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    L’incessante tennis dei più tenaci

    Andy Murray e Stan Wawrinka nella foto

    Wawrinka (39 anni), Nadal (38), Murray (37), Gasquet (37), Monfis (37) e lo stesso Djokovic (37): c’erano tutti, quest’anno al Roland Garros, i campioni, Grandi anche d’età, i decani del tennis. Un primo turno così al Roland Garros non si era mai visto, c’è da mordersi le mani per non aver comprato il biglietto per il Bois de Boulogne: la prima domenica Gasquet-Coric, Wawrinka-Murray e, a seguire, lunedì, Zverev-Nadal.
    La principale curiosità di tutti è se si tratti dell’ultima sfida. Sarebbe tuttavia più interessante chiedersi il motivo che porta questi Grandi a spingersi oltre l’età anagrafica, ad aver sui campi vita dura, spesso durissima, rischiando sconfitte e incidenti. Sono giunti al momento della scelta: andare avanti o fermarsi; sottoporsi ogni volta alla sconfitta amara e mortificante e al giudizio feroce o ricominciare un’altra vita lasciando il tennis, l’essenza; perseverare, continuare ad allenarsi con grande sforzo, nutrendo fiducia in sé stessi, o invece reinventarsi. Nessuno di loro, nelle interviste, nega la difficoltà, eppure restano tenacemente avvinti a quel tennis che li fa ancora sognare e impazzire, amare e logorarsi. Vivono per questi momenti, non importa a che prezzo. Li sognano incessantemente.
    Wawrinka, con la sua onesta schiettezza, ha dichiarato: “Io qui sono il più vecchio, non siamo più giovani e abbiamo cercato di dare il massimo. Più gli anni passano, più abbiamo bisogno di lavorare tanto per essere competitivi. Nella mia testa, tuttavia, sono ancora giovane, ragazzo”.
    Per gli atleti più tenaci, come dice Etienne Daho nella canzone divenuta spot Renault del RG, é oggi “le premier jour du rest de ta vie” e si vuol prendere la Luna, anche se si hanno già le stelle. Le parole del testo risuonano come un incitamento a dare tutto oggi, spingendosi oltre i limiti: è ciò che fanno questi Grandi sul campo. Pur fiaccati, quando stanno per essere soverchiati dalla stanchezza, quando l’ultimo rimasuglio di vigore sta per spegnersi, riprendono energia e fiducia, le richiamano dal profondo, scandagliano il proprio essere e, con l’imperiosità del campione, gli comandano di reggere, rinascendo come nel primo giorno del resto della loro vita. Di nuovo e per sempre ragazzi, giocano “à tout donner”, come ha detto Gasquet alla fine del suo match vincente.
    Certamente affrontare il ritiro rappresenta la sfida più difficile della loro carriera. È un nodo della vita di tutti, non riguarda solo loro, riguarda tutti noi in quanto uomini soggetti a dei limiti. Il momento della pensione è generalmente destabilizzante, e va preparato per poter essere accettato. Per gli atleti in generale, questo momento non arriva lentamente, dopo i sessant’anni. Arriva troppo presto. Con una velocità insospettata, li fulmina come una palla vincente non prevista, li coglie mentalmente impreparati. Per i campioni, smettere è ancora più difficile: flash back martellanti ritornano dall’altra parte della vita come palle che colpiscono al cuore. Tutte le palle dei colpi più belli, quelle a due punti dal match, quelle dei match point dei loro trionfi negli Slam, tutte le palle mancate, che non potranno più vincere, quelle dei rimpianti: tutte insieme arrivano violentemente nella loro testa e li lasciano fermi sul campo, logorati lentamente dal tarlo della irresolutezza. Hanno toccato il cielo con un dito, sono stati al centro del campo, circondati da una folla adorante che ancora li seduce e li ubriaca. Hanno perseguito e raggiunto record, in alcuni casi prima impensabili. Non si arrendono ora facilmente al limite imposto dalla vita, dopo essersi mentalmente formati ad affrontare tutte le sfide, ad essere resilienti. E noi che appassionatamente li seguiamo, viviamo di riflesso questo loro momento e lo alimentiamo di inganni. Li ricordiamo sempre vincenti e contribuiamo, col nostro canto di Sirene, coi nostri cori, a sedurli con le lusinghe di un’eterna vittoria e di un’eterna giovinezza. Celebriamo reiteratamente il loro trionfo, sul campo di Madrid o ammassati sotto il ponte del Foro Italico, mentre loro, di sopra, sfilano malinconicamente.
    È proprio ingiusta questa legge della vita: che quando hai passato tutta l’esistenza sui campi da tennis a migliorare i tuoi colpi, quando sei diventato un campione, arriva l’ora di lasciare perché il tuo corpo non ce la fa più a sostenere ritmi competitivi. La mente sa cosa fare ma il corpo, sempre meno, le sta dietro, le gambe non spingono più tanto, non sono scattanti, si infortunano. Hai imparato a reggere la tensione mentale, ma non puoi gestire tutta la stanchezza fisica. Eppure ti piace stare lì, sul campo che è la tua casa, col pubblico che ti dà adrenalina. Il suo supporto e il suo abbraccio ti stimolano a far cose sempre più strabilianti.
    È difficile per un 67enne andare in pensione, figuriamoci per uno che ha solo 37 anni! Non si arrendono -Rafa, Nole, Stan, Andy, Richard, Gaël- alla baby pensione! Fino a ieri il preparatore mentale consigliava strategie motivazionali per la resilienza; lo stesso oggi durerebbe fatica a convincerli a lasciare il campo. Hanno dedicato al tennis tutta la vita, spesso sacrificando affetti e vita privata, rischiando infortuni e ora, sulla soglia dei quarant’anni, hanno davanti il vuoto e la solitudine, devono imparare un altro mestiere che li renda felici. Magari quello di marito o padre, finora assenti.
    Resta indelebile nella nostra memoria l’addio di Federer a Londra nel settembre 2022, giunto non certo all’improvviso, e intriso di lacrime; le sue, quelle di Nadal che forse prefigurava il proprio, le nostre da casa.
    Nel RG dei ricordi legati ai più tenaci, al primo turno gioiamo e soffriamo anche noi con i campioni che al Bois de Boulogne giocano al Philippe Chatrier o al court Suzanne Lenglen. Quest’ultimo, anche in prospettiva dei prossimi Giochi Olimpici, a cui tutti aspirano partecipare, presenta un tetto nuovo, leggero ed elegante, ispirato al plissé della gonna della tennista da cui prende il nome, soprattutto realizzato nei tempi promessi e inaugurato con un emozionante balletto di danzatrici negli inconfondibili panni bianchi della divina ballerina del tennis. Ha la capienza, ma non i tempi, del nostro Centrale del Foro Italico, che resta ancora scoperto.
    Qui, in oltre 3 ore di gioco, Richard Gasquet e Borna Coric hanno disputato un match combattutissimo e davvero bello a vedersi. Lo diciamo non “sine ira et studio”, ma non siamo Tacito e avremmo cantato anche noi la marsigliese a squarciagola per incoraggiare Richard che ci regala sempre emozionanti “momenti Gasquet”.
    Tra lanci di perle di bellezza, alternati a rapidissimi e artigianali cambi del grip del fondo del manico rinforzato, tra cambi di magliette intrise di sudore e gesti scaramantici con la racchetta, stanco ma mai goffo, Gasquet non sembra voglia stare lí per vincere, ma per giocare quei tocchi che deliziano il pubblico che per lui fa la ola sul Suzanne Lenglen, sotto le bianche vele, gonfie di vento propizio. Al ritmo di “Ri-chard! Ri-chard”, il pubblico di casa sua è in delirio: è infatti la 21esima volta che l’ex enfant prodige, le petit Mozart du tennis français, gioca un RG.Nella sessione serale al Philippe-Chatrier i 2 campioni sul campo si conoscono molto bene, 6 Slam in 2, 3 a testa; sono giunti insieme nello stesso momento finale di carriera, che vede favoriti tanti ricordi. Murray, esempio di straordinaria perseveranza, è sempre alla ricerca di nuovi stimoli, ha cambiato dopo 20 anni la racchetta perché vuol essere ancora competitivo. Wawrinka, con i suoi 39 anni, a Parigi è il decano; sfodera magnifici rovesci e brekka subito Murray. È una bella competizione fra ex titani del bel tennis: non conta il ranking ma il bel tennis, la sensibilità e varietà di colpi, la creatività che sanno esprimere.
    Si soffre, coi Grandi. Nadal -su questa terra rossa ‘recordman’ per le sue14 vittorie- e Djokovic -l’atleta numero 1 per tutti i record conquistati- nel punto in cui pare stiano per crollare, resistono invece per ore, fino all’ultimo colpo, tirando fuori energie insospettabili: Nadal affrontando il “muro” di Zverev, che 2 anni prima era uscito dalla stessa partita sulla sedia a rotelle; Djokovic vincendo 2 partite, più notturne che serali, durate complessivamente più di 9 ore di gioco.Ammirevoli! Rispettosi del fair di play; grintosi ma senza cattiveria; signorili, applaudono al bel colpo dell’ avversario e chiedono scusa dopo un imperfetto colpo vincente, che tu ti chiedi perché. Cose d’altri tempi, che ricordano la nobile origine di questo sport.
    Dimostrano disciplina ed etica del lavoro. E lavorano con passione. Hanno grande rispetto l’uno per l’altro. Nole ha sempre bellissime e non poche parole per i suoi avversari, sia che vinca, sia che perda. Commovente l’abbraccio, a fine partita, tra Wawrinka e Murray, e il loro parlare intimo, oltre il solito: cose private, ha risposto Stan nell’intervista a un curioso Àlex Corretja.
    Anche Monfis al RG ha vibrato colpi di grande sensibilità di braccio e con un brillante Musetti, 16 anni di meno, si è battuto da campione, cercando di competere al massimo, applaudito anche dal presidente della Federazione francese Gilles Moretton, nelle vesti di fan: come non comprenderlo?
    In campo femminile, le atlete sembrano avere più chance e vivere meglio questa tappa della vita. A inizio torneo, martedì, si è ritirata Alizé Cornet (34 anni) con l’ultimo applauso del suo pubblico. Emozionatissima, dopo 20 anni di tennis e sacrifici, ha confessato di non sapere ancora bene come riempirà il vuoto, forse scriverà romanzi. A 37 anni, invece, Sara Errani vive una nuova giovinezza tennistica, proiettata verso le Olimpiadi, giocando in doppio con Paolini. Il doppio ha vita più lunga e, giocandolo, si può procrastinare la pensione.
    Il tempo tuttavia, quasi mai è un signore gentile e il più delle volte bisogna attraversare il dolore, come la consunzione di una lenta malattia, bisogna superare la tentazione, prima di convincersi a cambiare prospettiva. Noi, come Sirene, innalziamo il nostro canto al nostro campione senza cera nelle orecchie e senza funi legate all’albero maestro: vorremmo fermare il suo tempo, ricordandolo nel momento del suo massimo trionfo, lo vorremmo sempre in campo, lontano da un diverso futuro…
    Non vogliamo crederlo, ma forse quest’anno, al Roland Garros, è stata l’ultima volta che li abbiamo visti tutti insieme: eseguire, da veri artisti, una sinfonia sul campo, seguendo le note di uno spartito scritto nelle loro più intime corde. Ci hanno dato ancora una volta un grande, emozionante spettacolo, prima di chiudere, malinconicamente, un’ era a cui anche il futuro attingerà per ispirarsi.
    Immortali come i grandi sogni che, tenacemente, vivono dentro ognuno di noi.
    Gisella Bellantone LEGGI TUTTO

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    Avvenire, semifinali in diretta su SupertenniX ma senza Italia

    Maria Valentina nella foto – Foto Roberta Corradin

    L’Avvenire resta senza Tricolori: fuori Giorgio Ghia, eliminate anche Silvia Dalle Molle e Anna Nerelli. Niente Italia nelle semifinali di singolare del prestigioso torneo Under 14 Categoria 1, ma quella odierna è stata una giornata spettacolare dove gli azzurri si sono iscritti al festival delle grandi sfide, seppur senza vincerle. Perché è stata una mattina di terzi set e maratone a conferma di un livello altissimo ed equilibrato che ha acceso i campi in terra rossa del Club Ambrosiano ed esaltato gli spettatori dei campioni del tennis di domani. Giorgio Ghia era partito benissimo rifilando un perentorio 6-2 al finlandese Alex Tuomolin. Poi, la testa di serie numero 3, è tornato in partita e ha prima pareggiato il conto vincendo il secondo set 6-3 e poi chiudendo il discorso 6-4 al terzo. Così come è stata una battaglia la sfida tra il russo Khaikov e il ceco Rakous: passa il russo vincendo al tie break del terzo set. E in queste battaglie impressiona ancora di più la vittoria del favorito del torneo, il numero 2, l’olandese Stan Put, che ha lasciato appena un game all’ungherese Mokan, mentre il cinese Yang, rivelazione del torneo, fa fuori il numero 4, lo spagnolo Banares Lasala.
    Anche nel femminile lunghe e combattute sfide, ma salutano le italiane. Silvia Dalle Molle è stata la prima a uscire di scena cedendo il passo alla lettone Matvejeva dopo aver giocato il primo set alla pari e perso al tie break. Invece l’altra azzurra, Anna Nerelli ha carezzato la semifinale dopo aver vinto il primo set contro la spagnola Baranes 6-4, ma poi è stata rimontata e sconfitta al terzo. Tre set anche per Veronika Navratilova per sconfiggere la lettone Berzina, mentre vince ancora e convince la numero 1, la rumena Pop.
    Risultati quarti di finale Avvenire, Under 14, Boys:A. Tuomolin (FIN) b. G. Ghia (ITA) 2-6, 6-3, 6-4; J. Yang (CHN) b. Banares Lasala (ESP) 6-4,6-4; S. Put (NED) b. D. Mokan (HUN) 6-0, 6-1; E. Khaikov (RUS) b. M. Rakous (CZE) 7-6, 1-6, 7-6
    Risultati quarti di finale Avvenire, Under 14, Girls:D. Matvejeva (LAT) b. S. Dalle Molle (ITA) 7-6(5), 6-1; D. Banares (ESP) b. A. Nerelli (ITA) 4-6, 6-1, 6-4; v. Navratilova (CZE) b. K. Berzina (LAT) 6-1, 2-6, 6-3; V. Pop (ROU) b. K. Prikrylova (CZE) 6-4, 6-1.
    Torneo Under 16. L’Italia ha la possibilità di conquistare il titolo nell’under 16, ma non saranno finali tutte azzurre. Nel maschile, il portoghese Goncalo da Rosa Castro, numero 1 del tabellone, ha sconfitto Alessandro Maina per 7-5, 6-1 e in finale troverà Francesco Pansecchi che si è aggiudicato il derby contro Mattia Baroni con un doppio 6-4.Nel femminile c’è Carla Giambelli che dopo aver fatto fuori la testa di serie numero 1, Sybicka, ieri ha eliminato anche la rumena Andrea Olariu, numero 4 del tabellone, al termine di una sfida entusiasmate, in rimonta dopo aver perso il primo set 6-1, ma andando poi a strappare al tie break il secondo e il terzo 7-6, 7-6. In finale troverà la bosniaca Kovacevic che ha sconfitto Martina Cerbo in semifinale 6-4, 6-0.
    Terzo evento della rassegna Oltre l’Avvenire: inclusione e spettacolo domani alle ore 15 sul Centrale del Club Ambrosiano con un match di tennis in carrozzina. I campioni del wheelchair, il rumeno Silviu Culea e Mariagrazia Lumini giocheranno in singolare e in doppio con giocatori normodotati coinvolgendo i giovani tennisti dell’avvenire. LEGGI TUTTO

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    Bolelli-Vavassori in finale al Roland Garros dopo 65 anni: “Qui sarà molto diverso dall’Australia” (audio completo conferenza stampa)

    SImone Bolelli e Andrea Vavassori in azione quest’oggi a Parigi – Foto Patrick Boren

    Forse non ce ne rendiamo conto perché il doppio è una specialità poco seguita, riservata agli specialisti, ma oggi Simone Bolelli e Andrea Vavassori hanno veramente compiuto un’impresa memorabile. Erano 65 anni che un doppio italiano non arrivava in finale al Roland Garros. I primi ed unici fino ad oggi erano stati Nicola Pietrangeli ed Orlando Sirola nel 1959, quando vinsero anche il torneo. La finale sabato 5 dopo quella del singolare femminile. Chi saranno gli avversari lo sapremo domani. Intanto la soddisfazione per essere arrivati come in Australia all’ultimo atto del torneo. GLI HIGHLIGHTS DI SIMONE BOLELLI E ANDREA VAVASSORI “Quella in Australia è stata un finale inaspettata. Forse io non ero pronto per un appuntamento come quello” dice Vavassori ” Lui ne aveva disputata già una e poi fu una giornata difficile. Programmati alle 22 abbiamo aspettato tutto il giorno al circolo. Una situazione non facile da gestire. Poi abbiamo lottato, ma qui sarà molto diverso. Mi sento pronto ed abbiamo battuto coppie forti” “E’ diverso perché stiamo crescendo di giorno in giorno, di partita in partita” gli fa eco Bolelli. “Abbiamo avuto quasi in ogni match momenti difficili. Abbiamo servito per il match e ci siamo fatti brekkare, eravamo avanti di un break ed abbiamo perso il vantaggio. Situazioni non facili alle quali abbiamo reagito perché giochiamo meglio ogni giorno.” Da Parigi, il nostro inviato Enrico Milani LEGGI TUTTO

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    Djokovic rompe il silenzio dopo l’operazione al menisco: “Tornerò il prima possibile”

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Novak Djokovic ha parlato per la prima volta da quando ieri si è sottoposto a un intervento chirurgico minore per trattare un problema al menisco, infortunio subito durante il Roland Garros.
    “Ieri ho dovuto prendere decisioni difficili dopo essermi strappato il menisco durante il mio ultimo match. Sto ancora elaborando tutto, ma sono felice di dirvi che l’intervento è andato bene. Sono grato all’équipe di medici che mi è stata accanto, così come per l’enorme sostegno che ho ricevuto dai miei fan. Farò del mio meglio per tornare sano e in forma sui campi il prima possibile. Il mio amore per questo sport è forte e il desiderio di competere ai massimi livelli è ciò che mi spinge ad andare avanti”*, ha commentato il serbo.
    Secondo i tempi stabiliti, dovrebbe rimanere fuori per circa tre settimane, il che mette in dubbio la sua presenza a Wimbledon, terzo Slam della stagione e dove difende la finale.

    In the past day, I had to make some tough decisions after sustaining a meniscus tear during my last match. I’m still processing it all but I am happy to update you that the surgery went well.
    I am so appreciative of the team of doctors who have been by my side… pic.twitter.com/RYLeR5KW2P
    — Novak Djokovic (@DjokerNole) June 6, 2024

    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Warner Bros. Discovery illumina l’estate dello sport italiano: Sinner, Paolini e i doppi azzurri in semifinale al Roland Garros, in esclusiva su Eurosport

    Jannik Sinner – Foto Patrick Boren

    I primi giorni caldi dell’estate sportiva italiana sono su Eurosport e i canali di Warner Bros. Discovery, broadcaster ufficiale dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Nel viaggio verso l’appuntamento più importante della stagione, Eurosport è testimone esclusivo sui campi del Roland Garros del momento storico del tennis italiano con il nuovo numero 1 del ranking ATP JANNIK SINNER, JASMINE PAOLINI E I NOSTRI DOPPI, MASCHILE E FEMMINILE, TUTTI IN SEMIFINALE. Inoltre, per il quarto anno consecutivo nelle finali scudetto di LBA 2023-24, saranno le superpotenze del basket italiano Virtus Bologna e Olimpia Milano a contendersi la vittoria in chiaro sui canali free di Warner Bros. Discovery.
    Il secondo Slam della stagione è trasmesso in esclusiva italiana da Eurosport e in diretta integrale senza interruzioni pubblicitarie su discovery+. A Parigi, Jannik Sinner sarà impegnato nella semifinale stellare del Roland Garros con Carlos Alcaraz in programma venerdì 7 giugno (orario TBD), mentre Jasmine Paolini, approdata alla sua prima semifinale Slam contro la diciassettenne Mirra Andreeva, scenderà in campo oggi, giovedì 6 giugno intorno alle 17:00 (dopo l’altra semifinale Swiatek-Gauff delle 15:00).
    Oggi, inoltre, giovedì 6 giugno alle 12:00 Simone Bolelli e Andrea Vavassori giocheranno la loro prima semifinale parigina di doppio maschile contro i fenomeni Rohan Bopanna e Matthew Ebden, che a inizio anno li hanno respinti all’epilogo dell’Australian Open. Venerdì 7 giugno poi, come antipasto della semifinale Sinner-Alcaraz, Sara Errani e Jasmine Paolini sfideranno in semifinale di doppio femminile Marta Kostyuk ed Elena Gabriela Ruse, orario TBD.
    LE SEMIFINALI ITALIANE DEL ROLAND GARROSSingolare femminile: JASMINE PAOLINI V MIRRA ANDREEVA, giovedì 6 giugno alle 17:00 circa in esclusiva su Eurosport 1 e Discovery+Singolare maschile: JANNIK SINNER V CARLOS ALCARAZ, venerdì 7 giugno TBD in esclusiva su Eurosport 1 e Discovery+Doppio maschile: BOLELLI/VAVASSORI V BOPANNA/EBDEN, giovedì 6 giugno alle 12:00 in esclusiva su Discovery+Doppio femminile: ERRANI/PAOLINI V KOSTYUK/RUSE, venerdì 7 giugno TBD in esclusiva su Discovery+ LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic sarà operato al menisco e salterà Wimbledon. Obiettivo Parigi 2024

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Patrick Boren

    Brutte notizie arrivano dalla capitale francese: Novak Djokovic sarà operato oggi stesso a Parigi per un intervento al menisco mediale del ginocchio destro e sarà costretto a saltare il torneo di Wimbledon 2024. Il serbo ha preso questa decisione con l’obiettivo di arrivare nelle migliori condizioni possibili alle Olimpiadi di Parigi.La notizia è stata riportata questa mattina dalla versione digitale di L’Equipe. Il quotidiano francese riferisce che Djokovic ha optato per l’intervento chirurgico, che comporta un periodo di stop minimo di tre settimane, rendendo impossibile la sua partecipazione allo Slam britannico, in programma dal 1° luglio. L’obiettivo di Nole è quello di essere pronto per le Olimpiadi di Parigi, che prenderanno il via nel weekend del 27-28 luglio.
    Djokovic si trovava di fronte a due opzioni: un trattamento conservativo o l’intervento chirurgico. Il trattamento conservativo non poteva garantire una soluzione al 100% del problema, pur lasciandogli la possibilità di arrivare a Wimbledon. L’intervento chirurgico, invece, assicura che il menisco verrà suturato e recuperato dopo il tempo necessario, stimato in non meno di tre settimane.Come sempre dopo un’operazione, bisognerà vedere come reagirà il suo corpo per capire se potrà accorciare i tempi e tornare in campo il prima possibile per non perdere la forma fisica e essere pronto per quello che sarebbe il suo grande obiettivo: essere a Parigi per le Olimpiadi, in quella che potrebbe essere la sua ultima chance di conquistare una medaglia per il suo paese. In questo modo, Novak tornerebbe sugli stessi campi dove si è infortunato dopo essere scivolato durante la partita contro Cerúndolo.
    Novak salterà il terzo Slam della stagione, cosa che non gli era mai successa in carriera. Dall’inizio della sua carriera professionistica, Wimbledon era l’unico Slam, insieme al Roland Garros, che non aveva mai mancato. All’All England Tennis Club vanta sette titoli ed era un chiaro favorito per la vittoria anche quest’anno. In questo modo, non potrà difendere la finale raggiunta l’anno scorso, quando perse contro Carlos Alcaraz, e questo gli costerà anche la perdita di 1200 punti nel ranking, facendolo scendere, presumibilmente, al terzo posto.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    La conferenza stampa di Jannik Sinner dopo l’accesso alle semifinali del Roland Garros e “la prima” volta da n.1 del mondo

    Jannik Sinner – Foto Patrick Boren

    Ecco il testo formattato per WordPress senza alcuna modifica e con le domande in neretto:

    D.Ben fatto. Ovviamente non come volevi con Novak che si ritira dal torneo ma come hai reagito al fatto che sarai il numero 1 della Classifica PIF ATP lunedì?

    JANNIK SINNER: Significa molto per me sicuramente. Non è come in realtà tutti ci aspettavamo. Aveva due molto partite lunghe, partite difficili, cinque set, quindi è dura. Anche il primo match lo ha finito molto tardi. Sai, è dura anche per il torneo. Novak che si ritira, è una brutta notizia.

    Parlando di me, sono molto felice di questo risultato. È frutto del lavoro che svolgiamo ogni giorno. E’ un lavoro quotidiano tanta routine. Ovviamente felice di essere numero uno, ma tra due giorni c’è una partita molto importante per me, la semifinale, quindi sono concentrato su questo al momento. Ma, sì, certo, adesso sono molto felice di questo traguardo

    D. Posso chiederle del campo? Come sapete, Novak si ritira e dice che era troppo scivoloso. Si scivola di più quest’anno sul Chatrier, e secondo te c’è meno terra sulla superficie di quella che normalmente ci sarebbe?

    JANNIK SINNER: Oggi c’era un po’ di vento, quindi con il vento l’argilla se va. Era anche la prima volta che c’era un po’ di sole, quindi quando c’è il sole, il campo è un po’un po’ scivoloso. Questo è normale per la terra rossa. Ultimamente ho giocato molte partite al chiuso in condizioni molto fredde condizioni in cui il campo era molto umido. Non lo so com’era ieri perché ogni giorno è un po’ diverso. Quindi non saprei rispondere su questo.

    Q. Volevo solo chiederti, con Novak che si ritira, Casper va in semifinale. Mi chiedevo solo, come qualcuno ha suggerito che potrebbe giocare Francisco che invece ieri ha perso contro Novak. Mi chiedo solo se avevi un’opinione su questo

    JANNIK SINNER: Scusa. Che cosa?

    D. Casper ottiene il passaggio in semifinale perché non gioca Novak, e c’è stato un suggerimento che forse Casper potrebbe giocare contro Francisco che invece ha perso contro Novak. Mi chiedevo solo se tu hai pensato che fosse possibile farlo oppure pensi che non sia una buona idea?

    JANNIK SINNER: Ma ha già perso, no?

    Q. Come un lucky-loser nelle qualifiche. Una cosa così

    JANNIK SINNER: No, penso che se qualcuno perde nel tabellone principale, questo è tutto, no. Poi non so se cambiano la regola. Non lo so.

    Q. Posso chiederti del tuo co-allenatore Darren Cahill, ora tu sarai il suo quarto Numero 1 al mondo. È già di per sé un record straordinario. Potresti parlarci di lui e di cosa significa per te? E cosa ne pensi di quel risultato.

    JANNIK SINNER: Abbiamo iniziato a lavorare e siamo insieme da quasi due anni. È ovviamente un enorme piacere per me per averlo. Ricordo ancora la prima settimana che abbiamo trascorso ad Eastbourne sull’erba. Da subito ho avuto delle belle sensazioni con lui perché ovviamente ha molta esperienza. So che ha portato diversi tipi di giocatori al numero uno del mondo . Ha avuto grandi risultati anche con diversi giocatori. Lui sa adattarsi a ogni giocatore, e io penso che questa sia una qualità sorprendente, no? Lui e l’abbinamento con Simone è davvero, veramente buono. Sono due allenatori diversi, ma funzionano insieme davvero bene. Sono molto umili, e loro si rispettano moltissimo.

    Penso che la combinazione sia molto buona. Sono fortunato ad averli entrambi e tutto il resto della squadra. Questo è tutto, quindi lo sono contento della mia equipe

    D. Hai servito per il match sul 5-4. Cosa è successo in quel momento?

    JANNIK SINNER: Le cose possono succedere. Di sicuro quando servi per il match, il primo punto è molto importante. Ho mancato il rovescio facile, e poi dopo sono andato 15-30, e ho sbagliato dei dritti facili. Ma sai, questo è parte dello sport, parte della tensione. Non puoi giocare sempre allo stesso modo. Devi accettarlo, no? Penso che sia stato molto importante tenere il mio gioco di servizio sul 5-6. Nel tie-break ho giocato davvero bene,anche se avessi avuto quelle due occasioni prima. Ma tu sai, sono felice di vedere queste due cose mentre sono lì giocando, cercando di capire. Sì, penso che sia normale avere degli alti e bassi. Quindi andava tutto bene.

    Q. Quando esattamente hai saputo sapevi che Novak si era ritirato? E che saresti il ​​numero 1 al mondo? Come è stato difficile per te tenere tutto questo fuori dalla mente quando sei sceso in campo e concentrarti solo sul tuo quarto di finale?

    JANNIK SINNER: Beh, è ​​facile perché me lo hanno detto dopo la partita. (Risate.) Non sapevo che si fosse ritirato. Anche se l’avessi saputo prima, come ho detto, è un ottimo risultato, ma voglio restare concentrato sulla terra rossa, sul torneo. È una superficie dove ho fatto fatica molte volte e soprattutto all’inizio della mia carriera. Lo abbiamo visto negli ultimi anni. E quindi sono ancora più felice di essere in semifinale.

    Sono venuto qui con alcuni dubbi, dubbi fisici e per fortuna il mio fisico migliora di giorno in giorno

    D. L’Italia ha avuto grandi giocatori nel corso degli anni, alcuni campioni del Grande Slam, ma cosa significa per te da italiano essere il primo n.1 italiano?

    JANNIK SINNER: Significa molto, ma penso che sia fantastico per l’Italia. Siamo un grande paese con grandi allenatori e giocatori, e ora possiamo vedere come è questo momento. Sono felice di far parte di questo movimento italiano. Persone, ora iniziano a giocare a tennis sempre di più, il che è bello da vedere. Penso che sia la cosa più importante. Se qualcuno è il numero 1, il numero 2 o il numero 10, tutti ci provano a fare il loro meglio. Abbiamo molti tornei. Abbiamo tornei junior, futures e challengers, e abbiamo anche grandi tornei, tornei ATP, abbiamo le ATP Finals a Torino e abbiamo avuto la Next Gen a Milano. È bello vedere questo movimento in Italia. Penso che l’Italia se lo meriti, no, perché è un grande Paese. Abbiamo tutto. È bello fare parte di questo movimento.

    D. Negli ultimi 12 mesi c’è stato un momento così ti sentivi un po’ diverso ed eccoti come numero 1 al mondo.

    JANNIK SINNER: Penso di aver imparato molto dalle sconfitte subite soprattutto quella di un anno fa qui. Ho studiato, e ho dovuto accettare di imparare da me stesso, dal mio corpo.

    Ci ho lavorato molto. Poi anche l’eliminazione agli US Open. Ho avuto un piccolo cambiamento dopo La sconfitta con Zverev. Ci sono alcuni momenti in cui tu devi realizzare cosa hai fatto di sbagliato e a volte è dura da accettare, ma questa è la strada giusta. Ho persone molto oneste intorno a me e che mi dicono solo la verità. Quando va bene, va bene; quando va male.

    Fa parte del processo. Continueremo così lavorando molto. So nella mia mente che devo migliorare alcune cose, quindi Non vedo l’ora, sì, di diventare un tennista ancora migliore.

    Q. Hai parlato di difficoltà sulla terra battuta durante la tua carriera. Quella che per te è stata la superficie più difficile

    JANNIK SINNER: Penso fisicamente di sicuro. È una superficie molto fisica e devi giocare di più a tennis. A volte sul cemento colpisci velocemente per un paio di scambi e poi basta è finita, o se servi bene, è finita. Su questa superficie, ce ne sono altri, momenti chiave che devi capire.

    Ogni giocatore fatica un po’ di più su alcune superfici. Vedremo quest’anno come farò giocare sull’erba perché sull’erba ne ho avuto una sola buona stagione, l’anno scorso. Prima ero molto in difficoltà.

    Da Parigi il nostro inviato Enrico Milani LEGGI TUTTO

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    Ruud scaglia una dura critica al tennis: “Quale altro sport fa competere gli atleti alle 3 del mattino?”

    Casper Ruud nella foto – Foto Patrick Boren

    Nelle prime ore del mattino al Roland Garros, mentre il match tra Novak Djokovic e Lorenzo Musetti era ancora in corso, Casper Ruud aveva già espresso il suo disappunto per aver terminato il proprio incontro all’una di notte. Successivamente, il norvegese ha condiviso sui suoi canali social una critica diretta al mondo del tennis: “Si può considerare il tennis uno degli sport più duri al mondo? Quali altri sport ti fanno giocare/competere per più di 4 ore alle 3 del mattino?”, si domanda Ruud, spiegando il motivo per cui è ancora sveglio. “Ho appena finito il mio match due ore fa. Dopo di che, devo pedalare sulla cyclette per 15 minuti, rispondere ai media, fare un bagno di ghiaccio per 10 minuti, farmi la doccia, mangiare e poi sottopormi a trattamenti/massaggi. In questo momento sono nella fase di trattamento”.
    Le parole di Ruud sollevano interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine di un calendario così impegnativo. Resta da vedere se gli organizzatori dei tornei e le autorità del tennis prenderanno in considerazione queste preoccupazioni e apporteranno modifiche per garantire il benessere dei giocatori e l’equità della competizione.Basterebbe mettere (come fa Wimbledon) un orario di sospensione serale.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO