a molti quel gioco che ci ha fatto sognare!
    Ci auguriamo che una così preziosa risorsa umana e sportiva venga valorizzata al meglio; che la passione di Richard Gasquet, grazie ad un incarico nella Federazione francese (FFT) presieduta da Gilles Moretton, possa presto aiutare i giovani che amano il tennis: come quel bambino, della stessa età dell’enfant prodige, che oggi, mano nella mano, è sceso in campo con lui.
    Gisella Bellantone LEGGI TUTTO

  • in

    Roland Garros 2025 da record: già 8 rimonte da 0-2, vicino al primato storico del torneo

    Alexander Bublik nella foto – Foto Getty Images

    Il Roland Garros 2025 si sta distinguendo come un’edizione straordinaria per le rimonte spettacolari, con ben 8 giocatori che sono riusciti a ribaltare situazioni apparentemente disperate dopo essere andati sotto di due set. Un dato impressionante che colloca l’edizione parigina di quest’anno in una posizione di privilegio per entrare nella storia del tennis.
    Le cifre parlano chiaro: siamo ancora nella prima settimana di competizione e il torneo si trova già molto vicino al record storico del Roland Garros nell’Era Open, che è di 10 rimonte da 0-2 stabilito in due occasioni, nel 1976 e nel 1992. Un traguardo che sembrava difficile da raggiungere e che invece appare ora alla portata.Il dato diventa ancora più significativo se confrontato con la storia dei Grande Slam. Il record assoluto per numero di rimonte da due set di svantaggio appartiene agli US Open 2002, che registrarono la cifra straordinaria di 14 ribaltamenti. Una situazione che il Roland Garros 2025 potrebbe addirittura avvicinare, considerando che mancano ancora 10 giorni di competizione.
    Le rimonte già consumate in questa edizione hanno regalato emozioni incredibili al pubblico parigino e mondiale, dimostrando come il tennis sia uno sport dove tutto può cambiare fino all’ultimo punto. Episodi come quelli di Arnaldi contro Auger-Aliassime, Bublik contro De Minaur e Rocha contro Mensik hanno arricchito il patrimonio di storie indimenticabili di questo sport.
    La particolarità di questa edizione risiede non solo nel numero, ma anche nella qualità delle rimonte, con giocatori che hanno saputo trovare risorse fisiche e mentali straordinarie per ribaltare situazioni che sembravano compromesse. Un fenomeno che testimonia l’alto livello competitivo del tennis attuale e la capacità dei giocatori moderni di non arrendersi mai.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Presentata la 58° edizione del Torneo Avvenire. Al Club Ambrosiano dal 31 maggio al 7 giugno il torneo Tennis Europe Under 14 maschile e femminile Super Category

    La conferenza stampa tenura ieri

    Ieri mattina, al Club Ambrosiano di Milano, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della 58° edizione del torneo Tennis Europe Avvenire in programma da sabato 31 maggio a sabato 7 giugno.A sollevare ufficialmente il sipario sul prestigioso torneo Under 14 maschile e femminile da quest’anno Super Category, il presidente del Club Ambrosiano Thomas Escher , il Presidente del Comitato regionale FITP Federazione Italiana Tennis e Padel Lombardia Enrico Cerutti , il Presidente del Coni Lombardia Marco Riva , il Consigliere Regione Lombardia Marco Bestetti e il nuovo Direttore del Torneo Tommaso D’Onofrio .Il torneo è iniziato con il ricordo commosso a Massimo Morelli , direttore storico del Torneo, scomparso prematuramente lo scorso marzo. A lui verrà dedicato un ricordo sul Campo Centrale lunedì 2 giugno con tutti i giocatori, tecnici e staff.
    Da sabato comincerà quello che può essere il sogno di tanti giovani tennisti provenienti da tutto il mondo: 27 le nazioni rappresentate. L’Avvenire ritorna e raggiunge il livello top dei tornei Tennis Europe: “L’Avvenire era già Super Category nella versione storica Under 16, poi in questi tre anni di transizione, con l’inserimento prima in parallelo e con la trasformazione definitiva quest’anno in solo Under 14 – ha spiegato il direttore Tommaso D’Onofrio – “Una scelta in linea con il tennis mondiale dove già a 15 anni i talenti a manifestazioni professionistiche, mentre in questa fase siamo sicuri di avere i campioni di domani del tennis mondiale”
    Il padrone di casa e presidente del Club Ambrosiano, Thomas Escher, ha aperto la conferenza rivolgendo il suo pensiero a Massimo Morelli ” Una figura preziosa che con Brian Morris, CEO & Founder del gruppo Aspria, e tutta la dirigenza coordinata da Massimo Lacarbonara, ha contribuito a ridare prestigio al torneo. Un ringraziamento particolare a chi ci supporta e ci affianca, la Federazione Tennis e Padel, il Coni, la Regione e tutti gli sponsor, che rappresentano un elemento fondamentale per riuscire a organizzare eventi di questa portata”.
    Per la FITP è un momento meraviglioso . Mai come in questo momento un appuntamento giovanile risponde in pieno al boom che sta vivendo il tennis italiano: solo qualche giorno fa si celebrava il successo del torneo di Milano, il Trofeo Bonfiglio, in cui ha trionfato l’italiano Jacopo Vasamì. Il Presidente del Comitato Regionale Enrico Cerutti ha sottolineato il successo partendo dalle difficoltà: “L’Avvenire sembrava perso. Negli ultimi anni grazie all’impegno e alla passione di questo gruppo di lavoro e anche a chi purtroppo non c’è più come Massimo Morelli, si è risollevato il livello organizzativo e di riflesso adesso quello qualitativo in campo. Il Bonfiglio, l’Avvenire riportano Milano a capitale del tennis giovanile, italiano e internazionale”.
    Per il Presidente del Coni Marco Riva è importante “ Vivere lo sport e viverlo qui nella prossima settimana grazie alla passione del club Ambrosiano e al lavoro della Federazione in questi anni, non si può mancare”.“Il torneo Avvenire incarna e coincide con i valori che sosteniamo e che ci aspettiamo vengano coltivati. In questo torneo sono stati gettati i semi e adesso stanno germogliando, qui c’è lo spirito giusto per vedere le giovani promesse – ha sottolineato a nome di tutto il consiglio regionale Lombardia, Marco Bestetti.
    Un livello altissimo: ci saranno i numeri 1 del mondo maschile e femminile. Un tasso tecnico elevato, una lista di partecipanti che vanta i migliori del mondo e addirittura potenziali 360 incontri in una settimana tra singolo, doppio, tabelloni di consolazione, tutti chiaramente sia nel maschile che nel femminile. “Nel maschile tra i primi 10 ci sono i migliori 8 del mondo” – ha rivelato il direttore Tommaso D’Onofrio , nel femminile c’è la numero 1 del mondo, seguita dalla numero 5, la numero 7 e la numero 12. Poi via via tutti gli altri: “Non è esagerato dire che sui campi dell’Ambrosiano la prossima settimana ci saranno davvero i campioni di domani. Magari al momento sembrano ragazzini i cui nomi non dicono molto, ma tra qualche anno saranno senza dubbio i campioni che vedremo in Tv nei grandi tornei professionistici”. Da sabato 31 maggio le qualificazioni, da lunedì 2 giugno i match dei tabelloni principali, finali sabato 7 giugno.
    Inclusione e valori. L’Avvenire conferma l’attenzione verso il tennis in carrozzina e ripropone la giornata dedicata al tennis in carrozzina. Venerdì 6 giugno due giocatori agonisti in carrozzina scenderanno in campo e coinvolgeranno i ragazzi della scuola tennis ei partecipanti del torneo Avvenire in una giornata voluta e coordinata dal referente della federazione Vincenzo Rastelli , un’iniziativa sempre sostenuta dal direttore Morelli in passato e accolta anche in questa edizione per il grande risvolto inclusivo ed educativo. LEGGI TUTTO

  • in

    Ruud ironizza sulla sconfitta con Sinner: “Sono andato in Norvegia a giocare con chi non è al livello di Jannik”

    Casper Ruud nella foto – Foto Getty Images

    Casper Ruud ha mostrato tutto il suo senso dell’umorismo durante la conferenza stampa pre-Roland Garros quando gli è stato chiesto come avesse gestito la dura sconfitta subita contro Jannik Sinner a Roma. La risposta del norvegese ha strappato sorrisi e applausi, rivelando sia l’ironia del giocatore scandinavo che il rispetto per il numero 1 del mondo.
    “Dopo quella partita, mi sono preso alcuni giorni liberi. Sono andato in Norvegia, ho goduto del bel tempo, ho giocato a golf e mi sono allenato con alcuni ragazzi che non giocano al livello di Jannik, così sono riuscito a fare qualche punto,” ha dichiarato Ruud tra le risate del pubblico presente, dimostrando di saper ridere delle proprie difficoltà contro il campione italiano.
    Il norvegese ha poi raccontato un episodio ancora più eloquente riguardo al livello di Sinner: “Ieri mi sono allenato qui con Jannik e abbiamo giocato un set. Dopo 15 minuti, mi stava battendo 4-0. Ho pensato che questo fosse già esagerato e poi sono riuscito a vincere qualche game.”Ruud non si è limitato all’autoironia, ma ha anche fornito un’analisi tecnica molto interessante sulla forza di Sinner sulla terra battuta: “Non so, credo che non sia percepito come uno specialista della terra perché è capace di giocare ugualmente bene su tutte le superfici senza variare troppo il suo tennis. La potenza che imprime ai suoi colpi difensivi è la chiave per giocare bene sulla terra battuta.”
    Il finalista del Roland Garros 2022 e 2023 ha poi fatto una previsione molto netta sulle chances di Sinner a Parigi: “Credo che non perderà molte partite su questa superficie.” Parole che suonano come un endorsement importante da parte di uno dei migliori specialisti della terra battuta del circuito.L’autoironia del norvegese e il suo riconoscimento della superiorità di Sinner dimostrano la sportività e l’onestà intellettuale di un campione che, pur avendo subito sconfitte pesanti, sa riconoscere il valore dell’avversario e affrontare le difficoltà con il sorriso.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Djokovic dopo il 100° titolo: “È tremendamente difficile mantenersi a questo livello nel circuito

    Novak Djokovic classe 1987, n.6 del mondo – Foto Getty Images

    Novak Djokovic ha conquistato il suo storico 100° titolo ATP a Ginevra, ma le sue prime parole dopo il trionfo su Hubert Hurkacz sono state di grande umiltà e riconoscenza. Il campione serbo, ora numero 6 del mondo, ha voluto condividere la gioia di questo traguardo straordinario con tutti coloro che lo hanno accompagnato in questo percorso.
    Analizzando la finale durata oltre tre ore, Djokovic non ha nascosto le difficoltà incontrate: “Ho dovuto lavorare molto per raggiungere questo risultato. Hubi è stato vicino alla vittoria in ogni momento, dal primo game è stato lì, anche se anch’io ho avuto le mie opportunità nel primo set per strappare il servizio, ma non ci sono riuscito. Alla fine, un cattivo game al servizio, chiuso con un doppio fallo su palla set, ha fatto sì che la finale iniziasse pendendo dalla sua parte.”
    Il 38enne di Belgrado ha poi riconosciuto l’importanza dei dettagli nei momenti cruciali: “Ho cercato di non staccarmi da lui, finché finalmente sono riuscito a strappargli il servizio nel terzo set. Ancora non so come ci sono riuscito, credo che si sia fatto break da solo sul 4-3, ma queste sono le cose che possono succedere quando competi a questi livelli. Due punti possono decidere il vincitore di una partita: 7-6 nel terzo set. Sono stato fortunato ad averlo fatto con uno stadio pieno, finalmente ho quel titolo numero cento.”
    Djokovic ha riservato parole di grande sportività per l’avversario sconfitto: “So quanto è dura perdere una partita così, mi dispiace davvero per te. Sei stato incredibilmente difficile da battere, quindi tutto il merito va a te e al tuo team per il lavoro che avete fatto questa settimana, per come hai superato quell’infortunio al ginocchio fino a tornare nel circuito, per di più a questi livelli così alti. Sono sicuro che ci rivedremo molto presto sui campi, ci aspettano altri grandi match, ma spero più corti di questo.”
    Il momento più toccante è arrivato quando Djokovic si è rivolto al suo team, riconoscendo l’importanza del loro supporto costante: “Grazie al mio team per essere stati lì, ma non solo nei giorni buoni, grazie per essere stati sempre presenti. So che è una vera sfida accompagnarmi in campo in questi momenti della mia carriera, in partite come quella di oggi dove la finale mi stava sfuggendo di mano in alcuni momenti.”Parole che rivelano la consapevolezza delle difficoltà di competere ancora ai massimi livelli a 38 anni: “Solo voi sapete quanto sia tremendamente difficile mantenersi a questi livelli nel circuito, sia dentro che fuori dal campo. Grazie davvero per avermi aiutato e accompagnato nell’ottenere quest’ultimo titolo.”
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    L’Italia sogna il titolo con Jacopo Vasamì. Domenica le finali del 65° Trofeo Bonfiglio

    L’italiano Jacopo Vasamì è in finale dell’edizione n.65 del Trofeo Bonfiglio (foto Francesco Panunzio)

    Che questa sia una stagione dorata per il tennis italiano non lo scopriamo certo oggi, ma avere un italiano in finale nella 65ª edizione del Trofeo Bonfiglio, a 13 anni dall’ultimo successo azzurro targato Gianluigi Quinzi, non fa che confermare la bontà del nostro movimento. A essere sotto i riflettori stavolta è Jacopo Vasamì, talento mancino romano che nella giornata di sabato, sostenuto da tantissimi appassionati accorsi sulle tribune dello storico Centrale del Tennis Club Milano Alberto Bonacossa, ha battuto un giocatore di grandi qualità, il 16enne di Kiev Nikita Bilozertsev. Grande regolarista, il mancino ucraino – che aveva vinto 18 delle ultime 19 partite giocate – era in stato di grazia e ha impensierito l’azzurro per tutta la durata del match, che si è concluso solo dopo 2 ore e 21 minuti con il punteggio di 5-7 6-4 6-3. “È stata una gran lotta – ha raccontato a caldo Vasamì – e il primo set si è deciso su pochi punti, ma ero consapevole che se fossi riuscito a rimanere solido avrei potuto portare a casa l’incontro. Sono comunque soddisfatto della mia tenuta fisica e mentale. Sono venuto a Milano proprio per provare ad alzare questo trofeo ed essere in finale è una bellissima emozione. Darò tutto per riuscire a fare l’ultimo passo”. “In semifinale – ha sottolineato coach Fabrizio Zeppieri, che lo allena al Club Nomentano – a differenza di altri giorni, Jacopo non ha servito bene e ha fatto fatica a comandare il gioco sulla diagonale del rovescio. È riuscito ad alzare il livello solo nel terzo set, ma è stato bravo a rimanere concentrato quando, da 4-1 avanti nel secondo parziale, è stato rimontato fino al 4-4. È in quel momento che ha girato il match a suo favore. Anche senza giocare un gran tennis, ha dimostrato di avere carattere e un grande cuore”.
    Sarà il bulgaro Ivan Ivanov l’ultimo ostacolo tra Vasamì e il titolo di campione degli Internazionali d’Italia Juniores. Senza storia la sua semifinale contro lo statunitense Jack Kennedy, sconfitto con il punteggio di 6-2 6-0 in appena un’ora di gioco. Classe 2008 – è nato il 30 ottobre – il bulgaro si allena da anni alla Rafa Nadal Academy. Proprio come Vasamì, che a Manacor ci è andato a 13 anni e fino al giugno del 2023, quando ha deciso, dopo tre stagioni alla corte del fuoriclasse spagnolo, che era tempo di tornare nella sua Roma. “Con Ivanov siamo molto amici – ha sottolineato Vasamì – e abbiamo giocato contro due volte nel 2024. Ho sempre vinto io ma recentemente lui sta giocando alla grande e sarà una partita molto difficile. Non vedo l’ora di scendere in campo”. Continua, nel torneo femminile, la sorprendente cavalcata della 15enne Luna Vujovic. La giocatrice serba, nata a Herceg Novi (in Montenegro), dopo aver dominato la prima parte dell’incontro sulla lituana Laima Vladson, si è complicata la vita portando il match al terzo set, poi chiuso con il punteggio di 6-0 5-7 6-2. In finale, la giocatrice che si allena a Belgrado ed è numero 22 del ranking Itf juniores (oltre che 917 Wta) troverà la più quotata 16enne americana di origini colombiane, già n.317 Wta, Julieta Pareja, testa di serie n.11 del torneo, che ha sconfitto la britannica Hannah Klugman per 4-6 6-3 6-2. Nessun precedente tra le due finaliste.
    Nel sabato milanese si sono conclusi i due tabelloni di doppio. Il titolo di coppia maschile è andato ai tedeschi Jamie Mackenzie e Niels McDonald, che hanno avuto la meglio sugli statunitensi Keaton Hance e Jack Kennedy per 6-3 6-4. Tra le ragazze, alzano il trofeo le sorelle della Repubblica Ceca Alena e Jana Kovackova, che superano la ceca Julie Pastikova e la tedesca Julia Stusek per 4-6 6-4 10/3, con Alena che bissa così il successo a Milano dello scorso anno. Domenica le finali dei singolari cominciano alle ore 11 (ingresso gratuito, diretta su SuperTennis): prima tocca alle ragazze, poi all’ultimo atto maschile. Il Bonfiglio sta per laureare i suoi nuovi campioni.
    I RISULTATI DI GIORNATATabellone singolare maschile, semifinaliJ. Vasamì (ITA) b. N. Bilozertsev (UKR) 5-7 6-4 6-3, I. Ivanov (BUL) b. J. Kennedy (USA) 6-2 6-0
    Tabellone singolare femminile, semifinaliJ. Pareja (USA) b. H. Klugman (GBR) 4-6 6-3 6-2, L. Vujovic (SRB) b. L. Vladson (LTU) 6-0 5-7 6-2
    Tabellone doppio maschile, finaleJ. Mackenzie (GER) / N. McDonald (GER) b. K. Hance (USA) / J. Kennedy (USA) 6-3 6-4
    Tabellone doppio femminile, finaleA. Kovackova (CZE) / J. Kovackova (CZE) b. J. Pastikova (CZE) / J. Stusek (GER) 4-6 6-4 10/3 LEGGI TUTTO

  • in

    Un italiano in semifinale al Bonfiglio dopo 6 anni. A Vasamì il derby tricolore

    Il romano Jacopo Vasamì è in semifinale al Trofeo Bonfiglio 2025. Ha battuto nel derby azzurro dei quarti di finale Pierluigi Basile (foto Francesco Panunzio)

    Che un derby non sia mai una partita come le altre è una vecchia affermazione che vale per ogni sport. Figuriamoci nel tennis, dove il confronto è tra due singoli atleti. Gli azzurri Jacopo Vasamì (n.10 del ranking Itf Junior) e Pierluigi Basile (n.38), due tra i ragazzi più promettenti della loro leva, si sono affrontati nel pomeriggio sul Centrale del Tc Milano Alberto Bonacossa e, a spuntarla, è stato il 17enne Vasamì, che allo scoccare del 90° minuto, con un diritto lungolinea vincente, ha battuto il pugliese Basile con il punteggio di 6-3 6-4. Sarà lui dunque a sfidare l’ucraino Nikita Bilozertsev, numero 24 del ranking Itf, in una sfida tra mancini che vale un posto nella finale della 65ª edizione del Trofeo Bonfiglio. La partita, come era prevedibile quando la posta in palio è così alta, si è giocata più sui nervi che sul piano tecnico: “Era un match molto sentito – ha raccontato a caldo il romano Vasamì – contro un amico della mia stessa età e che conosco da quando sono bambino. Per me era molto importante vincere questa partita, sono contento di averla portata a casa e di essere in semifinale in un torneo a cui tengo così tanto. È stato un match in cui la testa ha fatto la differenza e sono soddisfatto dell’atteggiamento che ho avuto in campo Più che dell’aspetto tecnico – ha concluso l’allievo di coach Fabrizio Zeppieri, che lo allena al Club Nomentano – sono soddisfatto di essere stato solido nei momenti importanti, soprattutto mentalmente”. Finisce qui dunque il torneo di “Pigi” Basile, che dopo tre match di altissimo livello è stato frenato anche dai nervi e dalla tensione.
    Un italiano torna dunque in semifinale al Trofeo Bonfiglio, dopo quella raggiunta da Matteo Arnaldi nel 2019. Mentre, per ritrovare un azzurro con il prestigioso trofeo meneghino in mano, dobbiamo andare al 2012 quando a mordere la coppa fu Gianluigi Quinzi. Nella parte alta del tabellone, a giocarsi un posto in finale saranno lo statunitense Jack Kennedy, recente vincitore del torneo di Santa Croce, che ha sconfitto la testa di serie numero 1, il finlandese Oskari Paldanius (6-2 6-4), e il bulgaro Ivan Ivanov, seguito a Milano dai tecnici della Rafa Nadal Academy, che ha eliminato (6-4 2-6 6-3) il russo Timofei Derepasko. Tutti molto lottati i match del tabellone femminile, con la serba Luna Vujovic che ha impiegato 2 ore e 40 minuti per avere ragione della bulgara Rositsa Dencheva (6-7 6-1 7-5). In contemporanea, si è concluso anche il match vinto dalla lituana Laima Vladson (7-6 3-6 6-4) sulla spagnola Neus Torner Sensano. Continua anche il torneo della britannica Hannah Klugman, terza favorita, che in un match infinito, durato 3 ore e 27 minuti, ha avuto la meglio sulla ceca Sarah Fajmonova (7-6 5-7 6-4). Ma la partita più interessante è stata quella andata in scena sul Centrale, che ha visto la 16enne americana di origini colombiane, già n.317 Wta, Julieta Pareja, superare la promettente austriaca Lilli Tagger (5-7 6-3 6-4 lo score). Un tennis esplosivo e un pregevole rovescio a una mano non sono stati sufficienti alla 17enne allieva di Francesca Schiavone per dominare la sua avversaria, che in questa stagione ha saputo raggiungere una semifinale tra le pro nel Wta 250 in Colombia. Sabato, a partire dalle ore 10, sono in programma gli incontri di semifinale dei singoli (in diretta su SuperTennis Tv) oltre alle finali dei tabelloni di doppio.
    I RISULTATI DI GIORNATATabellone singolo maschile, quarti di finaleJ. Vasamì (ITA) n. P. Basile (ITA) 6-3 6-4, I. Ivanov (BUL) n. T. Derepasko 6-4 2-6 6-3, J. Kennedy (USA) b. O. Paldanius (FIN) 6-2 6-4, N. Bilozertsev (UKR) b. J. Mackenzie (GER) 2-6 6-1 6-3.
    Tabellone singolare femminile, quarti di finaleH. Klugman (GBR) n. S. Fajmonova (CZE) 7-6(2) 5-7 6-4, J. Pareja (USA) n. L. Tagger (AUT) 5-7 6-3 6-4, L. Vujovic (SRB) b. R. Dencheva (BUL) 6-7(4) 6-1 7-5, L. Vladson (LTU) n. N. Torner Sensano (ESP) 7-6(4) 3-6 6-4.
    Tabellone doppio maschile, semifinaliK. Hance (Stati Uniti) / J. Kennedy (Stati Uniti) n. T. Derepasko / J. Vasamì (ITA) 1-6 7-6(3) 10/4, J. Mackenzie (GER) / N. Mcdonald (GER) n. P. Basile (ITA) / L. Hede (SWE) 2-6 7-6(3) 10/6.
    Tabellone doppio femminile, semifinaliA. Kovackova (CZE) / J. Kovackova (CZE) b. T. Frodin (USA) / Y. Konstantinova (BUL) 6-2 6-4, J. Pastikova (CZE) / J. Stusek (GER) n. C. Esquiva Banuls (ESP) / N. Taraba Wallberg (SWE) 7-6(5) 6-1. LEGGI TUTTO