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    Rafael Pagonis e Elizaveta Anikina vincono il torneo Avvenire

    Rafael Pagonis vincitore Avvenire – Credit: Roberta Corradin

    Va in archivio l’edizione numero 58 del Trofeo Avvenire: i nuovi campioni del torneo Under 14 Super Category sono Rafael Pagonis e Elizaveta Anikina .Il viaggio, iniziato tre anni fa, partiva dallo storico torneo Under 16 Super Category, la cui tradizione era iniziata nel 1965, sempre sui campi di via Feltre, per arrivare al traguardo di oggi: Super Category Under 14 . Un salto in avanti a dispetto dell’età, verso un tennis più precoce, dove davvero, la vetrina per il tennis di domani è la categoria under 14. Anche perché ormai a 15-16 anni i tennisti iniziano a giocare i tornei professionistici. La conferma della scelta vincente è stata avere i numeri 1 del mondo under 14, proprio Rafael Pagonis e Darina Matvejeva . E guardando le teste di serie del maschile nei primi 10 c’erano i primi 12 del mondo, entrambi i draw chiudevano dentro i primi 50 del mondo. Una scelta del CEO & Founder del Gruppo Aspria Brian Morris, di Massimo Lacarbonara e della dirigenza del Club Ambrosiano in partnership con Sport Watchers. E una persona in particolare, Massimo Morelli , che è scomparso prematuramente lo scorso marzo e che era stato il direttore del torneo negli ultimi anni. Eredità portata avanti sempre da Sport Watchers e raccolta da Tommaso D’Onofrio , direttore di questa edizione.
    Femminile. La finale femminile è stata partita vera solo nel secondo set, quello vinto da Darina Matvejeva 7-5. Nel primo e nel terzo e decisivo set invece sul Centrale del Club Ambrosiano si è assistito al dominio della tennista estone, Elizaveta Anikina . Numero 4 del torneo e 11 del mondo, ha dominato il primo set 6-1, poi ha ceduto il secondo dopo essere stata in vantaggio 5-3, e infine ha di nuovo dominato il set decisivo per 6 giochi a 1: la lettone numero 1 del mondo è riuscita a rimanere aggrappata al match annullando 4 match point, ma al quinto match point è arrivato l’urlo liberatorio di Anikina. Che solleva al cielo l’iconico piatto che riporta tutti i nomi dei vincitori del singolo dal 1965.
    Maschile. Albo d’oro in cui verrà inciso anche il nome di Rafael Pagonis . Il tennista greco, favorito fin dalla vigilia visto che portava in dote il numero 1 del mondo e quindi anche del tabellone, ha sconfitto in finale l’olandese Laurens Drijver . Una sfida che è durata poco più di un’ora in cui Pagonis ha sfoderato una prestazione perfetta nel primo set lasciando a zero l’avversario. Nel secondo, sembrava potesse cambiare l’inerzia dopo il break e il vantaggio di Drijver per 2-0, ma poi il greco è tornato a dominare fino al 6-3 che ha concluso il match e l’edizione numero 58 del torneo Avvenire.Alle premiazioni era presente la Federazione Italiana Tennis e Padel, nella persona del consigliere del Comitato regionale della FITP Roberto Recalcati, il presidente del club Ambrosiano Thomas Escher, Massimo Lacarbonara per Gruppo Aspria e Tommaso D’Onofrio per la direzione torneo e Sport Watchers. Le finali (e le semifinali ieri) sono state trasmesse in diretta su SupertenniX e in Live streaming su Tennis Europe, sulla pagina Facebook del Club Ambrosiano e sul canale YouTube Sport Watchers
    Torneo del doppio. Sfuma in finale il sogno azzurro: la coppia formata da Tyson Grant e Bruno Condorelli è stata sconfitta dal duo tedesco formato da Luys Calin e Daniel Czarnecki con il punteggio di 6-1, 6-2. Nel doppio femminile trova consolazione Darina Matvejeva che conquista il titolo a coppie con l’israeliana Ofir Manhard battendo proprio Elizaveta Anikina con Sofia Tatu al termine di un testa a testa conclusa al tie break del secondo set: 7-5, 7-6 lo score finale.
    Tabelloni di consolazione . Visto l’altissimo livello dei tabelloni principali del torneo Avvenire, al primo turno il sorteggio ha messo contro dei giovani talenti e uno è stato eliminato. La formula Super Categoria ha previsto però dei Bonus draw, tradotto: tabelloni di consolazione. Dove però in parallelo è andato in scena un torneo di alto livello con i più interessanti talenti del tennis mondiale. E la finale maschile è stata un derby italiano, vinta da Giulio Bozzanga su Paolo Carroccio. Il titolo femminile è stato vinto dalla croata Korana Barisic che ha superato la ceca Beata Maresova.I numeri parlano da soli: 306 incontri disputati in una settimana, 11 campi utilizzati contemporaneamente, 19 arbitri sulla sedia, un Supervisor (dalla Lettonia Konstantin Zasjadko) e un referee italiano. Ben 212 racchette incordate in tutta la settimana, 344 tubi di palle utilizzate per un totale di 1376 palle usate . Non solo: ospitalità per tutti i giocatori ei coach delle nazionali nominati dalle Federazioni a Tennis Europe che va dagli hotel ai pasti. Una macchina organizzativa imponente al pari dei grandi tornei professionistici. Ecco perché l’Avvenire entra di diritto tra gli “Slam” del tennis giovanile mondiale, che sono solo 5, e diventano 3 se si comportano solo quelli sulla terra rossa (oltre Portogallo e Germania c’è Milano).
    RISULTATI FINALIR. Pagonis (GRE) b. L. Driver (NED) 6-0, 6-3E. Anikina (EST) b. D. Matvejeva (LAT) 6-1, 5-7, 6-1
    L. Calin/D. Czarnecki b. Condorelli/T. Concedere 6-1, 6-2D. Matvejeva/O. Manhard b. E. Anikina/S. Tatu 7-5, 7-6(6) LEGGI TUTTO

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    Potito Starace vince la prima edizione dell’ATV Legends Open; Averni pronto ad ospitare l’evento anche nel 2026

    I giocatori della prima edizione dell’ATV Legends Open

    Potito Starace è il vincitore della prima edizione dell’ATV Legends Open. L’ex numero 27 ATP ha sconfitto in finale Paolo Lorenzi per 6-4, divenendo il primo storico campione del torneo-esibizione organizzato da Sport Club, patrocinato dall’Assessorato ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, dalla Città Metropolitana di Roma Capitale e dalla Federazione Italiana Tennis e Padel. Nel corso della cerimonia di premiazione sul Campo Centrale del Circolo Antico Tiro a Volo, teatro di tutto l’evento, è stata annunciata la seconda edizione della kermesse che si terrà a giugno del 2026.
    La commozione di Starace – C’è stato un momento, durante la finale della prima edizione dell’ATV Legends Open, in cui il tempo sembrava essere fermato. Tutto identico a qualche anno fa, quando Potito Starace e Paolo Lorenzi combattevano tra circuito Challenger ed ATP. Vorrei ringraziare innanzitutto il Circolo Antico Tiro a Volo per l’ospitalità, il presidente Giorgio Averni, il Consigliere allo Sport Giuseppe Centro e tutti i soci che ci hanno fatto sentire a casa sin dal primo giorno, dalla Cena di Gala che ha dato il via a questo straordinario evento – ha detto un commosso Starace, ex numero 27 del mondo –. Siamo stati davvero bene, soprattutto è stato bello ritrovarci in campo dopo tanto tempo. È stato fantastico poter condividere questi giorni con quelli che sono prima di tutto degli amici, con cui abbiamo condiviso momenti indimenticabili”. Il vincitore di 11 trofei del circuito cadetto ha inoltre ricevuto un premio da Claudio Di Benedetto, responsabile delle flotte di Audi L’Automobile Roma, per il noleggio a lungo termine di una macchina: “Sono davvero emozionato, perché con Lorenzi ieri abbiamo giocato il doppio; l’ultima volta che era accaduto si trattava di una finale di un torneo ATP vinto insieme. Lui oggi è il direttore degli Internazionali BNL d’Italia, mentre io lavoro al Foro Italico. Con Giorgio Galimberti abbiamo giocato insieme in Coppa Davis, mentre con Daniele Bracciali abbiamo fatto semifinale al Roland Garros Voglio ringraziare tutti per questa iniziativa incredibile e speriamo di rivederci il prossimo anno”.
    Il supporto di Villa Claudia al torneo – Tra gli sponsor della manifestazione è stato fondamentale l’aiuto del partner medico Villa Claudia. “Il nostro gruppo è sempre al fianco dello sport perché è fondamentale per il benessere fisico e mentale – ha detto Laura Melis, direttrice generale dell’azienda –. Il nostro impegno è volto a incentivare uno stile di vita sano e attivo. Durante l’evento abbiamo messo a disposizione dei soci e di tutti i partecipanti i nostri professionisti, che prontamente sono intervenuti nel corso delle gare per risolvere qualche piccolo infortunio”.
    Luca D’Agostino guarda al futuro: “Il progetto crescerà” – Tra i principali organizzatori dell’ATV Legends Open c’è Luca D’Agostino, il quale ha creduto fortemente nel progetto insieme a Tommaso Poliandri e al direttore dello Sport Club, Luigi Capasso: “Questa è un’idea che nasce dalla grande passione nell’organizzare eventi e soprattutto dall’amore per il tennis. Con Tommaso e Luigi ci siamo confrontati e abbiamo detto ‘proviamoci’. La prima persona che abbiamo coinvolto nel progetto è stata Vincenzo Santopadre, il quale ha risposto con grandissimo entusiasmo e ha contagiato tutti noi. Man mano i giocatori si sono aggiunti al torneo, che è diventato realtà in poco tempo, e la risposta è stata assolutamente positiva. L’obiettivo è quello di far crescere il progetto, questo è solo l’inizio e siamo contenti per come è andato. LEGGI TUTTO

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    Djokovic inquieta: “Se non vinco uno Slam in due anni, mi chiederò se vale la pena continuare”

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Patrick Boren

    Continuano a emergere dichiarazioni inquietanti da parte di Novak Djokovic dopo la sua sconfitta contro Sinner al Roland Garros 2025. In dichiarazioni riportate dal media serbo Sportklub, la leggenda del tennis ha risposto alle insistenti domande dei giornalisti su un possibile ritiro a breve termine con parole di un certo peso.
    “Se non vinco un titolo di Grand Slam in un anno e mezzo o due, mi chiederò se vale la pena continuare a competere”, ha dichiarato il serbo, lasciando trasparire per la prima volta dubbi concreti sul suo futuro nel circuito. Queste parole rappresentano un segnale d’allarme per tutti gli appassionati di tennis, che potrebbero dover fare i conti con l’addio di uno dei più grandi campioni della storia.
    Le dichiarazioni assumono un peso ancora maggiore considerando che Djokovic non vince un Grande Slam dall’US Open 2023, un digiuno che per i suoi standard rappresenta un’eternità. Il serbo, abituato a dominare sui palcoscenici più prestigiosi del tennis mondiale, sembra aver posto un ultimatum a sé stesso che potrebbe determinare il suo futuro nello sport.Tuttavia, c’è un elemento che potrebbe attenuare questa sete di vittorie: il titolo olimpico conquistato lo scorso anno. L’oro di Parigi 2024 rappresentava l’ultimo tassello mancante nella straordinaria carriera di Djokovic, un obiettivo che aveva inseguito per tutta la vita e che potrebbe concedergli qualche respiro in più prima di prendere una decisione drastica sul suo futuro.
    Il digiuno di Slam che sta attraversando Djokovic non è solo una questione statistica, ma tocca l’essenza stessa di ciò che lo ha sempre motivato. Il serbo ha costruito la sua leggenda proprio sulla capacità di vincere i tornei più importanti, e trovarsi in questa situazione di “astinenza” da vittorie nei Major rappresenta una sfida psicologica enorme per un campione del suo calibro.Le parole del serbo arrivano in un momento in cui il tennis sta vivendo un evidente cambio generazionale. L’ascesa di Sinner e Alcaraz, la crescita di altri giovani talenti e il naturale scorrere del tempo stanno ridisegnando gli equilibri del circuito. Djokovic, a 38 anni, si trova a dover fare i conti con una realtà che sta cambiando rapidamente.
    La scadenza di “un anno e mezzo o due” fissata da Djokovic porta direttamente verso le Olimpiadi di Los Angeles 2028, un orizzonte temporale che potrebbe rappresentare il suo ultimo grande obiettivo. Tuttavia, le sue dichiarazioni sembrano indicare che la priorità rimane sui Grand Slam, i tornei che hanno sempre rappresentato il metro di giudizio della sua grandezza.Il fatto che queste dichiarazioni siano arrivate subito dopo la sconfitta contro Sinner non è casuale. Il confronto diretto con il numero uno del mondo ha probabilmente fatto riflettere Djokovic sulla distanza che si sta creando tra lui e i nuovi dominatori del circuito. La sensazione di non essere più competitivo ai massimi livelli potrebbe aver accelerato questi pensieri.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    La conferenza stampa di Aryna Sabalenka: “Si, fa male. Fa davvero male”

    Aryna Sabalenka nella foto – Foto Patrick Boren

    D: Aryna, ovviamente non è il risultato che chiunque avrebbe voluto oggi, ma guardando alle ultime due settimane, quanto sei orgogliosa di te stessa per aver raggiunto la finale?
    ARYNA SABALENKA: Sì, devo dire che in queste due settimane ho giocato partite davvero dure, contro avversarie incredibili. Ho sicuramente giocato a un livello migliore rispetto a quello espresso in finale. Onestamente, è stato il peggior tennis che io abbia giocato negli ultimi… non so neanche da quanti mesi.Le condizioni erano terribili, e lei è semplicemente stata più brava di me in queste condizioni. Credo sia stata la peggior finale che io abbia mai giocato.
    D: Mi chiedevo come mai, secondo te, non sei riuscita a gestire le condizioni mentre lei ci è riuscita meglio?
    SABALENKA: A volte succede, sai? Ti svegli e non ti senti al meglio, e l’altra va per tutto e le riesce, mentre a te non riesce nulla.Ho fatto davvero tanta fatica, ho provato in tutti i modi a trovare una soluzione per giocare in queste condizioni, ma oggi, evidentemente, non era giornata.
    D: Secondo te quanto di questa sconfitta dipende solo da te, da come hai giocato? Oppure è stata lei a metterti in difficoltà? E in che modo lo ha fatto?
    SABALENKA: Correndo e giocando palle altissime col telaio (ride, ndr). Si muoveva molto bene.In queste condizioni difficili, non sono riuscita a variare come avrei voluto. Era complicato, in queste condizioni, fare le cose che so di dover fare contro di lei per vincere – come a Madrid, ad esempio.Oggi, a tratti, sembrava che colpisse col telaio e la palla, per magia, finiva dentro. E ti trovavi subito sulla difensiva.Sembrava uno scherzo, onestamente. Come se qualcuno dall’alto si stesse divertendo a guardare se ce l’avrei fatta.E oggi non ce l’ho fatta. Spero davvero che la prossima volta che giochiamo – se ci saranno le stesse condizioni – io riesca a giocare con più intelligenza, senza forzare troppo e restando più lì, a lottare.
    D: Sei molto severa con te stessa, ma pensi che ci sia stato un momento chiave nel primo set? Perché eri partita benissimo, conducevi 4-1. Cosa è successo da lì in poi? È migliorata Coco o sono peggiorate le condizioni?
    SABALENKA: Sì, credo che il vento sia aumentato. E anche io sono diventata troppo emotiva.Penso che oggi non mi sia gestita bene mentalmente, onestamente.Tutto lì. Ho iniziato a commettere errori gratuiti. Dovrei controllare le statistiche, ma penso che abbia vinto non perché abbia giocato in modo incredibile, ma perché io ho fatto un sacco di errori – da palle che da fuori sembravano facili.
    D: Nella tua carriera hai già affrontato momenti difficili e sconfitte dure, che poi ti hanno portato al successo. Cosa porterai via da questa sconfitta per migliorare?
    SABALENKA: È un’altra finale Slam persa contro Coco.Un’altra prestazione terribile da parte mia in una finale contro di lei.Devo fare un passo indietro, guardare la situazione con lucidità e cercare di imparare la lezione, finalmente.Perché non posso continuare ad affrontarla nelle finali Slam e giocare un tennis così brutto, regalando – non dico facilmente – ma sì, emotivamente parlando, quasi…
    D: Ovviamente tra poco ci sarà un altro Slam. Questo forse aiuta un po’ a dimenticare. Ma quando hai una delusione così, ti riguardi il match o preferisci dimenticarlo del tutto?
    SABALENKA: No, no. Ho già prenotato un volo per Mykonos.Alcol, zuccheri.Ho bisogno di qualche giorno per dimenticare completamente questo mondo folle e questa follia – se potessi dire una parolaccia, lo farei – che è successa oggi.Penso che tutti capiscano. Sto solo cercando di essere educata in questo momento, ma non ci sono altre parole per descrivere ciò che è successo oggi in campo.Quindi sì: tequila, orsetti gommosi e, non so, qualche nuotata, fare la turista per qualche giorno (sorride).
    D: Quanto paragoni questa sconfitta a quella subita agli Australian Open a gennaio? Pensi siano confrontabili o due partite del tutto diverse?
    SABALENKA: Per certi versi, vedo delle somiglianze.Lì il livello è stato molto più alto nel terzo set contro Keys, lei ha semplicemente tirato dei colpi pazzi e le sono entrati. Mi ha sovrastato negli ultimi giochi.Oggi invece lei ha solo messo una palla in più dall’altra parte.Sì, devo davvero fare un passo indietro e imparare qualcosa, perché non posso continuare a commettere sempre lo stesso errore.
    D: Ci spieghi meglio cosa rendevano queste condizioni così difficili? Il vento? Il freddo? O un mix?
    SABALENKA: Era quasi divertente, perché il vento andava fortissimo, come dire… dritto, diretto.A volte sembrava calmarsi, ma durante lo scambio partiva all’improvviso e la palla volava via all’improvviso. E io arrivavo sempre in ritardo.Più la terra battuta, più qualche rimbalzo strano…Forse avrei dovuto arretrare tantissimo e iniziare a palleggiare più in sicurezza, magari quello mi avrebbe aiutata.Ma non ero nelle condizioni mentali giuste per pensare in modo intelligente.
    D: Il tennis è uno sport durissimo. Anche quando vinci, perdi quasi metà dei punti. Vorresti migliorare nell’essere più gentile con te stessa o nell’accettare l’imperfezione? È qualcosa su cui stai lavorando?
    SABALENKA: Negli ultimi anni ci sono riuscita abbastanza bene.Solo che a volte, sai, torni in quelle vecchie abitudini.E succede. Penso che ancora una volta bisogna fare un passo indietro, imparare, e tornare là fuori a fare meglio.Ma adesso, onestamente, non riesco a essere indulgente con me stessa, perché davvero, ragazzi, è stata la peggior partita che ho giocato negli ultimi mesi.È una barzelletta. Non posso più permettermelo in finale.Se fosse stato un ottavo o un quarto, non mi sarebbe importato tanto.Ma una finale Slam… è diverso. Non va bene.
    D: È più dura perché era la finale di uno Slam? Perché questi eventi sono più grandi di tutti gli altri?
    SABALENKA: Sì, fa male.Soprattutto perché ho giocato un gran tennis tutta la settimana. Ho battuto avversarie toste, anche una campionessa olimpica, Iga…E poi esci e giochi malissimo.Cioè, penso che se l’altro giorno avesse vinto Iga contro di me, oggi sarebbe andata in campo e avrebbe vinto lei.Sì, fa male. Fa davvero male.Ho giocato davvero bene, e poi nell’ultima partita scendo in campo e gioco così…Fa male.Dal nostro inviato a Parigi, Enrico Milani LEGGI TUTTO

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    Eurosport: Gli ascolti di Sinner-Djokovic e Musetti-Alcaraz

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16 – Foto Patrick Boren

    RECORD per la semifinale del ROLAND GARROS “SINNER vs DJOKOVIC”:Amr: 1.317.000 , miglior risultato di sempre per un match Roland Garros e per una semifinale Grand Slam su EurosportShr sul pubblico totale : 7,9%, #3 canale nazionale durante la messa in onda (dopo Rai 1 e Canale 5)Retribuzione Shr: 33,7 % #1 canale pay durante la messa in ondaPicco d’ascolto : 1.723.000 amr
    La semifinale “MUSETTI vs ALCARAZ” raggiunge :Amr: 839.000Shr sul pubblico totale : 9,9%, #3 canale nazionale durante la messa in onda (dopo Rai 1 e Canale 5)Retribuzione Shr: 42,1 % #1 canale retribuzione durante la messa in ondaPicco d’ascolto : 995.000 amr
    Eurosport 1 segna la miglior giornata di sempre con: 4,2% di share sul pubblico totale ( #7 canale nazionale nelle 24 ore ) e 19,9% di share pay tv ( #1 canale pay nelle 24 ore ). LEGGI TUTTO

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    Roland Garros 2025 : finali tra i primi due del seeding dopo 12 anni

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Patrick Boren

    Memorabile e storico. Solo così può definirsi quello che sta accadendo al Roland Garros 2025, confermato da due dati statistici che rendono questo Grand Slam davvero speciale. Questo Major è il primo dallo US Open 2013 in cui i primi due seeding sia del tabellone maschile che di quello femminile si affronteranno in finale.
    Ma c’è di più: sarà la prima volta nella storia che due tennisti nati nel XXI secolo si scontreranno in una finale di Grand Slam, segnando simbolicamente il passaggio di consegne generazionale nel tennis mondiale.
    Il dato sui primi due del seeding in finale testimonia quanto sia difficile per i favoriti del torneo arrivare entrambi all’atto conclusivo. Dodici anni di attesa dimostrano che il tennis moderno è imprevedibile e che spesso le sorprese e gli upset caratterizzano il percorso nei Grand Slam. Vedere nuovamente questa situazione sia nel maschile che nel femminile rende il Roland Garros 2025 un’edizione davvero eccezionale.
    Ancora più significativo è il secondo dato: due giocatori nati dopo il 2000 che si contendono per la prima volta un titolo del Grande Slam. Questo traguardo rappresenta ufficialmente l’ingresso della nuova generazione nell’élite del tennis mondiale, confermando che il futuro di questo sport è già presente.
    Il Roland Garros 2025 passerà quindi alla storia non solo per la qualità del tennis espresso, ma anche per aver segnato questi due importanti traguardi statistici che sottolineano l’eccezionalità di questa edizione parigina.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Sinner e la striscia da record: 29 set consecutivi nei Grand Slam come Nadal e Djokovic

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16 – Foto Patrick Boren

    Jannik Sinner continua a infrangere record e a scrivere pagine di storia del tennis. Dopo la sua vittoria contro Novak Djokovic nelle semifinali del Roland Garros, l’azzurro arriverà alla finale di Parigi senza aver perso un solo set in tutto il torneo, ma la sua striscia vincente va ben oltre il torneo francese e assume dimensioni storiche.
    La straordinaria sequenza di Sinner ha radici profonde: all’Open d’Australia aveva concesso soltanto un set contro Schoolkate e uno contro Holger Rune. Da quando ha ceduto quel set al danese, Sinner ha collezionato un totale di 29 set consecutivi nei Grand Slam, una striscia che lo porta in compagnia di leggende assolute del tennis mondiale.
    Questo straordinario traguardo permette all’altoatesino di eguagliare due strisce leggendarie: quella di Rafael Nadal nel 2017 e quella di Novak Djokovic nel 2023. Tre giocatori, due epoche diverse, ma la stessa capacità di dominare sui palcoscenici più importanti del tennis mondiale senza concedere nulla agli avversari.
    La classifica dei set consecutivi vinti nei Grand Slam nell’Era Open vede al primo posto Roger Federer con 36 set tra il 2006 e il 2007, in quello che fu probabilmente il periodo più dominante della carriera dello svizzero. Al secondo posto, a pari merito con 35 set, troviamo Rafael Nadal tra il 2020 e il 2021 e John McEnroe nel 1984, due epoche completamente diverse del tennis ma accomunate dalla stessa eccellenza.
    Al quarto posto, con 29 set consecutivi, si trovano ora ben tre giocatori: Jannik Sinner nel 2025, Novak Djokovic nel 2023 e Rafael Nadal nel 2017. Un club esclusivo che testimonia la grandezza di questi campioni e la loro capacità di mantenere un livello altissimo per periodi prolungati nei tornei più prestigiosi.
    Per Sinner, che domani affronterà la finale del Roland Garros, c’è ancora margine per scalare questa speciale classifica. Vincere la finale senza perdere set gli permetterebbe di arrivare a 32 set consecutivi, avvicinandosi ulteriormente ai record assoluti di McEnroe, Nadal e Federer.
    La striscia dell’azzurro assume un significato ancora più importante se si considera il contesto: Sinner sta dominando in un’era del tennis particolarmente competitiva, dove la profondità del circuito è maggiore che mai e dove ogni partita può nascondere insidie. Riuscire a mantenere questo livello di costanza e dominio per così tanti set consecutivi dimostra una maturità tennistica e mentale straordinaria.
    Il percorso di Sinner in questi Grand Slam è stato caratterizzato non solo dalla continuità nei risultati, ma anche dalla qualità delle prestazioni. L’azzurro ha saputo adattarsi a superfici diverse, dall’hard court australiano alla terra battuta parigina, mantenendo sempre lo stesso livello di eccellenza e la stessa determinazione.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Alcaraz verso la finale: “Domenica si gioca una partita di tennis, semplice”

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Patrick Boren

    Carlos Alcaraz ha superato un complicato test in semifinale al Roland Garros 2025 per trovarsi a solo un grande passo dal ripetere l’impresa della scorsa stagione, quando conquistò il secondo Grand Slam dell’anno. Il giocatore spagnolo, numero due del mondo, aspetta l’avversario in finale dallo scontro tra Novak Djokovic e Jannik Sinner dopo aver superato in semifinale Lorenzo Musetti, ritiratosi nel quarto set a causa di un infortunio.
    Carlitos ha alzato il livello man mano che avanzava nei turni a Parigi. Il murciano ha parlato in conferenza stampa di come ha vissuto la sua semifinale nonostante l’infortunio del rivale, di come vede la seconda semifinale e del suo livello in vista di domenica per quella battaglia finale.
    Quando gli è stato chiesto cosa si gioca nella finale, Alcaraz ha risposto con la sua caratteristica naturalezza: “Cosa mi gioco domenica? Una partita di tennis, semplice.”
    Nonostante la giovane età, Alcaraz dimostra una maturità sorprendente nel gestire le aspettative per quella che sarà la sua quinta finale di Grand Slam a soli 22 anni. “Noi lottiamo per essere in questo tipo di situazioni, in questo tipo di turni, lottando per giocare finali di Grand Slam. Cerchiamo di non darlo per scontato. Non perché siamo arrivati a cinque finali in poco tempo, a 22 anni, diamo per scontato che nei prossimi anni sarà uguale o meglio.”
    “Noi vogliamo darle il credito che merita, cerchiamo di darle il valore che merita essere in una finale di Grand Slam come se fosse la prima. Questo è il bello, non pensare al passato, ma vivere il momento, dare l’apprezzamento che ha l’essere in una finale di Grand Slam. Non bisogna dare nulla per scontato.”L’entusiasmo di Alcaraz per il tennis emerge chiaramente quando parla della semifinale tra i due contendenti: “Appena finirà la conferenza stampa, mi metterò a guardarla, in tv o al telefono. Farò qualsiasi cosa per vederla, e non solo per il fatto che mi dovrò scontrare con chi vince, ma come grande appassionato di tennis, è una partita degna di essere vista. Ogni volta che si affrontano, il livello è molto alto. La guarderò chiaramente.”
    Sulla sua evoluzione come giocatore, Alcaraz ha spiegato: “Fisicamente, non c’è molto cambiamento. Siamo andati migliorando, ci stiamo conoscendo man mano che passano gli anni, quello di cui abbiamo bisogno e quello che ci fa bene, quello che no. Da lì, stiamo costruendo un percorso adeguato per la mia carriera.”
    “Mentalmente siamo andati imparando dalle situazioni che abbiamo vissuto, dalle finali di Grand Slam, dai momenti brutti, dai momenti buoni, e siamo andati forgiando un livello mentale forte e capace di risolvere grandi problemi. Ho già 22 anni, è già momento di maturare un pochino. È momento di crescere e di imparare da quelle situazioni.”
    Con grande onestà, Alcaraz ha affrontato il tema della gestione emotiva in campo, mostrando una consapevolezza rara per la sua età: “Acquisire esperienza non significa che sarò sereno, che non mi lamenterò mai o che la mia faccia non cambierà. È semplicemente imparare che non ti deve condizionare troppo a lungo. Oggi ci sono stati momenti in cui mi sono arrabbiato, in cui le cose non andavano bene, mi sono lamentato alcune volte, ho dato un calcio alla sedia. Abbiamo chiaro che questo è momentaneo. Sfoghi la rabbia che hai dentro e cerchiamo che nel punto successivo tu sia nella miglior forma possibile e che non ci condizioni per più di due game. Magari non sono come un altro, ma sono cose di un punto o due e poi ce ne dimentichiamo.”
    Guardando alla finale, Alcaraz si aspetta una battaglia indipendentemente dall’avversario che uscirà vincitore dalla semifinale Sinner-Djokovic. “Uno o l’altro, mi aspetto una finale molto complicata, dove ci saranno momenti buoni e momenti cattivi, dove bisognerà saper gestire tutti i tipi di situazioni.”
    Lo spagnolo ha poi analizzato entrambe le possibilità con la lucidità di un veterano: “Se vince Jannik, lo sguardo può andare alla finale di Roma, ma io credo che il bello che ha il tennis è che una settimana può essere in un modo e un’altra totalmente diversa. Dobbiamo imparare a non pensare molto alla finale di Roma se è contro Jannik e cercare di arrivare nel miglior modo perché le condizioni sono totalmente diverse.”
    “Se è contro Djokovic, cercheremo di dare il meglio. Magari lo sguardo può andare alla finale di Parigi (Giochi Olimpici) e in un anno possono cambiare molte cose, per cui saremo preparati per chiunque sia l’avversario domenica, dare il meglio e soprattutto non aver paura, andare all’attacco.”Marco Rossi LEGGI TUTTO