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    Kvitova ritorna: a 35 anni e dopo la maternità ricomincia dal torneo di Austin

    Petra Kvitova nella foto – Foto Getty Images

    Petra Kvitova è pronta a inaugurare un nuovo capitolo della sua carriera. La due volte campionessa di Wimbledon torna nel circuito WTA al torneo di Austin 2025, appena 17 mesi dopo essere diventata madre, dimostrando che l’amore per il tennis può superare ogni ostacolo.
    “A volte mi chiedo perché ho preso la decisione di tornare, ma in quei momenti mi rendo conto che non mi sarei mai perdonata di non averci provato”, ha confessato la ceca in un’intervista a wtatennis.com. “Ho spiegato a tutto il mio entourage che l’unica cosa che mi spinge a competere di nuovo è che amo questo sport. Amo il tennis da quando avevo quattro anni, mi manca la sensazione di lottare per ogni palla, di dare il massimo e l’adrenalina della competizione.”A quasi 35 anni, Kvitova sa bene che le sfide saranno enormi: “Capisco che sarà molto duro tornare, non so come si sentirà il mio corpo e non so quanto tempo potrò resistere, ma volevo provare.”
    Il suo caso è eccezionale, poiché mentre sempre più tenniste interrompono la carriera per la maternità, la maggior parte lo fa in età più giovane rispetto a Kvitova. “Le tenniste sanno cosa significa lavorare duramente, abbiamo una grande etica del lavoro e il desiderio di tornare al posto che sentiamo ci appartiene è il nostro miglior motore”, spiega la campionessa di Wimbledon 2011 e 2014.In questa nuova fase, Petra viaggerà accompagnata dal marito e dal figlio: “La vita nel circuito può essere noiosa quando non ti alleni o non competi. Entri in una bolla dove tutto ruota intorno al tennis. Penso che mi divertirò molto di più essendo accompagnata dalla mia famiglia.”
    La ceca non si pone obiettivi ambiziosi: “Non ho aspettative in termini di risultati. So che non giocherò al livello che mi permetteva di puntare a grandi successi. Voglio solo godermi il tennis e so che ci vorrà del tempo per tornare in forma.”
    Il primo test sarà contro Burrage al WTA 250 di Austin, l’inizio di un viaggio che Kvitova affronta con la maturità di chi non ha più nulla da dimostrare, ma tanto ancora da dare.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Rublev e la battaglia contro la depressione: “Ero completamente perso”

    Andrey Rublev nella foto – Foto Getty Images

    Dopo la vittoria al torneo di Doha, Andrey Rublev ha aperto il suo cuore in un’intervista rivelando i difficili momenti vissuti negli ultimi anni, quando è arrivato sull’orlo di abbandonare tutto. Una confessione che arriva nel momento più dolce, dopo aver conquistato il suo primo titolo del 2025 e aver dimostrato di appartenere ancora all’élite del tennis mondiale.
    “Ero intrappolato in un loop. Perso con me stesso. Per un paio d’anni, non riuscivo a trovare la via, non capivo cosa dovessi fare, per quale scopo… forse suona un po’ drammatico, ma non trovavo un motivo per vivere… dentro di me, ero completamente perso”, ha confessato il tennista russo alla giornalista Reem Abulleil.Parole che spiegano gli sfoghi e le crisi di rabbia in campo, con il suo tennis diventato lo specchio di un’anima in sofferenza. Rublev, noto per la sua emotività e per gli scatti d’ira durante le partite, ha finalmente dato un contesto a quei comportamenti che spesso hanno attirato critiche.
    “Quando ti succede per uno, due, tre anni… arriva un momento in cui non riesci più a sopportarlo, è come un dolore che cresce, cresce e cresce, e senti che devi tagliarti il braccio. Ho iniziato a prendere antidepressivi: all’inizio sentivo che le cose andavano meglio, ma dopo un po’ ho capito che, anche se non peggioravo, non mi piaceva quello che provavo, era una sensazione strana. Ho smesso di prenderli dopo un anno.”
    È stato in questo momento di profonda crisi che è emersa la figura di Marat Safin, ex numero uno del mondo e connazionale di Rublev, che è diventato una sorta di angelo custode per il giovane moscovita. “Marat mi ha fatto capire meglio me stesso, mi ha fatto guardare dentro di me. Il suo aiuto è stato come resettare da zero. Da lì, almeno, sono stato in grado, poco a poco, di camminare nella giusta direzione.”Il percorso di guarigione è stato lento e graduale, con Rublev che ha dovuto affrontare i suoi demoni interiori mentre continuava a competere ai massimi livelli. “Continuo a camminare, passo dopo passo, ma come ho detto all’inizio della stagione, non sono ancora felice, ma non sento nemmeno stress, non ho ansia, non ho depressione. Sono semplicemente in ‘modalità neutra’: né bene né male, ma almeno ho trovato delle fondamenta.”
    Il successo a Doha, arrivato dopo vittorie significative contro giocatori come de Minaur, Auger-Aliassime e Draper, ha consolidato la sua posizione nella top 10, evitando una possibile caduta in classifica. Un risultato che assume un valore ancora maggiore alla luce delle difficoltà personali che il tennista russo ha dovuto affrontare.La confessione di Rublev si inserisce in un contesto più ampio di crescente consapevolezza sulla salute mentale nel tennis professionistico. Negli ultimi anni, diversi campioni hanno parlato apertamente delle loro battaglie contro ansia e depressione, contribuendo a rompere lo stigma attorno a questi temi.
    Ora Rublev guarda avanti, al torneo di Dubai dove debutterà contro Quentin Halys, con la speranza che il tennis possa avvicinarlo sempre più alla felicità che ancora gli sfugge. Con le sue dichiarazioni, ha dimostrato che anche dietro la facciata di un campione possono nascondersi fragilità e sofferenze, ma anche che è possibile trovare la forza per continuare a lottare, in campo e fuori.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Toni Nadal difende Sinner: “Sono contrario a questa sanzione. Lo conosco e so che non c’era alcuna volontà di commettere un illecito, non si può trattare una persona così per un errore avvenuto casualmente”

    Toni Nadal nella foto

    Toni Nadal, direttore del Mallorca Championships di Calvià, ha annunciato lunedì sul quotidiano Marca la partecipazione di Casper Ruud, tennista tra i primi cinque al mondo, come grande attrazione per la prossima edizione dell’Open 250 su erba, in programma dal 22 al 28 giugno. Il torneo precede immediatamente Wimbledon.
    Durante la presentazione, Toni Nadal ha dichiarato: “Abbiamo già la conferma di Kyrgios, Ruud e Monfils e questo rende il torneo molto attraente. A breve comunicheremo la presenza di un altro grande giocatore e stiamo anche parlando con Jaume Munar. Sarà un grande evento.”
    Toni, zio e mentore di Rafa Nadal, si è poi soffermato sull’omaggio che Roland Garros sta preparando per celebrare la carriera del campione spagnolo, ritiratosi dopo la fase finale dell’ultima Coppa Davis: “A livello familiare siamo molto contenti di questo riconoscimento. Rafael è molto felice del tributo che gli verrà reso. So che ci stanno lavorando da tempo e credo che risulterà un omaggio importante. Per Rafael, riceverlo in Francia e nel luogo dove ha ottenuto i maggiori successi sportivi è motivo di grande soddisfazione. Non so se ce ne saranno altri, ma questo è molto significativo per lui.”
    Nell’occasione, Toni Nadal ha anche espresso il proprio parere sulla squalifica di tre mesi inflitta a Jannik Sinner, a causa della positività al clostebol rilevata a Indian Wells 2024: “L’ho già detto più volte e l’ho spiegato: sono contrario a questa sanzione. Conosco personalmente Sinner e so che non c’era alcuna volontà di commettere un illecito, non si può trattare una persona in questo modo per un errore avvenuto casualmente. Non si può avere la pretesa di punire e basta. Bisogna sanzionare chi fa le cose in modo intenzionale per trarne un vantaggio. E so che non è il caso di Sinner, che non ha ottenuto alcun beneficio da ciò che gli è stato riscontrato. Dunque, perché punire. È vero che dicono che ad altri giocatori, che non erano numeri uno, è stata applicata una sanzione, ma in passato si è agito in modo sbagliato. Mi sorprende anche che diversi tennisti si siano schierati contro di lui, compresi alcuni di altissimo livello e qualcuno non proprio irreprensibile.”
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Venus Williams smentisce: “Niente wild card per Indian Wells. Non lo giocherò. Mi dispiace, lo guarderò in televisione perché sarò dall’altra parte dell’oceano”

    Venus Williams nella foto

    Venus Williams mette fine alle voci sulla sua presunta partecipazione al WTA 1000 di Indian Wells 2025. La sette volte campionessa Slam ha smentito di aver ricevuto una wild card per il torneo californiano durante un evento in Danimarca.“Davvero? Non ho ricevuto nessuna wild card!”, ha dichiarato ridendo la 44enne americana. “Non lo giocherò. Mi dispiace, lo guarderò in televisione perché sarò dall’altra parte dell’oceano.”

    Full audio from Venus Williams regarding the wild card. pic.twitter.com/B9mHOip3VV
    — Tennis Weekly Podcast (@tennisweeklypod) February 23, 2025

    La Williams non gioca un match ufficiale dai Masters 1000 di Indian Wells e Miami del 2024, dove fu eliminata al primo turno rispettivamente da Nao Hibino e Diana Shnaider. La notizia della sua presunta partecipazione aveva fatto il giro del mondo, ma è stata la stessa Venus a spegnere l’entusiasmo dei fan.La veterana americana, che ha scritto pagine indimenticabili della storia del tennis, continua quindi il suo lungo periodo lontano dai campi, lasciando ancora il dubbio sul suo possibile ritorno alle competizioni.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Rune e Tiafoe giocano a tennis sul mare di Acapulco: spettacolo unico per promuovere il torneo

    Rune e Tiafoe giocano a tennis sul mare di Acapulco

    Uno show unico ha aperto il torneo ATP di Acapulco 2025. Gli organizzatori hanno allestito un campo da tennis sull’acqua della baia messicana per un evento promozionale che ha visto protagonisti Holger Rune e Frances Tiafoe.I due tennisti hanno regalato spettacolo in una location da sogno, scambiando colpi sul mare cristallino di Acapulco. Un’esibizione suggestiva, anche se con una particolarità: ogni colpo vincente significava una pallina persa nelle acque del Pacifico.Un’iniziativa originale che ha permesso ai fan di vedere i loro beniamini in una veste inedita, prima dell’inizio del torneo ufficiale. Rune e Tiafoe, due dei favoriti per la vittoria finale, hanno mostrato di apprezzare l’originalità dell’evento, regalando momenti di puro spettacolo in uno scenario da cartolina.

    Holger Rune & Frances Tiafoe#AMT2025 pic.twitter.com/I2HQVsT3Qk
    — Holger Rune HQ (@Holger_HQ) February 23, 2025

    L’ATP di Acapulco conferma così la sua tradizione di organizzare eventi promozionali spettacolari, sfruttando la bellezza naturale della località messicana per creare momenti unici di connessione tra i giocatori e il pubblico.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    BBC: i retroscena sulla trattativa tra Sinner e la WADA

    Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    La sospensione di tre mesi inflitta a Jannik Sinner, in seguito alla positività riscontrata in due test antidoping, ha acceso un intenso dibattito nel mondo del tennis. L’accordo stipulato tra l’italiano, numero uno del ranking ATP, e l’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) ha alimentato sospetti di un possibile “trattamento di favore” e sollevato interrogativi sulla trasparenza del sistema antidoping internazionale. Malgrado la WADA e l’International Tennis Integrity Agency (ITIA) assicurino che tutto sia stato gestito “secondo le regole”, numerosi giocatori e addetti ai lavori si dicono perplessi di fronte a una sentenza percepita come “comoda” per Sinner, al punto da consentirgli di rientrare in tempo per i prossimi tornei di grande rilievo. Il sito della BBC ha rivelato questa mattina nuovi dettagli sulla vicenda che riepiloghiamo a voi lettori.
    Gli ultimi giorni prima della sospensionePoco più di una settimana fa, Sinner si stava allenando a Doha in vista della partecipazione al Qatar Open.Ma sapeva che le cose sarebbero potute cambiare rapidamente.Dietro le quinte, infatti, erano in corso discussioni che avrebbero portato alla sua esclusione da quel torneo – e dai mesi successivi del circuito.Quella che si è rivelata essere una “lunga notte” il 14 febbraio ha visto l’avvocato di Sinner, Jamie Singer, impegnato in una serie di telefonate con il più alto rappresentante legale della WADA.Poi, la mattina successiva, la notizia ha colto tutti di sorpresa: il tre volte campione Slam aveva accettato una squalifica di tre mesi con effetto immediato.Sinner e la WADA hanno annunciato di aver “concluso un accordo di risoluzione del caso” riguardo ai due test antidoping falliti lo scorso marzo.Si tratta di un meccanismo speciale in vigore da quattro anni, che consente di raggiungere accordi per chiudere i procedimenti legati al doping.“È successo tutto incredibilmente in fretta”, ha dichiarato Singer alla BBC. “Nel giro di un paio di giorni, in realtà.”Come si convince il giocatore numero uno al mondo ad accettare una squalifica per qualcosa di cui è convinto di essere innocente?È stata questa la sfida che il team di Sinner ha dovuto affrontare.Per comprenderne la portata, dobbiamo tornare ad agosto, quando un tribunale indipendente lo aveva scagionato da ogni accusa.Il tribunale aveva accettato la spiegazione di Sinner, secondo cui tracce di clostebol – uno steroide anabolizzante vietato – erano entrate nel suo organismo a causa di un’involontaria contaminazione da parte del suo fisioterapista durante un massaggio.La WADA, pur non contestando la decisione complessiva del tribunale, ha presentato ricorso contro la conclusione secondo cui Sinner “non aveva alcuna colpa o negligenza”.Tuttavia, ciò avrebbe comportato una squalifica “da uno a due anni” presso il Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS).Sebbene inizialmente la WADA avesse invocato pubblicamente questa sanzione, in un secondo momento i suoi funzionari hanno ritenuto che non sarebbe stata la soluzione più adeguata.Con l’avvicinarsi dell’udienza del CAS, prevista in aprile, la WADA ha avanzato due proposte al team di Sinner per un accordo di risoluzione del caso.Il primo tentativo è stato respinto, poiché il team di Sinner voleva prima presentare la difesa completa.Tale documentazione è stata consegnata il 31 gennaio, e a inizio febbraio sono iniziate le prime “discussioni concrete” dopo il secondo approccio.Ma, dato che Sinner era sempre stato certo della propria innocenza e convinto che non avrebbe ricevuto alcuna squalifica, avrebbe mai accettato di stare fermo tre mesi?Il suo avvocato, Singer, ha spiegato che convincere Sinner ad accettare l’offerta è stato “abbastanza complicato”.“Quando gli dicevo ‘be’, forse dovremmo patteggiare per tre mesi’, lui rispondeva ‘beh, perché dovrei farlo se il primo tribunale indipendente ha stabilito che non ci fosse alcuna squalifica? Perché dovrei accettare ora tre mesi?’,” racconta Singer.“Il mio consiglio è stato: ‘non si può mai sapere cosa accadrà durante un’udienza; sappiamo che la WADA punta a un anno, e se non accettiamo la loro offerta, andranno in tribunale chiedendo un anno di stop e chissà cosa potrebbero decidere quei tre giudici’.“Quindi, la prospettiva di tre mesi, a mio avviso, era una buona opportunità.”
    Un rientro perfettamente sincronizzatoIl nodo principale delle critiche riguarda la tempistica della sospensione. Sinner, reduce dalla vittoria all’Australian Open (secondo Slam consecutivo dopo gli US Open), è stato costretto a fermarsi appena 20 giorni dopo il trionfo a Melbourne, con l’annuncio che la sua squalifica avrebbe avuto decorrenza immediata. Ciò gli permetterà di tornare in campo il 5 maggio, a ridosso del Masters 1000 di Roma e in tempo per il Roland Garros, in programma a fine maggio.Molti colleghi sostengono che questa “coincidenza” penalizzi in modo minimo la stagione di Sinner, lasciandolo fuori soltanto per i tornei di minor importanza rispetto ai quattro Slam. Il britannico Liam Broady ha parlato di una gestione che incide “il meno possibile sulla carriera di Sinner”, mentre la stella svizzera Stan Wawrinka ha espresso un’amara rassegnazione, dichiarando di “non credere più nella pulizia del tennis”. Tali reazioni dipingono un clima di scetticismo all’interno del circuito, evidenziando come per molti la squalifica breve e calcolata potrebbe nuocere alla credibilità del sistema.
    I meccanismi legali: l’“istituto del case resolution agreement”Per comprendere a fondo il caso, è fondamentale analizzare il dispositivo che ha consentito a Sinner e alla WADA di giungere a un patteggiamento. Dal 2021, il regolamento antidoping prevede uno strumento chiamato “case resolution agreement”, attraverso cui è possibile raggiungere accordi su casi di positività senza passare per un lungo contenzioso davanti alla Corte Arbitrale dello Sport (CAS). In questo modo, le parti possono accordarsi su una sanzione “intermedia”, ritenendola più adeguata rispetto a un esito binario (assoluzione totale o penalità più lunga).Stando alle dichiarazioni del legale di Sinner, Jamie Singer, la WADA avrebbe inizialmente valutato di portare la questione al CAS, puntando a una squalifica compresa tra uno e due anni. La difesa di Sinner, forte di un precedente pronunciamento di un tribunale indipendente che lo aveva assolto per “assenza di colpa o negligenza”, era sicura delle proprie ragioni. Al contempo, però, l’incertezza di un confronto in appello e la possibilità di una sospensione ben più lunga hanno spinto il giocatore ad accettare, seppur con molta riluttanza rivela la BBC, la pena ridotta di tre mesi.
    La controversia sul “principio di responsabilità oggettiva”Uno dei pilastri dell’antidoping è la “strict liability”, o responsabilità oggettiva, in base alla quale un atleta è ritenuto responsabile di tutto ciò che entra nel proprio organismo, a prescindere dall’intenzione. Pur essendo stato riconosciuto che Sinner non avesse alcuna volontà di doparsi, il fatto stesso di aver presentato tracce di clostebol – steroide anabolizzante vietato – in due diversi test non poteva rimanere impunito. Da qui la necessità, secondo la WADA, di ottenere almeno una squalifica che ribadisse il principio per cui gli atleti devono controllare attentamente qualsiasi sostanza con cui vengano in contatto.
    Come è avvenuta la contaminazione?Il caso Sinner ruota attorno a un episodio di contaminazione avvenuto attraverso il fisioterapista personale del tennista altoatesino, Giacomo Naldi, e il suo preparatore atletico, Umberto Ferrara. A innescare l’ingresso del clostebol nell’organismo di Sinner sarebbe stato uno spray cicatrizzante di uso comune in Italia, il Trofodermin, adoperato dal fisioterapista per medicare una propria ferita alla mano. Durante i massaggi, piccolissime tracce di questa sostanza sarebbero state trasferite a Sinner, risultando poi in due test positivi.La confezione del farmaco, acquistabile in farmacia, reca in modo ben visibile l’avvertenza “doping”; ciononostante, i due membri dello staff di Sinner – secondo quanto emerso dal tribunale indipendente – non avrebbero agito per aggirare le regole, bensì sarebbero incorsi in una disattenzione che si è rivelata fatale. L’azzurro ha poi deciso di concludere il rapporto professionale sia con Naldi sia con Ferrara. Tuttavia, l’assenza di una sanzione nei confronti dei due, che pure sono stati ritenuti responsabili dell’errore, ha alimentato ulteriori polemiche: attualmente Ferrara collabora con un altro tennista italiano di vertice, Matteo Berrettini.
    Il dilemma di accettare (o meno) la sanzioneL’aspetto più complesso, secondo il legale di Sinner, è stato convincere il suo assistito ad accettare qualsiasi sospensione. In effetti, il primo giudizio di un tribunale indipendente lo aveva prosciolto da ogni responsabilità, sostenendo la tesi della contaminazione involontaria. Ecco perché il giocatore non comprendeva la logica di patteggiare una pena, seppur ridotta. “Perché dovrei accettare tre mesi di squalifica, se un tribunale mi ha già assolto?”, avrebbe chiesto Sinner, secondo le ricostruzioni.La paura, però, era che, portando la battaglia legale fino al CAS, si potesse incorrere in un verdetto molto più severo, compreso tra 12 e 24 mesi di stop. Per prevenire uno scenario del genere, la trattativa con la WADA si è intensificata nel mese di febbraio, portando all’accordo lampo conclusosi nella notte del 14 febbraio.
    Reazioni nel circuito: trasparenza o favoritismi?La rapidità con cui è stato raggiunto l’accordo, unita al calendario agonistico “favorevole” per Sinner, ha scatenato un’ondata di scetticismo. Secondo alcuni giocatori, come il pluricampione Slam Novak Djokovic, il caso dimostra che “avere accesso ai migliori avvocati” possa incidere sull’esito finale, lasciando intendere che un top player abbia margini di manovra superiori rispetto a un atleta di minore fama e con minori risorse economiche.La Professional Tennis Players Association (PTPA), fondata da Djokovic insieme a Vasek Pospisil per tutelare gli interessi dei tennisti, si è detta allarmata dalla mancanza di “trasparenza, processi chiari e coerenza” nella gestione dei casi di doping. Per la PTPA, l’idea di risolvere un dossier così delicato tramite un “patteggiamento” ricorda il concetto di una “giustizia su misura”, dove ogni caso può essere negoziato, a discapito dell’uniformità e della credibilità delle regole.
    Il futuro di Sinner: un ritorno con qualche incognitaDopo un breve periodo di riposo e riflessione – che il giocatore ha scelto di trascorrere tra Monte Carlo e la casa di famiglia in Alto Adige – Sinner tornerà a giocare il 5 maggio. Fino al 13 aprile, il regolamento WADA gli impone di allenarsi soltanto in forma privata, senza contatti con altri professionisti. Successivamente, potrà riprendere una preparazione ufficiale, con la prospettiva di tuffarsi nel Masters 1000 di Roma, dove è atteso come beniamino di casa.Qui, il nostro tifo lo accoglierà con calore, poiché per la maggior parte degli appassionati nostrani la squalifica è stata percepita come un “errore giudiziario”. Sul piano internazionale, tuttavia, il ritorno del numero uno del mondo potrebbe essere meno sereno: gli scettici guarderanno con sospetto ogni sua prestazione di alto livello (senza un vero perchè), e nel circuito stesso è possibile che alcuni colleghi manifestino una freddezza in campo o nelle conferenze stampa come purtroppo già sta accadendo perchè la vicenda è stata gestita male e portate troppo per le lunghe.
    Uno sguardo all’intero sistema antidopingLa WADA difende la sua posizione, sostenendo che il caso Sinner confermi la validità del principio secondo cui ogni atleta è responsabile di ciò che assume, ma che allo stesso tempo si debba evitare di punire in modo eccessivo una contaminazione involontaria “lontana anni luce dal doping intenzionale”. Il general counsel della WADA, Ross Wenzel, ha esplicitamente sottolineato come questa vicenda fosse “un milione di miglia lontana dal doping”, ma che non si potesse rinunciare al principio della sanzione.Allo stesso tempo, il caso lascia emergere un problema annoso: la difficoltà nel definire un confine netto tra dolo, negligenza e colpa puramente accidentale. Gli organi antidoping sono costretti a bilanciare esigenze di fermezza e di proporzionalità: punire anche le minime contaminazioni per confermare la responsabilità oggettiva, ma senza avallare punizioni sproporzionate per chi non intendeva barare.
    Un’ombra sulla stagione tennistica non per colpa di SinnerIl patteggiamento di Jannik Sinner con la WADA, e l’intera vicenda legata al clostebol, potrebbero proiettare un’ombra persistente sul resto della stagione ATP. Per quanto il tennista italiano si dichiari tranquillo sulla propria posizione e disposto a concentrarsi esclusivamente sul rientro in campo, le critiche non accennano a diminuire.La percezione diffusa è che si sia aperta una nuova crepa nella fiducia verso la pulizia dello sport, alimentata dal sospetto che i nomi più prestigiosi possano negoziare condizioni migliori. Il tennis, nel corso degli anni, ha vissuto casi di doping meno frequenti rispetto ad altre discipline, eppure ogni singolo episodio di positività,specialmente se coinvolge un leader del ranking mondiale, assume rilevanza e mette in crisi l’intero sistema.Fa sorridere che Sinner “da pulito” ha già vinto numerosi titoli e un torneo dello Slam questa è sicuramente la conferma che lui ed il doping sono su strade totalmente diverse che non si incroceranno mai. Resta da capire però se l’accordo tra Sinner e WADA rappresenti una soluzione ragionevole a una situazione anomala, o se costituirà un pericoloso precedente, in cui i migliori giocatori, grazie a risorse legali ed economiche di alto livello, potranno gestire i propri casi di positività in modo privilegiato. Nel frattempo, il conto alla rovescia per il rientro in campo del numero uno del mondo è già iniziato, e gli occhi di tutti rimarranno puntati su di lui.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Rublev ritrova il sorriso a Doha: “Ha superato le difficoltà come un combattente”. Moutet-Popovic, ritorno di fiamma. De Minaur-Boulter, coppia in campo all’US Open 2025: giocheranno il doppio misto

    Andrey Rublev nella foto – Foto Getty Images

    Rublev ritrova il sorriso a Doha: “Ha superato le difficoltà come un combattente”La vittoria di Andrey Rublev a Doha non è solo un successo sportivo, ma anche il segno di una ritrovata serenità mentale. Il russo, che aveva chiuso il 2024 in difficoltà e aveva iniziato la nuova stagione sottotono, sembra aver finalmente superato il suo momento più complicato.Elena Vesnina, sua connazionale, ha analizzato per il media russo Championat questo momento di rinascita: “È uscito dal suo disagio psicologico. È riuscito a superare le difficoltà come un vero combattente, trovando il modo di tornare in forma.”“Andrey è un ragazzo fantastico”, ha continuato Vesnina. “Molti lo hanno criticato, scrivendo che non sarebbe più tornato ai suoi livelli. Ma la gente semplicemente non capisce che una persona può avere problemi, sia fisici che psicologici, che hanno bisogno di tempo per essere risolti.”Il torneo di Doha ha mostrato un Rublev più maturo e controllato, con meno scatti d’ira in campo. “Anche quando ha attraversato una stagione difficile, ha comunque giocato bene”, ha sottolineato Vesnina. “Abbiamo visto le sue partite, ma a volte giochi bene e in quel momento il tuo avversario è leggermente migliore di te.”“Sono molto felice per lui”, ha concluso l’ex tennista, collegando il successo di Rublev a quello di Mirra Andreeva a Dubai, “sabato è stato il miglior giorno per il tennis russo dopo tanto tempo.”Un ritorno al successo che potrebbe segnare un nuovo inizio per Rublev, finalmente, forse, libero dai demoni che lo hanno tormentato nell’ultima parte della scorsa stagione.
    Moutet-Popovic, ritorno di fiamma: “Il lavoro era incompiuto”Corentin Moutet e Petar Popovic tornano a lavorare insieme. Sei mesi dopo la separazione annunciata nel settembre 2024, il tennista francese e il coach serbo hanno deciso di riprendere la loro collaborazione per 26 settimane all’anno, come riporta Tennis Actu.La decisione è maturata dopo l’eliminazione di Moutet al terzo turno degli Australian Open contro Learner Tien. È stato proprio il francese a ricontattare Popovic, convinto che il loro percorso insieme non fosse ancora concluso. “Il lavoro era incompiuto”, ha dichiarato il coach serbo.I primi segni di questa reunion erano già visibili al torneo di Rio, dove Popovic era stato avvistato al fianco di Moutet. Il team del francese si completa con il ritorno anche del preparatore atletico e del fisioterapista.Una scelta che segna un nuovo capitolo nella carriera del tennista francese, determinato a riprendere il lavoro interrotto sei mesi fa.
    De Minaur-Boulter, coppia in campo all’US Open 2025: giocheranno il doppio mistoAlex de Minaur e Katie Boulter hanno confermato la loro partecipazione al torneo di doppio misto dell’US Open 2025, che quest’anno presenta un formato completamente rinnovato. Una delle coppie più note del circuito, legata anche sentimentalmente, ha deciso di cogliere l’opportunità offerta dal nuovo format della competizione.Gli organizzatori dello Slam americano hanno infatti ripensato il torneo di doppio misto, spostandolo nella settimana precedente all’evento principale e introducendo set più brevi di quattro game. Una modifica pensata proprio per attirare i big del tennis, che sembra aver già dato i suoi frutti.La coppia de Minaur-Boulter rappresenta un colpo importante per il torneo: l’australiano, attuale numero 9 del mondo, e la britannica, in costante ascesa nel ranking WTA, porteranno sicuramente grande interesse mediatico all’evento.Sarà interessante vedere come i due, abituati a condividere la vita fuori dal campo, riusciranno a tradurre la loro intesa anche sul terreno di gioco in uno dei tornei più prestigiosi del calendario tennistico.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Il grido di Vavassori in difesa del doppio: “Non è uno sport per falliti”

    Andrea Vavassori nella foto – Foto Getty Images

    Il doppio sta vivendo uno dei suoi momenti più critici nel tennis moderno, e la recente decisione dello US Open di dimezzare il tabellone del doppio misto, riservando metà dei posti ai singolaristi in base al ranking e metà alle wild card, ha riacceso il dibattito sul futuro di questa specialità. Andrea Vavassori, numero 8 del mondo in doppio e vincitore dell’ultimo US Open misto con Sara Errani, ha preso una forte posizione contro chi considera questa disciplina un’opzione di ripiego.
    La scintilla è stata innescata dalle dure dichiarazioni di Reilly Opelka su Instagram: “Dovrebbero sbarazzarsi al 100% del doppio. È per i singolaristi falliti. Non esistono gli specialisti del doppio: non vendono alcun biglietto, ottengono campi di allenamento, fisioterapisti e risorse che poi non tramutano in profitti”. La risposta di Vavassori è stata immediata e appassionata: “Un ragazzino che guarda una finale di doppio di uno Slam e si innamora di questa specialità, dovremmo considerarlo un fallito?”
    Nonostante una storia gloriosa che ha visto protagonisti da John McEnroe a Roger Federer e Rafael Nadal, l’ATP ha concentrato la sua strategia commerciale sulla visibilità dei singolaristi, relegando il doppio a un ruolo marginale. Un esempio eclatante è passato quasi inosservato: “L’anno scorso Mate Pavic e Sara Errani hanno completato il Career Golden Slam, un’impresa leggendaria di cui quasi nessuno ha parlato”, ricorda Vavassori.
    La situazione è particolarmente preoccupante nei tornei ATP 250, dove spesso le finali di doppio non vengono nemmeno trasmesse sulla piattaforma streaming ufficiale. Un paradosso che evidenzia come questa specialità venga considerata di serie B, nonostante il suo valore storico e tecnico.Il doppio ha dimostrato di poter essere anche un potente strumento di unione sociale, come nel caso del “PaqIndo Express” formato da Bopanna e Qureshi, che ha unito India e Pakistan attraverso lo sport. “Il tennis non riguarda solo classifiche o premi in denaro”, sottolinea Bopanna, “riguarda le porte che apre, le vite che trasforma e le opportunità che crea.”
    La specialità offre un tennis completamente diverso dal singolare moderno: angoli impossibili, gioco a rete, colpi al volo e una varietà tattica che spesso manca negli scambi basati sulla pura potenza del singolare contemporaneo. “Sono discipline divertenti e molto specializzate che dovrebbero solo essere promosse in modo diverso”, insiste Vavassori, “valorizzandone i protagonisti che sono nel loro ambito grandi atleti.”La storia recente ci ricorda momenti indimenticabili: dalle finali di Coppa Davis, dove il doppio era il momento cruciale del sabato, alle ATP Finals di Londra con Verdasco e Marrero che facevano impazzire il pubblico. Senza dimenticare le partite olimpiche, dove il doppio ha sempre avuto un ruolo fondamentale.
    L’impatto sociale del doppio è un altro aspetto sottolineato da Bopanna: “Giocare a doppio e guadagnare un reddito da esso mi ha dato il potere di restituire in modi che contano davvero. Ha aiutato i bambini sfavoriti a scoprire lo sport, ha fornito istruzione a oltre 30 ragazze e ha costruito un’accademia che aiuta i futuri campioni.”“Ci servono passione, competenze e la voglia di stare uniti”, conclude il tennista torinese, “perché c’è tanto che possiamo fare per cambiare questo ottuso modo di pensare e riportare il doppio dove merita di stare.”
    La sfida per il futuro sarà quella di trovare un equilibrio tra le esigenze commerciali e la necessità di mantenere viva una specialità che rappresenta una delle tre colonne portanti del tennis. Come sottolineato da molti addetti ai lavori, basterebbe un po’ più di attenzione mediatica e promozione per far riscoprire il fascino di questa disciplina al grande pubblico, evitando che una parte fondamentale della tradizione tennistica venga sacrificata sull’altare del business.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO