More stories

  • in

    Djokovic, l’incognita del rientro: a rischio Wimbledon e Olimpiadi

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Patrick Boren

    Il mondo del tennis è in attesa di capire quando e come Novak Djokovic tornerà in campo dopo l’operazione al menisco che lo ha costretto al ritiro nei quarti di finale del Roland Garros. Il numero 1 del mondo dovrà stare fuori dalle piste per almeno 3 settimane, saltando così la stagione sull’erba e mettendo in dubbio la sua partecipazione a Wimbledon. Ma la vera incognita è se riuscirà a recuperare in tempo per i Giochi Olimpici di Parigi, un appuntamento che ancora manca nel suo palmares. Sarà questa la sua sfida più grande o riuscire a tornare al 100% nel circuito?
    In questo scenario di incertezza, Andy Roddick ha espresso la sua opinione sui tempi di recupero di Djokovic, sottolineando come tutto dipenderà dalla gravità della lesione al menisco. L’ex numero 1 del mondo, che ha subito lo stesso infortunio a 17 anni, ha una visione più esperta della situazione. “Ovviamente è un corpo più giovane e ho giocato così per quattro o cinque mesi. L’ho rifatto qualche mese fa e mi sono semplicemente riposato, ma la differenza è che io non devo giocare Wimbledon tra un mese”, ha dichiarato nel suo podcast ‘Served with Andy Roddick’.
    Roddick sa di cosa parla e ritiene che sarà impossibile per Djokovic giocare a Parigi e che anche Wimbledon sia quasi completamente escluso, poiché non si tratta solo di recuperare dall’operazione, ma anche di riprendere gli allenamenti dopo tanti giorni di stop. “Questa chirurgia, almeno in base a tutti i tipi che ho visto, compresa la mia, esclude Wimbledon e mette le Olimpiadi a grave rischio. Non si tratta solo di dire che il ginocchio starà bene tra un mese, perché bisogna allenarsi, soprattutto per Novak”.
    Il serbo è un giocatore con una forma fisica invidiabile, considerando che questa è solo la sua seconda operazione e che a 37 anni continua a vincere grandi titoli. Tuttavia, questo problema al ginocchio è particolare, poiché influirà sulla sua mobilità, un aspetto fondamentale nel suo gioco difensivo. “La sua specialità è poter martellare gli avversari, tenerli in scambi lunghi, muoverli da una parte all’altra… Novak ha bisogno delle sue gambe, delle sue abilità difensive. Probabilmente è il miglior giocatore difensivo nella storia del tennis e, in difesa, ti affidi alle tue gambe”, ha spiegato Roddick.
    La grande sfida che attende Djokovic, una volta recuperato dall’operazione, sarà tornare a competere al massimo delle sue possibilità. L’età non gioca a suo favore, oltre al fatto di essersi infortunato proprio tra i due Slam più ravvicinati. Questo metterà a rischio il resto della stagione? Cosa ne pensa Roddick? “Scommettere contro i grandi è a tuo rischio e pericolo, ma quando qualcuno ha 37 anni e inizia a operarsi al ginocchio, è un problema. Una rottura del menisco non è grave quando hai 24, 25, 26 anni, ma questo è il peggior momento possibile perché è il periodo più breve tra due Slam. Direi che l’erba è la sua superficie migliore in questo momento e la peggiore per i rivali che affronta. Se anticipasse i tempi potrebbe mettere a rischio anche gli US Open e potrebbe porre fine a questa stagione”.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Swiatek, dominio senza precedenti al Roland Garros: eguagliato un record storico

    Iga Swiatek POL, 31.05.2001 – Foto Patrick Boren

    Ci sono statistiche che sembrano essere tirate fuori dal fondo del baule, ma questa è davvero impressionante. Che Iga Swiatek sia in completo dominio, specialmente sulla terra battuta, non è una novità. Ma ciò che la numero uno del mondo ha fatto al Roland Garros non ha quasi precedenti, poiché ha eguagliato un record incredibile.
    Ebbene, la polacca ha perso solo 11 (!) giochi dai quarti di finale in poi sulla strada verso il titolo, eguagliando ciò che Martina Navratilova aveva fatto agli US Open del 1983, così come il successo ottenuto da Chris Evert sempre agli US Open, ma nel 1976. Numeri assurdi che mostrano l’ampio dominio di Swiatek che, lungo il percorso, ha inflitto persino un 6-0 6-0.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

  • in

    Maria Valentina POP e Stan PUT sono i vincitori della 57° edizione del torneo internazionale Tennis Europe Avvenire

    Stan Put – Foto Roberta Corradin

    Si è conclusa la 57° edizione del torneo Avvenire, torneo internazionale Tennis Europe Under 14 Categoria 1, l’unico in Italia, disputato al Club Ambrosiano di Milano dall’1 all’8 giugno.Vince il titolo maschile l’olandese Stan Put che ha sconfitto in finale il finlandese Alex Tuomolin per 6-0, 6-2.Vince il titolo femminile la rumena Maria Valentina Pop che ha sconfitto in finale l’israeliana Daniel Baranes con il punteggio di 4-6, 7-6 (3), 7-6 (10)
    Due finali che hanno suggellato con un altissimo livello tecnico lo storico torneo di Milano, ma due partite con due storie diverse. Nella prima, quella maschile, ha trionfato senza difficoltà il portacolori dei Paesi Bassi che ha legittimato una superiorità emersa fin dal primo turno del torneo. Nonostante il grande livello espresso dal finlandese, Put ha dominato in 50 minuti senza dare mai segnali di difficoltà e ha concesso appena due game a Tuomolin, entrambi nel secondo set, e ha scritto il suo nome nell’albo d’oro e nel prestigioso “piatto” dell’Avvenire.
    La seconda finale è il manifesto del torneo. Una maratona di 3 ore e 13 minuti, un’altalena di emozioni e un equilibrio spezzato solo alla fine di un tie break deciso per 12 a 10. L’israeliana Banares aveva sorpreso tutti e, contro pronostico, ha conquistato il primo set 6-4 e sembrava volare verso il titolo quando sul 3 a 1 ha servito per il 4-1. Poi la rumena Pop è tornata in partita e da lì è partito un testa a testa dove Baranes è andata a servire sul 5-4. Di nuovo un testa a testa fino al tie break del secondo set che ha rimesso la sfida in parità. Il duello senza esclusione di colpi, caratterizzato dalla potenza di Baranes e dalla regolarità di Pop, ha regalato un tie break finale punto su punto al cardiopalma con match point annullati a vicenda fino all’epilogo di 12-10 per la rumena Pop celebrata dal numeroso pubblico delle grandi occasioni in piedi ad applaudire la nuova reginetta del tennis.
    Grande soddisfazione e progetti ambiziosi da parte della direzione torneo: “Un avvio in salita che ha però evidenziato una macchina organizzativa capace di far fronte alle difficoltà, in grado di gestire una settimana con più di 400 incontri su due circoli, Aspria Harbour Club e Club Ambrosiano, tra Under 14 e Under 16”, ha sottolineato il direttore del torneo Massimo Morelli, che ha rilanciato: “Abbiamo portato il torneo Under 14 Avvenire a Category One e auspichiamo di consacrarlo a Super Category l’anno prossimo”.
    Premio speciale “Rivelazione del torneo Avvenire” ad Alex Tuomolin, premio messo in palio dallo sponsor Renord.Alla cerimonia finale sono intervenuti i main sponsor Banca Intesa San Paolo e Law Deal che con i loro rappresentanti hanno consegnato il famoso “piatto” dell’Avvenire ai vincitori. La Regione Lombardia che ha patrocinato l’evento rappresentata dal Consigliere Regionale Marco Bestetti e la Federazione Italiana Tennis e Padel nella persona di Roberto Recalcati, consigliere regionale FITP. Il presidente di Sport Watchers, Tommaso D’Onofrio, il gruppo Aspria nella persona di Massimo Lacarbonara e Marco Tonarelli direttore del Club Ambrosiano. Oltre alle coppe e ai fiori anche i premi offerti dallo sponsor Powerade. Supervisor del torneo Alessandro Provasi di Forlì, arbitro della finale maschile Marco Mazzilli di Varese e della finale femminile Beatrice Belotti di Milano.
    Doppietta per Stan Put: in coppia con Joris Van Linde (NED) vincono il torneo di doppio: sconfitti in finale il russo Berdin e il rumeno Radu per 6-2, 6-3.Non è riuscita invece la doppietta a Maria Valentina Pop. Il titolo di doppio va alla coppia della Repubblica Ceca, Veronika Navratilova e Kristyna Prikrylova che superano l’israeliana Manhard e la rumena Pop per 6-3, 6-3. LEGGI TUTTO

  • in

    Record di ascolti per la semifinale Alcaraz-Sinner al Roland Garros

    Jannik Sinner e Carlos Alcaraz nella foto – Foto Patrick Boren

    La semifinale del Roland Garros tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, disputata ieri, ha fatto registrare numeri da record in termini di ascolti televisivi, confermando l’enorme interesse del pubblico per questa sfida tra due dei più grandi talenti del tennis mondiale.La partita, trasmessa in diretta televisiva sui canali di Eurosport, ha tenuto incollati allo schermo oltre un milione di telespettatori, con un’audience media di 1.005.000 spettatori e uno share totale dell’11,9%. Un risultato straordinario che ha permesso alla rete che ha trasmesso l’incontro di posizionarsi al terzo posto nella classifica dei canali nazionali durante la messa in onda, dietro solo a Canale 5 e Rai 1.
    Ma il dato ancora più impressionante riguarda lo share pay, ovvero la percentuale di pubblico che ha seguito la partita su canali a pagamento. Alcaraz-Sinner ha fatto registrare uno share pay del 47,6%, un valore eccezionale che testimonia quanto il pubblico fosse disposto a pagare pur di non perdersi neanche un colpo di questa sfida mozzafiato.Il picco di ascolti si è registrato in un momento specifico della partita, quando l’audience ha raggiunto quota 1.237.000 telespettatori. Un numero che ha superato ogni aspettativa e che dimostra come il tennis, quando propone sfide di questo livello, sia ancora in grado di appassionare e coinvolgere un pubblico vastissimo.
    Il duello tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, del resto, aveva tutti gli ingredienti per essere un successo annunciato. Da una parte il giovane fenomeno spagnolo, numero 3 del mondo e campione in carica del Roland Garros, dall’altra la stella del tennis italiano, reduce dalla vittoria del suo primo Slam agli Australian Open e determinato a ripetersi anche sulla terra rossa parigina.Una sfida che ha regalato emozioni a non finire, con Alcaraz che alla fine è riuscito a spuntarla in cinque set, ma non senza sudare le proverbiali sette camicie. LEGGI TUTTO

  • in

    I Carota Boys ieri a Lagnasco in VTT

    I Carota Boys ieri a Lagnasco in VTT

    Sinner sul Philippe Chatrier, i suoi tifosi speciali, i “Carota Boys”, alla VVT di Lagnasco, paese vicino a Saluzzo nel quale il tennis è diventato negli ultimi dieci anni sempre più importante. Il Tennis Stadium, la sede della VTT, di proprietà della famiglia Rosatello, si è colorato di arancione per accogliere circa 400 appassionati che si sono iscritti al Watch Party attraverso i canali social dei “Carota Boys”, i sei ragazzi di Revello, che dista circa 15 minuti da Lagnasco, che nello stesso impianto curano il loro tennis: “Nulla a che vedere con quello di Jannik – dicono sorridendo – ma è sempre stata una passione comune”. “E’ nata una partnership – spiegano i dirigenti della VTT Enrico Gramaglia e Duccio Castellano – e questa è una giornata speciale, per noi e i ragazzi della nostra scuola”. Propri i più giovani sono stati i primi ad arrivare, abbigliati quasi tutti con il colore dominante in qualche indumento, ansiosi di tifare per Sinner e partecipare al momento. La partenza bruciante dell’azzurro ha ancora più scaldato l’atmosfera. I cori si sono sovrapposti, con “Let’s go Sinner” a risuonare nell’area ad ogni suo punto. Alla fine del primo set momento di stacco con i “Carota Boys” impegnati nelle foto di rito con i presenti e lo staff della VTT. Alla ripartenza molti silenzi e tanta concentrazione, quasi a voler sospingere Jannik a ogni suo colpo nella nobile arena. La frazione è volata via ma gli animi sono rimasti immutati. Fiducia e passione per il beniamino, pronto a rispondere con il vantaggio parziale. Ad ogni punto quasi un boato, liberatorio. Nulla da fare nel quarto set. Si soffre perché il campione è in difficoltà, ma non ci si abbatte. I “Carota Boys” annunciano la finale da poco raggiunta in doppio da Errani e Paolini. Applauso. Jannik va sotto 1-4 ma gli “arancioni” non demordono…dai, si può ancora fare. Lui ci prova, i “Carota Boys” anche. Alla fine Sinner cede ma alla VTT sembra quasi che abbia vinto: “Sarà per la prossima, intanto è il numero 1”. Let’s go Sinner!

    La giornata, indipendentemente dal risultato finale del campione azzurro, è stata speciale e ha generato entusiasmo, attesa, condivisione dei veri valori della vita e dello sport. Ne è stata parte anche Camilla Rosatello, top 100 WTA in doppio e fresca lei stessa della presenza nel main draw del Roland Garros 2024 (nella specialità del doppio) nonché di quella nel WTA 125 di Bari. Anche lei torna nelle pause dei tornei nella sua Lagnasco per ritemprarsi e ripartire. Il sogno dei dirigenti della VTT è quello di poter ospitare personalmente, ovviamente accompagnato dai Carota Boys, al Tennis Stadium. Siamo certi che prima o poi succederà. Intanto nei prossimi giorni c’è un torneo del circuito Kinder Joy of moving, che “lancia” i campioncini, da terminare. Ben 11 tabelloni e oltre 180 iscritti nelle categorie dagli under 9 agli under 16. Da queste parti, operose e ospitali, non si perde tempo. LEGGI TUTTO

  • in

    Carlos Alcaraz si proietta verso la finale del Roland Garros 2024: “Voglio lasciare il mio segno. Sono stato forte di testa contro Sinner, non mi sono mai perso d’animo”

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Patrick Borent

    Dopo aver sconfitto Jannik Sinner in semifinale, Carlos Alcaraz si è assicurato un posto nella finale del Roland Garros 2024. Lo spagnolo, in conferenza stampa dopo il suo trionfo contro l’italiano, ha valutato il suo grande risultato e ha parlato della finale che giocherà domenica prossima sulla Philippe Chatrier.
    Riguardo al match contro Sinner, Alcaraz ha dichiarato: “È stata una partita molto complicata, ma allo stesso tempo sono molto contento di essere riuscito a portarla a casa, di aver imparato dalle situazioni vissute prima dell’incontro di oggi, di come gestire certi momenti. Sono stato positivo tutto il tempo, sono cambiato dalle partite in cui non sono stato bene mentalmente e questo mi è costato caro. Sono stato forte di testa, non mi sono mai perso d’animo. È un orgoglio sapere che non inciampo sulla stessa pietra. È stata una partita molto completa, molto buona da parte mia”.
    Alcaraz ha ammesso che c’era più tensione del solito: “Era una partita complicata da giocare, non era facile giocare una semifinale del Grande Slam, soprattutto contro Jannik. Ti richiede un livello di esigenza mentale, fisica e tennistica durante tutto l’incontro. Avere queste tre cose per quattro ore non è per niente facile, soprattutto sulla terra, con molto caldo, dove lasci molta energia in ogni colpo. Bisogna fare i conti con queste situazioni, con questo tipo di momenti”.
    Lo spagnolo non ha sentito che fosse una finale anticipata: “Domenica sarà una partita durissima chiunque sia il mio avversario, sono tennis diversi, ma affronto la partita di domenica come quella di oggi. Tatticamente dovrò giocare molto, molto bene se vorrò vincere. Quella di oggi è stata una grande vittoria, ma non è stata una finale anticipata”.
    Alcaraz ha paragonato la partita a quella di Indian Wells: “Il primo set è stato un set in cui mi ha sopraffatto, sia per il suo livello che perché non ho giocato come avrei dovuto. Quando ero in svantaggio mi sono ricordato delle semifinali di Indian Wells. Ho pensato che il primo set non voleva dire che avrei perso la partita, mi ha ricordato molto il cambio di livello, di tattica e l’aumento della mia concentrazione mentale, fisica e tennistica per poter vincere”.
    Riguardo al suo rapporto con il Roland Garros, Alcaraz ha raccontato: “Sono venuto al Roland Garros solo una volta quando avevo 11 o 12 anni, per giocare un torneo che facevano sotto la Torre Eiffel. È stato un momento molto bello in cui ho potuto conoscere molti giocatori, ho incontrato Holger e ho vissuto l’esperienza di giocare a livello internazionale. Uscivo da scuola e correvo a casa per accendere la TV e poter vedere le partite. È un torneo molto speciale per me che guardo da quando ero piccolo, in cui i tennisti spagnoli hanno avuto molto successo. Ci ha abituato Rafa e anche altri giocatori. Voglio lasciare la mia impronta in questa lista”.
    Alcaraz si immagina già con la coppa in mano: “Manca un passettino, uno dei passi più complicati che ci siano, vincere la finale, che sono sempre complicate. C’è una frase che mi ripeto spesso ed è che le finali non sono fatte per giocarle, ma per vincerle. Ho l’immagine nella mia testa di poter alzare il trofeo, ma è un lungo percorso perché credo che la partita sarà complicata”.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

  • in

    Renzo Furlan, da Schiavone a Paolini: “Viviamo la finale come tutti gli altri giorni, c’è una prassi da fare” (audio)

    Renzo Furlan – Foto Patrick Boren

    Nel 2010 fu a fianco di Francesca Schiavone (anche se a Parigi fu Corrado Barazzutti ad essere presente per la quindicina) adesso è il coach di Jasmine Paolini. Parliamo di Renzo Furlan, classe 1970, due titoli ATP uno sul cemento di San Josè e l’altro sulla terra di Casablanca, un best ranking al numero 19 del mondo e per quasi quattro anni, miglior tennista italiano nella classifica ATP. Poi la carriera da coach. Direttore Tecnico responsabile dell’under 20 per la Federazione Italiana Tennis (2010 – 2011), stesso ruolo (DT under 20) per la Serbia (2016 – 2020) quando inizia a seguire Jasmine dopo che la lucchese aveva era uscita dalle cure della FIT. Prima una collaborazione ridotta poi dal 2020 è diventato coach full time della finalista del torneo femminile.

    “Credo che oggi sia stato un bene giocare la semifinale di doppio.” Dice Furlan “Ha potuto fare punti, una partita invece di fare una giornata di allenamenti dove stai troppo a pensare al match di domani invece abbiamo potuto giocare un match vero tra l’altro vinto bene. Siamo contenti di questa finale raggiunta. Lo viviamo come tutti gli altri giorni C’è una prassi da fare. Farà la press con voi. Il recupero, lo scarico con il fisioterapista e poi stasera ne parleremo. Mangeremo dove mangiano tutte le sere un po’ per scaramanzia. Posto tranquillo vicino all’hotel e poi dopo cena parleremo del match. La Swiatek la conosciamo molto bene.”

    Di seguito l’audio integrale della conferenza di Renzo Furlan

    Da Parigi, Enrico Milani LEGGI TUTTO

  • in

    Il “caso Zverev” giunge al termine: si conclude senza condanna

    Alexander Zverev nella foto – Foto Patrick Boren

    Il caso giudiziario che vedeva coinvolto il tennista tedesco Alexander Zverev, accusato di aver molestato la sua ex compagna Brenda Patea nel maggio 2020, è giunto a una conclusione. Dopo un processo a porte chiuse, durato diversi giorni, il giocatore ha raggiunto un accordo extragiudiziale con la controparte, ponendo fine alla vicenda.Secondo quanto emerso, l’accordo non prevede alcuna ammissione di colpevolezza da parte di Zverev. Il tennista era stato inizialmente condannato dal tribunale di Berlino a pagare una multa di 460.000 euro per abuso fisico nei confronti di Brenda Patea, madre di suo figlio. Zverev aveva sempre negato le accuse e aveva impugnato la sanzione, portando il caso in tribunale il 31 maggio scorso.
    L’accusa sosteneva che, a seguito di un’accesa discussione in un appartamento di Berlino, il giocatore avesse spinto Patea contro un muro e l’avesse picchiata. L’avvocato difensore di Zverev aveva definito tali accuse “infondate”. Il tribunale ha esaminato le testimonianze e i messaggi scambiati tra i due dopo l’episodio per giungere a una decisione.
    Secondo quanto rivelato dal giornalista Jonathan Crane, il processo si è concluso con un accordo extragiudiziale tra Zverev e l’accusa, i cui dettagli non sono stati resi noti. La stampa tedesca riporta che il tennista avrebbe accettato di pagare una multa di 200.000 euro in cambio dell’archiviazione del caso, di cui 150.000 euro andranno allo Stato e 50.000 euro a un fondo di beneficenza.
    Zverev ha accettato questo accordo per porre fine al procedimento senza essere dichiarato colpevole né ammettere alcuna responsabilità per le accuse mosse nei suoi confronti. Il tribunale e la parte querelante hanno concordato l’archiviazione del caso, mettendo così fine a una vicenda che ha perseguitato il tennista negli ultimi anni.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO